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Autore: LuLu96    31/03/2013    1 recensioni
"Non sono forte come i lupi o il Kanima, non sono veloce come loro, non ho i sensi sviluppati come i loro, non so maneggiare archi, balestre o armi varie come i cacciatori. Sono un'impiccio, ecco tutto. Ma ormai ci sono dentro, e la cosa non mi dispiace affatto, questa è la cosa che mi preoccupa. Dovrei correre per le strade urlando, cercando una via di fuga da tutta questa storia, invece di sentirmi come se io fossi il mostro, quello anormale, invece che loro." (Dal primo capitolo)
"Quell'uomo mi metteva in soggezione. Tutto in lui ispirava paura e rispetto. Era senza dubbio bellissimo: quegli occhi stupendi erano capaci di gelare e bruciare al contempo, potevano sciogliere come potevano far rabbrividire. Mi strinsi nell'abbraccio di Zac, in cerca di un po' di protezione. Non ero abituata a sentirmi in quel modo." (Dal quinto capitolo)
Stiles è in crisi, non sa chi è, cosa vuole, se è di aiuto o di impiccio per i suoi amici, cosa fare della sua vita. La sua vita, però, sta per cambiare.
C'è un nuovo arrivo a Beacon che sconvolgerà gli eventi.
E' la mia primissima fic, spero vi piaccia!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Pov Jolene/

