Fanfic su attori > Johnny Depp
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Autore: Sharon xD    29/03/2013    2 recensioni
Sofia ha 24 anni, un fratello più piccolo ,un lavoro che non le piace e un'amica fantastica che le starà sempre vicino. Tutto procede normalmente fino a quando un giorno le viene chiesto di cantare, la cosa che adora di più fare... Cosa succederà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando meno te l’aspetti… -Ehi!- dissi entrando nella stanza di mio fratello, non aveva ancora finito di studiare (non capivo ancora perché gli insegnanti dessero tutti quei compiti per le vacanze!!) e se ne stava a capo chino sulla scrivania ignaro di tutto. Mio fratello era così, aveva otto anni ma nonostante tutto non riusciva a fare qualcos’altro se prima non completava quello che aveva già iniziato. E infatti : -Ciao – mi rispose tutto concentrato. –Ti do una mano?-chiesi, -ok, porta una sedia- -non serve,già fatto- gli dissi sorridendo mentre appoggiavo la sedia accanto alla sua. Mi guardò stupito poi mi raccontò quello che aveva da fare e ci mettemmo a studiare, erano le quattro e finimmo in un’ora e mezza ,parlammo un po’ e mentre osservavo quegli occhi scuri pensai a quanto mio fratello somigliasse a mio padre,immaginai i miei genitori guardarci crescere da qualche punto nell’universo poi distolsi lo sguardo scacciando quei pensieri malinconici. Continuammo a parlare mangiando un gelato e scherzando con mia nonna. Guardai l’ora :era tardissimo!! Scattai in piedi, salutai mio fratello e mia nonna poi uscì di fretta. Mentre andavo al ristorante dove lavoravo come cameriera lanciavo occhiate sfuggenti ai turisti che cominciavano ad animare la piazza, si sentivano tante lingue, napoletano,inglese, tedesco… mentre camminavo incontrai Sara, era alle prese con una coppia di turisti e gli stava indicando qualcosa. Tutte e due sapevamo parlare molto bene l’inglese,del resto lei era una guida turistica e io lavorando in ristoranti frequentati da tanti stranieri non potevo farne a meno. Dopo aver finito di dare indicazioni si voltò e si accorse che stavo andando verso di lei. Mi sorrise e venne a salutarmi: -stai andando a lavoro?- mi chiese -sì- risposi , -dai,ti accompagno, devo raccontarti un sacco di cose!- Sara era una furia parlava di tutto e di più ed era sempre allegra. Era la mia migliore amica dall’asilo e non ci eravamo più separate da allora. Mi raccontò di com’era trascorsa quella giornata,del ragazzo dagli occhi misteriosi di cui sicuramente si era presa una cotta,poi arrivai all’ entrata del ristorante,la salutai ed entrai. –Ciao Andrea- dissi salutando il ragazzo alla reception- ciao!!buon lavoro!-rispose e io ricambiai con un sorriso,poi mi diressi verso il bagno,mi cambiai ed indossai la mia “uniforme” che era composta da un paio di pantaloni neri,una camicia bianca e dei tacchi dello stesso colore dei pantaloni. Mi diedi una sistemata ai capelli ricci e neri e misi al volo la matita agli occhi ,poi guardai di sfuggita la collana che portavo al collo,c’era raffigurato un delfino. Uscii dal bagno,posai le mie cose nell’armadietto e m diressi verso le sale cominciando ad apparecchiare i tavoli all’esterno. Non ero sola c’erano anche Giovanna e Marco ad aiutarmi quindi ci sbrigammo in poche decine di minuti. Stavano cominciando a entrare i clienti per cui ognuno di noi cominciò a darsi da fare. In pochi minuti il ristorante era pieno. Cominciai a consigliare piatti quando mi veniva richiesto e a servirli. La serata passò velocemente e io mi muovevo dalla cucina alle sale, dalle sale alla cucina che ormai le mie guance erano rosse dal caldo,come se in pieno luglio non ci fosse abbastanza afa!! Stavo per entrare a consegnare i piatti quando mi fermò Luigi, il mio datore di lavoro, e cosa ho combinato adesso? Pensai. – Sofia - mi disse –consegna quei piatti e poi vieni subito da me- -ok- risposi e così feci. Mentre andavo da lui pensavo a cosa mai volesse, il suo tono era stato un po’ agitato ma non arrabbiato. Confusa bussai al suo ufficio ed entrai. –Oh, eccoti finalmente- mi disse. Senti Sofia tu canti vero? Ricordo di aver letto nel tuo curriculum che avevi già cantato in alcuni locali prima di venire qui- -sì sì- risposi –perché?- chiesi curiosa – c’è un cliente di là che vuole qualcuno che canti un po’, è disposto a pagare anche bene quindi non mi aspetto un tuo rifiuto. Là è pronta una chitarra e nella busta c’è un vestito adatto all’occasione. Spero tu abbia in mente un repertorio.