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Autore: Light and Darkness    13/10/2007    1 recensioni
Questa sarebbe la mia prima fic su Naruto, per cui non uccidetemi per favore. Cosa succederebbe se un ninja misterioso si facesse vedere all'inizio della terza prova dei chunin? Ps(All'interno c'è anche una fic HinaXKiba.) Un passato doloroso, avvolto dal mistero, pieno di sensazioni e sogni guidano il suo sentiero, nel villaggio dove si compie il destino di ogni ninja... vi ho incuriosito ? leggetela e commentatela Pleaze.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Kiba Inuzuka
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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10.Il segno maledetto di Onishingo.

Il villaggio della nuvola fremeva di vita, passando per le vie si vedevano i piccoli ninja giocare e divertirsi, madri che approfittavano della bella giornata per uscire coni propri bambini per comprare quanto necessario per la cena, giovani coppie di ninja, che stavano fuori in quel caldo pomeriggio inoltrato d'estate.

In mezzo alla folla di persone Akira e Isamaru camminavano silenziosamente, Akira sapeva che suo padre si trovava in quel villaggio, ma non sapeva dove.

“Maledizione, dove sarà la residenza del Raikage ?” si chiedeva Akira mentalmente.

“Non riesco a fiutare alcun odore simile al tuo, c'è troppa gente qui.” disse Isamaru.

Ad Akira non rimaneva che chiedere informazioni senza dare troppo nell'occhio.

“Devo fare si, che la gente non mi guardi negli occhi, altrimenti potrebbero capire che io sono un membro del clan Okami, e fare domande un po’ troppo scomode.” pensò Akira.

Akira si mise a camminare per le vie, cercando un fantomatico qualcuno a cui chiedere quella scomoda informazione.

Andò un certo punto trovò una ragazza e un ragazzo che avrebbero potuto avere, lei quattordici anni, lui quindici, a fianco a loro due cani.

“Sento odore di mezzo sangue.” disse Isamaru, avendo capito che erano cani lupo.

Akira ignorò quella affermazione del suo compagno, i due ragazzo a avevano dei marchi blu sulle guance, raffiguranti una zanna, molto simile a quella del clan Inuzuka, solo che questa era stretta, lunga e acuminata.

Il ragazzo noto una cosa, i due ragazzi avevano tutti e due gli occhi blu scuro.

Akira li fermò mentre i due stavano parlando, con una domanda rapida a brucia pelo.

“Scusate sapreste dirmi dov'è la residenza del Raikage ?” chiese lui senza scoprire gli occhi tenendo basso il capello.

“Perché lo vuoi sapere ?” chiese il ragazzo ad Akira con l'aria un pò seccata dall'interruzione di quello sconosciuto.

“Devo comunicargli un messaggio da parte del terzo Hokage del villaggio della foglia.” disse Akira, non era poi tanto lontano dalla verità, solo che chi voleva mandargli un messaggio non era il terzo Hokage.

“Dai Koga, smettila di essere cosi pesante, siamo sempre stati in pace con il villaggio della foglia, e poi a guardarlo bene, mi sembra che faccia parte del clan Inuzuka, hai visto i segni che ha sulle guance ?” disse la ragazza.

“Hai indovinato, faccio parte proprio di quel clan.” disse Akira, non era cosi lontano dal vero, praticamente l'avevano allevato loro.

“Bene allora. La vedi quella residenza lassù ?” Koga indicò la residenza isolata sulla montagna. Akira annui.

“Grazie Koga, e anche a te.....”

“Tsumi...Tsumi Okami.” disse la razza dai capelli castano chiaro sorridendo.

Akira rimase di sasso quando senti il cognome della ragazza, ma non lo fece vedere, si mosse rapido e spari tra la gente assieme ad Isamaru.

“L'avevo capito dall'odore che quei due erano dei tuoi pareti.” disse Isamaru.

“Ah. Grazie per l'avvertimento tempestivo Isamaru.” disse Akira seccato.

“Non c'è di che amico mio.” disse il lupo con tono sarcastico.

Mentre Akira si muoveva rapido per raggiungere la dimora del Raikage, gli altri due lo stavano seguendo silenziosamente.

“Koga mi vuoi spiegare perché ti ostini a seguirlo?” chiese la sorella con un po’ di dubbi sul comportamento del fratello.

