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Autore: EuphemiaMorrigan    25/03/2013    20 recensioni
AU. Comica/Romantica/Drammatica.
SasuNaru.
-Dall'ultimo capitolo-
Questa è la segreteria telefonica di Uzumaki Naruto e Uchiha Sasuke, lasciate un messaggio e vi richiameremo. Se ne avremo voglia.
Se sei Sai: Visto le vendite? Ti ho battuto ancora.
Muori.
Se sei Ino: Nee-chan, non vorrei che tuo marito si suicidasse.
Ammazzalo e raggiungilo.
Se sei Nagato: Sono in perfetto orario con la scadenza.
Non è assolutamente vero.
Se siete Sakura, Hinata o Tenten: Tranquille, ho tutto sotto controllo.
E voi che ancora ci credete...
Se sei Gaara: Amico, mi devi un caffè.
Ed io ti devo un pugno.
Se sei Hidan: Lode a Jashin!
Non riesco a capire chi è più cretino tra te e Naruto.
***
***
Gensaku-sha ripercorre, a modo proprio, alcune vicende del manga.
Con personaggi casinisti, pazzi ed eccessivamente rumorosi.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Quando tutto cambia, cambia in meglio-



Annunci (Leggete):Allora... La lemon, per quanto ci abbia provato, mi è uscita così. Sono sinceramente indecisa su cosa fare, se lasciare o no arancione, ma credo sia impossibile ormai. Comunque all'inizio e alla fine della lemon ho avvisato! Vado a dormire che è l'una di notte, magari la notte porta consiglio... Boh... Mi scuso (Al solito) per gli errori, che ci saranno sicuramente. Un bacio! Ps: Con questa storia farò dei salti temporali di alcuni mesi, perché finirà quando Naruto avrà 40 anni e Sasuke 30. come al solito 'Suke affretta i tempi, o quasi, infondo 7 mesi sono tanti! Per lui -.-''. A ri-baci!

Ps: Perdono! Perdono! Perdono! La mia solita memoria di ferro, la lemon è dedicata a Giacos °Coccola tutta°... E l'ho un po' censurata, ma la ripubblicherò, allungata, come One-shot. Che cosa strana scrivere note di capitoli ormai passati!



Inizia così.

Da un semplice bacio.

Poi un altro e un altro ancora.

Fin quando...

...Non cerchi qualcosa di più profondo.

Che vi unisca in modo definitivo.

Io...

Io ne avevo timore.

Il sesso per me era qualcosa di...

...Doloroso. Impuro.

Sporco.

E lo sarebbe ancora se...

...Se non avessi incontrato Sasuke.



«TEME!» Lo richiamò, inviperito, Naruto.

Piombò in sala da pranzo con le mani posate sui fianchi e lo sguardo irritato, cominciando a battere ritmicamente un piede a terra. Pareva una di quelle casalinghe disperate, sempre pronte ad urlare contro il proprio marito o compagno.

Uchiha, comodamente seduto al tavolo, nemmeno si degnò di alzare gli occhi verso la sua figura; sfogliò di malavoglia una delle pagine del libro di Restauro e, con tono annoiato, chiese «Cosa vuoi?».

«Come: “cosa vuoi?” -Sbraitò- Dobbiamo andare al Rinnegan e TU -Calcò quell'ultima parola puntando un dito accusatorio verso di lui- non sei ancora pronto» Finì, aspettandosi di vedere il suo Teme sbuffare come un bambino, alzarsi e coinvolgerlo in un bacio umido. Come al solito.

«Ho un esame. Non ho tempo per disegnare stronzate» Dichiarò, invece, inacidito.

Il più grande sbarrò gli occhi, sorpreso da quel tono di voce. Il nostro manga sarebbe una stronzata?... Si chiese con delusione. Comprendeva il fidanzato, si rendeva conto dell'impegno che stava mettendo nei suoi studi, ma non per questo aveva il diritto di rispondere da bastardo senza cuore, come, in fondo, era.

«Fa' come ti pare» Parlò piccato. Uscì dalla cucina, s'infilò il capotto e se ne andò sbattendo la porta di casa. Doveva lavorare, non poteva perdere tempo con un bambino viziato e stupido.

