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Autore: Sere86    14/10/2007    4 recensioni
"Avendo lei purgato tutta la sua pena é mio dovere riconsegnarle le chavi del maniero. Ricorda che potrà essere sottomesso a ispezioni qual’ora il ministero ne senta il bisogno. Secondo il codice 744 della legge contro i crimini di guerra, le si può sospendere o addirittura togliere il diritto di praticare la magia al primo sospetto di uso illecito di questa. Detto ciò, buona...buona fortuna signor Malfoy." Malfoy esce di prigione e scopre che non tutte le cose sono come sembrano, molti segreti verranno alla luce. Tutte le famiglie non sono poi così perfette.
Genere: Romantico, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A/n: ATTENZIONE! Per chi non l’avesse ancora fatto, consiglio di leggere prima le due One-shot “E se puoi... salva anche me” e “Sveglia che è tardi” per una miglior comprensione in quanto prequels.

 

Buona lettura!

 

 

 

CAPITOLO IV

 

 

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Tutta la vita di un individuo non è altro che il processo di far nascere sè stesso.
Noi dovremmo essere completamente nati quando moriremo, benché sia tragico destino della maggior parte degli uomini morire prima di essere nati.

Erich Fromm

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Credeva fosse l’ora.

 

E invece si ritrovò immobile, nel suo studio, a fissare tutto ciò che una volta era così familiare.

Nel preciso istante in cui si era smaterializzato aveva avuto paura del presente.

 

Aveva avuto paura di passare di fronte alla farmacia dove comprava le medicine per sua madre; aveva avuto paura di imboccare il vicolo che portava all’ospedale; aveva avuto paura di vedere in lontananza il cimitero; aveva avuto paura di scorgere la casa che non sarebbe mai stata più loro, sua e di Hermione.

 

Era nel suo studio, vedeva nuovamente il torrente riprendere forza al di là delle finestre e in quel momento capì che l’espressione “mi sentii mancare le gambe” non era solo un modo di dire. Se gli avessero detto in quel momento che Elizabeth era morta e che non gli rimaneva altro che uccidersi, non avrebbe nemmeno protestato.

 

Passarono qualche giorno, o forse settimane, nei quali Draco si perse nella vacillante memoria e nell’assetata voglia di sapere cosa fosse successo in quegli anni. Aveva bisogno di sentirsi pronto. Pronto a nascere di nuovo. Per Hermione e per sua figlia.

 

Rimase lì fino ad una notte inoltrata, quando lo risvegliò, dal suo torpore nell’oscurità mattutina, un grido. Il tono all’inizio alto, angosciato, si abbassò sino a diventare un lamento pietoso interrotto da una serie di singulti quasi umani, riflessivi. Un triste uccello cinguettava disperato al cielo ancora scuro o a qualche altro suo invadente compagno. Si stava lamentando della sua sorte, stava chiedendo comprensione e partecipazione e Draco, immobile, con un bicchiere in mano, non trovava modo di rispondere a quel lamento. E la distanza, maligna, annullava le sue buone intenzioni.

 

Nel frattempo verso est la luce si era addensata contro l’orlo delle colline, premeva, e con un ultimo sforzo aveva iniziato a travalicare e a scendere con grazia tra i pini e i cespugli.

 

Era un nuovo giorno di libertà.

 

Draco sorrise.

 

 

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-          Mi scusi signorina, dove posso trovare il reparto Janus Thickey?

 

-          Vada sempre diritto e al cortile prenda la scala B fino al primo piano. È proprio lì signor...?

 

-          Blotts, Robert Blotts. Grazie e arrivederla.

 

-          Arrivederla.

 

I lunghi corridoi s’incrociavano trafficati, a mo’ di cardo e decumano definendone il chiaro cortile il loro forum. Nessuno gli prestava attenzione, presi troppo nelle proprie disperazioni. Lui era uno fra tanti, dietro quella maschera comune.

 

Arrivò alla scala B e salì al primo piano trovandosi di fronte alla segreteria. Il reparto era poco affollato, come ci si poteva aspettare. Lì non vi erano vivi da salvare né morti da piangere. C’era solo quella volatile speranza inodore che si respirava a fatica.

 

-          Scusi, posso sapere in che stanza si trova Hermione Granger?

 

-          Lei é della famiglia?

 

-          No ma vede... scusi come si chiama? Io sono Robert Blotts.

 

-          Signor Blotts io non posso farla passare a meno di una richiesta formale da parte dei famigliari, quind-

 

Draco si avvicinò al banco appoggiando i gomiti su questo con nonchalance. Sorrise malizioso.

 

-          Si capisco, ma so che vengono a visitarla Harry Potter, Ginevra Potter, e probabilmente anche tutta la famiglia Weasley giusto?

 

-          Certo!

