Premessa: allora, devo cominciare mettendo di credits della canzone che ho pubblicato nel precedente
post, anche se non credo che ce ne sia troppo bisogno visto che in pochi non
conoscono la colonna sonora di Titanic… allora,
diciamo anche che non sono proprio una fan sfegatata di questo film visto che
ho passato dalla metà in poi a piangere come una fontana, quindi ho un rapporto
strano, ma ammetto che la canzone è veramente splendida.
Il
titolo è “My heart will go on” ed è cantata dalla mitica Celine
Dion (*_*).
Bene,
a questo punto vi lascio alla lettura del capitolo sperando che vi piaccia,
ciao e un bacio a tutti,
Nyssa
* * *
Un
raggio di luce insistente attraversò le pesanti tende blu di velluto che
coprivano la finestra.
Draco
Malfoy aprì lentamente un occhio per controllare la provenienza di quella luce fastidiosa quando voleva solo continuare a dormire fino alla
mattina dopo.
Storse
seccato la bocca e richiuse gli occhi cercando di ignorare il fascio luminoso
che lo colpiva, impedendogli di riprendere sonno.
Ancora
più disturbato, alzò definitivamente le palpebre scrutando la stanza accanto a
sé.
Che
tranquillità che c’era in quel luogo perfino alle prime luci di un’alba rosata
che tingeva di un colore quasi magico le cime dei monti e le valli sulle quali
si affacciava la finestra della vecchia aula di Astronomia.
Non
senza uno sforzo che gli strappò un gemito di dolore, il biondo si alzò un
poco, appoggiandosi ai cuscini malamente scomposti
dietro la sua schiena per godersi lo spettacolo dell’aurora.
Solo
allora si accorse che nella stanza non era solo.
Addormentata
sul suo stomaco stava una mezzosangue diversa da come l’aveva sempre vista:
delicata e fragile… e anche seducente.
La
bella Caposcuola sospirava nel sonno con un braccio sotto la testa e i capelli
ondulati rovesciati sulla coperta che lo copriva e su una porzione di pelle
candida che sfuggiva alla protezione della ruvida stoffa; gli occhi erano
chiusi e nascondevano quelle iridi dorate che troppo spesso, ormai, sapevano
catturare il suo sguardo, la bocca socchiusa e il petto che si alzava
ritmicamente col suo respiro caldo che sentiva poco distante.
Già
che dormiva, decise di prendersi qualche libertà e osservarla in tutta calma
senza che quella saltasse su come se avesse visto una tarantola con la frase di
“Perché mi guardi? Mi sono venuti i capelli verdi?” proprio non riusciva a
comprendere perché la gente desiderasse così tanto fissarla… una volta
gliel’aveva davvero detto, che le erano venuti i capelli verdi, s’intende, e
quella era scattata dalla panca andando a specchiarsi in una finestra e,
ritrovandoli del suo solito colore, si era avventata sul responsabile di quella
battuta, che nel frattempo rideva sopra i compiti di Incantesimi, con una serie
di invettive che minacciavano vite terribili e vendette inesorabili.
Era
comprensibile, quindi, che desiderasse darle un’occhiata con tutta calma.
“Come
se non lo facessi tutte le volte che lei non se ne accorge”, sussurrò una voce
dentro di lui punzecchiandolo, ma la mise subito a tacere in base a… già, a
quale legge doveva fare riferimento? A quale regola?
Giusto!
Era
bene conoscere il proprio nemico!
“…se
tu lo chiami nemico uno che ti ha quasi salvato la pelle ieri sera e fasciato
le ferite”, continuò il diavoletto saccente dentro di lui e Malfoy mandò
allegramente a quel paese già di prima mattina quella poca coscienza che lo
stare insieme a Blaise e alla mezzosangue gli aveva
fatto nascere.
“Io
ci sono già da prima!” protestò la vocina per niente contenta di essere messa
da parte così facilmente.
Decidendo
di ignorarla, lo Slytherin si lanciò nella
contemplazione nella ragazza e a quel punto, perfino la seccante presenza
dentro di lui se ne rimase zitta a seguire l’immagine di lei addormentata.
Decise
che partire dai piedi era una cosa intelligente e analizzò i mocassini della
divisa che la riccia portava anche quando non c’era lezione: un paio di scarpe
basse di cuoio lavorato e finemente rifinito con la suola liscia, un po’
consumata dal suo passo svelto che percorreva i corridoi della scuola
speditamente.
