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Autore: Nyssa    21/10/2007    10 recensioni
I guai non arrivano mai da soli... Draco Malfoy se ne accorge la mattina in cui si ritrova con Pansy innamorata (e non di lui stranamente!), Goyle pescato a mettere petardi incendiari e un imminente coloquio con la McGranitt sul suo calo scolastico
Ovviamente niente potrebbe essere peggio, ma deve presto ricredersi, il collegio decide di assegnargli un tutor per recuperare nelle materie e chi meglio di Hermione Granger, la migliore studentessa di Hogwarts? Va bene, questo può anche andare a suo vantaggio, ma cosa succederebbe se oltre ai suoi voti Hermione cambiasse anche lui? E cosa ci fa un bambino in giro per la scuola?
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Premessa: allora, devo cominciare mettendo di credits della canzone che ho pubblicato nel precedente post, anche se non credo che ce ne sia troppo bisogno visto che in pochi non conoscono la colonna sonora di Titanic… allora, diciamo anche che non sono p

Premessa: allora, devo cominciare mettendo di credits della canzone che ho pubblicato nel precedente post, anche se non credo che ce ne sia troppo bisogno visto che in pochi non conoscono la colonna sonora di Titanic… allora, diciamo anche che non sono proprio una fan sfegatata di questo film visto che ho passato dalla metà in poi a piangere come una fontana, quindi ho un rapporto strano, ma ammetto che la canzone è veramente splendida.

Il titolo è “My heart will go on” ed è cantata dalla mitica Celine Dion (*_*).

Bene, a questo punto vi lascio alla lettura del capitolo sperando che vi piaccia, ciao e un bacio a tutti,

Nyssa

 

*          *          *

 

Un raggio di luce insistente attraversò le pesanti tende blu di velluto che coprivano la finestra.

Draco Malfoy aprì lentamente un occhio per controllare la provenienza di quella luce fastidiosa quando voleva solo continuare a dormire fino alla mattina dopo.

Storse seccato la bocca e richiuse gli occhi cercando di ignorare il fascio luminoso che lo colpiva, impedendogli di riprendere sonno.

Ancora più disturbato, alzò definitivamente le palpebre scrutando la stanza accanto a sé.

Che tranquillità che c’era in quel luogo perfino alle prime luci di un’alba rosata che tingeva di un colore quasi magico le cime dei monti e le valli sulle quali si affacciava la finestra della vecchia aula di Astronomia.

Non senza uno sforzo che gli strappò un gemito di dolore, il biondo si alzò un poco, appoggiandosi ai cuscini malamente scomposti dietro la sua schiena per godersi lo spettacolo dell’aurora.

Solo allora si accorse che nella stanza non era solo.

Addormentata sul suo stomaco stava una mezzosangue diversa da come l’aveva sempre vista: delicata e fragile… e anche seducente.

La bella Caposcuola sospirava nel sonno con un braccio sotto la testa e i capelli ondulati rovesciati sulla coperta che lo copriva e su una porzione di pelle candida che sfuggiva alla protezione della ruvida stoffa; gli occhi erano chiusi e nascondevano quelle iridi dorate che troppo spesso, ormai, sapevano catturare il suo sguardo, la bocca socchiusa e il petto che si alzava ritmicamente col suo respiro caldo che sentiva poco distante.

Già che dormiva, decise di prendersi qualche libertà e osservarla in tutta calma senza che quella saltasse su come se avesse visto una tarantola con la frase di “Perché mi guardi? Mi sono venuti i capelli verdi?” proprio non riusciva a comprendere perché la gente desiderasse così tanto fissarla… una volta gliel’aveva davvero detto, che le erano venuti i capelli verdi, s’intende, e quella era scattata dalla panca andando a specchiarsi in una finestra e, ritrovandoli del suo solito colore, si era avventata sul responsabile di quella battuta, che nel frattempo rideva sopra i compiti di Incantesimi, con una serie di invettive che minacciavano vite terribili e vendette inesorabili.

Era comprensibile, quindi, che desiderasse darle un’occhiata con tutta calma.

“Come se non lo facessi tutte le volte che lei non se ne accorge”, sussurrò una voce dentro di lui punzecchiandolo, ma la mise subito a tacere in base a… già, a quale legge doveva fare riferimento? A quale regola?

Giusto!

Era bene conoscere il proprio nemico!

“…se tu lo chiami nemico uno che ti ha quasi salvato la pelle ieri sera e fasciato le ferite”, continuò il diavoletto saccente dentro di lui e Malfoy mandò allegramente a quel paese già di prima mattina quella poca coscienza che lo stare insieme a Blaise e alla mezzosangue gli aveva fatto nascere.

“Io ci sono già da prima!” protestò la vocina per niente contenta di essere messa da parte così facilmente.

Decidendo di ignorarla, lo Slytherin si lanciò nella contemplazione nella ragazza e a quel punto, perfino la seccante presenza dentro di lui se ne rimase zitta a seguire l’immagine di lei addormentata.

Decise che partire dai piedi era una cosa intelligente e analizzò i mocassini della divisa che la riccia portava anche quando non c’era lezione: un paio di scarpe basse di cuoio lavorato e finemente rifinito con la suola liscia, un po’ consumata dal suo passo svelto che percorreva i corridoi della scuola speditamente.

