Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Guazzo89    26/08/2004    2 recensioni
Questo è un modo per tentare di far rivivere i grandi malandrini. Questa è la prima fic che scrivo, quindi recensite e ditemi cosa ne pensate e come potrei migliorarla
SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO (forse un giorno la riprenderò)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Gli eredi dei malandrini

LA SORPRESA

La mattina dopo Harry fu svegliato da un colpo secco, che risuonò per la casa. Appena aperti gli occhi volse lo sguardo verso il letto di Ron, ma notò che era vuoto. Allora cercò il suo orologio da polso, appoggiato sul comodino. Una volta che l’ebbe raggiunto, tastando al buio, lo portò davanti alla faccia e lo fece illuminare, nella debole luce azzurrina lesse l’ora. Erano le sei di mattina.
Stava per girarsi dall’altra parte per riaddormentarsi, quando ricordò le parole che la signora Weasley aveva pronunciato la sera precedente. Si alzò e si vestì. Iniziò, ancora addormentato, a scendere le scale.
Non si sentiva più nessun suono. Harry giunse nell’immensità dell’ingresso. Si sentiva male, mano a mano che scendeva il silenzio si faceva sempre più opprimente; quando prese le scale per scendere in cucina era come se qualcuno avesse lanciato un incantesimo di silenzio, tanto esso era intenso.
Harry non riusciva a sentire neanche il suo respiro, sentiva solo il cuore, che batteva a velocità sempre maggiore. Più scendeva le scale e si avvicinava alla porta della cucina più sentiva quell’aura di silenzio farsi palpabile.
Già a metà scala aveva messo la mano sulla bacchetta, e ora, raggiunti gli ultimi scalini l’aveva estratta. Ebbe un tremito, stava allungando la mano sulla maniglia. L’aveva presa, sentiva il freddo del metallo. Fece un respiro profondo, per calmarsi, poi alzò la bacchetta e con la sinistra fece girare la maniglia. Avvenne tutto in un attimo, mentre la porta si spalancava di colpo fu come se l’incantesimo di silenzio fosse stato spezzato. Il gruppo di persone che affollava la grande cucina scoppiò in un urlo unanime
“Buon compleanno, Harry”
Harry, che era stato sul punto di lanciare uno schiantesimo per la tensione, abbassò la bacchetta. Subito dopo, già più rilassato, scoppiò in una risata, ridendo perché aveva ancora una volta dimenticato il giorno del suo compleanno. Subito gli si avvicinarono Ron e Hermione, che lo accompagnarono fino al tavolo.
Appena furono vicini lo fecero sedere e tutti iniziarono a mangiare la grande torta posata sul tavolo. Quando si furono tutti saziati iniziarono, uno per volta, a dargli i loro regali. Per prima gli si avvicinò la signora Figg, con un pacco molle ed informe. Harry lo scartò rapidamente, e si trovò davanti ad un paio di pantofole pesanti, imbottite di lana.
“Conviene sempre avere i piedi belli caldi” disse la signora Figg, prima di allontanarsi. Harry annuì e la ringraziò. Poi passò il regalo a Ron che, seduto di fianco a lui, stava ridacchiando. L’amico le appoggiò sul tavolo, davanti a sé, pensando già ad un modo per liberarsene.
Subito dopo si avvicinò Tonks, con un enorme pacco quadrato. Quando Harry lo aprì tutta la stanza poté ammirare la montagna di dolci che c’era dentro. Harry ringraziò calorosamente e, spostate le caramelle, afferrò il pacco che gli porgeva Hermione. Harry scartò il regalo, rivelando un pesante libro, rilegato di cuoio. Lo girò e vi vide impresse in oro le lettere del titolo: Storia di Hogwarts. Mentre leggeva il titolo sentì Hermione che diceva “Vedi di leggerlo attentamente, così la smetterete, tu e Ron, di farmi domande!”
Harry disse “Grazie, Hermione, ne avevo proprio bisogno”, ma intanto pensava “Se non lo distruggerò sarà solo per la possibilità di riciclarlo come regalo per qualcun altro”.
Continuando a sorridere e ringraziando un’ultima volta Hermione, prese il regalo che gli tendeva Fred, facendogli l’occhiolino. Harry notò un biglietto; lo prese e lo lesse. Dentro c’era scritto:

