Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Nyssa    18/10/2007    10 recensioni
I guai non arrivano mai da soli... Draco Malfoy se ne accorge la mattina in cui si ritrova con Pansy innamorata (e non di lui stranamente!), Goyle pescato a mettere petardi incendiari e un imminente coloquio con la McGranitt sul suo calo scolastico
Ovviamente niente potrebbe essere peggio, ma deve presto ricredersi, il collegio decide di assegnargli un tutor per recuperare nelle materie e chi meglio di Hermione Granger, la migliore studentessa di Hogwarts? Va bene, questo può anche andare a suo vantaggio, ma cosa succederebbe se oltre ai suoi voti Hermione cambiasse anche lui? E cosa ci fa un bambino in giro per la scuola?
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Premessa: ehehe, eccomi qui, come promesso, ad aggiornare in fretta con il seguito del capitolo 11, ovvero quello che potrebbe anche essere chiamato 11b, ma se lo facessi incasinerei tutta la numerazione e poi mi sentirei troppo simile ai miei prof di in

Premessa: ehehe, eccomi qui, come promesso, ad aggiornare in fretta con il seguito del capitolo 11, ovvero quello che potrebbe anche essere chiamato 11b, ma se lo facessi incasinerei tutta la numerazione e poi mi sentirei troppo simile ai miei prof di info, e la cosa non mi garba, quindi lasciamo il 12 che ci sta.

Capitolo strano, lo confesso, sono fortemente indecisa su quello che ho fatto succedere perché inizialmente il plot prevedeva uno svolgimento completamente diverso e invece io che sono io…

Vabbè, non rovino la sorpresa, ditemi cosa ne pensate!

 

E a proposito…

Grazie Mille per tutte le recensioni!

Siamo arrivati a quota 100!!!

Un sogno che si avvera

Grazie a tutti

Nyssa

 

*          *          *

 

Era notte, forse notte fonda.

Non sapeva dire per quanto tempo era rimasto lì a guardare il cielo dai riquadri della finestra.

Aveva sentito battere le dieci di sera, poi più nulla.

Non ricordava niente di quello che c’era stato attorno a lui dopo i rintocchi cadenzati della grande pendola che stava nel maestoso ingresso gotico di Malfoy Manor.

La sua stanza era all’ultimo piano del palazzo, con pesanti mobili di ciliegio rossiccio e copriletto scuri.

Le tende della portafinestra che conduceva su un piccolo balcone erano verdi, elegantemente tirate ai lati da cordoni di filo d’argento.

Se ci fosse stata la mezzosangue, rifletté, probabilmente avrebbe domandato come mai tutto quello che lo riguardava era verde o argentato.

Lo sapeva, ne era certo, ormai la conosceva a sufficienza per poter prevedere una simile scena con la certezza totale.

Erano passati due giorni da quando aveva fatto ritorno alla dimora di famiglia, la prima sera era arrivato tardi, erano quasi le undici quando aveva oltrepassato il cancello di ferro scuro che delimitava i confini della tenuta; non aveva visto suo padre, sua madre, invece, era in salotto a leggere un libro, non aveva fatto scene di bentornato e non gli era corsa incontro abbracciandolo come aveva visto fare a Molly Weasley al termine dell’anno scolastico con i suoi figli lenticchia. Si era limitata ad alzarsi e chiudere la sua lettura

-          Sarai stanco – aveva detto – ti faccio portare qualcosa di caldo

Lui aveva annuito mentre lei richiamava uno degli elfi domestici e, qualche minuto dopo, un fumante brodo era stato depositato al centro di uno dei lati lunghi del tavolo della sala da pranzo.

Sua madre si era seduta al suo posto, all’estremo riservato alla castellana e l’aveva guardato mangiare con lentezza il liquido bollente, aveva impartito qualche altro ordine e aveva fatto qualche domanda di circostanza circa l’andamento a scuola e la sua vita in generale, dicendogli che poi avrebbero chiarito tutto il giorno seguente con la luce del sole.

Aveva augurato al figlio la buona notte depositandogli un bacio quantomai freddo sulla fronte e l’aveva mandato nella sua stanza accompagnato da due elfi con il suo bagaglio. Non si poteva certo dire che l’affetto familiare avesse brillato…

L’indomani aveva dormito fino a metà mattina per poi scendere a fare colazione dove sua madre lo stava aspettando.

Avevano mangiato insieme e lei gli aveva fatto qualche altra domanda su com’era Hogwarts, su quello che era successo in quei quattro mesi, i professori, il preside terminando chiedendogli se aveva sentito del recente fidanzamento della figlia dei Greengrass con il rampollo dei Paciock; Draco aveva annuito e avevano passato il resto della mattina in rigoroso silenzio a leggere.

A mezzogiorno aveva visto suo padre, sempre perfettamente vestito con qualcosa di ricercato; non avevano parlato e il pranzo si era risolto in silenzio.

Quel pomeriggio, deciso a sfogare un po’ di tensione che aveva accumulato in quelle poche ore, era uscito a fare un giro con la sua scopa.

Che differenza tra la vecchia e allegra Hogwarts e l’austera Malfoy Manor

Lì da loro era tutto finto, tutto irreale, silenzio e pensieri, di niente altro si nutrivano i suoi altolocati genitori.

Era andato fino ad un laghetto distante dal palazzo lasciando la testa dentro l’acqua fredda dell’inverno, quasi a volersi prendere di proposito una broncopolmonite, e con la testa sott’acqua, aveva gridato e gridato, senza che nessuno lo sentisse.

Aveva gridato di poter dire sempre quello che pensava, aveva gridato contro tutti quei fronzoli che il nome dei Malfoy si portava dietro e contro tutta quella falsità di cui erano ricoperti.

A cena era stato altro silenzio e solo alla fine del pasto Lucius aveva detto

-          Il momento è giunto, figliolo, devi assumerti le tue responsabilità. Questa sera.

Dopodiché tutti si erano alzati.

Era entrato nella sua camera e ci era rimasto per non sapeva quanto tempo.

