2 Aprile 1458
"Lo
abbiamo trovato
questa mattina, Capitano" l'anticipò la guardia, ancor prima
che Elena
vedesse effettivamente lo scempio.
Brutale esattamente allo
stesso modo di quello che l'aveva preceduto qualche giorno prima.
Gli stessi
tagli, lo stesso colpo. Perlomeno, Elena aveva avuto modo di
preparsi a quello
che avrebbe trovato, e il trauma fu molto più contenuto. Era
la preoccupazione
a crescere.
La situazione cominciava
a farsi seria.
Avevano cominciato a
cercare tra i nemici della vittima precedente, ma a questo punto le
ricerche
erano del tutto vanificate. Uomo diverso, giorno diverso, stessa
modalità.
Presumibilmente stesso assassino.
La sola fortuna su cui avevano
potuto contare, era che il
ritrovamento di questo corpo aveva destato meno scalpore. Erano state
due
guardie a trovarlo, troppo tardi per individuare anche il possibile
assassino,
ma avevano almeno potuto chiamare i rinforzi e portarlo via dal vicolo
fino all'obitorio mentre la città era ancora immersa nel
sonno.
"Si sa
chi è?" chiese Elena alla guardia, mentre osservava
preoccupata il
cadavere. Era incredibile. Se non fosse stato evidente che fossero due
persone diverse, avrebbe potuto pensare che qualcuno avesse trafugato
il
cadavere dell'altra volta per rimetterlo in strada.
Anche in quel caso, le
ferite erano sporche di sangue rappreso e il colpo fatale era stato
inferto all'addome, forse non tanto preciso sull'ubicazione, un po'
più spostato verso il fegato, ma l'arma da taglio era
sicuramente stata
la stessa, come la forza impressa.
"Lo ha riconosciuto una
delle guardie. Era un vecchio carpentiere, lavorava vicino al porto. Un
caratteraccio ha detto..." rispose la guardia. Quell'ultimo commento,
buttato quasi per caso, interessò invece moltissimo la mente
frenetica di
Elena.
"Precedenti
penali?" chiese, sicura che avrebbe sentito la stessa solfa del
delitto precedente.
"Sì, è stato al fresco
spesso, ma solo per pochi giorni. È per questo motivo che la guardia lo conosceva,
l'ultima volta che è uscito è stato qualche
settimana fa. Come ho detto, un
caratteraccio, e non certo un gentiluomo...". Aveva avuto ragione.
Stesso tipo di vittima...
Era maledettamente
circondata da indizi che non riusciva a mettere insieme, per quanto si
sforzasse.
Elena rimase in silenzio
per un bel po' guardando il sole fuori dalla finestra che pareva
allegramente
farsi beffe di lei, che sentiva il cervello completamene al buio in
quella
faccenda.
"Ovviamente
nessun testimone ha visto o sentito nulla...".
"Abbiamo chiesto. Ma la
zona è quella che è... di urla e di liti se ne
sentono a qualunque ora,
probabilmente non ci hanno fatto caso...".
Il silenzio dilagò
nuovamente, finché non le divenne evidente che non fosse
quello il posto adatto per
riflettere.
"Informatevi
se le due vittime avevano qualcosa in comune, soprattutto dei nemici...
Io ho
bisogno di un po' di tranquillità per riflettere sul motivo
che potrebbe
spingere qualcuno a sfregiare in questo modo un uomo" disse, non
senza una certa frustrazione e
più rivolta a se stessa che al suo accompagnatore mentre si
stropicciava gli occhi.
"Agli ordini,
Capitano" scattò sull'attenti per il saluto, e subito
uscì dalla stanza.
Lei fece lo stesso,
dirigendosi verso la caserma. Verso il suo ufficio.
Non si era ancora decisa
a dare l'allarme in città. Sapeva che la situazione si stava
evolvendo in modo
decisamente spiacevole, e sapeva anche che era stata fortunata che non
ci fosse
passato di mezzo qualche innocente oltre alle vittime puntate e ormai
chiaramente premeditate
dell'assassino.
Se qualcuno fosse passato
di lì per caso e l'assassino l'avesse visto, questo si
sarebbe sentito in pericolo e
avrebbe potuto decidere di eliminare anche lui.
Era un rischio, ma non abbastanza forte rispetto a ciò che
avrebbe causato lasciando dilagare il panico...
Chi diavolo c'era sotto?
Quale uomo aveva avuto la freddezza ed il coraggio di massacrare
così
ferocemente due persone? Che cosa significavano quei tagli?
Era una vendetta per
qualche motivo? Ma cosa potevano aver fatto quei due criminalotti da
quattro
soldi per meritarsi una morte così orrenda?
Seduta nel suo ufficio,
non riusciva a pensare ad altro.
Due vittime... una sola
morte. Un solo assassino.
Significava che avevano
avuto qualcosa in comune durante la vita... avevano fatto qualcosa di
simile...
magari alla stessa persona...
In effetti le storie che
aveva udito su di loro erano sommariamente simili. Due delinquenti di
infimo
rango... Che ci fosse in giro un qualche tipo di giustiziere della
notte? Perché si era fatto vivo solo allora?
Elena ripensò alle ferite
comuni delle due vittime... la castrazione e lo sfregio lungo tutta la
faccia erano quelle non mortali, quelle inferte per puro sadismo,
assolutamente non necessarie.
La punizione... e la
firma... fu l'illuminazione finale del ragionamento.
La logica era ineccepibile.
Persino la morte sofferente acquisiva un suo perché. Non un
perché molto
chiaro, a dire la verità. Di cosa erano stati accusati per
meritare una
punizione del genere?
Castrati...
Marito geloso e altresì
vendicativo? Ma quale donna sceglierebbe mai due disgraziati del genere
come
amanti?
Bigotto folle
intenzionato a mondare il mondo dagli empi? Non era da escludere.
Sperava solo
che in questo caso non ci fossero di mezzo preti... la faccenda sarebbe
stata
ancor più seria.
Alla fine del
ragionamento aveva raggiunto tante conclusioni, ma nessuna che
l'aiutasse ad
individuare il colpevole.
La risposta era certamente nello
sfregio sul viso delle vittime.: la firma.
Purtroppo non le
ricordava proprio nulla...
Arrivò il tramonto, e con
lui nessuna risposta. Quando la luce rossa cominciò ad
entrare dalla finestra,
decise che era arrivato il momento di tornare a casa.
Era armata ed era a
cavallo, perciò si sentiva abbastanza sicura anche a girare
a sole tramontato,
ma aveva promesso a Francesco di incamminarsi che fosse ancora
giorno... e
soprattutto che sarebbe tornata ogni sera. E lo avrebbe, fatto... a
dispetto di
emergenze ed assassini. Le conclusioni che non afferrava in caserma
prima del
tramonto non le avrebbe acchiappate neanche a notte fonda. Tornare a
casa era un
bel modo per rilassarsi, e solo a mente rilassata poteva sperare di
riuscire a
capire qualcosa in più.