Indossava
la divisa, decise quando una porzione della gonna a
quadri entrò nel campo visivo assieme alle collant di lana nera, possibile che
ci fosse qualcuno che ancora portava l’uniforme terminate le lezioni?
Beh,
dopotutto doveva pur esserci un motivo se l’avevano chiamata la più brillante
studentessa di tutta Hogwarts…
“Anche
se non è solo perché porta la gonna a scacchi e il maglioncino
fuori dall’orario di scuola…” si premurò di precisare
la coscienza.
Il
pesante maglione grigio con la bordatura rossa e oro copriva il torace della
ragazza nascondendo il seno e l’attaccatura della gonna, mentre la camicia
bianca spuntava per il colletto dallo scollo a V e i polsini slacciati
comparivano appena oltre il bordo del pullover.
Seguì
ancora la linea del collo per ritrovarsi a contemplare il suo viso addormentato
e i capelli color del cioccolato che mandavano bagliori caldi illuminati dalla
luce mattutina.
Percorse
ancora le spalle minute e poi lungo il braccio ripiegato sotto la testa.
C’era
solo un problema.
L’altro
braccio.
Pericolosamente
vicino ad un punto dove di sicuro non sarebbe dovuto essere.
O
almeno finché lei non avesse deciso di dare una piega più “intima” alla loro
relazione: cosa del tutto improbabile.
Il
codice rosso d’allarme si azionò automaticamente mentre
nella sua mente si susseguivano le possibili soluzioni del problema, fino ad
ora a quota 0.
E
il problema più grave era che più fissava quella mano e meno riusciva a
concentrarsi su come scongiurare l’inevitabile.
Poteva
perfino contare lo spazio: erano
Irreparabile
per lei e per lui.
Perché
lasciarsi andare in una cucina alle tre di mattina senza pubblico era un conto.
Ma
adesso si parlava di un lasciarsi andare completamente diverso e, soprattutto,
non sarebbe dovuto essere solo lui a lasciarsi
andare… per di più lasciarsi andare a quel modo con Harry Potter,
notoriamente migliore amico della Granger, che dormiva a due metri di distanza
era tutto un altro paio di maniche!
E
certo non perché si preoccupasse di quel che potesse fargli Potty
se se ne fosse accorto!
No…
i problemi erano ben altri… anche se non era
consigliabile fare qualcosa del genere con Sfregiato ad almeno
Con
calma Draco, rifletti e pensa a cosa fare, disse a se stesso
mentre la coscienza annuiva convinta.
Allora…
se ti alzi ancora un po’… no, da evitare assolutamente.
Se
la svegli malamente, spostare il braccio mentre è
ancora nel dormiveglia sarebbe un gesto automatico e accadrebbe comunque.
Che
si poteva fare?
Da
quando i problemi della vita erano come evitare l’inevitabile tragica fine che Potty gli avrebbe fatto fare quando
lei si fosse svegliata e avesse preso coscienza di… e allora avrebbe urlato, se
lo sentiva, faceva una scenata solo a vederlo senza camicia, figuriamoci in
quello stato…
E
allora San Potter sarebbe giunto in suo soccorso, avrebbe capito cazzi per cozze (e il riferimento era totalmente casuale) e
sarebbe finito in infermeria con un bel mal di testa allucinante da parte di
entrambi gli esponenti del Grifondoro.
E
non si prendeva certo tutte queste brighe solo perché era lei!
No,
era solo per risparmiarsi un altro bell’incontro con
la Chips prima che Silente ce lo
spedisse di corsa dopo aver appreso della sua particolarissima fuga da Malfoy Manor e della nuova moda di farsi sfasciare la schiena da
un phantom volante solo perché non si era ricordato
in tempo della formula che gli avevano insegnato!
“Beh,
vedi di fare qualcosa!” s’impermalì la coscienza che se ne stava lì ad
aspettare.
La
Granger atteggiò la bocca mentre lui continuava a
litigarsi con se stesso sul da farsi senza giungere ad una qualsiasi
conclusione possibile.
Alla fine, ancora combattuto, decise che quella era la cosa giusta da
fare.
Sì,
anche perché che alternative aveva?
E
se fosse successo qualcosa sarebbe stata tutta colpa della mezzosangue che gli
si era addormentata sopra senza riguardi per la sua schiena dolorante che per
prima aveva detto di voler proteggere costringendolo poco dignitosamente ad
andare a letto di filata e poi sistemandogli le coperte come ad un bambino in
culla.
