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Autore: MimiRyuugu    27/03/2013    5 recensioni
“Insieme…qualunque cosa accada…” disse sorridendo Giulia. Hermione annuì. “…sempre…” continuò, stringendo la mano. “…contro ogni difficoltà!” concluse Anna, stringendola a sua volta. Poi, si guardarono ancora.
Sesto anno. Anna Alvis Haliwell, Giulia Wyspet ed Hermione Granger si apprestano ad iniziare il penultimo anno ad Hogwarts. Ma tanti cambiamenti si prospettano per loro. A quali avventure andranno incontro i nostri Tre Uragani?
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
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Buonanotte (se siete nottambule come me) o buongiorno (se siete delle persone da orari sani xD) *-*
sono incorreggibile lo so *parte la sigla di Lupin* e oramai da internare. Ho aggiornato un giorno fa e sono già qui. Ma è tutto merito vostro e delle altre cinque recensioni e tante visualizzazioni dell'ultimo cap in un giorno ç_ç Mimi commossa ç_ç un grazie enorme alle mie oramai fidate recensioniste Giorgi89, Skelanimals, Lambretta, CenereSnape e mistery_sev *-* <3
In questo cap troviamo The Way You Make Me Feel di Michael Jackson e You and Me dei Lifehouse.

Avvertenze: occtudine, nevrosi, diabetanza mista u.u
Precisazioni: perchè le Avvertenze qui sopra non bastavano xD come vedrete seguo l'andazzo del libro (anche perchè il sesto film non era ancora uscito u.u), ed ho una particolare predisposizione a far diventare odioso Potter. Chiedo venia =w= ho anche corretto alcuni dettagli dei precedenti film e uno importante del libro (che zia Row non mi cruci): il vestito di Herm al Ballo del Ceppo era azzurro, e non rosa (lo aborro come colore.) e sempre riguardo alla nostra So-Tutto-Io preferita, è nata si il 19 Settembre, ma di anno regolare. Nei libri Herm ha un anno in più di Harry e Ron, mentre nelle mie ff è dello stesso anno. Comunque il perchè e il percome si spiegheranno nei prossimi capitoli u_u

E dopo questo poema di intro, vi lascio al capitolo,
buona lettura <3



Sesto Capitolo

Piton aprì gli occhi piano. Ci mise qualche minuto a riconoscere il posto in cui si trovava. La soffitta della Tana. La finestra che dava sul cortile. Però. Non filtrava luce. Fuori il cielo era scuro e la luna aveva presa il posto del sole. Quando fu sveglio completamente. La vide. Appoggiata alla sua spalla. Ed arrossì. Just kiss me baby and tell me twice that you're the one for me. Le loro mani incrociate. Lei. La sua Giulia. Che sorrideva anche nel sonno. Con quel ciuffo di frangia in mezzo agli occhi. The way you make me feel (The way you make me feel). Severus sorrise intenerito. Quella ragazza era davvero un angelo. L’angelo che l’aveva fatto rivivere. Divertire. Provare cose che nemmeno per Lily aveva provato. La sua gentilezza. La sua spontaneità. La sua innocenza. You really turn me on (You really turn me on). Era tentato di non svegliarla e dormire ancora un po’. Però non poteva. Se gli altri si fossero accorti che lei era li. Era troppo rischioso. Districò le sue dita da quelle della ragazza. Ma lei le ricongiunse subito. Il professore scosse la testa divertito. You knock me off of my feet (You knock me off of my feet). Vide l’orologio al polso di Giulia. Sobbalzò vedendo l’ora. Erano le 00.25. Era tardi. Doveva svegliarla. Allungò la mano libera e la scosse piano. La ragazza si mosse di poco. “Signorina Wyspet…” la chiamò. Lei si mosse ancora. “Giulia…” sussurrò Severus. La ragazza aprì gli occhi. My lonely days are gone (My lonely days are gone). Il professore arrossì. Giulia sbadigliò. “Buon giorno…” sorrise. Severus scosse la testa divertito. “Guardi che non è ancora mattina…è quasi mezzanotte e mezza…” precisò. La ragazza sbadigliò ancora sonoramente. “A quest’ora le bambine sono già a letto signorina Wyspet…” commentò acido Piton. Giulia scosse la testa. “Io non sono una bambina!” sbottò, tra uno sbadiglio e l’altro. Severus rise. “In effetti…ora somiglia di più ad un ippopotamo…” ghignò poi. Giulia sbuffò. “Cattivo!” rimbeccò. “Se evitasse di farmi vedere le sue tonsille potrei anche prendere in considerazione di trattarla come un essere umano…” osservò Piton. La ragazza arrossì. Poi notò le mani. E sorrise. “È ora che lei torni nella sua camera…” disse il professore. Giulia scosse la testa. “Non può stare qui…se la scoprissero passeremo guai seri…” spiegò Severus. La ragazza lo guardò triste. E lui le fece una carezza sulla testa. “Questi due anni non passano mai…” sbuffò Giulia. Piton rise. “Avanti…ci vedremo a settembre…” disse poi. La ragazza lo guardò stupita. “Vuol dire che se ne va? Ora? Subito? Adesso?” gli chiese. Severus scosse la testa. “Se permette, prima vorrei cercare di dormire…dopo colazione mi smaterializzerò…” rispose. Giulia sospirò affranta. “Su non faccia così…ci rivedremo