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Autore: Despicable Meggs    27/03/2013    3 recensioni
Un nuovo caso. Una missione sotto copertura che li porterà lontani da casa. Ma non tutto andrà secondo i piani, nel bene e nel male.
Una nuova avventura con risvolti TIVA.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

 

Tony e Ziva passarono i giorni successivi indagando sugli spacciatori e seguendone gli spostamenti con l'aiuto di McGee e del segnalatore, che con tanta fatica erano riusciti a mettere nel cappotto della donna. Intanto dovevano anche cercare di far comprare a qualcuno quella cocaina per non essere scoperti. Gibbs aveva quindi contattato le forze di polizia locale per spiegargli la missione e questi avevano mandato degli agenti infiltrati a comprare la droga così da non far correre rischi a Tony e Ziva. Anche perché quella non era la loro giurisdizione e quindi presto o tardi avrebbero dovuto coinvolgere la polizia tedesca.

La polizia apprezzava molto l'aiuto degli agenti americani. Erano anni che cercavano di prenderli con le mani nel sacco ma non c'erano mai riusciti. In effetti da quello che potevano vedere grazie al localizzatore i due non svolgevano nessuna attività illegale a parte consegnare la droga alle varie coppie di volta in volta coinvolte. Anzi conducevano una vita normalissima, facevano quello che normalmente fanno marito e moglie. Alla mattina andavano al lavoro e rincasavano la sera. Lei era un'impiegata in un'azienda farmaceutica, lui era un chimico. Ecco spiegato come si procuravano la droga. Spesso uscivano per bere qualcosa o per una passeggiata. Insomma non facevano niente che potesse far sospettare di loro o che potesse permettere alla polizia di arrestarli.

Tony e Ziva contattavano Gibbs ogni sera per mantenerlo informato e per farsi aggiornare sugli spostamenti degli spacciatori. Aspettavano il momento giusto per uscire allo scoperto ed arrestarli. Una mattina dopo aver aspettato che uscissero per andare al lavoro decisero di introdursi in casa loro per vedere se era lì che producevano la droga. Speravano che quello fosse il luogo dove tenevano il laboratorio. Sarebbe stato infatti più facile arrestarli. Ma purtroppo non trovarono niente.

La giornata era stata molto pesante e la sera crollarono dal sonno. Quella notte però per Ziva fu più difficile de solito. Ogni notte faticava a dormire e faceva di tutto per non disturbare Tony. Non che fosse difficile, quando dormiva era quasi impossibile svegliarlo. Ma quella notte si svegliò più spaventata del solito a causa di un incubo che la perseguitava da quando era tornata dalla Somalia: sognava Saleem che la torturava per estorcerle delle informazioni sull'NCIS. In realtà non era un sogno, semplicemente continuava a rivedere nella sua testa ciò che le era stato fatto. È ogni volta che sognava le sembrava reale, le sembrava di essere di nuovo là. Si sedette di scatto sul letto: era sudata e respirava affannosamente. Così si alzò e andò alla finestra. La aprì e respirò un po' d'aria fresca sperando di riuscire a calmarsi senza svegliare Tony.

Appena sentì l'aria fredda sulla faccia Tony si svegliò, si girò verso la finestra e vide Ziva appoggiata con le mani al davanzale. Sembrava agitata. Si alzò e andò subito a vedere cosa le stesse succedendo.

"Ziva... Che fai? Si gela fuori... Perché hai aperto la finestra?" Chiese Tony confuso. Era ancora un po' assonnato ma l'aria fredda lo svegliò velocemente. Lei non rispose. Era ancora troppo scossa da quello che aveva sognato per riuscire a parlare. Tony la guardò in faccia e capì subito che qualcosa non andava. Vide il panico nei suoi occhi.

"Ti senti male?" le chiese mettendole una mano sulla schiena. Sentì che stava tremando. Così prese la felpa che aveva lasciato sulla sedia e gliela mise sulle spalle.

"Stai congelando" disse cercando di farla spostare ma lei si ritrasse.

"Lasciami in pace Tony... Va tutto bene" disse cercando di non piangere.