Indossava la divisa, decise quando una porzione della gonna a quadri entrò nel campo visivo assieme alle collant di lana nera, possibile che ci fosse qualcuno che ancora portava l’uniforme terminate le lezioni?

Beh, dopotutto doveva pur esserci un motivo se l’avevano chiamata la più brillante studentessa di tutta Hogwarts

“Anche se non è solo perché porta la gonna a scacchi e il maglioncino fuori dall’orario di scuola…” si premurò di precisare la coscienza.

Il pesante maglione grigio con la bordatura rossa e oro copriva il torace della ragazza nascondendo il seno e l’attaccatura della gonna, mentre la camicia bianca spuntava per il colletto dallo scollo a V e i polsini slacciati comparivano appena oltre il bordo del pullover.

Seguì ancora la linea del collo per ritrovarsi a contemplare il suo viso addormentato e i capelli color del cioccolato che mandavano bagliori caldi illuminati dalla luce mattutina.

Percorse ancora le spalle minute e poi lungo il braccio ripiegato sotto la testa.

C’era solo un problema.

L’altro braccio.

Pericolosamente vicino ad un punto dove di sicuro non sarebbe dovuto essere.

O almeno finché lei non avesse deciso di dare una piega più “intima” alla loro relazione: cosa del tutto improbabile.

Il codice rosso d’allarme si azionò automaticamente mentre nella sua mente si susseguivano le possibili soluzioni del problema, fino ad ora a quota 0.

E il problema più grave era che più fissava quella mano e meno riusciva a concentrarsi su come scongiurare l’inevitabile.

Poteva perfino contare lo spazio: erano 7 cm e 8 mm e sarebbe successo l’irreparabile.

Irreparabile per lei e per lui.

Perché lasciarsi andare in una cucina alle tre di mattina senza pubblico era un conto.

Ma adesso si parlava di un lasciarsi andare completamente diverso e, soprattutto, non sarebbe dovuto essere solo lui a lasciarsi andare… per di più lasciarsi andare a quel modo con Harry Potter, notoriamente migliore amico della Granger, che dormiva a due metri di distanza era tutto un altro paio di maniche!

E certo non perché si preoccupasse di quel che potesse fargli Potty se se ne fosse accorto!

No… i problemi erano ben altri… anche se non era consigliabile fare qualcosa del genere con Sfregiato ad almeno 100 metri di distanza, beh, meglio abbondare,  Quattrocchi ci andava sempre pesante con le vendette, facciamo 200.

 

Con calma Draco, rifletti e pensa a cosa fare, disse a se stesso mentre la coscienza annuiva convinta.

Allora… se ti alzi ancora un po’… no, da evitare assolutamente.

Se la svegli malamente, spostare il braccio mentre è ancora nel dormiveglia sarebbe un gesto automatico e accadrebbe comunque.

Che si poteva fare?

Da quando i problemi della vita erano come evitare l’inevitabile tragica fine che Potty gli avrebbe fatto fare quando lei si fosse svegliata e avesse preso coscienza di… e allora avrebbe urlato, se lo sentiva, faceva una scenata solo a vederlo senza camicia, figuriamoci in quello stato

E allora San Potter sarebbe giunto in suo soccorso, avrebbe capito cazzi per cozze (e il riferimento era totalmente casuale) e sarebbe finito in infermeria con un bel mal di testa allucinante da parte di entrambi gli esponenti del Grifondoro.

 

E non si prendeva certo tutte queste brighe solo perché era lei!

No, era solo per risparmiarsi un altro bell’incontro con la Chips prima che Silente ce lo spedisse di corsa dopo aver appreso della sua particolarissima fuga da Malfoy Manor e della nuova moda di farsi sfasciare la schiena da un phantom volante solo perché non si era ricordato in tempo della formula che gli avevano insegnato!

“Beh, vedi di fare qualcosa!” s’impermalì la coscienza che se ne stava lì ad aspettare.

 

La Granger atteggiò la bocca mentre lui continuava a litigarsi con se stesso sul da farsi senza giungere ad una qualsiasi conclusione possibile.

Alla fine, ancora combattuto, decise che quella era la cosa giusta da fare.

Sì, anche perché che alternative aveva?

E se fosse successo qualcosa sarebbe stata tutta colpa della mezzosangue che gli si era addormentata sopra senza riguardi per la sua schiena dolorante che per prima aveva detto di voler proteggere costringendolo poco dignitosamente ad andare a letto di filata e poi sistemandogli le coperte come ad un bambino in culla.

E allora, fatti suoi.

Beh, in parte anche suoi.

Ma la percentuale era decisamente impari.

 

Prese un bel respiro e, allungando un braccio, pungolò appena il grigio scuro del golf della ragazza.

Hermione sbatté qualche volta le ciglia riprendendosi dal sogno che stava facendo prima di essere svegliata.

Aprì definitivamente gli occhi cercando di mettere a fuoco l’ambiente intorno a sé, così diverso dalla sua amata camera da Caposcuola…

Girò un poco la testa intorno finché gli occhi dorati si posarono su quelli ben poco amichevoli del biondo Principe delle Serpi che la fissavano, le sopracciglia arcuate e un’espressione per niente vicina al “buon giorno”.

