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Autore: mangakagirl    30/03/2013    5 recensioni
Raccolta di OS inspirate alle giornate di scuola mai mostrateci dal Sensei dei nostri due Tonni preferiti ^^
RanxShin
***
1. Un fuggevole attimo di riposo
2. America
3. Sleeping at school
4. Stanzino degli attrezzi alias Trappola dell'Oca
5. - 6. Are you jealous, Kudo? -Part One & two-
7. You have a little-love problem, Detective
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5. Are you jealous, Kudo?

-Part One-

 

Ran, seduta in equilibrio molto precario sul davanzale della finestra della classe, ne asciugava con cura il vetro sporgendosi per arrivare nei punti più alti, canticchiando a bocca chiusa “Koi ni Koishite”, sentita solo quella mattina alla radio: una canzone che l’aveva letteralmente stregata per il significato delle parole.
Lo faceva sporgendosi troppo, però, infatti ad un certo punto il suo equilibrio si fece così precario che la ragazza si sentì cadere giù e quasi urlò terrorizzata, prima che due mani la afferrassero saldamente per la vita e la tirassero in dentro.
La karateka cadde addosso a qualcuno sul pavimento della classe appena lavato da una compagna e lo sentì emettere un “Ahia!” sonoro da sotto il suo dolce peso.
Si voltò preoccupata verso il suo salvatore e rimase basita incrociando un paio di grossi occhi nocciola, brillanti e un po’ sorpresi, che la scrutavano indecifrabili.
Subito scese di dosso dal ragazzo e si scusò con lui mentre quello si issava sui i gomiti dolorante.
-Mi dispiace! Ti sei fatto male?-
-No- mormorò lui mettendosi a sedere mentre ciuffi corvini si muovevano avanti e indietro andandogli davanti agli occhi -Tu piuttosto- disse serio e severo -Dovresti fare più attenzione! Stavi cadendo giù, te ne sei resa conto vero?-
-Sì, lo so… Mi sono fatta trasportare dalla foga di pulire bene e…- Ran arrossì per essere stata rimproverata da un alunno più grande e abbassò a terra lo sguardo, congiungendo i pugni in grembo, mentre quello sospirava.
-Vabbè, non è successo niente- disse lui guardando attorno a sé la classe mezza vuota -Senti, sto cercando un mio amico, Noto, ma non c’è… Per caso sai se è…?-
-No, è già andato via- disse dispiaciuta la ragazza -Aveva finito di pulire e così è andato via-
-Oh, capisco- disse un po’ deluso il ragazzo alzandosi in piedi come stava facendo anche Ran.
-Grazie, emmm…- disse la ragazza rendendosi conto di non sapere il nome del suo salvatore.
-Murikawa Tetsuo, 3 B- si presentò lui con un sorriso porgendole la mano, che lei strinse educatamente.
-Mouri Ran. Beh, grazie Murikawa-sempai*-
-Oh, di niente- disse lui lasciandole la mano e facendo per andare verso la porta per uscire dall’aula, ma lei lo fermò.
-Aspetta, permettimi di offrirti qualcosa da bere… Mi hai salvata!-
-Oh, non preoccuparti, Mouri- disse lui muovendo una mano davanti al viso -Non è stato nulla di che in fondo-
-Insisto, dai- disse lei determinata stringendo un po’ le labbra. Il ragazzo la fissò un po’ stupito, poi sorrise.
-Ok, se proprio insisti…-
I due lasciarono la scuola, ormai mezza vuota, e si avviarono ad un bar molto famoso nel quartiere di Beika, dove si sederono ad un tavolo ordinando due bicchieroni di tè alla pesca ghiacciato: l’ideale per quella giornata calda che volgeva al termine.
Ran e Tetsuo chiacchierarono molto animatamente del più e del meno, ridendo e venendo a sapere che entrambi praticavano arti marziali sin da bambini: il ragazzo aveva anche partecipato alle gare nazionali, ma non era riuscito ad arrivare in finale come lei.
Poco dopo, finito il tè, si avviarono all’agenzia: si trovavano davvero bene a parlare insieme e lui si era offerto di accompagnarla a casa sorridendole cordialmente. Arrivati davanti all’ufficio investigativo, Ran rise allegramente.
-Eccoci qui!- disse contenta indicando con un’occhiata casa sua.
-Sei la figlia del detective Mouri?!- esclamò Tetsuo leggendo le insegne adesive sulle finestre che davano sulla strada.
-Emmm… Sì- mormorò un po’ imbarazzata lei per via della non proprio celeberrima fama del padre, che spesso combinava pasticci durante le risoluzioni dei casi e dichiarava tutto “suicidio”.
-Wow, ho visto tuo padre in Tv  qualche volta… Se la cava… emmm… bene- si affrettò ad aggiungere un po’ in imbarazzo il karateka non sapendo cosa dire per non ammettere che Kogoro Mouri era ancora davvero un pessimo detective.
-Mmm- Ran abbassò lo sguardo sull’asfalto e Tetsuo pensò ad un modo per cambiare discorso e uscire fuori da quella situazione imbarazzante. L’idea gli venne spontanea e veloce nella mente.
-Mouri, mi fai vedere quella mossa strepitosa che hai usato nella finale con quel tipo…- disse riferendosi al suo ultimo avversario che lei aveva affrontato, con gli occhi che brillavano emozionati.
La ragazza sorrise e un po’ in imbarazzo mormorò:
-Dai, strepitosa è un po’ troppo, no?-
-No, affatto! Sei stata grande!- disse lui che, da bravo karateka quale era, aveva seguito tutto l’incontro in diretta. Lei sospirò, poi si decise e ridacchiando annuì.
-Posa le mani sulle mie spalle e stai fermo, faccio tutto io-
-Ok- rispose lui tutto contento facendo come le diceva con gli occhi che brillavano dall’emozione.