"Davvero!? Non si direbbe..." disse Tony in modo ironico. A quel punto Ziva iniziò a piangere. Lui rimase sorpreso da quella reazione, non l'aveva mai vista così. La tirò a sè e l'abbracciò stringendola forte, lei non oppose resistenza. Anzi lo strinse ancora più forte. Da quel gesto capì che doveva stare davvero male; normalmente lei lo avrebbe respinto.

"Hey, Mossad che hai?" disse accarezzandole la schiena cercando di calmarla.

"Non riesco a togliermi dalla testa quello che ho passato in Somalia... Quello che quel Saleem mi ha fatto... Ogni volta che chiudo gli occhi rivedo tutto e ogni notte sogno qualche tortura o violenza..." rispose lei staccandosi da lui e guardandolo negli occhi. Alla parola "violenza" Tony si irrigidì.

"Violenza? Ziva ti ha violentata?" chiese lui sconvolto. Lei non rispose ma quel silenzio fu piuttosto chiaro. "O mio Dio Ziva... Mi dispiace..." poi lei si accasciò a terra. Ormai era senza difese. Era questo l'effetto che le faceva parlare con lui e lei lo sapeva. Infatti aveva sempre evitato di raccontargli tutta la storia. Era sempre stata una persona forte, non faceva mai trasparire la sua sofferenza.

Tony chiuse la finestra, si mise seduto al suo fianco, la prese tra le braccia e lasciò che si sfogasse. "Perché non me ne hai parlato prima... Lo sai che mi puoi dire tutto!" le disse accarezzandole i capelli. Non poteva credere a quello che le aveva appena detto; soffriva anche lui sapendo quello che aveva passato. Lei continuava a piangere. Non l'aveva ancora fatto da quando era tornata in America. Aveva solo cercato di reprimere i brutti ricordi sperando che sparissero in fretta.

"Tony io... Sto così male..." disse in preda alla disperazione.

"Posso solo immaginare cosa tu stia passando. Ma non preoccuparti, ora ci sono io ad aiutarti. Andrà meglio vedrai..." disse Tony. Aspettò che si calmasse poi la aiutò ad alzarsi e la portò a letto. La fece distendere, la coprì e fece per tornare sul divano. Avrebbe voluto rimanere nel letto con lei ma non voleva essere troppo invadente.

Ziva lo afferrò subito per un braccio e gli disse "Dove vai? Vieni nel letto con me ti prego... Non voglio restare da sola".

"Certo" rispose lui. Poi si sdraiò accanto a lei, le fece appoggiare la testa sulla sua spalla e le diede un bacio sulla fronte. Avrebbe voluto darle un vero bacio, un bacio che esprimesse l'amore che provava per lei. Ma sapeva benissimo che quello non era il momento giusto.

Lei lo abbracciò ricominciando a piangere.

"Sfogati" le disse Tony "Starai meglio...". Lasciò che piangesse fino a quando sfinita non si addormentò.

La mattina seguente quando Tony si svegliò vide che Ziva dormiva ancora appoggiata a lui. Rimase per un po' a fissarla. Era felice di poterla tenere fra le braccia, anche se il motivo per cui avevano dormito abbracciati non era quello che avrebbe voluto; l'ultima cosa che voleva era vederla star male come era successo quella notte. Avrebbe voluto parlare con lei di quello che le aveva raccontato la notte prima ma conosceva bene Ziva. Sapeva che aveva bisogno del suo spazio e non voleva crearle altri problemi.

"Come stai?" le chiese a Tony quando lei si svegliò. "Sappi che quando sarai pronta a parlarmi di quello che è successo io sarò lì per te."

Lei lo guardò e gli disse "Grazie". Dopo quella notte avrebbe voluto dirgli quanto lo amava e quanto lui fosse fondamentale nella sua vita ma quella mattina non era dell'umore giusto e non voleva rovinare tutto.

Si alzarono e si prepararono. Li aspettava un'altra intensa giornata. Mentre Ziva era in bagno Tony continuava a ripetersi "Devi dirglielo quello che provi, devi dirle che la ami. In fondo sono tre semplici parole: io ti amo! Perché sei così stupido". Ma per quanto fossero semplici non riusciva a pronunciarle. Aveva paura che lei non fosse pronta. O forse aveva paura e basta. Fece però una promessa a se stesso: prima di tornare a casa le avrebbe confessato il suo amore.

