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Autore: lightoftheday    25/08/2004    2 recensioni
Jennifer è l’emblema della donna normale: non è belllissima, non è intelligentissima, non ha niente che la renda speciale o particolare. Ha quasi trentun anni, un lavoro stabile da segretaria, una vita senza scossoni, quella che ha sempre desiderato. Almeno finché il destino non ci mette del suo…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Monaghan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo sai Roy che io invece credevo che magari al mia classificazione di mici fosse una strullata? No, ti spiego: io sicuramente amo di più i cani, ho sempre avuto il cane e mi piacciono i cani. Non disdegno affatto i gatti, però ne ho avuti pochi: la mia classificazione infatti parte da gatti di amici e parenti…Sploffy, in ogni modo, è inqualificabile! Vi anticipo appena che è veramente un personaggio importante della storia, a tutti gli effetti!

Quella del film Kaori è un po’ per far capire il discorso che Jennifer effettivamente è molto al di fuori di quel mondo. Questo a mio parere dovrebbe spiegare molte cose!

Comunque sono contenta che lo troviate divertente, grazie mille a tutte e spero che continui a piacervi!

 

Capitolo 8

Dominic’s Lost

 

- Come diavolo faccio Pat! Parte domani e a me già manca! Non lo vedrò fino a maggio!-

L’amica aveva appoggiato una mano sulla spalla di Jennifer prima che si separassero per tornare al lavoro, dopo la pausa pranzo.

- La vita è dura Jen… che ne dici se stasera usciamo e facciamo tardissimo? Così ti distrai.-

Jennifer aveva abbassato gli occhi e aveva messo su un leggerissimo broncio.

- No, è martedì sera e domani dobbiamo lavorare, non mi va di fare tardi. E poi stasera l’unica cosa che ho voglia di fare è deprimermi un po’.-

Patricia sentendola dire così le aveva dato una leggera spintarella.- Ma vattene!- le aveva detto sorridendole. Tuttavia subito dopo aveva continuato, solo con un tono un po’ più allarmato. - Mica dirai sul serio, vero? No, perché se l’alternativa è deprimerti a casa tua da sola, ti porto fuori a calci stasera!-

Jennifer aveva sorriso all’amica. - No, dai, non voglio deprimermi… solo non mi va di uscire.- aveva concluso, rassicurandola.

Patricia, tuttavia, verso le sette di sera le aveva telefonato per farle sapere che, nel caso in cui ci avesse ripensato, lei e Susan sarebbero andate a passare la serata in un club dove avevano invitato l’altra, ma Jennifer rifiutò. Effettivamente era stupido aver rifiutato, ci pensò non appena aveva rimesso giù la cornetta, ma veramente quella sera non aveva voglia di vedere gente. Quando pochi minuti prima delle ventidue ricevette quella telefonata, pensò che qualcuno lassù nel cielo doveva volerle davvero bene per aver fatto in modo che lei non cedesse all’insistenza di Patricia. Il nome Dominic lampeggiava su display del suo telefono cellulare, rispose con il cuore in gola.

- Ciao…-

- Ciao Jennifer, ti disturbo? E’ un po’ tardi forse…-

- No, per niente. Come stai? Sei pronto per partire domani?- chiese per darsi un tono.

- Sì, manca solo di andare all’aeroporto e prendere l’aereo.-

- Ah, bene…- rispose.

- Lo so che magari sono del tutto fuori luogo, ma mi andrebbe di salutarti prima di partire, anche se ci siamo già salutati.-

Jennifer era al colmo della felicità per quella richiesta. - Cosa avevi in mente?- chiese senza esternare un eccessivo entusiasmo, temendo che l’avrebbe fatta sembrare ridicola.

- Non lo so… che ne dici se ci vediamo adesso? Potrei passare da te… meglio se non andiamo fuori. Ma se vuoi possiamo farlo, non ce lo impedisce nessuno. - le aveva detto, più per essere educato che per altro. Sapeva che Jennifer avrebbe accettato che si vedessero a casa sua.

- No, vieni pure qui, va benissimo.-

- Allora arrivo.-

A Jennifer prese il panico. Era completamente senza trucco, in tenuta da casa e il suo soggiorno era un bel po’ incasinato.

- Ok… fra quanto?- chiese allarmata.