***

No, non ci posso credere, perché proprio oggi Ran doveva essere così in ritardo?!
Procedendo a passo sveltissimo sul marciapiedi un po’ dissestato all’angolo dell’Agenzia Investigativa Mouri, Shinichi sbuffò lanciando un’occhiata all’ora sul quadrante del suo orologio.
Sapeva quanto ci tenevo a vedere quel film… Dove si sarà cacciata?! L’ho aspettata ben mezz’ora davanti al cinema!
Il ragazzo, finalmente, svoltò all’angolo della strada che portava dritti dritti a casa della ragazza e si affrettò a raggiungerla, quando la vista di qualcosa, anzi di qualcuno, lo fece bloccare a metà via lasciandolo di stucco.
Ran, in compagnia di un ragazzo che aveva già intravisto nei corridoi della scuola qualche volta insieme a Noto, rideva divertita mentre lui le teneva le mani sulle spalle e lei si stringeva al suo petto come se nulla fosse.
Qualcosa dentro il cervello di Shinichi scattò all’improvviso, tanto che il ragazzo sentì tutto l’entusiasmo che già era diminuito a causa del ritardo di lei, svanire del tutto in un solo secondo, come se portato via da una folata di vento gelido invernale.
Non andò oltre e non rimase un secondo di più.
Aveva visto anche troppo.
A passo spedito, con una strana morsa allo stomaco e un leggero malessere all’altezza del petto, fece dietrofront e a grandi passi ripercorse la strada nel verso contrario, ma non ritornò al cinema come avrebbe dovuto fare con la ragazza: inaspettatamente si diresse a casa sua.

***

Ran salutò Murikawa dopo aver scherzato e parlato con lui ancora una mezz’oretta davanti casa, poi risalì le scale dell’agenzia tutta contenta, pensando al pomeriggio libero che l’aspettava visto che aveva già svolto tutti i compiti il giorno prima dato che doveva andare al cinema con…
Cinema?!
La ragazza sbarrò gli occhi rimanendo con un piede a mezz’aria su uno scalino e, nel panico più totale, lanciò un’occhiata all’ora: 17.37.
Oh no! Dannazione! Dovevo vedermi con Shinichi davanti al cinema alle 17,00!
Tirò fuori il cellulare in fretta e furia e aprì la porta di casa, precipitandosi in camera sua e accendendo il computer dopo aver lanciato la cartella in un angolo della stanza con poca cura.
No, no, no! Che idiota che sei, Ran!