Uchiha, furioso, si morse l'interno di una guancia e abbassò gli occhi verso il libro di testo, lo osservò come se volesse incenerirlo e sputò fuori «'Fanculo». Si alzò dalla sedia e chiuse violentemente quelle pagine. Da settimane non faceva altro che prendersela con Naruto per ogni minima cosa. Tutto: gli dava fastidio il suo abbraccio, la sua voce, il rumore che faceva quando si lavava i denti, le canzoncine idiote che stonava sotto la doccia, il continuo fischiettio quando disegnava, la sua risata. Il semplice fatto che respirasse. Per colpa di quel maledetto esame stava buttando fuori la sua frustrazione prendendosela con Naruto. La cosa peggiore era che: ne era consapevole. Si passò una mano tra le ciocche corvine e inspirò pesantemente, tentando di calmarsi.

Non poteva andare avanti così.



Uzumaki ringhiò di rabbia repressa, sbatté le bozze sul tavolo della sua postazione e, senza salutare né Hinata né Ten-Ten, iniziò a lavorare.

Le ragazze lo osservarono confuse e stralunate. «Naruto-sama si sente bene?» S'informo la donna dai lunghi capelli corvini con voce gentile.

«Sì. -Pareva più un imprecazione- Lavorate e zitte. La consegna è per domani mattina alle nove» Ordinò acre, squadrando attentamente una delle cento (o più) tavole che doveva finire. Come sempre si era ridotto all'ultimo momento, non era una novità.

Deve aver litigato con Sasuke-kun... Si sospirò in testa avvilita e, senza aggiungere altro, cominciò il suo lavoro in silenzio; buttò un occhio verso il viso contratto del suo capo e si dispiacque per lui. Teneva molto a Naruto, era sempre stato un amico, un buon datore di lavoro e il suo primo amore. Amore che era passato come una folata di vento, ma di cui manteneva un ricordo felice. Lui e Kurenai erano le uniche persone al mondo che avessero mai creduto nelle sue potenzialità, le uniche che avrebbe sempre sostenuto.

Aveva ragione Neji. Questo lavoro prima o poi mi ucciderà... Sbuffò, invece, Ten-Ten. Seguì l'esempio dell'amica e si sedette alla sua postazione, maledendo internamente Sasuke Uchiha. Mai fidarsi di un ragazzino. Lo sapeva che li avrebbe messi nei guai.

Cadde il silenzio ed i tre passarono l'intera mattinata e metà pomeriggio a disegnare senza sosta; sfiancati e sempre più nervosi. Nemmeno le cinque tazzine di caffè (A testa) portate da Hidan riuscirono ad aiutarli. L'uomo li osservò con un cipiglio sul viso, avrebbe voluto dare una mano, ma faceva schifo nel disegno; l'unica cosa che poteva fare era tentare di ritardare la consegna: urlando al telefono senza risultati. O consegnavano entro le nove dell'indomani mattina o la produzione del manga sarebbe stata bloccata, per sempre.

Naruto mosse le dita della mano sentendo male alle giunture, avvertendo nitidamente le lacrime di frustrazione premere per uscire dai suoi occhi. Posò lo sguardo sulle settanta tavole che ancora dovevano essere corrette e si mise le mani tra i capelli. Non ci riusciva e non ne capiva il motivo, si erano già trovati in quella situazione: quante volte Sakura gli aveva urlato contro? Ten-Ten dato del cretino? Ed Hinata supportato in silenzio? Quante volte Hidan aveva sbraitato per telefono e rimpinzati di caffè prima di quel giorno? Allora perché... Per quale motivo quella volta era tutto diverso? Perché ogni dannato disegno che faceva veniva da schifo? Tanto che, le sue assistenti, erano costrette ad aggiustarlo o, nei casi peggiori, ricominciare tutto il lavoro.

Invece di aiutarle stava solo complicando le cose.

Perché? Perché non ci riesco?... Si chiese per l'ennesima volta. In quel momento la porta del suo ufficio si aprì di scatto, rivelando la figura di Sasuke Uchiha e altre quattro persone a lui sconosciute.

