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Autore: Evilcassy    31/03/2013    5 recensioni
[Così a volte, ma solo a volte, il corvo riportava indietro l'anima perché rimettesse le cose a posto.]
E se avessi agito diversamente? Sarebbe cambiato qualcosa?
Sono arrivata alla conclusione che non sarebbe cambiato niente. Quell’uomo – Loki – sarebbe comunque scomparso nel nulla: non era come il tizio nella stanza a fianco, privato dei suoi poteri, sprofondato sino alle ginocchia nel fango e e nell'umiliazione della sua impotenza.
Forse non saremmo morti, non saremmo stati sepolti nella stessa tomba e non ci saremmo svegliati fianco a fianco.
Ma sono certa che ci saremmo ritrovati un giorno o l'altro, in una dimensione o nell'altra, a scambiarci un ultimo bacio.

GreyRaven e Loki, richiamati dalle rispettive nature, decidono di lasciare gli Inferi e di riprendere i rispettivi cammini.
Ma incappare l'uno nelle trame dell'altro è questione di poco, anzi, pochissimo.
[Sequel di THE SEVENTH]
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
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The Seventh:Winter

 

·       PART 5: Keepin’

 

·       Chapt. 7: In restless dreams I walked alone

 

Wait to die, wait to live, wait for an absolution that would never come.

                                                                                                        

La Selva è una macchia scoscesa di alberi erti e rovi, così fitti da non lasciar filtrare la luce. Mi tolgo i sandali, gettandoli via senza curarmene e corro scalza giù per il pendio, la vista dorata a guidarmi attraverso le tenebre ed il freddo della morte che penetra attraverso la pelle  mano a mano che proseguo.

Lancio il fuoco fatuo attraverso i tralci annodati per aprirmi un passaggio: Una volta alle mie spalle, ricrescono e si riannodano subito rinforzandosi più di prima. Le piante si diradano quando la discesa diventa più scoscesa: fatico a correre e scivolo più volte, sino ad arrivare a trovarmi sul bordo di un precipizio.

La Gola è la via senza ritorno che attraversa la Selva, dove le anime si radunano per varcare la dimensione dei vivi ed entrare nei cancelli degli Inferi: Sono una folla silenziosa ed opalescente, un flusso continuo nella stessa direzione.

La terra è brulla e nera sotto i miei piedi nudi: camminarci sopra è una tortura ma mi impongo di non fermarmi. Scendo per la china ripida, scivolo e rotolo fermandomi su una striscia di terreno, uno dei sentieri di guardia appena sopra le teste impalpabili delle anime.

Mi rialzo dolorante; gomiti, piedi e ginocchia sanguinano, tagliati dalle rocce. Rassicuro Morrigan, che mi è planata addosso gracchiando agitata e mi strappando l'orlo della gonna rovinata per arrotolarmi strisce di tessuto sui gomiti e ai piedi. "Aiutami a trovarla, abbiamo poco tempo." Morrigan vola rasente sulle teste, controlla volto per volto, mentre io cammino avanti ed indietro lungo il sentiero, cercando nei volti lividi e nelle orbite vuote il volto della Regina.

Ad un tratto Morrigan inizia a gracchiare forte, volando rasente ad una delle anime: nei cinerei boccoli lievi e nell'abito di broccato intriso di sangue opalescente riconosco Frigga.

"MAESTA'!" Urlo, agitando le braccia: non da segno di avermi notata, continuando nel suo incedere lento verso l'entrata degli Inferi a testa bassa.

 Il Cancello è sempre più vicino: se lo varca e si ritrova nel Limbo non potrò far nulla per riportarla indietro. "MAESTA'!" Chiamo di nuovo, protraendomi verso di lei dal sentiero. La terra sotto alle mie ginocchia è friabile, ma lei è a pochi metri e non ho intenzione di cedere proprio ora.

Un rumore di ali e l'odore di Zolfo mi sorprendono alle spalle: Amon urla, lanciandosi su di me e bloccandomi per la vita. "Che vuoi fare, gettarti nella Via dei Morti? Nessuna creatura vivente può percorrere questa strada, moriresti all'istante!"

Mi allungo dal sentiero. Frigga si sta avvinando, le mie dita possono quasi sfiorarla: "AFFERRAMI!" le urlo, ma Amon mi tira indietro. "Non puoi più far nulla per lei. Non puoi salvarla, non condividete lo stesso sangue: non puoi chiedere a Morrigan di riportarla indietro." Mi divincolo ma mio cugino è più forte, le braccia attorno a me stringono ulteriormente e mi bloccano. La Regina non muta il suo incedere lieve e continuo neppure quando la sua fronte mi attraversa la mano "...Io devo..."

Ora Amon mi accarezza i capelli con dolcezza: "Non puoi far nulla per lei, Adie. È troppo tardi."

Scivolo dal suo abbraccio: non potrò portarla indietro, ma almeno con qualcosa devo tornare: "Maestà!!" chiamo senza ottenere risposta. "FRIGGA!!!"

