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Autore: _Terens    01/04/2013    3 recensioni
Dal prologo:
Sono Elisa, ho quattordici anni e domani sarà il mio primo giorno al liceo, precisamente il Ruiz a Roma, eh si, è un linguistico.
Non ho mai avuto delle amiche, perchè a quanto pare le ragazze preferiscono quelle che come loro non fanno altro che spettegolare alle spalle dell'altra.
Non ho ancora avuto un ragazzo, il motivo?? Non voglio averlo. E poi i ragazzi preferiscono le ragazze con chili di trucco in faccia, che si comportano da svitate e gli vanno dietro. Io sono diversa.
E ora passiamo alla mia famiglia...
Mia madre è morta per un incidente in macchina causato da mio padre, Giorgio, che odio profondamente con tutta me stessa.
Vivo con mia sorella maggiore, Stella,che è una ragazza vitale e sempre allegra, al contrario di me. Ho un altro fratello, Simone che però sta in riformatorio per dei piccoli crimini commessi.
Beh, ora potete capire il motivo per il quale nessuna ragazza mi vuole essere amica e nessun ragazzo mi guarda.
Beh, ma a me non importa, se troverò mai un'amica questa mi accetterà per quel che sono.
Per quanto riguarda l'amore, l'amore è soltanto uno spreco di tempo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Famiglie riunite, famiglie spezzate
 
Famiglia... qual'è il vero significato di questa parola?
Credo che un sinonimo che gli si addice potrebbe essere casa, o meglio rifugio.
La famiglia è un rifugio, il posto dove ti puoi sempre recare, dove sei sicuro che ci starà sempre qualcuno ad accoglierti a braccia aperte. 
Famiglia. Forse la famiglia è l'unica che resta sempre, non i fidanzati, non gli amici. Ma lei, la famiglia c'è sempre. Nel bene e nel male.
Non ti giudica, anzi ti appoggia sempre nelle tue idee giuste o sbagliate che siano.
Quindi la famiglia dovrebbe essere quel luogo dove ci si sente al sicuro, dove si è liberi di aprire il proprio cuore, ma non sempre è così.
Spesso infatti essa è luogo di tristi e crudi conflitti. E in quel caso, è ancora una famiglia?
Quando alcuni componenti smettono di essere tali e diventano degli estranei, quando non ci si fida più nessuno. E' lo stesso una famiglia?
Famiglie spezzate, riunite, allargate. Quante ne esistono?
 