«Tayuya tu da una mano a Ten-Ten, è la ragazza con i capelli castani. Sakon tu invece aiuta Hinata. Jirobo e Kidomaru disegneranno tutti i paesaggi. Io assisto Uzumaki. Muovetevi» Ordinò perentorio, si sedette di fronte a Naruto e gli tolse dalle mani la tavola a cui stava lavorando; non lo guardò in viso neanche per un secondo, sentendosi colpevole per averlo lasciato solo proprio quel giorno. Notò, però, le lacrime trattenute e assottigliò le labbra in una smorfia.

Per quale motivo mi comporto sempre da bastardo?... Si domandò, mentre iniziava a disegnare una delle tante scene di lotta.

Uzumaki gli passò una mano tra i capelli, accarezzandogli la testa in un gesto affettuoso e grato «Non dovevi studiare?».

«Studierò domani» Rispose questo con viso concentrato. Godendosi internamente quella carezza.

Naruto osservò quei quattro strani ragazzi e udì l'unica donna del gruppo bestemmiare sonoramente contro Ten-Ten, pareva uno scaricatore di porto o meglio: pareva Hidan.

«Loro chi sono?» Domandò ancora, indicandoli con un cenno della testa.

Sasuke puntò i suoi occhi su di lui e lo informò «Il quartetto del suono!».

«Eh...?» Disse confuso.

L'altro sospirò e chiarì «Il primo anno di università l'ho passato ad Oto e loro... -Indicò i quattro- Frequentavano i miei stessi corsi. Poi Orchimaru decise di tornare a Konoha e siamo tornati anche noi. Non sono miei amici, diciamo che collaboriamo quando serve».

«Sei stato ad Oto? E sei tornato qui solo per Orochimaru? Perché?» S'informò sempre più stupito, non gliel'aveva mai detto. Non che Sasuke si aprisse molto, era la prima volta che gli raccontava qualcosa del suo passato.

Uchiha fece una smorfia esasperata e raccontò «In parte sono tornato perché era il mio sensei, in parte perché, in fondo, mi mancava la mia famiglia. A dir la verità mal sopporto vivere a Konoha, non so il perché non lo sento il mio posto -A quelle parole le iridi azzurre si sgranarono con preoccupazione- credo che... Se non ti avessi incontrato, me ne sarei andato di nuovo» Finì con un'alzata di spalle.

«Quindi... Un giorno o l'altro, te ne andrai?» Domandò triste, stingendo la presa sulla matita e puntando gli occhi al tavolino.

«No. Lo farei solo se tu venissi con me o... Mi lasciassi» Affermò incolore, tentando di apparire indifferente a quell'ultima frase. Odiava parlare ed esprimere i suoi sentimenti.

Naruto annuì con un piccolo gesto del capo e tornò a disegnare in silenzio. Non gli piaceva quella conversazione.

Conclusero il loro lavoro a notte inoltrata, distrutti. Ma ci erano riusciti ed in più, Tayuya e Hidan tra una bestemmia, una parolaccia e una maledizione verso l'Uchiha avevano scoperto di essere molto simili, fin troppo.

«Porco cazzo, frocio di un Uchiha ti sacrificherò a Jashin la prossima volta» Minacciò la donna, passandosi una mano tra i folti capelli rossicci.

«Tayuya, una ragazza non parla in questo modo!» La riprese velocemente Jirobo.

Lei schioccò la lingua e disse «Fa' silenzio ciccio-merda!».

Hidan sentendo quelle frasi, e il nome di Jashin, scattò sull'attenti e chiese eccitato «Sei una consorella del culto di Jashin?».

«Sì. Ti causa problemi, damerino incontinente?» Sputò fuori guardandolo come si osserva uno scarafaggio da schiacciare.

«Tayuya il tuo vocabolario...».

«STAI ZITTO CICCIONE!» Gli urlò contro, bloccandolo a metà frase.

Hidan per poco, molto poco, non si inginocchiò a terra per chiederle la mano e decise che quella donna era la donna della sua vita.

