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Autore: Lady Anya    19/10/2007    2 recensioni
Una nuova indagine per gli agenti speciali dell'NCIS e un nuovo elemento entrerà a far parte della squadra. Semplice e senza pretese. Mia prima ff. Commentate per favore.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN NUOVO ARRIVO

Un nuovo arrivo

Centrale dell’NCIS. Ore 9.00. Un martedì come gli altri…

- oggi sei arrivata in orario… strano…- stava dicendo Tony a Ziva.

- oggi indossi lo stesso vestito di ieri… strano…- ribattè subito la donna.

- cosa?! No no…- si affrettò a dire Tony - è solo molto simile a quello di ieri…-

- sarà… ma che strano, però… ha anche la stessa macchia sul polsino…-

- aha!- esclamò McGee da dietro la sua scrivania.

- sta zitto “re degli Elfi”!- lo rimbeccò Tony. - vedi… ieri sera sono uscito con una donna bellissima… e oggi sono venuto direttamente da casa sua…- concluse allusivo.

- o forse- cominciò Ziva guardandolo - casa tua era allagata ed hai dormito in macchina…-

Tony s’irrigidì.

- ho indovinato vero?-

- stavi bluffando!- esclamò Tony piccato.

- mai. Solo che i tuoi pantaloni sono zuppi e stropicciati… e a meno che tu non sia andato a pesca…-

Tony mise il broncio e si sedette alla sua scrivania.

- eeeh- disse Ziva - la classe non è acqua…-

- il caffé, agente David, il caffé.- la “corresse” Tony.

- il caffé?- fece la donna stupita. - credevo che fosse l’acqua…-

- sono mesi che vivi qui e ancora non hai imparato questi modi di dire.- esclamò DiNozzo.

- ma Tony…- cominciò McGee, con l’idea di risistemare le cose.

- taci. Pivello…-

Una ragazza si era intanto avvicinata alla scrivania di Tony. Sopra ad un paio di jeans indossava una maglia di stoffa leggera, larga e lunga, bloccata sui fianchi da una cintura. I capelli castani, lisci, che le arrivavano alle spalle, erano tirati su con una fascia. Guardò Tony, poi il resto della squadra e abbozzò un sorriso.

- piacere…- disse - sono Penny Sanders.-

I membri della squadra si guardarono perplessi.

- piacere…- mormorò educatamente McGee.

- Tony DiNozzo,- si presentò l’agente vicino a lei. - ha bisogno di qualcosa?- le domandò facendole gli occhi dolci.

La ragazza esitò, mordendosi un labbro. Fu salvata da Ziva.

- è uno degli Osservatori Esterni, giusto? -

- non più.- tuonò una voce in cima alle scale. - Penny Sanders?-

- l’agente speciale Gibbs, presumo…- esclamò la ragazza scostandosi agilmente da Tony che si avvicinava sempre più. - è un piacere conoscerla finalmente.-

L’uomo, che aveva in mano un bicchiere di caffé, si avvicinò e diede uno scappellotto a Tony.

- ahi!- si lamentò l’agente. -che ho fatto stavolta?-

- da oggi l’agente Sanders farà parte della nostra squadra: è appena uscita dall’accademia e deve finire il suo addestramento. Per questo lavorerà con noi per sei mesi… tutto chiaro?-

La sua squadra annuì.

- meglio così… allora… prendete la vostra roba, abbiamo una chiamata da Norfolk. Un marinaio morto nella sua abitazione. -

I suoi agenti lo guardarono incerti. Il capo sbuffò.

- di solito questo vuol dire che dobbiamo andare a fare il nostro lavoro… McGee in macchina con me. Ziva prendi il furgone insieme a Tony e all’agente Sanders.- concluse lanciando le chiavi alla donna.

- guido io! - esclamò pronto Tony, mentre si infilava nell’ascensore inseguendo la collega. Penny si affrettò a seguirli.

- neanche per sogno!- stava ribattendo Ziva - ho io le chiavi!-

La porta stava per chiudersi, quando McGee la bloccò. Fece passare Gibbs e poi entrò anche lui.

- guida Ziva. - disse Gibbs in tono autoritario.

- ma capo…- protestò debolmente Tony. Sembrava spaventato.

- dobbiamo arrivare a Norfolk in poco tempo, quindi guida Ziva.-

- preferirei arrivarci intero…- borbottò Tony.

- Ziva…- fece Gibbs.

- ah!- esultò la donna dando uno scappellotto a Tony.

- sei andato a pesca DiNozzo?- chiese il capo sorridendo.

Fortunatamente l’ascensore arrivò in fretta a destinazione. Mentre entravano nel garage McGee sussurrò a Penny:

- tieniti forte… e attenta a Tony…-

La ragazza lo guardò perplessa.