 

-          E per quanto io sappia al momento del ricovero della signorina Granger i genitori di questa erano già deceduti e non vi erano altri parenti. Per quanto riguarda la figlia Elizabeth lei non é ancora maggiorenne né é stata adottata dai coniugi Potter. Ora la mia domanda é: com’é che Harry Potter, Ginevra Potter e tutta la famiglia al seguito possono visitarla ed io no?

 

-          Io non-

 

Si sporse verso la ragazza sbirciando sui fogli al di là del banco.

 

-          Perché vede, nel qual caso io non possa vederla allora neanche loro. E ciò, glielo posso dire io che me ne conosco di legge magica, essendo che sia i coniugi Potter che altre persone estranee alla famiglia Granger hanno visitato la signorina Hermione Granger, é un reato.

 

Prese dei fogli.

 

-          Ora, se qui, quando si stava compiendo reato, lei era presente, Signora...- lesse uno dei fogli - signorina Kathelin Hudson, anche lei, oltre alla direzione dell’ospedale ovviamente, é perseguibile giuridicamente.

 

La ragazza lo guardava sbalordita.

 

-          E sappia che non è tenuta ad avvertire nessuno, perché non vi é nessuno da avvertire, ci siamo intesi? Granger stanza 310. Grazie ed arrivederla.

 

Restituì i fogli e si diresse verso il corridoio 3, stanza 10.

 

 

 

 

-          Amore sono a casa!

 

Ginevra Potter fece capolino rapidamente dalla porta della cucina, il pancione non impedendole di correre. Le due lunghe trecce rosse ciondolavano davanti al seno prosperoso.

 

Harry si teneva sulla soglia della porta, cercando di pulire gli occhiali con la maglia e grattandosi la barba incolta della domenica.

 

-          Oh Harry ma quanto é durata questa partita? Ero preoccupata. Pre-oc-cu-pa-ta! Hai detto che saresti arrivato per pranzo e sono le tre del pomeriggio! Ancora un’altra delle tue storie e non me ne importa se faccio fuori il capo auror e tutti i miei fratelli, vi faccio fuori e basta! Il fine settimana il pranzo in famiglia é sacro!

 

-          Scusa, é che Ron-

 

-          Ron? Ron? Dov’é quel fannullone che-

 

-          Zia non lo vedi? Ronny é lì dietro la porta di casa!

 

Elizabeth, i capelli biondi poco sopra le spalle perennemente scompigliati, uscì dalla cucina e salì con insolita eleganza le scale, diretta in camera.

 

-          Grazie canaglia per delatarmi, e non chiamarmi Ronny sennò...

 

-          Sì certo... Comunque hai mancato la torta di mele. Era buonissima!

 

-          Davvero?- Chiese in coro parte dei fratelli Weasley comparsi dietro Harry.

 

I fratelli Weasley non erano cambiati più di tanto. Certo, c’era quella strana maturità nei loro occhi che ogni tanto faceva capolino e i corpi esili di ragazzo avevano lasciato strada agli uomini che erano diventati; tranne Percy che era sempre stato un po’ gracile.

E ora Ron si era anche lasciato crescere la barba, “piace a Luna” diceva.

 

Ginny, ormai arresa all’infantilità di tutte le presenze maschili nel suo salotto si girò per tornare in cucina.

 

-          Elizabeth Granger scendi immediatamente dalla tua camera e riporta qui la torta!

 

Si sentì un grido di delusione provenire dal primo piano di Godric’s hollows e poco dopo Elizabeth scese sconsolata le scale. Senza farsi notare fece poi comparire la torta da sotto il mantello dell’invisibilità.

 

-          Ehi? Lizzy! Avevi detto-

 

-          Che la torta era finita! Egoista!- dissero Fred e George

 

-          No, io ho detto solo che l’avevate mancata...

 

Quasi.”

 

-          A noi due potevi dirlo, ti avremmo coperta!

 

-          Che gusto c’era se poi dovevo dividerla lo stesso?- ghignò, portando la torta in cucina e fermandosi poi all’entrata, scrutando tutti.

 

Ron si avvicinò a Harry.

 

-          Sei cosciente che quella ragazza sta diventando sempre più fetente. Fa paura!

 

-          Naa.

 

-          E sei cosciente di aver sposato la copia sputata di mia madre?

 

-          Naa.

 

 Una voce squillò dalla cucina.

 

-          Ron ti ho sentito! Allora chi ha vinto?

 

-          Harry ha trovato per primo il boccino, come sempre. Questa volta ho avuto la fortuna di esserci in squadra, sorellina.

 

-          E Percy?

 

-          Beh lo sai che da quando non c’é più papà lui fa l’arbitro.

 

-          Lo so Ron, volevo solo sapere dov’é finito che non l’ho visto arrivare dietro di voi.

 

-          Sta cercando un bolide.

 

-          Ah, ok. Elizabeth rimetti il mantello nel baule dello zio.