presto…” cercò di consolarla. La ragazza annuì. “Ora vada…è tardi!” la rimproverò Piton. Giulia annuì. Si alzò. Non voleva lasciare la sua mano. Guardò quegli occhi scuri per qualche minuto. Come per marchiarli a fuoco nella sua mente. Ma era inutile. Quei laghi profondi erano fissi nei suoi pensieri dal primo giorno in cui li aveva visti. “Buonanotte professor Piton…” sussurrò. “Buona notte signorina Wyspet…” rispose Piton. Giulia si chinò e gli diede un bacio sulla guancia. “Faccia sogni d’oro…” disse ancora. Severus sorrise. Pian piano la ragazza lasciò la mano del professore. E si diresse verso la porta. Lo salutò ancora con una mano. poi uscì dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle. L’uomo scosse la testa e sospirò. Quel profumo di zucchero filato sulle sue coperte. Su di lui. Oramai anche in lui. Nel suo cuore. Che oramai batteva solo per lei. Si passò una mano sugli occhi. E decise di cambiarsi. Anche se sapeva che si sarebbe addormentato pensando a lei. La sua Giulia. Che l’aveva cambiato. Nel bene. Intanto la ragazza percorreva a grandi passi lo stretto corridoio. Aprì la botola e scese la scale. Ritrovandosi sul corridoio che dava sulla camere. Sentiva le risate degli adulti al piano di sotto. Si avviò alla sua camera. Poi aprì la porta. Anna ed Hermione stavano sul letto della prima, con davanti la televisione. L’inconfondibile voce di Carrie Bradshaw troneggiava nella stanza. “Ancora sveglie?” esclamò Giulia. Le amiche la guardarono. “Volevamo sapere i tuoi dettagli piccanti!” sorrise curiosa Anna. Mise un pausa il dvd. E guardò speranzosa l’amica. “Sono stata da Piton tutta la sera…abbiamo parlato…e ci siamo addormentati…” riassunse Giulia. Anna per poco cadde dal letto. “Che delusione! Nemmeno un bacetto?” le chiese. La ragazza scosse la testa arrossendo. “Tel’avevo detto!” rimbeccò Hermione. Giulia sorrise. Si cambiò e raggiunse le due sul letto. tirando un cuscino ad ognuna. “Così imparate a guardare Sex and the City senza di me!” esclamò finta offesa. Anna riavviò il dvd. E le tornarono a concentrarsi sull’episodio. Rimasero sveglie finché non arrivarono anche Fleur, Ginny e Mary Kate. Si addormentarono una dopo l’altra. Dimenticandosi di puntare la sveglia.
La mattina, fu un cinguettio a svegliare le dormiglione. “Avanti ragasse! Svoglia!” esclamò Fleur, aprendo le tapparelle. Anna si nascose sotto le coperte per evitare il sole. Hermione cacciò la testa sotto al cuscino. Giulia aprì piano gli occhi e si mise a sedere. Sbadigliò e si stiracchiò. Poi guardò la sveglia. Quando vide l’ora per poco cadde dal letto. Erano le 10 e mezza. “Cavolo!!!” esclamò. Saltò in piedi e si fiondò in bagno. Si diede una rapida pettinata e corse alle scale. Non vide un gradino e fece gli altri rotolando. Arrivano di sotto a sedere in su. “Ben svegliata tesoro…” sorrise divertita Mary. Giulia scattò in piedi e si guardò in giro. “Avete già fatto colazione?” le chiese. La donna annuì. Giulia sbuffò affranta. “Mi sono dimenticata di mettere la sveglia ieri sera!” sospirò. Mary scoppiò a ridere. E la figlia la guardò truce. La donna la spinse verso la cucina. “Buon giorno bambina!” la salutò Sebastian. era seduto al tavolo, con in mano una parte della Gazzetta del Profeta. Dall’altra parte, c’era il padre di Anna. E vicino a lui. “Buon giorno signorina Wyspet…” disse Piton trattenendo un sorriso. Giulia si illuminò. Credeva che se ne fosse già andato! Poi però si guardò. E si accorse di essere ancora in camicia da notte. Arrossì smisuratamente. E corse in camera a cambiarsi. Scese con Anna ed Hermione. Nel frattempo, Mary aveva preparato la colazione. Le sue famose frittelle. La castana si prese subito il posto vicino a suo padre, mentre Hermione quello vicino a Sebastian. Così Giulia dovette mettersi a sedere vicino al professore. “Scommetto che siete state sveglie fino a tardi eh…” sorrise Mary. Anna e Giulia fecero finta di nulla. Mentre Hermione annuì. “Allora Severus, sai chi sarà il nuovo insegnante di Difesa per caso?” lo punzecchiò Sebastian. Piton lo guardò alzando un sopracciglio. “Dobbiamo proprio parlare di scuola anche a colazione?” sbottò Giulia. Il padre la guardò stupito. La colazione proseguì senza altre interruzioni. Quando fu vuoto anche l’ultimo piatto, Piton si alzò. “Bene…è giunta l’ora che io vada…” disse. “Sicuro Severus? Potresti rimanere ancora per qualche giorno…” cercò di convincerlo Mary. Per sua figlia, questo ed altro. Il professore scosse la testa. “Ho delle cose molto importanti da fare prima che cominci il nuovo anno scolastico…” rifiutò. La donna annuì dispiaciuta. “Arrivederci prof!” lo salutò Anna. Hermione fece un cenno del capo. Giulia lo guardò triste. Voleva abbracciarlo. Ed era una sofferenza non poterlo fare. “Al primo settembre professor Piton…” sussurrò. Severus guardò