6. Come è iniziato
Forse dovrei pensare prima di parlare…
Vabbè, ormai è fatta…
- Aspetta… Hai detto fratello? Stai
dicendo che Milo di Scorpio è tuo fratello?- Dunya era visibilmente stupita, gli
occhi spalancati e la voce palesemente incredula.
- No…-
- Ah, mi
pareva…-
- Sto dicendo che Milo di Scorpio e
Camus di Acquarius sono miei fratelli… o più precisamente fratellastri.-
- Mi stai prendendo in giro! Cavolo,
fino a cinque secondi fa non sapevi manco chi fossero, ed ora mi vieni a
raccontare che avete gli stessi genitori, lo stesso sangue, la stessa
famiglia!-
La Silver sospirò, poi si mise a
sedere, facendo attenzione alle ferite:
- Calmati Dunya e siediti… e per
favore ascoltami.
Neanche per me è facile parlare di
queste cose, specie ad una persona che ho conosciuto l’altrieri, ma credo che se
non ti spiego le cose non mi darai pace e probabilmente farai più casini di
quanti già ce ne saranno.-
La ragazza obbedì anche se sul viso
era ancora visibile il dubbio.
La straniera prese la pezza con cui
l’apprendista le aveva pulito le ferite, la lavò nell’acqua del catino, si tolse
la maschera e se la passò sulla faccia, poi mostrò il suo volto alla
ragazza.
Il volto era stanco, segnato dalla
fatica di quei giorni, ma due occhi azzurro cielo vi brillavano chiari e
luminosi e Dunya aprì la bocca stupita: quegli occhi erano identici a quelli di
Milo e Camus!
Il volto aveva tratti più gentili di
quelli dei fratelli e meno marcati, ma la somiglianza era evidente: il modo
ironico con cui piegava la bocca di fronte al suo stupore sembrava quasi quello
di Milo, e l’espressione decisa negli occhi gli ricordava il cavaliere di
Acquarius in maniera impressionante.
Nel complesso, era un viso
piacevole, anche se di per sé non notevole, se non per la somiglianza coi due
Gold.
- La tua espressione mi fa capire
che inizi a credere meno improbabile una mia parentela con quei
due.-
Dunya annuì. – Ci assomigli così
tanto! Ma siete veramente fratelli? Cioè… come avete fatto a non
riconoscervi?-
- Per la precisione siamo
fratellastri.
Abbiamo solo la madre in comune, ed
è da lei che abbiamo preso gli occhi. Già da piccoli la gente diceva che era il
nostro “marchio”.
Quanto al perché non ci siamo
riconosciuti… beh, la realtà è che sono ben diciassette anni che non ci
vediamo.-
La ragazza chinò gli occhi verso le
sue mani, intrecciate in grembo, e la voce si fece quasi un
sussurro.
- Diciassette anni?! Ma come… cosa è
successo?-
- E’ una lunga storia,
Dunya-
- Ho tempo da vendere,
Sharkie.-
La Silver sorrise tra sé, poi con un
sospiro prese fiato ed iniziò a parlare:
- Il mio vero nome è Némain. Sono nata e vissuta per i primi cinque anni della mia vita in un paesino sulle coste della Danimarca…
Era una giornata cupa, la ricordo bene.
Il cielo era grigio e minacciava pioggia. Era una giornata triste
e non capivo il perché.
I pescatori erano rimasti a casa quella notte: erano seduti in gruppetti a riparare le
reti, a calafatare le barche, ma a differenza degli altri giorni, non
parlottavano tra di loro, non maledicevano ad alta voce il tempo avverso che
gl’impediva di uscire in mare.
Io stavo stretta nel mio mantello grigio e mi vergognavo perché
sarebbe dovuto essere nero, ma non avevo altro. Nostra madre era morta da due
settimane e noi eravamo ancora a lutto.
Per questo i miei fratelli se ne stavano silenziosi, in un angolo
della piazza, non molto distanti da me, ch’ero seduta sui gradini di quella
ch’era sempre stata la nostra casa.
