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Autore: Claudia    15/10/2007    7 recensioni
Dopo il proprio matrimonio con l'ultimo discendente dei Malfoy, Ginevra Weasley abbandona i propri affetti ed i propri cari per vivere la sua vita a fianco del consorte. Completamente emarginata dalla propria famiglia, Ginevra conduce una nuova esistenza tanto che la povertà così rinomata dei suo familiari è ormai un lontano ricordo. Tuttavia, il presente è pronto a portare alla luce vecchi ricordi dimenticati e molto spesso, tutt'altro che belli. [Capitoli revisionati]
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VIII

Capitolo 8

La Bestia che gridò Amore al mondo - parte c (il passato che ritorna III)

 

And I wish I could know if the directions that I take
And all the choices that I make won't end up all for nothing
Show me what it's for
Make me understand it
I've been crawling in the dark looking for the answer
Is there something more than what i've been handed?
Crawling in the dark ~ Hoobastank

 

Dopo aver letto quelle poche righe schizzate con l'inchiostro, la sua stretta si fece più forte attorno al mero foglio di carta. Guardò con sguardo truce lo studente che, tremante, gli aveva consegnato la missiva per ordine del Prefetto dei Tassorosso. Intimò il ragazzo ad andarsene con fare ben poco gentile e tornò a percorrere quei pochi metri che lo dividevano dall'aula di Pozioni.

Entrando, notò che molti studenti di Serpeverde e Corvonero erano già seduti attendendo l'inizio della lezione. Vide molti degli studenti di Corvonero osservarlo con aria divertita, mentre sghignazzavano lanciandosi gomitate a vicenda. Per niente divertito da quel comportamento, Draco Malfoy rivolse loro uno dei suoi sguardi gelidi, cercando di trasmettere tutto il disprezzo che provava per quei pezzenti. Si sedette ai banchi occupati dai suoi stessi camerati, incenerendo a vista tutti coloro che osavano anche solo guardarlo.

Quella mattina si era svegliato con un umore pessimo, che poi era andato peggiorando leggendo quella lettera del Tassorosso. Sfidare Draco Malfoy. Stirò le labbra in un sorriso malvagio e beffardo: nessuno aveva mai osato mettersi contro di lui, tanto meno sfidarlo. Pertanto, non sarebbe stato responsabile delle proprie azioni. Il suo volto pallido si corrucciò al pensiero di Kyle McGraw, uno degli esseri umani più spregevoli che Hogwarts avesse mai ospitato. La loro antipatia non solo era reciproca, ma era costantemente tenuta viva dai loro ripetuti scontri come Prefetti.

Per questo adorava vederlo morire dalla gelosia ogni qualvolta che Ginevra Weasley gli rivolgeva la parola. Provava un gusto sadico nel privarlo di qualcosa a cui non poteva agognare, e forse, questa era una delle ragioni per cui aveva sedotto la petulante ragazzina di Grifondoro. Aveva visto l'espressione del Tassorosso quando, un giorno, aveva costretto Ginevra Weasley a baciarlo, sotto agli occhi di tutta Hogwarts. Benché quel giorno avesse guadagnato, da una parte, uno schiaffo ben assestato dalla Grifondoro, aveva comunque goduto dello sguardo irritato di McGraw.

E da quel giorno, i suoi approcci con Ginevra Weasley aumentarono, così come aumentarono le corrosioni nell'animo del Tassorosso. Sorrise, mentre un ricordo affiorò nella sua mente: una volta McGraw l'aveva picchiato con quanta più forza aveva in corpo e lui lo aveva lasciato fare. Fu una delle rare volte in cui vide Ginevra Weasley seriamente arrabbiata, mentre prendendo le sue difese, gridava contro a un McGraw tanto pallido da competere con un clown. Sghignazzò al ricordo.

La lezione di Piton si svolse normalmente, e benché Pozioni fosse la sua materia preferita, quel mattino sembrava non provare molto interesse. Al termine della lezione, ricacciò, senza molte premure, i fogli dentro a un libro e, salutati Tiger e Goyle, uscì dall'aula. Mentre si avviava verso l'aula della lezione successiva, sentì una voce flebile raggiungerlo alle spalle. Si fermò senza voltarsi, ricordando benissimo a chi appartenesse quel timbro di voce. Notevolmente scocciato, si voltò, guardando sprezzante la figura esile di una ragazza.

"Che vuoi?" Domandò, con un tono tagliente della voce.

Rosemary Zleger, un poco intimorita dall'atteggiamento del ragazzo, farfugliò qualcosa di incomprensibile per il Serpeverde.

"Se non hai niente da dirmi, allora non farmi perdere tempo." Disse secco Malfoy, intenzionato ad andarsene.

"Aspetta!" Rosemary lo richiamò "... domani c'è una gita a Hogsmenade. Potremmo andarci insieme..." Concluse, un poco rossa per l'imbarazzo. Draco le si avvicinò, distanziando di pochi centimetri il proprio viso da quello della ragazza. Se c'era qualcosa di cui Malfoy andava fiero era proprio il suo volto; sapeva renderlo tanto inespressivo che era arduo per gli altri capire a cosa stesse pensando.

"E perché dovrei?"

Osservando il volto della ragazza, Malfoy giudicò che non erano quelle le parole che lei avrebbe voluto sentire. Le sorrise in modo beffardo, notando come Rosemary cercasse di rispondere con arguzia alla sua domanda. Vedere l'espressioni di disagio sul volto delle persone era un qualcosa che lo saziava nel profondo. Spazientito dal silenzio di Rosemary, Malfoy schioccò i palmi delle mani di fronte alla ragazza, facendola sussultare.

"Te lo dico io perché," Disse Malfoy, abbassando pericolosamente la voce ,"Perché siamo fidanzati, vero?"

La ragazza incerta se rispondere o meno, si limitò ad annuire. Dopo qualche secondo di silenzio, Malfoy prese a ridere attirando l'attenzione di tutti i presenti. Rosemary, intimorita da quella reazione, emise una piccola risata isterica.

"Ti faccio per caso ridere?" domandò Malfoy, tornato improvvisamente serio.

Rosemary si fermò all'istante, mentre la risata le moriva lentamente in gola.