Raddrizza leggermente la testa e le iridi chiare tornano a riempire le orbite buie: È come se le fosse tornata la consapevolezza di chi sia, per un breve istante. Volta lentamente la testa verso di me ed io ne approfitto: "Chi è stato?"

Il Cancello è vicino, la spinta della folla silenziosa la guida a continuare il suo cammino: mi guarda confusa senza parlare. "Chi ti ha uccisa?" incalzo. Muove le labbra ed abbassa lo sguardo. La vedo sfiorarsi il ventre con dita semitrasparenti e poi rialzare gli occhi verso di me.

"Maestà, ti prego, è importante!"

Ormai è quasi sulla soglia del cancello, quando la vedo muovere la bocca. Non capisco.

Lei ripete, seguo il movimento delle labbra.

"L'Incantatrice?" ho capito bene? "Avete detto l'Incantatrice?" annuisce debolmente, prima di voltarsi verso l'Entrata.

"Addison ora basta, lasciala..."

"Un'ultima cosa!" Spingo via Amon: "E Loki? Loki non c'entra nulla, vero? Loki è innocente, vero...?"

L'ultimo sguardo che la Regina di Asgard mi rivolge è velato di profonda tristezza. Poi torna a fissare il Cancello davanti a sé, i suoi occhi si spengono e varca la soglia del Regno dei Morti.

Non ha risposto.

Mi lascio cadere sulle ginocchia sbucciate, Morrigan che atterra e saltella tra le mie braccia, gli occhi che pizzicano e la pelle che brucia dalle abrasioni. Amon mi passa un braccio attorno alle spalle: "Hai fatto tutto il possibile." sussurra. Poi richiama Brandon, il suo Corvo, e gli ordina di aiutare Morrigan a riportarci indietro.

 

Thor siede sul più basso dei gradini della Sala del Trono, gli occhi gonfi e rossi fissi a terra e le mani tra quelle di Jane, silenziosa ed assente quanto lui. Ed i suoi amici a circondarlo.

Alza gli occhi appena mi sente entrare, e quando vede che sono sola il piccolo barlume di speranza che gli illuminava gli occhi chiari svanisce. Stringe ulteriormente le mani di Jane, che si morde il labbro inferiore, mi ringrazia con voce roca.

"Non hai nulla di cui ringraziarmi." mormoro. "Non ho potuto fare nulla."

"Ma ci hai provato, e da come sei conciata non mi sembra sia stata un'impresa da poco."

"Ho il nome del suo assassino, però."

Thor scatta in piedi lasciando Jane. La vedo massaggiarsi le mani cercando di dissimulare il dolore.

"Non sono certa di aver capito bene. Ho dovuto leggere le sue labbra e..."

"Dimmelo. Lady GreyRaven..."

"L'Incantatrice. Ti suggerisce qualcosa questo nome?"

I Tre guerrieri e Sif si scambiano uno sguardo sbigottito, Thor boccheggia e Jane mi rivolge un'occhiata disorientata.

Sif freme e mormora qualcosa che non riesco a capire, ma che fa alzare Jane di scatto, furibonda. "Dovresti vergognarti ad aver solo pensato ad una cosa simile!"

"E perché dovrei? La sua maestra ha commesso questo delitto, come puoi pensare che lui sia all'oscuro di tutto questo? Loki trama contro la sua famiglia da parecchio tempo, se non l'avevi ancora capito."

Cosa? la sua Maestra? L'Incantatrice è... Amora? Trovo la colpevole conferma del mio pensiero nello sguardo di Thor.

Jane incalza: "L'hai visto tu stessa! Eri con noi!"

"Ho visto mura ed illusioni: esattamente ciò che può evocare la magia di Loki."

"Hai visto il suo dolore nella Cripta."

"Per essere reputata così intelligente, ipotetica futura principessa di Asgard, sei piuttosto ingenua: Loki mente. Mente sempre."

Lo schiaffo sorprende la guancia di Sif con uno schiocco sonoro. La guerriera si porta la mano alla parte colpita e spalanca occhi e bocca in una espressione di oltraggiato stupore.

"E tu, per essere una donna, sei piuttosto superficiale e stupida."

"Loki non può aver operato ai danni di nostra madre. Crederei a questo se avessi colpito me alle spalle, o mio padre. Ma non nostra madre, lei no." Il basso ringhio che è sfuggito dalle labbra di Thor fa indietreggiare Sif con gli occhi lucidi. Jane raccoglie la veste con le mani e si rivolge a me: "Seguimi, Loki veglia ancora la Regina: ha bisogno di te."

 

Loki non ha smesso di tremare neppure quando sono riuscita a portarlo in camera. Freme di rabbia impotente, alternando singhiozzi incontrollati a parole frammentate che non riesco a comprendere, ma non è il tempo di incalzarlo a parlare sensatamente.

È stravolto, non posso far altro che cercare di calmarlo abbracciandolo e lui si aggrappa a me, indondandomi la spalla di lacrime.

"Mi dispiace." riesco solo a sussurrare, scivolando a terra stretta a lui. Gli accarezzo i capelli, bacio la tempia umida cercando di mandar giù il groppo che mi opprime la gola: "Loki, ti prego." Prendo la sua testa tra le mani per forzarlo dolcemente a guardarmi. "Negli Inferi tua madre mi ha detto che ad ucciderla è stata l'Incantatrice. Tu stesso mi hai detto che è la più potente maga che si conosca. Sai dov'è ora? Come possiamo rintracciarla?"

