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Autore: DreamingAdelaide    27/03/2013    2 recensioni
Solite vacanze con i genitori, solito posto, solita vita. Un giorno salvi un coniglio da una trappola per animali e ti ritrovi una fata dei boschi che ti promette il ragazzo dei tuoi sogni. Hai una settimana per farlo innamorare di te e sarà tuo per sempre.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Don't wanna be without you

Mi svegliai nel cuore della notte dopo un terribile incubo. «Shh, va tutto bene» sussurrò una voce al mio fianco.
Mi fece stendere fra le sue braccia e mi accarezzò una spalla. «Che succede?».
Iniziai a piangere. «Le cose con Harry non funzionano e non so cosa fare. Tu e lui siete le persone che mi legano di più al mio passato e non voglio perdervi» piagnucolai nel delirio del sonno.
«Andrà tutto bene»
«Me lo prometti, Niall?».
Non sentii nulla se non il suo respiro per un paio di secondi. «Te lo prometto, piccola».
Richiusi gli occhi e, quando li riaprii, era magicamente già mattina.
Come al solito nel letto con me non c'era nessuno.
Scesi velocemente di sotto a fare colazione. «Buongiorno» esclamai entrando ma la cucina era vuota. Guardai l'orologio pensando che fosse presto ma non era così. Di solito, a quell'ora, c'era almeno Liam già sveglio.
«Dove diamine sono finiti tutti?».
Una sensazione di abbandono mi assalì e iniziai a controllare tutte le stanze, finché non trovai una sagoma a dormire in un letto.
Mi avvicinai di qualche passo e scorsi una folta chioma riccia.
«Harry» lo scossi.
Lui si voltò a guardarmi ancora assonnato.
«Hey. Che... che succede?».
Sentii di vivere un dejavu. Aveva avuto la stessa intonazione della persona che mi aveva consolata quella notte.
Lascia perdere e arrivai al punto. «Di sotto non c'è nessuno. Sono sola» mi lagnai.
Sorrise delle mie nenie con ancora gli occhi socchiusi dal sonno. Si allungò nel letto per sgranchirsi, poi si alzò e raggiunse la porta fermandosi sulla soglia. «Andiamo?»
«Mi fai compagnia?» chiesi raggiungendolo fuori dalla stanza.
«Si».
Scese velocemente le scale e io lo seguii. Il tempo di arrivare in cucina che già si era messo ai fornelli. «Pancakes?» chiese.
Annuii e mi sedetti di fronte a lui. Lo osservai per tutto il tempo in silenzio.
«Per quanto tu dica di essere cambiata, non lo sei affatto» esclamò a un tratto sorridendo. Si allungò sul bancone avvicinandosi fino a rimanere col suo viso a pochi centimetri dal mio. «Sei sempre la solita»
«Ma smettila!» esclamai imbarazzata e gli lanciai della farina in faccia.
Di tutta risposta, Harry riempì la sua mano di quella polvere bianca e me la lanciò in testa.
Ingaggiammo una vera e propria guerra.
Correvamo per tutta la cucina lanciandoci farina ovunque e tornando, di tanto in tanto, a rifornirci alla confezione.
Rimasi disarmata, così iniziai a correre al sacchetto ma Harry mi fermò stringendo le braccia intorno alla mia vita.
Istintivamente mi voltai e mi persi nei suoi occhi. Lo vidi sorridere divertito dalla mia espressione imbambolata.
Si avvicinò lentamente alle mie labbra lasciandomi tutti il tempo di tirarmi indietro. Deviò in un attimo la direzione dalle labbra al collo, lasciandomi un lento bacio poco sotto l'orecchio destro e continuò fino a raggiungere la spalla.
Gemetti involontariamente. Presi il suo viso tra le mani e lo baciai senza esitazioni.
Lui mi sollevò per i fianchi e mi fece sedere sul tavolo. Strinsi forte le mie gambe intorno al suo bacino per annullare ogni distanza tra i nostri corpi.
