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Autore: Chaosreborn_the_Sad    17/10/2007    2 recensioni
L’elfo correva, attraverso il sottobosco. Era l’ultima volta che si lasciava scappare una preda come quella. Il cervo galoppava in ciò che restava dell’Ithilien, fuggendo dal suo cacciatore. L’elfo, che dimostrava venticinque anni ma dai suoi occhi trasparivano almeno un paio di millenni, tese l’arco e tirò. La freccia penetrò la zampa posteriore dell’animale, costringendolo a rallentare la sua folle corsa. Nota: MOLTO AU
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Cap V Alastegiel Thalien e Tar Eglerion

Gli occhi di Lancaeriel squadrarono la sconosciuta che affermava di chiamarsi Galadhwen. Non l’aveva mai vista, eppure conosceva Eglerion. Il quesito restò senza risposta, dentro di lei, mentre il suo capitano, nello stupore generale, abbracciava la conciliata.

- Eglerion… conoscevi già Lady Galadhwen?- domandò Rhavanwen.

- Sì. La conobbi anni fa, nell’Harad-.

Lancaeriel rise dentro di sé. Anche quella volta, aveva trovato una compagnia femminile. Si fece avanti.

- Sono felice di conoscervi, Lady Galadhwen. Io sono Lancaeriel, comandante in seconda della Ithil-.

- Piacere di conoscervi-.

Il gruppo si accomodò nella saletta, mentre Galadhwen ripeté loro i dettagli per il banchetto. Per tutta la conversazione Eglerion non le tolse gli occhi di dosso. E Lancaeriel non fu l’unica a notarlo.

Dopo che la mora ebbe finito di parlare, si alzò, dicendo di dover andare via. Ringraziò nuovamente Rhavanwen e li salutò.



- È lei! E’ lei quella che gli ha fatto perder la testa, un secolo fa!-.

- Che cosa intendi?-.

Gelirion e Lancaeriel si trovavano nella camera di lui, mentre Eglerion era impegnato a lavarsi.

- Un secolo fa eravamo impegnati in una scorreria sulla costa dell’Harad. Mentre stavamo inseguendo i nemici che avevano disertato, ci siamo trovati una tempesta di sabbia davanti. Eglerion è rimasto diviso dalla sua compagnia e si è trovato da solo. A quanto ci ha riferito, ha passato una settimana vagando nelle giungle Haradrim, seguendo il corso di un fiume che si getta nel mare a Nord. Lo avevamo notato in pochi, ma era cambiato, dopo quella solitudine. Spesso guardava a Sud con sguardo malinconico e cantava odi a Tinuviel e ad una fantomatica dama dai capelli corvini. A quanto pare, l’abbiamo incontrata oggi-.

- Intendi dire che la politica che abbiamo incontrato oggi è l’elfa di cui Eglerion si è innamorato un secolo fa?- domandò Gelirion, ancora incredulo.

- Sì- rispose laconica la bionda.

- C’è solo da sperare che non faccia cazzate- aggiunse, ripensando agli anni passati, in cui il Re passava da stati di tristezza profonda a malinconia in un batter d’occhio, si prendeva sbronze colossali e scriveva, scriveva e scriveva su un taccuino ormai semi-distrutto, con un’anatra sulla copertina.


***


- Mi potresti, per favore, ripetere cosa dobbiamo fare?-.

- Mollare gli ormeggi ed ancorare la nave al largo-.

- E potresti, per favore, spiegarmi perché?-.

- No-.

Tuarwaithion sospirò. Nel momento in cui egli era salito sulla Ithil, Meldarion glia aveva detto di dovergli parlare. Si erano chiusi nella camera che il cuoco divideva con il fratello e Stephane, in compagnia di quest’ultimo e Castiel.

Una volta dentro, Meldarion aveva detto loro che la Ithil correva un grande rischio, restando ormeggiata nel porto e che, secondo la sua opinione, sarebbe stato meglio portarla al largo al calar delle tenebre. Non aveva dato un motivo preciso per cui loro avrebbero dovuto agire in quel modo, aveva solo detto di aver un brutto presentimento e ciò doveva bastare.

Ora si trovava sulla tolda, in compagnia dell’elfo, che si ostinava a non volergli dire nulla.