bene Giulia. Sarebbe andato avanti per il restante tempo che li separava con quei piccoli ricordi. “Arrivederci…” rispose secco. Poi, si smaterializzò. Lasciando il vuoto al suo posto. Giulia ebbe un sussulto. Quello era stato davvero un brutto saluto. Odiava non poter dimostrare i suoi sentimenti. Però l’aveva promesso. Però almeno l’aveva visto. Cercò di convincersi che il tempo sarebbe volato. E così fu. I giorni passarono veloci. Fra pulizie obbligate. Nostalgia continua. La speranza di qualche gufo appollaiato sul davanzale. Che fosse per Giulia. O per Anna. Nulla però arrivò. Erano oramai iniziate le ultime settimane di vacanze. Pareva che lo spirito scolastico di Hermione fosse passato anche alle amiche. No vedevano l’ora di tornare ad Hogwarts. Ognuna per i suoi motivi ovvio. Ed insieme a questo spirito, una notte, arrivò alla Tana anche Harry. Le ragazze erano riunite a colazione, quando la signora Weasley le aveva avvertite dell’arrivo del ragazzo. Queste, assieme a Ron, si precipitarono a dargli il benvenuto. Non era cambiato molto. Ed era più in forma di quanto Hermione pensasse. Sembrava aver superato la morte di Sirius. Lo salutarono tutti assieme. E poco dopo li raggiunse anche Fleur. Harry raccontò della sua visita a Lumacorno. E le ragazze raccontarono le loro poche novità. Parlarono di Tonks. Dell’assurdità di Fleur. Di Silente. “Sapete…Silente ha detto che i G.U.F.O arriveranno oggi…” si lasciò sfuggire Harry. “Cosa?! Oh no…oh mio Dio…Harry dovevi dirlo!!” esclamò Hermione esagitata. Corse al piano di sotto per controllare se fossero già arrivati. “Santo Manson…mia madre mi ucciderà!!” commentò affranta Anna. “Per Billie Joe…non ci devo pensare!!” esclamò Giulia nervosa. Appena ebbero raggiunto il prefetto in cucina. Questo aveva iniziato a fare predizioni di natura pessimistica, tanto che sembrava una lontana parente della Cooman. “Ho fatto un disastro in Antiche Rune! Ne sono sicura! Per non parlare di Storia della Magia!” continuò a lamentarsi Hermione. Anne allungò una mano verso la padella accanto a lei, ma Giulia la fermò. Il prefetto cacciò un urlo. Ed indicò fuori dalla finestra. In lontananza si intravedevano cinque gufi. Anna fece qualche passo indietro ma la madre la bloccò. I cinque allocchi volavano proprio verso la Tana e, come si vide man mano che calavano sul vialetto, ognuno portava una grossa busta quadrata. Molly si fece largo tra i ragazzi e aprì la finestra. Gli allocchi planarono sul tavolo in una fila ordinata. Tutti e cinque sollevarono la zampa destra. Il primo che si fece avanti fu Harry. Ron tentò di aprire la lettera per secondo, seguito da Anna, Giulia ed Hermione. Anna spiegò la pergamena in contemporanea con le amiche. Le tre si guardarono. “Avanti…si legge!” esclamò Giulia, dando il via. Gli uragani scorsero la pergamena. “Allora?” chiese Hermione. Anna deglutì. “Ho una E in Incantesimi…sei O in Astronomia, Cura delle Creature Magiche, Difesa, Divinazione, Pozioni e Trasfigurazione…e due A in Erbologia e Storia della Magia…” elencò la castana. La madre le prese il foglio di mano. “Solo una E?! Anna Alvis Haliwell! Tuo fratello ha avuto quattro E!!!” la rimproverò. La ragazza alzò le spalle. “Poteva andarmi peggio…” ghignò. Ilary le tirò una sberla dietro la testa. “Speriamo che Mary Kate abbia più fortuna…” sbuffò poi. La baby Haliwell tossicchiò. “Tu Giulia?” chiese ancora Hermione. Sebastian e Mary si avvicinarono. “Ho tre E, in Incantesimi, Trasfigurazione e Pozioni...e sei O in Astronomia, Cura delle creature Magiche, Difesa, Divinazione, Erbologia e Storia della Magia…” elencò. Mary iniziò a fare i salti di gioia. Mentre Anna ricevette un’altra sberla dalla madre. “La mia bambina! Diventerà un’Auror con i fiocchi!” esclamò entusiasta Sebastian. Giulia lo guardò. “Papà…devo ancora decidere cosa farò…” puntualizzò divertita. “Pozionista…” tossicchiò Anna. “Tu Herm?” cambiò subito argomento Giulia. “Non male…” commentò. La castana la guardò scettica e le rubò il foglio di mano. “Certo! non male…con nove E ed una O in Difesa…” rimbeccò Giulia. “Vergognati Herm! Fai schifo!” sbottò Anna. “Taci e prendi esempio!” sbuffò la madre, rifilandole un'altra sberla. Poi confrontarono i voti con anche Harry e Ron. Altri giorni passarono. Anna, Hermione e Giulia guardavano Ginny e Mary Kate giocare a Quiddich contro Harry e Ron. Fino a che arrivarono le liste dei libri e delle cose da comprare per Hogwarts. I tre uragani erano al settimo cielo. Ed Harry era al loro stesso livello. Era stato nominato Capitano della squadra di Quiddich. Dopo la lieta notizia, i genitori decisero che il sabato successivo sarebbero andati a Diagon Alley. Armati di soldi. Di liste. Anzi, di quei tempi, diciamo pure solo armati. Quando uscirono di casa, si allacciarono i mantelli. Era una giornata cupa. Le nuvole