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Autore: gemellina    18/10/2007    8 recensioni
Il Ministero secondo Hermione Jane Granger, era il posto in cui era racchiusa tutta la noia esistente sul pianeta Terra. Era impossibile, che da tre anni a quella parte non succedesse niente di entusiasmante.
Genere: Romantico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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arte

Ora vi racconto una storia che
Farete fatica a credere
Perché parla di una principessa
E di un cavaliere che
In sella al suo cavallo bianco
Entrò nel bosco
Alla ricerca di un sentimento
Che tutti chiamavano amore

 

I giorni erano trascorsi inesorabili, veloci, non avevano neppure avuto il tempo di rendersene conto.

Stavano insieme. Erano una coppia. Lui e Lei.

Assurdo.

Imprevedibile ciò che riserva la vita.

Era accaduto troppo velocemente, ma era quella la cosa più bella. La cosa più dolce. La luce dopo quegli anni vissuti nel terrore, nell’angoscia, nelle tenebre di un cuore che aveva cessato di battere, che viveva nell’assoluta convinzione che non sarebbe più tornato a battere per niente. Per nessuno.

E adesso lei rideva felice tra le sue braccia con indosso solo un  suo maglione che le inondava le narici di quell’odore forte e dolce allo stesso tempo che le faceva palpitare il cuore incontrollatamente.

Cullata da lui. Cullata dalla sua nuova vita.

 

“Adesso devo andare…”, disse Draco alzandosi dal divano dove stavano coccolandosi.

Hermione emise un piccolo mugolio che lo fece sorridere, non voleva che andasse via, nonostante sapesse di doversi recare al lavoro. Non voleva lasciarlo andare, e sapeva perfettamente che neanche lui avrebbe voluto staccarsi da lei.

“E’ necessario?”, chiese con vocina flebile, mentre quegli occhioni color nocciola lo guardavano come solo lei sapeva fare.

Si chinò. Si chinò e catturò famelico quelle labbra in un bacio.

Di certo quel bacio non stava semplificando le cose.

“Credo di sì…”, sussurrò tra le sue labbra.

Hermione lo attirò a sé, si baciarono ancora e ancora.

Per niente sazi l’uno dell'’altra.

Peccatori forse di ingordigia?

Probabilmente, niente lussuria tra di loro. Quella voglia che avevano l’uno dell'’altra andava oltre. Oltre quella dimensione destinata agli innamorati.

La loro dimensione. La loro isola. Il loro appiglio. Il loro trovarsi.

“Posso tenerlo?”, lui sorrise a quella richiesta, “Il tuo profumo è come una droga…”, si strinse di più a lui e lui l’accolse in un caldo abbraccio. Non avrebbe voluto più lasciarla. Sentiva qualcosa dentro sé, qualcosa mai provata prima, era felice.

“Sei fortunata che abbia anche una maglietta…”

“Già”

Non voleva di certo che tutti ammirassero il torace scolpito dell’uomo che amava. Anche se stavano insieme da pochi giorni era gelosa, di una gelosia sana, di quelle che non opprimono che fanno solo sapere che per lui tu ci sarai sempre e che detieni un posto speciale nel cuore e nella mente.

 

Vorrei essere il raggio di sole che
Ogni giorno ti viene a svegliare per
Farti respirare e farti vivere di me
Vorrei essere la prima stella che
Ogni sera vedi brillare perché
Così i tuoi occhi sanno
Che ti guardo
E che sono sempre con te

 

Nessuno dei due avrebbe pensato di avere un così disperato bisogno l’uno dell'’altra.

Era forse innaturale. Andava contro le forze celesti. Era un unione benedetta da qualcosa di oscuro. Una sorte di demone.

Semplici congetture che non interessavano. Stavano insieme. Amore

Fiducia

Rispetto

Nati per caso, assopiti negli animi e risvegliati bruscamente.

 

“Vai da Blaise?”

“Sì, è da un po’ che non lo vedo e poi vorrei far sapere a mia madre che non sono morto…”

Sorrise.

“Effettivamente è da ben quattro giorni che non vediamo la luce del sole…”, disse Hermione guardando fuori dalla finestra e notando un sole accecante alto nel cielo.

“Ci vediamo dopo, ok? Adesso devo proprio andare…”, la baciò teneramente e si smaterializzò a Zabini Manor luogo di dimensioni spropositate in cui solo una stanza era abitata.

 

                                                       ***

 

 

Blaise Zabini aveva la brutta abitudine di dimenticarsi dello scorrere del tempo.

Nessun orologio nel suo studio e una grande tenda ad oscurare la grande vetrata per evitare che si rendesse conto dello scivolare perpetuo di quella maledizione chiamata volgarmente: tempo.

 

L’arte era arte. Non aveva tempo.

Una pennellata a quel ritratto, un sogno.

Stava cercando di dipingere un sogno, di riprodurre fedelmente ciò che il suo inconscio aveva prodotto durante quelle ore in cui le sue membra si lasciavano cullare dalla braccia di Morfeo.

 

“Blaise!”

Il ragazzo si voltò, e alla vista del suo migliore amico, con un colpo di bacchetta fece sparire il suo operato.

“Non credevo di farti questo effetto!”, disse accigliato seguendo con lo sguardo l’amico che posava la bacchetta.

“Draco, sai che sono scaramantico, no?”

“No, credo di averlo rimosso… o forse da adolescente non credevi a quelle fandonie!”, ammise tristemente giocherellando con un tagliacarte in argento.

“Sono passati tre anni, Draco”

“Già”

Sospirò pesantemente, mentre l’odore dei colori acrilici gli solleticava le narici.

“Cosa dipingevi?”

Blaise lo seguì con lo sguardo, “Un sogno”

Draco fece spallucce e scostando la tenda si perse nella bellezza dell'’orizzonte e della sua immensità.

“Voglio sposarla”

 

Solo il rumore di un pennello che cadeva sul freddo pavimento riempì la fredda stanza se non tutto il Maniero.

 

 

Non cambiare mai quando l’amore ha trovato la sua dimora. Properzio

 

 

 

 

 

Ma c’è davvero qualcuno che la legge sta ff?

Ho i miei dubbi!

Comunque, siccome mi sentivo ispirata, anche se sostengo comunque che non sia per niente ok come capitolo,

ringrazio coloro che hanno recensito lo scorso capitolo, sperando di non aver scritto un disastro completo.

 

Kisses

 

  
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