Serie TV > Lie to Me
Segui la storia  |       
Autore: iacomary97    25/03/2013    0 recensioni
Sequel a "Tutta La Verità" nella Sezione Psych.
In un caldo lunedì di Luglio Gillian non vede l'ora di andare in vacanza, lontana dal lavoro, dallo stress e dal caldo! Tutto quello che vogliono Gillian e Cal è passare una bella vacanza senza interruzioni e lontani dal lavoro, e divertirsi in una vacanza lontano da casa.
AVVERTIMENTO: Scritto in POV, Rating Giallo per sicurezza.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A/N= “Avete visto gli spoiler da 100 Clue? NO? Beh andate a guardare xD” Episodio che uscirà il 27 e che non vedo l’ora di vedere *u* Nonostante questo piccolo spot xDEnjoy. :D

 

Cap 2 - La vacanza si avvicina!

--- Juliet O’Hara POV ---

--- Santa Barbara… 2 Luglio ore 9:00 ---

 

Mi svegliai nel mio letto. Non aprii i miei occhi, rimasi ferma. Nel mio sogno avevo immaginato che mi faceva una sorpresa. Non ricordavo cosa... Ultimamente i sogni erano molto vaghi e confusi, e ne facevo davvero raramente.

Dicono che per sognare, bisogna dormire profondamente, e addormentarsi con un preciso pensiero in testa.

Il mio ultimo pensiero era sempre lui, Shawn. Mi mancava davvero tanto e da quando si era trasferito da me non riuscivo più ad addormentarmi senza di lui. E ora non lo vedevo da tre settimane, tre!

 

Mi feci coraggio e mi allungai dall'altra parte del letto.

 

Caddi a terra.

 

Aprii gli occhi e mi alzai.

Evidentemente durante la notte mi ero trasferita dalla sua parte. E di lui non c'era segno. L'avrei potuto ipotizzare. Non era un tipo mattiniero quindi non si sarebbe svegliato presto per farmi una sorpresa... non perché non era romantico, anzi… ma solo per il fatto che non ci sarebbe proprio riuscito.

Guardai l'orologio. Al suo arrivo avrei dovuto aspettare minimo altre tre ore.

 

Mi ributtai sul letto e abbracciai il suo cuscino. Poi decisi di focalizzarmi su di lui per ottenere un sogno. Non avevo problemi di puntualità quest'oggi.

Avevo chiesto la giornata libera.

 

Mi focalizzai sul suo viso e sul suo profumo, e mi addormentai sorridendo.

 

 

--- Gillian Foster POV ---

---Washington DC… 1 Luglio ore 13 circa ---

 

-Non farò il mendicante!-

Eravamo al ristorante e tutti ci guardavano male. Era la quinta volta che alzava la voce alla mia richiesta.

-Abbassa la voce... e non farai il mendicante. Mi ha solo offerto una camera che ha in più.-

-Abbiamo soldi, e tempo. Prendiamo una camera. Che cos'è questa storia di stare sotto lo stesso tetto? Non mi posso fidare di lui.-

-Non mi dire che è per la storia dell'email della boyband famosa?-

-Non è solo quello. Ultimamente ho parlato con Lassiter, il detective. Spencer fa sempre scherzi... io voglio una vacanza tranquilla. Non voglio svegliarmi avendo paura di abbracciarti o guardare se sulla mano o nelle scarpe ho della schiuma da barba… Non voglio svegliarmi e trovarmi dei disegni sulla faccia. Voglio stare da solo con te. Da soli. Senza impedimenti. Ecco. Voglio una VA-CAN-ZA!-

-Ti assicuro che ho parlato con Jul e ci pensa a tutto lei. Non ti daranno fastidio…-

 

Non era ancora convinto.

Arrivò la macedonia con il gelato. Come al solito io gli passai i pezzi di kiwi e lui mi diede il gelato alla vaniglia.

 

-Cal!-

Continuò a mangiare imperterrito.

-Almeno fallo per me. Lo sai quanto ci tengo a vederla.-

Avvicinò un cameriere per il conto.