“Non mi piace. Il mio Kamigan, mi ha fatto percepire uno strano chakra intorno a lui. E poi quando tu gli hai detto il tuo cognome ho sentito chiaramente che era stupito parecchio. E poi se avesse qualche brutta intenzione verso papà…..insomma tu ed io siamo i figli del Raikage, e siamo i primi che lo dobbiamo difendere.” disse Koga crudo.

“ Beh si, ma questo non ti permette di giudicare il primo che ci viene a chiedere di lui, non ti pare fratello mio ?!!” controbatté lei.

“La sicurezza non è mai troppa Tsumi, e poi il suo odore, in qualche modo mi è famigliare. I ninja assassini a questo mondo sono molti, e i fuorilegge ancora di più.” Il tono di Koga era serio, il ragazzo dai corti capelli rossi era facilmente irritabile, poiché il padre gli aveva affidato il compito di sorvegliare che nel villaggio non ci fossero problemi, un compito onorevole, ma non privo di rischi. Tsumi dal canto suo aiutava il fratello come meglio poteva, ma il fatto che fosse parecchio ingenua era più un ostacolo che un aiuto.

Akira stava totalmente ignorando il fatto di essere seguito, aveva in mente un solo obbiettivo: vedere il padre. Dopo poco fu di fronte alla residenza del Raikage, Akira sapeva bene che li dentro ci sarebbero stati decine di ninja anche più esperti di lui a impedirgli di vedere suo padre. Akira però non era tipo da lasciarsi scoraggiare facilmente, sarebbe entrato a qualsiasi costo.

Si mosse verso la porta e i due ninja di guardia, gli domandarono il perché della sua presenza.

“Sono qui per vedere il Raikage.” disse Akira.

“Con quale autorità?”

“Quella del Hokage del vilaggio della foglia faccio parte del clan Inuzuka.” Disse Akira.

“Fammi vedere i documenti del Hokage e ti lasceremo passare.” Disse la guardia.

“Ok, ecco i documenti…..” disse Akira prendendo dalla tasca un fumogeno, e gettandolo a terra, facendolo detonare. La nube di fumo che si sprigionò lascio i due spiazzati e confusi per il tempo sufficiente ad Akira di entrare senza essere visto.

Koga e Tsumi lo stavano seguendo a distanza, i sospetti di Koga erano fondati, quel ninja non era venuto per consegnare dei documenti.

Poco dopo negli uffici del Raikage…

“Signore, abbiamo saputo che un ninja del villaggio del villaggio della foglia, è entrato con intenzione di ucciderla.” disse un ninja entrando nella sala, un uomo alto, circa sui cinquant’anni, dalla barba posticcia vestiva di una tunica bianca, portava un cappello anche esso bianco con sopra scritto il simbolo giapponese del tuono. Scrutava il ninja dall’alto in basso.

“Grazie per avermi avvertito Ichiga.” disse il Raikage.

“Signore, mi permetto di rimanere qui e di aiutarla nello scontro.”

Quello mosse alcuni passi verso il Raikage, ma si ritrovò immobilizzato.

“Che cosa ? Dei fili di chakra ?” il kamigan del Raikage glie li faceva distinguere distintamente.

“Salve Raikage.” disse Akira con distacco.

“Cosa cerchi ninja della foglia ?” disse il raikage.

Akira si tolse il cappello a rivelare i due occhi blu, del tutto identici a quelli del padre.

“Sono qui per rivolgerti una domanda. Perché ? Perché a tuo figlio ?”chiese Akira, stava scrutando l’anima del padre, ma non vi trovava nessuna ombra di rimorso perciò che aveva fatto al sangue del suo sangue.

Sul volto del raikage si dipinse uno sguardo interrogativo, poi lo sguardo dei due si incontrò per la prima volta.

“O-kamigan.” disse il raikage, le sue pupille nere si allungarono nel blu degli occhi con quattro punte coniche, in un attimo gli fu chiaro chi era il ragazzo, e il perché era venuto.

Ichiga nel frattempo era riuscito a liberarsi dai fili di Akira, e si stava prendendo un kunai dalla cinta, lo afferrò e lo lanciò contro il ragazzo.

Quello volò, ma fu fermato da un improvviso scudo di nembi scuri, che fulminarono il kunai.

Isamaru si gettò su Ichiga e lo tenne a terra, le fauci del lupo erano digrignate.

In quel momento Koga e Tsumi entrarono nella stanza.

“Padre! Maledetto, sapevo che era un assassino.” disse Koga amaramente, estraendo l’ascia bipenne.

“Koga, è colpa mia….” disse Tsumi amareggiata.