***

… Tuuu. Tuuu. Tuuu…
Mordendosi il labbro inferiore fino a farsi male e lasciare i segni dei denti nella carne, la ragazza dagli occhi azzurro-lilla tastinava freneticamente sulla keyboard con entrambe le mani, reggendo il telefono con la spalla, per cercare lo spettacolo del film che sarebbe dovuta andare a vedere con un certo detective sparito nel nulla.
… Tuuu. Tuuu. Tuuu…
All’ottavo squillo, una voce maschile fredda e distaccata fece capolino al suo orecchio provocando il suo sospiro di sollievo.
-Pronto-
-Shinichi!- si affrettò a dire -Shinichi scusami, scusami, scusami! Sono una scema! Ho completamente dimenticato l’appuntamento, lo so! Ma sto guardando su internet e c’è un altro spettacolo alle 18,15 al cinema dentro il Beika Shopping Center, possiamo andare a quello se scendiamo ora di casa e…-
-Non importa- disse atono l’altro, dall’altra parte, lasciandola un po’ di stucco, tanto che smise di cercare sulle pagine web e fissò lo sguardo sul monitor sorpresa. Batté le palpebre un paio di secondi, confusa, per poi riprendersi con decisione.
-Ma no, tu ci tenevi così tanto a vedere quel film, guarda che facciamo ancora in tempo…-
-Avrei da fare adesso- Shinichi sbrigativo e senza mezzi termini le fece capire che voleva chiudere e lei rimase ancora più sorpresa di quanto non fosse già.
Era offeso, lo sapeva.
Era riuscita a rovinare quel giorno che lui aspettava dall’uscita del trailer di quel film.
-Lo so, sono stata una scema a dimenticarmi dell’appuntamento ma, per favore, perdonami! Io… Ecco, ero…- ma come spiegargli ciò che era accaduto?
Insomma, non era qualcosa che accadeva tutti i giorni…
-Eri occupata a fare qualcosa di molto più importante, vero?-
-Eh?!- Ran, confusa, cadde dalle nuvole e sbarrò gli occhi a quella domanda, pronunciata con un tono che non sembrava nemmeno da Shinichi.
-Di certo ti sarai divertita anche di più-
-Shinichi, cosa…?-
-Scusa, ma devo andare-
La karateka, agitata e confusa, si affrettò a fermarlo ma fu tutto inutile: Shinichi aveva già chiuso.
Tuuu. Tuuu. Tuuu.
-Oddio, ma che sta succedendo!?- si domandò sconvolta passandosi una mano tra i capelli fissando il display nero del cellulare.
Shinichi era davvero così offeso?
Aveva davvero combinato un casino così grande?
Ma non era da Shinichi prendersela in quel modo…
Sonoko, devo parlare con Sonoko…

