Libri > Il diario del vampiro
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Autore: Gloria Bennet    28/03/2013    6 recensioni
Bonnie si ritrovó a pensare a Damon, quello vero e, per puro caso o forse per destino, i suoi occhi si posarono sull'alta e stretta libreria a destra del camino. Tenendo in braccio il gatto si avvicinó e vide incise nel legno, all'altezza dei suoi occhi delle lettere. Formavano una parola, un nome. "DAMON"
In quel momento la serratura scattò...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12. Incomplete
 


 


 


 

Vai te ne vai come fosse normale

vai ti riprendi le mani e mi ridai le paure

vai come fai per

una notte o per sempre come fa tutta la gente

vai vai vai vai senza fare troppe storie

senza fare rumore te

ne vai vai vai vai vai vai vai.

[Annalisa Scarrone – Per una notte o per sempre]

 

 


 

Quella notte aveva fatto un sogno molto strano.

Non era affatto un sogno.

Era un incubo.

Un incubo da cui non si riuscì a svegliare, neanche dopo aver aperto gli occhi.

Damon era veramente andato via e, se si guardava intorno, un grande senso di vuoto si insinuava nel suo petto.
Non era un sogno, era un incubo. Un incubo reale.
Si guardò intorno per scoprire che era da poco trascorsa l'alba e si era addormentata per terra.

Aveva un vago ricordo di ciò che era successo la sera prima perché i pensieri che l'avevano attanagliata avevano reso sfocato quell'addio precoce.

Dopo che se n'era andato, si era rialzata e aveva riordinato lo scrigno.

Era riuscita persino a riaggiustare la fiala e a rimettere ogni cosa al suo posto.

Come se non l'avesse mai aperto. Come se non avesse violato la sua privacy e lui non se ne fosse andato.

Aveva addirittura fatto un incantesimo secondo il quale solo il proprietario del libro avrebbe potuto aprirlo. Voleva che Damon si sentisse al sicuro. Voleva che fosse rassicurato dal fatto che nessun altro avrebbe scoperto il suo segreto. Però lui non l'avrebbe mai saputo.

La pioggia l'aveva portato via con sé, lontano da lei.

E, anche quel gesto, non sarebbe servito a niente.
Quel giorno, restò chiusa in camera dall'aurora al tramonto.


 


 

Erba bagnata.

Ecco cosa sentiva Damon sotto il suo corpo.

Si era sdraiato ai piedi di un pino e aveva trascorso la notte in silenzio, sentendo il fruscio delle foglie mosse dal vento e il respiro incontaminato della natura che lo circondava.

Non si era voluto concentrare su niente in particolare perché sapeva che, non appena avesse pensato a ciò che aveva perso, non avrebbe più potuto guardare il mondo con gli stessi occhi.

Quegli occhi che avevano impresso nella cornea l'immagine di Bonnie.

Per questo, quando aprì gli occhi e si accorse di non sentire il suo profumo, di non essere sdraiato in quel letto dalle lenzuola di raso nero e vide che non c'era nessuno sguardo dolce e sincero a guardarlo nell'anima si sentì incompleto.


 


 

Non era difficile fingere che andasse tutto bene, bastava non pensarci e concentrarsi sullo studio e sulla magia.

Questo era quello che Bonnie si ripromise di fare, dopo tre giorni senza Damon.

Perché trascorsero tre giorni senza che Damon tornasse.

In quei giorni di solitudine, la rossa si esercitò negli incantesimi e finì di leggere il libro che le aveva regalato Damon. Ovviamente, non passò istante in cui non pensò a Damon e ogni notte, prima di coricarsi, non riusciva a smettere di pensarci.

Sembrava che, giunta la sera, la sua assenza diventasse insopportabile.

Per questo non dormiva. Per questo delle occhiaie nere le oscuravano la pelle candida.

Il mattino dopo l'ennesima notte insonne Teophilia non poté fare a meno di domandarle che cosa stesse succedendo.

Bonnie spostò il suo sguardo dal fondo della tazza di caffellatte agli occhi celesti della sua mentore. «Va tutto bene, grazie» sussurrò.

«Allora perché non ti sei ancora tolta il pigiama da tre giorni a questa parte?»

Solo allora Bonnie si accorse di non essersi effettivamente cambiata in quei giorni e questa rivelazione la sconvolse. Stava forse perdendo il senno?

«Non é niente, davvero Teo. É solo un po' di stanchezza» la vecchia signora le sorrise.

«Allora vai a dormire tesoro. Non c'è bisogno che tu ti alzi così presto per fare colazione insieme a me»

Bonnie le sorrise debolmente e salì in camera. Si sarebbe cambiata e sarebbe uscita.

