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Autore: nobodyishopeless    31/03/2013    1 recensioni
Dopo essere stato preso in ostaggio dalla setta di Benjamin Cyrus in Colorado, con la sua collega Emily Prentiss che per proteggerlo era stata picchiata davanti ai suoi occhi, il giovanissimo dottore, Spencer Reid ha maturato in sè un profondo e bruciante senso di colpa.
Faith è la nuova e giovane psicologa della BAU che si occupa di tranquillizzare lo stato mentale dei componenti della squadra di analisi comportamentale. La giovane ha 23 anni, un laurea quinquennale in psicologia e un anno di tirocigno in accademia FBI.
Fa un ingresso prepotente nella vita dell'insicuro dottore cercando di aiutarlo e di evitare che lui scopra i suoi segreti, in realtà la giovane ragazza ha molti più scheletri nell'armadio di quanto sembri. Tuttavia l'amore bruciante potrebbe travolgerli in un vortice senza uscita.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Hotch: Il poeta latino Fedro ha scritto:


"Non sempre le cose sono quello che sembrano.
La prima impressione inganna molti.
L'intelligenza di pochi percepisce quello
che è stato accuratamente nascosto."

Questo capitolo è dedicato a Marghe e ad Asia.. grazie del sostegno pazze Gubloid!

Can I kiss you?
 