-          Ti sembra questo il posto dove addormentarti? – berciò lui ringraziando che, in tutte quelle manovre, lei non avesse considerato indispensabile spostare la mano sinistra in una posizione ben più pericolosa di quella dove già stava, anche perché rimanere tranquilli guardandola in faccia era tutto un altro conto che congetturare con lei addormentata.

Sulle prime la mora parve non recepire il vero significato di quelle parole e lo guardò ancora in faccia alla ricerca della risposta senza trovarla

-          Perché? – mormorò assonnata e, così facendo, puntellò la mano sinistra per stropicciarsi gli occhi con l’altra.

A quel punto i suoi neuroni ricominciarono a funzionare tutti d’un colpo, generando un sovraccarico nel cervello, già perché quella dove stava facendo forza per mettersi a sedere era una coperta, o meglio, la coperta era solo lo strato superiore perché sentiva perfettamente sotto il palmo della mano le ossa del bacino del biondo leggermente sporgenti

-          Sei in una situazione pericolosa, mezzosangue – ghignò la serpe: il “pericolo mal di testa” addormentato dietro la tenda era niente in confronto all’espressione spaesata della Granger quando, messa a fuoco la situazione, aveva abbassato sconcertata gli occhi continuando a tenere la mano esattamente dove stava.

Un Malfoy poteva gongolare?

Era un interrogativo che avrebbe potuto sottoporre a suo padre se Lucius non fosse stato completamente privo di senso dell’umorismo…

Il colorito della ragazza, comunque, era un pegno sufficiente per i dieci minuti buoni di panico in cui l’aveva precipitato appena sveglio.

La bella bocca sottile si deformò in un ghigno madre-in-malfoy quando lei ritrasse rapidamente la mano e se la nascose in grembo.

-          Cos’è, non riesci a starmi lontana? – sibilò e lei avvampò ancora di più

-          Non scelgo ho chiesto io di addormentarmi così – precisò senza convincere tanto neppure se stessa

Lui si limitò ad alzare le spalle senza tuttavia cancellare l’espressione trionfante dal viso.

Lei invece non seppe fare altro che continuare a guardare il parquet della stanza con aria imbarazzata senza l’ulteriore coraggio di guardarlo nuovamente in faccia.

Ma perché certe cose dovevano succedere proprio a lei?

-          Perché non mi hai svegliata prima? – borbottò contrariata che lui riuscisse a metterla così a disagio

-          Stavo cercando anche io di evitarti una situazione decisamente più imbarazzante – rispose candido – ma se ci tenevi così tanto ad andare avanti basta dirlo, posso sempre rimediare…

La parola “stupido” raggiunse attutita le orecchie del biondastro mentre lei si morsicava le labbra prima di ricoprirlo definitivamente di insulti un po’ ingiusti visto che lui aveva cercato di non metterla in imbarazzo.

Cos’era peggio?

Insultare uno che non se lo meritava o sorvolare sulle sottintese provocazioni che normalmente sarebbero state la causa di una bella paternale?

 

Due minuti di silenzio imbarazzato.

Le parole erano volate via assieme al sonno di entrambi.

-          E’ bella l’aurora – disse la ragazza guardando fuori della finestra lo splendido spettacolo

-          Sai mezzosangue, per una volta siamo d’accordo – annuì il biondo

-          Come va la schiena? – domandò alzandosi in piedi e voltandosi verso di lui che non rispose, mica poteva confessarle che gli bruciava quanto il sale sulle ferite!

-          Capisco – continuò lei inginocchiandosi accanto mentre lui si metteva faticosamente a sedere – dovresti smetterla col tuo stupido orgoglio, guarda che puoi anche dirlo che ti fa male – sbottò guardandolo male

 

Merda.

Ma perché vedeva sempre quel che non doveva?

Non andava mica bene quella posizione di svantaggio, e poi, perché doveva essere lui la vittima?

Fu un secondo: l’attimo prima stava rimuginando qualcosa guardando da una parte e quello seguente sentì le dita calde di lei che gli accarezava appena l’avambraccio sinistro dove spiccava il Marchio Nero.

Era strano, ma lei adesso sembrava completamente un’altra persona… lo sguardo vacuo, gli occhi lucidi e i movimenti gentili mentre, senza imbarazzo, lo sfiorava appena.

Quanto era strana la vita.

-          Sai, nonostante tutto quello che ho detto, sono contenta che tu non sia diventato un Mangiamorte… - sollevò lentamente lo sguardo dorato su di lui e la serpe si accorse delle lacrime che minacciavano di sgorgare e che già velavano i suoi occhi brillanti.

Si sentiva in colpa a vederla in quello stato così vulnerabile e, allo stesso tempo, preoccupata ma felice.

Nessuno era mai stato felice o orgoglioso di lui a parte suo padre, ma se al suo posto ci fosse stato chiunque altro sarebbe stato uguale, l’unico orgoglio di suo padre era di avere un figlio che portasse avanti l’antico nome dei Malfoy.

No, nessuno.

Fino ad ora.

Era una sensazione strana quella di essere importante per qualcuno.

E quando la Granger faceva così, lui si sentiva davvero importante per lei…

Aprì gli occhi e la vide ancora intenta a fissare i segni scuri e confusi sul suo braccio e a toccarli appena, con reverenza.