Avrebbe provato a non pensarci. Si sarebbe sforzata.

Si svestì e lasciò che l'acqua la purificasse, la svuotasse dal dolore e la facesse rinascere come se fosse una neofita.

Massaggiò la sua pelle con il bagnoschiuma alla menta e muschio di Damon.

Sembrava di averlo sulla sua pelle. Sembrava che le stesse scorrendo sulla pelle come se fosse parte stessa di lei. Chiuse gli occhi.

«Non pensarci» si ripeté.

«Rinasci»


 


 

Quel giorno, il terzo giorno senza di lui, Bonnie riuscì a controllarsi meglio e ad aiutare Teophilia nelle faccende domestiche, servendosi del generoso contributo della magia.

L'anziana strega fece di tutto per tenerla impegnata.

Sapeva che Bonnie non stava bene e vederla così la rattristava.

Non pensava che Damon potesse farla soffrire ancora, ma, a quanto pareva, si era sbagliata.


 


 

Le giornate trascorsero meglio, le notti trascorsero peggio finché la settima notte insonne spinse la giovane a trovare conforto nell'anziana donna.

Quella notte, ci aveva provato a dormire, con tutta se stessa.

Ma, non appena chiudeva gli occhi, vedeva il volto di Damon e si ritrovava a riaprirli istintivamente e a ritrovarli colmi di lacrime scorse inconsapevolmente.


 

E poi arrivano i ricordi. Basta chiudere gli occhi e te li senti sulla pelle.

 

 

Si alzò e corse in camera della signora Flowers a piedi scalzi.

Teophilia si svegliò appena sentì il rumore dei suoi singhiozzi.

«Mi dispiace svegliarti, ma ho bisogno di qualcuno con cui parlare e..» singhiozzò mentre la strega le offriva un posto su cui sedersi.

«Damon se n'è andato. E mi manca»

Teophilia l'abbracciò dolcemente.

«Finalmente hai lasciato che il tuo cuore parlasse al posto della testa. Vedrai che starai meglio, cara. Ammettere di stare male é il primo passo per stare meglio»

Bonnie sorrise tra le lacrime e continuò a stringere quella signora così forte e gentile che era diventata parte della sua famiglia. Si sentì meglio perché, quell'abbraccio, le fece capire che c'era ancora qualcuno ad amarla.

Non era sola.
Teophilia si scostò da lei.

«Dormi con me, cara. Finché non riesci a dormire da sola, puoi stare qui»
Bonnie la guardò, sperando di riuscire a trasmetterle tutta la gratitudine che provava nei suoi confronti.

«Grazie mille» esclamò.
Quella notte riuscì a dormire.


 


 

Empty spaces fill me up with holes
Distant faces with no place left to go
Without you within me I can't find no rest.


 


 

Damon non riusciva a dormire. Non riusciva a stare sveglio.

Riusciva solo a pensare.

Non capiva perché le sue gambe non lo spingevano a tornare a casa, non capiva perché, pur sentendo il suo cuore sanguinare, non riusciva a tornare da lei.

Il problema era costituito dalla sua testa.

Gli impediva di spostare le gambe. Gli impediva di seguire quello che voleva veramente perché la voglia di proteggerla era più forte del resto.

Damon Salvatore prendeva sempre ciò che voleva.

Lo otteneva a ogni costo, non importava quale fosse il prezzo.

Ma Bonnie era diversa.

Bonnie era la donna che amava e, non era importante ciò che volesse lui, importava ciò che fosse più importante per lei. E la sua vita era la cosa più importante.

Non l'avrebbe sprecata insieme a un mostro, anche se si trattava di un mostro umano.

Quella settimana la trascorse nella macchia.

Gennaio stava lasciando il posto a Febbraio e, anche se il clima era ancora pungente, lui non lo sentiva. Aveva perso la concezione del tempo.

Quando si vive per sempre, anche il "per sempre" perde valore, non ha più significato.

Per Bonnie l'avrebbe avuto, ma per lui no.

Continuò a camminare di bosco in bosco e quando le gambe non lo reggevano più, spiccava il volo nell'altro dei cieli, cullato dalla brezza del vento e avvolto dal calore amaro del ricordo di qualcosa che non ci sarebbe più stato.


 


 

Non avere qualcuno vicino non t'impedisce di averlo dentro.

E se ce l'hai davvero dentro non riuscirai a lasciarlo lontano.