E
allora, fatti suoi.
Beh,
in parte anche suoi.
Ma
la percentuale era decisamente impari.
Prese
un bel respiro e, allungando un braccio, pungolò appena il grigio scuro del
golf della ragazza.
Hermione
sbatté qualche volta le ciglia riprendendosi dal sogno che stava facendo prima
di essere svegliata.
Aprì
definitivamente gli occhi cercando di mettere a fuoco l’ambiente intorno a sé,
così diverso dalla sua amata camera da Caposcuola…
Girò
un poco la testa intorno finché gli occhi dorati si posarono su quelli ben poco
amichevoli del biondo Principe delle Serpi che la fissavano, le sopracciglia
arcuate e un’espressione per niente vicina al “buon giorno”.
-
Ti
sembra questo il posto dove addormentarti? – berciò lui ringraziando che, in
tutte quelle manovre, lei non avesse considerato
indispensabile spostare la mano sinistra in una posizione ben più pericolosa di
quella dove già stava, anche perché rimanere tranquilli guardandola in faccia
era tutto un altro conto che congetturare con lei addormentata.
Sulle
prime la mora parve non recepire il vero significato di quelle parole e lo guardò
ancora in faccia alla ricerca della risposta senza trovarla
-
Perché?
– mormorò assonnata e, così facendo, puntellò la mano sinistra per
stropicciarsi gli occhi con l’altra.
A
quel punto i suoi neuroni ricominciarono a funzionare tutti d’un colpo, generando
un sovraccarico nel cervello, già perché quella dove stava facendo forza per
mettersi a sedere era una coperta, o meglio, la coperta era solo lo strato
superiore perché sentiva perfettamente sotto il palmo della mano le ossa del
bacino del biondo leggermente sporgenti
-
Sei in
una situazione pericolosa, mezzosangue – ghignò la serpe: il “pericolo mal di
testa” addormentato dietro la tenda era niente in confronto all’espressione
spaesata della Granger quando, messa a fuoco la
situazione, aveva abbassato sconcertata gli occhi continuando a tenere la mano
esattamente dove stava.
Un
Malfoy poteva gongolare?
Era
un interrogativo che avrebbe potuto sottoporre a suo padre se Lucius non fosse stato completamente privo di senso
dell’umorismo…
Il
colorito della ragazza, comunque, era un pegno sufficiente per i dieci minuti
buoni di panico in cui l’aveva precipitato appena sveglio.
La
bella bocca sottile si deformò in un ghigno madre-in-malfoy quando lei
ritrasse rapidamente la mano e se la nascose in grembo.
-
Cos’è,
non riesci a starmi lontana? – sibilò e lei avvampò ancora di più
-
Non
scelgo ho chiesto io di addormentarmi così – precisò senza convincere tanto
neppure se stessa
Lui
si limitò ad alzare le spalle senza tuttavia cancellare l’espressione
trionfante dal viso.
Lei
invece non seppe fare altro che continuare a guardare il parquet della stanza
con aria imbarazzata senza l’ulteriore coraggio di guardarlo nuovamente in
faccia.
Ma
perché certe cose dovevano succedere proprio a lei?
-
Perché
non mi hai svegliata prima? – borbottò contrariata che lui riuscisse
a metterla così a disagio
-
Stavo
cercando anche io di evitarti una situazione decisamente più imbarazzante –
rispose candido – ma se ci tenevi così tanto ad andare avanti basta dirlo,
posso sempre rimediare…
La
parola “stupido” raggiunse attutita le orecchie del biondastro
mentre lei si morsicava le labbra prima di ricoprirlo definitivamente di
insulti un po’ ingiusti visto che lui aveva cercato di non metterla in
imbarazzo.
Cos’era
peggio?
Insultare
uno che non se lo meritava o sorvolare sulle sottintese provocazioni che
normalmente sarebbero state la causa di una bella paternale?
Due
minuti di silenzio imbarazzato.
Le
parole erano volate via assieme al sonno di entrambi.
-
E’
bella l’aurora – disse la ragazza guardando fuori della finestra lo splendido spettacolo
-
Sai
mezzosangue, per una volta siamo d’accordo – annuì il biondo
-
Come va
la schiena? – domandò alzandosi in piedi e voltandosi verso di lui che non
rispose, mica poteva confessarle che gli bruciava quanto il sale sulle ferite!
