Non appena rientrò a casa si sentì un idiota. Volle rimediare immediatamente, ma ormai era sera per cui si mise nel letto e tentò di dormire, ma niente da fare, il sonno non sembrava andar d'accordo con lui quella sera. Al mattino chiamò i suoi superiori dicenco che non si sentiva bene e che si prendeva un giorno di riposo. Essendo sempre stato un lavoratore modello non ebbero nulla da obbiettare. Ormai erano due giorni che non dormiva non sapeva più neanche come fare per reggersi in piedi, però lui doveva farlo, così si alzò si rivestì ed uscì di casa. Girò tutta la città in cerca di Grell, lo trovò solamente quella stessa sera mentre mieteva un uomo con estema foga. “Cos'è? Quell'uomo ti dava davvero così fastidio oppure è colpa mia che ti ho fatto arrabbiare?” Grell si girò, aveva uno sguardo misto tra la rabbia e lo stupore. “Tsk. Megalomane.” “Tieni” gli disse e gli rivolse un mazzo di fiori. Un mazzo di fiori con una rosa rossa al centro e tutt'intorno rose bianche. “Cosa sarebbe questo?” disse Grell con aria sprezzante “E' un modo per chiederti scusa. Sai la rosa rossa saresti tu. E le rose bianche rappresentano l'amore puro. Non so mi sembrava un'idea migliore delle mie scuse” Grell lo guardò stupefatto senza muovere un muscolo. “Pensi di rimediare così miseramente dopo la scenata di ieri?” gli chiese Grell sinceramente. “Intanto prendi questi fiori.” Grell li prese e restò lì, come in attesa. “Tu intanto continua la tua vita di sempre” gli diede un delicato bacio sulla guancia e si incamminò. Poco dopo si voltò e vide che era ancora lì, immobile, per cui, prima di girare l'angolo gli rivolse un debole sorriso e poi sparì. Il giorno dopo si fece trovare con un caffè caldo, davanti alla porta della libreria degli Shinigami in attesa che lui passasse. Quando arrivò, Will corse da lui lo salutò con un amorevole “Buongiorno” gli diede il caffè ancora caldo ed infine un bacio a stampo e se ne andò nuovamente. Rimase in un angolino nascosto ad osservarlo. Era felice, anche se confuso. Sopra la tazza vi era un messaggio scritto da Will che Grell notò solo quando vide un bigliettino cadere. In bella grafia sopra vi era scritto: “Incontriamoci questa sera alle 19.00 all'entrata del Greenwich Park. Non mancare. Will”. Grell mise il bigliettino in tasca, bevve il suo caffè e se ne andò. Will si fece trovare all'entrata del parco già dalle 18.30 pronto ad ogni evenienza, infatti Grell si stupì di vederlo già lì alle 18.45. “Sei in anticipo” disse Will avvicinandosi a lui. “Come mai tanto disturbo?” Tentò di dire con aria indifferente. “Volevo solo un pretesto per poterti dare un appuntamento e il parco mi sembrava un posto carino. Vogliamo andare?” “Dove?” “A fare una passeggiata” Gli porse la mano. “Oh.. O-okay..” Lui l'afferrò. Per l'intera serata passeggiarono così, mano nella mano. Grell preso dall'euforia di quel momento gli lasciò la mano e si strinse al suo braccio. Will si fermò, si voltò verso di lui, gli posò una mano sulla guancia e lo baciò dolcemente. “W-Will..” “L'altro giorno.. Me ne sono andato senza darti la possibilità di spiegarti. E mi sono arrabbiato con te in modo esagerato. Volevo farti sapere che mi dispiace e volevo chiederti scusa..” Grell lo abbracciò ed affondo la testa nel suo petto stringendolo forte. Will ricambiò l'abbraccio. “Scuse accettate” disse Grell. “Sicuro che sia tutto okay? Insomma.. Mi sono comportato in modo riprorevole..” “Sì, sì è tutto perdonato. Non potrei mai avercela con te” disse stringendolo ancora più forte a sé.