[Massimo Bisotti]

 

 

 

Sapeva di non essere sola. Teophilia gliel'aveva dimostrato e, per questo, dopo aver rassicurato la sua famiglia sulle sue "buone" condizioni e aver promesso a sua madre (dopo le sue insistenti preghiere) che sarebbe andata a trovarli prima di tornare all'università, decise di chiamare le sue migliori amiche. La voce di Elena era sprizzante di gioia non appena rispose alla sua chiamata. «Bonnie! É da così tanto che non ci sentiamo. Come stai?»

«Se devo essere sincera il mio umore é direttamente proporzionale al nostro stato d'animo quando facevamo le verifiche di matematica»
«Cos'è successo? Non dirmi che é colpa di Damon»
«Credo sia colpa di entrambi. E non so cosa fare» senza poterlo evitare, si ritrovò a piangere e ad asciugarsi le lacrime nel disperato tentativo di liberarsene una volta per tutte.

«Che cosa é successo?»

«Se n'è andato. Nove giorni fa»

«Non devi colpevolizzarti e poi devi aspettarlo»

«Pensi davvero che ritorni?»

«Ne sono sicura»

«E come mai, se posso chiedertelo?»

«Perché, nonostante tutto, l'aver tenuto il piede in due scarpe per così tanto tempo mi ha consentito di conoscere Damon e so che quello che provava per me non è niente rispetto a quello che ha sempre sentito per te»

Bonnie era incredula. Restò senza parole.

«Raramente ho torto» le disse ancora Elena.

«Adesso siamo a Firenze, ma ti posso assicurare che è come se fossimo lì. Meredith, Alaric e Stefan ti salutano e presto, torneremo da te. Dobbiamo farti recuperare il tempo perso a piangere per colpa di Damon»

Bonnie sorrise.

«Cosa farei senza di voi?»

«Non ne ho idea. Però è meglio che, prima di piangere, ci chiami. Ogni volta.

Non vogliamo che tu soffra soprattutto se non posso abbracciarti subito»

Le due amiche si parlarono ancora per un'ora e, persa com'era ad ascoltare l'itinerario dei suoi migliori amici e a coccolare Damon (dietro le orecchie e sulla pancia) non si accorse neppure del corvo che si adagiò sul davanzale della finestra e la stette a guardare per tutto il pomeriggio, senza emettere un respiro.

Quando la chiamata terminò e Bonnie si voltò verso la finestra, il corvo se n'era già andato, ma lo sguardo di Damon era ancora fisso nel punto in cui l'uccello era volato via...


 


 


Qualche ora prima..


Stava volando. Verso casa. Verso Bonnie.

Erano passati nove giorni e lui, pensava fossero anni.

Aveva bisogno di stare con lei. Vedere i suoi occhi brillare alla luce della luna.

Sentire il suo respiro caldo sulla pelle. Ma non sarebbe stato giusto.

Era la prima volta che voleva così tanto il bene di una persona.

E non avrebbe ceduto, come tutte le altre volte.

Non avrebbe ceduto alla tentazione, al desiderio ardente di riaverla tra le braccia.

Avrebbe resistito.

Si sarebbe limitato a vegliare su di lei.

E poi, nessuno si sarebbe accorto di lui se fosse stato nella sua versione piumata!

Per questo volò via dall'oscurità del bosco per ritornare alla luce di casa.

Bonnie stava parlando al telefono con Elena.

I suoi lunghi capelli rossi erano ancora più ribelli.

Indossava una felpa viola e dei jeans attillati.

Damon si adagiò sul davanzale e la stette a guardare. Per ore.

Non sentiva la sua voce, sentiva il battito del suo cuore.

Era una sinfonia di vita.

Sentiva il suo profumo di frutti di bosco e vaniglia amalgamato al suo di menta e muschio.

Così Bonnie stava usando il suo bagnoschiuma?

Sorrise, ma quando la vide piangere a causa sua non poté fare a meno di sentirsi in colpa.

Avrebbe voluto fregarsene della razionalità che lo spingeva a stare fermo.

Avrebbe voluto correre dentro e stringerla fino a farle sentire quanto forte batteva anche il suo di cuore.

Un cuore che non soleva battere, ma lo faceva ogni volta che incrociava il suo sguardo.

Sarebbe voluto restare, ma non poteva.

Guardandola un'ultima volta, si voltò e spiccò il volo prima che il suo sguardo incantevole glielo potesse impedire.

Sapeva che, se avesse visto i suoi occhi, sarebbe restato.


 


 

I'd try to go on like I never knew you
I’m awake but my world is half asleep
I pray for this heart to be unbroken
But without you all I’m going to be is

incomplete.


 


 

Quella parte dell'armadio era stata aperta per l'ultima volta dal suo proprietario, Damon.

