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Autore: brunettes    30/03/2013    2 recensioni
14 Giugno 2008
-Avanti muovi quelle gambe pappamolle!- urlò la quattordicenne.
-Ora ti prendo!- fu la risposta dell’amico, che accelerò il passo e si buttò addosso alla sua migliore amica rotolando sul prato insieme a lei.
Si stesero ridendo e riprendendo il fiato per la corsa, guardando il cielo.
-Harry cosa fai se io scappo?- chiese improvvisamente la bionda. Il riccio si girò a guardarla e le rispose –ti rincorro finché non ti prendo-
-Promesso?- chiese la ragazzina
-Promesso- rispose sicuro Harry.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo due.
 
 
-Eccomi con il gelato!- urlò Marysol alle amiche comodamente sedute sul divano del grande salotto di casa Garcia. Cassie cacciò un urlo mentre si catapultava dalla bionda, strappandole letteralmente il gelato alla nocciola dalle mani.
Si erano riunite tutte dopo la sconvolgente sconfitta di Cassie alla partita di pallavolo. Erano rimasti tutti scioccati, Cassie aveva giocato a pallavolo per cinque anni e si era sempre distinta tra tutti per la sua bravura; certo anche Harry era molto bravo, difatti aveva tenuto testa alla bionda durante tutta la partita, che proprio alla fine non era riuscita a prendere la palla, aggiudicando così la vittoria dell’altra squadra.* Dopo quell’evento le amiche sapevano che Cassie aveva bisogno di supporto morale e una confezione di gelato alla nocciola, il suo preferito. Marysol porse alle altre i cucchiai per mangiare il gelato.
-Come farò ad andare a scuola domani?- mormorò Cassie infilando in bocca il gelato. –già mi torturavano prima, figurati adesso!-
-Dai, non è tanto grave, basta ignorarli- tentò di consolarla Liv.
-Magari bastasse ignorarli- bofonchiò la bionda.
-Mi prenderanno in giro a vita- disse sprofondando la faccia nel cuscino del divano. Le altre non dissero più niente, sapevano che Cassie aveva ragione, ma non potevano di certo dirglielo!
-Prima o poi la smetteranno con questo comportamento infantile vedrai- disse Rebecca, che non aveva aperto bocca fino a quel momento.
Cassie sospirò, alzandosi –spero che quel momento arrivi presto. Io torno a casa, a domani- salutò le amiche e uscì di casa. Entrò nell’auto e infilò le chiavi nel blocchetto dell’auto* mettendo in moto. Si concesse un respiro profondo prima di partire e andare verso casa.
 
 
 