Sarebbe successo: quella sera.

Da quel momento in poi, ogni suo pensiero era stato per lei.

E non gli importava che fosse così, voleva che i suoi ultimi pensieri da non mangiamorte fossero per LEI.

Perché lei aveva cercato di capirlo.

Se LEI l’avesse saputo, probabilmente avrebbe capito anche quello.

L’aveva sempre fatto.

Era stata l’unica che si era dispiaciuta di questo, anche se era l’unica a saperlo per davvero, a Blaise non l’aveva detto, non voleva farlo soffrire, Blaise si sobbarcava a sufficienza i suoi problemi.

A lei l’aveva detto nonostante non avesse voluto farlo.

E lei aveva capito.

Era strano da dire, ma era come se l’avesse consolato.

Riflettere sul diventare un mangiamorte, dopo tutto quel che lei gli aveva esposto, era diverso.

Un mangiamorte lo è fino nel cuore.

Se tu non vuoi diventare un mangiamorte, allora non lo sarai mai.

Dipende tutto da te.

 

Qualcuno bussò alla porta e quando questa si aprì, seppe perfettamente di chi si trattava.

-          Draco? – domandò una voce e la testa bionda di sua madre fece capolino

-          Madre – rispose guardandola

-          Vieni caro, è ora – annunciò la donna e a lui parve quasi che perfino nella sua voce ci fosse qualcosa di diverso, una nota di tristezza. Impossibile, Narcissa Malfoy era una mangiamorte convinta, sicuramente i suoi eccessivi vagheggiamenti gli facevano percepire le cose alterate.

Prese il mantello nero col cappuccio dall’appendiabiti vicino all’uscio e se lo infilò, poi uscì nel corridoio, suo padre lo stava aspettando incappucciato, mentre sua madre si calò la stoffa nera fin sugli occhi.

Draco seguì Lucius e Narcissa seguì Draco in una processione che scese fin nel sotterraneo del castello.

Una piccola folla era radunata: riconobbe sua zia Bellatrix e Rodolphus, Fenrir e altri seguaci del Lord Oscuro che invocavano una litania mentre, disposti a cerchio, preparavano la bacchetta che avrebbe trasformato il giovane figli di Lucius in un convinto servitore di Tu-Sai-Chi.

 

Quando il rito cominciò, il dolore fu terribile.

La punta della bacchetta gli stava bruciando la pelle centimetro dopo centimetro, tracciando prima la figura che era l’emblema degli schiavi di Voldemort, dopo avrebbero lanciato su di essa l’incantesimo che l’avrebbe reso il marchio oscuro.

Faceva male e avrebbe voluto sgolarsi dalle imprecazioni fino a rimanere senza voce.

Ma non gridò.

E lo fece per lei.

Perché lui non voleva essere un mangiamorte.

Perché, nonostante tutto, credeva a quello che lei aveva detto.

Perché anche in quel momento stava pensando a cosa faceva probabilmente la mora Caposcuola dei Grifoni alla Scuola di Magia e non pensava alla magia che suo padre gli stava riversando sopra come una colata di pece incandescente che bruciava, bruciava senza smettere.

Vide che i segni scuri prima indistinti cominciarono a prendere vagamente una forma sul suo braccio e la figura di un serpente, che gli ricordava tremendamente un drago (suo padre non era molto bravo nei disegni a mano libera, rifletté in quel momento poco indicato) appariva sulla sua pelle bianca.

Lucius Malfoy era particolarmente compiaciuto che il suo unico figlio non strillasse come una donnetta, neppure sua moglie l’aveva fatto quando perfino Bellatrix aveva gridato al primo contatto della bacchetta con la pelle sensibile del braccio.

 

*          *          *

 

Hermione scese nella Sala Comune del Grifondoro che era mezzanotte passata.

Aveva detto a Harry di dovergli parlare di una cosa molto importante e l’aveva pregato di attenderla fino al dodicesimo rintocco, in modo che fossero soli e orecchie indiscrete non girassero per il dormitorio.

Harry Potter era seduto davanti al camino con un avvincente libro tra le mani che narrava le gesta di un Auror molto importante, in realtà, però, si stava quasi addormentando.

Stropicciò gli occhi sollevando un poco gli occhiali e sbadigliò spalancando la bocca senza preoccuparsi di mettere una mano davanti.

Hermione ci stava mettendo più del previsto e lui stava morendo di sonno, beato Ron che non faceva altro che sonnecchiare in infermeria con i suoi libri di grandi eroi magici e si faceva coccolare dalle studentesse di Tassorosso che facevano un po’ di volontariato dalla Chips, sicuramente in quella settimana aveva preso almeno due chili da quanto lo rimpinzavano di ciambelle e krapfen…

Dei passi lenti attirarono la sua attenzione verso la scala di pietra che portava al dormitorio femminile, guardò in quella direzione e vide scendere la grifondoro con la sua amata coperta.

-          Che volevi dirmi, Herm? – domandò chiudendo il libro – se si tratta di una dichiarazione d’amore, ti dico che sono troppo stanco per trovare la cosa romantica

-          Vedi di fare un po’ meno il galletto e seguimi – fu il perentorio commento della ragazza al tentativo di ironia di lui

Harry posò il volume e la seguì per i corridoi della scuola: attraversarono il passaggio sotto Corvonero udendo distintamente il suono della musica e delle grida degli studenti che stavano, evidentemente, facendo una “festicciola” per l’inizio delle meritate vacanze natalizie; passarono tutto il secondo piano e imboccarono il corridoio laterale che portava alla Torre di Astronomia.

Senza dire una parola e tirandolo per una manica, la mora la condusse fino all’ultimo piano, dopodiché sbloccò con una magia la serratura chiusa a doppia mandata e aprì la porta che introduceva alla vecchia aula.

