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Autore: Shellyng    25/03/2013    6 recensioni
Quinntana Week 2013.
- Day 1 : Popular Girl / Nerd.
- Day 2 : Serial Killer.
- Day 3 : Body Swap.
- Day 4 : Historical Time Period.
- Day 5 : Headcanon.
- Day 6 : Spies/Secret Agents.
- Day 7 : Free Day.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Glee
Personaggi/Pairing(s):  
Quinn Fabray/Santana Lopez
Avvertimenti:
raccolta, future life, AU (kind of)
Prompt : Popular Girl/Nerd. (IDEK SE VA BENE E SE E' COERENTE MA WHATEVER. L'ho scritta tipo, in un'ora perché il pc non collabora.)
Note: 
i personaggi hanno la sfortuna di non essere miei. Nessuno mi paga per scrivere questa roba, molti lo farebbero per farmi smettere

First time.


Ci mette un po' Quinn a trovare il coraggio di parlarle.
La vede entrare nel negozio per tre giorni di seguito, al fianco di un bambino che le somiglia moltissimo, elettrizzato all'idea di comprare nuovi videogiochi. Il piccolo scompare dopo pochi secondi, volando nella sua corsia preferita e lasciandola al centro della stanza, imbarazzata e scocciata. Muove la testa in direzioni diverse, fissando con aria disgustata il locale e la gente all'interno.
Il più delle volte estrae il cellulare e aspetta solo che suo fratello, o almeno Quinn suppone che sia suo fratello, sbrighi le sue faccende e le permetta di tornare a casa.
Quando paga alla cassa, tratta con sufficienza Timothy, divertita da come il ragazzo si imbarazzi facilmente alle sue accuse o alle sue provocazioni.
Quinn decide di parlarle il terzo giorno, quando il viso di Timothy diventa viola a qualcosa che la ragazza gli dice e che Quinn non capisce.
Si ferma davanti a lei, e sfoggia la sua aria più normale.
«C'è qualche problema?»
Santana si volta, la fissa e alza le sopracciglia, per poi schioccare la lingua e incrociare le braccia sotto al seno. Quinn sostiene il suo sguardo, aspettando la risposta.
«Non c'è alcun problema, bionda. »
«Quinn per te, tesoro. Timothy, puoi andare. Ci penso io.»
Il ragazzo annuisce e si defila, inciampando nei suoi stessi piedi.
La bionda sorride un po', scuotendo la testa e riportando lo sguardo in quegli occhi scuri che non hanno mai lasciato il suo viso.
«Se ti diverte imbarazzare i miei dipendenti, ti diverti con poco. Lavorano in un negozio di videogiochi, quante donne pensi che vedano? Potrebbero morire anche se solo li salutassi.»
Santana spalanca la bocca, non abituata a ricevere quel tono. La coda di cavallo alta che raccoglie la chioma nera, che sembra agitarsi e prendere vita. Quinn ghigna. Il labbro superiore che si alza un po' mostrando la dentatura perfetta, fiera di aver lasciato quella saccente sconosciuta senza parole.
Ma lo stupore dura poco. Santana si impettisce, fiera e socchiude gli occhi.
«Tesoro, non sono io a farli imbarazzare, sono loro che sono imbarazzanti. Ma capisco che ad ogni ambiente corrisponde un determinato genere di gente. Questo posto ha bisogno degli sfigati.»
Quinn alza il sopracciglio, offesa.
«E il tuo ambiente quale sarebbe? Quello delle ragazze ponpon che si fanno mezza scuola per sentirsi grandi? E' così clichè.»
Si fermano a guardarsi per una manciata di secondi, poi un'altra chioma bruna si scontra con le gambe di Quinn, costretta ad abbassare gli occhi.
«Ehi, attento.» Sorride.
«Scusa!» Mormora il bimbo, timido. Santana li guarda interagire senza fiatare, punta ancora dalle parole che quella bionda le ha sputato addosso poco prima.
«Carlos hai scelto? Non lo sopporto più questo posto.»
Schiocca la lingua dietro i denti, e fissa il bimbo che annuisce prontamente e agita davanti ai suoi occhi il suo nuovo videogioco.
Quinn si abbassa al suo livello e gli dice qualcosa nell'orecchio e il sorriso sulle labbra di suo fratello non dice niente di buono, a Santana.
«Sannie, possiamo tornare domani? Ti prego, lei ha detto che ci saranno i nuovi fumetti a metà prezzo. Ti prego, ti prego.»
Santana lo fissa incredula, le labbra leggermente aperte. Lo sguardo si trascina da suo fratello a quella bionda impertinente.
Ma il broncio adorabile sul viso di Carlos basta a convincerla. Allora annuisce ed estrae il portafogli.
La mano pallida di Quinn si ferma sulla sua e Santana sente nitidamente una scossa elettrica nell'esatto punto in cui le loro pelli si sono sfiorate.
«Tranquilla, offre la casa. Tuo fratello sarà uno dei miei migliori clienti.»
«Spero per lui di no, o diventerà come uno di voi psicopatici.»
«Sarà uno psicopatico carino, almeno, Sannie.»
«E' Santana, per te. Anzi, evita di chiamarmi. Non abbiamo niente da dirci.»
Quinn abbozza un sorriso, e vittoriosa li guarda uscire dal negozio, mentre la manina di Carlos sventola nella sua direzione.