- Ehm… non lo so… un venti minuti al massimo, non di più.-

Dopo che Jennifer aveva riattaccato si era alzata di corsa dal divano spegnendo la televisione. Aveva fatto scendere anche Sploffy e con una spazzola aveva tolto alcuni peli che il micio aveva lasciato al suo passaggio, poi aveva messo i piatti della cena che aveva consumato da sola non più di un’ora e mezza prima nel lavello della cucina, rassettò un po’ in giro e quindi, dato che mancavano poco più di dieci minuti a quando Dominic aveva detto che sarebbe arrivato, si era precipitata in camera sua a mettersi qualcosa di decente e a darsi almeno una truccatina veloce.

Qui le si presentò un bel problema: lui sapeva che lei era a casa e che probabilmente era in una tenuta prettamente casalinga. Non sarebbe risultata ridicola se, aprendogli la porta, si fosse ritrovato davanti una Jennifer come se fosse pronta per uscire? Sì, in effetti era un rischio che correva. Insomma, non poteva mica dargli a bere che stava in casa sempre ben vestita e truccata di tutto punto ad aspettare eventuali visite a sorpresa? Era ridicolo.

Quindi aveva optato per un paio di jeans larghi e comodi, sicuramente meglio della tuta un po’ vecchiotta che portava prima. Aveva messo una canottierina un po’ corta e una felpa leggera, si era solo accentuata il contorno occhi con la matita, cercando di non esagerare. Non ne ebbe il tempo, perché Dominic aveva suonato proprio mentre stava pensando di mettersi su qualcos’altro. Si fece una coda di cavallo ed andò ad aprire, impaziente di vederlo comparire.

 

***

 

Dominic quella sera era passato a casa di Jonathan per un saluto prima di partire. Non aveva molta voglia di socializzare quella sera, era come convinto di aver dimenticato di fare almeno mille cose che, puntualmente, gli sarebbero venute in mente solo quando sarebbe stato già sull’aereo e questo un po’ lo indisponeva. Jonathan l’aveva invitato a cena, con loro c’era anche qualche altro loro amico, quel ritrovo in effetti era più un’occasione per ritrovarsi che una cena di commiato. Del resto, se l’amico gliel’avesse presentata in quella maniera, nemmeno ci sarebbe andato, figuriamoci. Gli avrebbe chiesto cosa s’era fumato e perché non l’aveva aspettato per farlo.

Uscendo da casa sua aveva buttato un occhio alle valigie che aveva già pronte sulla porta, facendo per almeno la centesima volta mente locale alle cose importanti che doveva fare prima di partire, non trovando niente che, almeno all’apparenza, non avesse già fatto.

Quando era arrivato aveva notato di essere il primo. In effetti era in notevole anticipo, Jonathan gli aveva detto alle otto, ma lui alle sette e mezza era già là. Quando l’amico gli aveva aperto la porta, trovandoselo davanti l’aveva guardato sorpreso.

- E che ci fai già qui? Guarda che arrivare tardi fa star, non presto!-

- Se non mi vuoi torno più tardi, mi faccio una passeggiata…- aveva risposto lui stando allo scherzo.

C’era voluto poco perché Jonathan s’informasse sull’esito che aveva avuto quella costosa bottiglia di vino italiano.

- Allora, ‘sta palestra?-

- Ma che ti fai i cazzi tuoi?- aveva risposto Dominic ridacchiando. In verità si era un po’ rotto di queste battutacce. Insomma, che male c’era se con Jennifer non aveva fatto sesso? Che era obbligatorio? Per una volta era anche concepibile che avesse un interesse diverso, o no?

- Non s’è battuto un chiodo, eh?- aveva commentato Jonathan alla risposta un po’ sulla difensiva dell’amico. - Allora le cose sono due: o questa ti piace seriamente, oppure stai perdendo il tuo charme…-

Dominic rise:- Mi dici come fa a piacermi seriamente una che c’ha un gatto che c’ha un nome che assomiglia vagamente al rumore che fa una cagata?-

L’altro l’aveva guardato ridacchiando, e un tantino perplesso. Dominic quindi aveva continuato:- Sploffy… ma si può chiamare un gatto Sploffy? Povera bestia…-

L’altro aveva cominciato a ridere di gusto. - Santo cielo, ma questa è proprio rincoglionita! Ma dove l’hai pescata?-

- Ubriaco fradicio all’Hard Rock Caffè la sera di San Patrizio…- gli aveva ricordato Dominic.