Al nostro primo finanziatore un enorme grazie
Fred e George

Harry stava per mettere mano al piccolo pacchetto e scartarlo, ma fu fermato da Fred che, con un altro occhiolino, gli sussurrò “Ti conviene aprirlo più tardi, in privato. Dubito che mamma approverebbe”
“Bene” disse Harry, più rivolto a se stesso che a Fred, e continuò “Di chi è il prossimo regalo?”
“Mio” disse Ron, mettendogli in mano un sottile pacchetto lungo quasi mezzo metro. Strappò la carta che avvolgeva il pacco e scoprì un enorme foglio, arrotolato stretto e tenuto fermo da un laccio nel mezzo. Harry sciolse il cordino e srotolò il foglio che si rivelò essere un enorme poster della squadra dei Cannoni di Chudley.
“Grazie, Ron, è veramente bellissimo” Disse, mettendolo da parte per prendere il pacco di Bill, di medie dimensioni e rigido. Lo aprì e si trovò davanti un libro. Il titolo recitava: Rimorchiare in 20 lezioni. Harry sorrise e passò il libro a Ron, che lo sfogliò velocemente. Strinse la mano a Bill, ringraziandolo calorosamente. Harry alzò lo sguardo, guardando attentamente il gruppo di persone che lo circondava. Cercava Ginny con lo sguardo, per vedere se teneva in mano un qualche pacchetto, e chiedendosi cosa gli avrebbe regalato. Ma non la vide, invece vide Malocchio che gli si avvicinava zoppicando. Appena vicino gli porse un pacco, dicendo “Ho saputo che vuoi diventare un auror, questo ti potrebbe servire!”
Harry incuriosito prese il pacco e lo aprì. Si rivelò contenere un grosso spioscopio.
“Ne ho già uno, di spioscopio. Cosa me ne faccio con due?”
“Questo è molto più potente” disse Malocchio “è anche più sensibile. Non è un giocattolo come quello che hai”
Lo disse con una faccia e un tono che sembravano voler chiudere definitivamente il discorso. Harry pensò bene di non ribattere più, e ringraziò Malocchio, che stava spostandosi per fare posto a Kingsley, che si avvicinava con un regalo.
“Credo che questo ti potrà essere abbastanza utile, a Hogwarts”
Harry aprì il pacco e si trovò davanti ad un altro libro, questo si intitolava Mille incantesimi utili. Lo aprì a una pagina a caso e vi trovò scritto l’alohomora, sotto c’era scritta la formula opposta, per sigillare le porte.
Lo chiuse e ringraziò Kingsley, che si stava allontanando. Poi passò il libro a Ron e afferrò il pacco che gli porgeva Charley. Lo aprì e vide un libro, il titolo diceva Come truccare una scopa. Lo girò, dietro c’era la scritta Manuale illustrato per truccare le scope. Harry lo sfogliò velocemente e ringraziò Charley. Il ragazzo disse sottovoce “Sapevo che ti sarebbe piaciuto” gli strizzò l’occhio “Ovviamente solo in linea del tutto teorica” aggiunse a voce più alta, guardando di sottecchi la madre. Harry sorrise, vedendo lo sguardo che la signora Weasley lanciava al figlio.
Dopo Charley toccò a Lupin avvicinarsi, reggendo un pacco abbastanza basso, e neanche tanto grande. Harry lo prese e lo tastò velocemente. Strappò la carta e vide che conteneva tre pacchetti più piccoli e un foglietto di carta

So che James sarebbe orgoglioso di te. Questi sono gli specchi che io, tuo padre, Sirius e Peter usavamo per comunicare privatamente quando eravamo lontani. Sono solo tre perché l’ultimo, quello di tuo padre, lo hai già. Per cambiare i nomi degli specchi bisogna scrivere il nuovo nome sul retro e poi pronunciare l’incantesimo “nomen mutas”. Su ogni pacchetto è scritto il nome del precedente possessore. Il tuo ha ancora il nome di James.
Fanne buon uso
Remus