coprivano un già pallido sole. “Cavolo… certo che è proprio una bella giornata per lo shopping…” sbuffò Mary Kate rabbrividendo. “Tutto urla disgrazia ovunque ci si gira…” concordò Ginny. Arrivarono a Diagon Alley comodamente seduti in un’auto del Ministero. Iniziarono a girare per i negozi. “Che ne dite di passare da Madama McClan?” propose Molly. “Potremmo lasciare andare i ragazzi mentre noi andiamo a prendere i libri…” suggerì Mary. “È pericoloso muoversi da soli! Dobbiamo stare uniti!” sbottò. “Facciamo così…io accompagno Harry e Ron a dare un’occhiata alle uniformi, e voi ci raggiungete…” propose Sebastian. Molly annuì e i due si separarono. Anna, Giulia e Hermione andarono a comprare i loro libri. Cen’erano davvero una miriade. Dopo aver fatto la coda per pagarli, tutto il gruppo uscì, poi si diresse da Madama McClan. Anna parlava fitta con le amiche, quando andò addosso a qualcuno. “Stai attento a dove metti i piedi!” sbottò irritata, mentre Giulia la aiutava a rimettersi in piedi. “Gentile come al solito Haliwell…” rispose una voce famigliare. La castana si voltò subito. E lo vide. Gli occhi le si illuminarono. “Draco!” esclamò la ragazza, buttandosi letteralmente tra le sue braccia. Il ragazzo sorrise. Solo dopo Anna notò che non era da solo. “Buon giorno Narcissa…” la salutò. La donna le sorrise. Draco fece un cenno di saluto a Giulia ed Hermione. “Andiamo…abbiamo ancora molte cose da comprare…” lo richiamò Narcissa. Il ragazzo annuì. Anna però non voleva lasciarlo. “Ci vediamo presto…” sorrise Draco. Poi la baciò. La castana si staccò e lo guardò andare via al seguito della madre. “Andiamo…anche noi dobbiamo finire le compere!” la richiamò Molly. La ragazza annuì ed entrarono nel negozio. Harry e Ron si precipitarono dal trio. “Avete visto i Malfoy?” chiese il primo. Le ragazze annuirono. “Non avrete mica attaccato briga come vostro solito…” sbottò Hermione. I due tossicchiarono. “Avete già preso quello che vi occorre?” chiese Molly. Harry e Ron annuirono. La prima a provare la nuova uniforme era Anna. Quella vecchia le era piccola. Anche se di altezza rimaneva sempre uguale. Però era cresciuta. “Che nostalgia…quando ancora navigava nei vestiti…” sussurrò commossa Ilary. “Mamma non cominciare!” sbottò Anna. “Appunto mamma…è bassa uguale…” ghignò Mary Kate. Ilary le mollò una sberla dietro alla testa. Poi toccò ad Hermione. Anche lei era cresciuta abbastanza. Si era alzata di qualche centimetro. Infine venne il turno di Giulia. Rimaneva sempre la solita. Compreso l’odio per il bianco delle camicie. Dopo Ginny e Mary Kate, il gruppetto uscì dal negozio. Ora dovevano andare da Fred e George. appena arrivati la prima cosa che notarono fu un poster, viola come quelli del Ministero, a lettere gialle nella vetrina destra. “Perché hai paura di Tu-Sai-Chi? Meglio aver paura di No-Pupù-No-Pipì, la sensazione di Occlusione che Stringe la Nazione!” lesse Ron. I ragazzi scoppiarono a ridere. Mentre Molly già si figurava i figli uccisi nel sonno. Entrarono riempiendo ancora di più il negozio. Per Anna e Giulia, quello era il paradiso! Si fermarono davanti ad un grosso espositore vicino al banco, dove c’era una scatola con l’immagine coloratissima di un bel ragazzo ed una ragazza in estasi sul ponte di una nave pirata. “‘Sognisvegli Brevettati, un semplice incantesimo ed entrerete in un sogno a occhi aperti lungo trenta minuti, di alta qualità e assolutamente realistico, facile da inserire in una tipica lezione scolastica e virtualmente in intercettabile (gli effetti collaterali includono espressione vacua e rivolo di bava). Vietata la vendita ai minori di sedici anni’” lesse il prefetto. “Io ne prendo uno!” sorrise Anna. “Tu lo sguardo vacuo e il rivolo di bava ce li hai sempre…quindi non ti beccheranno mai!” osservò divertita Giulia. La castana sbuffò. “Questa è davvero magia straordinaria!” notò Hermione. “Per quello che hai detto, puoi averne uno gratis…” sorrise Fred, apparendo dalle spalle delle ragazze. Giulia gli sorrise. “Questo posto è davvero fantastico!” esclamò. Anna annuì. “Penso che tutti i miei risparmi li spenderò qui!” disse poi. Fred rise. “Non ce ne sarà bisogno…potete scegliervi un articolo a testa…completamente gratis!” spiegò. Anna saltò di gioia. Mentre Giulia gli diede un bacio sulla guancia. “Io vado a sbirciare in giro!” trillò ancora la castana, trascinandosi dietro il prefetto. Giulia e Fred risero. “Allora, come stai?” gli chiese. Lui alzò le spalle. “Bene…gli affari vanno benissimo! Siete venuti a comprare le cose per la scuola?” rispose. La ragazza annuì. “E i G.U.F.O.? Arrivati?” chiese ancora Fred. Giulia annuì. “Come sono andati? Hai tutti gli arti, quindi suppongo che siano stati buoni…” sorrise. “Ho avuto tre E!” esclamò orgogliosa la ragazza. Fred le accarezzò la testa. “Brava la mia secchiona!” la