 

Hermione tracciò l’ultimo segno sulla pelle candida di lui che era ancora soprappensiero.

Lo vedeva lì come un gatto, solo e senza nessuno.

Aveva Blaise e nessun altro.

E adesso capiva quanto stretto era il loro legame.

Malfoy era un anima solitaria, forse più di quanto volesse: non aveva affetti a circondarlo, persone a confortarlo, sentimenti a supportarlo.

Aveva solo se stesso e mille anni di tradizione da portare avanti.

Doveva fare i conti con un padre Mangiamorte, una madre altezzosa e snob, uno status sociale, simboli fragili come bicchieri di cristallo che minacciavano di infrangersi ogni momento.

E lui non lo permetteva perché era legato al suo nome e lo rispettava.

Era una cosa importante rispettare il proprio nome.

C’era stato un periodo in cui lei l’aveva quasi rinnegato: quando l’avevano chiamata mezzosangue, quando le aveva detto che doveva morire, che per lei non c’era posto né in un mondo né in un altro, intrappolata a metà tra due realtà così distanti.

Aveva odiato che i suoi genitori fossero babbani e che non potessero capire il suo tormento.

Aveva invidiato i purosangue e i babbani, tutto pur di non essere una mezzo e mezzo che non sapeva da che parte stare: fare il babbano era facile, fare il purosangue pure.

Fare il mezzosangue era un inferno e lei lo sapeva.

Ma perfino uno come Malfoy che era purosangue da generazioni aveva le sue magagne e, forse, ben peggiori delle sue.

Nonostante tutto lei aveva una madre e un padre che non vedevano l’ora di riabbracciarla, che gioivano dei suoi successi e si congratulavano con lei.

Chi aveva Malfoy?

Un cumulo di lapidi che non gli davano alcun calore e che, anzi, gli toglievano quel poco che riusciva a crearsi da solo.

E le dispiaceva per lui.

Non avrebbe dovuto affezionarsi così tanto al Principe delle Serpi perché era un bastardo fino in fondo, perché ci sarebbe stata male, di nuovo.

Non voleva soffrire.

Era terribile.

E nessuno l’avrebbe compresa.

Di nuovo.

Ma come non si era scelta da che parte del mondo nascere, neppure adesso aveva potuto scegliere, o forse l’aveva fatto inconsapevolmente.

Era orribile non poter decidere da sé, lo sperimentava in quelle cose e immaginava cosa dovesse essere la vita di Daphne, di Neville.

Ma anche lei ne aveva molte di complicazioni perché Draco Malfoy non era certo la persona migliore di cui andarsi ad innamorare…

Già, era successo, e allora?

Che avesse scelto senza saperlo o che fosse successo e basta, cosa cambiava?

Che così fosse, ma sarebbe continuato tutto come prima: non gliel’avrebbe detto, non glielo avrebbe fatto capire.

Da quanto?

Boh, chissà…

Da poco l’aveva scoperto: lui l’aveva cercata e lei era andata, senza problemi, senza pensieri, quelli erano venuti dopo.

E poi l’aveva visto tornare con la schiena lacerata, il braccio segnato e portando con sé un bambino da difendere: Draco Malfoy non aveva desiderato la morte neppure per un istante e per questo lo rispettava, anche se rispettare una serpe era qualcosa di strano, lui voleva andare avanti e continuare, combattere e dimostrare qualcosa.

Chissà cosa.

Chissà se ci sarebbe riuscito, a testardaggine non lo batteva nessuno, neppure il caro Lucius.

No, lui aveva visto il Marchio, l’aveva fronteggiato e aveva deciso di vivere come gli pareva, strafregandosene da vero Draco Malfoy.

Non aveva avuto crisi di personalità in quel momento.

Aveva lasciato la sua casa, la sua famiglia, avrebbe combattuto per quel bambino, lo sapeva; perché lo aveva promesso e perché era un motivo per andare avanti.

E lei sarebbe stata con lui.

Sarebbe stata lo scudo invisibile che l’avrebbe aiutato senza che lui se ne accorgesse perché, se l’avesse fatto, non gliel’avrebbe mai perdonata.

Era innamorata.

Di Draco Malfoy.

E innamorarsi significava fare delle follie e desiderare la felicità più grande per la persona che si ama.

Desiderava che lui fosse felice.

La sua gioia era vederlo andare avanti senza cedimenti.

La sua felicità avrebbe potuto aspettare.

Forse per sempre.

Gli lanciò un’occhiata.

Era stupido innamorarsi di Draco Malfoy.

Ma almeno lei poteva stargli vicino come amica.

Eccolo lì, il suo piccolo segreto.

 

*          *          *

 

Seraphin Black attraversò la stanza verso la tenda che separava il posto dove dormiva da quello dove era stato portato quel tipo strano che l’aveva fatto scappare da Malfoy Manor.

Chi era?

Si stropicciò gli occhi e si diresse verso la ragazza che lo aveva messo a dormire assieme a quell’altro personaggio strano che si chiamava Harry Potter e che non era capace di raccontare le favole.

 

Hermione vide la piccola figura del bambino portato da Draco entrare da dietro la tenda e si voltò mentre questo si avvicinava a lei.