***

Dieci minuti dopo, aveva capito il senso delle sue parole. L’agente speciale Ziva David era tutto tranne che una brava autista. O meglio, forse lo sarebbe stata su una strada dove non ci fossero state curve… o regole. Quindi di certo, non negli Stati Uniti. Penny, anche se non aveva mai sofferto il mal d’auto, stava per vomitare e non poteva assolutamente guardare la strada davanti a lei, a meno di non volersi far venire un infarto. In più l’agente DiNozzo, che aveva insistito per essere chiamato solo Tony, abituato, o forse rassegnato, alla guida di Ziva, continuava a farle avances. Penny disperava ormai di arrivare sana e salva a Norfolk, quando il furgone fece una brusca frenata: si erano fermati sul vialetto dell’abitazione. Probabilmente, rifletté la ragazza, se non avessero avuto le cinture di sicurezza, sarebbero stati catapultati direttamente sulla scena del crimine.

Quando scese, la terraferma sotto ai piedi non le sembrò reale. Neanche avesse passato le ultime tre ore in barca. Si guardò intorno. Si trovavano davanti ad una villetta tipica del luogo. Niente sembrava fuori posto, tranne che per le molte persone in divisa che ne entravano e uscivano.

- tutto ok?- le domandò McGee, appena arrivato.

- la prossima volta eviterò di fare colazione…-

- avanti, - disse Gibbs - meno chiacchiere ed entriamo.-

Durante le due settimane da Osservatore Esterno, Penny aveva visitato alcune scene del crimine, ma nessuna era più pulita di quella: ogni superficie splendeva e l’uomo steso sul divano poteva sembrare addormentato, non fosse stato per il petto incredibilmente squarciato.

- … l’assassino ha ripulito tutto!- esclamò la ragazza.

- si, quasi certamente…- le rispose Gibbs.

- togli il quasi, Jethro, con una ferita del genere il sangue sarà schizzato dappertutto.- disse un uomo curvo sul cadavere, alzandosi. - è morto da circa due giorni… non c’è traccia di rigor mortis. Ma - aggiunse scorgendo Penny - vedo che ci sono nuovi arrivi…-

- l’agente Sanders starà con noi per sei mesi per completare l’addestramento, Ducky… mi puoi dire altro?-

- gli manca un occhio… forse perso in guerra… -

- Ducky…-

- l’arma del delitto deve essere un coltello da cucina… molto grande e affilato… e l’assassino non è un chirurgo…-

- beh, forse è un maniaco dell'igiene…- disse Ziva - sembra che abbiano fatto le “pulizie di primavera”…-

- a quanto pare alla fine ce l’hai fatta a imparare un modo di dire- borbottò Tony.

- oh come sei simpatico!-

- smettetela! McGee, sappiamo chi è la vittima?-

- il capitano di corvetta Edward Johnson, congedo con disonore, Capo. Cinquantotto anni, vedovo, una figlia di diciannove anni che vive a Richmond. Ha combattuto in Vietnam-

- chi ha trovato il cadavere?- chiese ancora Gibbs.

Stavolta fu Tony a rispondere.

- la polizia, Capo. I vicini erano preoccupati, perché da due giorni non si faceva vedere…-

- va bene… Tony finisci in fretta con le foto; McGee cerca una possibile arma del delitto tra i coltelli in cucina… con i guanti, McGee…-

- scusi, Capo-

- …Ziva chiedi ai vicini se hanno visto o sentito qualcosa di strano negli ultimi giorni; Sanders, vai con lei.-

- si, Gibbs.-

***

- agente David, posso farle una domanda?-

- dammi pure del tu, Penny…-

- ok… Ziva… che intendeva dire Tony?-

- oh niente, solo che non sono molto brava con i detti… e la maggior parte delle volte li sbaglio… agenti speciali David e Sanders. - disse con voce professionale ad una giovane donna con un bambino in braccio che osservava la villetta dietro le transenne della Polizia. - lei abita vicino al capitano Johnson?-

***

- Ziva, trovato qualcosa?- Gibbs era appena uscito dalla casa, seguito da Tony e McGee che borbottavano animatamente tra loro. Ziva e Penny stavano tornando verso il furgone.

- i vicini non hanno sentito nulla, Gibbs, ma dicono di aver visto la figlia due, tre giorni fa. A quanto pare tra i due non “correva buon sangue”…- s’interruppe perché Tony aveva fatto una specie di gemito - Inoltre - aggiunse lanciando un occhiataccia al collega - la signora Hodge che abita nella villetta sulla destra è rimasta da sua madre a San Francisco per tutto il fine settimana e quindi non sa assolutamente niente.-

Gibbs la guardò sospettoso.

- io ho riferito tutto ciò che i vicini ci hanno detto.- si giustificò lei - Ah,- aggiunse - mi hanno detto anche si ubriacava spesso…-.

- bene… avanti, torniamo alla Centrale.- disse avvicinandosi all’auto. - Sanders vieni con me.-

Penny lo guardò riconoscente, ma McGee e DiNozzo sembrarono terrorizzati.

- ah, Ziva,- aggiunse Gibbs nascondendo a fatica un sorriso perfido - McGee e DiNozzo devono dirti una cosa…- detto questo entrò in macchina e Penny pensò che fosse meglio seguirlo alla svelta.

  
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