- Giusto ubriaco potevi interessarti ad una del genere!- Jonathan aveva continuato a ridacchiare per quel racconto, e Dominic, cosa che non pensava gli sarebbe successa, non la stava prendendo tanto bene.

Sì, indubbiamente Jennifer non era forse una cima, cosa poi del tutto da verificarsi, ma questo non dava al suo amico l’autorizzazione a darle della rincoglionita così, senza nemmeno conoscerla.

Cosa si aspettava in ogni modo Dominic? Era esattamente questa la descrizione che lui dava di Jennifer, come pretendeva che l’avrebbero considerata gli altri? Tuttavia, finché era lui a mettere in evidenza certi difetti della ragazza gli stava anche bene, se lo faceva qualcun altro no… lui sapeva che, in fondo, Jennifer era molto di più di quello che aveva raccontato agli amici per farsi due risate.

Fortunatamente quella conversazione fu troncata, dato che qualcun altro aveva cominciato ad arrivare. Dominic si era un po’ isolato dal resto della compagnia mentre erano a cena: un po’ perché era presente anche Jodie, un’amica di Jonathan a cui era sempre piaciuto ma della quale a lui non era mai fregato un accidenti, prima che gli si appiccicasse e non riuscisse più a togliersela di dosso vide bene di salutarla appena e di non considerarla affatto per tutto il tempo; da un’altra parte, ed era anche lievemente stupito della cosa, stava pensando che gli dispiaceva sinceramente non rivedere Jennifer almeno un’altra volta prima di partire.

Probabilmente era per via del fatto che la sensazione che Dominic aveva provato per tutto il tempo che aveva passato con la ragazza a casa sua quella domenica sera appena trascorsa, era una sensazione di beatitudine pressoché totale. Lì, a cena con Jonathan e i suoi amici non si sentiva così tranquillo come lo era stato ogni volta che era stato con lei. Non metteva in dubbio di stare bene con Jonathan, era uno dei suoi più cari amici, solo era diverso.

L’amico aveva notato che non era il solito Dominic, e quando si erano alzati da tavola, circa due ore dopo, gli si era avvicinato e gli aveva chiesto cosa non andasse. Dominic si era scusato adducendo la scusa di essere un po’ stanco, anche se, in verità, stava già pensando di andarsene da lì, per andare da Jennifer.

In principio aveva pensato ad un’improvvisata in piena regola, tipo presentarsi a casa sua così, tipo sorpresa, ma poi ci aveva riflettuto per un momento sopra e aveva convenuto che non sarebbe stata una cosa eccessivamente intelligente: se fosse stata impegnata? O fuori addirittura? Se fosse capitato in un momento poco opportuno? Salì al piano superiore della casa di Jonathan e raggiunse velocemente uno dei bagni, dove pensò bene di telefonarle.

Quindi, dopo la risposta affermativa della ragazza, era sceso nuovamente nel soggiorno e si era congedato dall’amico dicendo che se ne andava via presto perché aveva un sacco di cose da sbrigare prima di partire. Jonathan sembrò bersi quella balla, del resto non gli andava di spiegargli dove sarebbe andato dopo. Dopo i saluti si era diretto velocemente a riprendere la sua auto e si era infilato nel traffico caotico di Los Angeles che non accennava mai a diminuire.

 

***

 

Quello che pensò Dominic vedendo Jennifer in quella tenuta fu che la trovava davvero carina. Si immaginava quasi che si sarebbe fatta trovare in tiro, come avrebbe fatto qualsiasi altra donna al suo posto. Invece appariva semplice e naturale. Le diede un piccolo bacio prima di entrare in casa sua, bonariamente assalito da Sploffy che, come ogni buon animale d’appartamento, era subito venuto a controllare chi stava per invadere il suo spazio vitale.

- Ciao gattone!- lo aveva salutato dopo essere entrato. Non sapeva perché, ma gli veniva difficile chiamarlo con il suo nome.

Si erano seduti nel soggiorno, Jennifer gli aveva offerto da bere e si erano messi a parlare di stupidaggini. Gli aveva chiesto a cosa sarebbe andato a lavorare il giorno dopo, così Dominic le aveva raccontato di quello sceneggiato. - Si intitolerà “Lost”, parla di un disastro aereo. Io ed altri sopravviviamo all’incidente e ci troviamo a dover andare avanti in condizioni precarie, su un’isola che sembra essere deserta. Credo che se tutto va bene lo trasmetteranno in televisione il prossimo autunno.-

Di più specifico altro non le aveva detto, aveva parlato un po’ di cosa lo aspettava, di come sarebbero andate le riprese, ma s’intuiva che non aveva affatto voglia di discutere del suo lavoro, e Jennifer lasciò che cambiasse argomento e che portasse la conversazione dove preferiva lui, del resto lei voleva solo che fosse a suo agio.