Bonnie la osservò come se fosse un fantasma apparso all'improvviso nel mare in tempesta che erano i suoi pensieri.

Un impulso che non riusciva a frenare la spingeva verso quella parte.

Che male avrebbe fatto aprirlo quando Damon non c'era neanche?

Esitò per un solo istante e poi socchiuse l'anta.

C'erano pochi vestiti all'interno e i loro colori si potevano riassumere in uno: il nero.

C'erano anche capi più chiari, ma erano molto pochi.

Bonnie prese una camicia bianca (l'unico indumento di quel colore) e l'avvicinò al suo naso.

Aveva un profumo così familiare. Sapeva di muschio e menta, sapeva di Damon.

Si ritrovò, senza neanche accorgersi, a togliere la sua camicia grigia per indossare quella del vampiro. Le stava larga, ma non le importava.

Indossandola, si sentiva meglio.

Era come se Damon fosse nell'altra stanza a farsi la doccia, come se potesse tornare da un momento all'altro.

Poco dopo, salì nella sua mini Cooper rossa e si lasciò guidare dal vento verso una destinazione che non voleva sapere.

Voleva ritrovarsi in un posto mai visto, sentire il sibilo del vento fischiarle nelle orecchie, vedere la luce del cielo abbagliarla e udire il respiro della natura che si stava risvegliando.

Sentiva che l'inverno sarebbe giunto al termine presto, ma sembrava che nel suo cuore fosse condannato a durare ancora a lungo.

Il vento la guidò verso un lago blu come il cielo.

Era un luogo bellissimo.

Uno specchio d'acqua limpida circondato da arbusti e alberi maestosi che, con le loro chiome verdeggianti, custodivano e proteggevano l'ambiente.

Il cielo sovrastava quel locus amoenus, con le sue sfumature azzurre e blu.

Le rondini spensierate erano cullate da quella stessa brezza che scompigliava i rossi capelli della ragazza.

Si sedette sul pontile e restò a contemplare quel luogo.


 


 

Tutto ciò che basta, è la natura e un cuore che batte...
[Stephen Littleword]

 

 


 


 

Non aveva bisogno di nessuno. Poteva stare da sola in mezzo alla natura.

Avrebbe trovato conforto a contatto con le foglie, il vento, il cielo.

Ma perché sentiva l'abisso di quel lago dentro di sé?

Perché guardando il limite dell'acqua sfumarsi in quello del cielo, sentiva un calore immenso dato da ciò che quella vista le suscitava, ma che svaniva dopo pochi istanti?

Sapeva la risposta.


 

Spesso ci sono più cose naufragate in fondo a un’anima che in fondo al mare.
[Victor Hugo]

 

 

 

Non era necessario cercarla nel vento o nel fondo del lago.

La risposta non era nel cielo, la risposta era dentro di sé.

La risposta era nel vuoto che sentiva dentro al petto, nel senso di incompletezza che l'attanagliava. Avrebbe potuto ritrovare la felicità, certo.

Avrebbe potuto ricavare piacere dalla vista di un paesaggio sublime, anche.

Ma si sarebbe trattato solo di momenti destinati a svanire, gioie effimere e subitanee.

Illusione di emozioni spezzate.

Guardò il cielo e sorrise.

Aveva trovato la risposta.

Ritornò in auto e ne ebbe la conferma: sul cruscotto c'era la foto che Teophilia aveva scattato.

Lo sguardo di Damon era incatenato al suo.

«Mi manchi» sussurrò e, con la foto tra le mani e la sua camicia sulla pelle, tornò a sedersi sul pontile.

Avrebbe condiviso quel momento insieme a Damon, anche se lui non lo avrebbe saputo.

Forse un giorno l'incompletezza se ne sarebbe andata...

Forse un giorno quell'abisso si sarebbe riempito, ritornando a essere un lago splendente e completo.


 


 

Tra un attimo e l'altro della vita c'è una speranza che attende un’altra speranza.

In quel breve spazio abita spesso l’amore.

Per ogni difficile amore c’è una speranza più grande

che sta fra un attimo e l’altro del cuore.
[Romano Battaglia]

 

 

 

 

A/N

 

Buon pomeriggio ^^

Ringrazio tutti coloro che continuano a mostrarmi il loro supporto <3

Vi sono davvero grata ;)

Spero che questo capitolo vi piaccia!

Damon e Bonnie hanno trascorso questi giorni separati e, anche se non c'è stato alcun contatto tra i due, vi posso assicurare che questa separazione sarà molto costruttiva per entrambi.

Quindi, non disperate!

Il Bamon ritornerà, abbiate solo un po' di pazienza :p

Vi abbraccio,

Glo

   
 
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