- Mettiamola così: se la Ithil resta nel porto, questa notte potremo fare conoscenza con le persone più spregevoli della città. Ora sta a te credermi o meno, fidarti di me o no. In caso Eglerion se la prenda, mi assumerò la totale responsabilità. Se proprio non vuoi muovere la Ithil, allora consiglio di far armare l’equipaggio, perché c’è la possibilità di una battaglia-.

- Scendiamo ad un compromesso. Lasciamo degli arcieri di guardia sul ponte, questa notte, e portiamo la nave un po’ più al largo, ma comunque non troppo-. Meldarion annuì.

- Come vuoi. Vado a radunare gli arcieri-.

- C’è solo un problema: chi farà da timoniere?-.

Meldarion sorrise.

- Io un’idea ce l’avrei-.


***


Quando Daeron rientrò in casa, restò piacevolmente sorpreso dalla notizia della visita di Galadhwen. Mentre gli ospiti si preparavano, egli prese da parte Rhavanwen.

- Questa cena è molto importante, quindi ti chiedo di restare in silenzio durante la maggior parte delle discussioni. Non voglio che, a causa nostra, l’Ithilien si trovi a dover combattere Manwetol-.

Rhavanwen represse il desiderio di rispondergli male e assentì, silente.

- Bene- disse Daeron, con un veloce sorriso.

Quando se ne fu andato, Rhavanwen si concesse di sorridere a sua volta. Le parole del fratello erano andate insieme ad Eru. Avrebbe sicuramente preso parola anche lei, poiché conosceva già i piani dei Noldor.


***


- Non se ne parla neanche!- esclamò Castiel.

- Sei l’unica che ha le capacità di governare la nave, ora. Non c’è nessun altro a cui possiamo affidarci- disse Meldarion. Stava tentando in tutti i modi di convincere l’elfa a far da timoniere.

- Un conto è provare in mare aperto. Un altro è governare una nave da cento piedi in un porto-.

- Dobbiamo solo arrivare ad un miglio dal molo. Non ci vorrà nulla- rincarò la dose il cuoco, anch’egli presente.

- Ma se non c’è un alito di vento!-.

- Per questo esistono i remi-.

Ella sospirò, sconfitta.

- Se la nave cola a picco, la colpa è vostra. Io andrò a rifugiarmi tra i Rohirrim-.

- Accordato- disse Meldarion, per terminare il discorso.



- Siano dannati tutti gli Ainur, cazzo!-.

La nave avanzava lentamente, nelle acque calme dell’Anduin, mentre Castiel faceva uscire dalla sua bocca volgarità degne di Eglerion.

- Castiel!- disse Meldarion, che le era accanto.

Il resto della ciurma remava con foga, a coppie sui grandi remi che uscivano dalle fiancate della nave. Come un’antica trireme greca, la Ithil raggiunse la meta prefissata.

- Meldarion! Gli arcieri sono pronti!- gridò Tuarwaithion, dal castello di prua.

- Perfetto! Hai fatto riempire d’acqua i secchi?- urlò, di rimando. La risposta fu affermativa e Meldarion si dichiarò soddisfatto.

Ora c’era solo da aspettare l’attacco che aveva previsto.

 

***

 

Esattamente un’ora dopo, i due Noldor, i fratelli Glirdir e Gelirion stavano camminando verso la reggia.

L’entrata era presidiata da due guardie, vestite con cotte di maglia e tuniche verde e oro. In una mano tenevano una lunga lancia, mentre con l’altra reggevano uno scudo che portava lo stemma di Minas Duin, una stella a cinque punte sormontata da due rami d’alloro.

I cinque ospiti entrarono e furono scortati da un altro elfo, vestito anche lui con un’armatura, dentro la sala del banchetto.



La stanza era molto ampia. Nel centro vi era un lungo tavolo, con quattro seggi da ogni lato. Due delle sedie erano state rialzate rispetto alle altre e poste l’una di fronte all’altra. Vicino ad uno dei capi della tavola stava un gran camino, dove un fuoco ardeva, mentre all’altra estremità, erano appoggiati dei cuscini.

Ad accoglierli c’erano Galadhwen, vestita in un lungo abito rosso scuro, ed un elfo castano, dai capelli corti, che si presentò come Megildur.

Essi li fecero accomodare al tavolo. Eglerion fu fatto sedere sul seggio rialzato sul lato sinistro del tavolo. Alla sua destra sedeva Lancaeriel, mentre dall’alto lato stava Gelirion. Accanto al comandante in seconda, sedeva Rhavanwen. Di fronte ad ella stava il fratello.