Harry si guardò attorno analizzando la cosa

-          E’ dal quinto anno che non veniamo più qui io, te e Ron – constatò riconoscendo il posto alla perfezione, lei annuì e lui la guardò scacciando il sonno che lo stava vincendo fino a cinque minuti prima

-          Credo che tu debba dirmi qualcosa – disse semplicemente sedendosi sui cuscini e fissandola dal basso verso l’alto, lei cadde in ginocchio sul morbido coprendosi la faccia

-          Tu lo sai, non è vero? – chiese dolcemente scrutando l’espressione seria di lui e comprese all’istante, annuì

-          Oh Harry – disse quasi singhiozzando – ho fatto una cosa terribile…

 

*          *          *

 

Il dolore si stava facendo insopportabile mentre la punta scura della bacchetta di suo padre continuava il suo pregevole capolavoro artistico, non a caso la bacchetta di Lucius era di cipresso e scaglie di Nero delle Ebridi, un drago assai conosciuto per la sua irascibilità, il pessimo carattere e la violenza dei suoi attacchi.

Ancora qualche attimo e l’immagine della mezzosangue che gli sorrideva piangendo la sera prima di partire non sarebbe servita ad annientare il dolore al cuore che gli provocava quella stregoneria che gli stavano facendo.

Già, perché il dolore al braccio era niente se paragonato a quello che provava nel petto, come se qualcuno gli stesse squarciando quel muscolo che così spesso aveva detto di non avere, era un dolore lancinante, sembrava che glielo stessero facendo a pezzi e carbonizzando, forse non sarebbe riuscito ad arrivare fino alla fine, aveva sentito di diversi seguaci di Voldemort che erano morti per quella magia…

 

Peter Minus fece irruzione della stanza sbattendo la porta con tutta la forza che il suo corpo tozzo e cicciotello gli consentiva, dirigendosi direttamente verso Bellatrix e Lucius al centro.

La percezione della voce e il momentaneo allontanamento della bacchetta aiutarono un poco Draco a riprendersi dalla distruzione che quell’incantesimo stava operando sul suo corpo.

Udì la voce un po’ confusa e balbettante di Minus che diceva che c’era una frotta di Auror in arrivo a Malfoy Manor e che, probabilmente, avevano avuto una soffiata.

Il biondo capofamiglia dei Malfoy scrutò tutti i presenti alla ricerca del traditore, analizzando le menti di ciascuno e dimenticandosi momentaneamente di suo figlio, quasi agonizzate sul pavimento di pietra ruvida.

 

Non c’era tempo di leggere nella mente di ciascuno, dovevano sbrigarsi a sparire, si sarebbe occupato della cosa più tardi.

-          C’è un incantesimo di protezione intorno alla casa – specificò all’indirizzo degli altri seguaci, uscite dal retro e smaterializzatevi alla svelta, non voglio casini, poi si rivolse a suo figlio

-          Continueremo alla prossima riunione

Detto questo, girò sui tacchi e oltrepassò la porta mentre Narcissa, dopo che tutti furono usciti, si sedette sul pavimento cercando di far riprendere conoscenza a suo figlio.

Con una magia e chiamando alcuni elfi domestici, lo riportò nella sua stanza sorreggendolo per una spalla mentre lui barcollava da una parte all’altra mettendo in pericolo l’equilibrio di entrambi.

 

*          *          *

 

-          Che cos’hai fatto?! – fu la violenta risposta di Harry mentre si alzava in piedi e guardava allibito la sua compagna di Casa che piangeva sul pavimento – come ti è saltato in mente di avvertire gli Auror che ci sarebbe stato un ritrovo di mangiamorte a Malfoy Manor?

Hermione non rispose e si affrettò ad asciugare le lacrime che minacciavano di sgorgarle dagli occhi ambrati

-          Lo so che è stata una follia – mormorò quasi inintelligibilmente

-          E come diavolo sapevi che sarebbe successo in questi giorni? – chiese lui ancora alterato

-          Me lo ha detto Malfoy

-          E da quando fai questo genere di pazzie? Da quando ti mischi negli affari di Malfoy? Devi starne alla larga! – berciò – otterrai solo guai se ti mischi con gente simile!

-          Ma lui non voleva diventare un mangiamorte! – gridò contro lei

-          Pensa per te stessa, Malfoy ha la faccia abbastanza di bronzo da pensare al suo regale fondoschiena da solo!

-          Oh Harry, non essere proprio tu a farmi la paternale quando al primo anno ti sei messo in testa di recuperare la Pietra Filosofale a dispetto di tutto, quando Silente per primo e anche Hagrid ti avevano detto di pensare ai casi tuoi! – ribattè la mora con un briciolo del suo coraggio rimasto

-          Ma se il Ministero scoprisse che sei stata tu? – domandò apprensivo Harry – ti farebbero un sacco di domande e poi quel posto è come un colabrodo, escono informazioni dappertutto, cosa accadrebbe se Lucius o Bellatrix lo venisse a sapere? Ti uccidere di sicuro!

-          Tanto vogliono già ucciderci tutti e tre, senza che io mi metta a sabotare i loro piani – rispose imbronciata lei

-          Tu devi essere impazzita… - continuò il bambino sopravvissuto portandosi le mani nei capelli – potevo tollerare che tu e Malfoy foste amici, che vi aiutaste, ma non fino a questo punto! Non posso permettere che lui metta in pericolo la tua vita!

-          Alla mia vita bado IO da SOLA! Non ho bisogno di una bambinaia che mi dica quel che è giusto e quel che devo fare, posso benissimo decidere da sola

-          Le tue azioni dimostrano il contrario

-          Beh, anche le tue! – Harry si bloccò – cosa credi, che non mi stia dando a sufficienza della stupida per quello che ho fatto? So quel che ho fatto e so che rischi corro, io volevo solo che qualcuno mi stesse vicino quando ho bisogno!

E finalmente le lacrime cristalline a lungo trattenute cominciarono a rotolare sulle sue belle guance arrossate dal freddo e dall’agitazione.