Anche Draco si fermò a guardarlo, studiandolo come la sera precedente, di fretta e con ben altri pensieri, non aveva potuto fare.

Che fosse un Black, su quello non c’erano dubbi perché aveva il colore scuro di capelli tipico di tutti i membri della famiglia, tranne che su sua madre e di sua zia Andromeda.

Quando smise di fregarsi gli occhi, vide che questi erano di un brillante blu che spiccava in contrasto col color pece dei capelli; non avrebbe saputo dargli un’età, pressappoco quattro o cinque anni, forse sei.

Che dire, così piccolo e già tristemente mischiato con quel giro di morte.

 

Hermione gli tese una mano e il bambino si avvicinò sedendosi accanto a lei e piantando gli occhioni in faccia al biondo

-          Tu chi sei? – chiese alla serpe con la curiosità tipica dei bambini

-          Mi chiamo Draco Malfoy – borbottò lo Slytherin, per niente contento che gli ponessero delle domande del genere

-          E tu? – gli domandò la mezzosangue – come ti chiami?

-          Seraphin, Seraphin Black – annunciò giulivo il bimbo – ma Ransie mi chiamava Fin

-          Ransie? – esclamarono all’unisono i due

-          Mia sorella – spiegò, Hermione annuì mentre Draco cercava di ricordava l’albero genealogico di sua madre e da quale ramo venisse questo Black – alla “zia” Bellatrix però Ransie non piaceva – decretò cupo – e neppure il mio nome, diceva che non andava bene per uno come me

-          La zia Bellatrix? – chiese preoccupato Draco che già si vedeva una relazione adulterina di sua madre che, messo al mondo un bambino, gli aveva dato il proprio cognome da nubile

-          In realtà non è proprio mia zia, però lei voleva che la chiamassi così… - specificò – con mia sorella era molto cattiva, voleva a tutti i costi che “abortisse”. Che cosa significa “abortisse”? – domandò alla ragazza bruna.

Hermione guardò preoccupata Draco

-          Tua sorella aspettava un bambino? – gli domandò con dolcezza, lui annuì giulivo

-          Sì, mi aveva detto che a Pasqua sarei diventato zio! – sembrava così contento

-          E adesso dove è tua sorella? – gli chiese Draco

-          Non lo so, la zia Narcissa ha portato via me e anche Ransie, ma non so lei dove sia finita

-          Mia madre è tua zia? – Fin parve momentaneamente confuso da quel piccolo intrico di parentela

-          No! – decise infine – anche lei si faceva chiamare così come la “zia” Bellatrix, però a me zia Narcissa stava più simpatica di quella megera perché si preoccupava del bambino di mia sorella

Giusto, decise Draco, non si è preoccupata del proprio figlio e quindi, per scaricarsi la coscienza lo fa con i figli dei prigionieri dei mangiamorte

Ma perché diamine quel bambino era a Malfoy Manor, evidentemente prigioniero?

-          Da quanto tempo eravate al castello? – chiese il biondo cercando di fare luce sulla vicenda

-          Tre mesi – disse segnandoli sulle dita – da ottobre, lo so perché la zia Narcissa mi ha detto che tra una settimana è Natale! – sembrava contento anche di quella piccola cosa…

-          Come mai eravate prigionieri? – chiese ancora il cercatore verde-argento, il bimbo scosse la testa

-          So che volevano far fare un altro bambino a mia sorella, ma lei non poteva perché ne aveva già uno, per questo dicevano che doveva “abortire”

-          Come si chiama di cognome tua sorella?

-          Black DeLaci, è sposata – beh, era un indizio…

-          E con chi? – chiese Hermione

-          Con mio “cognato”, ha un nome strano, si chiama Alerei DeLaci – Draco si sedette diritto ignorando il dolore

-          Conosci questo Alerei? – gli domandò la mora, lui annuì

-          È una famiglia purosangue molto famosa e facoltosa, hanno perfino un titolo nobiliare babbano, credo che siano marchesi o conti… - Hermione accennò col capo

-          Ransie diceva che Alerei era molto felice del bambino, speravano che fosse una femminuccia, io volevo che fosse maschio così poi giocavamo a quidditch assieme…

-          Davvero? – disse accondiscendente la riccia che coni bambini sapeva farci sicuramente più del biondastro

-          Sì, la volevano chiamare Honor DeLaci, ma poi ci hanno rapito… Ransie dice che mamma e papà saranno molto preoccupati

-          Come si chiamano i tuoi genitori?

-          La mamma si chiamava Bryanna e il papà Zachariah

-          Zachariah Black? – chiese Draco con aria sconvolta, il bambino annuì

-          Conosci anche questo? – domandò Hermione

-          Dovresti conoscerlo anche tu – specificò lui – è un Auror molto famoso, il capo della Divisione Speciale – lei annuì – ma c’è dell’altro – aggiunse e poi fece un gesto enigmatico, come se non potesse parlarne, di che si trattava?

-          Non ricordavo che Zachariah avesse avuto figli – aggiunse ancora il figlio di Lucius

-          Me e mia sorella! – disse il bambino – anche Ransie ha studiato a Hogwarts

Lo sguardo d’intesa che i due studenti si rivolsero lasciava intendere che avrebbero sicuramente fatto qualche ricerca a proposito di questa tipa sconosciuta.