Stavo impazzendo. Il mio corpo era in fiamme, la mia mente priva di ragione, i pensieri senza un filo razionale, non esisteva niente che non fosse Peter, il suo corpo sotto le mie mani, le sue mani sul mio corpo. Quelle mani! Quanto le avevo aspettate? Da quella prima volta nel bosco le avevo sognate tante, troppe notti. E ora eccole. Calde, ruvide, delicate, tremendamente affamate. E le sue labbra! In quel momento avevano una forza nuova, una nuova bramosia che le spronava a volere ancora di più il contatto con le mie. Le sentivo come fuochi sulla mia pelle, incandescenti mi facevano tremare di piacere. Lo aiutai a sfilarmi il reggiseno dalla maglietta. Le mie mani tornarono a esplorare il suo corpo perfetto, mentre le sue scesero sui miei fianchi e mi strinsero a lui. La sua pelle aveva un profumo inebriante, mi mandava fuori di testa più di quanto già non fossi. Con le dita seguii la linea del suo petto, e poi giù seguendo gli addominali scolpiti. Per essere uno tornato dalla morte non era messo poi tanto male. Lasciai le sue labbra e posai le mie sul suo collo. Scesi fino sul petto, sull'addome, posando sulla sua pelle leggeri baci e sfiorandola con la punta della lingua ogni tanto. Arrivai fino ai jeans, indugiando con le dita sulla pelle sensibile e solleticandola appena. Gemette e mi spinse sul divano, stendendosi sopra di me. Lo guardai negli occhi e risi piano della luce folle che li bruciava, sicura che lo stesso bagliore fosse riflesso nei miei. Mi baciò riprendendo possesso del mio seno. Diavolo, era...dire estasiante era un eufemismo. Questa volta fu lui a scendere con le labbra sul mio collo. Senza davvero toccarmi scese con il viso lungo il corpo fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni. Col naso spinse il lembo della maglia scoprendo la pelle. Teneva gli occhi chiusi. Lasciò dei piccoli baci sulla mia pelle, inumidificandoli con la punta della lingua, come prima anche io avevo fatto. Continuò a risalire sul mio corpo sfiorandomi con il naso e le labbra. Dio, ero in paradiso! Se davvero esisteva una vita oltre la morte, speravo fosse così, con lui.
"Stanno arrivando Derek e Stiles" disse in un sussurro sulla pelle appena sopra il mio ombelico. Portai le mani ai suoi capelli, stringendolo a me.
"Andiamo di sopra" sussurrai a fatica. Sapevo che l'idea non lo entusiasmava, avere suo nipote e Stiles in giro per casa mentre... In quel momento, non era una cosa piacevole, certo. Nonostante questo continuò imperterrito continuando a risalire il mio corpo, lentamente. Sapevamo che dovevamo fermarci, ma nessuno dei due ne aveva la benché minima voglia, o ne era in grado. Li sentivo avvicinarsi. Ma cosa ci faceva Stiles qui con Derek a quest'ora della notte? Dovevano essere le due passate.
Peter continuava a sfiorarmi la pelle con le labbra, arrivando fino sotto al seno, nudo sotto la maglia. Gli strinsi di più i capelli. In quel momento la porta si aprì e sia io che lui ci alzammo di scatto.
Merda!
La scena che si presentava era alquanto imbarazzante: il mio reggiseno giaceva a terra vicino al divano, insieme alla maglia di Peter. Alzai gli occhi verso la figura che si stagliava sulla porta. Derek era solo, Stiles... non era altro che l'odore del ragazzo che impregnava la pelle e i vestiti dell'Alpha. Il viso di Derek era sconvolto, ma non per quello che aveva visto, no, quello sembrava solo una cornice, qualcosa che in realtà non aveva visto. Ci guardò meno di un secondo durante il quale un cipiglio di dolore gli si dipinse sul volto. L'imbarazzo che provavo scomparve sostituito dalla preoccupazione.
"Derek..." Lo chiamai in un sussurro. Quello ci superò e si diresse in camera sua. Presi leggermente la mano di Peter, voltandomi un attimo a guardarlo prima di alzarmi e seguire l'Alpha.
"Derek aspetta!" Ripetei più forte.
Lo raggiunsi in camera sua e lo trovai steso sul letto con le braccia dietro la nuca e gli occhi fissi al soffitto. Mi sedetti sul bordo del materasso vicino a lui.
"Ne vuoi parlare?" chiesi solo, appoggiando una mano sul suo addome. Quel contatto mi riportò a pochi attimi prima, in salotto, sul divano, con Peter... No, Jolene concentrati, Derek.
"Io... Non lo so." Rispose solo. Capii che quella era la risposta ad un'altra domanda, posta nella sua stessa testa.
"Credo che sia così, ma la verità è che ho paura" riprese "una tremenda paura che sia io che lui soffriremo soltanto."
Rimasi in silenzio a guardare il volto contratto di Derek, gli occhi sempre fissi al soffitto.
"Mi ha detto che sarebbe andato tutto bene e io... io volevo credergli. E gli ho creduto. Per qualche ragione, nell'istante in cui mi ha abbracciato, ho creduto davvero di potercela fare. Quando mi ha baciato ne ero sicuro." Cercai di trattenere l'espressione stupita e felice che quell'informazione mi stava dando. "Sdraiati sul suo letto, abbracciati, con la sua voce, il suo odore e il suo calore pensavo davvero che avrei potuto farcela, avrei potuto amare ancora. Ma sono un mostro, un assassino." Cercavo con tutta me stessa di non pensare a Peter, solo al piano di sotto, e a quello che era successo, e da un parte stavo maledicendo Derek per averci interrotti: avevo i miei dubbi sul fatto che Peter avrebbe ceduto di nuovo.
"Ha detto che non era stata colpa mia e gli ho creduto, ma purtroppo non è vero: la colpa è solo mia. Quell'incendio..." Non gli permisi di finire la frase. Mi abbassai su di lui e lo abbracciai. Rimanemmo in quella posizione in totale silenzio per qualche minuto, poi parlai:
"Stiles ha ragione, non è colpa tua, e andrà bene. Dagli la possibilità di renderti felice ancora, dai a te la possibilità di farlo rendendo lui felice." Una pausa "Lui ha bisogno di te, ha un disperato bisogno di te e tu di lui." Mi rialzai e mi avviai alla porta. Mentre mi tiravo dietro la maniglia mi fermai e mi voltai a guardarlo.
"Credo anche lui, in ogni caso" dissi sicura che avrebbe capito. Ed era vero, credevo veramente che Stiles amasse Derek quanto Derek amava Stiles. Ferma fuori dalla stanza sulla porta chiusa con ancora la maniglia in mano, mi fermai. Mi concessi il tempo di ripensare a quello che era successo prima e alle parole di Derek: i sentimenti che aveva provato con Stiles erano simili a quelli che io provavo quando ero con Peter. Mi sfuggì un sorriso. Lo amavo? Senza ombra di dubbio sì.

Note dell'autrice:
Eccomi con un nuovo capitolo, mi sto stupendo di me stessa in questi giorni!
Allora, vediamo che dire... In questo capitolo vediamo Derek e Jolene che affrontano i loro sentimenti, chi in un modo chi in un altro. Ho cercato di mostrare un Derek sensibilmente in crisi, che finalmente decide di aprirsi e confidarsi. E' stata un'impresa ardua mantenere il tratto prevalente del carattere di Derek, ma al contempo far sì che si sfogasse, spero di esserci riuscita almeno un po'!
Grazie e alla prossima!
Lulu
   
 
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