Capitolo
5 - A
New Entry
Trascorse
ancora qualche giorno,
allungando ad una settimana la durata della loro permanenza a Drachma.
Nonostante le apparenze, si erano un pò allontanati gli uni
dagli altri
dall'arrivo al Quartier Generale, tutti evidentemente tenuti
sottopressione da
qualcosa che ancora non si era manifestato.
Fino a quel giorno.
Era pomeriggio, stranamente
riscaldato - anche se poco, si capisce - dal piacevole tepore del sole
che
aveva deciso di farsi vedere, finalmente. Edward stava finendo di
leggere uno
dei libri che da mesi era rimasto nella sua valigia, senza uno
spiraglio di
tempo adatto in cui finalmente finirlo. Mentre sfogliava le ultime
pagine, il
momento di maggior interesse, qualcuno bussò alla porta.
All'inizio, la sua
concentrazione nella lettura lo aveva isolato a tal punto da far
sì che quel
suono neanche lo raggiungesse, ma poi le nocche sulla porta si fecero
più
insistenti.
Sbuffò e si alzò, aprendo la porta e
trovandosi davanti Jay con il suo solito sorrisetto allegro che
somigliava
tanto a quello della cugina e, che Edward lo sapeva, non portava nulla
di
buono, soprattutto perchè le due ragazze erano accomunate da
un certo istinto
alla violenza nei suoi confronti.
«Jay, che ci fai qui?» chiese,
cercando di suonare almeno un pò gentile mentre la ragazza
entrava nella stanza
senza troppi complimenti e si rilassava sul divanetto dove, appunto,
Edward
stava leggendo il suo tomo. Il Fullmetal, arreso, ripose il libro e si
sedette
accanto a lei.
«Non sapevo che fare, visto che
Alphonse e Hannalise sono spariti di nuovo! Li odio, quando se ne vanno
e non
dicono nulla.»
«Al è in biblioteca.»
Jay sgranò gli occhi, per poi
mettersi a scrutarlo negli occhi.
«Ho capito perchè mi segui, sai?»
disse lei, sfoggiando un sorrisetto malizioso e alzandosi in piedi.
«Veramente sei stata tu a venire
qui...» sospirò il ragazzo.
«Ti ricordo Winry, dico bene?» e qui,
il biondo prese fuoco, abbassando bruscamente lo sguardo.
«Guarda che è inutile
che lo nascondi, visto che...» ma fu interrotta
dall'assordante rumore di una
sirena che prese a suonare in quell'esatto istante.
«Ma cos...?»
Uscirono entrambi, seguendo i soldati
che affollavano i corridoi e si avviavano giù, nei
sotterranei, dove ci stavano
le stanze per gli interrogati e le celle per i detenuti da interrogare;
sembrava che fosse stato catturato chissà chi, da come
parlavano i soldati.
«Uno di loro, uno dei mostri!» si
sentiva dire qua e là e l'espressione di Jay divenne
furiosa.
Edward si stupì di quel brusco
cambiamento, tanto che rallentò il passo e così
rischiando di perdere Jay che
invece aveva velocizzato l'andatura.
Arrivarono dunque nei sotterranei, dove
si fecero spazio tra la folla ordinata e schierata nei confronti della
sala più
grande, quella che conduceva poi agli altri corridoi. Al centro, appeso
al
soffitto tramite delle catene di ferro che gli circondavano i polsi,
c'era un
ragazzo alquanto malmesso e sanguinante. Kimbly lo guardava dal basso,
con un
ghigno soddisfatto, quasi folle, mentre il resto delle truppe
rumoreggiava tra
di loro finchè lo stesso colonnello in carica non fece
tacere tutti con un sol
gesto. Il tutto osservato dagli occhi sgranati di Edward e quelli
furiosi di
Jay, appartati ad una parete.
«Finalmente siamo riusciti a
catturarti, homunculus.» il ragazzo si lasciò
andare ad una smorfia «Non è
forse quello che sei?»
«Non per mia scelta!»
Quella voce. Il cuore di Jay mancò
prima uno, poi due battiti. Non era possibile, non ci credeva. Gli
occhi prima
contratti in un'espressione di profonda ira, erano ora sgranati e
inondati
dalle lacrime; sentì bruciarle la schiena.
«Edward, dobbiamo salvarlo.» disse
Jay, senza staccare gli occhi dalle catene che rilegavano il ragazzo.
«Chee? Stai scherzando, vero? Vuoi
metterti contro tutto l'esercito?»
«Come ti pare. Se non mi aiuti farò
da sola.» sentenziò, sfiorando con la mano il
falso portachiavi, probabilmente
pensando a Himetsu.
«E... e va bene.»
Uscirono quindi dalla porta
principale, cercando un condotto secondario, e lo trovarono dietro ad
una
stanza di servizio. Vi entrarono senza problemi, data la piccola
costituzione
di entrambi, e gattonarono seguendo la voce di Kimbly, che passava
attraverso
il condotto.
Ad un tratto, Jay si fermò di botto e
per poco Edward non le finì addosso.
«Che succede?»
«Siamo esattamente sopra le catene.»
Jay tese l’orecchio.
«Abbiamo preso una ragazza che
cercava di proteggerlo!» fece una guardia. Sentì
qualcuno dibattersi.
«Lasciatemi! Lasciatemi, vi dico!»
era Hannalise.