Quella mattina pensarono che fosse meglio andare in giro e fingere di vendere la droga ai poliziotti che si fingevano compratori. Sapevano di essere tenuti d'occhio, ma non avevano mai visto nessuno di sospetto in giro.

"Forse mentivano quando dicevano che ci avrebbero controllato. Forse l'hanno detto solo per spaventarci" disse Ziva. Poi fece una piccola pausa e aggiunse. "Oppure potremmo essere sotto controllo in questo momento. Non mi piace questa situazione".

"Si infatti. Dobbiamo stare attenti. E speriamo che tutto vada bene. Ho un brutto presentimento... Sta andando tutto troppo liscio".

Riuscirono a smaltire tutta la roba nei due giorni successivi e la sera prima dell'incontro ripassarono il piano per il giorno seguente. Avevano deciso che era il momento giusto: li avrebbero arrestati mentre erano all'incontro. Avrebbero aspettato che gli venisse consegnato il nuovo carico di droga e poi la polizia del luogo avrebbe fatto irruzione. Così nel pomeriggio avevano spiegato come pensavano di agire al poliziotto incaricato di eseguire l'arresto e poi avevano chiamato Gibbs per informarlo. Dopo aver cenato tornarono in camera, Ziva si fece la doccia per prima e Tony subito dopo di lei.

Poi andarono a dormire. Tony preparò il divano. Anche se il giorno prima avevano dormito insieme non sapeva se lei lo avrebbe fatto continuare a dormire con lei.

Ziva continuava a pensare a quello che era successo la notte precedente, alla dolcezza che Tony aveva usato con lei. "Puoi dormire nel letto se vuoi..." disse facendogli spazio "Ma tieni le mani a posto".

Tony non se lo fece ripetere due volte e andò subito sotto le coperte.

"Le mani le tengo sotto il cuscino ok? Così siamo sicuri che non finiscano dove non devono andare" disse lui scherzando "Ma se preferisci puoi ammanettarmi".

"Ti consiglio di chiudere la bocca se non vuoi tornare di corsa sul tuo bel divano" rispose lei avendo colto il doppio senso dalla battuta di Tony.

"Ok... allora buonanotte" disse lui.

"Notte" rispose Ziva.

Si girarono su un fianco cercando di addormentarsi. Ma nessuno dei due riuscì a prendere sonno. Dopo un po' Ziva chiese "Dormi Tony?".

"Ancora no... perché?" rispose lui voltandosi verso di lei.

"Posso parlarti di una cosa?" gli chiese.

"Certo" rispose lui.

Così lei finalmente si liberò del peso che aveva portato fino a quel momento. Gli raccontò tutto della Somalia. Lui le teneva la mano e anche se era buio e non poteva vederla in faccia sapeva quanto fosse difficile per lei parlarne e quanto stesse soffrendo.

Concluse dicendo semplicemente "Grazie per avermi ascoltata".

Dopo che lei ebbe finito lui le disse "Mi dispiace molto per quello che è successo. Io vorrei farti stare meglio... Cosa posso fare?".

"Lo stai già facendo Tony" disse Ziva. "Non so come avrei fatto senza di te. Tu mi hai salvata... Se non fosse stato per te io sarei morta. E nonostante io non ti abbia dimostrato molta gratitudine, tu sei ancora qui pronto ad aiutarmi e...".

Ma Tony non la lasciò finire di parlare. Si avvicinò a lei e la baciò. Finalmente riuscì a farlo. Era da molto che sognava quel momento. Lei ricambiò immediatamente. Fu un bacio lungo e intenso.

Quando Tony si staccò le disse "Ti amo Ziva".

"Anche io ti amo Tony".

E finalmente fecero l'amore. Aspettavano entrambi quel momento da molto. Anche se nessuno dei due l'avrebbe ammesso all'altro.

 

 

Angolo dell'autrice:

Ecco il nuovo capitolo!

Spero che vi sia piaciuto, soprattutto a chi è fan Tiva come me! :)

Aspetto i vostri commenti!

Baci Baci :)

 
  
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