-
Capisco
– continuò lei inginocchiandosi accanto mentre lui si
metteva faticosamente a sedere – dovresti smetterla col tuo stupido orgoglio,
guarda che puoi anche dirlo che ti fa male – sbottò guardandolo male
Merda.
Ma
perché vedeva sempre quel che non doveva?
Non
andava mica bene quella posizione di svantaggio, e poi, perché doveva essere
lui la vittima?
Fu
un secondo: l’attimo prima stava rimuginando qualcosa guardando da una parte e
quello seguente sentì le dita calde di lei che gli accarezava
appena l’avambraccio sinistro dove spiccava il Marchio Nero.
Era
strano, ma lei adesso sembrava completamente un’altra persona… lo sguardo
vacuo, gli occhi lucidi e i movimenti gentili mentre, senza imbarazzo, lo sfiorava
appena.
Quanto
era strana la vita.
-
Sai,
nonostante tutto quello che ho detto, sono contenta che tu non sia diventato un
Mangiamorte… - sollevò lentamente lo sguardo dorato
su di lui e la serpe si accorse delle lacrime che minacciavano di sgorgare e
che già velavano i suoi occhi brillanti.
Si
sentiva in colpa a vederla in quello stato così vulnerabile e, allo stesso
tempo, preoccupata ma felice.
Nessuno
era mai stato felice o orgoglioso di lui a parte suo padre, ma se al suo posto
ci fosse stato chiunque altro sarebbe stato uguale, l’unico orgoglio di suo
padre era di avere un figlio che portasse avanti l’antico nome dei Malfoy.
No,
nessuno.
Fino
ad ora.
Era
una sensazione strana quella di essere importante per qualcuno.
E
quando la Granger faceva così, lui si sentiva davvero importante per lei…
Aprì
gli occhi e la vide ancora intenta a fissare i segni scuri e confusi sul suo
braccio e a toccarli appena, con reverenza.
Hermione
tracciò l’ultimo segno sulla pelle candida di lui che era ancora
soprappensiero.
Lo
vedeva lì come un gatto, solo e senza nessuno.
Aveva
Blaise e nessun altro.
E
adesso capiva quanto stretto era il loro legame.
Malfoy
era un anima solitaria, forse più di quanto volesse:
non aveva affetti a circondarlo, persone a confortarlo, sentimenti a
supportarlo.
Aveva
solo se stesso e mille anni di tradizione da portare
avanti.
Doveva
fare i conti con un padre Mangiamorte, una madre
altezzosa e snob, uno status sociale, simboli fragili come bicchieri di
cristallo che minacciavano di infrangersi ogni momento.
E
lui non lo permetteva perché era legato al suo nome e lo rispettava.
Era
una cosa importante rispettare il proprio nome.
C’era
stato un periodo in cui lei l’aveva quasi rinnegato: quando l’avevano chiamata
mezzosangue, quando le aveva detto che doveva morire, che per lei non c’era
posto né in un mondo né in un altro, intrappolata a metà tra due realtà così
distanti.
Aveva
odiato che i suoi genitori fossero babbani
e che non potessero capire il suo tormento.
Aveva
invidiato i purosangue e i babbani, tutto pur di non
essere una mezzo e mezzo che non sapeva da che parte
stare: fare il babbano era facile, fare il purosangue
pure.
Fare
il mezzosangue era un inferno e lei lo sapeva.
Ma
perfino uno come Malfoy che era purosangue da
generazioni aveva le sue magagne e, forse, ben peggiori delle sue.
Nonostante
tutto lei aveva una madre e un padre che non vedevano l’ora di riabbracciarla,
che gioivano dei suoi successi e si congratulavano con lei.
Chi
aveva Malfoy?
Un
cumulo di lapidi che non gli davano alcun calore e che, anzi, gli toglievano
quel poco che riusciva a crearsi da solo.
E
le dispiaceva per lui.
Non
avrebbe dovuto affezionarsi così tanto al Principe delle Serpi perché era un
bastardo fino in fondo, perché ci sarebbe stata male, di nuovo.
Non
voleva soffrire.
Era
terribile.
E
nessuno l’avrebbe compresa.
Di
nuovo.
Ma
come non si era scelta da che parte del mondo nascere, neppure adesso aveva
potuto scegliere, o forse l’aveva fatto inconsapevolmente.
Era
orribile non poter decidere da sé, lo sperimentava in quelle cose e immaginava
cosa dovesse essere la vita di Daphne, di Neville.