-…E quindi gli ho detto: sono un avvocato non un taxista!- concluse Dave ridendo, seguito dalla moglie e dal figlio. Cassie non aveva aperto bocca da quando era tornata a casa, era troppo nervosa per quello che era successo in palestra la mattina.
-Tutto bene tesoro?- le chiese dolcemente la madre accarezzandole la schiena.
Cassie alzò lo sguardo dal piatto per guardare la donna negli occhi e forzando un sorriso le rispose –si mamma tutto bene, sono solo stanca- 
La donna la osservò per un attimo poi parlò –va di sopra tesoro, tra poco ti raggiungo così parliamo un po’- Cassie annui dando un bacio alla madre sulla guancia, poi si trascinò fino alla sua stanza; chiuse la porta e si liberò dei suoi vestiti, indossò l’accappatoio mentre riempiva la vasca con l’acqua calda. Quando fu abbastanza piena, ci si immerse dentro sospirando pesantemente. Dire che era esausta era un eufemismo; tutta quella situazione la stressava, voleva solo essere lasciata in pace, non stava chiedendo la luna. Per quanto si sforzasse non riusciva proprio a capire cosa ci trovassero di tanto divertente nel prenderla in giro.
Si immerse completamente nella vasca, liberando la mente da ogni pensiero; restò in apnea finché non le mancò il fiato, poi risalì e uscì dalla vasca, indossando della biancheria pulita e il pigiama. Strizzò i capelli in un asciugamano per togliere l’acqua in eccesso, poi prese la spazzola e si sedette sulla sedia avanti al petineuse*. In quel momento qualcuno bussò alla porta della stanza –avanti- disse. La madre entrò e si avvicinò a lei, guardandola dallo specchio, poi prese la spazzola e le pettinò i lunghi capelli biondi, come quando era piccola.
-Allora tesoro, cosa c’è che non va?- iniziò la donna. Era alta e snella, aveva dei grandi e rassicuranti occhi azzurri, aveva la pelle chiara tipica degli inglesi, il viso invece, era contornato da lunghi e ricci capelli biondi. Lei e la figlia erano due gocce d’acqua; tutti le dicevano quanto le due si assomigliassero e lei sorrideva sempre contenta. Amava sua figlia più di qualunque altra cosa al mondo.
-Niente di che, è stata solo una brutta giornata tutto qui.- mormorò Cassie.
-Per caso- continuò Claire incerta –Harry centra qualcosa?-
La diciottenne sobbalzò appena. La madre non le aveva mai fatto domande su Harry, poiché la figlia le disse esplicitamente di ‘non fare mai domande’. Lei fece come le era stato detto, sapeva quanto la figlia stesse soffrendo e l’ultima cosa che voleva era essere invadente e causarle altro dolore. Ma le cose erano cambiate, la figlia soffriva ogni giorno sempre di più, e per quanto cercasse di negarlo le si leggeva in faccia.
Cassie tentennò un attimo prima di rispondere –mamma, non mi va di parlare di lui- disse abbassando il capo. Claire smise di pettinarle i capelli e si sedette sul letto.
-Cos’è successo quel giorno? Perché all’improvviso avete iniziato a odiarvi?-
La bionda abbassò ancora la testa guardando il pavimento. Chiuse gli occhi e le immagini di loro da piccoli che giocavano nella casa sull’albero di lui, le si parò davanti. Aprì gli occhi di scatto cercando con tutte le forze di cacciare indietro le lacrime. Fece un respiro profondo e poi parlò –niente mamma, non è successo niente-. E per quanto si fosse sforzata, nessuno in quella stanza le credette, soprattutto lei.
 
 
Puntuale come sempre, la sveglia suonò svegliando Cassie. Aprì gli occhi e si concesse un attimo prima di alzarsi. Prese i vestiti che le servivano e si preparò. Quando fu pronta scese al piano di sotto entrando in cucina. Venne letteralmente stregata dall’odore di pancake riposti sul bancone della cucina. Ci si avventò letteralmente sopra, prendendone due o tre cospargendoli di sciroppo d’acero.
-Dave amo i tuoi pancake- disse con la bocca piena. Il patrigno le sorrise porgendole un bicchiere di succo d’arancia che lei bevve tutto d’un sorso. Suo fratello Patrick fece la sua comparsa in cucina ricordando alla sorellastra quanto fosse tardi. Quasi si strozzo quando vide che mancavano dieci minuti al suono della campanella. Si alzò velocemente salutando i genitori con un bacio sulla guancia per poi correre nella macchina del fratellastro che subito mise in moto dirigendosi verso la scuola.
Appena arrivarono all’edificio parcheggiarono; Patrick le strinse la mano per infonderle coraggio, poi le sorrise dicendo –Ci sono io.-
Cassie si portò una ciocca di capelli ricci dietro le orecchie, sussurrando un –lo so, ti voglio bene.- abbracciò il fratello e insieme camminarono verso l’entrata.
‘posso farcela’continuava a ripetersi la ragazza.
 
 
 
 

Ciao pelle pimpe c:
ecco il nuovo chapter, non so dire se mi piace o no sinceramente, quindi lascio a voi questo compito uu per favore recensite fatemi sapere se la storia vi sta piacendo, se fa cagare gli stitici (ahhh la finezza c’:), se vi piace e vi fa cagare contemporaneamente(?) qualsiasi cosa, ma recensite c:
soo, ho detto tutto, quindi ciao c:
un bacione a tutte e buona Pasqua in anticipo, alla prossima.
Ale.

PS: su twitter sono: loserbjtch se volete seguitemi ricambio c:

  
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