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Autore: Bitchesloveklaine    28/03/2013    4 recensioni
Dal prologo:
Perché è così che funziona, quando sei una ragazza. Vivi la tua vita con spensieratezza fino ai tredici anni, poi inizia l’angoscia fino ai diciotto. Non esci da sola, chiudi la porta a chiave quando dormi e, se ti è possibile, cerchi di stare sempre in compagnia. Dopo i diciotto anni sai che sei fuori pericolo, e ti godi i tuoi ultimi momenti di vita in tranquillità o ti carichi di lavoro, a seconda dei casi. È questa la vita del genere umano femminile da sessanta anni a questa parte.
Nasci, vivi la tua infanzia nell’innocenza e nell’ignoranza, cresci, capisci come gira il mondo, e muori.
- - -
Volevo specificare che sarà principalmente una Klaine, con molta Brittana, un po' di Finchel e accenni alla Quick. Coinvolgerò tutti i personaggi di Glee di cui alcuni saranno OOC.
Fatemi sapere tutto quello che pensate, critiche ben accette.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Brittany Pierce, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

Arrossire


Devo trovarmi un hobby, un passatempo, un’attività che non mi faccia morire di noia.

E devo anche trovare qualcosa per non morire qui, sbattendo la testa sul tavolo.

Siamo nella sala da pranzo, a cenare tutti insieme. Da un lato del tavolo ci sono Kurt, Finn e Noah, dall’altro ci siamo io, la bionda e la mora.

Siamo al secondo piatto e non una parola è uscita dalle nostre bocche: in silenzio, sono dieci minuti che si presenta la stessa identica scena. La bionda e nostro marito si guardano con aria di sfida, ogni tanto lui le lancia uno sguardo che significa ‘Dopo ti farò andare in paradiso’ e lei risponde ‘Dubito che tu ne sia capace’. La mora e quella specie di essere umano che si sta ingozzando col cibo fanno la stessa identica cosa: fissano il piatto, prendono un boccone di dimensioni relative, lo mangiano, si guardano negli occhi, arrossiscono e tornano con lo sguardo sul piatto.

Io mi limito a guardare loro e scambiare un’espressione annoiata con Kurt, che ha la mia stessa faccia. È la prima cena che facciamo tutti insieme, forse perché è il 24 dicembre.

Credo che un tempo fosse una sottospecie di festività e chissà, forse Noah la vuole ricordare.


Fortunatamente la frutta arriva prima che io commetta un omicidio, così prendo un mandarino e mi alzo da tavola, seguita a ruota da Kurt.

Ci guardiamo senza parlare, usciamo dalla sala da pranzo e ci dirigiamo in due direzioni opposte.


Quando arrivo in camera chiudo la porta a chiave, mi rifugio in bagno e preparo la vasca.

È il terzo bagno caldo della giornata, ed è la cosa più interessante che io riesca a fare in questo posto.

Questo posto e questa noia mi stanno uccidendo, sento che non sono più la stessa persona aggressiva e indipendente di prima. È come se il chiuso mi stesse facendo appassire e non è così che immaginavo di vivere i miei ultimi giorni.

Devo trovare un modo per riprendere la mia grinta.



Qualcuno è entrato in camera, sicuramente Brittany avrà lasciato qualcosa qui. Andrei volentieri a salutarla per darle la buonanotte, ma sono troppo fiacca per uscire dall’acqua calda e rilassante.


“Santana, ti devo parlare”


Okay no, non è Brittany, è Noah che è entrato grazie alle sue chiavi. Che palle, mi devo anche alzare per aprire la porta del bagno.


Solitamente io e Noah, non mi va di chiamarlo marito, andiamo d’accordo. Abbiamo più o meno lo stesso modo di ragionare, quindi lui entra senza dire una parola e io lo soddisfo senza dire una parola. Niente litigi o lamentele, facciamo solo il nostro dovere.


Evidentemente oggi Quinn si è divertita come al solito: lo provoca, gli fa credere che ne ha voglia, e poi lo molla con un’erezione da sistemare. Come al solito, lui viene da me mezzo incazzato per farmi finire il lavoro.


Domani mi devo ricordare di decidere con la bionda i giorni in cui può permettersi di fare questi giochetti e quelli in cui ho bisogno di stare da sola.