-Cal!-

 

Ebbi un idea...

-Ok senti... non voglio litigare con te. Ne parliamo domani. Ora voglio solo passare una serata in tranquillità e in compagnia del mio bel maritino.-

Al mio tono fece uno di quei sorrisi sapienti... e contenti...

E per non farsi mancare nulla mi poggiò una mano sul ginocchio. Come se avesse vinto... Non sapeva cosa gli avrei combinato.

-Tutta la serata…-

-Questa serata…-

-In compagnia eh.-

-Vicina vicina compagnia...-

 

-Ehm... Il conto.-

Il cameriere avrà avuto massimo 20 anni ed era imbarazzato, come se avesse sentito troppo.

Cal cacciò i soldi e ce ne andammo subito.

 

Prima di andare però, senza farmi vedere diedi la mancia al ragazzo.

 

 

--- Juliet O’Hara POV ---

 

Mi ritrovai di nuovo sul mio letto.  Mi girai, sperando di trovarlo li... ma nulla. Sentii suonare alla porta e senza pensarci un attimo volai verso la porta. La aprii e lui era li.

In carne ed ossa.

Lo abbracciai ma capii che qualcosa non andava... non sapevo cosa in particolare, ma qualcosa non andava. Mi allontanai e lo guardai negli occhi. Era triste. No... era... sofferente.

 

Mi alzò le mani e a quel punto vidi. Non riuscii a capire come avessi mancato un dettaglio del genere. Era ferito da qualche parte e per questo era cosparso di sangue. Le mie mani erano anch'esse rosse quindi la sua schiena non stava molto meglio. Lo portai a sedere tutta preoccupata e corsi a prendere il kit di pronto soccorso. Ritornata dalla camera lo trovai accasciarsi a terra.

-Jules...-

-Shawn riposati, andrà tutto bene.-

-...mission-eh... male-e... mi dis-pace...-

Mi stavo mettendo a piangere, ma dovevo essere forte per lui. -Shawn io...-

-Amo... Jules... ti... amo.-

Alzò una mano e con il pollice cancellò delle lacrime traditrici. -Sempre.-

 

-Shawn!!!-

Shawn sparì dalla mia vista.

Aprii gli occhi e non ero più nell’atrio.

Era un sogno. Mi correggo... un incubo.

Grande fortuna che avevo. Tutto quello che volevo era solo un sogno romantico con lui e me abbracciati, o un ricordo dei nostri momenti più belli, o anche addirittura un nostro piccolo litigio su qualche ragione stupida.. Avrei preferito 1000 volte anche ricordare la vacanza con Shawn a Vancouver, quella sul ponte, quella vacanza che avrebbe dovuto passare con Abygail, ma che feci con lui dato che Gus si era già ritirato (il culmine per lui fu il percorso in carrozza in mezzo ai boschi). Preferirei, non perché non mi piaceva li, ma perché era abbastanza imbarazzante.

 

... ok... era solo perché mi ingelosiva il fatto che l'aveva ideato per lei e non per me.

 

Comunque era tutto meglio di vederlo in quello stato.  Debole, ferito, spaventato... anzi, terrificato e triste. Non vederlo con il suo solito sorriso... E poi tutto il sangue...

 

Speravo davvero che una cosa del genere non fosse mai successa, ma sapevo che era sempre da un passo così a finirci.
“Basta!” Mi dissi.

Ora mi stavo preoccupando. Non lo sentivo da giorni e ancora non arrivava ne un messaggio ne una chiamata...

 

Il sogno... l’incubo, non aiutava certo.

 

Non avevo per niente voglia di dormire ora... Ma non avevo nemmeno la voglia di alzarmi dal letto, ma lo feci comunque. Sistemai il letto e dal pigiama mi cambiai in qualcosa di più comodo, leggins neri e una maglietta arancione. Scese le scale per arrivare alla cucina, sentii dei suoni distinti arrivare dal bagno "di servizio". Questi suoni mi fecero sorridere e preoccupare. Sorridere perché li ricollegai a Shawn, preoccupare perché non era il suono della sua voce o della sua risata, ma erano moine..... di dolore.