Infilò le mani sotto la mia maglia lasciando una mano sulla parte bassa della mia schiena, stringendomi a sé, e con l'altra giocherellò con i ganci del reggiseno.
Ci fermammo all'istante appena udimmo la porta di casa aprirsi. Saltai subito giù dal tavolo e corsi alle scale per rifugiarmi in camera mia.
Tolsi velocemente i vestiti sporchi e ne cercai altri che indossai. Cercai di togliere la maggior parte della farina dal viso e dai capelli, poi corsi in bagno per finire l'opera.
Quando fui sicura di non avere tracce, tornai in cucina.
«Buongiorno» augurai sorridente.
«Eh, lo era. Guarda che ha combinato Harry: c'è farina ovunque!» esclamò Liam quasi al limite dell'isteria.
«Ti ho già detto che mi dispiace, Liam. Mi è volato il sacchetto di mano»
«Dai Liam, non ci pensare» intervenni io. «Una passata di aspirapolvere e va via tutto. Ci penso io».
Liam, anche se non del tutto rassicurato e convinto, prese ciò per cui era tornato a casa e andò via.
Harry tornò ai fornelli mentre io raccoglievo la farina con l'aspirapolvere.
Una volta pulito il pavimento, pensai al tutto il resto. Avrei potuto riordinare l'intera casa pur di non rimanere ferma a rimuginare su ciò che era successo.
Harry ed io restammo in silenzio a lungo e senza guardarci.
Una volta finito i pancakes, se ne salì in camera sua e io feci colazione.
Quando finii, misi tutto nel lavello e andai anch'io in camera mia.
Salita di sopra, provai a chiamare Niall. Il suo cellulare squillava ma nessuno rispondeva.
Provai allora a chiamare Louis che subito rispose. «Allyson, è successo qualcosa?»
«Niente, niente. Volevo solo chiederti se sai dov'è Niall»
«Ora che mi ci fai pensare, è da ieri che non lo vedo»
«E gli altri?»
«Provo a chiedere appena si liberano. Ti mando un messaggio quando so qualcosa».
Staccai la telefonata e tornai di sotto a guardare la TV.
«Ally, hai sentito gli altri?»
«Si, ho appena staccato con Louis»
«Ti ha per caso detto dove sono?»
«No, però mi ha detto che Liam e Zayn erano occupati in qualcosa»
«Allora sono in studio» concluse.
Si sedette di peso al mio fianco e mi chiese con un gesto di poter cambiare canale. Gli lasciai fare perché avevo troppi pensieri per la testa per guardare con attenzione la TV.
Si fermò su un canale sportivo. C'era una partita di calcio tra Manchester City e Manchester United.
Battibeccammo scherzosamente per tutto il tempo. D'un tratto, il cellulare vibrò.

-Louis: Liam ha appena detto che Niall è partito ieri sera tardi per andare dai suoi genitori. Dì a Harry di raggiungerci agli studi di registrazione. Se vuoi, vieni anche tu.

"Ma che c... perché l'ha fatto? No! Stavolta Liam mi sente".
«Harry, dobbiamo andare agli studi di registrazione».
Non se lo fece ripetere due volte. Prese le chiavi dell'auto e uscì di casa mentre io raccoglievo delle cose da mettere in borsa e lo raggiunsi.
Era incredibile come l'imbarazzo fosse sparito. Aveva l'innata capacità di cancellare qualsiasi umore che non fosse sereno. Anche dopo la litigata della sera precedente, anche dopo il momento di follia di quella mattina, con lui ci stavo bene.
Arrivati agli studi, Harry si mise subito a lavoro.
Liam e Zayn erano in pausa così li raggiunsi. Mi piantai dinnanzi al primo. «Perché?».
Zayn captò la tensione nell'aria e si allontanò. «P-perché cosa?» chiese guardandosi intorno.
«Perché Niall è andato dai genitori proprio oggi? È successo qualcosa?»