prese in giro. Giulia gli fece la linguaccia. “Hey Fred! Muoviti, vieni qui!” lo chiamò George. Il rosso annuì. “Come vedi mi chiamano…torna da Hermione e Anna e dai un’occhiata…” le sorrise poi. La ragazza annuì e trotterellò dalle amiche. Anna stava analizzando un omino di legno intento a salire degli scalini diretti ad un vero patibolo. Poi si diressero verso Ginny e Mary Kate, che guardavano con aria ebete dei batuffoli di colori varianti dal rosa al viola. Giulia allungò una mano e una creaturina viola le si avvicinò, facendole il solletico. Anna scosse la testa rabbrividendo mentre Hermione analizzava gli animaletti. Harry e Ron si voltarono e videro, oltre la vetrina, un ragazzo famigliare. Si guardava in giro. per poi sparire in una stradina. I due si guardarono. “Presto venite!” sussurrò Harry ai tre uragani. La castana ed il prefetto li guardarono dubbiose, mentre Giulia giocava ancora con la Puffola viola. “Non c’è tempo per spiegare avanti!” sbuffò Ron, prendendo per un braccio Hermione. Harry trascinò Anna che prese veloce Giulia. I cinque sgattaiolarono fuori dal negozio. “Presto, sotto!” esclamò Harry, tirando fuori il Mantello dell’Invisibilità. Le ragazze si strinsero per poterci stare. “Per Melino, che vuoi fare Harry?!” sbuffò Hermione esasperata. Il ragazzo la ignorò ed iniziò e camminare. Il resto del gruppetto non potè fare altro che seguirlo. Però lo avevano perso. Harry si guardò intorno finché non lo rivide. Si, era lui. Era entrato a Notturn Alley. “È pericoloso stare qui! Andiamocene!” pregò Hermione, mentre sorpassavano il cartello indicando la via. Giulia si strinse al prefetto. Mentre Anna si insospettiva. Ron diede una gomitata ad Harry, che trascinò ancora il gruppetto. Erano davanti ad un negozio che Anna conosceva bene. “Che siamo venuti a fare da Magie Sinister? Io non ho soldi per comprare!” sbottò la castana. “Compri cose da Sinister?!” esclamò stupito Ron. Anna sbuffò. “Zitti e guardate!” li zittì Harry, indicando l’interno del negozio. Ecco il soggetto dell’inseguimento. Draco dava la schiena al gruppetto. E stava parlando animatamente con il proprietario. “Sei forse diventato pazzo Harry?! Perché stiamo spiando Draco?!” sbottò adirata Anna. “Magari potessimo sentire quello che dice…” sussurrò il ragazzo, ignorando la castana. Ron tirò fuori un paio di Orecchie Oblunghe. E ne infilò una sotto la porta. “Andiamo, cosa sperate di ottenere?” rimbeccò Hermione. Giulia scuoteva la testa. Sapeva cosa stesse pensando Harry. Se solo avesse osato dirlo però. Gli avrebbe tirato un ceffone storico. Perché sapeva che ad Anna si sarebbe spezzato il cuore. La voce di Draco iniziò a farsi spazio con quella di Sinister. Parlavano di qualcosa da aggiustare. Il ragazzo ostentava sicurezza. Mentre il mago cercava di accontentarlo. “Non posso garantire nulla…” disse Sinister. “No? Forse questo le darà più sicurezza” sogghignò Draco. Avanzò verso Sinister. Ma l’armadio lo nascose. Ad Anna stava scoppiando il cuore. Perché era li? Perché non se ne tornava al negozio dei gemelli? Poco dopo un Sinister alquanto terrorizzato apparve. Poi Draco parlò di un certo Fenrir. Ed altre minacce. Anna scosse la testa. Si tappò le orecchie. E chiuse gli occhi. Non voleva ascoltare. Giulia se ne accorse. “Ora basta!! Non si origliano le conversazioni altrui!” sbottò, prendendo il capo di orecchio che teneva Ron strappandoglielo di mano. Hermione vide Anna ed annuì. “Di che cosa parlava?” chiese Ron. Harry alzò le spalle. “Qualcosa di prezioso…che gli serve…che però non può utilizzare perché è rotto!” ipotizzò. “Insomma, la volete smettere?! Questi sono discorsi assurdi!” rimbeccò Giulia. Harry si voltò verso Anna. Draco oramai era uscito dal negozio e scomparso dalla via. “Tu sei la ragazza di Malfoy…vai a dare un’occhiata!” propose. La castana sbarrò gli occhi. “Come puoi chiederle una cosa del genere?!” esclamò adirata Hermione. “Avanti…solo un’occhiatina…” cercò di dissuaderla Ron. Harry annuì e la spinse fuori dal mantello. Giulia gli diede una sberla dietro alla testa. Anna sbuffò rimanendo a braccia conserte. “Io me ne vado…” sbottò, dirigendosi verso Diagon Alley. Harry la raggiunse fino a spingerla davanti alla porta del negozio. “Anna! Benvenuta cara!” sorrise mellifluo Sinister. “Harry…sei uno…uno stupido!” ringhiò Hermione. Lui la zittì. “Buongiorno Sinister…” sorrise falsamente Anna, avvicinandosi al bancone. “Qual buon vento? Sei venuta a ritirare quello che mi hai chiesto l’ultima volta?” le chiese l’uomo. “Ero in giro con la mia famiglia e sono passata a farti un saluto…comunque si, se ti è arrivata mi piacerebbe pagartela…” rispose la ragazza, iniziando a frugare nella borsa alla ricerca del portafoglio. I suoi ultimi risparmi. Harry gliel’avrebbe pagata questa! Sinister prese un pacco e lo consegnò ad