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Autore: FairLady    29/03/2013    5 recensioni
Roxie e la sua vita. Tanto soddisfacente nel lato professionale, quanto incasinata e sconnessa in quello privato. Chissà se certi muri, eretti con tanta volontà e determinazione, riusciranno un giorno ad essere abbattuti?!
Revisione in corso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ian pov
 
Aprii gli occhi, risvegliato dal caldo che sentivo. 
Roxie dormiva abbarbicata a me con le gambe intrecciate alle mie e il viso appoggiato al petto. Il suo respiro regolare, cadenzato dai battiti tranquilli del suo cuore, mi fece scordare il disagio per l’afa che mi faceva sudare. 
Sarei stato così in eterno. 
Avevo bisogno di bere e di risciacquarmi la faccia ma spostarmi anche solo di un millimetro avrebbe voluto dire svegliarla, per cui rinunciai e presi a disegnare distrattamente cerchi concentrici sulla sua spalla nuda. 
In effetti la voglia di distoglierla dal sonno per impegnarci in ben altri ambiti mi stuzzicava parecchio ma era così beata da farmi sentire in colpa solo a pensarlo. 
Quando la trovai sotto casa aveva gli occhi infossati dal pianto e, probabilmente, dalla stanchezza. Se la conoscevo bene, in tutto quel periodo si era ammazzata di lavoro per non pensare a ciò che le vorticava intorno fuori dall’ospedale, facendo doppi turni, notti e sostituzioni. 
Da lì in avanti niente avrebbe più dovuto rattristarla, mi dissi tra me, o preoccuparla o anche soltanto lievemente impensierirla. Non ci sarebbero stati più pianti o delusioni. Quelle occhiaie sarebbero dovute sparire per sempre. E quelle labbra avrebbero dovuto vestire niente altro che grandi sorrisi. 
“Sei già sveglio?” 
Dalla profondità dei miei pensieri, riemersi al suono della sua voce intorpidita dal sonno. 
“Mm mm.” le mie dita vagavano ancora sulla sua pelle nuda e confortevolmente calda.
“Che ore sono?” mi chiese, senza muoversi di un centimetro.
“E’ davvero importante?” la interrogai, dolcemente.
Rilasciò un lungo e pigro respiro, strusciandosi al mio fianco come una gattina che faceva le fusa. 
“Credo di no.” Ammise, scavalcando le mie gambe con la sua per sovrastarmi agilmente.
“Mm, questo è un argomento molto più interessante, in effetti.” Sussurrai ammiccando in quel modo che sapevo farla impazzire. 
“Questo è un colpo basso, Mr Sexor…” sentenziò, muovendosi sinuosa su di me e risvegliando inesorabilmente ogni mio senso.
Non le feci nemmeno finire la frase. Tirai il suo viso verso il mio per baciarla, febbrilmente, come se fosse stata un’oasi nel deserto; assaporando ogni istante e sentendola fin dentro l’anima. 
“Come ho potuto stare senza te…” disse evitando di dare un vero tono alla frase. Forse era una domanda o un’affermazione. O un semplice modo per rimproverarsi di averci fatto sprecare tanto tempo, l’uno lontano dall’altra. 
“Shh, adesso sei qui. Sta’ zitta e baciami!”
 