Di fronte ad Eglerion stava l’altro seggio d’onore, riservato alla Regina. Galadhwen prese posto di fronte a Gelirion e Megildur sedé accanto a Daeron.

Dopo qualche minuto la regina arrivò. I commensali si alzarono in segno di rispetto ed attesero che ella prendesse posto tra i due conciliati.

Quando anche Alastegiel si fu sistemata, Eglerion parlò.

- Sono onorato di potervi incontrare, somma Thalien-.

- Sono onorata di ricevervi, Tar Eglerion- rispose ella, utilizzando il Prefisso Tar , cioè "Re" . Eglerion non diede segno di stupore, udendo che ella sapeva che egli era Re, al momento. Daeron invece rimase senza parole.

- Vi ringrazio per il vostro invito, mia signora. Spero che, dopo aver assaggiato le pietanze che voi ci proporrete, potremmo parlare. C’è una questione che desidererei portare alla vostra attenzione-.

- Sarò felice di ascoltarvi, ma dopo che avremmo terminato il nostro pasto- rispose ella, sorridendo. Un sorriso gentile ed accogliente. Sembrava essere molto felice di vederli, nonostante Eglerion non sapesse dire come mai.

I camerieri portarono i vassoi con le pietanze e servirono i convitati, che gustarono una cena a base di carne, verdure fresche e un dolce proveniente da una pianta Haradrim detta "cacao".



Quando anche l’ultimo dei convitati ebbe finito di mangiare, la Regina porse ad Eglerion un Cìatus, cioè un calice molto capiente, per adempiere al rito della Commissatio. Verso del vino nel calice del Re e nel proprio, dopodiché brindò con lui e bevve il bianco assaporando ogni sorso.

A turno, tutti i presenti brindarono con colui, o colei, che gli o le stava davanti.

Dopo che anche la Commissatio fu eseguita, entrò dalla porta un vecchio dalla barba canuta. Egli prese posto sui cuscini disposti alla fine del tavolo, portando con se uno strumento musicale di legno. Era formato da una semisfera di legno, bucata nel mezzo, e da una tavola lunga e stretta. Alla fine della tavola erano attaccate cinque corde, che correvano fino all’estremità della semisfera. Dopo che ebbe pizzicato le corde un paio di volte, per saggiarne il suono, il bardo parlò.

- Buonasera, gentili signori e graziose signore, permettetemi di intrattenere la vostra serata-.

- Buonasera a te, o Merilairon. Quale storia intendi narrarci, questa sera?-.

- Una storia che risale ai tempi dell’inizio della quarta Era, quando Elessar era il Re e la razza degli uomini prosperava. La storia di Zahal Laurevorn e di Zefiro Luinsul, alla ricerca del tesoro di Aule, l’Harma Ondo- disse in tono solenne.

Il menestrello cominciò a suonare il suo strumento e a cantare con voce profonda la vicenda dell’uomo e l’elfo alla ricerca del tesoro insieme ai loro vari compagni di viaggio.

Passò un’ora, mentre egli narrava e i commensali ascoltavano, rapiti dalle sue parole, finché la storia non raggiunse il suo epilogo.

- Poiché solo questo poco tempo mi è stato concesso, vi narrerò in un altro momento la seconda avventura dei protagonisti- disse Merilairon, dopo aver cantato l’ultimo verso.

- Ti ringraziamo, Merilairon- disse la Regina, alzandosi e congedando l’aedo.

Il resto degli invitati si alzò a sua volta e, tutti quanti, si diressero in una stanza adiacente.



- Questa è la sala dello stato maggiore- esordì Alastegiel. Il gruppo prese posto sulle sedie disposte intorno ad una tavola circolare.

- Molto bene- rispose Eglerion.

La Regina silvana aprì sul tavolo un’ampia carta dell’attuale Terra di Mezzo. Era molto dettagliata per quanto concerneva Rohan e l’Ithilien, ma molte zone erano appena accennate, come le regioni oltre i Valli o le terre al di là dell’Anduin. La costa dell’Harad era rappresentata da una lunga macchia verde, la foresta pluviale che ricopriva il litorale Ovest, mentre Manwetol e Pinnath Gelin erano dipinti in maniera molto vaga. Era ora di riallacciare i rapporti tra le due razze sorelle.

- La parola a voi, Eglerion-.

- Grazie. I motivi della nostra visita sono molti, il più importante di tutti è la richiesta di alleanza.