Naruto rimase completamente sconvolto quando lo udì chiederle «Che ne dici se ti offro una birra, mia cara» E rimase ancor più basito sentendo la risposta di lei «Mia cara un cazzo. La prossima volta che mi chiami così ti strappo lo scroto e ci faccio un centrino».

In quel momento l'albino si avvicinò all'amico e gli disse all'orecchio «Volpino mio, non è meravigliosa? Credo di amarla» Detto ciò uscì insieme a lei tirando qualche bestemmione verso la papera-folle, facendola scoppiare a ridere contenta.

Se non si fossero ammazzati tra loro, Naruto, avrebbe rivisto Tayuya molto spesso.



Durante tutto il tragitto per tornare al loro appartamento, Naruto non aveva mai parlato; camminava accanto al fidanzato pensieroso e con le mani in tasca, avvertendo uno strano peso all'altezza del petto. Non capendone il motivo. Quando arrivarono a casa lo vide dirigersi verso la cucina e chiedere, senza particolare enfasi nella voce «Vuoi qualcosa da mangiare?».

«No...» Mormorò quasi inudibile, rimanendo fermo sulla soglia con le braccia lungo i fianchi. Quella sensazione di soffocamento si faceva sempre più forte.

E se se ne andasse di nuovo? Se mi lasciasse? Se si stancasse di me e delle mie paure?... Pensava ininterrottamente, paralizzato sul posto.

Uchiha non udendo risposta tornò sui suoi passi, gli si avvicinò e posando le mani sulle sue spalle chiese «Cosa ci fai imbambolato all'ingresso?».

«Non lo permetterò» Biascicò l'altro con labbra tremanti.

Il ragazzo dai capelli scuri inclinò la testa confuso «Di cosa stai parlando?».

«Non voglio... Perderti...» Confessò flebile, vergognandosi di se stesso e di quella maledetta fragilità che non l'avrebbe mai abbandonato in certe occasioni.

Sasuke sgranò gli occhi, sorpreso, inspirò a fondo e lo abbracciò con forza «Idiota. Quante volte devo dirtelo Naruto? Quante prima che ti entri in testa? -Domandò leggermente inacidito, poi il tono cambiò e si fece stranamente dolce- Non sono bravo con le parole, non lo sono mai stato. Ma... Per una volta credo che lascerò da parte l'orgoglio e... -Sospirò pesantemente- ...Ti amo» Dichiarò con un mormorio così basso che se le sue labbra non fossero state posate sull'orecchio dell'altro difficilmente l'avrebbe udito.

A quelle due insignificanti parole Naruto sentì il suo cuore contrarsi dolorante, come se fosse stato colpito da mille pugnali; percepì il battito arrestarsi per un millesimo di secondo e poi pompare ancora più forte, con violenza; come se volesse uscire dalla sua gabbia toracica, liberarsi di tutte le sue insicurezze e paure. Posò il volto sulla sua spalla e circondando la sua schiena affermò sicuro, con coraggio «Fa' l'amore con me».

Voglio essere suo e di nessun altro...

Quella richiesta sorprese Sasuke che, alzandogli il volto, mormorò sulle sue labbra «Se è per quello che è successo oggi non...»

Non riuscì nemmeno a concludere la frase che la bocca di Naruto coprì la sua, coinvolgendolo in un bacio umido e passionale; quando si staccarono il biondo ansimò «Voglio fare l'amore con te perché ti amo. Ti desidero. Perché voglio darti qualsiasi cosa possiedo, anche se il mio corpo ormai è marcio. -Sasuke tentò di fermarlo, ma lui lo guardò con convinzione e continuò- No. Teme, non cambierò mai idea, so che non vorresti sia così, ma non riesco a sentirmi... Puro... -la voce vacillò su quell'ultima parola- Non voglio perderti per le mie paure, perché... Se ti perdessi... Molto probabilmente ti inseguirei per mari e monti e ti riporterei qui. Da me. E visto che sarebbe abbastanza stancante -Sorrise tirato- ...Preferisco ovviare al problema rendendoti felice ora. Ogni singolo giorno della mia vita, che senza di te... Varrebbe... Nulla. Mi hai invaso senza chiedere permesso, assumiti le tue responsabilità» Concluse ridendo piano e affondando la testa contro il suo petto; sentendosi più leggero dopo essersi liberato da quel peso.