«Non è successo nulla, stai tranquilla»
«E allora perché?!» sbattei un pugno sul bancone e tutti si voltarono a guardarci.
«N-non lo so, Allyson. Non lo so»
«Mi stai mentendo. Ti ho permesso di farlo fin'ora ma ora basta. Parla, porca miseria!»
«T-ti giuro che non so nulla. Mi stai spaventando, Ally».
Feci un respiro profondo chiudendo gli occhi e andai poi a sedermi su un divanetto vicino al mixer.
Guardai il grande quadro elettrico pieno di leve e bottoni.
"Dev'essere difficile lavorare con questo aggeggio".
Mi avvicinai per osservarlo da più vicino. «Non toccare nulla, per favore. Stiamo registrando» mi chiese un ragazzo che doveva avere più o meno la nostra età.
«No, no, tranquillo. Ero solo curiosa di vedere, non avrei toccato nulla».
Guardavo i ragazzi cantare ma non potevo fare a meno di pensare a Niall. Più ci pensavo e più la mia rabbia cresceva.
D'un tratto, ebbi come un'insight. "Se Niall è partito ieri sera, chi mi ha consolata stanotte?".
Una voce mi distrasse, forse era quella del manager. Ci disse che potevamo andare a pranzo, poi si fermò a fissarmi dalla testa ai piedi e andò via.
Mi avvicinai ad Harry che mi cinse le spalle con un braccio. «Dove vuoi andare per pranzo?».
Ci pensai un pò su. «Non lo so. Andiamo al McDonald's?».
Lui sorrise e avvertì gli altri. Appena usciti dagli studi, non riuscii a trattenere i miei commenti sul manager. «Il vostro manager mi ha squadrata da capo a piedi. Chiedigli quando posso ritirare la radiografia».
Rise e abbassò lo sguardo. «Lascialo perdere. Vorrebbe comandare sulla nostra vita ma noi non glielo permettiamo».
Entrammo nel McDonald's e ordinammo i nostri panini per poi sederci in un angolo del locale.
«Posso farti una domanda, Harry?»
«Certo» disse mordendo il panino.
«Eri tu stanotte nel mio letto?».
Abbozzò un sorriso con la bocca piena e assentì con la testa. Deglutì. «Però tu hai dato per scontato che fossi Niall»
«Dopo aver litigato con te, avevo bisogno di Niall e lui non c'era. Aveva promesso di esserci sempre»
«Gli esseri umani non sono perfetti, Ally. Anche i migliori a volte sbagliano».
Chiudemmo il discorso e mangiammo in silenzio.
«Quando devi tornare in studio?» chiesi alzandomi per pulire il tavolo.
«Se tu vuoi, posso anche non tornarci» rispose facendo lo stesso.
«Harry, state incidendo un disco, non puoi non andarci. Hai una responsabilità nei confronti della casa discografica e degli altri» lo rimproverai.
Sbuffò alzando gli occhi al cielo. «E va bene! Comunque posso tornate quando voglio».
Buttammo le cose ed uscimmo. Ci dirigemmo in una zona piena di negozi e passeggiammo guardando le vetrine.
Ad un tratto, lui bofonchiò qualcosa che non riuscii ad afferrare. «Cosa?»
«Niente. Ho solo detto che non hai rimproverato anche a Louis che ieri ha disertato le registrazioni per andare al parco dei divertimenti»
«È diverso. Ieri era il nostro giorno, era giustificato».
"Forse anche per questo il manager mi ha guardato male" pensai.
«Perché? Non è giustificabile il voler passare del tempo con la tua pseudo-fidanzata che vuole lasciarti?».
Lo fissai insistentemente mentre lui guardava una vetrina, come se le scarpe col tacco fossero la cosa più interessante del mondo.
Lo abbracciai forte. «Sarebbe giustificabile solo se ne valesse davvero la pena. Insomma, la ragazza vuole lasciarti, cosa ti rimane se trascuri anche la carriera?».