 

Harry Potter fece il suo ingresso trionfante nella conversazione scandendo un “Buon giorno” intercalato da sbadigli e si presentò al resto del mondo con la maglia di traverso e i capelli sparati, gli occhi ancora assonnati

-          Questo posto è uno schifo per dormire – si lamentò massaggiandosi la schiena

-          Senti chi parla… - sbottò Malfoy che oltre a trovare scomodo il posto aveva qualche problema aggiuntivo che, in confronto, la minaccia dell’effetto serra era una bazzecola

-          Guarda che sei tu che ti sei portato via tutti i cuscini per la tua cuccia!

-          Io non dormo in una cuccia! – sbraitò ancora il Principe degli Slytherin

-          Quello che è!

-          Quattrocchi!

-          Furetto!

-          Idiota!

-          F…

-          Silenzio!

Questa era la Granger che di sentire la solita storia già di prima mattina non ne aveva voglia, c’era ancora tutta la giornata davanti per insultarsi, avrebbero sicuramente potuto farlo in un altro momento senza che le orecchie innocenti di un bambino dovessero ascoltare la sequela di improperi che quei due si rivolgevano ogni volta che si incrociavano per strada…

-          Harry, smettila immediatamente, Malfoy, vestiti!

-          Vorrei sapere con cosa… - sbuffò il biondo e altrettanto fece la mezzosangue

-          Harry, togliti la camicia e fagli mettere quella…

-          SCHERZI?! – fu il commento in coro del Grifondoro e del Serpeverde

-          Non gli darò mai la mia camicia!

-          Non metterò mai la camicia di un grifone!

-          SILENZIO E NIENTE STORIE! – disse autoritaria lei – Harry, vedi di filare prima che ti faccia scontare tutte le punizioni che ti ho risparmiato – Potter abbassò tristemente la coda, sapendo che, se voleva, lei poteva essere terribile – Malfoy! Meno storie, spiegami cosa ti metti per andare da Silente?

-          Che ne so?

-          Non è una risposta adeguata! Se vuoi vestirti o la camicia di Harry o la pelle, così potrai mostrare alla scuola tutte le tue belle ferite

-          Nemmeno per idea!

-          E allora mettiti questa camicia!

Draco si voltò verso Sfregiato e lo fronteggiò cupamente

-          Potter, tu non sai quanto mi fa schifo – disse piano

-          La manderò al macero appena me l’avrai restituita – rispose il bambino sopravvissuto, dopodiché gli porse l’indumento, si rinfilò la maglia e aspettò che il biondo si vestisse.

 

*          *          *

 

Mezz’ora dopo erano tutti in attesa davanti all’ufficio di Silente.

Portare il biondastro fin lì era stata un’impresa tutt’altro che facile visto che la serpe si reggeva a malapena in piedi, Potter si rifiutava di aiutarlo e Malfoy stesso non voleva essere aiutato.

Così era toccato a lei, anche perché Fin, con tutta a buona volontà, più che portare qualche borsa non poteva fare… in compenso trotterellava attorno a loro meravigliandosi di ogni posto dove passavano e mandando gridolini di gioia alla vista di questa o quella cosa e riconoscendo i luoghi di cui sua sorella doveva avergli raccontato.

Lo strampalato quartetto vide spuntare Silente dalle scale che, come li notò, fece loro cenno di salire e accomodarsi, così, mentre Fin si sedeva sulle ginocchia della Caposcuola, Draco cercava di assumere un’aria seria in poltrona e Harry si dedicava a qualche carezzina a Fanny, il preside li studiò uno a uno

-          Signor Malfoy, mi stupisce trovarla a scuola credevo che trascorresse le sue vacanze a casa

-          Così doveva essere – disse

-          E come mai si trova qui

Draco fece un grosso respiro cercando di racimolare quel tanto di coraggio per abbattere l’ultimo muro e chiedere ospitalità proprio a Silente.

Gli raccontò la storia, depurata ovviamente di tutti i suoi pensieri, gli disse di Seraphin e di sua madre e vide il vecchio mago sorridere quando riportò grossolanamente le parole di Narcissa, poi gli disse anche del phantom e per finire del suo arrivo a Hogwarts.

-          Non farò domande circa la presenza di voi grifondoro alla ex aula di Astronomia – si premurò di precisare l’uomo e fu a quel punto che Malfoy gli chiese di poter restare.

Gli disse di suo padre e del fatto che non condividesse i suoi ideali, della sua folle idea, dei mangiamorte, del suo futuro.

Hermione trattenne il fato mentre aspettavano il verdetto.

E Silente capì.

Come aveva sempre fatto.

Con Harry e con tutti gli studenti che si erano rivolti a lui, da Tom Riddle a Minerva McGrannit, da Rubeus Hagrid a Draco Malfoy.

Sorrise al biondo e annuì

-          Puoi restare – acconsentì – anche se forse non è il caso che ti faccia vedere in giro per la scuola – Malfoy annuì

-          Mi sistemerò in qualche posto e aspetterò che guariscano le ferite, farò finta di tornare come da programma – l’altro scosse la testa

-          Cosa vuoi che dica a tuo padre?

