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Autore: sophie97    29/03/2013    6 recensioni
I nostri eroi sono abituati ad avere tutti i giorni a che fare con ricattatori, assassini, pirati della strada. Ma se questa volta dovessero risolver più di un caso contemporaneamente? E se il loro nemico non fosse un criminale qualsiasi?
Ambientata tre anni dopo "Ricominciare a vivere...si può!", spero vi piaccia :)
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dieci ritagli di Cobra 11'
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«Cosa stavi facendo?» chiese Clara.
«Organizzando una festa a sorpresa per il compleanno di Aida. Domenica compie sei anni.» spiegò Semir.
«Sei anni? Come passa il tempo…».
«Eh già, ormai è una signorina!».
[dal cap. 1]


Buon compleanno!

 

 

Semir si svegliò.
Spalancò gli occhi e si mise a sedere sul letto con la fronte imperlata di sudore. Si guardò intorno e si sorprese di trovarsi in camera sua.
Controllò l’ora: 6.07.
Non poteva credere che fosse stato tutto solo un incubo… eppure ora non lo circondavano le pareti bianche e fredde dell’ospedale, bensì l’atmosfera tranquilla della sua casa; Andrea dormiva immobile di fianco a lui e nessun rumore tormentava il silenzio della stanza, se non un ticchettio… un lieve e monotono ticchettio che subito lo portò a ricordare l’ansia vissuta nelle ore precedenti, quelle lancette assassine che segnavano il passare veloce del tempo, la speranza ridotta in polvere, le telefonate dell’uomo senza volto, Beth in quella stanza con un pazzo, gli spari e poi Aida stesa a terra e le sue mani sporche di sangue… il cuore ricominciò a battergli forte nel petto e il poliziotto improvvisamente si alzò, correndo verso la stanza delle bambine.
Beth dormiva beatamente nel suo lettino, avvolta in un lenzuolo; mentre Aida… l’uomo si avvicinò e quando vide il letto sfatto vuoto, di nuovo pensò che fosse tutto terribilmente reale.
Di nuovo, un vortice di paura lo avvolse silenzioso: non sapeva cosa fare, non capiva…
«Ciao papino! Mi cercavi? Ero andata a fare la pipì.» esclamò una vocina allegra da dietro le sue spalle.
Semir tirò un sospiro di sollievo ancora prima di voltarsi e quel vortice spaventoso si dissolse: la sua principessina era in piedi davanti a lui, nel suo pigiamino verde mela, i capelli biondi spettinati e un sorrisetto birbante dipinto sul viso.
Il poliziotto si inginocchiò e la strinse forte in un abbraccio: «Cucciolo, stai bene?».
«Sì sì, però non ho più tanto sonno, non è che potremmo andare di là a giocare un po’ noi due?».
«Ma certo tesoro, neanche io ho sonno!» sorrise l’uomo prendendo in braccio la bambina e uscendo dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Poi stampò un bacio leggero sulla fronte della figlia: «Buon compleanno, Aida!».
 
 
«Ohilà socio! È permesso?».
«Ben! Buongiorno, siete in anticipo!».
L’ispettore entrò seguito da Clara, che teneva per mano: «Ciao Semir! Allora, dov’è la festeggiata?».
Il poliziotto sorrise chiamando la figlia: «Festeggiata!» urlò.
Aida venne di corsa dalla stanza accanto per saltare in braccio al suo zietto preferito: «Ciao zio Ben! Ciao Clara!».
«Ciao principessa, auguri! Allora, tra un po’ siamo maggiorenni» scherzò Ben «posso portarto in giro con me, penseranno che sei la mia fidanzata!».
La bambina sorrise ma poi fece segno di no muovendo il ditino davanti a lui: «Poi come facciamo se Clara si arrabbia?» disse con il facccino tutto serio.
La ragazza scoppiò a ridere e lo stesso fecero gli altri.
Andrea in quel momento fece capolino dalla porta della cucina: «Ciao ragazzi! Clara, vieni, qui stiamo facendo le cose in grande.» spiegò alludendo ai preparativi per la festa «Se vuoi darmi una mano…».
«Ma certo!» esclamò lei precipitandosi in cucina e rivolgendosi un’ultima volta ai colleghi con un “adios” scherzoso.
Aida corse in camera dalla sorellina e i due poliziotti rimasero soli.
 