Rimanemmo immobili per un paio di secondi che mi sembrarono interminabili, poi lui sciolse l'abbraccio e sorrise. «Allora, vogliamo proseguire? Abbiamo ancora un pò di tempo prima di dover tornare agli studi».
Senza dire nulla, lo presi per mano e lo costrinsi a camminare. Passeggiammo per quelle vie, mano nella mano e sorridenti, come se fossimo la coppia più felice del mondo.
Alcune ragazze lo riconobbero ma non lo fermarono. "Chissà come appariamo agli occhi degli altri" mi chiesi.
Tornammo agli studi e loro ripresero a lavorare. Zayn mi lasciò il suo computer, cosi potevo fare qualcosa mentre loro registravano le canzoni.
Non sapevo cosa fare, così scrissi su google "Harry ed Ally". Mi uscirono tutte le nostre foto. C'erano anche delle immagini di quel pomeriggio, mentre camminavamo mano nella mano.
"Che carini che siamo! Ecco come siamo agli occhi degli altri: una bella coppia".
Quando tornammo a casa, Niall era lì a giocare con la Play Station.
«Hey Niall, sei tornato» lo salutò Zayn.
«Quando sei tornato?» chiese Louis.
«Circa un'ora fa» rispose.
Fui l'ultima ad entrare e a vederlo e, quando lo vidi, sbattei forte la porta facendolo sobbalzare. Non disse nulla e continuò a giocare indisturbato.
Respirai pesantemente col naso e mi avvicinai a lui. Lo guardai a lungo con le mani sui fianchi battendo nervosamente il piede a terra.
Spazientita dalla sua indifferenza, mi avvicinai alla console e la spensi.
Lanciò un grido di protesta. Ignorandolo, presi il cd del gioco e lo portai in camera con me.
Lui mi seguì. «Perché l'hai fatto?»
«Perché sei sparito tutta la giornata?»
«Avevo da fare».
Feci una risata isterica prima di controbattere. «Posso sapere perché diavolo ti comporti cosi?»
«Non ti riguarda»
«E invece mi riguarda eccome, Niall. Di giorno mi snobbi, di notte vieni a dormire con me. Mi guardi male quando scherzo, parlo o abbraccio gli altri ma, quando lo faccio con te, rimani impassibile. Siamo amici d'infanzia ma sento di conoscere meglio gli altri e di aver passato molto più tempo con loro che con te»
«E cosa vuoi che faccia? Come puoi pretendere che io ti riassuma quattordici anni di noi in un giorno?»
«Tu non ci hai nemmeno provato!».
Restammo in silenzio per un pò. Lui guardava ovunque ma non me.
Ripresi a parlare. «Hai preferito lasciar perdere, buttare all'aria la nostra amicizia. L'altra sera almeno ci hai provato. La scuola, la bambola rotta da Jeremy, il concerto dei Blue, il diploma. Perché hai gettato la spugna? Niall, io ti voglio bene. Perché mi tratti cosi?».
Mi fissò immobile e in silenzio. Io feci lo stesso. D'un tratto mi voltò le spalle e uscì dalla stanza a grandi falcate. Mi tremavano le mani dal nervosismo. «Bell'amico che sei: mi volti le spalle! E meno male che dovevi esserci sempre per me! Bella merda!» gridai sperando che mi sentisse.
Mi innervosii cosi tanto da prendere la prima cosa che mi capitasse a tiro per lanciarla contro il muro mentre la vista veniva annebbiata dalle lacrime. Mi lanciai sul letto per nascondere il viso, rigato dalle lacrime, col cuscino.
Ebbi la malsana voglia di farla finita, poi ricordai che quella non era la mia realtà e che mi bastava chiamare la fata per tornare a casa.
Bussarono alla porta ma lo ignorai. «Va tutto bene?» chiese una voce dall'altra parte della porta.
«Entra Liam» singhiozzai.
Il ragazzo spalancò la porta per poi chiudersela alle spalle e si sedette sul letto al mio fianco. «Cos’è successo?»