***

Ran suonò più di 5 minuti al campanello di Villa Kudo, ma la trovò deserta. Sbuffò passandosi irritata una mano tra i capelli, poi gonfiò le guance e si mise a correre trattenendo il fiato verso scuola: come immaginava Shinichi era andato via da solo quella mattina, e la cosa non accadeva quasi mai, nemmeno quando litigavano.
Sì, d’accordo che ci teneva al film e che lei gli aveva dato buca, ma perché reagire in quel modo?
Che gli era preso?
Con questi pensieri nella testa, Ran raggiunse la scuola in pochi minuti e salì in fretta le scale dopo essersi cambiata le scarpe, intenzionata ad arrivare in fretta dal ragazzo e parlargli.
Entrò in classe facendo scorrere la porta nei binari un po’ bruscamente e si guardò attorno decisa: la classe era semivuota, pochi erano già arrivati dato che la campanella non sarebbe suonata prima di una ventina di minuti.
Passando in rassegna i visi dei presenti, notò quello di Noto, suo compagno molto amico di Shinichi, che parlava ridacchiando proprio col detective che invece, con l’aria pensierosa e distratta, sembrava non ascoltarlo molto.
Di tanto in tanto annuiva, passando lo sguardo sui banchi vuoti dei compagni e appoggiandosi prima ad uno poi all’altro con la schiena.
Ran, decisa e risoluta, si avviò a grandi passi verso di lui e lo chiamò per nome, facendolo voltare.
Shinichi le rivolse un profondo sguardo che durò appena una manciata di secondi, poi lo distolse in fretta come se non gli importasse quello che lei doveva dirgli.
Noto, osservata la scena e la reazione sdegnata di Ran, che aveva lanciato con poca grazia la sua cartella sul suo banco dal nervoso, sorrise alzando le mani davanti al petto.
-Ok ragazzi, qui sento aria di tensione, per cui mi dileguo. A dopo, Kudo-
Ma nessuno dei due gli fece caso: Shinichi era intento a studiare il bordo del banco a cui era appoggiato con molto interesse, passandovi il dito sopra, mentre Ran era concentrata su di lui con aria stizzita.
-Possa sapere cosa ti prende?-
-Che c’è!?- domandò lui un po’ scocciato alzando lo sguardo su di lei, che si tratteneva a stento dallo sbottare.
-Insomma, non mi verrai a dire che tutto questo è per il cinema di ieri, no? Ti ho chiesto scusa! Che altro devo fare?-
Lui fece per risponderle, ma una voce maschile alle spalle di Ran distrasse entrambi, che si voltarono in quella direzione.
-Mouri!- Murikawa si avvicinò a passo affrettato a Ran seguito da Sonoko che, un po’ confusa, un po’ divertita, osservava la scena camminandogli dietro -Mouri, ho bisogno di un favore!-
-Sempai*, che succede?- domandò lei interrogativa inclinando un po’ a lato la testa mentre la sua migliore amica, lanciata la cartella a sua volta sul proprio banco, si avvicinava curiosa di saperne di più.
Shinichi, nel frattempo, si sedé stizzito nel banco dietro la schiena di Ran, che si dava il caso fosse il suo, e cominciò a tirare fuori i libri e il portapenne dalla cartella, allineando poi lentamente e con posizione millimetrica tutte le penne che aveva dentro l’astuccio come mai aveva fatto prima.
-La mia classe tra pochissimo comincia il torneo di tennis, ma manca una ragazza che oggi è assente e ci serve qualcuno che giochi al suo posto… Ho chiesto alla professoressa se qualcuno poteva sostituirla e lei mi ha detto che tu sei una delle più brave del corso…-
-Ah ma io…- tentò di giustificarsi Ran, che avrebbe voluto parlare con Shinichi, ma lui la interruppe.
-Ho già anche avvisato la tua professoressa della prima ora: ha detto che dato che sei già passata della sua materia, se ti andava per lei non c’erano problemi…- Tetsuo le rivolse uno sguardo un po’ supplichevole, e, mentre lei tentava di inventarsi una scusa plausibile, Sonoko intervenne tutta maliziosa.
-Dai Ran, che aspetti! Vai!- le fece l’occhiolino, mentre quella arrossiva: così non era di aiuto!
-Sonoko, perché non vai tu? Anche tu sei già passata…-
-Per me non ci sono problemi- disse Murikawa cogliendo subito la palla al balzo, speranzoso di trovare la sostituta al più presto.
-Ah no no- ridacchiò lei poggiando le mani dietro le spalle dell’amica e spingendola verso il ragazzo -Io faccio schifo a tennis, tu sei la migliore: va’ e fai vedere a… Emmm, il tuo nome?-  domandò al karateka che le rivolse un’occhiata confusa.
-Emmm… Murikawa-
-Va’ e fa’ vedere a Murikawa cosa sai fare!-
Le diede un colpetto facendola avanzare verso di lui e Ran, in imbarazzo e confusa, lanciò un’occhiata a Shinichi, che fissava col broncio fuori dalla finestra con tutte le penne schierate sul suo banco con precisione maniacale.
Non gli importa davvero niente, allora…
La ragazza, delusa, sospirò e si voltò verso Tetsuo abbozzando un piccolo sorriso arrendevole.