Il suo sguardo è smarrito dietro gli occhi lucidi e gonfi: mi ribolle il sangue nelle vene a pensare come Sif possa credere sia tutta una menzogna. "Come... come potrei saperlo?"

"Conosci la Magia meglio di chiunque altro..." Gli asciugo le guance con una carezza "Non ti sto accusando di nulla. Tu non c'entri nulla, Loki. Non è così?"

Mi riabbraccia stretto, tuffando il viso sul mio petto, ed io non posso far altro che stringerlo ed accogliere i suoi singhiozzi.

 

Si deve essere addormentato solo per pochi minuti, esausto dal suo stesso pianto. Fatica ad aprire gli occhi, sono troppo gonfi ed anche respirare non è semplice.

Addison è stesa su di un fianco, il viso a pochi millimetri dal suo ed una mano ancora sulla sua guancia umida. Nella penombra della stanza segue i suoi lineamenti con lo sguardo, tentato a sfiorarli per svegliarla. Si sorprende a sorridere, ricordandosi quanto sia difficile destare Addison dal sonno, a quanto trovasse dilettevole infastidirla tra le lenzuola di seta ed alle sue espressioni buffe dei suoi goffi risvegli. Le sposta una ciocca dal viso e sente già la mancanza di quello che ancora non ha perso, non del tutto almeno.

Lei lo crede innocente, lui sa di essersi macchiato dell'ennesimo crimine, di aver vestito l'ennesima menzogna, di aver miseramente fallito l'ennesimo proposito con le conseguenze peggiori che potesse causare.

Disegna il contorno delle sue labbra con l'indice, vorrebbe baciarle di nuovo ma se lo vieta.

Ne è indegno. Lei non è innocente, né finge di esserlo - è anche un'assassina e un'abile manipolatrice ed è anche abbastanza fiera di essere entrambi - ma davanti alla gravità delle sue colpe è pura come un agnello.

E di agnello sacrificale sull'altare dei suoi crimini ce ne è già stato uno.

Scivola fuori dal materasso lentamente senza smettere di guardarla ed il suo calore che si allontana è una tortura.

Si infila la casacca con il cuore che si stringe in una morsa feroce quando trova il ciondolo di Frigga nella tasca interna. Esita per un istante, indeciso se lasciarlo in quella stanza e sperare che sia Addison a raccoglierlo, ma poi sente di non potersene separare.

Scosta l'arazzo e si abbandona al buio umido del passaggio segreto.

Una volta fuori cammina per la direzione opposta al sorgere del sole.

 

Mi rendo conto della sua assenza all'improvviso. Spalanco gli occhi e scatto a sedermi sul letto:  "Loki?"

La stanza è vuota, le tende ondeggiano nella brezza mattutina.

Esco sul balcone pur certa che non lo troverò lì. Appoggio le mani alla balaustra, mi guardo attorno: Asgard è irrorata dalla luce prepotente dell'alba, le ombre sono ancora lunghe e la notte fugge poco distante.

E Loki?

Lo cerco inutilmente con lo sguardo nei vicoli della città, in cui la gente si riversa e parla, strepita, si strappa i capelli e si rivolge in preda a un dolore isterico verso il portone del palazzo dove le guardie faticano a contenere la calca.

Dov'è Loki?

Si è addormentato tra le mie braccia esausto, ed io ho passato ore a guardarlo e a pensare a come aiutarlo, prima di essere vinta io stessa dal sonno. Mi aggrappo alla speranza che sia solo uscito dalla stanza per andare a commemorare Frigga, ma quando mi dirigo verso la porta passando vicino alla scrivania qualcosa attira la mia attenzione.

C'è un libro aperto, il libro che Loki mi aveva dato e con il quale mi aveva ingannato.

Sotto le mie dita, la pagina dell’Infinity Gauntlet è perfettamente leggibile.

 

 

Ed ecco la vostra sorpresa nell’ovetto pasquale!!!

Oltre a ringraziarvi sentitamente per come state facendo crescere questa Storia, non posso far altro che augurarvi una Buona ABBUFFATA! (Qui è l’1 ed io mi devo ancora sedere a tavola… si prospetta un pranzo luuuungo!)

Critiche e commenti sono sempre ben accetti, purché costruttivi.

E per qualsiasi curiosità vi rimando al mio ASK: http://ask.fm/EvilCassyBuenacidos

PS: e vi lascio anche il mio indirizzo TUMBLR, che non uso molto spesso, ma tra poco metterò online ‘The ART of THE SEVENTH’, ovvero le fanart che mi sono state regalate per questa storia!!! Grazie, Grazie, Grazie a tutte! http://www. evilcassy.tumblr.com

PS: Titolo tratto da: The Sound of Silence (Simon & Garfunkel)e citazione cinematografica presa da TITANIC!

ALLA PROSSIMA!!!

EC

 

 

 

 

 

   
 
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