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Autore: stillfreeit    28/03/2013    1 recensioni
Nella penisola Italica del 1458, in pieno Rinascimento, non è affatto comune che il Capitano della polizia locale sia una donna. D'altra parte, a quanto pare, esiste una piccola città sulla costa tirrenica della penisola che può vantare questo singolare prodigio. Viene da sé che Elena abbia sempre da dimostrare di essere all'altezza del suo ruolo. Il killer silenzioso piombato dal nulla in città è esattamente l'opportunità che Elena non avrebbe mai desiderato di dover cogliere per mostrare di che pasta è fatta.
Genere: Mistero, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CE 3

2 Aprile 1458

"Lo abbiamo trovato questa mattina, Capitano" l'anticipò la guardia, ancor prima che Elena vedesse effettivamente lo scempio.
Brutale esattamente allo stesso modo di quello che l'aveva preceduto qualche giorno prima.
Gli stessi tagli, lo stesso colpo. Perlomeno, Elena aveva avuto modo di preparsi a quello che avrebbe trovato, e il trauma fu molto più contenuto. Era la preoccupazione a crescere.

La situazione cominciava a farsi seria.

Avevano cominciato a cercare tra i nemici della vittima precedente, ma a questo punto le ricerche erano del tutto vanificate. Uomo diverso, giorno diverso, stessa modalità. Presumibilmente stesso assassino.

La sola fortuna su cui avevano potuto contare, era che il ritrovamento di questo corpo aveva destato meno scalpore. Erano state due guardie a trovarlo, troppo tardi per individuare anche il possibile assassino, ma avevano almeno potuto chiamare i rinforzi e portarlo via dal vicolo fino all'obitorio mentre la città era ancora immersa nel sonno.

"Si sa chi è?" chiese Elena alla guardia, mentre osservava preoccupata il cadavere. Era incredibile. Se non fosse stato evidente che fossero due persone diverse, avrebbe potuto pensare che qualcuno avesse trafugato il cadavere dell'altra volta per rimetterlo in strada.

Anche in quel caso, le ferite erano sporche di sangue rappreso e il colpo fatale era stato inferto all'addome, forse non tanto preciso sull'ubicazione, un po' più spostato verso il fegato, ma l'arma da taglio era sicuramente stata la stessa, come la forza impressa.

"Lo ha riconosciuto una delle guardie. Era un vecchio carpentiere, lavorava vicino al porto. Un caratteraccio ha detto..." rispose la guardia. Quell'ultimo commento, buttato quasi per caso, interessò invece moltissimo la mente frenetica di Elena.

"Precedenti penali?" chiese, sicura che avrebbe sentito la stessa solfa del delitto precedente.

"Sì, è stato al fresco spesso, ma solo per pochi giorni.
È per questo motivo che la guardia lo conosceva, l'ultima volta che è uscito è stato qualche settimana fa. Come ho detto, un caratteraccio, e non certo un gentiluomo...". Aveva avuto ragione. Stesso tipo di vittima...
Era maledettamente circondata da indizi che non riusciva a mettere insieme, per quanto si sforzasse.

Elena rimase in silenzio per un bel po' guardando il sole fuori dalla finestra che pareva allegramente farsi beffe di lei, che sentiva il cervello completamene al buio in quella faccenda.

"Ovviamente nessun testimone ha visto o sentito nulla...".

"Abbiamo chiesto. Ma la zona è quella che è... di urla e di liti se ne sentono a qualunque ora, probabilmente non ci hanno fatto caso...".

Il silenzio dilagò nuovamente, finché non le divenne evidente che non fosse quello il posto adatto per riflettere.

"Informatevi se le due vittime avevano qualcosa in comune, soprattutto dei nemici... Io ho bisogno di un po' di tranquillità per riflettere sul motivo che potrebbe spingere qualcuno a sfregiare in questo modo un uomo" disse, non senza una certa frustrazione e più rivolta a se stessa che al suo accompagnatore mentre si stropicciava gli occhi.

"Agli ordini, Capitano" scattò sull'attenti per il saluto, e subito uscì dalla stanza.

Lei fece lo stesso, dirigendosi verso la caserma. Verso il suo ufficio.

Non si era ancora decisa a dare l'allarme in città. Sapeva che la situazione si stava evolvendo in modo decisamente spiacevole, e sapeva anche che era stata fortunata che non ci fosse passato di mezzo qualche innocente oltre alle vittime puntate e ormai chiaramente premeditate dell'assassino.

Se qualcuno fosse passato di lì per caso e l'assassino l'avesse visto, questo si sarebbe sentito in pericolo e avrebbe potuto decidere di eliminare anche lui.

Era un rischio, ma non abbastanza forte rispetto a ciò che avrebbe causato lasciando dilagare il panico...

Chi diavolo c'era sotto? Quale uomo aveva avuto la freddezza ed il coraggio di massacrare così ferocemente due persone? Che cosa significavano quei tagli?

Era una vendetta per qualche motivo? Ma cosa potevano aver fatto quei due criminalotti da quattro soldi per meritarsi una morte così orrenda?

Seduta nel suo ufficio, non riusciva a pensare ad altro.

Due vittime... una sola morte. Un solo assassino.

Significava che avevano avuto qualcosa in comune durante la vita... avevano fatto qualcosa di simile... magari alla stessa persona...

In effetti le storie che aveva udito su di loro erano sommariamente simili. Due delinquenti di infimo rango... Che ci fosse in giro un qualche tipo di giustiziere della notte? Perché si era fatto vivo solo allora?

Elena ripensò alle ferite comuni delle due vittime... la castrazione e lo sfregio lungo tutta la faccia erano quelle non mortali, quelle inferte per puro sadismo, assolutamente non necessarie.

La punizione... e la firma... fu l'illuminazione finale del ragionamento.

La logica era ineccepibile. Persino la morte sofferente acquisiva un suo perché. Non un perché molto chiaro, a dire la verità. Di cosa erano stati accusati per meritare una punizione del genere?

Castrati...

Marito geloso e altresì vendicativo? Ma quale donna sceglierebbe mai due disgraziati del genere come amanti?

Bigotto folle intenzionato a mondare il mondo dagli empi? Non era da escludere. Sperava solo che in questo caso non ci fossero di mezzo preti... la faccenda sarebbe stata ancor più seria.

Alla fine del ragionamento aveva raggiunto tante conclusioni, ma nessuna che l'aiutasse ad individuare il colpevole.

La risposta era certamente nello sfregio sul viso delle vittime.: la firma.

Purtroppo non le ricordava proprio nulla...

Arrivò il tramonto, e con lui nessuna risposta. Quando la luce rossa cominciò ad entrare dalla finestra, decise che era arrivato il momento di tornare a casa.

Era armata ed era a cavallo, perciò si sentiva abbastanza sicura anche a girare a sole tramontato, ma aveva promesso a Francesco di incamminarsi che fosse ancora giorno... e soprattutto che sarebbe tornata ogni sera. E lo avrebbe, fatto... a dispetto di emergenze ed assassini. Le conclusioni che non afferrava in caserma prima del tramonto non le avrebbe acchiappate neanche a notte fonda. Tornare a casa era un bel modo per rilassarsi, e solo a mente rilassata poteva sperare di riuscire a capire qualcosa in più.

   
 
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