Harry prese i pacchetti e li infilò in tasca, con le lacrime che gli inumidivano gli occhi. Poi ringraziò Lupin che lo stava abbracciando paternamente.
“Non credi che sia ora di smetterla di chiamarmi per cognome e di darmi del lei?” chiese Lupin “In fondo sono un vecchio amico di tuo padre”
“Va bene pro… ehm Remus, grazie ancora per il regalo, era bellissimo” riuscì a rispondere Harry, tra le lacrime. Tutti guardavano commossi la scena, e alla fine i due si staccarono. Solo allora la signora Weasley trovò la forza di parlare
“Manca solo un regalo” disse, rivolgendosi a Harry, che aveva ancora gli occhi lucidi “il nostro” e indicò se stessa e il marito. Harry si asciugò gli occhi con le mani e vide il signor Weasley iniziare a parlare
“Abbiamo pensato, per il tuo compleanno, di portare te, Ron e Hermione a vedere la partita che i Cannoni di Chudley giocano oggi contro i Tornados.”
“WOW, non vedo l’ora di essere là. A che ora inizia la partita?”
“Inizia alle due di oggi pomeriggio. Adesso è mezzogiorno, porta di sopra i regali insieme a Ron, e mettili via. Tra un’oretta sarà pronto da mangiare, e poi prenderete la passaporta per raggiungere lo stadio dei Tornados.”
Harry non se lo fece ripetere e, afferrata metà dei regali, iniziò a salire le scale, seguito da Ron con l’altra parte di regali. Raggiunta la loro camera appoggiarono i regali sul letto di Harry, e poi si sedettero su due sedie. La prima cosa che fece Harry fu prendere le pantofole di lana, le tenne tese davanti a sé, vi avvicinò la bacchetta e mormorò “Incendio”. Una fiammata le avvolse e Harry, che le aveva lasciate cadere, si abbassò per eliminare la cenere, unico resto delle pantofole.
Ron stava per seguire il suo esempio con il libro regalato da Hermione, ma fu fermato da Harry, che disse “FERMO, quello lo voglio tenere!”
“Cosa?” chiese Ron “Hai intenzione di leggere questo libro? Tu sei impazzito! Non ti serve a niente, basta chiedere…” ma venne interrotto da Harry che a voce più alta disse “Non ho nessuna intenzione di leggerlo, lo tengo da regalare a qualcuno per il suo compleanno, per risparmiare un po’ di soldi!”
“Ah beh, questo cambia tutto” Disse Ron, e appoggiò il libro sul suo letto. Tutti e due presero una caramella dal pacco regalo di Tonks.
Harry rovistò un po’ nel mucchio di regali, e poi si raddrizzò con in mano un piccolo pacchetto. Ron riconobbe il regalo dei gemelli e si avvicinò per vedere meglio cosa conteneva. Harry tolse la carta e rivelò un altro pacchetto, ancora più piccolo, e un foglio di carta. Dispiegò il foglietto e iniziò a leggere

Abbiamo compiuto due ricerche parallele. Abbiamo studiato i metodi di spionaggio babbani e quelli magici. Abbiamo alla fine usato i dati così ottenuti per creare un meccanismo di spionaggio che grazie alla magia è risultato ultra compresso. Abbiamo poi usato le tecniche babbane per renderlo totalmente anti-individuabile, sia dalla magia che dai detector babbani. Harry, siamo orgogliosi di regalarti il secondo prototipo di “Magi-Cimice” completo di telecomando. Comunicaci immediatamente eventuali malfunzionamenti via gufo o recandoti in uno dei nostri negozi. Se ti interessa il manuale di funzionamento puoi venire da noi e otterrai la versione non ufficiale. Sappi comunque che la M-C registra automaticamente tutto ciò che sente. Il mini nastro contenuto nel prototipo registra solo 48 ore di suoni; stiamo ancora cercando un modo per ampliare la sua capienza. Fra un paio di mesi sarà anche pronto un ricevitore per sentire in tempo reale le registrazioni della M-C
Buon compleanno
Fred e George.