-Ok, se hai anche avvisato la mia prof…-
-Grandioso! Grazie mille! Dai, andiamo- le fece cenno di seguirla e si diresse tutto contento verso la porta scorrevole a fondo aula, mentre da quella a inizio aula** entrò la professoressa di Ran.
-Prof!- la chiamò lui facendole un segno e indicandole Ran -Noi andiamo-
-Sì sì, andate pure- disse lei accostandosi alla cattedra e sedendosi con molta calma, tirando fuori dalla sua cartella registro e libri di testo.
Prima di sparire oltre la porta, la ragazza dagli occhi azzurro-lilla lanciò un’ultima occhiata al detective, ma quello non si degnò di incrociare il suo sguardo e mantenne fisso il proprio su un punto indefinito dell’aula, come se si fosse perso in un mondo tutto suo.
Sonoko, nel frattempo, si godé tutta la scena divertita passando lo sguardo dall’una all’altro, poi dirigendosi verso il banco di Shinichi con la classe ancora praticamente vuota, indicò il banco di Ran con una mano.
-Prof, posso sedermi qui oggi visto che Mouri non c’è?- domandò con sguardo furbetto alla docente seduta alla cattedra mentre il ragazzo, alzando gli occhi al cielo e poi fulminandola, sbuffò sonoramente e visibilmente stizzito. Quella annuì e l’Oca prese posto ridacchiando poi, sempre più divertita, tirò fuori portapenne e quaderni lanciando occhiatine in tralice a Shinichi.
-Prof, Suzuki mi disturba!- disse quello guardando la prof scocciato e stizzito dai risolini della ragazza, che a quella affermazione scoppiò in una risata sonora e senza contegno.
Che Sonoko Suzuki si imbarazzasse era una cosa più unica che rara.
La professoressa alzò lo sguardo su di lui e, ormai abituata ai loro battibecchi già da tempo, rispose:
-Kudo, la lezione comincerà tra 20 minuti, mi spieghi in cosa ti disturberebbe se non state facendo niente?-
Il ragazzo sbuffò allontanando la sedia al bordo del banco e piazzando tutta la sua roba lontano dall’oca, quasi avesse ribrezzo a dover stare a contatto con lei.
-Solo la sua presenza è irritante!- rispose facendo sganasciare Sonoko e alzare gli occhi al cielo alla prof, che non sapeva mai che provvedimenti prendere con quei due.
-Per favore, Kudo… Non cominciate già alle 8,10*** del mattino, eh?- disse esasperata tornando al suo registro e compilandolo a dovere fingendo che lui non le avesse detto nulla.
Il detective, avvistato lo sguardo divertitissimo di Sonoko, si preparò al peggio del peggio mentre quella gli piazzava una gomitata delle costole.
-Ohi ohi, Kudo, ma sbaglio o qui c’è aria di tensione?!- disse riferendosi palesemente a qualcuno.
-Fatti un po’ di fattacci tuoi, Oca-
-Oooooo ma allora ho ragione io!- l’ereditiera scoppiò a ridere decisamente soddisfatta di quella dichiarazione implicita -Qui qualcuno è geloso o sbaglio?!-
-Taci!- lui, imbronciato e imbarazzato, si voltò verso la finestra e ignorò le sue risatine perfide che si propagavano per la classe concentrandosi sulle nuvole che si muovevano veloci a causa del vento che soffiava quel giorno e cambiavano forma ogni secondo.
-Oh, suvvia Kudo! A chi la vuoi dare a bere? A me no di certo, sai? Hai una faccia che sembra che ti stiano obbligando ad andare in giro vestito da gallina per tutta la scuola!-
-Sai com’è Suzuki, è imbarazzante andare in giro con le tue sembianze- disse ironico e pungente lui voltandosi verso di lei, mentre quella si stizziva non poco.
-Hey, frena la lingua, Tonno!-
-Oca, perché non chiudi il becco e non te ne torni al tuo posto invece di darmi il tormento?!-
-Oh, puoi star certo che adesso che mi hai insultata ti tormenterò per tutte e due le ore di Scienze! Anche perché è palese, Tonno, che tu stai rodendo di gelosia!-
-Sme-tti-la!- disse infastidito Shinichi staccando il banco dal suo e facendo rotolare ovunque le penne, che quasi caddero a terra dall’impeto. Il ragazzo lo attaccò sotto la finestra e appoggiò sul davanzale i gomiti, osservando con attenzione fuori in tutte le direzioni, come in cerca di qualcosa.
-Ran fa davvero bene e frequentare Murikawa, almeno lui non è un fesso- disse cinica Sonoko fulminandolo con una certa nota di divertimento. Il liceale si morse la lingua appena in tempo da non mandarla a stendere in malo modo solo perché la professoressa, sentita tutta la conversazione, l’aveva fulminato con lo sguardo essendo a conoscenza del loro odio reciproco.
Ma se solo non ci fosse stata lei a fermarlo…!
L’ereditiera, soddisfatta di averlo messo a tacere, prese a ordinare il suo banco canticchiando felice e a sfogliare il libro di Scienze come se lo trovasse interessante, cosa alquanto impossibile trattandosi di Sonoko Suzuki, che odiava le materie come Scienze & Company.