INIZIO LEMON

Sasuke rimase impietrito da quelle parole, respirò a fondo e gli sollevò nuovamente il volto, posando il suo sguardo sulle iridi cristalline, leggendovi dentro una sicurezza mai vista prima. Spostò una mano sul retro del suo collo e lo attirò verso le sue labbra, baciandolo con passione. Naruto dischiuse la bocca avvertendo la lingua dell'altro premere insistentemente sul suo labbro inferiore, lambirlo e sfiorarlo; si strinse ancor di più contro di lui, percependo le sue membra divenire come burro. Stava bruciando. Respirava a fatica, succube di quel bacio senza fine. I vestiti divennero pesanti e fastidiosi, irritandogli la pelle; quella carne che non bramava altro che altra carne.

Desiderava spegnere il fuoco sconosciuto che lo stava logorando, che lo terrorizzava ed eccitava allo stesso tempo.

Uchiha infilò una mano sotto la sua maglia, carezzando con tocchi leggeri un morbido fianco, lo pizzicò e salì fin ai capezzoli: chiudendoli tra le dita, seguendone il contorno. Con l'altra mano gli circondò la schiena, piegandosi su di lui e rendendo il contatto ancor più profondo, affannoso e bisognoso. Lo trasportò in camera da letto, senza mai staccarsi dal suo corpo e lo fece stendere sulle fresche lenzuola; lasciandolo finalmente libero gli sfilò la maglia, facendo lo stesso con la sua. Attaccò il collo brunito con la bocca, succhiando e mordendo quella parte con voracità, mentre con le mani sfiorava ogni porzione di pelle scoperta.

Naruto tremò a quelle somministrazioni, intimorito da tutta quella passione; sospirò e aprì le braccia lasciandole inermi sulle candide lenzuola; un gemito soffocato gli sfuggì quando si sentì succhiare un capezzolo inturgidito. Arpionò con le dita la stoffa bianca quando la mano di Sasuke si posò sopra la sua nascente erezione, intrappolata nei jeans chiari.

«Sei certo di volerlo?» Gli soffiò eccitato ad un orecchio.

Il biondo annuì con convinzione e, nonostante il leggero timore, allargò le gambe in un silenzioso invito, notando il pomo d'Adamo di Sasuke avere un spasmo a quella vista. Sentendosi, stranamente, bene leggendo il desidero all'interno delle iridi scure.

Uchiha si sfilò rapido i pantaloni ed i boxer, facendo lo stesso con quelli di Naruto, osservò la stoffa scivolare via dalle sue gambe sode e scoprire lentamente la sua pelle; quasi non si strozzò con la sua stessa saliva quando poté ammirarlo completamente nudo.

Naruto sentendosi toccare in modo così intimo dall'altro si morse le labbra per non far uscire alcun suono; il corvino mosse lentamente la testa in un gesto di diniego e, accentuando la presa sulla carne, ordinò con voce roca e sensuale «Voglio sentire la tua voce».

A quella richiesta, Naruto schiuse le iridi azzurre trovandosi di fronte tue tizzoni scuri, velati di desiderio, ancor più neri e profondi del normale. Dentro questi poteva leggere ogni emozione dell'uomo sopra di lui: voglia, brama, lussuria, venerazione e... Amore. Accennò un tenue sorriso e lo avvicinò a sé, chiudendo la bocca con la propria nell'ennesimo bacio. Sasuke sentì un lieve dolore al basso ventre, ma non vi badò; doveva prima mettere a suo agio Naruto. Proprio per questo gli carezzò dolcemente una guancia, strusciandosi su di lui e strappandogli un altro piccolo gemito, spostò le labbra sulla sua spalla tempestandola di baci fin ad arrivare al padiglione auricolare, vi soffiò dentro udendo la lieve risata del compagno e morse piano il lobo, sorridendo felice. Mai, in tutti quei pochi anni di vita, si era sentito così vivo. Mai il sesso gli era apparso in quel modo: dolce, delicato. Toccava quel corpo con un rispetto che non aveva avuto per nessun altro. Passò i palmi aperti sul torace magro e scese fin verso l'inguine, per poi risalire verso i pettorali, seguendo quel percorso infinite volte e riempendosi le orecchie con mugolii del biondo. Affondò le dita nelle tondeggianti anche e le strinse forte, facendo scontrare i loro bacini. Intrecciò le loro mani portandosele alla bocca, baciandole, succhiandole e mordendole. Il loro corpi erano saldati insieme così tanto che non si capiva dove iniziasse l'uno e finisse l'altro. Sorrise ancora, incapace di non farlo in quel momento, e posò la testa nell'incavo del suo collo, respirandone il profumo «Mi vuoi davvero, Naruto?» Chiese nuovamente, sfiorando le natiche sode con le dita.

