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Autore: NevanBelladonna    01/04/2013    0 recensioni
Questa storia parla di una bambina di nome Caroline,con una vita non tanto facile. Strappata da casa sua grazie a un padre che non la voleva, riesce a crearsi una nuova vita con la madre che l'ha protetta con il suo amore.
La storia è ambientata più o meno nell'epoca vittoriana al tempo delle nobili famiglie inglesi, dove Caroline si distinguerà per il suo enorme spirito e voglia di cambiare il Mondo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
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Capitolo 4

Come farti sentire il mio amore


 

Alcuni giorni passarono, dopo quella piccola ma enorme sorpresa che Mary aveva deciso di fare a sua figlia.
In quei pochi giorni, i preparativi per quella festa erano già tutti belli che pronti: Vestiti,  i pochi accessori che Caroline possedeva, le scarpette … erano tutti sistemati sul candido letto della ragazza, in trepidante attesa dell’evento.
Mary era di sotto, a pulire le ultime cose che si trovavano in giro per il piano terra della casa.
Anche lei non vedeva l’ora di andare a quella festa e vedere sua figlia nel posto che più le spettava di diritto. Le avrebbe accompagnate il capo di Mary, quello del lavoro segreto che svolgeva la madre dietro i vicoli della città, compiacendo non di certo uomini eleganti.
Questo però, in quel giorno non le importava. Non le importava se erano in crisi, se arrancavano a vivere e a sostenersi l’un l’altra con fatica; l’importante era andare a quella festa e rendere felice la sua piccina. Così sistemava il tutto con un largo e candido sorriso sfoggiato in tutta la dimora.

****

La sera arrivò, così come la carrozza trainata da cavalli marroni e bianchi mandata da Marcus, il capo. Mary aspettava sua figlia mentre si appoggiava sul corrimano delle scale di legno.
La madre aveva un bellissimo vestito pieno di fiori somiglianti a gigli bianchi già aperti e bellissimi nella loro pienezza, una collana della zia, i capelli d’oro invecchiato raccolti in modo elegante …
Ma nulla poteva sfigurare Caroline.
Mary, al solo vederla scendere da quelle povere scale, ispirò l’aria intorno a sé con una gioia e stupore immensi, facendo scendere alcune lacrime dagli occhi mentre si portava le mani sulle labbra.
Il bellissimo vestito che le aveva fatto suo madre, le stava più che a pennello, in quella serata.
Il viso era ampio e pulito, candido quasi da sembrare vergine da qualsiasi avvenimento negativo avuto in vita. I capelli d’oro le cadevano lungo la schiena per metà, mentre l’altra era raccolta in un motivo a rosa. Il prezioso cammeo brillava di luce proprio, come una stella.
Molto probabilmente, però, era l’interezza di Caroline a brillare. Da quegli occhi verdi, riempiti dall’amore, cadevano delle lacrime silenziose che rigavano il volto della ragazza, mentre scendeva dalle scale e giungendo quasi tra le braccia della madre.
Caroline, arrivata davanti a Mary, le sorrise asciugandosi le lacrime con il dorso della mano, incitandola ad andare.
Uscite dalla casa degli amati zii, si diressero entrambe alla carrozza che le attendeva. Il cocchiere si levò il cappello a cilindro, rimanendo impietrito dalla bellissima vista della giovane ragazza. Dopo essersi rimesso il cappello con ancora un po' di stupore, diede una leggera frustata ai cavalli e partirono verso il piccolo palazzo.

****

Le persone attendevano al di fuori di quel piccolo palazzo, o meglio, della piccola reggia ancora sconosciuta da entrambe.
Videro l’immensità di quella dimora già dal piccolo finestrino della carrozza, dove si specchiavano luci e volti di persone che passeggiavano con i loro amati o i loro cari. Abiti lussuosi, donne con portamento elegante e raffinato …
Caroline non doveva più invidiare quelle donne e ragazze.
Nei giorni prima di quest’evento, Mary le aveva insegnato tutto ciò che c’era da imparare riguardo i crismi di quel tempo. L’educazione a corte, come rivolgersi alle persone, come parlare e con chi parlare …
Adesso era tornata al passato che le era stato strappato via.
Caroline pensava a tutta la sua vita, mentre guardava ancora le mura della dimora, quando il cocchiere interruppe i suoi pensieri.
Aprì la piccola porta e aiutò entrambe a scendere.
La ragazza si sentiva così tanto agitata che le pareva di essere in un sogno. Quando in verità sentiva il duro terreno sotto i suoi teneri piedi.
Aspettò che Mary scendesse dalla carrozza, cercando la sua attenzione con uno sguardo quasi riempito dalla preoccupazione.
Accorgendosi di quello sguardo, la madre le accarezzò il viso e le sorrise.
D’un tratto tutta quell’ansia, quella paura, tutte quelle strane sensazioni sparirono improvvisamente.
Caroline le ricambiò amorevolmente il sorriso, tornando poi a guardare quella dimora dove le persone iniziavano a entrare con ordine, invitate da un ragazzo posto davanti all’ampia entrata.