 

Entrata in bagno lo notai trafficare con il disinfettante. La fronte e la tempia erano piene di taglietti superficiali (per fortuna), ma abbastanza profondi per farlo soffrire al contatto con il disinfettante. La mano che usava era con tagli anch'essa e un ginocchio era sbucciato. Lo sapevo perché indossava dei larghi bermuda verdi che avevamo comprato insieme ma che non aveva mai messo.

Avete presente i bambini che al parco giochi corrono e cadono sulla strada a sassolini? Bene, tipo quello ma fatto da un adulto... beh quasi.

Era come se fosse scivolato sull'asfalto da un mezzo in corsa e abbia cercato di fermarsi.

 

Dopo un altro grugnito decisi che era il caso di aiutarlo.

 

-Shawn!-

Era sorpreso, forse di non avermi notato dopo tutto quel tempo, ma iniziò a ridere e sorridere subito dopo.

-Juuuuuules...- Si avvicinò e mi baciò. Subito ci abbracciammo a vicenda. Mi sorprese per primo il suo corpo che trovai molto più tonico e forte. Senza pensarci le mani passarono alla sua pancia. Dal piccolo accenno di pancia di cui mi ricordavo, passai alla sensazione di forti addominali... Ricordai che l'ultima era una missione sotto copertura e ma mi stupii che qualcuno era riuscito a metterlo in riga. E così in riga...

 

Ogni volta che cercavo di fargli fare sport era una missione, diceva che era noioso e inutile, e perché tanto non sarei riuscita a fargli mangiare quella poltiglia insapore e incolore che mangiavo io... Cereali salutari.

 

Mi era mancato così tanto e ora era li, e ci stavamo baciando… finalmente.

Volendo di più, con un braccio intorno al collo lo avvicinai a me. Forse però lo colpii al ginocchio perché si allontanò difendendolo da me come se ne dipendesse la vita.

 

-Ahi.- Saltando su un piede, indietreggiò sedendosi sul bordo della vasca. –Ugh…-

-Shawn scusa non volevo…- Mi avvicinai ancora una volta e preso il kit lo posai alla mia destra. Cautamente presi il cotone disinfettato da Shawn e iniziai a aiutarlo. Sistemate velocemente le mani, controllai per sicurezza il braccio che notai non era messo meglio. Insieme ai tagli trovai come dei fogli attaccati alla pelle. Si erano rovinati a causa della caduta forse, ma riuscii a capire che erano dei finti tatuaggi. Dovetti rimuovere cautamente prima tutti quei pezzetti che erano entrati anche in alcuni tagli. Fortunatamente avevo fatto dei corsi e riuscii a medicarlo velocemente in alcuni minuti.

Ad eccezione di alcuni cerotti alla fronte e al braccio e alla fasciatura del ginocchio, non c’era stato bisogno di niente a parte di un po’ di disinfettante.

-Che diamine è successo?-
Insieme andammo sul letto e dopo esserci sdraiati mi accoccolai a lui appoggiando la testa sul suo petto.

-Eh beh…-

-Dai.-

-Allora beh. C’era questo trafficante d’armi grazie ad alcuni indizi sono riuscito a trovare la base. Gli altri come al solito volevano seguire il protocollo e dato che sapevo sarebbe fuggito decisi di andare per conto mio quindi trovai una finestra aperta e finii nel garage del tipo. Sai… dopo alcune schivate, calci e pugni sono venuti e l’hanno arrestato… Credo ci siano state alcune colluttazioni tra lui, me e i mobili intorno.-

Il battito cardiaco era un po’ più veloce. Mi alzai un po’ e lo guardai in faccia.

-… Dai… come ti sei imbarazzato dai…-

Sbuffò e mi avvicinò ancora.