-          Che non sono qui. – annuì ancora

-          Al momento credo che dovrò alloggiarti alla Torre di Astronomia che, intanto, non è molto usata durante le vacanze; non è una sistemazione molto comoda, ma sfortunatamente abbiamo un ospite e la Torre Nord è occupata.

I tre ragazzi si guardarono vicendevolmente alla ricerca di una risposta: chi era il misterioso ospite.

-          Vorrei però che prima ti facessi vedere da Madama Chips per quelle ferite. Preferirei che tu rimanessi in infermeria, ma mi rendo conto che ciò potrebbe compromettere la tua copertura. Il signor Potter e la signorina Granger potranno venire a trovarti, se lo desiderano, farò però in modo di precludere l’accesso ad altri.

Harry ed Hermione annuirono.

-          E adesso passiamo all’altro problema – ovvero Serpahin; Hermione non avrebbe saputo dire perché, ma notò quasi un lampo di tenerezza nei vecchi occhi azzurri del rettore, come se conoscesse quel bambino o qualcuno a lui molto vicino. – Ti ricordi di me, Fin? – gli chiese chinando il capo, il bambino annuì

-          Certo! Tu sei il maestro del mio papà e della mia sorellina!

Silente rise mentre gli altri si guardavano perplessi

-          Conosco questo piccolo diavoletto da quando era più o meno grande così – e accennò ad una ventina di centimetri con le mani – e ho insegnato a suo padre e a sua sorella quando studiavano da noi: un Grifondoro e una Corvonero eccellenti – ammise lasciandosi trasportare – che cosa ci fa qui con voi? – domandò

-          Non so molto – cominciò Draco – ma prima di lasciare Malfoy Manor mia madre me l’ha affidato chiedendomi di proteggerlo dai mangiamorte e lui stesso ci ha detto che lo hanno tenuto prigioniero tre mesi al castello assieme a sua sorella Ransie, ma non abbiamo saputo molto…

-          Capisco – disse cupo il preside e tutti gli studenti ebbero il sospetto che non avesse detto tutto

-          Professore – intervenne ancora Malfoy – è vero quel che si dice su Zachariah?

-          Non so risponderti – ammise il preside – ma non credo che sia proprio così

Harry ed Hermione guardarono Malfoy trasformare l’espressione del volto in una maschera di rabbia, ma non sapendo a cosa si stesse riferendo, preferirono tacere.

-          Vorrei che rimanesse con me – aggiunse infine alzando gli occhi e mostrando uno sguardo determinato, Silente annuì

-          Lo alloggerò con te alla Torre, farò portare su due letti. Signorina Granger – disse poi rivolto alla Caposcuola che si raddrizzò sulla sedia – la prego di prendersi cura di questo diavoletto – e sorrise all’indirizzo del bambino – credo che si sentirà molto solo e avrà bisogno di qualcuno che sostituisca la figura di sua madre e di sua sorella

-          Cercherò – rispose la riccia annuendo seriamente

-          Vi pregherei anche di non fare parola della questione ai vostri compagni – proseguì –potrebbe essere più pericolosa di quanto si pensa… nel frattempo vedrò di trovare una soluzione per quando ricominceranno le lezioni.

I due grifoni annuirono.

 

La McGranitt irruppe nella stanza un po’ scomposta, chiuse la porta dietro di sé e studiò attentamente i tre studenti e il bambino sulle ginocchia della Caposcuola.

-          Albus – disse piano – c’è Lucius Malfoy che aspetta di essere ricevuto

 

*          *          *

 

Spazio Autrice: ebbene sì, la trilogia di capitoli strettamente collegati è finita, dal prossimo si entra nel vivo della vicenda, ovvero nella parte centrale.

Mi auguro che questo capitolo vi sia piaciuto e spero che mi lascerete un commentino, sono curiosa di sapere cosa ne pensate a proposito (come sempre :P).

Ciao a tutti!

 

ninny: ecco qui il seguito, spero che ti piaccia come i capitoli precedenti, purtroppo per scoprire chi è quella donna bisogna aspettare ancora un pochino, ma presto ricompariranno lei e tutti gli altri personaggi… ciao e alla prossima! Nyssa

 

Summers84: il bambino riscuote successo e spero anche la mia fc… mi auguro che questo tredicesimo cappy ti sia piaciuto e che mi dirai che cosa ne pensi! Ciao e al prossimo post! Nyssa

 

luana1985: mi fa piacere che il mio capitolo sia stato un buon regalo per la riuscita del tuo esame, complimentissimi per la vittoria!!! Mi auguro che anche questo ti porti altrettanta fortuna. Eh già, la cura dei titoli è una cosa importante nella storia, spero che i collegamenti che mi portano a metterli non siano così campati per aria…

Ecco qui il capitolo 13. Spero che ti piaccia, un bacio! Nyssa

 

Shavanna: eh già, Herm ha fatto la sua follia e a qualcosa è servita visto che ha praticamente salvato due vite: quella di Fin e quella di Draco (e non è poco). Anche Harry ha dato il suo contributo, credo proprio che da questo momento in poi abbia capito davvero cosa sente Hermione (finalmente).