Non era la prima volta che aveva quest’impressione, eppure in quel  momento quella sensazione era stata più forte. Era come se Dominic cercasse una sorta di protezione e di accettazione da lei, come se avesse bisogno di essere difeso e di uscire da quello che era probabilmente il suo mondo. Non si era interrogata molto su quell’aspetto però, perché francamente credeva di sbagliarsi. Era ridicolo anche solo pensare che lui poteva sentirsi in quel modo.  Ma poi, quando aveva colto nel suo atteggiamento una sorta di fastidio appena accennato a parlare del suo lavoro, aveva capito che forse non si era illusa.

Man mano che la serata era andata avanti, quella sensazione si era fatta sempre più insistente, Jennifer poteva leggere in ogni suo minimo gesto quelle richieste. Dopo poco lui aveva smesso di parlare e lei l’aveva fatto per entrambi, per lo più di frivolezze, anche se non credeva che lui la stesse poi molto ascoltando, sembrava più interessato a Sploffy, che come un paio di sere prima gli si era accoccolato ai piedi.

Nonostante quella situazione non avesse niente di particolarmente interessante o divertente, era palese che a Dominic piacesse, le sembrava molto più sereno di come era arrivato, e questo le faceva piacere, era segno che stava bene con lei.

Dopo poco più di un’ora Dominic aveva deciso di andarsene. Stava bene là, seduto sul quel divano in compagnia di Jennifer e della mucca striata, ma non poteva rimanere per molto tempo, data l’improvvisata che le aveva fatto immaginava che le avesse fatto perdere abbastanza tempo. Era stato così che si erano trovati nuovamente davanti alla sua porta di casa per salutarsi.

- Dovrei essere di ritorno per il primo o al massimo il due di maggio. Te lo faccio sapere. -

- Va bene.- aveva risposto Jennifer che aveva cominciato a fissare un punto imprecisato verso il basso.

Dominic, guardandola in quel momento, aveva intuito che a lei dispiaceva sinceramente che se ne stesse andando per quel periodo. In fondo non era per tantissimo, però leggendo nell’espressione del suo viso, sembrava quasi che non si sarebbero più visti per un tempo infinito. Era un sentimento prepotente ed estremamente sincero, non poté non rimanerne colpito: non aveva ritenuto opportuno dirle altro, l’aveva abbracciata tenendosela per qualche secondo stretta contro e poi si erano dati un bacio.

Quello era tutto quello che avrebbe dovuto esserci tra loro quella notte, almeno negli intendimenti iniziali di entrambi, ma poi qualcosa era cambiato, proprio durante quel bacio.

Per Jennifer, aver solo pensato alla possibilità che quella notte avrebbe potuto fare l’amore con lui, era una cosa del tutto nuova. Lo conosceva da troppo poco, e non sapeva nemmeno cosa ci fosse tra loro di preciso. Al di là di questo, se anche avesse avuto chiaro che tra loro c’era una storia, rimaneva un passo prematuro per la sua visione delle cose. C’erano stati solo altri due prima, due storie che per lei erano state molto importanti, specialmente la prima, ma che poi erano finite. Per lei era totalmente nuovo poter pensare così, considerando i suoi trascorsi.

Tuttavia, se anche aveva un po’ di paura, era una cosa che avrebbe fatto volentieri, anche se non comprendeva quale fosse il motivo principale che la spingeva a farlo.

Dominic le piaceva molto, veramente tanto, questa era la prima cosa che le era passata per la mente e che pensava fosse la causa principale che le avesse fatto decidere di poter agire in modo un po’ più avventato per una volta. Ma c’erano anche altri due fattori che, sebbene fossero forse meno lampanti, erano ugualmente ben presenti e importanti: quello forse era un modo per ritardare il loro saluto definitivo? Jennifer non aveva voluto rifletterci, ma sapeva che, quando lui l’aveva abbracciata e tenuta stretta davanti alla porta di casa sua, aveva desiderato che rimanesse ancora. Il terzo punto risiedeva sempre in quell’abbraccio, gesto che aveva dato a Jennifer la stessa sensazione che le aveva dato quasi tutta la serata passata con lui, come se quella fosse una sottile richiesta di protezione. Fare l’amore con lui in quel momento sarebbe stato un modo per fargli capire chiaramente cosa lei provasse nei suoi confronti, dargli quell’idea di appartenenza alla sua vita che forse lui cercava. Avrebbe portato il ricordo di quella notte con sé in quel periodo che non avrebbero potuto vedersi e gli sarebbe stato utile.