"Benché siano i nostri genitori a volerlo, io non ti considero affatto come una fidanzata." A quelle parole, Rosemary impallidì, completamente rapita dallo sguardo magnetico del ragazzo. Malfoy, notando di quanta poca forza di volontà fosse dotata la ragazza, sorrise maligno.

"Ad essere sincero, nemmeno ti considero una ragazza."

Si voltò, concludendo in quel modo la conversazione, ma sentì una presa ben salda strattonargli la manica del mantello. Si girò di scatto, infastidito dal gesto e vide Rosemary che con mano tremante lo stata trattenendo dall'andare.

"Ma io ti amo!" Gridò Rosemary, facendo risuonare quella frase più come a un piagnisteo che ad una confessione.

Malfoy afferrò la mano della ragazza, allontanandola con convinzione dal proprio braccio.

"Amore dici?" Sibilò Malfoy "Non credo, Zleger, che tu sia in grado di comprendere il vero significato di questa parola. Altrimenti sapresti bene che è impossibile amare un Malfoy."

"M-ma..." La ragazza osservò basita il Serpeverde.

"Quindi, vedi di appiccicarti a qualche altro ragazzo e lasciami in pace."

Le voltò le spalle, udendo chiaramente i sigulti sempre più crescenti della ragazza. Era un' illusa se pensava che delle semplici lacrime fossero capaci di impietosire un Malfoy. Sbuffò, allontanandosi a grandi passi; sentiva un dolore alle tempie diventare sempre più persistente. Pensò di passare da Madama Chips, ma il pensiero che Ginny Weasley era stata trattenuta in infermeria lo riportò verso l'aula di Trasfigurazione.

Alla porta dell'aula, notò la presenza di una ragazza che, a detta dello stemma cucito al mantello, apparteneva alla casa di Grifondoro. Sorrise alla prospettiva di potersi divertire con battute serafiche ai danni della studentessa e si preparò una frase maligna da rivolgerle. La ragazza, appena vide Malfoy, si raddrizzò con la schiena, assumendo un espressione di disagio. Prima di dar la possibilità a Malfoy di parlare, la ragazza camminò verso di lui.

"Malfoy, avrei una domanda da farti." Disse, cercando di rendere il suono della sua voce neutrale. Malfoy sollevò un sopracciglio, dimenticandosi della battuta che aveva mentalmente preparato.

"Ginny mi ha pregato di domandarti cosa hai intenzione di fare per... quella faccenda."

"Faccenda?" Domandò Malfoy, leggermente infastidito nel sentir pronunciare il nome della Weasley.

"Intendo la sfida." Disse la ragazza, senza lasciarsi intimorire.

"Che idiozie. Non ho nessuna intenzione di accettare una sfida tanto stupida." Rispose, facendo cenno alla ragazza di scostarsi.

"Capisco, allora glielo riferisco."

Quando la ragazza diede segno di andarsene, Malfoy la trattenne per un braccio, guardandola con un' espressione interrogativa.

"Se vuoi sapere come sta," Prese a dire la ragazza osservando il Serpeverde ,"Beh, sta abbastanza bene."

Malfoy lasciò andare la presa, simulando una smorfia infastidita.

"A me non interessa affatto."

"Certo, certo." Disse la ragazza, scomparendo un secondo dopo alla vista del ragazzo.

**

 

"Quindi non ci va?" Domandò Ginny.

"Esatto. Così mi ha detto." Le rispose Erika, seduta al bordo del letto.

Ginny sospirò. Era chiaro che Malfoy non si sarebbe mai abbassato a una sfida del genere.

"E nemmeno tu ci andrai." Disse Erika risoluta.

Ginny sollevò gli occhi al cielo, intravedendo una certa autorità nel tono dell'amica. Nessuno le avrebbe mai permesso di lasciare l'infermeria con ancora la febbre. E nemmeno lei avrebbe voluto. Per tutto il giorno si era sentita tramortita e aveva dormito molto più del solito. Madama Chips l'aveva rassicurata, dicendole che era l'effetto delle medicine che stava prendendo.

"Tranquilla, non credo proprio che lo farò." Ginny cercò di sfoderare uno dei suoi sorrisi migliori e a giudicare dalla reazione di Erika sembrò esserci riuscita.

"Bene, allora torno a trovarti domani."

Ginny annuì e appena l'amica scomparve dalla stanza, lasciò cadere pesantemente il braccio sulle coperte. Sentiva il pigiama completamente aderente alla pelle a causa del sudore provocatole dalla febbre.

Decise di riposare, guidando il proprio braccio sotto al cuscino, ma il contatto con qualcosa di ruvido la destò dal suo intento. Osservò il foglietto che era tornata a stringere tra le dita della mano e, con uno scatto di rabbia lo gettò a terra, affondando un secondo dopo il volto tra le lenzuola.

Kyle McGraw stava mostrando un lato della sua personalità che non aveva mai notato. Un lato che le metteva paura. Anche il quel momento non riusciva a capacitarsi di quel gesto nei suoi confronti; l'aveva drogata con una bevanda, provocandole nausea e febbre alta, per poi sfidarla tramite un misero foglio di carta. La sua rabbia nei suoi confronti era un crescendo di emozioni contrastanti, perché Kyle era pur stato un ragazzo a cui aveva voluto molto bene. Quando si era avvicinata a Draco Malfoy, aveva visto la sofferenza del Tassorosso e la sua indisposizione nei confronti del Serpeverde. Non amava lasciare nessuno, specialmente chi si era dimostrato carino con lei, ma allo stesso tempo non poteva permettere di mentire a se stessa ed agli altri. Aveva sempre preferito l'essere sincera. E a volte, se non spesso, l'onestà e la sincerità erano le prime armi con cui ferire le persone.

Immersa sotto le lenzuola, pensò al motivo che Kyle aveva avuto per sfidare lei e Malfoy. Anche se negli ultimi tempi vi erano stati parecchi dissapori, non avrebbe mai creduto un simile comportamento da parte del ragazzo. Era molto più plausibile se un simile gesto fosse appartenuto a Draco Malfoy.

Sollevò il volto dal cuscino, fissando la testata del letto.

Che la risposta fosse la gelosia?