Per questo non si erano uniti con gli altri ragazzini a giocare.
Per questo e per il fatto che quel giorno nessuno giocava: tutti i
ragazzini erano in piazza come noi, ma sembravano non aver nessuna voglia di
giocare.
I più non si staccavano dalle gonne della madre, che li tenevano
accanto a sé, mentre sedevano silenziosamente, intente nei loro lavori di
cucito.
Io guardavo Milo, che mi continuava ad ignorare, perché era offeso
con me per una litigata di quella mattina… non ne ricordo neanche il motivo.
Lui mi ignorava ed ignorava i tentativi di Camus per farci fare la
pace.
Camus si era assunto, dopo la morte di nostra madre, il compito di
badare a noi, lui che aveva solo due anni più di me ed uno più di Milo.
Un bambino di sette anni che mi avrebbe voluto far da padre e da
madre insieme.
Non mi accorsi delle barche che arrivarono in porto, ma mi accorsi
degli uomini che ne erano scesi: come non notarli?
Erano vestiti strani, troppo leggeri per quel freddo, con corte
tuniche che gli arrivavano al ginocchio, le gambe nude, come le braccia.
Anche i loro volti erano diversi dai nostri. La pelle scura
abbronzata, gli occhi ed i capelli neri come la pece, così diversi da noi.
Scesero dalle barche ed urlarono in una lingua che non capivo:
iniziarono a radunare i ragazzini in mezzo alla piazza, ma io non mi mossi,
fissando spaventata i miei fratelli.
Le madri piangevano, ma non facevano nulla, mentre gli stranieri
dividevano i bambini in due gruppi, uno mandato alle barche, uno da rispedire
alle madri.
I miei fratelli vennero mandati alle navi, io fui
scartata.
- Milo! Camus! Lasciateli andare sono i miei fratelli, lasciateli
andare!- Urlavo e mentre urlavo piangevo.
- Némain, Némain scusami!- Anche Milo piangeva, mentre Camus mi
guardava, cercando di tornare da me, portato via da quegli
sconosciuti.
– Némain ci
ritroveremo, giuro che torneremo, Némain! - Milo era disperato quanto me, mentre
veniva trascinato sulla barca con Camus.
Io aggredii gli stranieri, ma loro con un colpo mi ributtarono a
terra; mi rialzai subito dopo, ma già i miei fratelli erano scomparsi nelle
barche e gli uomini iniziavano ad andarsene, dandomi le spalle.
La rabbia mi invase: li odiavo, mi toglievano la mia famiglia,
tutto ciò che ne rimaneva, dopo che mia madre se n’era andata.
Li odiavo. Li odiavo e qualcosa bruciava dentro di me, qualcosa
che mi diede la forza di scagliarmi contro uno di loro all’improvviso e di
atterrarlo.
Corsi verso le barche, ma all’improvviso, un dolore sordo dietro le orecchie… la
vista mi si offuscava…delle voci parlavano…
Il giorno dopo, mi trovavo sull’isola di Lìtla Dìmun ed il maestro Cormac mi insegnò la prima lezione.
Némain finì di parlare e tacque
aspettando le reazioni di Dunya al suo racconto.
Rinfrescare il ricordo di quel
giorno le aveva fatto male, anche se non dava a vederlo: mille emozioni si
agitavano dentro di lei e, per un attimo, le parve di soffocare, sopraffatta da
esse.
Le parole dell’apprendista la
distolsero dai suoi pensieri, facendola tornare alla realtà:
- Ormai, è stata abolita da tempo
questa usanza di prendere con la forza i bambini, anche dalle loro famiglie. Ora
solo gli orfani vengono presi, e solo di loro
volontà.-
La ragazza annuì silenziosamente,
anche se la notizia le rimaneva totalmente indifferente: la sua vita, ormai, era
già stata decisa e nulla avrebbe potuto cambiare questo
fatto.