Dapprima aveva lasciato che fosse Dominic a guidare quel bacio, rispondendogli con un trasporto controllato poi, presa quella decisione improvvisa, gli aveva stretto ancora di più il braccio che gli aveva messo intorno al collo, aderendo ancora di più a lui, issandosi sulla punta dei piedi e accarezzandogli leggermente il collo con la mano che aveva lasciato appoggiata sulla sua spalla.

Per Dominic era stato molto più semplice. Non aveva fatto piani, non se l’aspettava a dire la verità, ma la cosa non gli dispiaceva affatto: si sentiva strano, come se il fatto che lei improvvisamente avesse cambiato leggermente ma decisamente approccio con lui lo rendesse stranamente tranquillo e appagato. Normalmente in quel frangente avrebbe stretto i tempi, erano veramente rare le volte in cui aveva agito con calma, quella volta invece aveva proprio voglia di perdersi in tutte quelle cose che, nei discorsi da maschietti, erano definite, in modo più carino possibile, una perdita di tempo.

Senza che si fossero minimamente sciolti da quel bacio, Dominic aveva fatto per entrare nuovamente nell’appartamento di Jennifer, cercando quindi di richiudere la porta. A tentoni, con gli occhi chiusi, stava tentando di trovare la maniglia, senza successo, fino a che non era rimasto impigliato con la manica alla chiave. Tirava la mano ma non riusciva a liberarsi, voleva farlo senza che Jennifer si accorgesse di niente, ma dopo il secondo strattone la ragazza si era leggermente discostata da lui chiedendosi cosa gli stesse prendendo. Aveva abbassato lo sguardo sulla sua mano aveva visto quale fosse il problema. Gli aveva sorriso, liberandogli la mano e chiudendo la porta, ricominciando a baciarlo subito dopo.

Prestando almeno un minimo d’attenzione a dove stessero andando si erano appoggiati allo schienale del divano e Dominic aveva fatto sedere Jennifer sulla spalliera del mobile, cosa che l’aveva alzata di qualche centimetro non costringendolo più a piegarsi su di lei. Si era tolto la giacca, aiutato da Jennifer, quindi aveva provato a tirarle giù la cerniera della felpa, che però era scesa fino ad un certo punto per poi incepparsi. Jennifer quindi si era leggermente discostata da lui, gli aveva sorriso e l’aveva fatto da sola. Dominic pensò che come inizio, decisamente, non era male: era una barzelletta, ma era estremamente carino. Le sorrise a sua volta, ricominciando a baciarla mentre le faceva lentamente scivolare dalle spalle quell’indumento, che era caduto insieme alla sua giacca sul divano, indugiando a sfiorarle leggermente con i pollici la pelle che, gradualmente, veniva scoperta da quel gesto.

Erano rimasti così per un po’, baciandosi e accarezzandosi come due ragazzini, nessuno dei due aveva fretta che quel momento finisse. Dominic si rese effettivamente conto che Jennifer era molto più ingenua di lui sotto quell’aspetto, cosa che lo spinse ancora maggiormente a fare le cose con la giusta calma, aspettando che fosse lei a dargli un segno qualsiasi che poteva andare avanti. Quando la ragazza si discostò leggermente da lui, dicendogli che avrebbero potuto spostarsi nella sua stanza, non se lo fece ripetere due volte, la prese tra le braccia un po’ più saldamente facendole riappoggiare i piedi a terra e si fece guidare, dato che non aveva la minima idea di quale fosse la porta che doveva prendere. Jennifer prima di uscire dal suo piccolo soggiorno aveva spento la luce e non aveva pensato ad accenderla nella sua stanza, del resto lei conosceva benissimo quell’ambiente a differenza di lui che, per l’appunto, appena entrato, era andato a sbattere contro qualcosa che stava per terra. Non si era fatto male, ma aveva rischiato di inciampare tirandosi dietro anche lei, dato che ancora non avevano accennato minimamente a discostarsi l’uno dall’altro.

