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Autore: Ai_Sellie    28/03/2013    1 recensioni
[Babbo Natale. Sirius Black]
Tutti i bambini credono in Babbo Natale e qualcuno continua a farlo anche se bambino non lo è più da un pezzo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Babbo Natale
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La seguente storia è strettamente collegata alla mia one-shot "Antagonismo puerile"; senza aver letto prima quella, di questa temo non capirete una cippa lippa, spiacente.

Warning: Remus/Sirius accennato sul finale. ;)
Non betata.


Essere Babbo Natale ha i suoi vantaggi.
Tutti i bambini credono in te, tanto per dirne uno, ed è davvero difficile riuscire a trovarne qualcuno convinto del contrario.
Una volta cresciuti smettono gradualmente di farlo, ma questa è una realtà a cui voi Guardiani siete tutti quanti rassegnati, ed un po’ è anche giusto così. Dopotutto voi esistete per difendere la loro gioia e innocenza finché non crescono a sufficienza da essere in grado di farlo da soli.
Ovviamente, per tutto c’è quasi sempre un’eccezione e Sirius Black è la tua.
È stato un bambino insolito, devi ammetterlo. Era vivace e pieno di vita, ma hai sempre avuto l’impressione che si sentisse incredibilmente solo e fuori posto in quell’enorme casa così scura.
Mai ti saresti aspettato che quello stesso bambino potesse arrivare ad odiarti tanto, ma, soprattutto, che giungesse alla soglia dei vent’anni con ancora la convinzione che tu esisti davvero, sebbene non sia più pura e sincera come un tempo.
Ricordi come se fosse ieri, quell’unica notte di Natale in cui, per la prima volta da che estisti, deludesti le speranze di un bambino.
Gli incantesimi di protezione che i suoi genitori mettevano intorno alla casa – ed in particolare sul camino durante il periodo di Natale – si facevano ogni anno più complicati, e quella volta non riuscisti a superarli.
Quando la consegna dei regali fu terminata e decidesti di tornare da lui era ormai troppo tardi.
Leggere in quegli occhi innocenti dal colore così insolito tutta quella profonda delusione ti spezzò il cuore.
Il suo puntino luminoso non si spense, ma non brillò più come prima.
Da allora sei passato a trovarlo tutti gli anni, senza mai mostrarti, ed anche adesso che ha superato da un po’ la soglia d’età per cui, secondo le regole, ti è permesso lasciagli dei regalo sotto l’albero, continui a farlo.
Anche quest’anno, come sempre, sta tentando di sabotare il tuo giro di doni, ma da qualche tempo a questa parte hai come l’impressione che ci sia qualcosa di diverso.
Da quando James Potter, il bambino che fino agli otto anni ha chiesto sempre la stessa cosa e teneva da parte per te una fetta della sua torta preferita, e Remus Lupin, il bambino che dopo quel morso smise di scriverti la letterina, sono entrati nella sua vita senti che qualcosa è cambiato, in lui.
Sorridi intenerito, sotto i grandi baffi bianchi.
Decidi di entrare in casa solo quando sei certo che entrambi i ragazzi si siano addormentati.
L’appartamento è piccolo e non ha il camino, per cui ti accontenti di passare banalmente dalla finestra.
T’incanti qualche secondo a guardarlo dormire sereno, abbracciato all’altro ragazzo, e dopo tanti anni riesci finalmente a riconoscere nei lineamenti rilassati del suo viso il bambino felice che è stato.
Un po’ ti dispiace che ti odi tanto, ma da quando hai capito perché ne ha bisogno sei ancora più deciso a lasciarglielo fare. Il compito di un Guardiano è anche questo, in fondo: prendersi cura di chiunque creda in te, grande o piccolo che sia.
« Il piccolo Remus non sa proprio tutto, ma su una cosa ha ragione: sei stato un bravo bambino, Sirius Black. Sono orgoglioso di te ».
Schiocchi le dita, anche se in teoria non saresti autorizzato a farlo, poi sorridi e ti lasci risucchiare dal passaggio per il Polo Nord che hai aperto in mezzo alla stanza.
Quando Remus si sveglia, la mattina di Natale, Sirius gli sta sbavando sulla spalla ed ha l’impressione che sotto il loro alberello striminzito ci siano molti più regali di quanti lui ne abbia effettivamente comprati.
Dopotutto gli dovevi ancora una scopa volante. 
  
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