Come avrete notato anche voi, Nuova Numenor sta tentando di espandersi oltre i confini attuali-. Indicò sulla carta la zona a sud dell’Ithilien, oltre il Vallo di Isildur.

- Temiamo che i Numenoreani stiano tentando di espandersi tramite i possedimenti a Sud dell’Ithilien fino ad arrivare qui-. Detto ciò, indicò un altro punto della carta, la punta più a sud-ovest di tutte le terre conosciute.

- Le Falas ed il Mithlond-.

- Le Falas sono una leggenda- intervenne Megildur, con tono acido. Non gli andava giù che la Regina desse credito alle parole di un Noldo piovuto dal cielo, piuttosto che a quelle di più della metà del concilio.

- Voi come potete saperlo?- disse Rhavanwen. Il silenzio calò sulla sala, mentre i due Noldor si scambiavano un fugace sorriso.

- Come potete saperlo?- ripeté, non udendo alcuna risposta.

- Avete forse viaggiato fino alle Terre Selvagge e avete trovato solo rovine e desolazione?-.

Megildur la fissò, immobile come una statua.

- Vi ringrazio per il sostegno, Lady Glirdir- disse Eglerion, rompendo il silenzio.

- Ritornando ai motivi della nostra visita, siamo venuti qua da Manwetol per stringere un’alleanza con il vostro popolo, contro la minaccia di Nuova Numenor e con una richiesta-.

- Che richiesta?- domandò Galadhwen, precedendo la Regina.

- Tre rappresentanti dell’Ithilien disposti ad imbarcarsi sulla Ithil, la nave ancorata in questo momento al porto, per allargare tale alleanza agli abitanti del Mithlond. Sì, credo nell’esistenza di tale Regno- aggiunse, aspettandosi un altro intervento caustico da parte di Megildur.

- Io sarei disposta ad accogliere con piacere tale richiesta, ma non posso. Domani indirò una seduta del concilio e presenterò entrambe le proposte. Ovviamente siete invitati anche voi- disse Alastegiel.

- Vi ringraziamo, Somma Thalien-.

- Se esse verranno accettate, sceglieremo tre esponenti del popolo di Minas Duin. Avete già qualche idea su chi sarebbe utile ai fini della missione che intendete portare a termine?- domandò la Regina.

- Non saprei. Sicuramente un vostro rappresentante, un politico abile, che possa darci manforte quando esporremo le nostre opinioni ai Signori del Mithlond-.

- Bene. Domani chiederò se ci siano conciliati disposti ad imbarcarsi con voi- disse con un sorriso.

- Direi che possiamo chiudere qui la riunione. In caso non siate presenti alla seduta, invito voi tre ad una cena informale, domani sera- disse Alastegiel.

- Ne saremmo onorati- disse Eglerion.



Si alzarono dai loro seggi e Galadhwen e Megildur li scortarono nuovamente nella sala dove avevano cenato. Lì s’inchinarono nuovamente di fronte alla Regina e furono congedati. Stavano per uscire dalla porta quando un suono di campane lontane ruppe il silenzio della notte.

Un elfo entrò nella stanza, trafelato e, dopo essersi inginocchiato, parlò:

- Mia signora, al porto!-.

La Regina diede una veloce occhiata ai Noldor, che ricambiarono confusi. Insieme uscirono e videro ciò che stava succedendo.

 

Ed ecco finalmente il tanto sospirato incontro.
Innanzitutto, grazie ad Hareth, che mi ha dato il permesso per citare la sua fanfiction "Harma Ondo". Potete trovarla in questa sezione del sito, se vi

piace questa fiction, o l'AU in generale, vi piacerà.
Dopo questo, un grazie ad Elfa per la recensione. Certo che farò uno schema dei personaggi (lo trovi più in fondo). un unica nota che ti faccio è

farti notare che ho un cromosoma Y, quindi, per favore, non dirmi "Ciao bella" ad inizio recensione =P.
Colpa anche mia che dovevo fartelo notare nell'altro capitolo...
Grazie poi a Silvì, che anche se non ha recensito so che tenta di leggere (ma, tra me che ti faccio i discorsi su Uppsala, i tuoi studi e l'ispirazione

per le tue fic ti capisco).
Ed ora, per la gioia di Elfa, e per quella di tutti coloro che si son persi tra i vari personaggi, ecco per voi un breve riassunto.

