Di dispetti e coppie

Stavano fuori casa, in quel momento, a prendere un po’ di quel sole che da giorni faticava ad uscire.
Erano Karin, Suigetsu e Juugo; Sasuke dormiva, come quasi ogni pomeriggio in cui non facevano nulla.
Suigetsu stava stirato scompostamente sull’erba, con le mani sotto la nuca, e si era guadagnato un modesto numero di occhiatacce da Karin; Juugo era seduto a gambe incrociate, con gli occhi chiusi come se meditasse.
Karin, invece, si trovava seduta su uno steccato improvvisato che minacciava di cadere da un momento all’altro. Aveva gli occhi rivolti al cielo, in quel momento, e sembrava contemplasse quell’unica nuvola che viaggiava solitaria.
Era immersa nei suoi pensieri, quando all’improvviso sentì uno strano rumore non ben identificato: abbassando lo sguardo, poté notare che era quello svergognato di Suigetsu, che si era addormentato e che adesso stava in una posizione imbarazzante: gambe divaricate e con le braccia che sembrava segnassero le tre nell’orologio.
Senza fare rumore, scese da dov’era seduta e prese un sasso né tanto grande né tanto piccolo e se lo rigirò tra le mani; si risedette sullo steccato con solo un intento: fare svegliare Suigetsu, tanto per divertimento.
Lui lo faceva spesso, qualche volta pure nel cuore della notte, pur di darle fastidio. E lei voleva ricambiare in modo equo.
Guardò attentamente quel sasso, poi alternò un paio di volte lo sguardo tra esso e il ragazzo, che russava più di prima.
Prese accuratamente la mira e lo lanciò, chiudendo gli occhi subito dopo e aspettandosi non poche urla. Infatti, dopo qualche istante, un urlo si diffuse intorno a loro.
Juugo, che pareva essersi assopito sul serio, aprì gli occhi per accertarsi che non fosse successo nulla di grave; appurato questo, decise comunque di starsene buono buono a guardare la sfuriata dei due.
«Brutt... Come ti sei permessa?» fu la prima cosa che riuscì a dire il poveretto dopo aver preso fiato.
Aveva già intuito chi fosse stato e quel sasso poteva associarsi ad un solo nome: Karin.
Lei stava tranquillamente seduta al suo posto con le gambe accavallate e lo sguardo innocente, come se non sapeva cosa fosse successo.
«A fare cosa?» nel frattempo ghignava, quasi soddisfatta. Non del tutto, perché lui aveva fatto di peggio e la doveva pagare.
«Co... Senti! Non ho voglia di discutere oggi, quindi falla finita!» era la prima volta che Karin lo vedeva arrossire così tanto.
Mentre c’era, ne poteva approfittare.
«Scemo!» l’unica cosa che le era venuta in mente: si sentiva poco originale in quel momento.
«Ti ignoro!» sentenziò il ragazzo, per poi buttarsi letteralmente a terra, girarsi di fianco e chiudere nuovamente gli occhi per dormire.
Juugo, che fino ad allora aveva solamente guardato, prese la parola.
«Sareste una bella coppietta, sapete?»
Entrambi arrossirono, senza darlo a vedere; Karin borbottò qualcosa come un “vai a quel paese” e Suigetsu si rannicchiò di più, per nascondere il viso.
Ma quale coppia e coppia, loro si odiavano come nessuno... Sì!

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Torno con una flash di 490 parole... Con una flash a dir poco senza senso, direi.
L'idea di partenza era un'altra, ma scrivendo si è sviluppata in modo diverso D:
Credo che sarà per il prossimo capitolo; scriverò ciò che mi ero prefissata ù.ù
Spero che l'abbiate gradita, comunque ^_^
Alla prossima!