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Autore: avalon9    01/04/2013    3 recensioni
Saga e Kanon. Cento drabble.
Loro. I rimpianti; le somiglianze; il rapporto.
Per provare a capire la loro meravigliosa complessità.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga
Note: What if?, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Meltemi'
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[93. Ringaziamento]

 

 

“Credi di riuscirci prima dell’alba?”

“Non è così semplice” borbotta Kanon, la piccola candela e l’accendino in mano. “E tu potresti collaborare.”

“Più di così?” ride Saga.

A Leonidion tutto è carta oleosa e piccole fiammelle che si alzano nel cielo. È uova rosse picchiettate di cera nella tasca dei jeans e maghiritsa dal gusto forte di cipolle e aneto.

È il ricordo di braci sfrigolanti di ladorigani, dell’agnello caldo fra danze e di fantocci bruciati sul sagrato della chiesa.

“Ti ricordi?” chiede Kanon, mentre la lanterna si disperde sospinta dal vento.

“Forse” sussurra Saga. “Torneremo?”

“Ogni anno, se vuoi.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ce l’ho fatta!

Son riuscita a mantenere la scadenza settimanale; con un giorno di differita causa ricorrenza ovettosa. Ma a voi va bene lo stesso, vero?

Per prima cosa: buona Pasquetta a tutti!

Avete aperto tante uova? Vi siete abbuffati di cioccolato? Bene! Allora questa drabble è proprio in tema. Perché, quest’anno, Saga e Kanon non se ne sono andati in giro a Pasqua e mi hanno messo nell’uovo una bella storiella di una loro piccola tradizione. E io ho voluto condividerla con voi. I fondo, sotto sotto, quei due sanno essere così teeeeneri!

Dunque: per capirci ho inteso il promt Ringraziamento come Pasqua. Forse non è molto ortodosso, ma non riuscivo proprio a vederceli, i cari gemellini, in una festa completamente avulsa dalla loro cultura. Scusatemi la licenza quindi.

La Pasqua ortodossa fa quindi da sfondo a queste parole. Per prima cosa, precisiamo che in Grecia la Pasqua, che cade in una data diversa da quella cattolica (quest’anno divrebbe essere attorno al 5 di maggio, se non ho sbagliato i calcoli), è una festa profondamente sentità, più ancora del Natale. Le celebrazini, con anche forti diversità nelle varie regioni o città dell’Ellade, prendono anche due settimane e sono l’occazione per la famiglia per riunirsi.

Andando con ordine, per prima cosa Leonidion, che ho immaginato essere il luogo d’origine del padre dei gemellii e dove da piccoli si recavano in occasione della Pasqua, prima di entrare al Tempio. È una piccola città (era comune fino al 2011) nel Peloponneso, più precismente in Tsakonia, regione fulcro di una varità moderna di dialetto dorico. Rinomata per la sua posizione geografica particolare, incastrata fra due montagne e attraversata da un fiume e con il mare sullo sfondo. È rinomata per la sua tradizione pasqule, quando, durante la notte del sabato santo, subit dopo la Resurrezione, i fedeli, soprattutto giovani, si riuniscono su una piccola altura per far volare delle mongolfiere di carta precedentemente costruite con le loro mani. Simili a delle lanterne o a dei piccoli palloncini aerostatici, ricevono energia dalla candela che viene accessa in una speciale nicchia presente in perpendicolare al corpo tondeggiante. Menre le lanterne si alzano in cielo nella notte, sul sagrato della Chiesa viene bruciato il fantoccio del Giuda.

Altre tradizioni legate alla Pasqua greca sono il colorare le uova di rosso, un po’ come si usa anche in Italia. Il colore rosso è scelto per varie ragioni: secondo alcuni ricorda il sangue di Cristo, per altri è il colore della felicità per la resurrezione; altri ancora ritengono che rimandi ad un episodio intercorso fra Pietro e Maria Maddalena. Comunque, queste uova vengono colorare e decorate con immagini impresse con la cera solitamente fra il giovedì e il venerdì santo. Il primo uovo prende nome di uovo della Madonna e si crede abbi particolari poteri apotropaici.

Il sabato santo, invece, un po’ in tutta la Grecia, prima o dopo la funzione in chiesa in base alla tradizione si consumano per cena alcune delle uova rosse, la zuppa maghiritsa a base di interiora di agnello tagliate finissime e lessate con cipolla, aneto, riso e accompagnate da una salsa a base di uovo e limone, e kokoretsti, interiora sempre di agnello allo spiedo. La domenica di Pasqua, infine, si fanno cozzare fra loro le uova dipinte cercando di non romperle e si cucina l’agnello all’aperto, su lunghi spiedi fatti girare manualmente, bagnandolo con una foglia intinta nel tradizionale ladorigani, un miscuglio aromatico di olio e origano, mentre attorno si parla, si canta e si balla.

Naturalmente, queste sono solo alcune informazioni riguardanti la Pasqua ortodossa, che è estremamente varia, complessa e sfaccettata solo all’interno della Grecia. Spero comunque di esser riuscita a chiarice il background della drabble.

 

Auguri di buona Pasquetta a tutti!

E a fine settimana prossima!

 

  
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