Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: Marie Claire    27/03/2013    0 recensioni
Konradin è un ragazzo come tanti.
vive a Berlino, insieme ai cugini Ludwig e Gilbert Beilschmit, va a scuola, non ha molti amici, e ha una cotta per Margherita, una ragazza che più diversa da lui non potrebbe essere.
Ludwig è un tipo serio, non perde tempo in cose inutili, ma la sua vita regolare e tranquilla verrà scombussolata da Feliciano, aspirante pittore.
Gilbert è convinto di essere il meglio di tutti e che nessuna possa resistergli, quando riceve regolarmente due di picche(e padellate) da Eliza, mangaka in erba.
intorno alle vicende dei tre protagonisti si intrecciano anche quelle degli altri personaggi, in una Berlino sonnacchiosa ma caotica.
mi cimento con Hetalia, accetto critiche e consigli utili!
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Arrivano!
 
 
 
–ehi Gil … sei proprio sicuro di volerti fermare ancora qui?
–oui, l’ultima volta Ivan non aveva intenzioni amichevolissime.
Il ragazzo si limitò a guardarli sprezzante.
–pfah, non avrete mica paura di un russo soltanto perché è grande e grosso, vero?!
–…
–…en verdad, nosotro-
–kesesesese! Dentro, che volete che faccia, avvelenarci la birra?
–probabilmente no. Prima ci servirà il conto, poi ci avvelenerà la birra.
Purtroppo per loro, Gilbert voleva il suo boccale mattutino, e niente e nessuno(nemmeno un russo mastodontico capace di ucciderti con un sorriso) lo avrebbe fermato.
Pertanto, entrarono.
Il locale era affollato, e il morivo lo scoprirono qualche minuto dopo.
–il principale è stato trascina-ehm, ha accompagnato sua sorella in centro, quindi ha lasciato la gestione a Eduard e me-spiegò Toris ai tre amici mentre prendeva le ordinazioni.
–e infatti adesso è pieno di gente, ma chissà come mai-sogghignò Francis.
–ma tu smetterla di spettegolare no, stupid blondie?
Arthur li guardava stizzito dal tavolo accanto, riempito come al solito per tre quarti di libri.
–e tu mai di essere tanto simpatico, eh, cherie?
–non mi chiamare in quel modo, non sono una delle sciacquette  con cui ti vedi!
–sempre meglio di una certa zittellona acida di nostra conoscenza, vero?-ridacchiò Gilbert da sopra una birra color beige.
Il colorito dell’inglese assunse una tonalità purpurea. Quanto parlò di nuovo, la sua voce era fredda e tagliente quanto la lama di un rasoio.
––questi non sono affari che ti riguardano. Se non vi spiace, ritorno ai miei “mattoni”, che digerirò più in fretta di quanto faccia tu con quella roba che ti scoli.
E si immerse nella lettura del libro più vicino. Il trio lo fissò basito e sorpreso per un po’, per poi continuare a parlare(o meglio, sparlare) del più e del meno.
Arthur li fissava irritato con la coda dell’occhio.
Che ne potevano sapere loro, di come si sentiva lui, della sofferenza che aveva provato, e provava, per una persona a lui cara che ora non lo avrebbe mai ricambiato?
Francis, d’altra parte, mentre chiacchierava con Gilbert e Antonio, aveva notato che l’inglese aveva qualcosa che lo rodeva nel profondo.
“che l’acido e apatico inglese soffra per amore? Sarebbe una novità … però, se fosse così … io non potrei dirgli proprio niente.”
Cosa poteva aver passato quel tipo, trasferitosi tre anni prima in Germania, così distante e distaccato dal mondo, persino quando fissava la gente che passava fuori dalla birreria con occhi vuoti?
All’improvviso, questi ultimi scintillarono.
Una luce strana, come di felicità, rimpianto, dolore e perdita si agitava dentro le pupille dell’inglese.