Derek e JJ erano usciti dopo Spencer lasciando Faith da sola e affannata.
Deglutì e si portò  le mani tra i capelli riflettendo angosciata su ciò che era appena accaduto. Si sedette sulla sua sedia a peso morto e cominciò a mangiare un panino che si era portata da casa. Era sempre stata una persona impulsiva, ma crescendo aveva imparato a controllare l’istinto e a indirizzarlo nella strada giusta. Ma con Spencer non c’era riuscita. Quel ragazzo mandava all’aria tutte le sue certezze, tutta la sua sicurezza, tutta la sua poca razionalità. Alla scrivania nell’open space, Spencer stava facendo lo stesso ragionamento. Stava pensando al motivo per cui, con Faith era in grado di uscire dal guscio, spogliarsi delle sue insicurezze e del suo fare goffo e impacciato. Nessuno era mai riuscito  a farlo.
Lui non era come Morgan, abituato alle attenzioni e ai discorsi femminili. Con le ragazze spesso evitava il contatto visivo, non riusciva a spiegarsi neanche il perenne desiderio di vederla, parlarle, toccarla, baciarla stare con lei o anche solo incrociare i suoi occhi neri e pieni di vita.
Derek si avvicinò bruscamente alla scrivania di Spencer con la sedia mobile, distogliendolo così dai suoi pensieri.
“Ciao Spencer.. allora c’è qualcosa che vuoi dirmi?” lo prese in giro Derek
Reid alzò gli occhi al cielo  e decise di ignorarlo, di non dargli corda.
“Ok seriamente ragazzino..a mio parere potresti finalmente trovare qualcuno.. e non so come una ragazza come lei si sia interessata a te..”
“Grazie Morgan!” lo interruppe sarcastico Spencer.
“Non fare l’offeso perché ti dico la verità! Comunque sia.. per quanto mi riguarda potrei darti importanti consigli..” continuò Derek facendo l’uomo vissuto.
“No grazie!” replicò secco Spencer scarabocchiando nervosamente su un foglio.
“Come vuoi!” disse  lui facendo per andarsene.
“Derek ci sono delle regole da rispettare!” disse ancora Spencer con tono amareggiato.
“Fregatene per una volta delle regole!Fregatene e vivi!” esclamò Derek guardando l’amico negli occhi, per poi tornare a lavorare sulla sua scrivania con professionalità. Per questo Derek stava bene, sapeva esattamente quando giocare e quando essere serio per il suo lavoro macabro.
Spencer rimase qualche secondo a guardare nel vuoto, le parole di Derek lo avevano colpito come una badilata in faccia. Con un scatto, ad un tratto, si alzò e con passo svelto si diresse verso l’ufficio di consulenza dove vi stava Faith, che compilava il profilo di Hotch, della seduta di quella mattina. Spencer entrò senza bussare facendola sobbalzare nuovamente. Quando la ragazza lo riconobbe sbuffò.
“La vuoi smettere di entrare così?” lo rimproverò.
“Faith viviamo!” le disse ignorando la sua affermazione. Faith corrugò la fronte interrogativa.
“Non dobbiamo avere paura! Viviamo e chissenefrega delle regole!” esclamò tutto d’un fiato.
Faith strabuzzò gli occhi pensando di aver sbagliato la analisi psicologica di Spencer. Ma poi si rese conto che in realtà era riuscita a cogliere solo l’aspetto più elementare e palese di lui. Era tutto da scoprire. Faith si inumidì le labbra.
“Spencer noi..” cominciò alzandosi dalla sedia e andando vicino a lui.
“Noi… Faith, noi! Noi siamo fatti per stare insieme.. non io, non tu, NOI!” la interruppe lui. La ragazza deglutì spiazzata da quell’affermazione, ma comunque felice.
Spencer gettò nuovamente via la sua timidezza e cinse Faith per i fianchi, che sospirò pesantemente a quel contatto. Sentì la gola secca, e si sentì leggera. Spencer intanto si avvicinava al volto di lei stupendosi di sé stesso. Quando furono così vicini da poter sfiorare l’uno la pelle dell’altra, Faith fece per scansarsi ma la volontà non rispose, tuttavia Spencer colse l’ insicurezza “voglio ma non posso” di Faith e le disse.
“Se vuoi fermami ora… Se non vuoi il mio bacio, dimmi che non lo vuoi oppure se vuoi dimmi una menzogna, dimmi che non capisco niente perché è vero, dimmi che sono pazzo perché anche questo è vero, dimmi che mi fai perdere il controllo perché ti assicuro è la verità. Puoi anche dirmi che hai paura e ti proteggerò io, potresti anche dirmi che sei incompleta e io colmerò le tue mancanze… Ma se vuoi questo non andartene, non scappare più!” Spencer non sapeva nemmeno lui da dove venissero quelle parole, il suo cervello lo stava stupendo ancora una volta.
Faith rimase colpita dalle sue parole dolci, non credeva  che lui fosse in grado di dirle, o meglio  era possibile che le pensasse, ma non avrebbe mai creduto che avesse avuto il coraggio di pronunciarle ad alta voce.
Posò una mano sul volto del giovane, avvertendo la barba appena tagliata, sorrise e lo aiutò a colmare la distanza che vi era tra loro, posando nuovamente le labbra sulle sue. Spencer continuava a cingerle i fianchi in modo forte per paura che scappasse oppure che fosse portata via. Paura che non appena quel bacio sarebbe finito, lei lo avrebbe ritenuto ridicolo. Ma non accennò a separarsi da lui ,e  approfondì il bacio facendo fondere le loro lingue ormai amiche. Avevano la consapevolezza che se si sarebbero staccati la verità, le regole, li avrebbero travolti come un fiume in piena. Sentivano che li stava aspettando, ma Spencer e Faith sapeva che non avrebbero potuto baciarsi per sempre. Quindi Faith fu la prima a uscire da quel bacio dolce, lentamente senza voler turbare l’altro.
Una volta divisi però non ebbero neanche il tempo di aprire bocca che il telefono di Spencer squillò facendoli sobbalzare. Reid si accinse a leggere lo schermo del vecchio Nokia, la ragazza alzò inconsciamente gli occhi al cielo.
“Scusa.. devo andare!” le disse mettendosi il telefono in tasca. Prima di uscire però le lasciò un bacio a fior di labbra come per ricordarle che avrebbero dovuto parlare al ritorno dal caso.
“Finalmente.. stavamo aspettando solo te..”disse JJ quando il collega entrò nella stanza attirando gli sguardi di tutti i presenti.
“Scusate..” si scusò Reid sedendosi al suo posto.
“Modesto, California.. due omicidi in due diverse città in due settimane.. il primo ha come vittime una coppia anziana uccisa nel sonno, il casus mortis è una serie di colpi alla testa, così è anche per una signora di 75 anni uccisa ieri sera, le case non erano in zone isolate, i corpi sono stati ritrovati nei weekend…” spiegò JJ facendo comparire alcune foto della scena del crimine sullo schermo.
“Vittime a basso rischio..” commentò Derek leggendo il rapporto del coroner.
“Lo chiamano il killer dell’autostrada 99!” aggiunse  JJ facendo comparire l’immagine di un articolo di giornale.
“Dovrò parlare col detective incaricato del caso! E anche con gli agenti che ci lavorano!” disse Hotch serio.
“Perché il killer dell’ autostrada 99?” chiese Emily
“Perché gli omicidi sono avvenuti in città collegati da quella via di comunicazione e le case si affacciano sull’autostrada!” spiegò JJ sedendosi con gli altri, Hotch si fece pensieroso.
“Devo assolutamente  parlare col detective incaricato del caso!” ripeté.
“Sì Aaron abbiamo sentito!” scherzò Rossi strappando una risatina agli altri componenti della squadra.
Spencer guardò le foto delle vittime, storse il naso leggermente disgustato dalle condizioni dei corpi.
“Partiamo tra mezz’ora!” disse Hotch chiudendo il fascicolo.
Spencer si alzò per andare a salutare Faith, voleva spiegarle del nuovo caso, parlarne con lei.
“Dove stai andando Reid?” chiese Derek malizioso.
“Da nessuna parte!” mentì quello per poi procedere nella sua strada.
Faith era nel suo ufficio a ragionare su un profilo di un S.I che le aveva girato il caposezione. Era per una serie di omicidi nel campus locale e lei, essendo la più giovane era la persona più indicata. Il giovane  dottore entrò senza bussare per l’ennesima volta, facendola sobbalzare.
“Ehi… nervosa?” le chiese con una punta di sarcasmo nella voce.
“No, figurati.. e perché mai? Perché un potenziale serial killer ammazza ragazze della mia età nel campus qua vicino, le tortura, le stupra e poi le ammazza facendole a pezzi, togliendo quella poca dignità che rimane ad un mucchietto di ossa.. Noo.. perché dovrei essere nervosa?” rispose quella esagerata. Spencer ridacchiò notando la sua inesperienza.
“Quando passeranno altri due casi sulla tua scrivania riuscirai a distaccarti meglio!” le disse posandole una mano sulla spalla.
“Non fare l’uomo vissuto con me!” replicò lei prendendolo in giro.
Spencer rise.
“Non sono proprio un ‘uomo vissuto’.. comunque abbiamo un caso a Modesto in California…” disse poi alla ragazza.
“E cos’è che ti preoccupa?” lo comprese senza bisogno di parole.
Spencer sospirò, si fidava di lei, ma ammettere i suoi problemi era ogni volta una sconfitta!
“Le foto della scena del crimine..” rispose sincero  aprendo il fascicolo, mostrando i volti menomati, dai colpi inflitti con chissà quali oggetti.
“Ti ricordano lei!” ammise Faith alludendo a Prentiss. Il ragazzo annuì guardando a terra.
Faith gli sollevò il mento con due dita.
“Ho paura di non essere più in grado di lavorare Faith.. e- cominciò boccheggiando, cercando di ignorare il nodo alla gola che sforzava per sciogliersi attraverso le lacrime-.. e questo lavoro  è la mia vita.. non oso immaginare cosa farei senza questo lavoro!” concluse cominciando  a piangere.
Faith annuì comprensiva, perché capiva la sua fragilità.
“Spencer non devi pensare che la tua fragilità sia sbagliata.. la fragilità ti rende umano.. e questo e ciò che mi ha colpito di più di te!” lo consolò asciugandogli una lacrima col polpastrello.
“Alla prima analisi?” chiese lui.
“Al primo sguardo!” lo corresse lei sorridendo e poi abbracciandolo.
Lui la strinse a sé e posò le sue labbra sulla testa di lei.
Faith appoggiò la guancia a  petto di Spencer, adorava gli abbraccia da parte di persone alte e Spencer era molto alto.
Il dottore si calmò, si sciolse dall’abbraccio, le accarezzò il viso.
“Faith.. posso baciarti?” le chiese impacciato. Lei sorrise intenerita da quella richiesta. Si alzò in punta di piedi e unì ancora le loro labbra. Spencer le cinse i fianchi istintivamente e lei allacciò le braccia al suo collo.
 