Mi avvolgo nell’asciugamano più corto e mi sciolgo i capelli. Prima si eccita, prima finiamo.

Apro la porta e preparo il mio sorriso malizioso, ma in camera non siamo soli.

C’è anche Brittany, con le chiavi ancora in mano, che appena mi vede arrossisce violentemente e fissa il pavimento.

È adorabile quando si imbarazza.

Comunque, a quanto pare, Noah non ha nessun problemino da sistemare ed è qui solo per parlare.      

“A Capodanno verrai tu con me”

Dritto, preciso, sintetico.

No, cosa?


Di solito si porta Quinn in giro per eventi, quei due piacciono molto ai giornalisti.

La prossima settimana, invece, sarò io a uscire da qui. Cavolo, la bionda deve averlo proprio fatto incazzare. Almeno ha trovato il modo di divertirsi.

Buon per lei, io ho finalmente trovato il mio biglietto d’uscita da questo posto. Sarà una festa di capodanno, quindi ci saranno alcolici, quindi Noah sarà ubriaco in circa cinque minuti e non noterà la mia assenza. Troverò qualche maniaco che mi porterà fuori di lì, poi scapperò.

Piano tanto banale quanto efficace, non vedo l’ora di metterlo in atto. Sento già l’odore della libertà. Sorrido, giro la testa e trovo Brittany che ancora sta sulla porta, nonostante Noah sia già uscito.

Anche lei ci guadagnerà, è molto probabile che dopo la mia fuga la facciano diventare una nuova moglie.


* * *

La situazione è diventata molto più imbarazzante da quando Quinn e Noah si sono alzati da tavola.

Finn sta ancora mangiando il dolce e non mi va di lasciarlo solo, sarebbe una cosa triste. D’altra parte, io ho finito di mangiare e non so proprio come giustificare il fatto che sia ancora qui seduta.

Lui prende un sorso d’acqua e mi guarda. È tutta la sera che andiamo avanti così, senza dire o fare niente.

Ora che siamo soli, però, sembra più rilassato all’idea di parlarmi. Infatti inizia una conversazione.

“Allora, come sta andando?”

“Bene” rispondo, abbassando lo sguardo e guardandomi le mani. Forse dovrei ricambiare la domanda, ma... non è lui quello che ha cambiato vita dal giorno alla notte.

“Ti piace questo posto?” mi chiede, poco sicuro del senso di quella domanda. Io non so proprio come interpretarla, perché da un punto di vista estetico la casa è bella e da un punto di vista pratico la vita di ora è molto più comoda della precedente.

Solo che non mi piace sentire ogni giorno il senso di appartenere a qualcuno, specie se questo qualcuno non si fa mai vedere.      


“Abbastanza.” Forse potevo dare una risposta più gentile, chissà, magari è orgoglioso. Magari ha arredato lui il posto e tiene a un commento più costruttivo.

Perché mi faccio questi problemi?

“È un po’ uno schifo” Oh, be’, problema in meno.

Ma per quale motivo lui crede che sia uno schifo?

Nonostante le nostre conversazioni nella sala caffè non siano mai state molto profonde, mi interessa sapere la sua opinione. È una delle rare persone gentili con me.  

“Ah sì?” Faccio la disinvolta. Sto facendo la disinvolta?! Ma come mi escono certe idee?

Lui alza un angolo della bocca, è un sorriso tanto semplice quanto bello.

“Non ti preoccupare a parlare, è una prigione per te tanto quanto lo è per me.”

“Se tu volessi, avresti il diritto e la possibilità di uscire e andare via”

“Andare dove?” risponde rassegnato, mentre ingoia l’ultimo boccone del dessert.

Effettivamente non ho mai visto la situazione dal suo punto di vista. Chiuso qui, sotto gli ordini di suo fratello, con amici che vede due volte l’anno in eventi particolari e senza alcun diritto di sposarsi. Il massimo di relazione che può avere è quella di una notte, con una donna pagata.

Insomma, non che mi interessi la sua vita sentimentale, ma comunque non deve essere uno spasso.  

