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Autore: BJ foREVer    29/03/2013    0 recensioni
“Accomodati pure, come ti chiami?”
“Juls, ho vent’anni e sono di Phoneix” mi sedetti davanti al tavolo dove si trovavano quei cinque ragazzi, tutti sulla trentina.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il concerto di Phoenix andò benissimo, e i ragazzi si impegnarono davvero tanto visto che erano anni che non facevano un concerto in quella zona. 
Finito lo show, i miei genitori mi raggiunsero nel backstage per prendermi da parte.
“Juls, eri bellissima” mi sorrise mia mare “Senti, tesoro, abbiamo preso una decisione: veniamo con te, vi seguiamo nel tour” aggiunse velocemente, lasciandomi a bocca aperta. Mio padre annuì per sostenerla.
“Non possiamo permettere che Dave prenda Mickey. Lo porteremo con noi e ci occuperemo di lui” sorrise e io lasciai correre lo sguardo su mio figlio, sorridente e circondato dai ragazzi della band.
“Ma.. ma, la casa… E, insomma.. è costoso e..” balbettai, ancora stupita dalla decisione.
“Tesoro, sono anni che non ci concediamo una vacanza. E poi lo sai che a tuo padre piace viaggiare, e io ho sempre voluto andare sulla Costa Est. Sarà divertente” esclamò mia madre, convinta di ciò che diceva.
“Esatto, e poi non è per così tanto, no? Hai paura che ti stiamo tra i piedi?” mio padre esplose in una fragorosa risata, che portò un sorriso anche sulle mie labbra.
“No.. no. Stavo pensando a Dave. Ho paura che questo possa portare problemi con lui” ammisi lentamente.
“Se quello ti da un qualsiasi problema, ci sono io” sussultai, non avendo notato che Brian si era avvicinato a noi con Mickey, posandomi un bacio sulla guancia e lasciando che mio figlio si tuffasse tra le mie braccia. Il chitarrista rivolse poi lo sguardo a Matt, poco dietro di lui, come per fargli dire qualcosa. Era evidente che avevano seguito la nostra conversazione. Il cantante preso un sorso dalla sua bottiglietta d’acqua prima di parlare.
“Per noi non c’è problema se ci seguite, ma nei bus ci sono solo due posti, uno in ognuno” spiegò con calma.
“Mickey può dormire con me” sopraggiunsi subito, stringendo istintivamente tra le braccia il bambino.
“Allora siamo d’accordo. Dovete essere veloci a prepararvi, però, perché  partiamo domani prima di mezzogiorno”
“Non c’è problema” sorrisero i miei, quasi come se avessero già tutto pronto “A domani, e grazie”.
 
Da quando i miei si erano aggregati alla ‘comitiva’ andava tutto un po’ meglio. Avevo mio figlio con me e i miei genitori mi aiutavano molto. I concerti erano fantastici e, anche se erano stanchi, tutti i membri della band si stavo impegnando per trovare i migliori avvocati per la causa. Brian e Matt passavano ore al telefono per capire cosa si potesse fare, e il cantante cominciò a parlare in continuazione con Allison. A quanto diceva lui era perché, essendo la mia migliore amica e agente, poteva essere la testimone più attendibile.
Ma osservando attentamente entrambi, li vedevo meno tesi e più sorridenti quando erano vicini, e gli sguardi che si scambiavano erano facilmente comprensibili.
Brian diceva che Matt aveva semplicemente bisogno di qualcuno che non si stancasse di sentirlo parlare sempre delle stesse cose, ed era plausibile visto che, essendo amici da una vita, ormai i ragazzi sapevano tutto a memoria e anche al contrario.
“Prova a parlare con Matt” supplicai Brian, una sera che eravamo da soli in camera. Ormai tutte le sere riuscivamo a trovare un hotel, essendoci spostati verso la Costa Est dove c’erano più alberghi in cui potersi riposare.
“Io non vedo niente di diverso in lui” tentò il chitarrista, alzando le mani in segno di resa quando lo guardai scettica.
“Oh, avanti Juls! Matt non è un tipo da tradimento. Sta con Val da una vita, e non ho mai visto uno più perso di così!” sospirò, stringendo le spalle “Te l’ho detto, Allison non si è ancora stancata dei suoi monologhi su Call Of Duty. Ecco tutto” annuì come se per lui il discorso fosse chiuso.
Lo guardai mentre incrociavo le braccia sotto il seno, un sopracciglio che mi si inarcava lentamente.
“Cosa?” Brian ricambiò lo sguardo, leggermente intimorito.
“Dormono nella stessa stanza da un mese!” esclamai indicando con l’indice destro la porta della camera.
“Quindi? Anche Johnny e Jimmy dormono nella stessa camera… Anche io e te dormiamo nella stessa camera” affermò mentre le sue sopracciglio si inarcavano in un’espressione perplessa. Arrossii alla sua affermazione, capendo subito cosa intendeva.
“Tesoro” l’uomo davanti a me sospirò e mi prese per mano, per poi condurmi verso il letto e sedersi insieme a me su di esso “Non dico che tu non abbia ragione ad avere i tuoi sospetti, ma conosco Matt. Mi rendo conto che può sembrare il tipo che si scopa ogni cosa che respira –accennò una leggera risata- ma non è così. Fidati di me”
Sorrisi e, intrecciando una mano con la sua, mi strinsi a lui.
“Va bene, ti credo”
 