Ma
anche lei ne aveva molte di complicazioni perché Draco Malfoy non era certo la
persona migliore di cui andarsi ad innamorare…
Già,
era successo, e allora?
Che
avesse scelto senza saperlo o che fosse successo e basta, cosa cambiava?
Che
così fosse, ma sarebbe continuato tutto come prima: non gliel’avrebbe detto,
non glielo avrebbe fatto capire.
Da
quanto?
Boh, chissà…
Da
poco l’aveva scoperto: lui l’aveva cercata e lei era andata, senza problemi,
senza pensieri, quelli erano venuti dopo.
E
poi l’aveva visto tornare con la schiena lacerata, il braccio segnato e
portando con sé un bambino da difendere: Draco Malfoy non aveva desiderato la
morte neppure per un istante e per questo lo rispettava, anche se rispettare
una serpe era qualcosa di strano, lui voleva andare avanti e continuare,
combattere e dimostrare qualcosa.
Chissà
cosa.
Chissà
se ci sarebbe riuscito, a testardaggine non lo batteva nessuno, neppure il caro
Lucius.
No,
lui aveva visto il Marchio, l’aveva fronteggiato e aveva deciso di vivere come
gli pareva, strafregandosene da vero Draco Malfoy.
Non
aveva avuto crisi di personalità in quel momento.
Aveva
lasciato la sua casa, la sua famiglia, avrebbe combattuto per quel bambino, lo
sapeva; perché lo aveva promesso e perché era un motivo per andare avanti.
E
lei sarebbe stata con lui.
Sarebbe
stata lo scudo invisibile che l’avrebbe aiutato senza che lui se ne accorgesse
perché, se l’avesse fatto, non gliel’avrebbe mai perdonata.
Era
innamorata.
Di
Draco Malfoy.
E
innamorarsi significava fare delle follie e desiderare la felicità più grande
per la persona che si ama.
Desiderava
che lui fosse felice.
La
sua gioia era vederlo andare avanti senza cedimenti.
La
sua felicità avrebbe potuto aspettare.
Forse
per sempre.
Gli
lanciò un’occhiata.
Era
stupido innamorarsi di Draco Malfoy.
Ma
almeno lei poteva stargli vicino come amica.
Eccolo
lì, il suo piccolo segreto.
* * *
Seraphin Black attraversò la stanza verso la tenda
che separava il posto dove dormiva da quello dove era stato portato quel tipo
strano che l’aveva fatto scappare da Malfoy Manor.
Chi
era?
Si
stropicciò gli occhi e si diresse verso la ragazza che lo aveva messo a dormire
assieme a quell’altro personaggio strano che si chiamava Harry Potter e che non
era capace di raccontare le favole.
Hermione
vide la piccola figura del bambino portato da Draco entrare da dietro la tenda
e si voltò mentre questo si avvicinava a lei.
Anche
Draco si fermò a guardarlo, studiandolo come la sera precedente, di fretta e
con ben altri pensieri, non aveva potuto fare.
Che
fosse un Black, su quello non c’erano dubbi perché aveva il colore scuro di
capelli tipico di tutti i membri della famiglia, tranne che su sua madre e di
sua zia Andromeda.
Quando
smise di fregarsi gli occhi, vide che questi erano di un brillante blu che
spiccava in contrasto col color pece dei capelli; non avrebbe saputo dargli
un’età, pressappoco quattro o cinque anni, forse sei.
Che
dire, così piccolo e già tristemente mischiato con quel giro di morte.
Hermione
gli tese una mano e il bambino si avvicinò sedendosi accanto a lei e piantando
gli occhioni in faccia al biondo
-
Tu chi
sei? – chiese alla serpe con la curiosità tipica dei bambini
-
Mi
chiamo Draco Malfoy – borbottò lo Slytherin, per
niente contento che gli ponessero delle domande del genere
-
E tu? –
gli domandò la mezzosangue – come ti chiami?
-
Seraphin,
Seraphin Black – annunciò giulivo il bimbo – ma Ransie mi chiamava Fin
-
Ransie?
– esclamarono all’unisono i due
-
Mia
sorella – spiegò, Hermione annuì mentre Draco cercava
di ricordava l’albero genealogico di sua madre e da quale ramo venisse questo
Black – alla “zia” Bellatrix però Ransie
non piaceva – decretò cupo – e neppure il mio nome, diceva che non andava bene
per uno come me
-
-
In
realtà non è proprio mia zia, però lei voleva che la chiamassi così… - specificò
– con mia sorella era molto cattiva, voleva a tutti i costi che “abortisse”.