Harry alzò lo sguardo stupito e fissò la faccia di Ron, che sembrava almeno altrettanto stupito dalle informazioni ricevute. Poi prese in mano il pacchetto e lo aprì in modo da farne vedere anche a Ron il contenuto. Dentro c’era la cimice; sembrava un bottone, se non che ad osservarla da vicino e attentamente si vedevano delle zampette e si riusciva a riconoscere un davanti da un dietro. Rimise la M-C dentro la sua scatoletta e prese il telecomando. Era camuffato da orologio da polso, c’era anche l’ora. L’unica anomalia era la presenza su uno dei lati di un pulsante. Harry lo schiacciò e il display si sollevò. Sotto c’era un infinita di piccoli pulsanti, ognuno per una funzione della M-C
“Guarda” disse Ron “c’è anche una piccola cloche!”
“Già, ma è tutto così piccolo che servirebbe uno stuzzicadenti per usarlo”
Continuarono a studiarlo ancora per un po’ poi, quando Harry stava per chiuderlo, Ron vide che il bottone, rimasto nella parte sollevata, sembrava potersi togliere. Lo fece notare a Harry, che lo prese
“Guarda, diventa sempre più stretto”
“Già, così lo si usa per far funzionare il telecomando.” Disse Harry, rimettendola dentro e richiudendo il finto orologio.
Fece appena in tempo a rimettere anche il telecomando nella scatoletta, che infilò la borsa, quando qualcuno bussò alla porta e la aprì senza aspettare risposta. I ragazzi si girarono verso la porta e videro Ginny che si affacciò alla porta e disse “Mamma ha detto di iniziare a cambiarvi, mettendo le vesti della scuola e di scendere subito, che siamo già in ritardo” parlò molto velocemente e, appena finito, corse di sopra.
“Chissà perché ha corso così?” disse Harry, avvicinandosi al baule e chinandosi a prendere la divisa.
“Probabilmente doveva cambiarsi anche lei” disse Ron già mezzo cambiato. Harry stava per seguire il suo esempio, ma prima aveva tastato le tasche dei jeans per sentire se erano vuote. Le aveva trovate piene, e così si era ricordato degli specchi. Aveva messo la mano in tasca e ne aveva estratti due, contrassegnati uno con una r maiuscola e l’altro con una p maiuscola. Li mise tutti e due nel baule, vicini al suo. Poi infilò ancora una volta la mano in tasca e estrasse quello di Sirius. Un’ultima lacrima gli rigò il viso prima che si rivolgesse a Ron “Tieni” disse all’amico, controllando appena la voce “era lo specchio di Sirius ai tempi dei malandrini. Voglio che lo tenga tu”
Ron lo prese, felice e commosso allo stesso tempo, e aprì il pacchetto. Passò un minuto a guardarlo, mentre Harry si vestiva. Poi parlò “Sei sicuro di volerlo dare proprio a me? Non sono sicuro di poter reggere il confronto con Sirius”
“Si, sono sicuro. In fin dei conti Sirius era il miglior amico di mio padre. Erano molto più che amici. Era come se fossero fratelli. È per questo che ho deciso di regalarlo a te; è lo stesso tipo di legame che unisce noi. Ne abbiamo passate talmente tante insieme che per me sei come un fratello, sei tutta la mia famiglia.” Anche a Ron scese una lacrima, prima che Harry continuasse “Solo un ultima cosa, poi andiamo. Voglio che tu non cambi il nome dello specchio, come non lo cambierò io. Tu sarai Sirius e io James”
Ron annuì tra le lacrime, poi si asciugò il viso con la manica seguendo l’esempio di Harry e entrambi si incamminarono giù per la scala, cercando di fingersi felici. Arrivarono in cucina che gli altri erano già tutti seduti e stavano mangiando. Si sedettero al tavolo e si servirono di un po’ di tutto, per affogare la loro momentanea tristezza nel cibo.
Mangiarono tutti il più velocemente possibile, poi si lanciarono fuori salutando velocemente i pochi che restavano a casa. In cortile c’erano un vecchio giornale, a cui si avvicinò il signor Weasley, con Harry, Ron, Hermione, Ginny e Lupin. Nel frattempo Bill, Charley, Malocchio, Tonks e Kingsley toccavano un malandato pneumatico. Harry toccò il giornale e, subito dopo, sentì lo strappo dietro l’ombelico che lo avvisava che la passaporta era entrata in funzione. I suoi piedi si staccarono da terra insieme a quelli degli altri e, dopo alcuni secondi, si sentì violentemente atterrare. Rimasero tutti in piedi, anche se Hermione fece un po’ di fatica. Ginny, invece, era sul punto di cadere, ma Harry, che si trovava di fianco a lei, la sorresse. Lei arrossì e mormorò un grazie. Harry iniziò a rispondere ma non riuscì a continuare, perché la ragazza si era allontanata di corsa.