“Non è il momento sorellina, ora dobbiamo combattere. Sei pronto Baku ? ” chiese Koga rivolgendosi al suo cane lupo, quello si preparò a colpire assieme al suo padrone.

“Fermo figlio mio….. Dunque sei tornato….. Onishingo.”

“Il demone lupo a cinque code ? Ma padre non può essere lui, ci avevi detto che era morto.” disse Koga sconcertato.

“Non morto, reincarnato dentro un corpo umano.” disse Akira, ora lo sapeva, vedeva chiaramente che il padre non provava la benché minima ombra di rimorso.

Ichiga era rimasto paralizzato, era steso per terra con sopra Isamaru, quello che il Raikage aveva di fronte era davvero suo figlio, il bambino che portava dentro di se il demone lupo a cinque code.

“Isamaru, lascialo andare.” disse Akira, il lupo obbedì subito.

“Hai chiamato il tuo lupo come il mio fratello maggiore, quello stupido che è sparito dal villaggio cinque anni fa. Per venire a cercare te figlio. Che sciocco.” Disse il Raikage.

Akira non poteva sopportare oltre il suo sguardo si contorse di odio in un lampo.

“Padre, non ti permetto di parlare cosi di mio zio Isamaru. Lui non era uno sciocco.” Urlò Akira, poi si lanciò contro il padre, ma una sagoma nera lo atterrò all’improvviso.

Un grosso lupo nero gli aveva morso la spalla e lo teneva a terra.

“Intervento tempestivo Juu, ottimo lavoro.” Disse il Raikage.

Poi una nube si sprigionò da Akira e il lupo nero si ritrovò con un bastone in bocca.

Akira stava ancora correndo verso il padre.

“Voglio solo sapere perché padre ? Perché mi hai messo questo demone in corpo?” Akira si fermò.

“Lo vuoi davvero sapere figlio ?”Akira fece si con il capo fermadosi.

“Lo fatto per far si che la nostra casata rimanesse per sempre nella posizione di Raikage, volevo donarti tale possibilità grazie a Onishingo, ma in realtà ne è nato un mostro, ovvero tu.” disse il Raikage con disprezzo.

Ichiga, Tsumi, Koga, Akira, Isamaru, trasalirono a sentire tale affermazione.

“Kenzo, non puoi avere fatto questo ?” disse Ichiga.

“Quindi è per questo ? Per questo motivo tu….”

“Si Akira, ma ora, è il momento di cancellare il mio errore per sempre.” disse Kenzo.

“Tecnica dell’apertura spirituale. O-kamigan superiore.”

“Padre, fermati. Non puoi farlo.” Tsumi urlò, lei come Koga non credeva a ciò che aveva stava vedendo, suo padre avrebbe sigillato il suo stesso figlio, il che avrebbe voluto dire la morte di Akira.

(…)

Akira si ritrovò in un sorta di canale poco illuminato, decise di muoversi, si mise a tastare le pareti per reggersi in piedi.

“Dove diavolo sono ?” chiese il ragazzo guardando in fondo al canale, una luce illuminava la via verso una possibile ed ignota destinazione.

Poi un colpo sordo come di qualcosa che sbatte contro una gabbia di ferro, poi un altro e un altro ancora. Sempre più forte, sempre più veloce, sempre più violento.

Akira mosse diversi passi al ritmo scandito da quel rumore sordo e implacabile

“Questo posto ? Questo rumore ? E dov’è Isamaru ? Dove sono tutti ? Che si tratti di un illusione ? ” Akira era visibilmente agitato, corse verso la luce percorrendo il corridoio.

Sbucò in una sala rettangolare molto grande, davanti a lui un enorme cancello largo quanto la stanza fatto di sbarre di metallo.

Ad un certo punto un lampo che colpisce il suolo oltre il cancello, e poi il rumore sordo di un tuono, infine il muoversi del vento, il quale rumore sembrava quello di un lupo che ulula.

“Bene Akira, Ben arrivato.” Disse una voce alle sue spalle. Il Raikage era li, in piedi il suo sguardo austero guardava Akira dall’alto in basso, fermandosi solo per guardare il figlio dritto negli occhi.

“Che razza di illusione è questa ?” chiese il ragazzo con fare rabbioso.

“Oh. Non si tratta di un illusione figlio mio. Il mio occhio mi consente di fare questo: la versione più avanzata del Kamigan, mi consente di aprire le porte spirituali di un individuo.” Disse il raikage.