 
Intanto nei pressi della sala riunioni, Emily e Aaron stavano chiacchierando del caso.
“Che ne pensi di Reid e la Fearis?” chiese ad un tratto Hotch diventando serio improvvisamente.
“Dico che sono davvero belli insieme.. lei potrebbe aiutarlo..” rispose Prentiss sincera. Hotch storse il naso.
“Non sono convinto che sia una buona idea fraternizzare con colleghi di lavoro!” replicò il capo.
“Ma non è un membro della squadra..” notò Emily.
“Non ancora.. ma quando JJ andrà in maternità lei sarà un’agente sul campo in caso accettasse.. la Strauss non vuole assumere nuovo personale!” rivelò Aaron.
Emily rimase a bocca aperta, sapeva che era abilitata al lavoro sul campo, ma non immaginava che la Strauss credesse così fermamente in lei.
“Ok.. ma prova a metterti nei suoi panni? Se ti innamorassi di qualcuno della squadra non vorresti vivere la storia?” chiese Emily. Hotch avvampò, in quel momento il nodo della cravatta si fece eccessivamente stretto. Deglutì e poi guardò Emily negli occhi. Non avevano mai parlato di determinati sentimenti fra loro, però c’erano lo sapevano entrambi, ma erano ingombranti. Hotch era tentato, in quel momento di dirle che era successo, ma aveva cercato di rimuovere quei sentimenti, per condurre una vita lavorativa più semplice, meno contorta di quanto fosse già. Perché l’amore gli aveva portato solo guai, ed era sicuro che se avesse intrapreso un cammino con lei non sarebbe finita bene, e ci teneva troppo al loro rapporto per farlo andare in pezzi.
Era rimasto in silenzio, non sapendo cosa dire.
“Visto.. te lo avevo detto!” esclamò Emily, interpretando il suo silenzio come un’accettazione.
“Dobbiamo decollare!” disse Hotch sbrigativo, scacciando quei pensieri, e togliendosi da una situazione, a suo avviso, piuttosto scomoda.
 