«Ecco, tutti impegnati! Dammi un po’ una mano a preparare i tavoli fuori, che tra un’oretta arrivano gli altri.» disse Semir.
«Allora, me lo riveli o no il regalo che avete fatto alla bambina?» domandò il più giovane impaziente.
«Ben, sei peggio di lei, mica è tuo il compleanno!».
«Uffa, che antipatico.» il ragazzò mostrò il broncio prima di seguire il collega in giardino, sbadigliando «Non ho dormito niente stanotte.».
«Non dirlo a me.» commentò Semir.
«Che è successo?».
«Ho fatto un incubo… bha, lasciamo stare! È che sembrava così… reale…» si fermò un attimo soprappensiero prima di continuare, sistemando un tavolo sull’erba «Comunque ho sognato anche che Clara tentava in continuazione di dirti qualcosa e non ci riusciva.».
«Potrebbe essere preoccupante.» sorrise Ben aiutando l’amico.
 
 
Due ore dopo, la festa organizzata per il compleanno di Aida era nel pieno del suo splendore.
La bambina si divertiva con la sorella e con le sue compagne di classe, mentre gli adulti scherzavano e chiacchieravano tra di loro. Persino Anna Englhardt era venuta, ma ovviamente l’ultimo argomento di cui si sarebbe parlato in quella circostanza sarebbe stato il lavoro.
Il sole brillava alto nel cielo, come ad augurare a tutti un pomeriggio felice, mentre una brezza leggera muoveva a ritmi diversi l’erba e le foglie degli alberi, creando un concerto a cui pochi facevano caso.
L’atmosfera era perfetta, insomma. Perfetta per il giungere di una buona notizia del tutto inaspettata…
 
Squillò il telefono di Semir ed il poliziotto rispose tentando di sentire l’interlocutore nonostante il rumore provocato dai giochi dei bambini.
«Ciao Semir, sono Armstrong… il dottore!».
L’ispettore alzò gli occhi al cielo, indeciso se chiudergli la telefonata in faccia o meno.
«Ciao Albert… cosa succede?».
«Ho novità… io penso di… tr…cr… settimane… sch…».
L’uomo aggrottò la fronte e si allontanò dal giardino rientrando in casa, sperando di sentire cosa il medico gli stesse dicendo.
«Scusa, puoi ripetere, non ho sentito una parola.».
«Certo, dicevo che penso di avere trovato un antidoto per il veleno che ti ha iniettato quel bastardo tre anni fa, Semir!».
Il poliziotto rimase muto a bocca spalancata e ci fu silenzio per qualche secondo.
«Semir? Ancora non mi senti? Mi sa che dovrò cambiare telefono…».
«No no...» lo interruppe in un sussurro «Ti ho sentito ma… come…?».
«Appena arrivi in ospedale ti spiego come ci sono arrivato. Ma ascolta, è abbastanza rischioso, devi decidere tu se te la senti oppure no. Comporta almeno due settimane di ricovero qui, di cui una senza alcun contatto con nessuno di esterno… e potrebbe avere degli effetti collaterali, gravi anche. Ma preferisco spiegarti tutto a voce, puoi venire?».
Ancora un attimo di silenzio. Un miliardo di pensieri si attorcigliarono disordinati nella mente di Semir. La novità gli era piombata addosso troppo velocemente, e adesso non sapeva nemmeno se esserne felice o cosa.
«Albert io… io… verrò domani! Stiamo festeggiando il compleanno di Aida e… domani…».
«Va bene Semir, ricordati solo che il tempo stringe… e sono passati già tre anni. A domani!»raccomandò il dottore.
«A domani… grazie.» l’uomo chiuse la comunicazione e rimase immobile con il telefono in mano, finchè non sentì la porta di casa aprirsi e non vide Andrea comparire alla ricerca di altre posate di plastica.
Fu allora che, per rispondere all’espressione interrogativa della moglie, le rivolse uno dei più bei sorrisi che avesse mai fatto.
 