Che cosa significa “abortisse”? – domandò alla ragazza bruna.
Hermione
guardò preoccupata Draco
-
Tua
sorella aspettava un bambino? – gli domandò con dolcezza, lui annuì giulivo
-
Sì, mi
aveva detto che a Pasqua sarei diventato zio! – sembrava così contento
-
E
adesso dove è tua sorella? – gli chiese Draco
-
Non lo
so,
-
Mia
madre è tua zia? – Fin parve momentaneamente confuso da quel piccolo intrico di
parentela
-
No! –
decise infine – anche lei si faceva chiamare così come la “zia” Bellatrix, però a me zia Narcissa
stava più simpatica di quella megera perché si
preoccupava del bambino di mia sorella
Giusto,
decise Draco, non si è preoccupata del proprio figlio e quindi, per scaricarsi
la coscienza lo fa con i figli dei prigionieri dei mangiamorte…
Ma
perché diamine quel bambino era a Malfoy Manor,
evidentemente prigioniero?
-
Da
quanto tempo eravate al castello? – chiese il biondo cercando di fare luce
sulla vicenda
-
Tre
mesi – disse segnandoli sulle dita – da ottobre, lo so perché
-
Come
mai eravate prigionieri? – chiese ancora il cercatore verde-argento, il bimbo
scosse la testa
-
So che
volevano far fare un altro bambino a mia sorella, ma lei non poteva perché ne
aveva già uno, per questo dicevano che doveva “abortire”
-
Come si
chiama di cognome tua sorella?
-
Black DeLaci, è sposata – beh, era un indizio…
-
E con
chi? – chiese Hermione
-
Con mio
“cognato”, ha un nome strano, si chiama Alerei DeLaci
– Draco si sedette diritto ignorando il dolore
-
Conosci
questo Alerei? – gli domandò la mora, lui annuì
-
È una
famiglia purosangue molto famosa e facoltosa, hanno perfino un titolo nobiliare
babbano, credo che siano marchesi o conti… - Hermione
accennò col capo
-
Ransie
diceva che Alerei era molto felice del bambino,
speravano che fosse una femminuccia, io volevo che fosse maschio così poi
giocavamo a quidditch assieme…
-
Davvero?
– disse accondiscendente la riccia che coni bambini sapeva farci sicuramente
più del biondastro
-
Sì, la
volevano chiamare Honor DeLaci,
ma poi ci hanno rapito… Ransie dice che mamma e papà saranno molto preoccupati
-
Come si
chiamano i tuoi genitori?
-
La
mamma si chiamava Bryanna e il papà Zachariah
-
Zachariah
Black? – chiese Draco con aria sconvolta, il bambino annuì
-
Conosci
anche questo? – domandò Hermione
-
Dovresti
conoscerlo anche tu – specificò lui – è un Auror
molto famoso, il capo della Divisione Speciale – lei annuì –
ma c’è dell’altro – aggiunse e poi fece un gesto enigmatico, come se non
potesse parlarne, di che si trattava?
-
Non
ricordavo che Zachariah avesse
avuto figli – aggiunse ancora il figlio di Lucius
-
Me e
mia sorella! – disse il bambino – anche Ransie ha
studiato a Hogwarts
Lo
sguardo d’intesa che i due studenti si rivolsero
lasciava intendere che avrebbero sicuramente fatto qualche ricerca a proposito
di questa tipa sconosciuta.
Harry
Potter fece il suo ingresso trionfante nella conversazione scandendo un “Buon
giorno” intercalato da sbadigli e si presentò al resto del mondo con la maglia
di traverso e i capelli sparati, gli occhi ancora assonnati
-
Questo
posto è uno schifo per dormire – si lamentò massaggiandosi la schiena
-
Senti
chi parla… - sbottò Malfoy che oltre a trovare scomodo il posto aveva qualche
problema aggiuntivo che, in confronto, la minaccia dell’effetto serra era una bazzecola
-
Guarda
che sei tu che ti sei portato via tutti i cuscini per la tua cuccia!
-
Io non
dormo in una cuccia! – sbraitò ancora il Principe degli Slytherin
-
Quello
che è!
-
Quattrocchi!
-
Furetto!
-
Idiota!
-
F…
-
Silenzio!