 

-          Aha! Ma se non hai neanche visto se lo usavo!

 

-          Ora però ho la conferma. Fila sennò farò in modo che la prossima settimana la professoressa McGranitt non ti dia il permesso.

 

-          Questo non lo puoi fare.

 

-          Vuoi vedere?

 

Elizabeth tornò in camera sua, lasciando via libera a tutti gli uomini appostati in salotto per entrare in cucina. Entrò nella stanza, poggiò una fetta di torta salvata dalla furia Weasley sulla scrivania e si cacciò a peso morto sul letto.

 

Lo sguardo poco prima felice, ora perso fuori dalla finestra.

 

Aveva bisogno di rivedere sua madre. Infilò una mano sotto il letto ed afferrò La Gazzetta del Profeta di qualche settimana prima. Non poteva crederci. Quell’uomo in prima pagina non poteva essere suo padre. Eppure tutto combaciava: le lettere di sua madre che aveva trovato tra gli appunti, l’età, gli articoli e lui che chiedeva di Hermione Granger in tribunale il giorno della condanna, serpeverde a Hogwarts. E gli occhi. Anzi, tutto. Di sua madre aveva solo quei riccioli ribelli e quel modo di arricciare il naso che ogni volta che zio Harry la vedeva, sorrideva malinconicamente. Tutto combaciava.

 

Suo padre.

 

“Un lurido mangiamorte”

 

Calde lacrime le rigavano silenziosamente il volto.

 

Nascose il giornale sotto il letto e si appoggiò al muro, portandosi le ginocchia al petto. Odiava piangere ed odiava non poterlo controllare.

 

Il giorno dopo avrebbe visitato di nuovo sua madre, ma neanche lei avrebbe potuto rispondere alla sua domanda più grande.

 

Avevano ragione Percy, George e tutti gli altri. Non avrebbe mai dovuto intestardirsi in questa ricerca. Ora avrebbe preferito non averlo mai scoperto.

 

Perché?

 

 

 

 

Draco Malfoy era fermo davanti ad una porta, la mano protesa verso la maniglia e tremava. Come un bambino al buio.

 

Quindici, ventitré, Diciassette.

 

Anni

 

Anni che era stato in prigione, lontano da lei e da sua figlia.

Anni che conosceva Hermione.

Anni che era innamorato di lei.

 

Tutti sanno che il tempo é una convenzione; È stato inventato per tranquillizzarsi. Ci si gioca comprimendolo o dilatandolo. Tutti sanno quanto possa passare velocemente il tempo in certe situazioni. Draco stava tremando ed ai suoi occhi si presentò fulminea alla mente la sensazione che tutti quegli anni fossero passati in un brevissimo lasso di tempo. Quindici anni, un minuto, che differenza c’era per loro. Lui i cui anni erano passati tutti uguali con lo stesso grigiore. Lei che non li aveva nemmeno visti passare, ignara di tutto e di tutti.

 

Era ora.

 

Inspirò profondamente ed entrò.

 

 

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"Se amate la vita non sprecate tempo, perché è ciò di cui sono fatte tutte le nostre vite."

 Benjamin Franklin

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A/n: Scusate per la lunga assenza e per la lunga attesa per questo capitolo... mi dispiace. Il fatto è che sono partita in Italia dove, non vivendoci, non ho né internet, né un qualsiasi tipo di computer...sigh. In più tra spiaggia e sole... beh, la fanfiction non è stata in cima alla lista To Do. Linciatemi se volete, incasserò i colpi senza gridare. Sono tornata in Francia da circa due giorni e solo ora ho trovato il tempo di continuare con la storia. Abbiate fede che ora ho intenzione di portarla a termine. Ma sarà più lunga del previsto, almeno una decina di capitoli.

Sere

Ora passiamo ai ringraziamenti:

gemellina: Ti prego non mi abbandonare... lo so che sono stata cattiva e che non c’ero a continuare la fic e sono sicura che ti sei spazientita questa volta... chiedo umilmente perdono in ginocchio. E mi dispiace dirti che il “risveglio” di Hermione sarà un po posticipato.

chiaraangel: Grazie grazie grazie e ancora grazie... spero tu continui a leggere la mia fanfiction. Giuro solennemente che ho intenzione di finirla!

merryluna: Che dire? Ho preparato già il plotone, mi sono auto legata al palo e tutti aspettano solo che tu dica “FUOCO!”. Hai la mia sorte nelle tue mani!!! Per quanto riguarda le tue congetture che potrebbero rivelarsi esatte ti do un indizio o chiarimento che cmq si scoprirà di qui a poco: ciò che rimane inalterato nell’assimilare la mini-polisucco non ha importanza nella figura di Malfoy.

aiag: Ecco a te il proseguimento sperando tu ti ricorda ancora della fanfiction. Grazie mille per i complimenti!

 

 

  
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