“Certo che è stata proprio scortese; tu l’hai aiutata e lei non ti ha neanche lasciato parlare!”
Harry si girò e vide che era stato Ron a parlare.
“Vaffanculo”
“Deve essere proprio cotta” disse Ron, ignorando le imprecazioni di Harry “per non parlarti neanche!”
“Sbaglio o ti avevo detto di farti i cazzi tuoi e di non spiarmi in queste situazioni” disse Harry, sottovoce, ma si vedeva che si stava trattenendo dall’urlare. Ron stette zitto e tutti e due si incamminarono in mezzo al gruppo di persone che c’era con loro. Quando erano a metà strada dallo stadio Ron parlò ancora, sottovoce
“Secondo me dovresti confidarti con qualcuno. Potrebbe esserti di grande aiuto.”
“Se anche fosse, chi ti dice che saresti tu il prescelto?”
“L’hai detto tu che sono il tuo migliore amico. E non mentire, sono sicuro che alla fine ti confiderai con me.”
“È vero, tu sei il mio migliore amico, ma sei anche suo fratello. Non so quale parte di te avrà il sopravvento quando e se ci metteremo insieme!”
“Il mio parere da amico è che stareste molto bene insieme. Come fratello penso che tu sia molto meglio di Smith o di Dean, almeno tu sei praticamente parte della famiglia. Anche mamma e papà sarebbero più contenti così”
“OK, mi hai convinto, ma non c’è niente di speciale. Semplicemente che lei mi piace”
“Questo me lo hai già detto; quello che non capisco è perché dopo l’altro giorno non hai più riprovato a parlarle. Cosa aspetti per dirle quello che provi. Hai anche la quasi certezza di piacerle anche tu. Perché continui a far passare il tempo”
“Non lo so bene; forse è semplicemente che preferirei aspettare di essere a Hogwarts, in modo da avere anche un po’ più di privacy. Forse è anche che un po’ mi vergogno anch’io, magari non semplicemente a parlarle, come succede a lei. Non riesco a parlarle di quello che provo…”
“Beh” disse Ron, interrompendolo “direi di iniziare ad aspettare l’arrivo ad Hogwarts. Se una volta la non riuscirai comunque a parlarle analizzeremo la situazione più a fondo”
Erano ormai arrivati davanti all’imponente struttura dello stadio. Entrarono da una delle tante porticine e si trovarono davanti ad una lunga scaletta. Salirono fino ad uno degli ultimi livelli e oltrepassarono una porta, accompagnati da altra gente. C’era un piccolo atrio, e in fondo, davanti ad una porta che dava sugli spalti un bancone, aperto nel mezzo. Si misero in coda, vedendo i maghi che passavano uno alla volta per il piccolo varco. Harry capì che venivano controllati. Poi un mago controllava i biglietti e permetteva l’accesso alle tribune. Il signor Weasley gli passò il suo biglietto. Alla fine passarono anche loro, uno per volta, per il varco e poi presentarono i loro biglietti.
Una volta controllati i biglietti andarono sulle tribune, cercarono i loro posti e si sedettero. Dopo una decina di minuti, durante i quali i numerosi cartelloni del punteggio continuavano a mandare messaggi pubblicitari, una potente voce invase lo stadio che si zittì. Il commentatore, con la voce potenziata magicamente, iniziò a dare le formazioni delle due squadre, urlando di volta in volta nome e cognome dei giocatori che sfrecciavano, e chiudendo con i capitani delle due squadre. Per ultimo entrò in campo l’arbitro, sfrecciando anche lui sulla sua scopa. L’arbitro raggiunse il centro, accompagnato dai due capitani. Intimo loro di stringersi la mano, cosa che fecero con un po’ più di forza del dovuto. Poi lanciò una moneta e dalle facce sembrò che avesse vinto il capitano dei Tornados. Infatti la sua squadra si spostò verso le porte che avevano il sole alle spalle.
Tutti i giocatori si radunarono al centro, dove l’arbitro liberò le palle, che subito presero il volo, seguite dall’arbitro. L’inizio della partita si svolse in un grande caos, Harry distinse solo i due portieri che volarono velocissimi verso le porte, i cercatori che si librarono più alti degli altri. Distinse anche i battitori dei Cannoni, che, adottando una strana tattica, volavano in circolo attorno alla mischia, tenendo i bolidi sempre nella zona della bluffa.
Dopo trenta lunghissimi secondi si vide una sagoma arancione sfrecciare fuori dalla mischia dirigendosi verso la porta dei Tornados. Avvenne tutto in un secondo, il cacciatore raggiunse l’area, evitò il portiere che gli veniva addosso, schivò un bolide e segnò. Subito un boato esplose sugli spalti, mentre i cacciatori avversari si erano appena accorti dell’accaduto. Riecheggiò la voce del commentatore, che disse “Buon inizio per i Cannoni. Azione lampo del capitano che si aggiudica il primo goal della partita.”