Nome: Tar Eglerion
Capelli: Biondi
Occhi: Blu
Occupazione: Capitano della Ithil e Re di Manwetol
Razza: Noldo
Note: Etilista militante, amante di Lancaeriel
Nome tradotto: Può esser sia Sebastian che Jude

Nome. Lancaeriel
Capelli: Biondi
Occhi: Grigio-verde-blu (non si capisce)
Occupazione: Comandante in seconda della Ithil, Bubbetz (Factotum) delle questioni politiche di Manwetol, "coscienza" di Eglerion
Razza: Noldo
Note: Amante di Eglerion
Nome tradotto. Morgana

Nome: Rhavanwen Glirdir
Capelli: Biondi
Occhi: VERDI
Occupazione: Sentinella dell'esercito dell'Ithilien
Razza. Sindar
Note: di famiglia nobile, ha una ciocca rasta che simboleggia il suo casato, i Glirdir (Letteralmente, "bardo").
Nome tradotto: Selvaggia (o Yrsa)

Nome: Meldarion Corch
Capelli: Neri
Occhi: Scuri, o azzurro chiaro (colo husky, per capirsi)
Occupazione: Comandante della guarnigione di stanza sulla Ithil
Razza: Noldo
Note: Tabagista militante, amico di Eglerion fin dalle prime battaglie, gode di grande stima da parte del Re, perseguitato da visioni di disgrazie, da

qui il nome Corch, "corvo", fidanzato con Castiel
Nome tradotto: Davide

Nome: Castiel
Capelli: Castani/Neri
Occhi: Bruni
Occupazione: Cartografa della Ithil e schermagliatrice/cacciatrice
Razza: Noldo
Note: Fidanzata di Meldarion, fumatrice di erbe stupefacenti, una delle poche a saper governare la Ithil
Nome tradotto: Agnese

Nome: Gelirion
Capelli: Biondi
Occhi: Grigi
Occupazione: Nocchiero della Ithil e diplomatico
Razza: Umano
Note: Fratello di Tuarwaithion, uno dei pochi membri razionali dell'equipaggio
Nome tradotto: Letteralmente sarebbe "Felice", quindi Joy

Nome: Tuarwaithion
Capelli: Neri
Occhi: Scuri
Occupazione: Capo-cuoco della Ithil
Razza: Umano
Note: Fratello di Gelirion, spesso incline alla risata
Nome tradotto: Nicola

Nome: Stephane
Capelli: Rossi
Occhi: Azzurri
Occupazione: Milite appartenente alla guarnigione della Ithil, schermagliatore/cacciatore
Razza: Umano (Rohirrim)
Note: Fumatore di Falchonlass
Nome tradotto: Stephane =P resta così...

Nome: Alastegiel Thalien
Capelli: a cespuglio, biondo scuro
Occhi: verdi/nocciola
Occupazione: Regina dell'Ithilien
Razza: Sindar
Note: L'aggettivo Thalien, con cui i sudditi si rivolgono a lei, le fu dato dopo la battaglia al Vallo di Isildur e significa "L'intrepida"
Nome tradotto: Beatrice ("portatrice di gioia")

Nome: Galadhwen
Capelli: Neri
Occhi: Castani
Occupazione: Politica
Razza: Sindar
Note: Fumatrice di Falchonlass, conobbe Eglerion nell'Harad, quando entrambi si trovarono separati dai loro gruppi. Amata da Eglerion, che

continuò a pensarla per lunghi anni, finché non si rassegnò.
Nome tradotto: Laura (come quella petrarchesca, bella ed irraggiungibile)

Nome Daeron Glirdir
Capelli: Biondi
Occhi: Bruni
Occupazione: N/A (non ci ho ancora pensato, si accettano suggerimenti)
Razza. Sindar
Note: Fratello di Rhavanwen, ha una preoccupazione maniacale per tenere in piedi le apparenze
Nome tradotto: Magnus

Nome: Rilien
Capelli: Argentati
Occhi: Chiari (a voi la scelta del colore)
Occupazione: Maggiordomo della casa dei Glirdir da anni ormai
Razza: Sindar
Nome tradotto: Clarence ("Luminoso", poiché egli ha visto la catastrofe con i suoi occhi)

Nome: Megildur
Capelli: Castani
Occhi: Azzurro ghiaccio
Occupazione: politico
Razza: Sindar
Note: non condivide affatto la politica della Regina
Nome tradotto: Brandon

 

 

 

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