Poco dopo erano tutti sul jet in viaggio. Hotch e Rossi osservavano Reid che aveva un sorriso stampato in faccia, che nemmeno le foto della scena del crimine.. si sentiva bene, non sapeva come spiegarlo. Sentiva ancora l’odore di Faith addosso a sé,  e sperava che niente glielo avrebbe cancellato. A bordo parlarono del caso, ma non solo.
“Non sapete cosa mi è successo stamattina..” borbottò Derek rivolto a Prentiss e a Reid, mentre gli altri tre chiacchieravano del caso. Spencer e Emily si sistemarono ad ascoltare il racconto di Derek.
“E’ successo.. che stamattina sono andato in caffetteria.. quella vicino alla sede… e beh… c’era una gran bella ragazza che stava prendendo un dolce per colazione.. insomma con il mio charme e il mio bel faccino le ho parlato e ho attaccato bottone.. ma lei.. sapeva il mio nome!” esclamò Derek sbalordito.
“Sapeva il tuo nome?” ripeté Reid interrogativo.
“Non so come ho fatto a dimenticarmelo…” continuò Derek
“Sei stato con così tante ragazze da non ricordarti i nomi?” chiese sconvolto Spencer.
“Oh.. andiamo perché ti stupisci??” chiese Emily sarcastica
“Non mi era mai capitato prima..” cercò di giustificarsi Derek
“Non è mai capitato neanche a me!” acconsentì Reid.
“A te non può succedere hai una memoria eidetica!” notò Emily.
“E hai solo un nome da ricordare!” scherzò Derek, alludendo a Faith, facendo scoppiare a ridere Emily e JJ che passava da quelle parti.
“Ahah!” gli fece il verso Spencer, senza riuscire ad evitare un sorriso che si formò sul suo viso rilassato solo al pensiero del viso di Faith.
 
“Ragazzi.. hanno riscontrato altri omicidi dove vi era lo stesso DNA trovato sulle ultime scene del crimine!” annunciò JJ senza staccare gli occhi dal suo blackberry “Un altro omicidio di settimane fa a Bekerseville, Chiko e Fresno e beh Sacramento con la donna di 75 anni!” spiegò JJ ancora.
“Non hanno collegato gli omicidi perché erano in Stati diversi…” constatò Rossi.
“Comunque hanno trovato le case vissute per il tempo di qualche giorno dopo le morti dei rispettivi padroni!” fece notare JJ.
Derek riaprì il fascicolo e si schiarì la voce.
“Sono scomparsi flaconi di colla, acetone e detersivi?” chiese poi.
Hotch annuì distrattamente.
“Allora è un drogato.. ho visto molti casi quando stavo alla polizia di Chicago!” esclamò Derek.
Spencer era intento a segnare sulla mappa i luoghi degli omicidi. Per cominciare a trattare un profilo geografico, la sua specialità.
Ancora non lo sapevano ma finito quel caso.. avrebbero avuto un bella sorpresa a Quantico, che avrebbe lasciato di stucco sia la squadra che Faith, la quale era intenta a ragionare sul rapporto fra lei e Spencer.
 

Sera gente e buona pasqua a tutti! Finalmente sono stata in grado di terminare questo capitolo che va avanti da una settimana.. che ne pensate? Vi piace?
Volevo ringraziare infinitamente coloro che hanno recensito il capitolo precedente:
mjsunderstood crjminal thia jjk
Inoltre ringrazio il gruppo di Gubloid che ho conosciuto su twitter con cui mi diverto un sacco… ahah le amo! Spero in qualche recensione.. se volete passate alla mia originale.. ha bisogno di lettori: You're my mistery 
 
 Grazie in anticipo alla prossima.. baci Mar.

 
 
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