Ci pensò un poco, senza scartare a priori quella semplice soluzione.

Se davvero era la gelosia a riempire il cuore di Kyle, allora ogni sua dissuasione sarebbe stata completamente inutile.

**

Affondò gli stivali neri nella neve. Da ormai due giorni aveva smesso di nevicare, benché le temperature mantenessero l'inverno ben vivido nella mente di tutti gli studenti di Hogwarts. Non fece caso all'alone biancastro che posava sul suo mantello, mentre con passo deciso si dirigeva nei giardini della scuola. Il vialetto che si districava tra gli alberi era completamento sommerso dalla coltre nevosa e quindi non visibile, pertando seguì le impronte lasciate da qualche suo precedessore. L'aria pungente del pomeriggio gli penetrò nelle ossa, facendolo rabbrividire nonostante il pesante mantello che si era messo sulle spalle. Era la centesima volta che si riproponeva mentalmente la stessa domanda. Non capiva il motivo per cui stava rispondendo alle provocazioni scritte su quel foglio di carta.

Sbuffò, cercando di emettere un poco di calore per il suo naso intorpidito, sprofondando le mani nelle tasche dei pantaloni. Il respiro si sperse nell'aria gelida, creando solo un breve conforto.

Per tutto il giorno, da quando aveva ricevuto quel messaggio, non aveva fatto altro che pensare ai mille modi che serbava per punire Kyle McGraw di tanta arroganza. E benché fosse molto famoso per le sue inventive malvage e subdole, Malfoy non riusciva a scegliere un modo per farla pagare al presuntuoso Tassorosso. Il più delle volte aveva pensato di usare di nuovo la giovane Weasley, ma, dato l'ultimo schiaffo della ragazza, difficilmente sarebbe riuscito ad avvicinarla.

Quindi, alla fine, aveva deciso di recarsi al luogo dell'appuntamento. Dalle parole che McGraw gli aveva rivolto nella lettera, aveva pienamente compreso ciò che il Tassorosso aveva architettato. E doveva ammettere che quella sfida lo aveva molto stimolato.

Quando giunse ai cancelli della Foresta proibita, esattamente dove Weasley fu succube del suo scherzo, vide due figure incappucciate, avvolte nei loro mantelli che davano le spalle all'oscurità della Foresta, guardando un punto imprecisato di fronte a loro. Non appena si accorsero della sua presenza, uno dei due individui si raddrizzò sulla schiena, e se non fosse stato per il mantello che indossava, Malfoy avrebbe riso della rigidità che si imponeva.

I due Prefetti si portano il cappuccio alle spalle, lasciando scoperto il capo e gran parte del collo.

"Devo ammetterlo, non avrei mai detto che ci avresti degnato della tua presenza, Malfoy." Disse Kyle, pronunciando il nome di Draco con una punta di disprezzo.

"Allora potevi anche risparmiarti il disturbo di rompermi le scatole, McGraw." Rispose Malfoy, allo stesso modo.

I due rivali si guardarono, mentre l'aria intorno a loro diventava ancora più gelida. Theodor Sallighan emise un piccolo colpo di tosse riportando alla realtà di due Prefetti.

"A questo punto, manca solo Ginny all'appello."

"Oh, non credo che verrà..." Disse Malfoy, cercando di assumere l'aria di chi sapeva. "O per lo meno non dopo quella schifezza che gli hai fatto bere." Notando il sopracciglio sollevato di Kyle, Malfoy sorrise.

"Che c'è, pensavi che non lo avessi capito? Di sicuro anche Weasley saprà che il colpevole altri non è che il grande Kyle McGraw." Pronunciò l'aggettivo grande imprimendo tutta l'ironia e il sarcasmo di cui era capace.

Nonostante le intenzioni del Serpeverde, Kyle non vacillò e tanto meno rispose alla provocazione di Malfoy.

"Sinceramente poco mi interessa." Disse Kyle scrollando le spalle. "Non sarò di certo il solo."

"Cosa intendi dire?" Domandò Malfoy, cercando di non dar soddisfazione alcuna al giovane Serpeverde.

"Ogni cosa a suo tempo... ciao Ginny."

Malfoy guardò sorpreso Kyle che, di rimpetto a lui, aveva preso a guardare in un'altra direzione. Si voltò e vide una quarta persona, oltre a loro, che stava in piedi avvolta dal proprio mantello. Dal cappuccio fuoriuscivano ciuffi di capelli rossi, e Malfoy non impiegò molto a comprendere che quella di fronte a loro era Ginny Weasley. La ragazza non rispose al saluto di Kyle, bensì rimase immobile.

"Come ti senti?" Domandò Kyle falsamente preoccupato.

Ginny sollevò una mano, scostandosi il cappuccio dal volto. Era pallida, tanto quanto la neve che aveva ai piedi; la febbre, ancora troppo alta, combatteva quel pallore mostrando due occhi arrossati e vitrei. Ginny si strinse le braccia al petto, come reazione al colpo di vento che li aveva avvolti. Malfoy osservò la Griffondoro camminare, mentre affondava i piedi nella neve, assumendo un'andatura tutt'altro che stabile.

"Bene, adesso che c'è anche Ginny... direi che siamo al completo." Esclamò Kyle, senza badare alle condizioni della ragazza. Malfoy non prestò attenzione alle sue parole, ma si limitò a guardare Ginny che ancora non aveva pronunciato una parola.

"Perchè?" I due Prefetti, che al contrario le avevano dato le spalle, si voltarono per vedere gli occhi di Ginny puntati su di loro.

"Spiegami cosa hai intenzione di fare, idiota." Disse Ginny, avvicinandosi pericolosamente al Tassorosso. Kyle rimase immobile, e quando Ginny fu a meno di un metro da lui, sorrise soddisfatto.

"E' molto semplice, se io non ti posso avere, nemmeno lui ti avrà."

Ginny lo guardò sorpresa, inizialmente senza capire a chi Kyle si riferisse. Alla fine, osservando gli occhi del Tassorosso che si posavano sulla figura di Malfoy, Ginny parve improvvisamente capire e come lei stessa aveva ipotizzato, era proprio la gelosia ad animare l'animo di Kyle.