***

-Certo che la stai facendo proprio grossa, eh Ran?- Sonoko, tutta goduta, sbirciò attraverso la fessura della porta scorrevole dell’aula un ragazzo dai capelli corvini che, con aria impassibile, se ne stava seduto al suo banco.
La faccia affondata nel palmo della mano, il gomito appoggiato sul banco, Shinichi sembrava davvero depresso come se gli fosse morto qualcuno in casa.
-Guardalo lì!- ridacchiò ancora l’ereditiera mentre al suo fianco una ragazza dai lunghi capelli castani se ne stava appoggiata con la schiena al muro fissando davanti a sé in imbarazzo e un po’ imbronciata, ostinandosi a non voler guardare -Sta marcendo dalla gelosia!-
-Smettila, ok?- sbraitò Ran infastidita da tutti quei commenti a suo parere non veri
-Shinichi non è geloso, è solo… Arrabbiato!- spiegò dopo aver cercato la parola in difficoltà per qualche secondo -È arrabbiato perché gli ho dato buca al cinema, ok?- disse più a se stessa che alla ragazza, che scoppiò a ridere per l’ennesima volta battendole una mano su una spalla.
-Mi spieghi perché ti ostini così tanto a fare la gnorri, Ran?- le domandò facendole gonfiare le guance dalla rabbia -Insomma, è palese che è geloso di quel tipo! Me l’hai detto tu che quando lo hai chiamato lui ti ha detto “Eri occupata a fare qualcosa di molto più importante” o roba simile, ricordi?-
-Questo non c’entra niente, ok? Perché Shinichi non sa nemmeno che io ero con Murikawa!- si affrettò a risponderle mentre l’altra sospirava.
-MA CI FAI O CI SEI?!- Sonoko si scaldò -Qualcuno, se non lui stesso, vi ha visti e glielo avrà detto, no?! Non ci vuole una scienza a capirlo! Altrimenti come te lo spieghi questo atteggiamento?!-
-Oh, ma piantala Sonoko!- Ran, stizzita, si staccò dal muro e si avviò a grandi falcate verso la fine del corridoio pieno di studenti intenti a fare l’intervallo. L’ereditiera, delusa e arrabbiata allo stesso tempo, chiuse con gesto brusco la porta della classe e la seguì con lo sguardo allontanarsi tra la folla.
-Vedrai che ho ragione Io, Ran, quando te ne renderai conto?- le urlò sovrastando le voci degli altri incrociando le braccia al petto e poggiandosi al muro -Taku!****-