Questa
era la Granger che di sentire la solita storia già di prima mattina non ne
aveva voglia, c’era ancora tutta la giornata davanti per insultarsi, avrebbero
sicuramente potuto farlo in un altro momento senza che le orecchie innocenti di
un bambino dovessero ascoltare la sequela di improperi che quei due si
rivolgevano ogni volta che si incrociavano per strada…
-
Harry,
smettila immediatamente, Malfoy, vestiti!
-
Vorrei
sapere con cosa… - sbuffò il biondo e altrettanto fece
la mezzosangue
-
Harry,
togliti la camicia e fagli mettere quella…
-
SCHERZI?!
– fu il commento in coro del Grifondoro e del Serpeverde
-
Non gli
darò mai la mia camicia!
-
Non
metterò mai la camicia di un grifone!
-
SILENZIO
E NIENTE STORIE! – disse autoritaria lei – Harry, vedi di
filare prima che ti faccia scontare tutte le punizioni che ti ho
risparmiato – Potter abbassò tristemente la coda, sapendo che, se voleva, lei
poteva essere terribile – Malfoy! Meno storie, spiegami cosa ti metti per
andare da Silente?
-
Che ne
so?
-
Non è
una risposta adeguata! Se vuoi vestirti o la camicia di Harry o la pelle, così
potrai mostrare alla scuola tutte le tue belle ferite
-
Nemmeno
per idea!
-
E
allora mettiti questa camicia!
Draco
si voltò verso Sfregiato e lo fronteggiò cupamente
-
Potter,
tu non sai quanto mi fa schifo – disse piano
-
La
manderò al macero appena me l’avrai restituita – rispose il bambino sopravvissuto,
dopodiché gli porse l’indumento, si rinfilò la maglia
e aspettò che il biondo si vestisse.
* * *
Mezz’ora
dopo erano tutti in attesa davanti all’ufficio di
Silente.
Portare
il biondastro fin lì era stata un’impresa tutt’altro
che facile visto che la serpe si reggeva a malapena in piedi, Potter si
rifiutava di aiutarlo e Malfoy stesso non voleva essere aiutato.
Così
era toccato a lei, anche perché Fin, con tutta a buona volontà, più che portare
qualche borsa non poteva fare… in compenso trotterellava attorno a loro
meravigliandosi di ogni posto dove passavano e mandando gridolini
di gioia alla vista di questa o quella cosa e riconoscendo i luoghi di cui sua
sorella doveva avergli raccontato.
Lo
strampalato quartetto vide spuntare Silente dalle scale che, come li notò, fece
loro cenno di salire e accomodarsi, così, mentre Fin si sedeva sulle ginocchia
della Caposcuola, Draco cercava di assumere un’aria seria in poltrona e Harry
si dedicava a qualche carezzina a Fanny, il preside
li studiò uno a uno
-
Signor
Malfoy, mi stupisce trovarla a scuola credevo che trascorresse le sue vacanze a
casa
-
Così
doveva essere – disse
-
E come
mai si trova qui
Draco
fece un grosso respiro cercando di racimolare quel tanto di coraggio per
abbattere l’ultimo muro e chiedere ospitalità proprio a Silente.
Gli
raccontò la storia, depurata ovviamente di tutti i suoi pensieri, gli disse di Seraphin e di sua madre e vide il vecchio mago sorridere quando riportò grossolanamente le parole di Narcissa, poi gli disse anche del phantom
e per finire del suo arrivo a Hogwarts.
-
Non
farò domande circa la presenza di voi grifondoro alla
ex aula di Astronomia – si premurò di precisare l’uomo e fu a quel punto che
Malfoy gli chiese di poter restare.
Gli
disse di suo padre e del fatto che non condividesse i suoi ideali, della sua
folle idea, dei mangiamorte, del suo futuro.
Hermione
trattenne il fato mentre aspettavano il verdetto.
E
Silente capì.
Come
aveva sempre fatto.
Con
Harry e con tutti gli studenti che si erano rivolti a lui, da Tom Riddle a Minerva McGrannit, da Rubeus Hagrid a Draco Malfoy.
Sorrise
al biondo e annuì
-
Puoi
restare – acconsentì – anche se forse non è il caso
che ti faccia vedere in giro per la scuola – Malfoy annuì
-
Mi
sistemerò in qualche posto e aspetterò che guariscano le ferite, farò finta di
tornare come da programma – l’altro scosse la testa
-
Cosa
vuoi che dica a tuo padre?