"Il problema non si pone." Prese a dire Malfoy, avanzando di un passo. "Per il semplice fatto che io e Weasley non stiamo insieme, nè tanto meno ci amiamo."

"Esattamente." Disse Ginny, sentendo la voce del Serpeverde per la prima volta in quel giorno.

Un sorriso sprezzante contorse la bocca del Tassorosso.

"Ma non fatemi ridere. Vi ho visti, quel giorno, avvinghiati mentre vi stavate baciando."

Ginny e Malfoy si guardarono, ricordando lo scontro-incontro nell'aula, e nonostante il pallore la Grifondoro arrossì leggermente.

"Quello... è stato uno spiacevole incidente." Disse Ginny, cercando di dare forza alle sue parole.

"Ma davvero Weasley? Eppure sbaglio o hai risposto al bacio?"

"Sbagli, infatti! Lo schiaffo mi sembrava molto convincente e... realistico." Rispose risoluta Ginny.

"Scommetto che non ti è dispiaciuto." Continuò Malfoy con tono indifferente.

"Vuoi morire Malfoy?"

"Dubito che riusciresti ad ammazzarmi." Disse Malfoy in tono di sfida.

"Adesso basta!" Kyle gridò a pieni polmoni emettendo una nuvoletta di aria calda dalla bocca. Malfoy e Ginny si azzittirono, spostando la loro attenzione sul Prefetto del Tassorosso. Ginny osservò i pugni del ragazzo stringersi in una morsa convulsa.

"Kyle, io non so cosa stia macchinando, so solo che è una sciocchezza! Smettila di comportarti come uno stupido."

La risposta del Tassorosso non fu a parole, bensì afferrò violentemente i polsi che Ginny nascondeva sotto alle lunghe maniche del mantello. Spaventata da quella reazione violenta, la ragazza cercò di indietreggiare, ma la neve ostacolava i suoi movimenti.

"IO non sono STUPIDO!" Kyle gridò con quanto più fiato aveva in gola, lasciando Ginny in silenzio.

"Possibile che tu non capisca ciò che provo per te!?" Kyle avvicinò il proprio volto verso quello di Ginny e la ragazza, comprendendo le sue intenzioni, si voltò per impedire a Kyle di baciarla. Benché la stretta del Tassorosso non fosse poi molto forte, la sua debolezza fisica era in quel momento un grande ostacolo.

"In questo momento ti stai comportando da stupido, smettila Kyle!" Disse Ginny in un soffio, incapace di prevedere le reazioni del ragazzo.

Un colpo di tosse provenne da dietro le spalle di Kyle. Malfoy, visibilmente infastidito, incrociò le braccia al petto ostentando un'aria strafottente.

"Se era per risanare le vostre questioni disgustosamente amorose potevi fare a meno di infastidirmi con la tua insulsa presenza." Disse Malfoy, squadrando la figura di Kyle.

Il Tassorosso lasciò andare la presa su Ginny con un gesto tutt'altro gentile, rivolgendo la propria attenzione sul Serpeverde.

"E qui ti sbagli. Ho intenzione di farla pagare sia a te che a questa sgualdrina." E con un gesto spintonò Ginny nella neve. La ragazza, ancor debole per la febbre, perse facilmente l'equilibrio, affondando le mani e gran parte del corpo nella neve gelida.

"Vuoi sapere perché di quella brodaglia, Weasley?" Un brivido percorse il corpo della rossa: da quando aveva conosciuto Kyle, mai, prima di allora, si era rivolto a lei utilizzando il suo cognome.

Ginny, imponendosi un certo decoro, si portò traballante in piedi, imprecando per la sua condizione di salute.

"Ben presto nessuno potrà avvicinarti. Se io non posso averti, nessun uomo potrà mai farlo."

"Ma di che diavolo stai parlando?" Domandò Ginny, intorpidita da freddo.

"Semplice," Disse Kyle come se tutto fosse ovvio ,"Quella che ti ho fatto bere non è una semplice bevanda, ma una pozione che ho imparato durante quelle noiosissime lezioni con il Professor Piton."

Ginny inghiottì pesantemente, ricordando di aver sentito parlare Madama Chips di qualcosa di molto simile.

"Ma non voglio anticiparti niente," Disse Kyle emettendo una breve risata ,"Scoprirai tutto tra non molto e sarà proprio il tuo amato Malfoy a farti soffrire!"

Ginny fece per ribattere ma una luce chiara l'avvolse e, a pochi metri, vide la figura di Malfoy smaterializzarsi esattamente come lei.

"Uh, guarda che peccato... gli sono cadute le bacchette." Osservò Kyle, mostrando un sorriso poco rassicurante e calpestando la bacchetta di Draco.

"Non è che hai esagerato stavolta?" Domandò Sallighan, seguendo il Tassorosso verso l'entrata di Hogwarts. Il ragazzo gli rispose con uno sbuffo. Theodor Sallighan rimase immobile, contemplando la figura di spalle dell'amico. Sospirò, scuotendo il capo. No, decisamente non lo riconosceva.

**

Quando riprese coscienza sentì un peso rivelante su di lei. Il respiro caldo di Malfoy le solleticava la pelle all'altezza del collo e, comprendo all'improvviso la sua situazione, fece pressione sulle spalle del Serpeverde.

"Ehi, Malfoy! Saresti pregato di spostarti, grazie." Farfugliò, impedendosi di arrossire.

Sentì un debole mugugnio provenire dalla bocca del Serpeverde, mentre questo si sollevava affondando le mani nella neve. Quando comprese la posizione che stavano assumendo, notando il rossore sul volto della Grifondoro, Malfoy si scostò senza molte cerimonie, facendo cadere addosso a Ginny un poco della neve che gli si era depositata sulla schiena.

"Ehi, fai attenzione!" Protestò Ginny, osservando il ragazzo che, con agilità sorprendente, si riportava in piedi.

"Quanto sei lagnosa, Weasley." Disse, spolverandosi il mantello.

Ginny sbuffò, alzandosi a fatica. Un senso di vertigine la fece barcollare, ma per sua fortuna un albero nelle vicinanze le impedì una dolorosa caduta.

"Voglio delle spiegazioni, Weasley e che siano convincenti!" Malfoy prese a guardarsi intorno, posando infine lo sguardo sulla Griffondoro.