***

Le rivolse un rapidissimo sguardo, per poi distoglierlo all’istante e continuare a correre sul campo da calcio come se nulla fosse.
Ran, seduta sugli spalti del campo da calcio del Liceo Teitan, osservava dall’alto Shinichi correre per tutto il perimetro verde con aria concentrata sugli allenamenti che stava facendo in vista di una vicina partita. Sospirò nel vederlo così distante per l’ennesima volta e assottigliò depressa lo sguardo ripensando che nelle ultime ore si erano rivolti pochissimo la parola, se non per “Dovrei passare”, “Tolgo il disturbo”, “Ho da fare e non ho tempo da perdere”.
Dannazione! Come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto?
Gli occhi cominciarono a pizzicarle fastidiosamente mentre lei li sfregava decisa con un pugno chiuso, pregando che lui non alzasse lo sguardo proprio in quel momento e intravedesse le sue lacrime in procinto di uscire.
-Ciao Mouri!-
Una voce alle spalle di Ran la sorprese non poco facendola sobbalzare sugli spalti. La ragazza si voltò stupita verso la sua fonte, incrociando grandi occhi nocciola che la scrutavano tra il divertito e il confuso. Si affrettò a sfregarsi gli occhi cercando di far passare il gesto inosservato e sorrise.
-Scusa, non volevo spaventarti!- disse dispiaciuto il ragazzo sedendosi accanto a lei mentre la ragazza scuoteva la testa riprendendosi dalla sorpresa.
-No no, tranquillo, è tutto ok- rispose portando le mani in grembo e abbassando lo sguardo con un sorriso un po’ triste sulla sua gonna blu, sguardo che a lui non sfuggì.
-Tutto bene?-
-Sì- rispose lei fingendosi tranquilla -Assolutamente-
Quello alzò le spalle un po’ poco convinto, poi decise di lasciare perdere: magari non voleva parlarne e basta.
In fondo, loro quasi non si conoscevano…
-Non per farmi i fatti tuoi, ma cosa ci fai qui da sola?- le domandò fissando il campo da calcio poco interessato agli allenamenti che si stavano svolgendo.
-Oh, nulla di che… Davo un’occhiata agli allenamenti- rispose vaga lei cercando Shinichi con lo sguardo in mezzo ai tanti ragazzi che si ricorrevano nel verde.
Detestava ammetterlo, ma quella lontananza era dolorosa e lei si sentiva davvero da sola.
-Ti va di andare a bere qualcosa, Ran?- le domandò Tetsuo sereno sorridendole amichevolmente lasciandola un po’ stupita. Il ragazzo notò il suo sguardò e si grattò confuso la testa -Scusa, preferisci che ti chiami per cognome?-
-No- la karateka sorrise alzando le spalle -Ran è perfetto: preferisco rivolgermi per nome ai miei amici… Posso chiamarti Tetsuo-sempai, io?-
Quello sghignazzò storcendo un po’ il naso.
-Tetsuo va bene: ci passiamo solo un anno dopotutto!-
-Ok- lei sorrise ancora alzandosi dagli spalti -Andiamo al bar dell’altro giorno allora… Quel posto era davvero bello-
Entrambi si diressero verso gli scalini per scendere nel cortile e la ragazza, prima di poggiare piede sull’ultimo, si voltò verso il campo individuando Shinichi in silenzio, incrociando il suo sguardo per alcuni interminabili secondi, finché una voce per ognuno dei due non distrasse entrambi.
-Andiamo Ran?-
-Kudo, dai, vieni! Il coach ci chiama!-
I due ragazzi ruppero il contatto visivo e ognuno prese la sua strada, abbassando lo sguardo a terra con il cuore a pezzi per quanto nessuno dei due fosse pronto ad ammetterlo.
 

*Sempai è il modo che gli studenti più piccoli usano chiamare gli studenti che frequentano classi superiori alle loro.
** In Giappone le aule hanno solitamente due porte scorrevoli: una all’inizio e una al fondo dell’aula.
*** Che io sappia in Giappone l’entrata è alle 8,30 (o almeno, qst è quello che ho potuto dedurre divorando manga ^^”)
**** Significa “Cavolo!” Tipica esclamazione di Sonoko nell’anime ^^



Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
Eccomi qui, puntuale come sempre, ogni 5 giorni ^^
Ok gente, adesso sono davvero curiosissiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiima di sapere che ne pensate 
di questo chappy *O*
Io ho amato scriverlo, xkè trovo che Shin geloso sia troppo
kawaiii >w<
Allooooooooooora, credo che abbiate delle domande, magari riguardo Tetsuo,
x cui non esitate a farle e io vedrò se riuscirò rispondervi ^^
Dunque dunque, sembra che Ran ne abbia combinata una grossa...
Shin è geloso! xD
e Sonoko non perde tempo a cogliere la palla al balzo, ovviamente xD
Inizia quasi a piacermi l'Oca xDD
X quanto riguarda il finale...
beh, sì, sono stata un po' cattivella, lo so ^^"
Nel prossima capitolo (che sarà mooolto lungo x la gioia di qualcuno :D)
sapremo tutto :DD
Grazie a chi mi segue e a chi ha recensito lo scorso capitolo v.v
un bacio!
mangakagirl!
  
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