-Vabbè… durante la colluttazione ho perso… coscienza e… mi ha… fatto cadere dalla macchina…-

-In corsa immagino.-

-Ehm si…-

-Ti saresti spaccato il collo. Dai. Credi davvero di potermi mentire?-

-Beh ci sono riuscito una volta.-

-Una volta appunto. E poi lo sai anche tu che era diverso. Senti ma è così imbarazzante?-

 

Sbuffò un ultima volta e mi fece abbassare di nuovo sul suo petto.

-Si e no… Ecco. E’ imbarazzante perché non l’ho fatto in missione e… -

-E?-

-La cosa che mi fa non onore ma quasi è perché avevo fretta di tornare a casa…-

 

La mia mente iniziò a correre…

Aveva rischiato la sua vita su quella moto solo per risparmiare qualche minuto? Era passato con il rosso? Aveva preso scorciatoie?

Poi come se mi leggesse nel pensiero… mi fece quel sorriso… infantile.

 

-Non mi dire…-

-Sono inciampato sotto casa mentre scendevo dalla moto. E il casco era già a posto. Sono inciampato nella moto e sono finito in quel cespuglio spinoso che aveva fatto mettere Lassie per i teppisti… Devo dirti che è efficace e fa davvero male.-


Cercai di trattenermi… ma… come potevo non ridere...

-Ehi Jules… guarda che non è divertente eh!-

Lo strinsi stando attenta e lo zittii con alcuni baci.

-Lo sai che sei proprio unico eh Shawn?-

-E’ questo che ti piace di me no?- Mi sorrise fieramente –Oh, e ho notato che hai apprezzato il mio allenamento.-

Lo schiaffeggiai un po’ sulla guancia “buona”. –Te l’ho sempre detto no?-

 

Iniziammo a baciarsi e lui si alzò rimanendo sopra di me. Gli tolsi lo smanicato, e le mani finirono sulla schiena.

 

Mi fermai un po’ li… ripensando al sogno.

-Shawn… alla schiena non hai nulla?-

-Nulla. Oh ehi… Mi dovresti fare un favore… Ho ancora altri due tatuaggi attaccati e me li dovresti togliere… Ricordati la spugnetta però… Se no fai effetto ceretta e fa male…-

 

--- Gillian Foster POV ---

 

Entusiasta della situazione, Cal non vedeva l'ora di tornare a casa. Ovviamente questo era il nostro ultimo giorno di lavoro prima della "pacchia" quindi usciti dal ristorante ritornammo in ufficio. Lui aveva ancora molte cose da sbrigare: consegnare tutti i casi completati ai clienti, nominare il sostituto di entrambi, e dare la lista di numeri di emergenza a questi ultimi per qualsiasi cosa fosse successo a Emily nel frattempo. Mi chiese se avevo anche io da fare e gli dissi di si.

Non avevo impegni lavorativi, ma mi sarei impegnata in faccende ancora più importanti, ma questo non glielo dissi. Senza farmi vedere sostituii il suo telefono con il mio.

Poi raggiunsi con fretta il mio ufficio e mi chiusi dentro... Trovate le foto di cui avevo bisogno, le impostai come sfondo, e blocca schermo. Riuscii dalla stanza e lo trovai nella sala conferenze. Questa era quasi terminata. Notando che stava per prendere il cellulare sul tavolo, mi affrettai a fermarlo. Mi misi tra lui e il telefono e lo abbracciai.

-Che fai?-

-Beh, - Non avevo pensato ad una scusa, si moriva di caldo e nessuna persona sana, anche se innamorata, avrebbe pensato di abbracciare qualcuno con quell'afa. Poi per le riunioni era stato costretto a rivestirsi a tutto punto, con camicia e cravatta. Non era quindi una buona idea… Ma non avendo nulla, mi buttai.

-Volevo solo chiederti, quando pensi- mi avvicinaidi finire e- di più -di tornare- di più -a casa...-

Mentre era distratto dalla nostra vicinanza ne approfittai per scambiare i telefoni.

-Ummm...-

Si stava avvicinando... troppo.

 

A malincuore mi spostai...