"Ma sei stupido? Come faccio a darti delle spiegazioni se nemmeno io so che cavolo sta succedendo!"

Malfoy guardò Ginny in modo sprezzante, mentre con una mano aveva iniziato a perlustrare l'interno del suo mantello.

"Accidenti!"

Ginny, strofinandosi la fronte con una manica, osservò Malfoy che aveva iniziato a tastarsi in modo convulso.

"Che c'è ora?"

"La bacchetta! Non ho la mia bacchetta, merda!"

Ginny continuò ad osservare il Serpeverde, indecisa se sorprendersi per l'imprecazione di Malfoy o per l'agitazione che stava mostrando in quel momento. Infine, le venne un dubbio e, scostandosi il mantello, notò che la sua bacchetta non era più appesa alla gonna della sua uniforme.

"Magnifico, anch'io l'ho persa." Sospirò, ricoprendosi per il freddo.

Malfoy diede un calcio a un albero nei paraggi e Ginny sorrise al pensiero che anche un Malfoy a volte, poteva perdere il proprio autocontrollo.

"Vedi di darti una calmata, Malfoy. Piuttosto pensiamo a dove siamo."

Malfoy si voltò verso Ginny, mostrandole un sorriso isterico.

"TU, stracciona di una Weasley, non ti rendi conto dei CASINI in cui siamo!"

"Ma guarda," Osservò la Grifondoro ,"Sbaglio o Draco Malfoy sta perdendo il suo sangue freddo?"

Ginny notò il volto di Malfoy contrarsi in una smorfia.

"Non essere idiota, Weasley. Siamo nella Foresta Proibita e per di più non abbiamo nessun modo per difenderci."

"E la cosa ti preoccupa?" Domandò Ginny divertita. Malfoy alzò un sopracciglio, considerandola pazza.

"Di che ti lamenti, Malfoy? In fondo, questa è la stessa situazione in cui mi hai lasciato quella volta..." Disse con tono beffardo.

Malfoy, notando la piega a lui sfavorevole che stava prendendo il discorso, rimase in silenzio e si avviò in un punto imprecisato della foresta.

"Ehi! Dove hai intenzione di andare?" Domandò Ginny, sprofondando i piedi nella neve per raggiungerlo.

"Potrebbe essere pericoloso muoverci in due e siccome non ho intenzione di venir mangiato, stammi lontana."

Ginny rimase per un secondo immobile.

"Ma stai scherzando?! Hai forse intenzione di abbandonarmi qui?" Domandò incredula.

"E perché no?" Rispose Malfoy senza voltarsi "Non mi sembra di aver alcun tipo di obbligo nei tuoi confronti."

"Sei davvero senza cuore." Disse Ginny dopo averlo raggiunto.

"Lo so."

"Sei un bastardo."

"So anche quello."

Ginny gonfiò le guance indispettita.

"Stupido di un Mangiamorte..." Farfugliò, cercando di contenere la rabbia.

Dopo un movimento improvviso si sentì afferrare la gola da due mani che, sotto comando, avrebbero rafforzato la loro presa.

"Non osare più chiamarmi a quel modo se non vuoi morire." La voce gelida di Malfoy penetrò Ginny ancor più del freddo circostante. La ragazza rimase immobile, contemplando le iridi grige del Serpeverde. Non stava scherzando. Un Malfoy non amava scherzare e se voleva uccidere, uccideva senza remore. Draco Malfoy non avrebbe mai fatto eccezione. Era una questione radicata nella sua famiglia da intere generazioni; il sangue, l'aggressività e la prepotenza erano fattori che venivano inculcati ai membri di quella famiglia fin dalla nascita.

"Adesso, lasciami andare." Ginny afferrò i polsi del Serpeverde allontanandoli dal suo collo. "Se proprio devi uccidermi, vedi di farlo in modo intelligente." Con quelle parole, Malfoy si voltò riprendendo la propria marcia mentre Ginny si strofinò il collo. Ora che Malfoy non la stava osservando, sentiva le gambe tremare. Detestava ammetterlo, ma in quel momento aveva avuto paura.

Draco Malfoy non avrebbe avuto problemi a stringere le sue dita esili.

Ma forse era troppo intelligente per uccidere veramente qualcuno.

Mentre camminavano verso una direzione imprecisa, Ginny continuava ad osservare le dita delle mani che avevano toccato i polsi del Serpeverde. Una sottile striscia rossastra stava pian piano diventando sempre più evidente, causandole un leggero senso di fastidio.

"Non possiamo far altro che sperare che San Potter e Lenticchia si accorgano della tua scomparsa."

Ginny sollevò lo sguardo su Malfoy.

"Ti ricordo che io dovrei essere in infermeria. Probabilmente hanno già scoperto che non ci sono, anche se ho preso le dovute precauzioni."

Notando il silenzio del ragazzo, Ginny continuò. "Ho creato un fantoccio da mettere sotto le lenzuola al mio posto."

"E' il trucco più vecchio del mondo, Weasley."

"Potrebbe anche funzionare, che ne sai."

Il silenzio cadde di nuovo e Ginny ne approfittò per guardarsi intorno. La Foresta le parve ancora più terrificante dell'ultima volta che l'aveva vista. Benché ci fosse con lei un'altra persona, era terrorizzata dal poter di nuovo incontrare i Dissennatori. Era sicura di non poter ottenere due volte la stessa fortuna di essere salvata. Osservò Draco, domandandosi quanto mai potesse essere affidabile e sbuffò al pensiero che non si sarebbe fatto scrupoli ad abbandonarla per salvarsi.

E' meglio non farci molto affidamento.

"Posso domandarti una cosa?" Ginny si maledì per aver interrotto il silenzio tra loro.

"Che vuoi?" Rispose Malfoy senza molta gentilezza.

"Posso sapere cosa ti ha scritto Kyle in quel biglietto? O meglio, penso che anche tu ne abbia ricevuto uno."

"Non sono affari tuoi." Disse secco, senza degnarla di uno sguardo.

"Come preferisci... a me ha scritto che se ti amavo dovevo presentarmi."

Ginny non riuscì a immaginare il tempo che Malfoy impiegò a voltarsi.