- Dicendo ciò capii che per lui il discorso era finito. Ero infastidita da quel suo modo di imporsi e felice al tempo stesso di poter trascorrere una serata cantando. Il canto era il mio modo di esprimermi e in mente avevo già delle canzoni da poter cantare. Mi chiedevo solo se ero in grado di soddisfare quel pubblico. Obbedii incapace di ribattere, forse in fondo non volevo neanche oppormi. Mentre mi vestivo fantasticavo su come avesse fatto Luigi a trovarmi una chitarra e un vestito della mia taglia..Luigi era proprio imprevedibile! Mi vestii e mi truccai velocemente. Il vestito era blu, con uno scollo a V dove cadeva il mio ciondolo col delfino. Per il resto l’abito era lungo, molto semplice e valorizzava molto le curve. Mi chiedevo quale cliente ci fosse dietro quella richiesta per aver indotto il mio capo a farmi indossare un abito del genere, lasciai le scarpe coi tacchi neri che usavo anche per servire i tavoli, del resto non si sarebbero viste. Diedi un’occhiata allo specchio e decisi che sarebbe stato meglio raccogliere i capelli. Presi la forcina che tenevo sempre in tasca e raccolsi la metà superiore dei capelli. Poteva andare bene così. Feci un sospiro perché comunque ero emozionata ed uscì. Salì alla sala superiore,non potevo sbagliarmi sopra c’era solo una sala, quella migliore di tutte dove di solito andavano i ricconi, avevo la chitarra tra le mani. Quando entrai mi diressi subito dal DJ, c’era una tale confusione che non riuscivo a capire niente. Lui capì subito chi ero e mi presentò alle persone in sala, mentre faceva questo vidi tutti voltarsi per prestare attenzione. Quella serata insolita finì presto e mi ritrovai dopo qualche ora sotto la doccia prima e sul mio letto dopo, stanca. L’indomani pomeriggio usci presto di casa e andai a trovare Sara prima di andare al lavoro. Parlammo che si fecero le otto meno un quarto e neanche me ne accorsi. Nooo , questa volta Luigi mi avrebbe licenziato veramente!!! quasi correvo per le strade fino a quando svoltai ad un angolo e mi schiantai contro qualcosa di duro, o meglio qualcuno. Ecco ci mancava solo questa!! - oh mi scusi tanto- dissi, poi vedendo chi era l’uomo che mi guardava arrossi di colpo: per poco non avevo fatto cadere Johnny Depp. Richiesi scusa in inglese vedendo che lui mi osservava con un’ espressione strana che non capivo se divertita o arrabbiata e… continuai a correre verso il ristorante. Avevo appena visto colui che era il mio idolo da quando avevo quattordici anni e avevo praticamente fatto finta di niente. Ma si poteva essere più sceme di così? La risposta era facile,no. Comunque entrai al ristorante con il fiatone e trovai Luigi ad aspettarmi, ma non era arrabbiato- Sofia ma che fine hai fatto? Finalmente sei arrivata. Va a vestirti e poi Sali sopra,da oggi sarai la nostra cantante, ieri hai avuto successo- disse sorridendo. Mi stavano cadendo le braccia a terra dallo shok. Risposi con un semplice –ok- incapace di dire altro. Mi stavo andando a preparare quando feci per voltarmi e vidi che stava entrando lui: l’uomo che adoravo da sempre e che per poco non avevo fatto cadere e che avevo perfettamente ignorato. Mi voltai arrossendo di colpo fino alla punta dei capelli. Andai a prepararmi e trovai nel mio cassetto una busta con ciò che dovevo indossare,poi mi truccai. Questa volta avevo un vestito nero che arrivava fino alle ginocchia,stretto in vita e i soliti tacchi. Mi diressi sopra e.. questa volta tante persone stavano sedute ai tavoli per i fatti propri,non dovevano essere una comitiva. Lo sguardo mi cadde su indovinate chi? Sì c’era anche lui. Imbarazzata mi presentai alle persone in sala e sorridendo cominciai il mio nuovo lavoro, cantavo e pensavo solo a trasmettere quello che provavo io cantando, ora con dolcezza e parole sussurrate ora con grinta. Quasi mi ero dimenticata di Johnny. La serata finì, ringraziai tutti coloro che avevano avuto la santa pazienza di ascoltarmi e aspettai che tutti uscissero mentre mettevo a posto chitarra e microfono. Vidi che la sala si era svuotata eccetto un tavolo. Quello di Johnny, pensai che forse era ora di chiedere scusa in un modo più decente e mi stavo per avvicinare quando vidi che si stava dirigendo verso di me. Intanto il mio cuore batteva sempre di più. – volevo farti i miei complimenti,ehm…Sofia, giusto?- -sì, Sofia. La ringrazio e le chiedo ancora scusa per prima, ma vede stavo venendo qui ed era tardi- -non fa niente- disse sorridendo- e per favore dammi del tu,. Mi fai sentire vecchio così- sorrisi anch’io, poi mi fece- canti da molto?- -da quando ero piccola, i miei genitori mi hanno sempre appoggiato e mi hanno mandato in una scuola di canto- -capisco, beh sei molto brava. Stai andando casa?- mi chiese –grazie ancora, sì sto andando a casa- -va bene se ti accompagno? Così facciamo due chiacchiere e una passeggiata.- - va bene- Camminammo per Capri, seppi che era lì per passare un paio di settimane in tranquillità prima di riprendere la solita routine e parlando del più e del meno cominciai a conoscere un uomo che andava ben oltre i personaggi da lui interpretati, era molto simpatico. Ora che si era rotto il ghiaccio cominciai a parlare anche io,mi sentivo a mio agio… ecco qual era il vero talento di quell’uomo. Arrivammo vicino casa mia e ci salutammo- ti va di prendere un caffè insieme domani?- mi chiese-d’accordo- risposi – a domani allora- e sorridendomi aspettò che entrassi per poi andare via.
  
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