-Mamma mia, che caldo. Senti Cal, fai in fretta che si muore qui.- Mi girai e senza voltarmi mi indirizzai al mio ufficio. Mentre camminavo lo sentì balbettare qualcosa deluso.
 Acceso il mio computer attivai il programma di sorveglianza e lo guardai dallo schermo.

Era imbambolato davanti le foto e con una mano si sistemò il colletto della camicia. Mi misi a ridere dalla contentezza.

Il piano era ancora all’inizio ma stava già funzionando! 

 

Lui era ancora concentrato sulla foto, quando un cliente lo fece saltare quando poggiò la sua mano amichevolmente sulla spalla di Cal. Nel girarsi nascose il telefono dietro di lui e lo spense.

-Si?-

-Iniziamo la riunione? Doveva iniziare 10 minuti fa.-

-Umm... si... L'ultima è finita un po' più tardi... Vogliamo chiudere tutto oggi e la sua non è l’ultima.-

-Faremo in fretta allora.-

-Grazie.-

In quel momento vide che strinse il telefono.

 

La stanza si riempì in fretta e la riunione iniziò. Ebbi un'altra idea, andai in ogni stanza dell'ufficio e mi feci una foto provocante, senza però mai farmi vedere da nessuno e soprattutto da Cal. Ogni volta chiudevo sempre la porta a chiave, e ero lontana dalle finestre o dalle pareti visibili dall'esterno.

Finito il mio set fotografico, ritornai in camera portandomi una busta di popcorn (non sto scherzando!) e una birra analcolica, e attuai il piano.

 

Ogni tanto, quando era più attento gli mandavo un MMS, ed era bellissimo da guardare. So che mi avrebbe ucciso appena scoperto il perché di questi tentativi di stuzzicarlo. Stranamente ancora non l'aveva scoperto, ma era ancora sicuro che l'unico motivo era che volevo stare con lui, vicini vicini, come gli avevo promesso.

 

Ad ogni messaggio deglutiva e perdeva il filo del discorso, si muoveva a disagio sulla sedia e sempre più spesso evitava di alzarsi dalla sedia.

Quando una foto riguardava una stanza vicina, senza vergogna si alzava e cercava teatralmente di vedermi li. Ma ogni volta se ne tornava deluso a sedere, camminando verso la sedia sempre più goffamente.

 

I clienti del resto ogni volta se ne andavano via confusi... non capendo cosa ci fosse di così bello in quei messaggi e non capendo queste sue indispensabili ricerche dei dintorni.

 

In meno di due ore, (Si, due intere ore di punzecchiamenti) aveva già concluso quasi tutti i meeting, e pensai che dovevo usare ora il mio colpo di grazia.

Come si dice, "Ora o mai più".

 

Gli inviai l'ultima foto, quello che lo avrebbe fatto crollare. Non perché era più provocante delle altre, anche perché stando in ufficio non potevo rischiare chissà quanto... alcune porte non avevano la serratura, ma per la posizione. L'avevo fatta nel bagno della sala conferenze, e non so bene neanche io come ci fossi riuscita ma fu una delle cose più elettrizzanti che feci negli ultimi mesi. La paura di farmi vedere, sperare che il mio diversivo riuscisse a bloccarlo abbastanza... che non entrasse in ufficio proprio in quel momento...

 

Wow.

 

I clienti dell'ultimo meeting erano fuori, pronti per entrare. Notando Cal strano, Loker non fece entrare subito tutti ma entrò nella sala per chiedere se era tutto apposto.

-Si perché è qui.-

-Che? Chi è qui?-

-Lei è qui...-

-Capo!-

Solo in quel momento lo notò.

-Oh... ehi... senti... Mi devi fare un favore.-

-Non devo farli entrare subito?-

-Devi... oh si. Oggi sei più sveglio del solito.- Questo era il suo modo per fargli i complimenti. Lui capì e sorrise. -Potrei ridarti il "plus" se fai tutto correttamente... beh chiudi un attimo tutte le tende e esci... dammi dai 10 ai... diciamo mezz'ora.-

 

Fatto quello che doveva fare, uscì e Cal fece uno sprint verso il bagno e chiuse la porta.