«Tieni.»
Un bicchiere con una sostanza verdastra sventola sotto il naso di Santana. La mano bianca che lo tiene appartiene a Quinn, accanto a lei, con un sorriso sbilenco sul viso.
«Che roba è?»
«Che roba vuoi che sia? E' una bevanda e non alcolica, promesso.»
Santana la guarda come se le fosse spuntato un terzo occhio sulla fronte, punta i piedi e incrocia le braccia, storcendo il naso.
«No, grazie. Non bevo brodaglia zuccherata.»
Quinn rotea gli occhi, e la fissa. Ha i capelli slegati che le cadono sulle spalle, e non la solita divisa ma un paio di jeans stretti e una maglia larga. E Quinn oserebbe dire che è ancora più bella.
Tossisce un po', imbarazzata dai suoi stessi pensieri.
Sospira e ammicca.
«Devi mantenere la linea? »
Ridacchia ma l'occhiataccia che Santana le scocca la fa rabbrividire e si blocca immediatamente. La bruna, in evidente disagio fa per allontanarsi ma Quinn la ferma per un braccio.
«Ehi, mi dispiace, non volevo offenderti, davvero.»
Annuisce, lo sguardo vuoto e velato da un'ombra stanca.
«Va tutto bene? Ho detto qualcosa che non va?»
«Senti, sono qui solo per accompagnare mio fratello in questo negozio pieno di idioti, non ti conosco e non voglio conoscerti, per cui smettila di scocciarmi va bene? »
La voce rotta e roca di Santana le ferma il respiro.
«Va bene, come vuoi.»
E con un'ultima occhiata veloce si allontana, seguita dallo sguardo di Santana.

«Prendiamo questo!»
Carlos agita una copia di Iron Man sul bancone, facendo sorridere Quinn.
«Va bene, campione. Ma sei sicuro di saper leggere?»
Carlos aggrotta le sopracciglia e si volta a guardare la sorella.
«Sannie, io so leggere bene, vero?»
Santana sorride, si abbassa sulle ginocchia e gli scompiglia i capelli, ridendo al guaito infastidito del suo fratellino.
«Certo, piccolo.»
Poi estrae il portafogli e lascia la banconota sul ripiano. Quinn evita il suo sguardo e Santana se ne accorge e per un motivo sconosciuto, la cosa le dispiace.
Si schiarisce la voce e abbozza un sorriso.
«Senti, mi dispiace per prima..»
«Sei stata chiara. Mi dispiace per essermi intromessa. Grazie per essere venuti.»
Santana si ferma a fissarla, la lingua tra i denti. Fa un cenno a Carlos, dicendogli di attenderla in macchina e punta le mani sul ripiano.
«Senti, mi dispiace. E' stata una giornataccia ok? Mi hanno sbattuto fuori dalla squadra, per una motivazione assurda e non ho idea di cosa fare d'ora in poi.»
«
Non sai com'è non essere la ragazza popolare, eh?»
Santana scuote la testa e si morde le labbra. Quinn richiama un paio di commessi e dice loro qualcosa, poi si toglie il cartellino e invita Santana sul retro.
Il suo ufficio è piccolo. Il negozio di suo padre non prevedeva quello spazio, ma lei l'ha fatto costruire apposta per metterci le sue cose.
Fotografie, collezioni di fumetti, vecchi vinili.
«Wow, sei davvero.... strana.»
Quinn ride, una risata cristallina e limpida che Santana adora già.
La bionda estrae un album e le fa vedere una foto vecchia di qualche anno. Quinn è sulla piramide delle cheerleader. Sorride, punta di diamante di quella squadra.
«Tu..»
«Esatto. E sono stata mandata via perché sono rimasta incinta. Per cui, credimi, lo capisco. Ho perso tutto, ma guardami. Sono sopravvissuta.»
Santana annuisce.
«Bé, lavori in un negozio di fumetti, non ti è proprio andata bene.»
Entrambe ridono. Poi Quinn sospira e si passa una mano tra i capelli corti, sentendosi addosso lo sguardo dell'altra.
«Ti va di uscire con me?»
«C-cosa?»
Santana sorride e si poggia al tavolino lì vicino, adibito a scrivania.
«Si, intendo come un appuntamento. Sai, quando ti piace qualcuno e ci esci a cena o al cinema, una cosa così.»
Quinn la spinge un po' con la spalla, incrociando le braccia.
«So cosa sono, grazie. E' solo che non pensavo ti piacessero...»
«Cosa? Le donne?»
«Gli sfigati appassionati di fumetti.»
«Sai come si dice, c'è sempre una prima volta. Comunque devo andare, prima che Carlos mi distrugga l'auto.»
Quinn annuisce ed estrae un vecchio fumetto, porgendolo a Santana che aggrotta la fronte, non capendo.
«Portalo a tuo fratello, lo adorerà.»
«Lo farai diventare uno sfigato.»
Quinn ghigna e si avvicina al suo orecchio, soffiandole poche parole con voce bassa.
«Come se ti dispiacesse.»


  
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