- Scusami, avrei dovuto accendere la luce!- disse Jennifer sinceramente dispiaciuta che lui fosse inciampato nella cuccia del gatto che, non sapeva bene in che modo, era finita in mezzo alla sua stanza invece che stare fuori dalla porta. Però era anche divertita per la situazione, non poteva negarlo.

Quella volta non poterono impedirsi di ridere entrambi, si erano stretti, in piedi nella semioscurità della stanza illuminata solo dalla luce che veniva dalla finestra aperta, e avevano cominciato a ridere, poi soffocando la risata con l’ennesimo bacio.

Riconquistata un po’ di serietà le cose erano andate più veloci, Dominic le aveva sbottonato i jeans per poi chinarsi leggermente aiutandola a toglierseli, poi si erano avvicinati al suo letto, dove Jennifer era salita mettendosi in ginocchio, tendendogli una mano che lui aveva preso, mettendosi nella stessa posizione davanti a lei. Jennifer aveva fatto per togliergli la maglietta, con un filo di voce gli aveva chiesto di alzare le braccia per facilitarle il compito e lui l’aveva assecondata, per poi vedere che, mentre le sorrideva con il suo solito sorriso dolce, aveva fatto lo stesso gesto aspettando che fosse lui a liberarla della leggera canottierina che ancora portava. Le aveva sorriso a sua volta, trovandola tenerissima in quel momento. Lo aveva fatto quindi, perdendosi poi per un momento a guardarle il seno nudo, ma aveva smesso subito quando si era accorto del vivo imbarazzo di lei nel vederlo mentre la osservava.

Dopo che anche Dominic si era liberato dei suoi pantaloni si erano sdraiati sul letto di Jennifer continuando a baciarsi e ad accarezzarsi, esplorando reciprocamente i loro corpi, fino a che l’eccitazione di entrambi non era salita prepotentemente richiedendo che la situazione cambiasse.

Dominic si era discostato leggermente. - Jennifer, usi qualcosa?- le chiese.

La ragazza non comprese subito a cosa si potesse riferire, lo guardò per un momento perplessa prima di capire che si riferisse ad anticoncezionale qualsiasi. Scosse la testa, Dominic quindi le aveva dato un piccolo bacio e si era alzato in fretta, cercando di fare prima possibile. Cercando di ricordarsi la strada si era diretto verso il divano del soggiorno dove aveva lasciato la sua giacca e aveva preso un condom dal suo portafogli. Quindi, sempre cercando di fare più in fretta possibile, si era avviato nuovamente verso la stanza da letto di Jennifer, dove la ragazza nel frattempo si era messa sotto un lenzuolo. Guardandola pensò che era veramente un bel po’ che non gli capitava di farlo con una così, distraendosi per un istante dietro a quei pensieri finì per sbattere il piede nello stipite della porta e storcersi il mignolino.

- Porca putt…- aveva esclamato, Jennifer si era tirata su di scatto allarmata.

- Ti sei fatto male?- gli aveva chiesto.

Dominic aveva dipinta sul viso un’espressione un tantino sofferente. - Bene no davvero…- aveva risposto, mentre aveva appoggiato una mano allo stipite della porta per mantenere l’equilibrio e con l’altra si stava massaggiando il piede offeso. Subito comunque aveva raggiunto il letto, prima di mettersi sotto il lenzuolo con lei si era tolto i boxer, notando che Jennifer, vedendogli fare quel gesto, aveva allontanato lo sguardo da lui, quasi che si vergognasse a guardarlo mentre si spogliava. Un sorriso gli salì spontaneo sul volto.

E poi era successo, ed era stato bello per entrambi. Si erano addormentati poco dopo, Dominic aveva appoggiato la testa sul petto di Jennifer tenendogli le braccia attorno alla vita, mentre lei, in un gesto molto protettivo, gli teneva una mano sulla testa e l’altro braccio attorno alle spalle, stringendolo verso di sé.

Prima di addormentarsi Jennifer si sentì del tutto in pace con sé stessa: sì, il giorno dopo se ne sarebbe andato e per un po’ l’avrebbe perso, ma gli aveva lasciato qualcosa di cui avrebbe portato il ricordo con sé per tutto quel tempo che sarebbero stati lontani.

   
 
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