Anna, che gli porse i soldi. “Sei stata fortunata, era l’ultima croce disponibile…” disse fiero Sinister. La ragazza scartò il pacco e ne tirò fuori una croce dalle medie dimensioni, con in mezzo un porta candela. Iniziò ad esaminarla. “Pensavo che la candela fosse compresa nel prezzo…” disse fredda. L’uomo la guardò un po’ intimorito. “Bhe…sai…un’autentica croce così antica ha un suo valore…” iniziò a spiegare. Anna lo fulminò con lo sguardo. “Dovrei avere ancora una candela nera qui da qualche parte…” si affrettò a dire Sinister, iniziando a cercare con lo sguardo sugli scaffali. “Non ne voglio una con proprietà magiche…una banale candela…” precisò Anna, rimettendo via la croce. Doveva mantenere un tono distaccato. Prima usciva di li, meglio era. “Si…dunque…quella più normale che ho è questa…” disse l’uomo, prendendo da uno scaffale vicino una lunga candela nera. “Se proprio vuoi…costa un po’, però ti potrei fare uno sconticino…” tentò di trattare. Anna guardò il possibile acquisto. “Penso che andrò nel negozio qui vicino…” esclamò stizzita, prendendo il pacco. “Aspetta!! Quelli sono dei truffatori! Ti faccio uno sconto del cinquanta percento!” propose, mettendole una mano sulla spalla. Anna sbuffò. “Sessanta percento?” chiese ancora. La ragazza scosse la testa, allontanandosi. “Gratis! Te la do gratis…considerala un omaggio…” cercò di dire convinto. Anna sorrise, poi si guardò intorno. “C’è ancora qualcosa che posso fare per te cara?” chiese poi mellifluo. Era arrivata la parte peggiore. “Prima ho visto Draco…” iniziò a dire la ragazza. Sinister trasalì. “Ho visto che ti ha mostrato qualcosa…e l’ho sentito parlare di tenere qualcosa da parte…” continuò lei. “Lo sai che non è bene impicciarsi degli acquisti altrui…” rimbeccò Sinister. Anna lo guardò severa. “Andiamo Anna…la professionalità mi impone che io non spifferi ai quattro venti gli acquisti dei miei clienti…” si giustificò, tornando dietro al bancone. “Però è Draco quello di cui stiamo parlando…” precisò lei. Sinister trasalì di nuovo. “Non è che per caso…” continuò Anna, guardando una collana li vicino. “…che questa è l’oggetto delle attenzioni del mio tesoro?” chiese. L’uomo sorrise falsamente. “Ma no cara…” rispose. “Allora non avrai problemi a vendermela…” commentò secca lei, pentendosi mentalmente di essersi cacciata in una così intricata situazione. “Non…non posso! La tengo da parte per un altro cliente…” disse svelto. Anna lo guardò dubbioso. “Sbaglio o oggi fai molte domande?” commentò sospettoso in seguito. La ragazza strinse il pacco. “Ebbene mi hai scoperto…è che tra poco torneremo a scuola e ci rivedremo, e di solito Draco mi fa sempre un regalino…e sa che adoro gli articoli di questo negozio…” spiegò subito. Sinister la guardò compiaciuto. “Capisco…però non ti posso dare nessun indizio…mi dispiace cara, ma…” ricominciò lui. “…si, il segreto professionale…speriamo che sia qualcosa di carino…” sorrise infine Anna. Sinister la salutò, invitandola di andarlo a trovare presto. La ragazza ricambiò, uscendo di volata dal negozio. Dei piedi erano ancora davanti al negozio. Anna si avvicinò e pestò quelli di Harry, che iniziò a saltellare. “Che cavolo ti viene in mente eh?! Mi devi i soldi della mia ultima paghetta!” ringhiò nervosa. “Potevi almeno scucire un po’ di informazioni!” sbottò il ragazzo. La castana lo guardò adirata. “Segreto professionale non ti dice nulla vero?!” sbuffò ancora Anna. Harry si voltò verso Ron. Che annuì. “Malfoy ha il Marchio Nero, ne sono sicuro…” disse. Hermione strinse i pugni. Non credeva che quel ragazzo fosse così idiota. Giulia si preparò allo schiaffo, ma Anna la superò. Un rumore sordo si fece largo nel viale. E le cinque dita stampate sulla guancia di Harry erano l’effetto visivo. “Non dire mai più una cosa simile!” esclamò la castana. Non con la solita voce aggressiva. Solo. Tremante. “Ma l’hai visto anche tu! Malfoy ha mostrato qualcosa a Sinister, e l’ha spaventato!” intervenne Ron. Hermione gli pestò un piede. “Magari era un’irritazione cutanea…” buttò li Giulia. Anna si voltò e si incamminò verso il negozio dei gemelli. Cercando di trattenere le lacrime. “Allora siete proprio due deficienti di prima categoria!” esclamò esasperata Hermione. Ron la guardò dubbioso. “Non vi azzardate mai più a dire cose simili di fronte ad Anna!” le diede ragione Giulia. “Ma le prove…” iniziò a dire Harry. “Quali prove? Eh? Avanti! Io non ne vedo!” sbottò Hermione. “Bhe…l’oggetto da riparare…Sinister impaurito…” iniziò ad elencare Ron. “Voi non sapete come ci si sente quando...mettetevi nei panni di Anna! Non è esattamente una bella cosa sapere che la persona che ami di più al mondo rischia la vita ogni singolo minuto del giorno! No…certo…voi non sapete cosa vuole dire avere un Marchio che brucia sulla pelle…e non ve ne preoccupate nemmeno!” li