- E’ per questo che sei venuta al
Santuario, quindi? Per ritrovare i tuoi fratelli?-
- No.-
Evitando di farsi vedere in volto da
Dunya, la ragazza si volse a guardare il muro di pietra della casa.
– Non avevo idea che fossero qui, il
mio obiettivo era e rimane diventare Maestra.-
- Va bene, però ora li hai
ritrovati! Puoi dire loro chi sei e riavere la tua
famiglia!-
Il tono dell’apprendista era
comprensivo e ragionevole, di quella ragionevolezza che irrita chi la
riceve.
- A che
scopo?-
- Come a che scopo? Che diavolo stai
dicendo?-
La ragazza sospirò e parlò con quel
tono paziente che si usa con i bambini.
-Dunya, se fossero stati interessati
a me, mi avrebbero cercato.
Se mi avessero voluta con sé
avrebbero smosso il mondo intero per ritrovarmi.
Specie ora che sono dei Gold Saints.
La stessa Kido li avrebbe aiutati.
Invece, nessuno mi ha mai cercato.
–
Si strinse le spalle: -In fondo, è
naturale: ora le loro vite sono troppo diverse per poter anche solo pensare di
cercare la propria famiglia.-
- Non dire sciocchezze! Vuoi dire
che non hai intenzione di dirgli niente? Rispondi!- Dunya sembrava veramente
infuriata.
La ragazza le rispose gelida: - Non
ne ho idea, Dunya, l’ho appena scoperto e non ho ancora pensato a come agire.
Per adesso, voglio solo riposare, e ti prego di non parlare con nessuno di ciò:
non sono affari che ti riguardano.-
L’apprendista tacque, arrossendo per
la vergogna: in effetti, non erano cose che la riguardavano, ma ciò nonostante,
avrebbe voluto scuotere la ragazza da quella apatia in cui sembrava essere
caduta.
Non ribattè e si alzò, dirigendosi
alla porta della casa: - Hai ragione non son cose che mi riguardano. Andrò a
prendere il pranzo per entrambe, visto che non è il caso che ti alzi così
conciata.-
Detto questo
uscì.
Non avrei dovuto parlarle così. Ha solo cercato di aiutarmi.
La realtà è che non capisco più nulla: mi sto lasciando prender
dai sentimenti e non ragiono più.
Ho bisogno di stare calma, e di riposare: le ferite non sono
troppo gravi, almeno credo, ma ho la testa che mi
scoppia.
Lentamente, il sonno l’avvolse e lei fu contenta di non pensare più a nulla, di lasciarsi, anche se solo per un attimo, tutto alle spalle.
PERDONO! Lo so, lo so, sono in ritardo spaventoso sui normali ritmi... Abbiate pietà! E' riniziata l'università ed io sono "vagamente" presa come la mia beta (che ringrazio: Un bacione!!!)..... Per chi non l'avesse capito quel vagamente era ironico....
Beh, per farmi perdonare il prossimo capitolo dovrebbe arrivare al massimissimo mercoledì....(dovrebbe...)
Se vi può consolare ho scritto un altro capitolo (oltre quelli già pronti) ed abbozzato un altro... Sono molto lenta a metterli in rete perchè li correggo fino allo sfinimento... Il capitolo appena scritto (non questo pubblicato), ad esempio, lo trovo di una pesantezza letale, ma è stato forse il più difficile da scrivere....e capirete perchè... Alla fin fine è quasi inutile, però purtroppo è necesssario... In compenso ci ho messo una tra le mie migliori battute della vita, quindi varrà la pena anche solo per quella...^^ (almeno spero)...
Basta con le divagazioni inutili! Allora vi avverto che dal prossimo capitolo torna un po' d'azione... (un po' tanta direi^^°)...