Roxie pov
 
Avevamo fatto ancora l’amore e mi stavo beando nella splendida sensazione di completezza e soddisfazione che provavo. Le sue braccia mi stringevano, il suo respiro mi cullava e non ci sarebbe stato altro posto in cui avrei voluto essere. Ian era la mia persona. 
“Cosa ti ha fatto cambiare idea?” la sua voce, a bruciapelo, mi ridestò dal mio dolce letargo.
Non ero sicura di volerglielo raccontare. In realtà, mi ero convinta non ce ne fosse bisogno. L’importante è che l’avevo cambiata, no?
Ma sapevo che non avrebbe desistito dal farmi sputare il rospo e, dopotutto, ne aveva il diritto. Avrei dovuto abituarmi ad essere trasparente ed onesta con lui, soprattutto riguardo ai miei sentimenti. Aveva remato da solo e si era dannato per far funzionare la nostra storia, ricevendo in cambio niente più di un rifiuto; si meritava da me tutto il meglio di cui ero capace. Sempre. 
Presi un lungo respiro prima di iniziare a parlare. 
“Il lavoro che faccio mi schiaffa costantemente in faccia la realtà, Ian. A volte, per non soccombere al dolore altrui, sono quasi costretta a chiudere gli occhi perché, mi conosci, di fronte alla sofferenza non so trattenermi e somatizzo parecchio.”
Le sue dita giocavano oziosamente con i miei capelli, tranquillizzandomi. 
“Ieri una famiglia è giunta in ospedale per un incidente stradale. Due coniugi e il figlio di nove anni.” Sentivo ancora i brividi scuotermi dentro ed ero incapace di fermarli. “L’uomo è morto poco dopo essere arrivato in ospedale. La moglie penso sia ancora in prognosi riservata: ha subìto un intervento a causa di un’emorragia cerebrale. Al bambino ho dovuto asportare la milza ma se la caverà.” Una lacrima solitaria fece capolino senza preavviso.
“ Un’altra famiglia distrutta.”
Ci fu un istante infinito in cui nessuno dei due parlò, forse semplicemente in meditazione oppure incapaci di trovare le parole giuste da dire. Mi strinsi forte a lui cercando, invano, di evitare a quella lacrima di trasformarsi in pianto.
“E io che come un’idiota mi preoccupo delle mie fragilità, di non soffrire. Mi chiudo a riccio allontanando chi mi ama solo per paura di affrontare i sentimenti, le conseguenze: la vita. E non penso a chi una vita da affrontare non ce l’ha più. A chi, contro la propria volontà, è costretto a farci i conti da solo perché in un momento ha perso le persone che amava.”
Alzai il viso per guardarlo negli occhi. L’azzurro intenso dei suoi era liquido; mi fissava con lo sguardo sgranato. 
“Mentre io stavo perdendo tutto, noi, per colpa delle mie stupide paranoie.” 
Le mie lacrime scendevano sul suo petto, bagnandolo ma non se ne curò. Mi cinse con le braccia, delicatamente e mi trascinò più su fino a far combaciare i nostri visi. Mi nascosi nell’incavo del suo collo concentrandomi per arginare la diga che ormai era crollata. 
“Shh… - sentivo le sue mani accarezzarmi in ogni punto che gli era possibile raggiungere, mi stringeva forte – non hai perso niente, amore. Sono qui con te. Siamo qui. Non dovrai mai più sentirti così. Mai più.”
No, mai più. Non permetterò che accada ancora. 
“Perché io ti amo così tanto…shh.”
“Ti amo anch’io, amore.”
 
 
 
  
Note: 
 
E per proseguire con la saga “Chissenefregadeldiabete!” eccomi qui con la “seconda” parte del capitolo, (corto, ma era così che doveva essere) che chiude quello precedente. Volevo dar loro l’opportunità di stare insieme e fare tutte le cose romantiche e mielose che fanno due innamorati, pur senza entrare nei dettagli. Non mi sembrano la classica coppia riguardo cui scrivere scene di AMMORE troppo esplicite. E volevo che Ian capisse quanto in profondità Roxie abbia scavato dentro se stessa. 
Ian ama da morire Roxie, proprio per la sua sensibilità, il suo altruismo e il modo toccante con cui entra nella vita delle persone che le passano accanto. La ama perché in lei ha trovato un’anima affine. La ama perché sono così simili pur essendo in molte cose così diversi. 
E Roxie lo ama praticamente per gli stessi motivi. Lo ama perché l’ha aiutata a riscoprirsi. L’ha resa di nuovo in grado di amare e forse con lui è riuscita a trovare l’equilibrio giusto per non cadere nei soliti errori. Lo ama perché è generoso e ha la mente aperta. Lo ama per l’amore che sa donare al prossimo. 
E come al solito scrivo le note più lunghe dei pov. LOL
Ok, ora me ne vado. Non senza ringraziare, come sempre, ogni persona che passa da qua a leggere e chi perde un po’ del suo tempo per recensirmi. 
Un abbraccio forte. 
Au Revoir!
:3
   
 
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