rimproverò arrabbiata Giulia. Poi, prese a braccetto Hermione. Ed insieme raggiunsero Anna. I due ragazzi si guardarono straniti. “Tu hai capito cosa voleva dire?” chiese Ron. Harry scosse la testa. Impiegarono un’altra ora per finire le compere, poi tornarono alla Tana. Anna non parlava con Harry. E nemmeno Giulia ed Hermione ne avevano molta voglia. Tornarono a casa. Mentre la pioggia ricominciava a scendere. Erano le 21.30 passate. Le ragazze erano in camera a fare le loro solite cose. Hermione contemplava i suoi G.U.F.O.. Cosa che faceva almeno una volta al giorno dal loro arrivo. Giulia ascoltava l’mp3. Mentre Anna fissava il soffitto dal suo letto. “Credete davvero che Draco…sia…insomma…” chiese d’improvviso. Hermione scosse la testa. “Non dare ascolto a quei due…sai com’è fatto Harry…deve avere una paranoia ogni anno…” sorrise. Giulia annuì. “Non pensarci…sono solo chiacchiere…” le diede ragione. La castana annuì. E tornò a richiudersi nel suo silenzio. L’ultima settimana passò veloce. Tra giochi con la nuova Puffola di Ginny. Anna che evitava di parlare ad Harry. Hermione euforica per i G.U.F.O.. E Giulia impaziente per l’inizio del nuovo anno scolastico. Così arrivò la sera del 31 agosto. Ginny e Mary Kate avevano già preparato i bauli il pomeriggio. Così erano state ingaggiate da Molly come lavapiatti. Fleur cinguettava con Bill in salotto. Mentre gli altri adulti parlavano tra loro. I tre uragani invece erano in camera. A sistemare le cose da portare ad Hogwarts. Il resto le avrebbero lasciate ai genitori. Anna aveva l’intero baule sparso sul letto. Hermione aveva sistemato tutti i vestiti per tipo, ripiegati. Giulia aveva metà roba sul letto, mentre l’altra metà per terra. Insomma, la camera era un caos totale. “Ragazze, che disordine! Non ce la farete mai se non riordinate qualcosa!” le rimproverò Hermione. Anna la guardò scettica. “A che serve riordinare i vestiti per tipo?” rimbeccò. Il prefetto sbuffò. “Così poi non devo mettere sottosopra tutto il baule se cerco qualcosa…se per esempio voglio una camicia primaverile, so che si trova nell’angolo dei vestiti primaverili!” spiegò poi. Anna scosse la testa esasperata. “E se ti dimentichi di rimetterla li poi?” le chiese Giulia. Hermione sorrise con fare superiore. “È la prima cosa che faccio quando mi cambio…” rispose. “E scusa…i farmaci anti-uscite stupide dove li tieni? Perché per ragionare così mi sa che li hai persi…” ghignò Anna. Giulia rise. “Molto spiritosa! Dovresti provarci anche tu a riordinare i vestiti! Così almeno risparmieresti tempo e fatica a quei poveri elfi domestici ogni mattina…” sbottò Hermione. La castana si voltò dalla parte del letto del prefetto. Sorridendo diabolicamente. “Sarebbe così grave…se io…” iniziò a dire. Poi, di scatto, iniziò a mischiare tutti i vestiti. Hermione impallidì. “Et voilà! Questo dalle mie parti, si dice ordine!” sogghignò, mostrando la massa di vestiti. Il prefetto per poco svenne. Giulia scosse la testa. “Questa me la paghi!!!” esclamò Hermione, rinvenuta. Anna le fece la linguaccia. Il prefetto si armò di cuscino e lo tirò alla castana. Che però si abbassò facendo colpire Giulia. “Non volevo intervenire…ma ora sarò costretta…” sorrise. Così prese il suo cuscino e colpì Anna. Che a sua volta colpì Hermione. Che di seguito aveva preso Giulia. Una tipica reazione a catena. Quanto tutte e tre furono stremate sul pavimento, la battaglia finì. “Proclamo bandiera bianca!” disse Giulia. Le altre annuirono. Anna dovette aiutare Hermione a rimettere apposto, trattenendo le sue smorfie quando le passavano sotto agli occhi magliette rosa. Appena tutto fu come prima, ognuna tornò al suo baule. Giulia non aveva scartato quasi nulla. Dopo aver passato del tempo china sul suo bagaglio, si stiracchiò. Anche Hermione non aveva rinunciato a nulla. Era stata una fatica il solo gesto del lasciare sul letto quei libri che aveva già letto in quei giorni. Anna stranamente aveva ripiegato tutto con cura, in modo da non dover lasciar fuori nulla. Chissà cosa ne avrebbe fatto sua madre. In un momento di paura, si voltò e vide Hermione prendere un libro. Non era uno dei soliti mattoni. Aveva la copertina azzurra. E il prefetto lo stava trattando con più cura degli altri oggetti. “Hey Herm…cos’è quello?” le chiese la castana. Hermione arrossì. “Niente…” sussurrò. Giulia si avvicinò curiosa. “È un album!” esclamò. Il prefetto tossicchiò. “Hai le foto dei tuoi? Di Ron? Avanti vediamo!” le pregò Anna. Lei arrossì ancora di più. Però si diresse verso il letto di Ginny, il primo libero. E vi si sedette. Le amiche la raggiunsero. Giulia si sedette accanto a lei, mentre Anna si posizionò dietro Hermione, con le gambe incrociate. “Questo…è l’album con le foto che abbiamo fatto durante tutti questi anni…” sorrise il prefetto. Aprì piano la copertina. Scorse la prima pagina.  