Il suo amante squittì acuto, respirando a fatica, incapace di formulare un solo pensiero lineare e allargò ancora di più le gambe; mosse il capo in un gesto affermativo e, mentre continuava a strusciarsi sul suo corpo, con i polpastrelli sfiorò i candidi pettorali, spostandoli poi fin ai muscoli delle braccia. In suo confronto, Sasuke era immenso.

Buttò la testa all'indietro ad una frizione più forte delle precedenti e fece un mezzo urlo eccitato. Si sentiva morire e gli piaceva da impazzire quella sensazione.

Uchiha tentò di riacquistare un minimo di lucidità e facendo pressione sull'interno coscia dell'altro gli spalancò le gambe ancora di più, si immerse tra queste e respirò il suo profumo, vezzeggiò le labbra gonfie con le dita e avvertì Naruto farle sparire tra le sue labbra inumidendole con la lingua; un rivolo di saliva colò dalla sua bocca bagnandogli il mento. Uchiha leccò la parte bagnata del suo viso e gli infilò la lingua in bocca, aiutandolo a lubrificare le dita. Circondò la sua schiena e lo tirò a sé, ricominciando a muoversi su di lui. Affamato e irrazionale. Stava per scoppiare e, nonostante tutti i suoi sforzi, non riusciva più a trattenersi. Lo voleva, ne aveva un disperato bisogno.

«Sasuke... Sasuke... Sasuke...» Non faceva altro che ripetere il suo nome e spingersi verso di lui, le sue membra bramavano un contatto perenne con la carne calda del compagno; era stato completamente risucchiato da quel vortice di desiderio e passione che non aveva mai provato prima di quel giorno.

Uchiha inspirò profondamente ed iniziò a preparalo per accoglierlo, avvertì i muscoli irrigidirsi e respingerlo, così si fermò e, chinandosi sul suo orecchio, parlò comprensivo «Se vuoi per oggi la finiamo qui».

«No. -Affermò, prendendogli la mano e infilandosela tra le gambe- Voglio essere tuo».

«Tu sei già mio!» Dichiarò Sasuke, vezzeggiando la sua apertura e succhiandogli il collo come un vampiro. Solo ed unicamente mio... Si disse possessivo, percependo il corpo sotto di lui rilassarsi ogni secondo di più.

Naruto si lasciò andare completamente a quelle sensazioni e, quando il compagno finì di prepararlo, avvolse le gambe sui suoi fianchi. Sasuke le tirò ancor più su fino a poggiarle sulla sua schiena; si posizionò tra queste e, con quella poca lucidità rimasta, disse «Farà male... Non posso... Evitarlo».

«Lo so... Non fa nulla se sei tu» Lo rassicurò sfiorandogli la fronte sudata e spostando una ciocca di capelli neri dal suo viso.

Sentendo quelle parole Sasuke cominciò ad entrare lentamente in lui con quanta più dolcezza potesse. Naruto tentò di rilassare i muscoli, ma gridò dolorante quando una fitta ancor più forte delle precedenti lo colpì, affondò le unghie nella schiena del compagno con violenza; graffiandolo e penetrando la sua carne, si morse il labbro inferiore avvertendo il sangue invadere la sua cavità e strizzò gli occhi carichi di lacrime. Sasuke gemette di dolore avvertendo le unghie dell'amante squarciargli la pelle, ma non se ne lamentò; una volta entrato del tutto bloccò i movimenti del bacino e infilò, di nuovo, la lingua nella bocca del compagno, sentendo il sapore del suo sangue. Quando, dopo minuti che gli parvero un infinità, percepì il suo corpo rilassarsi iniziò a muoversi lentamente su di lui.