Harry osservò l’intera squadra arancio, tranne il cercatore, che si ritirava in difesa. Allora spostò lo sguardo sui cercatori che continuavano a volteggiare. Dopo un po’ Harry sentì un altro boato, e spostò lo sguardo su cacciatori. Vide uno dei cacciatori dei Cannoni fare un giro di trionfo e sentì il commentatore annunciare il venti a zero. Harry decise allora di tenere lo sguardo sull’azione dei cacciatori e dei battitori, in modo da trovare anche qualche buona tattica da usare a Hogwarts. Dopo diversi minuti di gioco capì la tattica dei Cannoni. Erano molto forti in difesa. Soprattutto quando si chiudevano completamente riuscivano ad intercettare molte palle. A questo punto lanciavano quei contropiedi veloci ed imprevedibili, sfruttando la maggiore velocità e i migliori riflessi dei loro cacciatori. Dopo un ora scarsa però i Tornados riuscirono a capire lo schema avversario in tutti i suoi particolari. Il capitano chiamò un time out e istruì la squadra su come resistere ai contropiedi rapidi e creò anche uno schema per tentare di oltrepassare la difesa. Nel frattempo anche i Cannoni sfruttavano il tempo discutendo animatamente fra loro e con l’allenatore.
Tutta la partita continuò cosi, tra contro-schemi e anticipazioni di schemi avversari. La prima parte vide il netto sopravvento dei Cannoni che continuarono a dominare, spinti dai primi sensazionali goal. Poi si ebbe una certa ripresa dei Tornados, che azzeccarono un paio di buoni schemi difensivi. Il boccino venne avvistato per cinque volte durante tutta la partita e, durante gli ultimi dieci minuti, almeno altre sette volte, con continui inseguimenti e finte mozzafiato dei cercatori. L’ultima volta il boccino fu avvistato e i due cercatori procedettero a lungo affiancati, poi il cercatore dei Tornados, che erano sotto di cinquanta punti, ebbe il sopravvento, grazie ad una buona virata. Tese la mano, continuando ad accelerare, era ormai a dieci centimetri dal boccino, quando fu colpito in pieno petto da un bolide, scagliato da un battitore dei Cannoni, e cadde a terra. L’altro cercatore riuscì a recuperare, restando ad un metro dal boccino, volando in maniera veramente magnifica. Alla fine, in un tratto abbastanza rettilineo, accellerò, e stava per raggiungere il boccino. I due battitori dei Tornados lanciarono due bolidi, quasi contemporaneamente, diretti entrambi verso il cercatore. Questi fece una buona manovra evasiva, molto veloce, e raggiunse il boccino, afferrandolo. La partita si chiuse in un boato degli spettatori, mentre l’intera squadra correva ad abbracciare il cercatore, che era sceso a terra. La voce del commentatore superò il boato “I Cannoni vincono trecentoventi a centodieci! I Cannoni vincono contro i Tornados! Sembra che i Cannoni abbiano ripreso a giocare a ottimi livelli, come dimostra questa bellissima partita. Attenzione Lega, stanno ritornando i Cannoni!”
Ron si alzò, felicissimo per la vittoria, e insieme a lui si alzò Harry, che già pensava al quidditch, a scuola. Erano tutt’e due cosi soprappensiero che non si accorsero di Ginny, che fissava intensamente Harry; anche lei sembrava pensare a qualcosa di bello.
Alla fine tutti si alzarono, e anche il gruppo di Harry riuscì ad uscire dalla stessa porta d’entrata. Scesero di nuovo le scale e tornarono all’aria aperta, con il cielo che si stava gradualmente avviando al nero della notte. Seguirono il sentiero illuminato dai lampioni, continuando a parlare della partita. Harry discusse a lungo con i Weasley degli schemi dei Cannoni e della loro abilità nel prevedere le mosse avversarie. Alla fine raggiunsero lo spiazzo dov’erano arrivati, ma dovettero aspettare le undici di sera per ottenere due passaporte per Grimmauld Place.
Così appena arrivati la signora Weasley li mandò subito tutti a letto. Harry e Ron fecero le scale insieme alle ragazze, e sul pianerottolo del primo piano le salutarono, entrando in camera loro e chiudendosi dietro la porta a chiave. Harry andò in bagno, e intanto Ron si cambiò. Quando tornò Harry fece per prendere il pigiama, ma sul baule vide una bustina.La aprì e estrasse una piccola collanina argentata. Al centro della collana c’erano delle placchette, con su incise le lettere di due nomi. Il primo era Harry, il secondo Ginny. Un foglietto diceva “I love you” ed era firmato da Ginny.