Una luce che si trasformò in allarme.
–io … devo andare-disse prendendo su tutte le sue cose e cacciandole alla rinfusa dentro uno zaino.
–il conto!-gli urlò dietro Toris.
–tenete pure il resto-lasciò una banconota sul tavolino e uscì il più velocemente possibile.
–ehi … que pasa?
Chiese Antonio piuttosto perplesso.
–non so … è fuggito come se avesse visto un fantasma.
Qualche secondo dopo, la porta secondaria si aprì fragorosamente.
–hi! Avete degli hamburger?
Un ragazzo alto e ben piazzato, nonostante i lineamenti gli dessero appena sedici anni, dai i capelli castano chiaro con uno strano ciuffo che sfidava la legge di gravità, e un paio di occhiali portati negligentemente sul naso, si fiondò dentro come un ciclone, seguito da altre due figure più basse e mingherline.
–geeez, ho una fame che non ci vedo più! Voi no?
–ve! Non ti preoccupare, voi ordinate pure, io sono a posto!
–lo stesso per me, Alfred-san …
Antonio guardò con più attenzione il secondo ragazzo che aveva parlato.
Quel ricciolo … quei capelli castani, seppur più chiari, quell’aria rilassata … gli ricordavano qualcuno …
–perdona … per caso conosci Lovino Vargas?
Il castano si girò verso di lui sorridendo amichevolmente.
–sicuro, è mio fratello maggiore!
–cosacosacosa?! Sei imparentato con quel musone?! Davvero?
Gilbert era scioccato. Come poteva quel ragazzino tanto amichevole e tranquillo avere legami di sangue con quel musone più scorbutico di uno scaricatore di porto?!
–ve, non è musone, è un po’ … difficile, il mio fratellone, ma non è cattivo!
Gilbert stava per ribattere, quando Francis lo prese sottobraccio.
–amico mio, direi che riguardo a parentele impensate, anche tu non sei immune, oui?
In effetti, pensando a quanto fosse serio Ludwig e scapestrato Gilbert …
–ehi, Felì, chi sono questi tizi?
Il ragazzone stava divorando l’agognato hamburger, guardando con curiosità il gruppetto seduto.
–oh, ehm …
–Antonio Fernandez Carriedo, Ludwig Beilschmidt, Francis Bonnefoy, piacere.
–piacere mio! Loro sono Alfred F. Jones, Kiku Honda, e io sono Feliciano Vargas, ma chiamatevi pure Felì!
Al contrario di Kiku che si limitò a salutare rispettosamente con la testa, Alfred quasi stritolò le mani dei presenti.
–io sono Alfred, ma chiamatevi pure Hero!
Stavano per partire un paio di battute che avrebbero compromesso il clima felice della mattinata, fortunatamente soppresse sul nascere da Francis, che si rivolse a Feliciano.
–bien, cosa vi porta in Germania?
–già, Lovi diceva che stavi studiando all’estero!
–noi studiamo in una scuola d’arte, e siamo qui per prendere parte a un concorso internazionale!
–ve, rappresentiamo la scuola!
–però! e che-
BIPBIPBIPBIPBIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP!
–Felì rispondi a quell’affare!
–subito! Ve! Pronto. Nonno, noi- …. Ah, capito, ok. Sì, ci vediamo lì.
–tuo nonno?
–sì, ha detto che sta venendo a prenderci! È stato bello conoscervi!
–ci vediamo!
Uscirono seguiti da un fischio di Gilbert.
–certo che Lovino ha proprio due fratelli che più diversi da lui non potrebbero essere, eh?
–a chi lo dici, però anche lui a modo suo è simpatico, vale.
–quando, a ogni morte di papa?
francis rimase in silenzio.
Quel ragazzo, Alfred …
C’entrava qualcosa con Arthur?
Di sicuro, con un temperamento del genere, ci sarebbero state diverse novità.
l’apatia dell’inglese non avrebbe retto a lungo, pensò maliziosamente …
  
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