Naruto, una volta che il dolore fu del tutto dimenticato, miagolò di piacere e sorrise felice. Erano uniti in modo indissolubile. Finalmente era completo, finalmente si era lasciato dietro le spalle il passato, il dolore e tutte le sue paure; affondò la testa sul cuscino e scoppiò a ridere, circondò il collo dell'amante e se lo tirò contro tempestando il suo viso di baci «Ti amo bastardo. Ti amo. Ti amo. Ti amo» Canticchiò senza sosta, con ansimi spezzati, assecondando i suoi movimenti.

Sasuke, vedendolo così felice, si morse a sangue l'interno di una guancia per non scoppiare anche lui in una risata liberatoria; ormai certo di non fargli più male aumentò la velocità, soffocando un gemito quando si sentì stringere in una morsa e venne dentro di lui con un ultimo colpo.

Naruto, sentendosi riempire dal seme caldo dell'altro, lo seguì pochi istanti dopo, lasciandolo accasciare sul suo petto e baciandogli dolcemente una tempia madida di sudore.

FINE LEMON

Rimasero immobili e chiusi in quell'abbraccio intossicante per lunghissimi minuti, poi Sasuke uscì da lui e si sdraiò al suo fianco, attirandolo contro il suo sterno e intrecciando le dita nelle ciocche bionde «Ti ho fatto male?» Domandò con preoccupazione.

Naruto si strinse a lui, strusciandosi contro il suo corpo, il sorriso appagato che aveva disegnato sulle labbra non accennava a spegnersi, anzi, «No. Ti amo tanto 'Suke» Dichiarò con una sicurezza che non aveva mai mostrato in quel mese.

«Sì -Sbuffò Uchiha- Idem» Disse poi, avvertendo un conato di vomito nel ricordarsi il suo “Ti amo” precedente. Oddio, non lo farò mai più... Pensò irritato da se stesso. Non era il tipo che si riempiva la bocca di stupidi ti amo e non doveva diventarlo.

Uzumaki scoppiò a ridere cristallino intercettando i suoi pensieri e scostandosi lievemente da lui affermò, posandosi una mano sul cuore «Io Naruto Uzumaki prometto di non dire mai a nessuno che anche Sasuke Uchiha ha dei sentimenti. Ti senti meglio ora?» Chiese ilare sfiorando le labbra fine, piegate in una smorfia, con le dita di una mano.

L'altro sentì le membra diventare fredde non appena si allontanò e, stritolandogli un fianco, lo attirò di nuovo a sé, accigliandosi. Era da qualche settimana che pensava ad una cosa, sentendosi sempre più cretino e dicendosi che era troppo presto. Ma da quando aveva incontrato Naruto non aveva fatto altro che accelerare i tempi, quindi... Forse... Osservò le iridi chiare scrutarlo confuse da quel comportamento e ghignando decise «Naruto. Che ne dici di sposarci» Non era una domanda, ma un velato ordine.

«COSA?!» Ululò il più grande preso completamente dal panico e cercando sgusciare via da lui. Lo sapeva che il teme stava pensando a qualche idea folle, lo sentiva.

Sasuke lo strinse ancora più forte e gli salì sopra, bloccando i suoi polsi «Non ho detto domani, dobe» Informò tranquillamente.

«Ah no? E sentiamo allora quando? Dopodomani?» Domandò sarcastico l'altro.

«Tra... -Si bloccò pensieroso- Sette mesi. Giusto per dar tempo a mia madre di organizzare tutto» Anche perché se non avesse permesso a Mikoto di farlo, sarebbe morto tra atroci torture.