-          Mi dispiace – rispose Harry imbarazzato e più che mai amareggiato di averla fatta piangere – lo so che sei intelligente e che puoi badare a te stessa, ma devi capire che io ne ho viste di sfighe e ho sempre paura per la vita tua e di Ron, non vorrei mettervi nei guai, se fosse per me, cancellerei quel che c’è stato perché nessuno debba prendersela con voi due…

Herm arrossì e si asciugò malamente il pianto con la manica del maglioncino

-          Non importa, siamo amici, è giusto che tu mi dica quello che pensi…

Harry si sedette accanto a lei e rimasero in silenzio qualche istante.

 

*          *          *

 

Quando Draco si svegliò, era ancora notte, il cielo era scuro e la luna prossima al tramonto oltre la catena montuosa che si vedeva in lontananza, sembrava più panciuta rispetto a quando l’aveva ammirata insieme alla mezzosangue.

Sentì una sensazione strana mettendosi a sedere e avvertendo su di sé il profumo di sua madre.

Doveva averlo riportato lei in camera perché suo padre aveva lasciato il seminterrato poco dopo che Peter aveva annunciato l’arrivo degli emissari del Ministero.

Beh, se si escludeva quando era ancora in fasce, quella era stata la prima volta che sua madre l’aveva abbracciato.

 

Con cautela, ripiegò lentamente la manica bianca della camicia per vedere il simbolo che spiccava sotto di essa, scuro, bruciante e ancora doloroso.

La figura di un serpente piuttosto approssimativo era impressa sulla sua pelle indelebilmente, ma non era completa.

Mancavano ancora due cose: il teschio e la maledizione.

Guardò con odio quell’immagine e fu allora che prese la sua decisione.

Scrutò attorno a sé, prese dal fondo del comò la chiave che dava accesso alla sua stanza alla Gringott, si avvolse nel mantello nero e scese per le scale senza far rumore, suo padre di sicuro stava ancora conversando con gli Auror e sua madre o era a letto o era con lui.

Si nascose dietro una tenda quando vide passare un elfo per i corridoi percorsi dalla passiera verde e giunse finalmente al lungo ingresso al termine del quale c’era la porta di uscita da Malfoy Manor.

 

Sua madre sbucò da una delle porte laterali e si piazzo di fronte a lui, la bacchetta in pungo e l’espressione seria sul viso, anche lei avvolta in un mantello nero.

-          Draco – disse semplicemente

-          Madre, vi prego, spostatevi – rispose lui serio e determinato – non voglio ferirvi

-          Te ne stavi andando? – chiese la bionda figlia minore dei Black indagando il suo pupillo, lui non rispose – sapevo che l’avresti fatto – continuò

-          Volete impedirmelo? – domandò, lei scosse la testa

-          Non avrei voluto che tu diventassi un mangiamorte, avrei voluto che neppure Lucius lo fosse, sono felice che le cose siano andate così.

Sua madre parlava, ma lui non riusciva a capire se volesse fermarlo o se lo volesse lasciar andare

-          Io non posso lasciare questo mondo – continuò la signora Malfoy – ma tu scappa fin che sei in tempo…

-          Sono un Malfoy e i Malfoy non scappano – rispose lui

-          Sei anche un Black e i Black sono affaristi e truffatori, sanno come uscire dalle situazioni spinose – disse lei con un mezzo sorriso sulle labbra. Ricorda sempre che NON sei solo un Malfoy, ma che SEI anche un Black.

Draco annuì e si toccò la catenina al collo dove era appeso l’anello con lo stemma della famiglia di sua madre che lei aveva insistito tanto perché portasse.

La donna aprì il mantello e fu solo in quell’istante che il biondo Slytherin si accorse che c’era qualcuno con lei.

Un bambino sui cinque anni se ne stava aggrappato alla gonna di sua madre con le lacrime agli occhi e un’espressione spaesata sul visetto paffuto

-          Portalo con te e tienilo lontano dai mangiamorte – fu l’unica cosa che Narcissa disse spingendo il bimbo verso suo figlio

-          Chi è? – domandò Draco nascondendo il bambino, un po’ intimorito da lui, sotto il nero della cappa

-          Si chiama Seraphin – rispose sua madre – Seraphin Black. E adesso muoviti, ci sono dei mostri che ti attaccheranno lì fuori, fa’ attenzione.

-          E se mio padre dovesse usare la legilimanzia? – domandò preoccupato, per una volta sentendosi molto legato a sua madre, una madre diversa da quella che aveva conosciuto per tutti quegli anni.

-          I Black sono sempre stati degli ottimi occlumanti – fu la risposta che la donna gli rivolse assieme ad un ghigno made-in-malfoy, dopodiché invocò una formula e lo sospinse verso la porta.

-          Accio scopa! – disse sottovoce Draco richiamando la sua Nimbus 2001 che si avvicinò velocemente, la cavalcò e partì senza guardarsi indietro.

 

*          *          *

 

Quello che Draco e Narcissa Malfoy non sapevano era che una donna li stava spiando da dietro una delle colonne d’ingresso, accuratamente nascosta nell’ombra della notte che fissava i due personaggi nell’atrio: lo sguardo serio e i pugni stretti.

 

*          *          *

 

Non ebbe neppure il tempo di innalzarsi oltre le cime degli alberi della tenuta che qualcuno lo notò e una forma indistinta dal basso si avvicinò volando verso di lui, quasi raggiungendolo

-          Merda, un phantom – sibilò il Serpeverde quando riconobbe la figura inconsistente dei mostri che avevano venduto la loro anima, con una mano guidò la scopa verso Hogwarts, l’unico posto dove aveva pensato di rifugiarsi e dove, di sicuro Silente l’avrebbe accolto, mentre tratteneva accanto a sé anche la sagoma minuta del bambino che sua madre gli aveva affidato, con la desta, invece, sfoderò la bacchetta e cominciò a lanciare incantesimi a casaccio verso il mostro, momentaneamente dimentico della formula speciale che gli avevano insegnato a Difesa Contro le Arti Oscure e che aveva casualmente rimosso.

-          Se mai ne esco vivo – disse più a se stesso che al bimbo – devo chiedere altre ripetizioni alla Granger - e ringraziò che i duri allenamenti di quidditch lo avessero allenato a guidare la scopa anche con la mano sinistra, visto che con la destra doveva recuperare il boccino.