****

Camminarono lungo quelle dure mattonelle lavorate il meglio possibile, giungendo alla scalinata principale. Salirono insieme, mano nella mano. L’una dava forza all’altra.
Arrivate quasi davanti all’enorme entrata, Mary lasciò la mano della figlia per prendere l’invito che Marcus le aveva procurato per entrambe. Il ragazzo, vide prima l’invito, chiedendo poi alle due i rispettivi nominativi.
Mary disse il suo, mentre Caroline balbettava leggermente per il nervosismo.
“Signorina, stia tranquilla …”
Il ragazzo disse quelle parole cercando di tranquillizzare la giovane ragazza che si trovava davanti. Gli occhi gli si spalancarono dalla splendida visione di quest’ultima, mentre le gambe iniziavano a cedergli.
“Caroline Spener.” Le disse cercando di assumere un tono deciso e concreto, mentre fissava il ragazzo che al tempo stesso la fissava imbambolato.
Caroline gli mostrò un sorriso, quasi come per tranquillizzarlo. Era diventato uno strano gioco, a quanto pare.
Il ragazzo fece entrare le due, continuando a fissare la ragazza che allo stesso tempo cercava di guardarlo con la coda dell’occhio, facendo finta di sistemarsi i fili d’oro che le cadevano sulle spalle.

****

Il salone d’entrata era immenso, pieno di luci e dipinti favolosi. Le persone discutevano amabilmente l’una con l’altra, chiacchierando del più e del meno mentre l’orchestra suonava un motivo gioioso ma allo stesso tempo rilassante.
Mary andò subito a cercare Marcus, tirandosi a sé sua figlia che rimaneva rapita da qualsiasi cosa che il suo sguardo catturava.
La donna toccò gentilmente la spalla di Marcus che si trovava a discutere con dei signori, suoi amici e colleghi di tutt’altro lavoro. Sentendosi toccare, si girò per vedere chi fosse. Sorpreso dal vederla lì, la presentò con entusiasmo ai suoi amici.
“Lei è la mia signora. Questa sera ho voluto che fosse lei ad accompagnarmi a questo ballo." Scorgendo oltre la spalla di Mary, poté vedere sua figlia che splendeva di bellezza. "Oh si, quasi dimenticavo la dolcissima Caroline. Signori, vi presento anche Caroline, la figlia di questa bellissima donna.”
Marcus, pronunciando questo discorso davanti a quegli uomini, teneva stretta la mano di Mary, mostrandola con orgoglio.
 Alla sua presentazione, la donna accennò a un inchino con un velo di sorriso, creato dal lato della sua rosea bocca.
Caroline, seguendo la madre, sorrise anch’essa alle persone che si trovava davanti a lei accennando anche a un inchino.

Era rimasta un po’ perplessa dal comportamento di Marcus.
Per quanto ne sapeva, l’uomo in questione era solo il datore di lavoro della madre … di certo non il suo compagno.
Forse però, era solo per quella sera. Magari era una cosa che si faceva ogni volta a questi avvenimenti, pensò ...

I suoi pensieri vennero interrotti da uno stacco dell’orchestra e dalle chiacchiere che si trasformavano lentamente in brusii, mentre le persone che prima stavano discutendo si giravano verso il centro della sala.
“Signori e Signore, vi do il benvenuto nella mia umile dimora. Prego! Prego! Avvicinatevi pure! Le danze stanno per incominciare!”
Disse un uomo con una voce tuonante, al centro della sala.
La sala ricominciava ad avere tutti quei suoni originari, mentre molte persone si avvicinavano al centro di essa.
I membri dell’orchestra si guardavano fra di loro, preparandosi per l’imminente ballo.
Una stoccata di violino, e via con le danze.
Le coppie si prendevano mano nella mano, dirigendosi a piccoli passi di ballo sempre più al centro della sala, contornata dalle persone che osservavano.
Mary e Marcus si erano lanciati in quel ballo, mentre Caroline rimaneva impietrita dal comportamento della madre. Non che le desse dispiacere, ma adesso era sola e non sapeva cosa doveva fare.
Ad un certo punto si sentì toccare la spalla.
Era il ragazzo di prima, che le porgeva la mano per invitarla a ballare. Caroline sfoderò un altro suo sorriso, indecisa sull’andare o meno.
Si buttò, prese la mano e fece un rapido inchino a quel ragazzo dagli occhi di un caldo nocciola, che iniziavano a stregarla.
Il ragazzo si fece far spazio dagli invitati che gli rivolgevano uno sguardo di stupore. Ovviamente, per loro, era strano vedere il principe di quella dimora invitare una giovane ragazza sconosciuta a ballare.