Naruto gonfiò le guance e sbuffò «No. È assurdo. E se ci lasciamo? Ci conosciamo da poco più di un mese». Perché dice e fa sempre qualche stronzata? Cos'è una malattia congenita del clan Uchiha? Eppure Itachi e Fugaku non sono così...

Tzs. Lasciarci, imbecille. Ormai non potresti lasciarmi nemmeno se lo volessi... «Con quei sette saranno otto» Rimbeccò l'altro. Non avrebbe perso quella guerra.

Uzumaki sorrise furbo e dichiarò «Non ti dirò mai di sì» Col cavolo che si sarebbe fatto obbligare a fare anche quello. Già gli aveva permesso di invadergli casa.

Sasuke mosse il bacino su quello dell'altro strappandogli un gemito sorpreso e timoroso «C-che f-fai?» incespicò con ansia crescente.

«Scommetti che il “sì” te lo faccio urlare?» Domandò minaccioso, gustandosi già la vittoria.

Vittoria che, per disgrazia di Naruto, avvenne.



La mattina dopo a villa Uchiha.

-Questo stralcio è stato scritto dal signor Fugaku Uchiha in persona-



Passi veloci. Squittii eccitati e risa contente.

O meglio: rantoli satanici, bisbigli infernali e risa intrise di malvagità.

Ecco, cosa percepiva Fugaku Uchiha ancora leggermente insonnolito, steso nel suo letto. Solo. Era, sicuramente, successo qualcosa di grave. Di dannatamente tragico, per lui. Il suo istinto di sopravvivenza gli imponeva di fuggire da quel posto il prima possibile... Ma era troppo stanco, per cui decise di correre il rischio ed affrontare... La bestia.

Ella entrò nella camera in penombra e con un verso mostruoso (Almeno questo era ciò che percepiva lui) gridò «SVEGLIATI!» Eccola, era giunta a lui. La fine.

L'uomo grugnì e sprezzante del pericolo chiese «Cosa vuoi, cara?».

«Il nostro bambino di sposa» Lo informò lei con un ringhio infuocato (Trillo felice).

Lui aggrottò un sopracciglio, pregando interiormente per l'anima del figlio e immerse la testa nel cuscino, mugolando verso l'orrenda creatura «Fai gli auguri ad Itachi e Sakura».

Mikoto s'indignò della stupidità del suo concubino (Marito) e chiarificò «Non Itachi, anche se sarebbe anche ora visto lo stato di Sakura, ma Sasuke. Sono Sasuke e Naruto che si sposano ed io organizzerò il loro matrimonio» Concluse sprizzando felicità da tutti i pori e uccidendo una volta per tutte la sua metà. Uscì dalla stanza quasi saltellando (Somigliando vagamente ad un coniglio pasquale) e cominciò, fin da allora, ad organizzare il matrimonio più spettacolare della galassia (Universo).

Fugaku sbarrò gli occhi, rotolò fra le lenzuola, prese il suo cellulare dal comodino e digitò un numero di telefono.

Pronto?” Udì dire da una voce esile, mogia e sull'orlo della depressione.

Quindi è vero” Esclamò, sentendo un respiro gelido dietro il collo. Si guardò attorno, nessuno. Il Diavolo ancora non aveva intercettato i suoi pensieri e loschi piani di sabotaggio.

Sentì l'altro sospirare pesantemente “Purtroppo sì”.

Il maggiore degli Uchiha assottigliò le labbra e disse “Le mie più sincere condoglianze, Naruto-kun”.

Grazie, Fukagu-san” Parlò il suo interlocutore, pareva la voce di un uomo che stava per salire sulla sedia elettrica. Il paragone calzava a pennello.

Credo chiederò a Naruto-kun di fuggire assieme da qualche parte... Pensò, chiudendo la conversazione e spremendosi le meningi per trovare un luogo adatto alla loro permanente latitanza.

«FUGAKU! -Urlò ancora una volta il mostro, dal piano inferiore- SE TI AZZARDI A METTERE BOCCA SUL MATRIMONIO DI NOSTRO FIGLIO. TI UCCIDO» Aveva captato i suoi pensieri.

Infida donna. Naruto-kun, mi spiace. Forse però, riuscirò a salvare Itachi... Forse...

   
 
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