Era fuori dal Quartier Generale, ma
non troppo distante da esso. Era bizzarramente seduta su un albero,
esattamente
su un grosso ramo posto quasi sulla cima di esso. Pensava.. pensava a
quello
che era successo alla sua vecchi abitazione. A quanto pare risentiva
ancora
dell’effetto che aveva quel sangue su di lei.. il suo
sangue. Sfiorarlo
aveva rotto qualcosa dentro di lei, e adesso non si sentiva
perfettamente bene.
E poi, quella voce.. sì, le ricordava qualcuno.. ma chi?
Aveva totalmente
rimosso ogni ricordo appartenente a Drachma, ma.. non esattamente
tutto.
Stropicciò gli occhi con le dita, finchè non
sentì un boato. Scattò a sedere più
composta sul ramo, tendendo le orecchie a eventuali altri rumori.
Chiuse
l’occhio sinistro, lasciando che quello viola facesse il suo
dovere: aveva la
vista più acuta in quell’occhio, così
si concentrò affondo. Ma era troppo
distante, riuscì a vedere solo piccolissime sagome che
scattavano, che si
muovevano rapide.. poi un altro boato. Allora scese veloce dal ramo,
correndo a
tutta velocità verso quell’esatto punto. Nel
mentre le sagome si facevano
sempre più grandi e distinte. Sorrise, vedendo che il
combattimento pareva
essere a favore di quelli più numerosi. Poi, capì
che però erano soldati,
allora cominciò a favorire internamente quello solo, che
pareva in difficoltà.
Si avvicinò ancora, rallentando il passo. Il combattimento
continuava.
«Prendetelo, forza!» urlava Kimbly «Non
lasciatevelo scappare!» Hann si
avvicinava sempre più, quando sentì quello strano
aggeggio che teneva fra le
mani Kimbly che suonava sempre più forte. Lui si
voltò a fissare Hann. «Oooh..
Tenente Colonnello Woolf!» disse, tranquillo «Vuole
assistere alla cattura di
un Homunculus di queste terre?» Hann spalancò gli
occhi, osservando quel
ragazzo dai capelli neri mossi che si agitava in mezzo ai soldati,
sfuggendo
alla maggior parte degli attacchi. «Bhè.. affido
tutto a lei, io vado via un
attimo.» e se ne andò, lasciando
l’apparecchio in mano ad Hann, che osservava
quel ragazzo come se volesse aiutarlo. Strinse il rilevatore fino a romperlo, poi lo
gettò di lato,
scattando verso il ragazzo. I soldati dapprima la guardarono
spaventati, poi
bloccarono sia il ragazzo che lei.
«Lasciatemi, idioti!» urlava.
Inutile. Li portarono al Quartier Generale, dove sentì
suonare una campana.
Legarono l’Homunculus con delle catene, in una delle segrete,
mentre lei venne
tenuta saldamente e in disparte, almeno per una decina di minuti. Poi
la
spinsero fra le prime file.
«Abbiamo preso una ragazza che
cercava di proteggerlo!» fece la guardia che la teneva. Hann
si dibatteva
furiosamente, sotto lo sguardo di Kimbly.
«Lasciatemi! Lasciatemi, vi dico!»
«-Fine Flashback – Ritorno al
Presente-»
«Lasciami andare!» gli disse. Kimbly
fece segno alla guardia di lasciarla, lei cadde a terra, sotto il suo
sguardo.
«Chissà se possiamo perdonartelo..
eh, Tenente Colonnello Woolf?» chiese Kimbly, scoppiando a
ridere «Ma
dopotutto.. una come te non poteva certo rimanere impassibile davanti a
dei
militari che maltrattano un suo compagno.. no?» e le sorrise.
Quel sorriso
viscido.. quello che aveva quasi sempre.
«Kimbly.. lascialo andare.. o giuro
che questa è la volta buona che
t’ammazzo!» gli urlò contro.
«Mi ammazzi? Ah, davvero? Qua,
attorno a te, Tenente Colonnello..» disse, calmo
«..ci sono più di cinquanta
soldati, pronti a puntarti le armi contro. Avrai tutte le vite
necessarie a
scappare da qua?»
«Non dire cazzate..»
«Uuuh.. ma che termini volgari che
usi! Ammettilo, avanti..» cominciò Kimbly
«..che in realtà sei un Homunculus!»
«Tsk.. Jay non me lo perdonerebbe
mai..» bisbigliò appena. Ma quel bisbiglio
bastò, perché miracolosamente Kimbly
lo sentì e lanciò un gridolino di gioia.
«Incatenate pure lei!» ordinò. La
legarono, Hann cominciò a dibattersi, ma senza successo.
Appena la toccarono,
però, uscì fuori di se. Spalancò gli
occhi, portò una mano all’orecchio destro,
dove si trovava un orecchino: lo tolse in malo modo, ma senza
graffiarsi. Poi
non capì più niente: vide solo sangue. E non era
il suo.
Angolo delle autrici
"E ora? Che succederà?" chiederanno forse i lettori..
... Ebbene, noi non ve lo diremo di certo fino al prossimo capitolo! XD Siamo cattive, sadiche *O* comunque.. secondo voi, adesso, Hann come si comporterà? *_* cosa farà? E' davvero un Homunculus come dice Kimbly o.. o non lo è? Diteci la vostra opinione, cosa ne pensate di tutto quello che sta accadendo e.. di questa New Entry! *_*
Mi raccomando, recensite numerosi, aspettiamo impasientemente fino a dopodomani, quando posteremo l'ennesimo chap XD ah, scusateci se non rispondiamo a.. bhè, AL commentO, dato che era solo uno pareva tristissimo.. =.=''
Bye bye
Hann e Jay