*****
 
-Allora hai cambiato idea?- mi chiede mia sorella con cautela.
Annuisco -Sta già molto male di suo, senza che ci metto il carico io.-
Stella prende la borsa così usciamo di casa. Davanti il portone incontriamo Simone che saluta Veronica.
Dopodichè si gira verso di noi guardandoci perplesso -Andate da qualche parte?-
Sto per rispondere ma Stella mi anticipa -Andiamo a trovare papà. Elisa ha deciso di perdonarlo e di chiedere scusa per il suo comportamento.-
Lui sorride comprensivo -Lo sapevo che prima o poi avresti ceduto anche tu.-
Sbuffo e sono quasi sicura che le mie labbra in questo momento sono piegate in una smorfia. Come dargli torto in fondo?
Poi gli chiedo -Perchè non vieni anche te?-
-Bastava chiedere.- risponde lui con un sorriso sulle labbra. Così entriamo dentro la macchina e Stella comincia a guidare.
Dopo mezz'ora buona raggiungiamo il carcere di Rebibbia.
Entriamo dentro e subito una guardia si avvicina a noi e si rivolge a nostra sorella, visto che è la più grande -Siete qui per una visita?-
Stella annuisce -Siamo venuti a trovare Giorgio Ricciardi, nostro padre. Ho avvertito ieri per telefono che saremmo venuti.-
La guardia annuisce -Seguitemi.-
Così ci incamminiamo dietro di lui e alla fine entriamo dentro una stanza familiare... è quella dell'altra volta.
La guardia richiama la nostra attenzione -Ora aspettate qui che vado a richiamare il detenuto.-
Comincio a battere ripetutamente il piede per terra, impaziente, mentre fisso l'orologio che segna il tempo. Tic tac. Tic tac.
Odio profondamente il ticchettio dell'orologio, mi mette ansia.
Dopo un tempo che a me è sembrato infinito vedo riapparire la guardia con accanto mio padre. Ci fa un cenno col capo e ci lascia da soli.
Lui pare sorpreso di vedermi e posso giurarlo, che quello che ha sulle labbra è un sorriso. E' felice di vedermi.
E ad un tratto mi sento estremamente in colpa. Lui è felice, io l'ho trattato male. Non ho avuto pietà.
Mi accorgo solo ora di quante cose vorrei dirgli ma le parole mi muoiono in bocca. Non so da dove cominciare.
Stella nota il mio imbarazzo e prende Simone con se, così loro escono per lasciarci soli.
Non ricevendo alcun tipo di messaggio da me, mio padre prende l'iniziativa -Sei venuta.-
Annuisco, e alla fine glielo dico, per togliermi un peso -Mi dispiace.- prendo un respiro forte per tutto quanto e punto i miei occhi nei suoi
-Mi dispiace per tutto. Tutto quanto. Per non averti ascoltato, per aver dato a te la colpa della morte di mamma. Mi dispiace.-
Lui sembra, anzi è stupito dalla mia confessione -E' tutto a posto e - lo interrompo, perchè ora come ora le sue parole mi sembrano tanto ingiuste, non mi merito che sia così tollerante con me.
Non dopo quello che gli ho fatto, o quello che gli ho detto. -Ho sbagliato e tu ora dovresti essere arrabbiato con me.-
-Eri acciecata dalla rabbia, molti avrebbero fatto come te.- tenta di giustificarmi lui. Poi mi asciuga le lacrime che hanno cominciato a rigarmi il volto e mi attira a se abbracciandomi -Sei sempre mia figlia.-
-Sono una pessima figlia.- lo correggo io tra le sue braccia.
-Ed io un pessimo padre.- dice lui con un punto di ironia. E mi ritrovo a sorridere come una scema. Come ho potuto fare a meno di lui in tutto questo tempo?
Ci stacchiamo appena in tempo perchè entrano Stella e Simone. -Allora?- chiede mio fratello.
Mio padre ci guarda sorridente come non lo è mai stato -Penso che entro quest'anno potrò uscire dal carcere.-
Inutile dire le nostre reazioni. Il volto di Stella si apre in un sorriso luminoso e comincia a dire a vanvera su come tutto presto tornerà alla normalità.
Simone si sta contenendo, lo vedo. Il suo è un sorriso tirato, vuole fare il duro...
E per un attimo penso davvero che potremmo tornare ad essere una famiglia normale. Di nuovo insieme...
La guardia entra dentro avvertendoci che il tempo a disposizione è finito. Noi salutiamo papà e gli promettiamo di fargli visita al più presto.
Per tutto il viaggio Stella non fa che fantasticare sulla nostra vita, su cosa accadrà quando papà uscirà dal carcere.
Io e Simone ci limitiamo ad ascoltarla divertiti, rassegnati... nostra sorella è sempre stata una ragazza sognante, piena di aspettative, e lo è anche ora che ha ventidue anni.
-Senti non è che mi puoi lasciare al parco dietro casa nostra?- chiedo a Stella interrompendo il suo monologo che dura da circa mezz'ora.
Lei annuisce -Va bene, ma non fare tardi.-
Dopo dieci minuti sono già dentro il parco. In lontananza, seduto su una panchina scorso qualcuno che conosco bene...
Il diretto interessato alza lo sguardo e per puro caso punta i suoi occhi, azzurri, nei miei. 
Capisco che non lo posso evitare sempre così vado verso di lui e mi siedo sulla panchina.
-Ehi!- lo saluto tentando di sembrare almeno un poco gentile.
Luca si gira stranito verso di me e mi saluta freddamente -Ciao.-
Nessuno dei due dice più niente, lui si limita a fissare le sue scarpe, mentre io guardo un punto fisso davanti me.
Così per rompere il ghiaccio, per aprirmi con qualcuno, gli confesso -Ho fatto pace con mio padre.-
Lui per la prima volta alza lo sguardo verso di me, e non lo distoglie -Mi fa piacere.- dice sinceramente.
-Avevi ragione, sul fatto che devo riuscire a perdonare le persone.- lui annuisce alle mie parole.
-Come stai Ilaria?-
Si irrigidisce di colpo, quindi deve essere successo qualcosa alla sorella... 
-I miei si sono separati, ora io e mia sorella viviamo con mia madre.-  mi confessa, cercando di non mostrarmi il suo dolore.
-E' terribile.- è l'unica cosa che riesco a dire.
-Già.- concorda lui. -Mia sorella sta malissimo, gli manca papà e puntualmente ogni giorno non fa che chiederci quando tornerà.- 
Prende un respiro profondo per poi continuare -Nessuno le risponde, mamma semplicemente perchè è una vigliacca... ed io, perchè non voglio farla stare più male di quanto lo è ora.-
Non so che dirgli, poi mi riviene in mente una frase, detta proprio da lui -Sai... dicono che il tempo cura tutte le ferite.-
Lui sorride amareggiato -Così dicono.-
 
 
Angolo dell'autrice:
Here I am! Yeah!
Scusate, oggi sono un po' euforica :P Buona pasquetta comunque, e anche buon pesce d'aprile :3
Avete visto? Sono riuscita ad aggiornare prima! Ok, non ci credo neanche io, potete darmi un pizzicotto se volete.
Comunque, passando al capitolo... vi è piaciuto? Forse vi aspettavate qualcosa in più da Luca e Elisa, ma... la storia ancora non è finita e ne vedremo delle belle. Grazie a tutte per continuare a seguirmi sempre... ma quanto posso essere ripetitiva?
Vabbè, scusate tanto ora non vi rompo più :P
Ci sentiamo, spero presto (incrociate le dita insieme a me)
Un bacione a tutte <3 
E godetevi questi ultimi giorni di vacanza...
  
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