Il mostro si avvicinò sempre di più e a pochi metri dietro di lui scagliò un incantesimo che ridusse in sottili brandelli il mantello scuro e che gli graffiò profondamente la schiena, lacerando anche la camicia bianca.

-          Accidenti al dannato orgoglio dei Malfoy! – imprecò lanciando la scopa di lato in modo che il mostro fosse costretto ad una manovra estrema e lui potesse guadagnare tempo; se fosse fuggito e avesse lasciato il phantom vivo, allora chiunque avrebbe saputo dove era diretto, doveva ammazzarlo – accidenti, perché diamine non riesco a ricordare quelle maledette formule magiche!

Una immagine gli tornò alla memoria proprio in quel momento: un pomeriggio piovoso assieme alla mezzosangue che, un po’ seccata gli diceva

-          No Malfoy! Lo spell delay è l’incantesimo di ritardo, non serve a niente! Fai uno sforzo e ricordati qual è quello per i phantom!

Avevano cominciato a insultarsi come loro solito e mentre il vento gelido gli sferzava la faccia, rivide quella scena e abbozzò un sorrisetto

-          Merda, perché non me lo ricordo? Evocatio simulacrum!

E fece comparire altre nove figure formate d’aria per distrarre il nemico, nella speranza che questi non riuscisse a riconoscere i veri fuggitivi e Draco avesse il tempo di rimembrare la formula per distruggere quel dannatissimo mezzo zombie, di certo, il lancinante dolore al braccio e quello più recente alla schiena non aiutavano…

L’incantesimo ebbe effetto solo in parte visto che un mostro fatto d’aria non può distinguere la consistenza delle cose.

-          Finalmente! – gridò il biondo ricordando le parole per evocare la stregoneria, ci era voluto qualche minuto per rivedersi tutta la scena della loro litigata e alla fine lei aveva ceduto gridando la formula

-          Veniant spiritus glaciales obscurantes, cum obscurationem flet tempestasnivalis. Nivis tempestas Obscurans

Una tempesta di neve e oscurità avvolse dentro di sé il corpo del mostro distruggendolo in pochi attimi.

Meno male.

 

Ormai libero, anche se ancora dolorante e piuttosto malconcio, riprese il totale controllo del manico di scopa e la lanciò a tutta velocità verso la scuola di magia.

E quando le luci dei torrioni apparvero in lontananza, ringraziò, per una volta, la sua buona stella che l’aveva protetto. Il bambino che aveva con sé si era addormentato durante il tragitto che era durato quasi un’ora ed era accoccolato dentro quel che restava del suo bel mantello invernale.

Guardò distrattamente la parte centrale della scuola fino a dirigersi ad una delle torri laterali, la più alta che svettava perfino su quelle di Grifondoro e Corvonero.

Svegliò il ragazzino e atterrò su un balcone, poi scese e con un incantesimo sbloccò il gancetto che teneva chiusa la porta finestra.

Quando questa si aprì e la stanza fu invasa dal gelo dell’inverno, di fronte a lui stavano un allarmato Harry Potter con la bacchetta in mano e, accanto a lui, Hermione Granger con un’espressione molto preoccupata.

 

-          Malfoy! – furono le sbalordite parole di Potty quando il biondo oltrepassò l’intelaiatura della finestra

-          Oh mio Dio! – fu invece il commento della Granger che si alzò in piedi e gli si avvicinò con le mani premute sulla bocca

Che ci facevano la Granger e Sfregiato alla Torre di Astronomia?

Nessuno poteva entrare dalla porta se non aveva le chiavi e le chiavi le aveva solo lui.

-          Che ci fate qui?

I due tacquero mentre la mezzosangue sembrava davvero sul punto di scoppiare a piangere in maniera teatrale

-          Non dovreste essere qui e non dovrei esserci neppure io… - commentò amaro scostandosi perché lei non si accorgesse del sangue che gli colava dalla ferita sulla schiena e che lo bruciava quanto un bicchiere di firewhiskey, anche se era niente al dolore che invece percepiva provenire dal braccio.

-          Credevo che fossi a Malfoy Manor – mormorò la Caposcuola riuscendo finalmente a proferir verbo

-          Non sono affari vostri - grugnì il biondo, sentendosi però felice di essere tornato a scuola – prendetelo con voi e portatelo a dormire da qualche parte, io resto qui

E così facendo aprì di scatto il mantello e mostrò la figuretta impaurita di Seraphin Black che guardava con profondi occhi blu le altre due nuove persone.

-          Per Giove! È tuo figlio? – chiese Harry tanto per sdrammatizzare

-          Spiritoso Potty, sempre spiritoso – sibilò Malfoy con aria schifata

Il bambino guardò Harry ed Hermione e si diresse istintivamente da quest’ultima, attaccandosi alla sua maglia

-          Si chiama… - merda, e adesso perché tutto cominciava a girare? Perché scomparivano i colori e le gambe non lo reggevano più? Perché…

Udì un grido della mezzosangue mentre si lasciava andare sui cuscini della stanza, grazie al cielo era stato un atterraggio morbido…

 

*          *          *

 

Aprì lentamente gli occhi provando la sensazione di qualcosa di caldo che gli percorreva il braccio.

Quando la vista non fu più sfuocata, mise in evidenza la Granger seduta accanto a lui mentre richiudeva una cassetta bianca con la croce rossa dove sopra era scritto “Pronto soccorso”.

Non indossava la camicia e sentiva del cotone al contatto con la pelle, qualcuno doveva avergli fasciato la schiena.

Tentò di mettersi a sedere, ma un dolore terribile lo colse, costringendolo a tornare sdraiato

-          Non dovresti sforzarti – disse la Grifondoro dedicandogli tutta la sua attenzione – hai dei tagli orribili sulla schiena, li ho medicati come ho potuto, ma domani voglio che tu vada dalla Chips – Draco scosse la testa senza la forza di ribattere più energicamente

-          Ma tu devi! – continuò lei – rischi un’infezione!