“Potresti uscire, viaggiare. Vedere le altre città. Hai soldi per farlo, non devi limitarti a vedere cartoline”

Lui scuote la testa e si alza, senza dire altro. Arriva alla porta e si gira verso di me, dicendo:

“Non invidiare chi è nella nostra posizione, non tutto è semplice come sembra. Buonanotte, Rachel”


Non so cosa sia: forse il modo in cui ha provato a dire una cosa saggia, o il modo con cui è uscito dalla stanza, o il tono di voce con cui ha detto il mio nome.

Fatto sta che non vedo l’ora di rincontrarlo domani, alla sala caffè.  

     

* * *


Forse un giorno Noah capirà che le mogli sono tre e non due. Capirà che questo sistema del cavolo è stato inventato proprio affinché quelli come lui non si stanchino mai e non spendano soldi in altre donne. Forse un giorno capirà che se Quinn non gliela dà e Santana non è in vena, c’è Rachel.

Insomma, con tutto il rispetto che possa provare per lei, non sono io la moglie. Sono il fratello, porca miseria.

Quando l’ho fatto notare, ieri notte, lui ha detto che Rachel non lo attira neanche un po’ e che l’ha scelta solo per le insistenze di Finn. Inoltre ha detto che neanch’io lo eccito più come una volta, ma sono il meno peggio. E così mi ritrovo nel suo letto, con la schiena indolenzita e i muscoli deboli. Vedo i raggi di sole che illuminano la stanza, non so che ore sono ma devo sbrigarmi. Blaine mi deve trovare in camera quando porta la colazione.

Scivolo via dalle lenzuola facendo il minor rumore possibile, Noah si lamenta sempre quando lo sveglio, e riprendo i miei boxer.

Apro la porta.

Di solito non gira nessuno in quest’ala della casa, specie a quest’ora, quindi posso tornare in camera senza problemi. Ma è normale che io giri in mutande, in segreto come un ladro e con l’ansia a casa mia?

La prossima volta devo ricordarmi che se iniziamo in una camera, poi ci rimaniamo. Non che lascio i vestiti da una parte e dormo dall’altra.    

Chiudo la porta e mi avvio verso la mia camera. Sono piuttosto vicine, devo solo girare un corridoio. Il pavimento è freddo e spero solo che i piedi nudi non facciano così tanto rumore.

Volto l’angolo del corridoio e... oh, merda.

Blaine è già qui, con la colazione, e in questo momento è girato verso di me.

Appena si accorge che sono io arrossisce. Oh, che dolci le sue gote lievemente rosse, non penso di aver mai visto nessuno essere in imbarazzo in un modo così innocuo.

No, un secondo.

C’è un motivo se ha abbassato lo sguardo e non mi guarda negli occhi.

Che gli prende?



Oh, già.

Sono mezzo nudo.


* * *


È pazzo, l’ho sempre detto io.

È totalmente pazzo, perché le persone sane di mente non vanno in giro di prima mattina con addosso solo l’intimo.

Dei miseri boxer neri che non lasciano molto all’immaginazione.

Da quando in qua la gente va in giro così? A torso nudo?     

Che mi sono perso? Lo posso denunciare?

Perché vederlo così, all’improvviso, non può essere ritenuto legale.


Okay Blaine, calmati, non lasciare che gli ormoni prendano il sopravvento. Condividi la camera con Sam che non perde occasione di togliersi la canottiera, eppure sei sempre riuscito a controllarti.

Vuoi lasciare che la vista di Kurt ti mandi fuori di testa?

No, Blaine, hai ancora una reputazione da mantenere.


Non importa se la sua pelle è così bianca da sembrare pura e irreale, non importa se le sue gambe sono le migliori che tu abbia mai visto.

Non importa se i capelli disordinati gli danno un look molto più sensuale e soprattutto non è per niente importante il contrasto di colore che si crea tra i suoi capezzoli scuri sul petto bianco.


Abbasso lo sguardo, prima che sia troppo tardi e che oltre che sulle mie guance, il calore vada da qualche altra parte. Ora che osservo l’interessantissimo pavimento grigio, posso schiarirmi le idee e passare alla mossa successiva.


Ma almeno si rende conto dell’effetto fa?


Dicevo, devo fare qualcosa prima che la situazione diventi  più imbarazzante del dovuto. Posso lasciare il carrello con la colazione qui e andarmene via a passo svelto, molto svelto.