"Stavo scherzando." Disse, ridacchiando tra sè e sè, divertita per la reazione del Serpeverde. Gli passò accanto e prese ad osservare la situazione.

"Di questo passo dubito che ne usciremo, stiamo girovagando alla cieca. Inoltre la mia febbre non accenna a passare. Ehi, Malfoy, mi stai ascoltando?" Ginny si voltò verso Malfoy, che continuava a rimanere in silenzio, ignorandola completamente. Con un gesto improvviso afferrò un braccio della ragazza. Con quel contatto Ginny gridò per il dolore, sottraendosi con violenza alla presa.

"Ma che diavolo ti prende?" Gridò stizzito Malfoy, in parte spaventato per quella reazione.

"Stammi LONTANO, Malfoy. Non TOCCARMI!" Gridò Ginny, afferrandosi il braccio.

Il ragazzo osservò incredulo Ginny che, nel frattempo si era arrotolata la manica lungo il braccio.

"Oh, mio Dio."

Malfoy focalizzò la sua attenzione sul braccio della Grifondoro che aveva precedentemente afferrato.

"Che cavolo è quella cosa?"

Una macchia rossa grande quanto il diametro di una mela, si era estesa sulla pelle diafana di Ginny. La ragazza scosse la testa, sapeva solo che quando Malfoy l'aveva toccata, aveva sentito un bruciore insopportabile.

"Ehi, cosa avresti intenzione di fare?!" Esclamò Ginny, ritraendosi da Malfoy.

"Voglio vedere cosa succede se ti tocco di nuovo." Disse, facendo per afferrare l'altro braccio della ragazza.

"Ma te sei pazzo!" Strillò Ginny, ritraendosi ulteriormente.

"Idiota! Non capisci che probabilmente è l'effetto di quella pozione?"

"Sarà anche quella, ma hai intenzione di uccidermi dal dolore?" Urlò Ginny sconvolta.

"Potrebbe essere un'idea." Disse indifferente Malfoy.

Ginny sbuffò.

"Non ti tocco. Voglio solo vedere se la sola vicinanza ti causa qualcosa."

"E perché mai vorresti saperlo? In fondo non voglio assolutamente che tu t'avvicini a me." Disse risoluta la ragazza.

"Sei proprio scema, Weasley. La Foresta Proibita è famosa per i suoi rimedi a questo genere di pozioni."

"Ti ricordo Malfoy che se anche solo esistesse una pianta curativa, è coperta da metri di neve."

"E se tu avessi studiato Pozioni, sapresti che non esistono solo le piante, cretina."

Sentendosi sconfitta, Ginny rimase in silenzio, ma senza mostrare il braccio a Malfoy.

"Che c'è, Weasley? Non ti fidi forse di me?"

La ragazza emise una risata stridula.

"Perché Malfoy, DOVREI? No, dico... sai a chi devo dare il braccio con il rischio di rimanere ustionata? Al Serpeverde più viscido e subdolo di tutta Hogwarts."

"Grazie."

"Non voleva essere un complimento." Disse, abbassandosi la manica della camicia.

"Vedrai, Weasley. Presto mi supplicherai di darti una mano e allora ti pentirai di quello che hai detto."

"Non me ne pentirò finché rimarrai alla dovuta distanza."

Ginny maledì Kyle. Malfoy aveva senz'altro ragione, quelli erano gli effetti collaterali di quella pozione.

"Entriamo là dentro." Sentì la voce di Malfoy scuoterla dalle maledizioni rivolte verso il Tassorosso ed osservò l'entrata di quella che a prima vista sembrava una caverna.

"Vuoi davvero entrarci? Voglio dire, non sembra molto allettante."

"E cosa vorresti? Una villa con portone d'oro massiccio, Weasley?"

"Molto spiritoso, Malfoy" Disse Ginny.

La ragazza seguì il Serpeverde, facendo attenzione a dove stava camminando. Di lì a pochi istanti, inciampò in un sasso acuminato cadendo in avanti verso Malfoy. Il Serpeverde, sentendo il trambusto provocato da Ginny alle sue spalle, si ritrasse, lasciando cadere la ragazza a terra.

"Ahia, che male!" Gemette Ginny, strofinandosi il naso.

"Tzè, se mi cadevi addosso stavi anche peggio. Alzati, non farmi perdere tempo." Ginny si rialzò, ma un senso di vertigine l'avvolse costringendola a posarsi su uno spuntone di roccia.

"E adesso che ti prende?" domandò esasperato Malfoy.

Ginny strinse i denti.

"Le ricordo Mister Sensibilità che io fino a qualche ora fa ero in un letto d'infermeria. Pagherei a sapere chi me l'ha fatto fare a venire." Disse Ginny, sedendosi a terra.

"Già, chi te l'ha fatto fare?" Domandò repentino Malfoy. Ginny lo guardò e sospirò.

"La stessa domanda vale anche per te."

Dopo qualche secondo di silenzio, Malfoy imitò Ginny sedendosi al lato opposto della caverna.

"Possiamo anche fermarci."

Ginny trasse un sospiro di sollievo. Il suo corpo era ormai allo stremo delle forze e l'aggiunta di quegli effetti non la stavano per niente aiutando. Pensò al caldo letto dell'infermeria e si pentì di non aver dato ascolto ad Erika.

"Tieni."

Ginny osservò un piccolo sacchetto di canapa atterrare all'altezza dei suoi piedi.

"Metti un po' di neve su quelle macchie, potrebbe diminuirti il dolore." Disse Malfoy, ostentando la solita indifferenza.

"Mi stai forse aiutando?" Domandò Ginny basita.

"No. Sono solo stufo di sentirti lamentare."

Ginny si sollevò le maniche del mantello, slacciando i bottoni della manica e posizionando un poco di neve sulla macchia dell'avambraccio. Il refrigerio che sentì in quel momento, le alleviò il bruciore persistente.

"Dobbiamo trovare un modo per uscire di qui, altrimenti potrebbe diventare assai pericoloso passare la notte nella foresta."

"Noto con piacere che stai parlando al plurale." Osservò Ginny.

"Questo perché San Potter e quello stupido di tuo fratello mi ucciderebbero a vista, anche se ammazzarmi non sarebbe poi tanto facile."