Spero che anche questo capitolo ti piaccia, ciao! Nyssa

 

potterina_88: sì, forse lasciare Draco mangiamorte solo in parte è stato migliore, probabilmente non avrei retto neppure io un biondastro totalmente sottomesso a Tu-Sai-Chi… ed Herm, giustamente, ha fatto la cosa giusta, come al solito, grandissima Herm! Sono contenta di aver reso bene la scena della bruciatura, credo che diventare un mangiamorte sia una cosa straziante sia nell’anima che nel corpo. Eppoi hai detto bene, il cuore di una mamma non si smentisce mai.

Ecco qui che in questo capito si scopre qualcosa di più su Fin e la sua famiglia, anche se ci vorrà ancora qualche cappy per rimettere tutti i tasselli al loro posto.

Mi auguro che ti sia piaciuto anche questo capitolo 13, aspetto di sapere che cosa ne pensi, un bacio! Nyssa

 

AuraD: la parte Daph/Nev arriverà da un pochino, mi servono ancora un paio di cappy per riportare tutto alla semi tranquillità (come se in HP si sia mai stati tranquilli), ma ti assicuro che quei due torneranno presto. Eh già, Cissy ha rivelato le sue carte e ha dichiarato quel che pensa, un po’ la compatisco come mamma, ma penso che abbia fatto la cosa giusta.

Spero che questo nuovo capito ti piaccia come i precedenti e aspetto di avere una tua opinione! Ciao e a presto! Nyssa

 

MartyViper: addirittura capolavoro? Wow, non credevo di aver scritto chissà che, ma la cosa mi riempie di gioia e ti ringrazio tantissimo! Sono contenta anche che le mie idee sembrino originali, ho sempre paura di scrivere qualcosa che magari hanno già scritto altri e io non lo sapevo… a volte capita e così si arriverebbe a pensare che uno abbia plagiato l’altro. Mi fa comunque piacere che questo non sia. Ehehe, in questa fic le parentele sono tutto, hai avuto buon occhio, è proprio un Black, ma tutta la sua storia arriverà tra qualche capitolo in una circostanza mooooolto particolare, ihih.

Spero che anche questo nuovo capito ti piaccia e mi auguro che mi lascerai un commento!! Grazie ancora e un bacio! Nyssa

 

Lisanna Baston: voi mi viziate sul serio! “Sublime talento da scrittrice” forse è un po’ eccessivo… ^^’ anche se la cosa mi fa mooolto, ma moooooolto piacere, quindi Grazie Mille davvero!

Già, Draco è un personaggio pieno di sorprese… sono contenta che il suo comportamento abbia riscontrato la tua approvazione e anche per la scena di addio tra i due.

Eh sì, capita anche a me, adesso per esempio devo andare avanti con la storia e i miei prof mi hanno riempita di verifiche, uffi, quindi capisco perfettamente se non hai tempo per recensire, io trovo a stento quello per pubblicare :P.

Beh, spero che questo ultimo aggiornamento ti piaccia e mi auguro che mi lascerai un nuovo commento. Ciao e a presto! Nyssa

 

LaTerrestreCrazyForVegeta: eh sì, la mia mente sta lavorando parecchio per mettere assieme tutta la storia, ma con tutte le recensioni che mi lasciate e i bellissimi commenti che mi scrivete, sono molto felice di continuare ^^

Già, Fin e quella donna sono due personaggi molto particolari che presto compariranno insistentemente nella vicenda, ma non mi lascio andare ad ulteriori spoiler…

Aspetto di sapere cosa pensi di questo aggiornamento numero 13, ciao e un bacio! Nyssa

 

piperina: sono molto contenta che il capito ti sia piaciuto e prima che mi dimentichi, saluta Ilaria da parte mia, so cosa significa studiare… sigh, quindi immagino quanto ci sia da lavorare all’uni…

Ehehe, il momento che Draco viene marchiato è qualcosa di sacro, mi si sono applicata parecchio perché doveva sembrare qualcosa di terribile e a quanto pare ci sono andata abbastanza vicina, meno male…

Fin invece è uno dei nuovi misteri, la new entry di questo capitolo, per così dire e Narcy è una maga, l’ha fatto uscire dal mantello, ovvio no? Per Bellatrix, invece, spero anche io che l’ammazzino, anche se io non ho mai fatto il suo nome :P

Eh, sì, effettivamente volevo mettere anche una scenetta di gelosia, ma poi il cappy si sarebbe allungato un pochino troppo e allora ho lasciato solo qualche riferimento, vedo che tu te ne sei accorta, già, Draco ci resta un po’ quando li trova lassù, chissà che pensa, quello vede solo le cose o verde o argento, niente vie di mezzo… probabilmente ha pensato davvero il peggio, ma Harry è il migliore amico di Herm, quindi no problem (a parte per lui, chiaro ^^), Harry invece, come dicevano in una fic, dà il meglio di sé dopo mezzanotte, mi sono ispirata a quello.

Sono anche oltremodo felice che i pensieri di Draco ti piacciano e ti ringrazio per tutte le cose splendide che dici della mia fic, anche se, se dovessi stare a ringraziarti ad una per una, probabilmente scriverei un papiro anche io… Vabbè, aspetto il tuo prox commento, ciao e un bacio a te e a Selene!!! Nyssa

 

 

 

   
 
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