 

Dopo non meno di 2 minuti mi arrivò il messaggio.

 

 

Dannazione Gill… So che vuoi solo la

vacanza ma non vincerai sta volta :P

 

 

Non avevamo telecamere in bagno ma quando uscì capii bene cosa era successo.

 

Camminando verso la sua postazione rabbrivideva e aveva i capelli tutti arruffati e lucidi. Sopra alla camicia e intorno al suo collo portava un asciugamano a mo' di scialle. Era bagnato al centro e asciutto ai lati. Quando Cal si sedette, Loker sbucò dalla porta.

 

-Oh si è fatto una doccia... Beato lei.-

-Si... una doccia fredda... ghiacciata...-

 

Dopo alcuni minuti l'inizio dell'ultima riunione inviai altre foto, ma furbamente tolse la suoneria e capovolse il cellulare sul tavolo. Mi mandò uno sguardo vittorioso attraverso la telecamera...

 

Avrei dovuto provare la sera...

 

 

 

--- Diverse ore dopo... a casa Lightman ---

 

La serata era passata bene. Finito tutto all’ufficio, siamo tornati a casa con la sua auto, passando prima a prendere qualcosa al take-away. Mentre apparecchiavo lui parlò con Emily e poi mangiammo. Del piano sembrava me ne fossi dimenticata e così volevo fargli credere, ma lui sembrava avesse avuto la stessa idea. Dopo il fallimento inaspettato non c’erano stati più stuzzicamenti, provocazioni...

Non potevo credere che non aveva avuto nemmeno un effetto, diamine!

 

Si era fatto una doccia fredda!

 

Provai a pensare un modo per rifargli mettere in moto quello che era stato riuscito a controllare, la sua anima più forte, più ribelle, passionale. Accesi la TV e scelsi un film romantico, ma anche d'azione (se no si sarebbe rifiutato!) e presa una ciotola di patatine me la misi sulle gambe.

All'inizio fu un po' titubante ma poi mi raggiunse e mi abbracciò. Si mise comodo e mi fece appoggiare al suo petto. In quella posizione riuscivo a sentire il suo battito cardiaco ed era perfetto.

Iniziò ad appassionarsi anche lui al film e mentre mangiava spostai la ciotola sulle sue gambe e lo strinsi di più. Il battito aumentava e mentre lo stringevo lui era davanti a me.

Ora ci stavamo guardando negli occhi. Eravamo così vicini. Le nostre labbra si sfioravano soltanto. Il "parlare molto vicino"... era stata Juliet ad avermelo consigliato...

 

-Che stai facendo?-

-Nulla.-

-Nulla? Non sembra sia nulla, ma la cosa che hai fatto tutto oggi.-

-E cosa?-

-Provocarmi.-

-Non sto lo sto facendo, chiaramente.-

-E cosa stiamo facendo secondo te?

-Parlare molto vicino. Stare molto vicino... non te lo avevo promesso??-

Gli sorrisi, lui fece lo stesso...

-Beh se insisti...-

Si mise più frontale e più comodo davanti a me… Iniziammo a fare una gara tra noi a chi si arrendesse prima. Io non ne avevo intenzione.

Per la vacanza, ovviamente. Ma anche un po’ per la soddisfazione di batterlo.

 

Rimanemmo in quella posizione credo per 5 o 10 minuti… interminabili interi 10 minuti… 600 singoli secondi… o almeno così sembrava.

-Allora, che dici…-

-Cosa? Che vuoi che ti dica Cal.-

-Vuoi rimanere così tutta la serata?-

-Tu, più che altro, cosa vuoi?-

-Sai benissimo cosa voglio.-

Gli sorrisi inclinando la testa, e gli tirai dolcemente un lembo dell’orecchio…

-Perché non te lo prendi allora… che aspetti?-

 

Chiuse le distanze, e mi baciò ma mi allontanai subito per evitare che mi bloccasse. Iniziai ad indirizzarmi verso la nostra camera. Ero ancora affacciata alla porta del soggiorno, e lui era li con la stessa faccia delusa che immaginavo avesse mentre scriveva quel MMS.