"Oh." Esclamò Ginny, falsamente sorpresa.

"Questa caverna, la conosco." Disse Malfoy, puntando lo sguardo verso la gola dell'antro. "Mi è già capitato altre volte di ritrovarmi nella Foresta, quindi ho scoperto che questa caverna porta oltre la recinzione ovest della Foresta."

Ginny osservò Malfoy stupita. Per tutto il tempo che avevano camminato, Malfoy sapeva con precisione dove recarsi; e per delle ragioni che ben pochi avrebbero potuto spiegare, aveva fatto l'immenso sforzo di portarla con sè. Ginny sorrise tra sè e sè. Benché avesse trascorso un breve tempo della sua vita assieme a Malfoy, erano molte le cose negative e positive che ancora non conosceva di lui. Chiunque si sforzasse di capire Malfoy, riceveva spesso amare delusioni. Malfoy era come una fortezza inespugnabile, dal suo sguardo nessuno avrebbe mai capito i suoi pensieri. E forse era questo che l'affascinava.

Scosse la testa. Associare la parola fascino a Malfoy era assurdo e si maledì per quel suo momento di debolezza.

"Non vuoi proprio dirmi cosa ti ha scritto Kyle?" Ginny fece quella domanda dopo molti minuti di silenzio, e per questo, cercò di nascondere il proprio rossore avvolgendosi nel mantello.

"Anche se te lo dicessi, cosa cambierebbe?" Domandò Malfoy in tono gelido.

"Hmm, niente... si tratta solo di curiosità. A me mi ha dato deliberatamente della sgualdrina, probabilmente non gli è mai andato giù il fatto che l'ho lasciato, frequentando poi te." Ginny fece un enorme sforzo per fare una simile confessione. Sperava, con il suo atteggiamento, di invogliare Malfoy a parlare.

"Mi aveva lanciato una sfida."

Ginny si sorprese nello scoprire che era riuscita nel suo intento, ma non rispose per evitare che Malfoy chiudesse l'argomento.

"Non mi domandi quale genere di sfida?" Domandò irritato il ragazzo, guardando Ginny.

"Er, sì, che sfida?"

Malfoy affondò una mano nella tasca dei propri pantaloni e gettò un foglietto appallottolato verso Ginny. La ragazza osservò la pallina di carta con sospetto.

"Ehi, mi hai rotto le scatole fino ad ora, e adesso non leggi, Weasley?"

Ginny dispiegò il foglio ed assunse una tinta rossastra.

"Che cosa vorrebbe dire?" domandò Ginny, farfugliando.

"Esattamente quello che c'è scritto." Rispose Malfoy, abbandonando un poco della sua sicurezza.

 

Ti propongo una sfida. Il vincitore avrà il diritto di stare con lei.

Kyle McGraw

 

Benché Kyle non avesse specificato con chiarezza il nome, sapeva di essere lei la ragazza in questione. E questa sconvolgente rivelazione la imbarazzò ulteriormente.

"Sia ben chiaro che non ho accettato per il motivo che immagini." Si affrettò a dire Malfoy. "Io e McGraw non ci sopportiamo a vicenda per natura."

Ginny ridacchiò, lasciando Malfoy perplesso. Anche se non erano i ragazzi più perfetti del mondo, a Ginny faceva comunque piacere essere contesa tra i due.

"A prescindere da questo però, hai accettato."

Il volto solitamente pallido di Malfoy si fece leggermente rosato.

Ginny sorrise.

"Non devi essere imbarazzato. In fondo quello è un capitolo chiuso per entrambi. Non era fattibile una relazione tra di noi." Disse, sentendo un po' il sapore amaro nelle sue parole.

"Probabilmente perché non l'hai mai voluto per davvero".

Ginny osservò Draco incredula.

"Cosa vorresti dire? Che è colpa mia se non ha funzionato?" Domandò, sentendo l'irritazione nascerle dentro.

"Esattamente."

"Non essere stupido! Sai benissimo che non dipende da me!"

"Ah, no? E da chi sennò?" domandò Malfoy inviperito.

"Quella volta non sono stata io a procurarti quelle ferite, ma tuo pad-"

Ginny si azzittì di colpo, portandosi una mano alla bocca. Osservando lo sguardo di Malfoy, capì di aver parlato troppo. Malfoy si alzò di scatto, facendo scorrere il mantello sul corpo. Ginny sospirò, afferrandosi la fronte con una mano.

"Pensavi forse che non me ne sarei accorta? Tuo padre ha parlato chiaramente sia a te che a... me."

"E che cosa ti ha DETTO?" Malfoy diede un pugno alla parete rocciosa, lasciando Ginny esterrefatta. Dalla reazione del ragazzo, Ginny capì che Malfoy non era mai venuto a conoscenza dell'incontro tra lei e suo padre.

"Mi ha detto cose che, a pensarci oggi, non possono essere che vere." Disse Ginny, fissando con ostinazione la terra.

"Che vorresti dire?!"

"Voglio dire che io non posso e non potrò mai stare con te." Ginny si portò in piedi, spolverandosi il mantello dalla terra cavernosa.

"Ti ha detto questo?" Il tono di Malfoy non sembrava mostrare alcuna emozione.

"Diciamo che me lo ha fatto capire." Disse Ginny, indicando con un dito la propria gola. "A parte questo," disse la ragazza, spostando un sasso con un piede ,"credo che alla fine abbia sempre avuto ragione. Noi siamo troppo diversi, a partire dalle nostre famiglie che sono inconciliabili e poi... io credo che i Malfoy non sappiano veramente amare."

"E TU CHE NE SAI?!" L'esclamazione di Malfoy fece sobbalzare Ginny, mentre l'eco nella caverna le rimbombava nelle orecchie.

"Cosa ne sapete voi di quello che provo io, eh?"

Ginny rimase in silenzio, troppo intimorita per rispondere. Malfoy calciò violentemente un sasso nelle vicinanze.

"Per anni non mi è stato mostrato affetto, nè da mio padre, nè da mia madre. Tutti coloro che si sono avvicinati a me lo hanno fatto solo per interesse, perché in realtà non gli è mai importato niente di me! E se vuoi sapere di tutte quelle ragazze che mi sono portato a letto, bhè sappi che è stato divertente trattarle allo stesso modo in cui trattavano me! E' vero, io non so amare, semplicemente perché nessuno ha mai amato me!" Malfoy terminò di parlare, e Ginny notò il respiro affannato del ragazzo.