«Come se non si fosse sentito»
«Tutti abbiamo sentito la vostra litigata ma te lo chiedo comunque»
«Io non capisco, Liam. Al posto suo non l'avrei trattato cosi. Sembra quasi che non voglia che io ricordi».
Lui restò in silenzio e abbassò lo sguardo, come se avessi colpito nel segno.
«È cosi?» chiesi conferma.
«La vostra amicizia nell'ultimo periodo è stata un pò... burrascosa, con molti alti e bassi» rispose vago.
«Però io adesso non ricordo nulla, potrebbe fare uno sforzo!» sbuffai.
Liam si limitò ad abbracciarmi mentre io ricominciavo a piangere.
«Se vuoi... ti racconto la vostra storia».
Mi asciugai gli occhi e tirai su col naso, poi lo guardai e lui iniziò a raccontare.
«Vi siete conosciuti una domenica al parco quando eravate piccoli. Avete subito fatto amicizia, una di quelle davvero indissolubili, basata sulla sincerità che solo i bambini possono vantarsi di avere. I tuoi genitori ti hanno iscritta alla sua stessa scuola, anche se lui è più grande di due anni. Stavate sempre insieme, eravate inseparabili. Diventati adolescenti, le cose non cambiarono. Lui ti proteggeva come se fossi la sorella che non ha mai avuto e lo stesso era per te, che non hai fratelli. Un giorno, alla festa di compleanno di un suo amico, un ragazzo iniziò a fare il cascamorto con te e lui lo aggredì dicendoti poi che a lui piacevi e così vi baciaste»
Spalancai gli occhi. «Vuoi dire che il mio primo bacio l'ho dato a lui?»
«Esattamente. Dopo quel bacio però, tu gli dicesti che la sua amicizia per te era troppo importante, che non volevi poi un giorno perderlo, e quindi di rimanere amici. Lui accettò.
Più o meno tre anni dopo, al concerto dei Blue, conobbe una ragazza che divenne poi la sua fidanzata, Amy. Da lì il vostro rapporto cambiò. Mi disse che, una volta, tu gli facesti una scenata di gelosia e che ti rinfacciò di averlo respinto quando lui si era dichiarato e che quindi avevi perso il diritto di essere gelosa di un'altra ragazza»
«Mi sembra giusto. Anche se non gli dissi che non mi piaceva, ma che per me era importante la sua amicizia. Va bè, continua»
«Niall lasciò Amy un mese dopo la tua scenata. Di lì a poco, conoscesti noi. Volevi farti perdonare, così ti presentasti alla sua festa di compleanno. Harry impazzì subito per te e iniziò a farti una corte sfrenata. Il vostro rapporto sembrava essere tornato come in principio, finché non litigaste ancora una volta per gelosia e tu ti mettesti con Harry. In tre mesi con lui, il rapporto con Niall è cambiato fino a far quasi scomparire i momenti belli passati insieme. Quando il medico ci disse che avevi perso la memoria, Niall sperò di poterti riconquistare perché, detto con tutta sincerità, non hai mai smesso di piacergli. Una volta mi disse che crede sul serio di amarti».
Il mio cuore fece un tonfo, poi quasi si fermò. Uno strano calore mi salì al viso e un brivido percorse la mia schiena. Sentii uno strano formicolio allo stomaco e immaginai subito che fossero le famose farfalle.
«Mi ama?» sorrisi guardandomi le mani che stavo torturando.
Liam sorrise compiaciuto dalla mia reazione. «Credo di averti racconto anche troppo. Vado di sotto che è quasi pronta la cena, se vuoi scendere noi siamo lì» m’informò premuroso come al solito e uscì dalla stanza.
Decisi di non scendere a cena per non incontrare Niall, un pò per rabbia e un pò per vergogna delle nuove scoperte fatte, e nessuno mi venne a disturbare.
Restai a pensare a lungo sul da farsi, finché non mi addormentai. Sognai tutto ciò che Liam mi aveva raccontato. Sembrava tutto così vero che, nel sogno, mi chiedevo se non fosse quella la realtà a cui ero destinata.