 
«Siamo giunti al momento della torta!» annunciò Andrea portando in tavola un dolce che lasciava dietro di sé una scia di profumo a dir poco invitante.
Aida guardò la torta e poi guardo i pacchi adagiati sull’erba: «Posso aprire un regalo prima della torta? Uno solo, quello di mamma e papà.».
«E va bene.» acconsentì la donna con un sorriso. Semir allora le avvicinò un pacco quadrato piuttosto grande e pesante e aiutò la piccola a scartarlo.
Una scatola. Una grossa scatola di cartone.
Eppure sembrava avere qualcosa di strano…
«Papà, perché il regalo si muove?» domandò preoccupata la festeggiata.
Intorno a lei si creò un silenzio assoluto, carico di curiosità e, forse, anche un po’ di timore.
Il poliziotto sorrise e aprì il pacco: «Buon compleanno principessina!».
Sotto lo stupore di tutti un musetto peloso apparve da un angolo della scatola, mostrando due occhioni dolci che conquistarono in un secondo la bambina che si trovarono davanti. Aida rimase un attimo incantata nell’ammirare quel magnifico cucciolo di Bovaro Bernese, poi si aprì in un magnifico sorriso: «Grazie papà, grazie mamma! Mirtillo è il cane più bello che abbia mai visto.».
Andrea rise per il nome improvvisato e prese in braccio il cucciolo mostrandolo con delicatezza ad Aida e a Beth, che lo guardava consapevole che quel regalo sarebbe stato anche per lei.
Poi Mirtillo  saltò fuori dalla scatola in cui era stato chiuso e cominciò a zampettare per il giardino annusando ogni cosa, camminando in modo buffo e suscitando le risate di tutti i presenti.
 
 
«Su Aida, adesso devi esprimere un desiderio e spegnere le candeline…» le disse Andrea.
 
Ben e Clara, intanto, erano poco distanti.
«Ho una cosa importante da dirti…» sussurrò la ragazza fissandolo negli occhi.
 
La bambina pensò qualche attimo a quale potesse essere il desiderio più adatto.
 
«Devo preoccuparmi, mia principessa?» domandò Ben con un sorriso dolce.
«Forse…».
 
Annuì, il desiderio che aveva scelto era proprio quello giusto.
 
«Ben io…» Clara arrossì e cercò la mano di lui, per stringerla in cerca di sicurezza.
 
Aida soffiò lievemente sulle sei candeline che aveva di fronte, mentre la cera lentamente cominciava a sciogliersi e a confondersi con la crema del dolce.
 
«… io sono incinta, Ben.» sussurrò la ragazza.
Il poliziotto la fissò qualche attimo ancora senza parlare, poi non trovò modo migliore per esprimere la sua felicità, se non stringerla in un abbraccio.
 
Il suono di un applauso si levò forte nell’aria, tra le felici grida degli amici di Aida che ripetevano, imperterrite, “Auguri, buon compleanno!”.

 

 
THE END

 
 

Eh già, siamo giunti alla fine. Otto mesi, un prologo e ventisei capitoli, ma siamo giunti alla fine. O meglio, forse, finalmente, ad un lietofine. Spero solo di non avervi deluso con la faccenda del sogno :)
Grazie, grazie e grazie davvero a voi lettori, perché senza i vostri incoraggiamenti non sarei arrivata fin qui. Grazie a chi ha recensito, Chiara, Magika, Fred, bellissima90, CCSerena89 e soprattutto a Rebecca e capitanmiki che si sono sempre, e dico SEMPREstati. Grazie a chi ha inserito la storia tra le seguite e tra le preferite anche senza recensire. E ancora grazie a tutti voi, lettori silenziosi :)
Tornerò con un altro racconto che adesso è in elaborazione ma tranquilli: sarà meno lungo e decisamente più leggero di questo!
Per adesso posso solo presentarvi uno dei protagonisti che vedremo nelle prossime storie e che si è aggiunto oggi alla famiglia Gerkhan: Mirtillo.
 
 
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Buona Pasqua a tutti!
Sophie  :D

  
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