****

“… Senti Caroline, sempre se posso chiamarti così … ecco, vedi, io non amo molto questi rigori …
potremo evitare le così dette “buone maniere” e rilassarci un po’?”
Chiese il ragazzo, guardando Caroline negli occhi con un certo imbarazzo.
“C-certo … perché no!? E … si, puoi chiamarmi Caroline.”
Si sentiva ogni secondo di più a suo agio, in quell’ambiente che poco tempo fa le era concesso di visitare solo nei sogni.
Il ragazzo continuava a guardarla, mentre ballavano su quella melodia suonata dall’orchestra.
“Da dove vieni?”
“Io? Beh… vengo da un piccolo villaggio qui vicino. Tu? Sei di qui …?”
“Si … “
Entrambi non riuscivano a guardarsi negli occhi. Entrambi, quando riuscivano a prendere un po’ di coraggio per potersi guardare e sorridere, si pestavano i piedi, mentre arrossivano dolcemente.
“S-sei stupenda …”
“ … Grazie, anche tu sei … stupendo …”
I loro volti erano così tanto vicini che si potevano intravedere i fili che piano piano li stavano unendo. Purtroppo però, la musica finì, così come la danza.
Subito arrivò un uomo alto, d’età matura che prese il ragazzo dalla spalla, sorridendogli.
“Ma William! Non sapevo che avessi compagnia questa sera!
Signorina, sono incantato di conoscerla. Mi chiamo George, sono il proprietario e sono il padre di questo ragazzo. Ditemi, vi andrebbe qualcosa? Per qualunque cosa, sono al vostro servizio.  Ancora incantato!”
Il padre diresse al figlio un ultima occhiata scherzosa, intendendo un qualcosa come “attento a te, che io ti vedo”.
Caroline, doveva ancora realizzare cosa fosse appena successo. L’uomo di prima era sicuramente quell’uomo che tuonava con la voce dal centro della sala, prima del ballo. Era anche il proprietario della dimora e, cosa peggiore di tutte, il padre di quel ragazzo.
Dunque, se lui era il padre, allora quel ragazzo doveva essere …
La ragazza arrossì violentemente di fronte alla vista del ragazzo che l’aveva sia accolta dentro casa sua, sia che l’aveva invitata a ballare.
Le gambe le cedettero al solo pensiero di tutti quegli avvenimenti connessi a quel bellissimo ragazzo, crollando addosso proprio su di lui, svenendo.

****

Dopo un piccolo soccorso, Mary continuava a fare aria a sua figlia con la mano, mentre il suo viso era contratto in un’espressione di preoccupazione.
Caroline si riprese, appoggiandosi alla colonna che si trovava dietro le sue spalle. Accanto a lei erano presenti solo sua madre, Marcus, George e alcuni invitati.
Purtroppo nessuna traccia di quel ragazzo.
Con delusione, guardò la madre con un certo senso di vergogna, facendole capire che era ormai ora di andare a casa.

Marcus l’aiuto ad alzarsi e a giungere fino alla carrozza, la quale partì portandosi dietro di sé una scia di delusione lasciata dalle lacrime di Caroline che le bagnavano silenziosamente il vestito.


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Ed eccoci qui. Bon, allora... diciamo che per me non è che sia chissà cosa questo capitolo...
Però per alcuni miei amici piace tantissimo, dunque spero che possa piacere anche a voi lettori che avete la pazienza di leggere le mie storie e.e
Per il resto... beh, ho cercato e sto cercando tutt'ora di trovare il tempo per continuare a scrivere i capitoli di questa storia, visto che vi faccio attendere non poco.
... Direi che le comunicazioni sono finite. Spero che vi piaccia e vi invito di recensire in piena sincerità per aiutarmi a scrivere meglio e trovare anche dell'ispirazione. :3
Ci si sente ~

- Nevan; †

  
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