Ginny sentì una morsa nel petto, sospirò e abbracciò Malfoy con quanta più forza aveva. Il ragazzo cercò di liberarsi dalla stretta della ragazza. Ginny sentì un forte bruciore invaderla sia dentro che fuori, ma cercò di resistere come meglio poteva.

"N-non è vero c-che nes-nessuno ti ama... certo, sei maligno, perfido.... m-ma i tuoi compagni ti a-adorano." Ginny cercò di mantenere il controllo della sua ragione, benché il dolore diventasse estremamente potente.

"Lasciami andare! Così rischi di-"

"E se a-anche non fosse... s-sono sicura che... presto troverai la persona... capace di amarti. Ne sono certa." Ginny si staccò da Draco, con una smorfia dipinta sul volto. Si sbottonò i primi bottoni della camica e vide la sua pelle come ustionata.

"Perché..." Ginny osservò attraverso la sua vista appannata, i lineamenti sempre più opachi del Serpeverde.

"Perchè non puoi essere tu quella persona!?"

Nonostante il dolore, Ginny si sorprese di udire quelle parole da un Malfoy, da Draco Malfoy. Dall'essere più indifferente che avesse mai conosciuto. Una fitta di dolore la colse, ma prima di svenire, riuscì a rispondere a quella domanda; una domanda che esigeva a chiare lettere una risposta.

"P-probabilmente perché non ne avrò mai il coraggio."

**

 

Erika la stava aspettando picchiettando il piede sul pavimento di marmo.

"Ti vuoi muovere Ginny? Così perderemo l'inizio della cerimonia!"

"Arrivo."

Ginny uscì con aria trafelata dal dormitorio dei Grifondoro, seguita da Erika, la sua migliore amica.

Quel giorno, gli studenti dell'ultimo anno avrebbero lasciato per sempre Hogwarts. E loro si stavano recando alla cerimonia della consegna dei diplomi. Non era affatto felice di assistervi, ma Hermione come Harry e suo fratello avevano insistito affinchè lei ci fosse.

Appena entrate nella grande sala, furono avvolte da luci e decorazioni sfarzose, mentre tutti gli studenti diplomati, avvolti nei loro mantelli neri, sedevano composti con le rispettive case.

Uno per uno, tutti gli studenti di Hogwarts furono nominati a gran voce da Silente e Ginny non si stupì del boato di applausi che accolse il nome di Harry. Notò come l'amico, visibilmente in imbarazzo, avesse preso il suo diploma ostentando un inchino molto goffo. Così come non si stupì del boato che accolse Draco Malfoy. Nel sentire il nome del ragazzo pronunciato da Silente, Ginny chinò il capo. Dopo quell'episodio nella caverna, a loro modo i loro sentimenti erano stati chiariti. Per sua fortuna, la pozione Anti-Homo inventata da Kyle aveva perso la sua efficacia qualche giorno dopo il loro ritorno a scuola. Da allora, aveva evitato il Tassorosso con tutte le sue forze, prendendosi in parte anche una bella vendetta.

Per quanto riguardava Draco Malfoy, quello della caverna fu uno degli ultimi incontri diretti che ebbe con lui. Dopo quel giorno, furono molto rare le occasioni per parlare o anche solo per scambiarsi insulti. Se si incrociavano nei corridoi, facevano finta di non conoscersi e quando la conversazione vergeva su uno dei due, sapevano evitarla alla perfezione. Nonostante tutto, Ginny non aveva mai creduto di essersi lasciata con lui in cattivi rapporti. Ognuno di loro conosceva le confessioni dell'altro ed entrambi si prodigavano per mantenerle segrete. Era nato una specie di rispetto silenzioso, sconosciuto ai fratelli di Ginny e allo stesso Harry.

Sospirò.

Notò Rosemary Zleger che, al termine della cerimonia, gettava le braccia al collo di Malfoy. Aveva sentito dire che Draco aveva acconsentito al fidanzamento con Rosemary voluto da suo padre; che ciò fosse un atto conseguenziale alla sua risposta nella caverna, non lo sapeva.

Suo malgrado, quel giorno, incrociò i suoi occhi con delle inconfondibili iridi grige. Per un attimo, dopo molto tempo, erano tornati a guardarsi di nuovo.

"Ginny, tuo fratello ti sta cercando." Erika le diede una pacca sulla schiena.

"Come?" Domandò Ginny, trasecolando.

"Harry, Hermione e Ron ti stanno aspettando. Ma chi stavi guardando?"

"Oh, nessuno in particolare."

Quando Ginny si incamminò verso i suoi amici, Erika lanciò una breve occhiata nella direzione tanto osservata da Ginny, ma notò solo un Malfoy stretto tra gli abbracci dei suoi compagni. Un sospetto le si affacciò alla mente, ma la voce di Ginny la fece di nuovo accorrere verso la parte adibita dei Grifondoro.

La rossa rivolse ancora una volta un timido sguardo verso il Tavolo dei Serpeverde. Malfoy stava festeggiando con un inusuale sorriso sulle labbra. Sorrise, sentendosi in parte felice, ma triste allo stesso tempo.

"Ehi, Gin che hai?" Hermione le aveva passato un braccio attorno alle spalle.

"Dì la verità, sei triste perchè il tuo fratello preferito se ne và!" Disse trionfante Ron.

"Sentirò moltissimo la mancanza di Harry ed Hermione, ma... sinceramente sono felice di non averti più intorno, fratellino."

Ron simulò un'espressione offessa, tra l'ilarità dei suoi compagni.

Si, quella era la sua vita.

La Luce era tutto ciò che l'avvolgeva.

Una volta lesse che dove c'è luce, c'è ombra.

Che la Luce richiama a sè l'oscurità, originando un'unica entità indivisibile.

Quel pensiero la rincuorò, sciogliendo anche quelle piccole gelosie che erano nate dentro di lei.

Un giorno, forse, avrebbe incontrato l'ombra a lei destinata.

Ancora una volta.

  
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