Sì, mi sembra una buona idea.


Ma ovviamente il pazzo decide che tocca a lui muoversi. E certo, prima arriva qui, poi va verso la porta per aprirla. Quando tocca alla me?

E no, quello non è il suo sedere visto da dietro. Non può una curva essere così perfetta, non è umanamente possibile.

Quanto ci mette con le chiavi della camera?

Non so quale lato di lui mi fa sentire ‘peggio’.


Merda.

Si è accorto che lo sto osservando. Quando si è girato, esattamente?

Okay, la porta si è aperta, posso anche andarmene.

Bene.

Non è difficile, mi devo girare e muovere un piede dopo l’altro.

Lo sto facendo, mi sto allontanando. Complimenti Blaine, prova superata!   .



“Comunque buongiorno anche a te!”


Mi sbagliavo, non è pazzo. È solo un grandissimo stronzo e ora ha conosciuto il mio lato debole.

No, questo non è un mio lato debole, vero? Ho solo mangiato poco a colazione e il mio cervello non ragiona bene. Devo solo camminare più velocemente e...

Oh, ma allora è giornata.


Qualcuno mi spieghi ora cosa ci fa Noah in giro a quest’ora con una canottiera e i pantaloni del pigiama?

Solitamente tiene molto alla sua immagine e al rispetto che portiamo per lui, infatti questa faccia mezza addormentata non l’avevo mai vista. In mano tiene un’altra canottiera e dei pantaloni, sicuramente non suoi.


Comincio a sentirmi io il fuori luogo con tutti i vestiti addosso.

Mi squadra mezzo annoiato, sembra riconoscermi e mi chiede.


“Kurt è in camera?”

“Sì, è entrato ora”

Rispondo, anche se mi è poco chiaro il motivo della domanda.    


Lui fissa un po’ i vestiti, poi mi riguarda negli occhi e fa spallucce.

“Portaglieli” dice, porgendomi gli indumenti che tiene in mano.


Li prendo e noto che i pantaloni sono proprio quelli che Kurt indossava ieri. E la canottiera ha il suo profumo.

Non  avevo mai realizzato che Kurt avesse un profumo specifico.

Torno alla camera di Kurt meccanicamente, ancora stordito dalla situazione e mi ritrovo davanti alla sua porta.


Busso, sperando di finire la faccenda il prima possibile, ed entro. Grazie al cielo ha indossato una maglietta nera e dei pantaloni grigi della tuta.

Sembra sorpreso di vedermi, così mi limito a posargli i vestiti su una sedia e avvisarlo che erano da parte di suo fratello.


Questa volta è lui che arrossisce violentemente e soddisfatto esco dalla camera.


Ora che sono libero di tornare dagli altri, posso finalmente provare a fare due più due su ciò che ho appena visto.




No, un secondo.




Che cazz...




L’angolo di Pervinca:

 

HERE WE ARE AGAIN.
No, okay lol.
Ho molte cose da dire riguardo questo capitolo, tenetevi pronti.
Prima di tutto sì, è corto, ma è di passaggio.
Ho trascurato ampiamente la Brittana, ma non vi preoccupate per loro.
I Klaine cederanno prima o poi alle provocazioni?
Chi lo sa.
Nel prossimo capitolo avremo una guest star: Sebastian Smythe.

Ora, volevo parlare di Puck (fa strano scrivere 'Noah') e Kurt.
Sono fratelli, quindi quello che scrivo è incesto. Però penso che venga concepito in modo diverso.
Ho provato a immaginare cosa si provi a vivere per solo un quarto di secolo, e credo che i valori che abbiamo
noi verrebbero totalmente alterati.
Poi non c'è amore tra loro, quindi spero che non dia più fastidio di così.

Ora che ho detto la mia cosa di dubbio senso, ringrazio Agnese, che beta e consiglia.

Lei sta traducendo os Klaine, quindi andate tutti a leggerle e.e
Ringrazio voi che continuate a leggere, mi fa enormemente piacere.

Detto questo vi lascio un ultimo spam, cioè la mia pagina facebook.

E vi chiedo un parere in recensione, o magari un mi piace.
Per me i feedback sono importanti ç_ç

Nel caso non aggiornassi, buona Pasqua a tutti!

   
 
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