Fui svegliata da una bussata alla porta. «Posso entrare?» chiese il ragazzo biondo facendo intravedere solo il viso e i due occhioni azzurri che spiccavano nel rossore del pianto.
«Vieni, entra».
Entrò e si sedette sul letto impugnando la chitarra.
«Qualche giorno fa, promisi di suonarti qualcosa quando sarebbe stato il mio turno. Lo è ancora, giusto?».
Accennai un si con la testa anche se la mezzanotte era passata da un pezzo.
Iniziò a suonare una musica dolce e lenta. Riconobbi subito quella canzone e sorrisi.

"You'll never love yourself half as much as I love you. You never treat yourself right darlin' but I want you to. If I let you know, I'm here for you. Maybe you'll love yourself like I love you"

Poi la canzone cambiò.

"Baby tell me would it change. I'm afraid you'll run away. If I tell you what I've wanted to tell you, yeah. Maybe I've just gotta wait. Maybe this is a mistake. I'm a fool, yeah. Maybe I'm just a fool, yeah, oh. Girl what would you do, would you wanna stay. If I were to say. I wanna be last, yeah. Baby let me be your, let me be your last first kiss. I wanna be first, yeah. Wanna be the first to take it all the way like this. And if you, only knew. I wanna be last, yeah. Baby let me be your last, your last first kiss".

La musica cambiò ancora, questa volta era di nuovo una musica lenta.

"Close the door, throw the key. Don't wanna be reminded. Don't wanna be seen. Don't wanna be without you. My judgement is clouded like tonight's sky. Undecided, voice is numb. Try to scream out my lungs but it makes this harder. And the tears scream down my face. If we could only have this life for one more day. If we could only turn back time. You know I'll be your life, your voice, your reason to be. My love, my heart is breathing for this. Moment in time I'll find the words to say, before you leave me today".

Fece degli accordi finali e poi fermò le corde della chitarra con una mano. Mi fissò aspettando una mia reazione ma io ero pietrificata. La sua voce. La sua voce mi aveva pietrificata. Ogni mia immaginazione non gli aveva reso giustizia.
«Mio Dio, Niall sei... strabiliante. Sono senza parole».
Sorrise e abbassò lo sguardo. Mise da parte la chitarra e si voltò verso me proprio nel momento in cui mi fiondai ad abbracciarlo.
Mi ritrovai stesa su di lui stretta con le braccia intorno al suo collo.
«Cosi mi strozzi» si lamentò con un filo di voce. Allentai la presa e lo guardai sorridente negli occhi, perdendomi nel loro strabiliante azzurro. Sentii il battito del suo cuore accelerare e lo stesso fece il mio. Ci guardammo a lungo e in silenzio. Eravamo cosi vicini che sentivo il suo respiro caldo sulla pelle. Avvicinai il mio viso al suo e lui s'irrigidì. Mi scappò un sorriso prima di congiungere le mie labbra alle sue. Quando le nostre lingue si toccarono, provai delle sensazioni che non seppi spiegarmi.
Niall mi strinse i fianchi e, in un istante, mi ritrovai sotto di lui. Le mie gambe stringevano forte il suo bacino mentre le sue mani si infilavano sotto la maglia lasciando delle leggere carezze ai lati della schiena. Con un gesto veloce sfilai la maglietta e lui fece lo stesso per poi tornare a baciarmi.
Lasciò una scia di baci lungo il collo fino ad arrivare al mio seno. Scese poi più giù fin sotto l'ombelico e gemetti. «Niall, aspetta» ansimai.
Lui risalì a baciarmi le labbra. «Dimmi» sussurrò con un filo di voce riprendendo poi a baciarmi.
Tempestata dai suoi baci, non riuscivo a mantenere la lucidità a lungo. «Ti ho mentito, Niall».
Si fermò a guardarmi. «Cosa vuoi dire?».