What day is it and in what month, this clock never seemed so alive. C’erano una serie di foto babbane che ritraevano due sposini. Poi a loro si era aggiunta una bambina. “Eri tu da piccola? Che amore!” sorrise Giulia. Hermione annuì. Gli stessi capelli. Gli stessi occhi. La ragazza voltò la pagina. Una scritta all’inizio del foglio. “Hogwarts, primo anno” lesse Anna. I can't keep up and I can't back down, I've been losing so much time. C’erano poche foto. La prima ritraeva una bambina nella sua uniforme, con una postura fierissima. Libri in mano. Era lei. La piccola Hermione. Quella che avevano incontrato nel viaggio di andata per Hogwarts. Sull’Espresso. E senza farlo apposta, si erano ritrovate in camera tutte e tre assieme. Lei, che con quelle due bambine così chiassose pensava di non riuscire a convivere. Poi altre foto. Con Harry e Ron. Giulia ed Anna. Una foto dei gemelli che camminano in Sala Grande. Cause it's you and me and all of the people with nothing to do nothing to lose. “Questa l’ho fattaio!” esclamò Giulia. Hermione annuì. L’amica aveva portato una macchina fotografica babbana, di quelle usa e getta, e lei l’aveva incantata in modo che facesse foto magiche. And it's you and me and all of the people and I don't know why. Iniziarono a sfogliare l’album. Immergendosi nei ricordi. Il secondo anno. Con le sue paure. Quando Hermione era stata pietrificata dal Basilisco. Ed Anna l’aveva seguita poco dopo. Giulia era rimasta da sola. Aveva chiesto appoggio ad Harry. Impaurita. Persa. I can't keep my eyes off of you. Il terzo anno. Con i suoi Dissennatori. I Mollicci. Lupin. Piton che le aveva salvate alla Stamberga. E il sentimento per lui in Giulia era cresciuto. Come ammirazione. Credeva lei. Ma in realtà era qualcos’altro. All of the things that I want to say just aren't coming out right. E finalmente. Il quarto anno. Una foto di loro tre. Tutte in vestito da cerimonia. Pronte per il Ballo del Ceppo. Giulia col suo vestito viola. Anna attorniata di tulle nel suo vestito nero. Ed Hermione. Fasciata nel vestito azzurro. Tutte e tre sorridenti. I'm tripping inwards you got my head spinning I don't know where to go from here. Quello si che era stato un anno propizio. Anna si era messa con Draco. Giulia si era avvicinata a Piton. Mentre Hermione. Avrebbe tanto voluto essere considerata di più che un’amica. Così passarono all’anno appena trascorso. Il quinto. Con le sue Umbridge. Le punizioni. Cause it's you and me and all of the people with nothing to do nothing to prove. Eppure, loro tre erano sempre sorridenti nello foto. Perché? Perché erano assieme. Avrebbero affrontato tutte le difficoltà. Così. Spalleggiandosi. Come al Ministero. Loro tre. I Tre Uragani di Hogwarts. Hermione chiuse l’album. Le foto erano finite. Si guardarono. Anna si buttò letteralmente addosso alle amiche. Abbracciandole. “Ragazze…vi voglio bene!” esclamò. And it's you and me and all of the people and I don't know why. Hermione iniziò a singhiozzare. Giulia rise e strinse Anna. “Dai Herm! Non ti ho mica detto che sei una racchia!” sbottò la castana offesa. Il prefetto scosse la testa. “Tu sei…sei stata…gentile…anche io vi voglio bene!” squittì poi, abbracciando strette le amiche. Anna rise. “Herm!!! Non stringere!!! Le ossa mi servono!!” protestò Giulia. Le tre si staccarono ed iniziarono a ridere. Poi, Giulia le guardò. Prese per mano le sue amiche. Come aveva fatto quella notte al Ministero. “Insieme…qualunque cosa accada…” disse sorridendo. Hermione annuì. “…sempre…” continuò, stringendo la mano. “…contro ogni difficoltà!” concluse Anna, stringendola a sua volta. Poi, si guardarono ancora. I can't keep my eyes off of you. E sorridendo, tornarono ai loro bauli. Appena Ginny e Mary Kate arrivarono, dovettero spegnere le luci. Ognuna nel proprio letto. pensava. Mary Kate avrebbe rivisto Blaise. Anche se un vecchio sentimento stava riaffiorando in lei. Scosse la testa e si voltò verso la finestra. Ginny non pensava a Dean. Nonostante ci stesse assieme. No. Solo una persona le occupava la testa. Chiuse gli occhi. Cercando di non vedere quegli occhi verdi. Hermione era sempre nervosa prima del ritorno a scuola. Però quella sera il suo maggior pensiero non era lo studio. Ron. Sempre e solo lui. Anna non aveva messo da parte quel giorno a Notturn Alley. Ma non poteva nemmeno chiedere spiegazioni a Draco. Anche se in quel momento. Voleva solo vederlo. Giulia, euforica, si rigirava nel letto. Finalmente avrebbe potuto stare con lui tutti i giorni. Tutte le sere. Cantare per lui. Sorridere per lui. Così. Pian piano. Tutte si addormentarono con i loro pensieri. Le rinunce. Gli amori. In attesa del nuovo anno scolastico, che avrebbe riservato loro molte sorprese. E cambiamenti.

  
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