Sono sempre più incerta su come portare avanti certi personaggi: da un po' di giorni penso "Lo faccio morire o lo risparmio?".... Diciamo che la storia è ancora in seria fase di costruzione.... Ho costruito 2 o 3 piloni principali, ma ce ne sono almeno altrettanti da decidere dove piazzare... E se li fai troppo vicini o troppo lontani.... crolla tutto... E' una questione di equilibrio...
Finita quest'altra divagazione inutilissima... (ho bisogno di parlare.... tanto bisogno di qualcuno che subisca le mie sclerate....non sono sola... ma le mie migliori ascoltatrici sono vagamente occupate: le amiche hanno la loro vita strapiena e mia sorella ha sua figlia da crescere...)
IMPORTANTISSIMO: so che queste cose vanno fatte all'inizio, ma credevo di averlo fatto ed invece mi sono accorta di no! Dedico questa fic a quelli cui voglio bene, ma soprattutto e principalmente a MIA NIPOTE ELISABETTA, che è nata il 25 luglio 2007....
Questa storia è stata iniziata causa le nottate passate a studiare quest'estate in cui la mia unica compagnia erano i pianti di mia nipote (pochi e tranquilli in verità...) Quella pallottolina, trottolina che va avanti a 4 etti la settimana è stata la cosa più bella da un sacco di tempo a questa parte, ed ancora adesso è l'unica persona che mi scioglie e mi rende profondamente felice.... Un bacione cara.... Zia ti vuole bene... E quando sarai grande ti riempirà la testa di costellazioni e cavalieri!!!
Tornando a noi, dopo questa dedica, non ci scordiamo delle vostre meravigliose Recensioni!!
X Manila: Son contenta che la parentela ti abbia sorpresa... Mi piacciono tanto quei due Gold e la loro amicizia l'ho sempre vista come un sentimento fortemente fraterno... Shakino....Shakino è l'uomo più meraviglioso del mondo... ma sinceramente credi che potrebbe stare con Nèmain? O meglio che qualsiasi essere al mondo potrebbe avere una relazione con lei? Mah... io non so....Comunque Grazie!!
X Gufo_Tave: Grazie anche a te! So cosa sono due gemelli eterozigoti, ma non era assolutamente possibile: le loro date di nascita devono essere diverse (questione di segni zodiacali) altrimenti mi venivano due scorpioni o due acquari.... E non è il caso... Inoltre, vi è un altro motivo... ma lo vedrai...La "figura da cioccolataio"... è destinata a proseguire....^^ ( quanto spoilero....)... Spero ti piaccia anche questo capitolo... Lo so che la separazione è un po' banale... ma... mi serve... sia per il carattere di Nèmain.... sia .... beh... per altro!
X Synnovea: Thanks!! Beh anch'io sono contraria alle MiloxCamus.... Quanto ben di Dio sprecato!!!^^ Quanto alle coppie... beh, c'è solo una persona che potrei mai pensare con Nèmain... ma anche lì è sifficile... E non son certa.... L'unica coppia certa è quella Dunya-???.... Strana, ma a parer mio funzionabilissima!Per quanto riguarda il gusto dell'orrido.... beh.... vedrai...^^ Comunque mi correggo la scena più difficile da scrivere... deve arrivare... ed è tosta! Spero questo chapter ti piaccia!
X Aletto: Ciccietta bedda!! Un grazie immenso!! Nego qualsiasi autobiograficità! Non ho nulla a che vedere con Nèmain (e meno male ^^) se non una cosa.... Che forse vedremo.... Come da ordine ecco il continuo, anche se come mia beta, hai gli anticipi... Se provi a spoilerare ti ammazzo!!^^ Con affetto, ma ti ammazzo! Un grosso Kiss! Milo e Camus sono associati perchè.... mi ricordano due miei fratelli (ma grazie a Dio le somiglianze finiscono qui...tra l'altro mio fratello Fra è realmente Camus! Io non ho nada a che vedere con Nèmain... semmai Dunya assomiglia a certi miei vecchi aspetti...che però ormai non ho più...) Beh vediamo se ti piace coem continuerà!