THE END








Allora, ringrazio tutti quelli che leggono, ma in particolare quelli che recensiscono:
-Dada90, Grazie, grazie, grazie. Per quanto riguarda la lunghezza purtroppo non ho potuto accontentarti. Ho scoperto che se non ho il computer davanti le idee non escono. Così nel periodo che sono stato via (dal 1 agosto al 23) mi sono spremuto al massimo e ho scritto soltanto 1 pagina e 1quarto. Così l’ho poi completato velocemente nei 3 giorni seguenti.
-Lili, anche a te un enorme grazie. I capelli sono proprio in onore di Sirius; in fin dei conti era il migliore dei malandrini. Probabilmente il prossimo capitolo parlerà anche dell’arrivo a Hogwarts. Taglierò via velocemente tutto il mese di agosto per evitare di rompermi le palle in maniera impossibile.
-Angel Riddle, Grazie, ma io non mi ritengo a un livello così alto. Ho letto molte altre ff migliori (Questo non significa che devi smettere di leggere la mia fic, sto solo sfoggiando un po’ di modestia). Comunque seriamente non credevo di poter raggiungere questo livello. Ho sempre fatto schifo a scrivere.


Mi sono accorto solo adesso di un errore abbastanza grave. Nel capitolo precedente, prima di andare a Diagon Alley, ho scritto che i ragazzi uscivano per parlare; mi sono confuso, pensavo alla Tana, invece loro si trovavano a Grimmauld Place! Vi prego SCUSATEMI! Ho fatto un errore simile anche in questo chap, ma non so come cambiarlo e così lo lascio.

RICHIESTA IMPORTANTE: per favore nelle recensioni di questo capitolo potreste lasciarmi scritto qualcosa di specifico, relativo alla partita. Ho bisogno di aiuto.

Un ultimo grazie a tutti, e vi prego di recensire. In fin dei conti non vi costa niente e a me fa piacere. Oltre a ciò, siccome io sono alle prime armi, mi può anche aiutare molto leggere dei consigli!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Guazzo89