“Cosa stai cercando di dirmi ?” chiese Akira con astio.

“Non l’hai ancora capito ? Questa è la tua anima.” Akira ebbe un sussulto, poi le sbarre d’acciaio dietro di lui vibrarono con violenza inaudita.

Poi due occhi uscirono dall’oscurità di quella gabbia, brillavano assieme alle fauci di una belva enorme.

“Vuoi dirmi che siamo dentro la mia anima e quello li dentro è……” Akira era terrorizzato, si era ripromesso di controllare Onishingo, ma ora che vedeva i suoi occhi e le sue fauci colossali, il suo cuore dubitava.

“Bene figlio, è ora di combattere per l'ultima volta. Sappi che non sopravviverai.” disse il Raikage con decisione.

Akira prese un Kunai e lo lanciò, il suo avversario si scostò e si avvicinò.

“Arte del vento: sospensione in aria.” Kenzo si sollevò , i suoi piedi non toccavano più per terra, la pressione del chakra lo teneva sollevato dal terreno, il che gli permetteva di muoversi molto più rapidamente.

Akira non aveva previsto un mossa del genere, il che lo fece trovare spiazzato, cadde a terra con un tonfo, poi la figura del padre si profilò armato di Kunai, si mosse per colpire Akira.

Akira si scostò e si rialzò subito, il padre lanciò il Kunai, e colpi il figlio ad una spalla, il sangue sgorgò insozzando il pavimento di pietra.

L'essere dall'altra parte si dimenò con furia, troncando una di quelle sbarre di netto.

“Non arrenderti.” diceva un voce nella testa di Akira che sembrava essere quella di Isamaru, su di Akira comparve un aura di chakra bianco come la neve dietro la schiena gli si vedeva svettare un coda, rapidamente quello si tolse il Kunai e corse verso il padre ad artigli sguainati, gli passò oltre e lo colpi ad un braccio.

“Molto bravo figlio mio, ma non ti servirà a nulla.” il commento del padre fu acido , quello si portò una mano sull'altra di piatto, concentrò il chakra e dalle nocche di quella comparvero degli artigli lunghi fatti di chakra.

“Questa volta, non sbaglierò, non sei in grado di tenere testa alla mia velocità .”il raikage si lanciò con impeto, Akira non riusci a prevedere la mossa cerco di scansare come meglio poteva, ma non ci fu nulla da fare. Gli artigli del padre lo colpirono in pieno petto, ma i tagli erano solo superficiali.

Akira cadde di nuovo in ginocchio.

Onishingo colpi ancora le sbarre e la seconda cedette.

“Ricorda Akira, devi tornare per insegnarmi molte cose.” la voce di Kiba gli giunse famigliare. Un seconda coda apparve.

Akira si rialzo con un po di fatica.

“Mille falchi.” Akira concentro le sue energie nel palmo della mano sinistra e da quelle cominciò a spuntare scintille di elettricità.

Corse verso il padre, prese una copia, quello vero mise le mani a martello e le diede in testa al figlio il quale cadde di volto a terra, Kenzo si allontanò quasi stesse giocando con la sua vittima e si stesse divertendo. Il lupo dalle cinque code distrusse la terza sbarra. Una terza coda comparve

“Grazie a te e a mia sorella ora sono più sicura di me stessa.” le parole della piccola Hinata gli risuonarono dolci nelle orecchie, Akira si mosse contro Kenzo e gli piantò gli artigli nel petto provocandogli dei profondi tagli. Il padre reagi in maniera furibonda, si voltò di scatto e prese con le unghie di chakra l'anca di Akira, lui cadde di lato, tenendosi la ferita dolorante cerco di allontanarsi e prendere tempo.

La quarta sbarra fu rotta Onishingo si muoveva in maniera furiosa e frenetica, con scatti, e impeti fortissimi.

“Akira, non mi puoi abbandonare, mi hai promesso che saresti tornato.” la voce di Tsuki lo raggiunse Akira si alzò molto faticosamente ora le code erano quattro.

Il padre lo guardò stupito, nessun ninja avrebbe potuto sopravvivere a tutti quei colpi, sarebbe morto dissanguato, mentre Akira stava li barcollante, in piedi nonostante tutto.

Kenzo non esito si portò in avanti e colpi Akira a più riprese quello cadde a terra privo di sensi.

“Stupido ragazzo pensavi davvero di sconfiggermi ? Idiota, e presuntuoso.” disse il Raikage guardandolo poi gli puntò sul collo gli artigli, ma fu distratto da un ululato.