Lo spinsi per mettermi a sedere con le gambe incrociate e lui fece lo stesso.
«Ora ti dirò una cosa e tu dovrai credermi, anche se ti sembrerà assurdo».
Restò a guardarmi perplesso, poi continuai. «Io... non so di qui».
Trattenne una risata. «Mi stai prendendo in giro? Lo so che non sei di qui»
«No Niall, non hai capito. Io vengo da un'altra realtà, da un universo parallelo dove io e te non ci conosciamo nemmeno. In realtà, non conosco nessuno di voi».
Restai in silenzio cercando di decifrare la sua espressione. Intanto, nella mia mente, preparavo delle prove a dimostrazione della mia tesi.
«Cosa ti hanno fatto bere?»
«Niente Niall. Ti sto dicendo la verità, tu devi credermi!»
«Ma è assurdo, Ally»
«E allora come ti spieghi che solo di voi non ricordo nulla? Perché ricordo il mio attore preferito e tutti i suoi film? Perché ricordo Jade e Lee? Perché ricordo i loro fidanzati? Pensaci. Ricordo di averle conosciute alle superiori. Eravamo in classe insieme al secondo anno e facemmo subito amicizia perché a tutte e tre piaceva Ian Somerhalder e non facevamo altro che parlare di lui. Io e Jade, inoltre, avevamo la stessa passione per il canto e, sempre in quell'anno, partecipammo ad uno spettacolo della scuola. "Giovani talenti" si chiamava e io e lei cantammo "Incomplete" dei Backstreet Boys. Secondo te come ricordo tutte queste cose?»
«Quindi non hai perso la memoria»
«No. Vengo semplicemente da un'altra realtà» esclamai esasperata.
«Ally, mi preoccupi. Ti sei per caso fumata una canna?»
«Porca puttana, Niall! Sto dicendo la verità. Ho salvato una fata dei boschi che mi ha catapultata qui per cercare il ragazzo dei mie sogni»
«Tu stai male, Allyson. Perché devi sempre rovinare tutto?»
«Niall» gli toccai un braccio ma lui tolse via con violenza la mia mano.
«No! Niall sto cazzo! Sono stanco di stare dietro alle tue stranezze. Metti pace nella tua testa!».
Si alzò di scatto dal letto e uscì sbattendosi la porta alle spalle.
«Che hai combinato Ally?» esclamò la fata comparendo all'improvviso.
«Non ce la facevo a stare con lui sapendo di mentirgli, non dopo quello che mi ha raccontato Liam. Perché, mentre lui mi baciava, io ho capito il motivo per cui la dichiarazione di Harry non ha funzionato: il ragazzo dei miei sogni è lui, è Niall».



Writer's corner

Saaaaalve! Lo so, vi ho fatto penare per questo capitolo :3
Purtroppo non avevo mai tempo per scrivere o per pubblicare! XD
Coooomunque... parlando con un'amica, mi sono resa conto di una cosa: in realtà, questo qui è il 6° giorno e che quindi ne manca solo uno! :O
ps: L'insight è l'improvvisa riorganizzazione del campo cognitivo (faccio il liceo sociopsicopedagogico e questo ne è la prova XD)
Ps2: La storia del manager che vuole comandare le loro vite, l'ho scritto perché tutti credono che l'account di Louis sia usato dai manager per la storia di Larry. Io non credo in Larry come romance e non credo che dei ragazzi possano farsi comandare sulle loro scelte.
Ps3: Scusate se non rispondo alle recensioni ma la maggior parte delle volte non so cosa rispondervi XD
Ps4: Sembrerà a tutte che Niall è antipatico. In realtà volevo farlo sembrare stanco dei cambiamenti di umore di Allyson. Insomma, una che lo respinge, poi è gelosa, poi si fidanza con un suo amico, poi quasi si lascia trasportare, poi gli racconta l'assurda storia della fata. Anche io avrei avuto la stessa reazione XD
Va bene... vi lascio :P 
A presto :)
  
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