-          Andrò a parlare con Silente, ma non uscirò di qui per altre stupidaggini

-          Ma sii serio – protestò lei – se ti si infettasse la ferita io non potrei curarti! – lui non rispose

-          Dov’è il bambino? – chiese invece

Hermione gli indicò una tenda tirata

-          Sta dormendo con Harry – spiegò – sembrava molto spaventato – Draco annuì – chi è? – chiese la mezzosangue

-          So solo che si chiama Seraphin Black, me l’ha affidato mia madre quando stavo scappando, non mi ha detto altro…

-          E così sei fuggito – ripeté lei

In un secondo il ricordo del Marchio Nero tornò velocemente davanti a lui e si tastò le braccia alla ricerca della camicia che lo copriva fino a poco tempo prima

-          Non preoccuparti – disse ancora lei tranquilla – l’ho già visto… - e come a sottolineare la cosa lanciò uno sguardo all’avambraccio e lo sfiorò appena con la punta dell’indice

E infatti riconobbe l’indumento bianco e sporco di sangue su una seggiola poco distante

-          Sei stato fortunato a farti fare qualche camicia prima di Natale – disse ancora la mora cercando di sorridere – ti serviranno visto che ne hai appena distrutta una… - silenzio - Chi ti ha fatto questo? – domandò ancora toccando appena una delle bende

-          C’era un phantom di guardia al portone d’ingresso – disse acido lo Slytherin e gli occhi di lei si colmarono di orrore

-          Vuoi che ti chiami Blaise o qualcun altro? – domandò ancora, premurosa, sapendo che scendere nel covo delle serpi sarebbe stata una bella impresa, lui scosse la testa

-          Non dovreste sapere neppure voi che sono qui, doveva saperlo solo Silente

-          Ma perché?

-          Perché domani mattina mio padre piomberà qui a scuola come un falco alla mia ricerca, cosa credi, che non si sia già accorto che sono scappato?

-          Ma perché qui?

-          Perché questo è l’unico posto dove posso nascondermi, dove altro potrei andare IO?

Lei annuì

-          Che ci facevate te e Potty qui? – domandò

-          Al quinto anno io e gli altri venivamo spesso qui prima che la Umbridge cominciasse con le sue stupide regole, forzare la serratura è uno scherzo

-          Per te…

-          È solo un incantesimo un po’ più complesso dell’Alohomora

-          Se lo dici tu

Altro silenzio, sembrava che la conversazione stentasse più del normale e lei sapeva che il biondo aveva bisogno di una bella notte di riposo se la mattina dopo voleva andare a parlare con il preside prima di suo padre.

In realtà, Silente non riceveva mai nessuno prima delle undici di mattina, tranne in casi eccezionali, ma ovviamente Lucius non avrebbe fatto sembrare questo un fatto eccezionale, quindi avrebbe rispettato l’orario facendo come se nulla fosse.

-          Hai bisogno di riposo – decide infine la riccia sistemandogli qualche cuscino dietro la testa

-          Smettila di fare l’infermiera e tornatene a letto assieme a Potty

-          E invece io rimango qui e anche Harry! – protestò vigorosamente la ragazza continuando a predisporre teli e la sua coperta col koala.

-          Vattene immediatamente a letto! – berciò la serpe facendo appello a quel poco di forze che aveva ritrovato

-          Neppure per sogno! Sei ferito e serve qualcuno che ti tenga d’occhio

-          Ti ho detto di andartene, non ho bisogno di una balia!

-          Decido io cosa fare di me stessa! – s’infervorò ancora la ragazza alzando un poco il tono di voce

-          Qui non ti ci voglio!

-          La scuola è un luogo pubblico, sto dove mi pare!

-          Vattene, meno hai a che fare con me, adesso, meglio è

-          Pff, stupidaggini – sibilò lei scocciata

-          Hai la stessa mania di Sfregiato di farti ammazzare prima dei vent’anni!

-          Sia quel che sia, io rimango qui!

-          Beh, se vuoi farti ammazzare sono fatti tuoi, non aspettarti che ti ringrazi per questo, però…!

-          Non mi aspetto niente da te, Malfoy! – continuò imperterrita lei – e comunque so badare a me stessa molto più di te

Il principe delle serpi aprì la bocca per dire qualcosa e la richiuse borbottando della testardaggine dei mezzosangue e delle loro pessime manie di autodistruzione.

-          Adesso stenditi e pensa a dormire – lo incalzò lei perentoria dopo aver ottenuto la sua vittoria

-          Smettila di trattarmi come un moccioso!

-          Dormi!

-          No!

-          Sentite un po’ voi due, ma la finite di fare questo baccano infermale? C’è gente qui che vorrebbe riposare! – questo era Harry, svegliato da tutto quel rumore

-          E anche tu, Potty, tornatene al tuo Grifondoro!

-          Non prendo certo ordini da una serpe come te… - ripose il moro con un accenno di sorriso, Draco sbuffò: aveva progettato di passare in quella Torre solo una notte e la mattina seguente sarebbe andato da Silente, nessuno si sarebbe accorto di niente e non avrebbe coinvolto nessuno e adesso si ritrovava lì con una specie di ipotetico Black che sonnecchiava, Potter che si lamentava del casino e la mezzosangue in rotta per diventare la copia speculare della McGrannit. Perché accidenti tutto non poteva andare liscio?

Anche se contro la sua volontà, si sdraiò sul pavimento mentre la Granger continuava a fargli segno di riposarsi, si accoccolò sulle coperte, spostò il braccio e un dolore terribile lo colse nuovamente, maledetto phantom!

Si sistemò un po’ meglio e chiuse gli occhi tentando di annullare tutto quello che lo circondava e di poter finalmente riposare in pace.

Beh, sembrava davvero che tutti ce l’avessero con lui, bello, si era messo a dormire e adesso aveva le narici piene del delicato profumo di borotalco della mezzosangue. Non andava mica bene! Come si fa ad addormentarsi in quel modo?