La quinta sbarra cedette. Dopo molto tempo Onishingo era libero finalmente.

“Alzati Akira, non voglio venire nella tomba con te.” disse una voce soprannaturale, l'enorme lupo saltò, e si mise tra il Raikage e il ragazzo il quale ora aveva cinque code.

“Non lo toccherai più Kenzo.” il Raikage lo guardò con terrore, poi il demone raggiunse le dimensioni di un lupo normale, usando le code voltò Akira in modo che stesse sdraiato sulla schiena.

“Ora vivi di nuovo ragazzo, mi hai liberato, e pertanto ti dono il mio chakra.” Onishingo disse questo, poi portò la mascella aperta sul petto di Akira, lo morse in quel punto, e poi gli mise una zampa sopra.

(...)

Padre e figlio furono riportati nella stanza da un lampo improvviso di luce, Tsumi Koga, Ichiga, Isamaru videro il Akira che si teneva la testa, urlando di dolore. Kenzo si riprese subito, staccandosi dal figlio quello smise di urlare.

Akira lentamente alzò la testa fino a incontrale lo sguardo di suo padre che tremava per lo sforzo e l'eccessivo uso di chakra.

Dentro di se Akira si sentiva terribilmente solo, doverà Sarutobi ? Dov'erano Hana e Tsume ? Doverà Kiba ? Ma soprattutto doverà Tsuki ?

Vedeva solo una landa desolata ricoperta di nebbia, si sentiva i polsi legati, cosi come le caviglie e il collo. Un collare legato ad un grossa catena glielo stringeva, poi lo vide; Onishingo, la catena portava fino a lui, anche egli legato negli stessi punti ad Akira.

“Quindi è vero, tu ed io siamo un cosa sola.” disse il ragazzo rivoltò all'enorme bestia, quella mostrò la dentatura enorme, quasi gli stesse sorridendo.

“Lo senti ciò che ti porti dentro Akira ? L'odio. Il sentimento che tuo padre ha sempre provato per te. Sei stato ideato come arma per distruggere il villaggio della foglia, il luogo dove sei cresciuto, dove hai trovato le persone che ti hanno amato. E per farlo a sacrificato la donna che amava. Tua madre.” disse il demone con disprezzo.

“Usalo Akira, usa l'odio che ti porti dentro. Ti ho dato il mio segno usalo ora.” concluse Onishingo indicando con il muso il segno della zampa lasciata dal demone ancora ardente di sangue vivo.

Akira guardava suo padre, il segno si stava espandendo sino a ricoprire interamente il corpo del ragazzo. Di colpo il cielo si oscurò, dalle finestre si sentiva il rumore dei tuoni.

All'improvviso i vetri si ruppero e dei vortici di nuvole nere si avvicinarono ad Akira.

“Tecnica del loto tempestoso.” introno ad Akira si disegnò un cerchio di chakra bianco, da quello emersero cinque tifoni che presero la forma di un petalo, poi diventarono le code di Onishingo, quelle si attaccarono ad Akira trasformando il corpo in quello di un essere ibrido metà uomo e metà lupo.

“Padre, per ciò che hai tentato di fare io ti ucciderò.” disse Akira guardando il padre con gli occhi di Onishingo.

Tutti erano paralizzati per quella improvvisa trasformazione.

Lo scontro fu breve e cruento, ma era chiaro che Akira avrebbe vinto, stava per affondare le unghie nel collo del padre quando la voce di Tsumi lo fermò.

“Akira ti prego no, è pur sempre tuo padre, ti prego non lo fare. Ha sbagliato ma ti prego dagli un altra possibilità.” disse lei tenendo il braccio di Akira.

“Come posso concedergli di vivere dopo quello che mi ha fatto ? Tsumi tu non sai cosa vuol dire vivere con un demone dentro emarginato da tutti perfino dal sangue del tuo sangue, non ho nulla contro di te sorella, ma fatti da parte o non mi farò scrupoli.” disse Akira con odio vivo nella voce.

“Akira smettila, non lo capisci che cosi diverresti davvero un mostro. Che razza di ninja è uno che usa i suoi poteri per scopi personali quali odio e vendetta? Hai già dimenticato le parole del tuo vecchio maestro ? Vuoi davvero che il suo sacrificio sia stato vano ?” disse Isamaru con forza mostrando i denti.

Akira guardò il lupo negli occhi, le parole di Sarutobi gli ritornarono alla mente.