Alla fine Brian con Matt ci parlò comunque. Buttò lì l’argomento una sera che stavano controllando certe carte per gli avvocati, dopo cena.
“Allora… tu e Allison passate molto tempo insieme” disse tranquillamente il chitarrista.
“Uh? Sì, è molto simpatica” annuì Matt vagamente, girando la pagina di un fascicolo.
“E con Val come va? Non ho potuto fare a meno di notare che la chiami poco” continuò Brian, sempre con quell’aria poco interessata, come se stesse parlando del tempo.
“In effetti hai ragione. La sento distante e non nego che anche io mi sono un po’ allontanato..” sospirò il cantante, lasciando finalmente perdere i fogli per rivolgersi direttamente all’amico. Brian sapeva che si stava per sfogare, quindi rimase in silenzio, aspettando.
“E’ cambiata. Capisco che stiamo insieme da tanto, di certo siamo cambiati come coppia però.. E’ come se non le importasse più di tanto. Anche prima dell’inizio del tour avevo qualche dubbio sulla nostra relazione, non sapevo se sarebbe potuta resistere alla distanza. Sai… ci penso spesso e sto davvero cercando una soluzione, ma credo che ora dipenda anche da lei” Matt concluse il discorso con un profondo sospiro sconsolato. Il chitarrista, accanto a lui, non fece altro che annuire e posargli una mano sulla spalla. Per un po’ rimasero entrambi in silenzio.
“Sai, Matt..” disse infine Brian “Ho sempre pensato che voi due foste lo stereotipo di coppia perfetta. Ogni volta che siete insieme sale il diabete a tutti. Insomma, sono dieci anni che state insieme, e ogni anno mi stupisco di quanto tu sia ancora innamorato di quella donna, e lei di te. Pensaci solo un attimo: è stata il tuo primo tutto. Non credi che valga la pena provarci davvero?” detto questo Brian si alzò, recuperò i fogli sparsi per il tavolo e si allontanò sorridendo. Sapeva già di aver smosso qualcosa dentro Matt, e quel qualcosa si sarebbe manifestato in fretta.
 
Noticina: SONO ANCORA VIVA. Vi sono mancata, eh? No? Okay. 
Lo so che vi avevo promesso di metterci poco, mi sono mangiata le mani per due mesi perché avevo un vero e proprio blocco dello scrittore. Inoltre non ero per niente convinta del capitolo che avevo scritto, ma alla fine me ne sono sbattuta allegramente ed eccomi qua.
A questo punto mancherebbero solo un paio di capitoli, che all’incirca ho in testa, ma niente di veramente chiaro. Ringrazio già chi non ha abbandonato questa storia, chi ce l’ha tra preferite\seguite e chi recensisce. Vi adoro, davvero.
Un ultima cosa: avevo in mente, e in realtà ho già scritto qualche pezzo, di una storia che riguarda le coppie (Matt\Val, Brian\Michelle, eccetera) e che parta all’incirca dall’adolescenza fino ad arrivare al 2012, più o meno. Che ve ne pare?
Se avete domande ho qualsiasi cosa, potete aggiungermi su face book: Miki Dirnt.
E ora mi esclisso, adieu!
  
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