Storse la bocca sottile imprecando silenziosamente contro i casi avversi della vita e fu allora che sentì una mano calda e tranquilla scorrergli tra i capelli cercando di farlo rilassare.

Domandare chi fosse era prettamente inutile.

Anche perché lo stava facendo.

Eppure era come se riuscisse a leggere della tenerezza in quel gesto che non vedeva, come se avesse il potere di placare i suoi dubbi, di quietare le sue paure e donargli un sonno tranquillo.

Non parlò.

Aveva paura che quell’attimo di tranquillità cessasse, che lei se ne andasse, anche se era il primo a pensare che quella sarebbe stata la cosa giusta da fare.

Era egoista. Egoista e confuso perché voleva mandarla via perché non fosse coinvolta e allo stesso tempo desiderava che rimanesse lì con lui a coccolarlo.

Quando mai un’altra ragazza l’aveva fatto?

Non lo rammentava: Pansy di sicuro no perché se ne andava dalla sua camera non appena aveva terminato la loro dose giornaliera di attività fisica. Tutte le altre neppure perché in genere non dava loro il tempo di perdersi in certe fantasie e in certe gentilezze. E anche quando avevano terminato, il più delle volte le metteva alla porta che si stavano ancora rivestendo, singhiozzanti, inconsolabili.

Le loro lacrime non erano come quelle che la Granger aveva versato per Weasley.

E neppure come quelle che le erano rotolate a tradimento sulle guance la sera prima di partire.

C’era qualcosa di diverso e indecifrabile nel rapporto speciale che lui e la mezzosangue avevano instaurato.

Lui e la Regina dei Gryffindor che era anche un po’ sua.

 

Cinque minuti dopo, il biondastro stava dormendo tranquillamente tra i cuscini della ex aula di Astronomia, la bocca leggermente aperta, il respiro regolare, i capelli sparpagliati e il braccio ripiegato sul petto che seguiva all’alzarsi e l’abbassarsi del torace.

Hermione gli sorrise dolcemente, continuando ad accarezzargli la fronte come ad un bambino.

Povero Malfoy, per una volta era davvero una vittima… vittima della smania altrui e delle idee sbagliate, delle convenzioni e delle tradizioni: quanto marciume doveva esserci nel mondo dei Purosangue, i loro sangue millenario che scorreva nelle loro vene doveva ormai essere putrefatto…

Alla fine, lui aveva dimostrato di essere diverso ed era fuggito da tutto quello.

Non avrebbe mai creduto di vedere il giorno in cui un Malfoy (e Draco Malfoy in particolare) sarebbe fuggito da qualcosa, ma si era sbagliata.

E quella fuga non era un sintomo di debolezza, quelle ferite che portava che molti avrebbero etichettato come “spregevole” era invece un simbolo di coraggio, un segno che faceva onore perché lui non aveva ceduto, aveva lottato per quello in cui credeva ed era stato coerente con ciò che pensava, anche se non lo ammetteva.

C’era davvero da aver paura nei tempi che correvano.

Ma come si diceva nel film babbano di Mary Poppins, “con un poco di zucchero la pillola va giù!” e la vita era proprio uguale, era amara e terribile, ma bastava poco per riuscire a superare tutto questo, bastava poco per avere finalmente qualcosa di bello.

Sospirò sconsolata, ma chi glielo faceva fare di preoccuparsi così tanto per uno come Malfoy?

Beh, la risposta non la conosceva… e allora che continuasse.

 

*          *          *

 

Molti metri più in basso, precisamente all’ingresso principale della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, una donna guardò il pesante portone chiuso che indicava l’accesso.

Qualche torre mostrava riflessi di luce delle fiaccole e delle candele, mentre il vento piegava le cime degli alberi millenari che circondavano la scuola e delimitavano la Foresta Proibita.

Il lago era increspato e in parte ghiacciato, mentre la neve copriva la maggior parte del paesaggio.

Che strano posto.

Fece qualche passo e si avvicinò al batacchio della porta per batterlo tre volte contro il legno. Quella era la meta che aveva bramato di raggiungere: finalmente era arrivata.

 

*          *          *

 

Every night in my dreams
I see you, I feel you,
That is how I know you go on

Far across the distance
And spaces between us
You have come to show you go on

Near, far, wherever you are
I believe that the heart does go on
Once more you open the door
And you're here in my heart
And my heart will go on and on

Love can touch us one time
And last for a lifetime
And never let go till we're one

Love was when I loved you
One true time I hold to
In my life we'll always go on

Near, far, wherever you are
I believe that the heart does go on
Once more you open the door
And you're here in my heart
And my heart will go on and on

There is some love that will not go away

You're here, there's nothing I fear,
And I know that my heart will go on
We'll stay forever this way
You are safe in my heart
And my heart will go on and on

 

*          *          *

 

Spazio Autrice: eccomi!

Finalmente ho aggiornato per questo capito che, tra tutti, è senza dubbio uno di quelli che preferisco, anche se, come ho detto all’inizio, ero molto combattuta, il progetto originario, infatti, prevedeva che Draco diventasse un vero mangiamorte, solo che poi ho avuto pietà di lui (e di voi) e non l’ho fatto, sennò sapete che piste si faceva quello con la storia dei mangiamorte? Mica voglio trasformare la mia Hermione in una specie di Fromm !

Confessor di essere molto curiosa delle varie opinioni che avete su questo dodicesimo capitolo.

Se dovessi seguire la numerologia, come ho fatto per il precedente (e sto cominciando seriamente a credere che i numeri di questa storia non siamo un caso), il 12 rappresenta l’Uomo + l’Amore, quindi la persona innamorata o qualcosa di analogo e mi sembra che come numero ci stia benino…

Vabbè, le mie divagazioni sono coerenti quanto le risposte che posso dare ad una eventuale interrogazione di mate, quindi perdonerete la mia mente che vive su un altro pianeta immaginario dove passerei il mio tempo a scrivere, piuttosto che in questo mondo dove, sigh, devo studiare (me tapina).