“Ma tu parli. ” Koga era stupefatto della cosa, era incredibile sapeva che era possibile fare imparare a parlare il linguaggio umano ai cani, ma non pensava che anche un lupo potesse arrivare a tanto, Isamaru e Akira dovevano avere proprio un affiatamento ed un intesa fortissimi.

“Maestro perché ? Perché non ho una famiglia come gli altri dell'accademia ?” chiedeva un Akira di appena sette anni in un flash di ricordi a un Sarutobi un po più giovane.

“Akira non è vero che tu non hai una famiglia, tutto il villaggio e per te e per me una grande famiglia, ma credevo di avertelo già detto no ?” rispose Sarutobi.

“E vero, ma io non sono nato in questo villaggio.”diceva Akira, inconsciamente stava utilizzando il suo kamigan, vedeva che Sarutobi gli aveva nascosto il fatto che non fosse nato nel villaggio della foglia.

“E come fai a dirlo ?” chiese Sarutobi incredulo.

“Tutti mi prendo in giro per questo. L'unica che mi difende è Hana Inuzuka, la mia sorellona. Anche se non lo è.” rispose Akira piangendo. Non si era mai sentito solo come allora.

La mente del ragazzo stava rivedendo la scena, poi vide una cosa che aveva cancellato dalla memoria.

Era notte nella foresta durante la seconda prova d'esame dei chunin, Akira per proteggere Tsuki e Meloku e aiutarli a sconfiggere quei tre ninja del villaggio della nebbia stava combattendo con tutte le sue forze per cercare di fermarli.

Pochi minuti dopo Akira era a terra con un rivolo di sangue che gli correva dalla bocca.

“Ah che stupido. Mai visto un ninja più scarso di uno come questo, certo che siete proprio degli incapaci tutti e tre.” disse uno, poi il cielo i scuri all'improvviso, la luce lunare non c'era più non illuminava più nulla iniziò a piovere, Tsuki era l'unica dei tre rimasta in piedi e stava avendo la peggio contro quelli della nebbia.

Akira nel sentire Tsuki combattere e urlare per il dolore che le ferite gli provocavano, si rialzò mosso da un nuovo impulso. Un ruggito.

“Ma cosa ?” disse uno di quei tre non ebbe tempo di voltarsi che si trovò con il collo tranciato da cinque profondissimi tagli.

Akira uccise gli altri nello stesso brutale modo, poi si rese conto di ciò che aveva fatto e fuggi.

“Allora eri tu che mi guidavi quella notte Onishingo. Sei stato tu.”disse Akira.

“Io ho solo fatto ciò che tu mi chiedevi, salvare i tuoi amici, e io lo fatto.”rispose il demone.

Akira non disse nulla, ritornò solo alla sua forma umana.

“Padre, per questa volta ti lascio andare, ma se mi ostacolerai di nuovo non avrò pietà.” disse Akira uscendo dalla stanza insieme ad Isamaru.

Akira percorse le vie del villaggio della nuvola. Quando fu fuori respirò l'aria della ormai vicina sera.

“Onishingo, giuro che ti dominerò, dovessi anche rischiare la vita, ma io ce la farò.” disse il ragazzo tra se.

“Akira !” lo chiamò una voce femminile. Era Tsumi, inseme a lei Koga.

“Che c'è ? Me ne sto andando sparirò per sempre come vuole mio padre.” disse il giovane con i pugni serrati.

“Noi vorremo venire con te.” disse Koga con calma.

“Perché ? Doveri essere un mostro per voi no ?” disse Akira acido.

“Smettila. Sei nostro fratello, non ti abbiamo mai visto prima di adesso, vogliamo conoscerti, non come ha fatto nostro padre.” le parole di Tsumi erano sincere Akira non aveva bisogno di guardare con il kamigan.

E per una volta era contento di questo.

“Tsuki, finalmente anche io ho una famiglia e rincuorati perché tornerò. Presto li conoscerai anche tu. E tu Orochimaru aspettami perché non avrò pace fino a che non avrò vendicato il mio maestro.” pensò lui poi il terzetto partì gettando un ultimo sguardo al villaggio.

Eccomi qua ringrazio tutti per aver letto e commentato, e cosi si chiude la storia del villaggio del destino ma nuovi nemici sono in agguato per Akira e i ninja di Konoha, se volete sapere se riuscirà a sconfiggere orochimaru, seguite il sequel intitolato: "Forze portanti."

  
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