-Vieni a prendermi, tesoro.-

Iniziai a sentire i suoi passi mentre correvo. Salii le scale e entrai nella camera. Chiusi la porta dietro di me e riuscii a chiudere a chiave poco prima di sentire un tonfo sulla porta. Era proprio a due passi da me.

Sentii uno sbuffo da dietro la porta e dei colpetti seguirono.

-Dai apri! APRIIIII…-

-A una condizione Cal. Sai bene qual è!-

-Tu… Tu… Sei maligna… argh… Dai apriiiii!-

-No.-

-Non te la darò vinta.-

-Nemmeno io.-

 

Lo sentii sbraitare la fuori… Dopo un po’ ci fu silenzio, quindi, giusto per sicurezza spostai una grande cassa davanti la porta. Raramente l’apriva Cal… ma sicuramente dentro c’era qualcosa di molto pesante… Sapevo solo che erano dei souvenir da alcuni viaggi di studio che fece quando era giovane.

 

Risentii i suoi passi avvicinarsi.

-L’hai voluto tu cara.-

Poi il rumore seguente fu altamente riconoscibile.

 

-Cal tesoro…- Ero distesa sul letto e mi portai una mano sugli occhi, a mo’ di :facepalm: -…posa il cacciavite elettrico.-

-E allora fammi entrare.-

-Tanto non entreresti comunque… Ho messo la cassa davanti la porta.-

 

Altre imprecazioni seguite da un –Me ne vado a dormire sul divano!-.

Sapevo che sarebbe dovuto tornare comunque… Oggi ero stata davvero maligna… Non sapevo davvero come era riuscito a resistere per quelle due ore… Di solito rinunciava dopo poco.

Presi un libro che avevo iniziato già da un mese, uno che mi aveva consigliato Jul, e ne lessi parecchi capitoli.

Mi alzai e andai a lavarmi i denti nel frattempo.

Ritornai e posai il libro.

 

-Ehm…farò come mi dici… fammi entrare…- dopo sentii alcune parole incomprensibili.

Mi avvicinai alla porta…

-Eh? Non ho sentito.-

-Gill, cara… che ne pensi di Malibu eh? Ho contattato degli amici e…-

-Non era quello che stavi dicendo! E non hai nessun amico a Malibu!-

-Vabbè…Mi fai entrare?-

-Cal… ad alta voce.-

-Andremo… dagli… Spencers…-

 

Aprii la porta contenta. Gli saltai addosso e lo abbracciai.

-Graziegraziegraziegraziegrazie GRAZIE!-

-Mi hai mentito… Non c’è la cassa…-

 

-Ah, la cassa… L’ho tolta un attimo fa per mettere il libro al suo posto… Non ci arrivavo…-

Mi infilai finalmente nel letto stanca.

-Dai non vieni?-

Lui si svegliò dai suoi pensieri…

-Certo.-

 

Si infilò anche lui, abbracciandomi da dietro.

-Dimmi ancora. Quanti giorni ho per prepararmi psicologicamente?-

-3 forse 4.- Mi girai e lo baciai. –Grazie ancora.-

 

 

 

 

 

A/N= Shawn... *u* Ehi datemi tregua xD Voi fan di Tim Roth l'avete visto spesso senza maglietta. L'unica volta che è successo a James in Psych, era dentro un parallelepipedo da doccia xD Posso dire che aveva belle braccia però...

Spero non pensiate nulla di male per questo A/N       °///. ///°

A parte questo spero vi diverta come sta divertendo a me di scriverlo xD

(L’imbranataggine di Shawn – Cal e il suo debole xD)

<3  Commentate e Recensite  <3

 

 


Lista personaggi POV: (per ora)

Gillian Foster, Cal Lightman, Shawn Spencer, Juliet O’Hara

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Lie to Me / Vai alla pagina dell'autore: iacomary97