Al prossimo post allora!

Un bacio a tutti quelli che stanno leggendo e seguendo questa fic, grazie mille per tutte le visite che mi avete fatto e per le recensioni che mi avete lasciato, siete fantastici!

 

luana1985: sono felice che la scelta del titolo (che occupa quasi più tempo dell’intera scrittura del cap perché secondo me il titolo è molto significativo) ti sia sembrata azzeccata, è bello sapere che non ho perso un pomeriggio invano… ç_ç

ehehe, anche io a volte quando studio mi faccio un giretto, così posso controllare tutto quello che m’interessa… ovviamente sono anche oltremodo felice che sia riuscita ad emozionarti, tra un po’ sono qui che mi emoziono pure io con il tuo commentvabbè, spero che questo cappy un po’ più rude del precedente ti sia piaciuto ugualmente, aspetto di sapere che cosa ti è sembrato, ciao e un bacio! Nyssa

 

Particular_Girl: già, evidentemente ho sfatato il mito della Umbridge-buona-a-nulla-tranne-che-a-rompere-le-scatole, un po’ quasi me ne dispiace perché in verità è il luogo comune che ho io di lei (la sua immagine invece richiama inevitabilmente la mia maestra delle elementari… >_>).

Sono molto felice che il passaggio lento del capito da svagato a un po’ più impegnato, anche se non troppo, ti sia piaciuto e anche la scena sulla Torre che è forse quella che fin’ora piace di più anche a me…

Spero che anche questo capito ti sia piaciuto nonostante sia un po’ anomalo rispetto ai precedenti e spero che mi dirai cosa te ne è sembrato… aspetto quindi, ciao! Nyssa

 

potterina88: me quasi in lacrime per quello che mi hai detto, sono commossa, non sai quanto mi ha fatto piacere leggere la tua frase “sei riuscita a far trasparire i sentimenti purissimi di entrambi”, mi emoziono! Grazie, grazie mille davvero!

Spero invece che in questo tormentato capitolo legato principalmente a Draco si veda tutta la sua battaglia interiore, per una volta non disputata per decidere cosa fare con la Granger…

Ciao e ancora grazie mille! Kiss, Nyssa

 

AuraD: “Propongo la fondazione del club "Aboliamo Lucius Malfoy dalla vita del figlio!" sono la prima iscritta! Lucius Malfoy è in assoluto il personaggio che detesto più di tutti, non mi va proprio giù, maledetto lui, è un padre degenere, un marito smidollato e fondamentalmente un idiota, oltre ad una serie di epiteti che forse è meglio non riportare per via della censura…

Sono contenta che il cappy ti sia piaciuto e che abbia lasciato uno strascico di malinconia, effettivamente voleva proprio essere così… mi auguro che ti piaccia anche questo, ciao e un bacio! Nyssa

 

Shavanna: sono contenta che il cappy ti sia piaciuto e grazie per tutte le belle parole che mi ha scritto, grazie mille davvero… sono felice che tu mi dica di essere in grado di riportare la loro confusione, essendo io piuttosto confusionaria (e confusa, soprattutto) ho sempre paura di gettare in questo baratro anche chi legge…

Spero che il capitolo 12 ti piaccia e che mi lascerai un commento, ciao! Nyssa

 

piperina:  effettivamente penso che Draco sia dal punto di vista affettivo un personaggio molto solo e credo che sia questo che acutizza il suo brutto carattere, forse un po’ per difendersi…

Per quanto riguarda Lucius, lo detesto cordialmente, fosse per me sarebbe già giù da una rupe, sfortunatamente non posso distruggerlo così facilmente, ma di sicuro gli farò passare qualche bel momentino perché mi sta troppo qui…

Effettivamente per la scena della torre mi sono ispirata un po’ ai miei sogni romantici, ma sfortunatamente nel mondo umano non abbiamo torri di astronomia e gente simile a Malfoy, quindi devo accontentarmi di qualcos’altro…

Vabbò, spero che commenterai anche il mio cap 12 e mi auguro che ti piaccia quanto il precedente, aspetto di sapere cosa ne pensi! Un bacio Nyssa

 

LaTerrestreCrazyForVegeta: mi fa piacere che la scelta della canzone sia stata azzeccata, personalmente quando l’ho sentita per la prima volta ho subito pensato che fosse l’ideale per questo capitolo, così ho fatto la mia follia quotidiana e ce l’ho messa… sono anche felice che questo sia il tuo cappy preferito, personalmente per il momento è lo stesso anche per me. La tua curiosità su Draco e i mangiamorte, invece, credo che sia stata sufficientemente esaurita in questo capitolo, anche se, come ho detto alla fine della storia, originariamente lui doveva diventarlo per davvero, vabbè, sono confusa ma non ancora pentita.

Spero che ti piaccia anche il mio nuovo capito e che mi lascerai un commento! Ciao e a presto! Nyssa

 

ninny: mi fa piacere che il capito ti sia piaciuto, spero che continuerai a leggere la mia fanfic e che ti piacciano anche questo e i prossimi! Dimmi cosa ne pensi, ciao! Nyssa

 

MartyViper: eccomi, effettivamente capita anche a me ogni tanto di non poter andare su internet o di non avere tempo, so perfettamente… per i cappy, invece, devo ringraziarti di tutte le belle cose che hai detto e sono felice che tu sia curiosa per quello che accadrà. I misteri s’infittiscono eccome, forse un tantino e Draco mangiamorte devo ancora decidere se vederlo oppure no, chissà… per Blaise, invece, ehehe, vedremo cosa ne farò di lui, ma sono sicuro che farà la sua parte perché per me è un personaggio molto importante, anche se il suo contributo lo dà sempre in maniera del tutto personale, ma forse è questo che lo rende speciale ^^

Spero che i nuovi sviluppi di questo capitolo di piacciano e mi auguro che recensirai ancora la mia storia! Aspetto di sapere cosa ne pensi, ciao e un bacio! Nyssa

 

 

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nyssa