-
Che non
sono qui. – annuì ancora
-
Al
momento credo che dovrò alloggiarti alla Torre di Astronomia che, intanto, non
è molto usata durante le vacanze; non è una sistemazione molto comoda, ma
sfortunatamente abbiamo un ospite e
I
tre ragazzi si guardarono vicendevolmente alla ricerca di una risposta: chi era
il misterioso ospite.
-
Vorrei
però che prima ti facessi vedere da Madama Chips per
quelle ferite. Preferirei che tu rimanessi in infermeria, ma mi rendo conto che
ciò potrebbe compromettere la tua copertura. Il signor Potter e
Harry
ed Hermione annuirono.
-
E
adesso passiamo all’altro problema – ovvero Serpahin;
Hermione non avrebbe saputo dire perché, ma notò quasi un lampo di tenerezza
nei vecchi occhi azzurri del rettore, come se conoscesse quel bambino o
qualcuno a lui molto vicino. – Ti ricordi di me, Fin? – gli chiese chinando il
capo, il bambino annuì
-
Certo!
Tu sei il maestro del mio papà e della mia sorellina!
Silente
rise mentre gli altri si guardavano perplessi
-
Conosco
questo piccolo diavoletto da quando era più o meno
grande così – e accennò ad una ventina di centimetri con le mani – e ho
insegnato a suo padre e a sua sorella quando studiavano da noi: un Grifondoro e una Corvonero
eccellenti – ammise lasciandosi trasportare – che cosa ci fa qui con voi? –
domandò
-
Non so
molto – cominciò Draco – ma prima di lasciare Malfoy Manor mia madre me l’ha affidato chiedendomi di proteggerlo
dai mangiamorte e lui stesso ci ha detto che lo hanno
tenuto prigioniero tre mesi al castello assieme a sua sorella Ransie, ma non abbiamo saputo molto…
-
Capisco
– disse cupo il preside e tutti gli studenti ebbero il sospetto che non avesse detto tutto
-
Professore
– intervenne ancora Malfoy – è vero quel che si dice su Zachariah?
-
Non so
risponderti – ammise il preside – ma non credo che sia
proprio così
Harry
ed Hermione guardarono Malfoy trasformare l’espressione del volto in una
maschera di rabbia, ma non sapendo a cosa si stesse riferendo, preferirono
tacere.
-
Vorrei
che rimanesse con me – aggiunse infine alzando gli occhi e mostrando uno
sguardo determinato, Silente annuì
-
Lo
alloggerò con te alla Torre, farò portare su due letti. Signorina Granger –
disse poi rivolto alla Caposcuola che si raddrizzò sulla sedia – la prego di
prendersi cura di questo diavoletto – e sorrise all’indirizzo del bambino –
credo che si sentirà molto solo e avrà bisogno di qualcuno che sostituisca la
figura di sua madre e di sua sorella
-
Cercherò
– rispose la riccia annuendo seriamente
-
Vi
pregherei anche di non fare parola della questione ai vostri compagni –
proseguì –potrebbe essere più pericolosa di quanto si pensa… nel frattempo
vedrò di trovare una soluzione per quando
ricominceranno le lezioni.
I
due grifoni annuirono.
La
McGranitt irruppe nella stanza un
po’ scomposta, chiuse la porta dietro di sé e studiò attentamente i tre
studenti e il bambino sulle ginocchia della Caposcuola.
-
Albus –
disse piano – c’è Lucius Malfoy che aspetta di essere
ricevuto
* * *
Spazio Autrice: ebbene sì, la trilogia di capitoli
strettamente collegati è finita, dal prossimo si entra nel vivo della vicenda,
ovvero nella parte centrale.
Mi
auguro che questo capitolo vi sia piaciuto e spero che mi lascerete un
commentino, sono curiosa di sapere cosa ne pensate a proposito (come sempre :P).
Ciao
a tutti!
ninny: ecco qui il seguito, spero che ti piaccia
come i capitoli precedenti, purtroppo per scoprire chi è quella donna bisogna
aspettare ancora un pochino, ma presto ricompariranno lei e tutti gli altri
personaggi… ciao e alla prossima! Nyssa
Summers84: il bambino riscuote successo e spero anche
la mia fc… mi auguro che questo tredicesimo cappy ti sia piaciuto e che mi dirai che cosa ne pensi!
Ciao e al prossimo post! Nyssa
luana1985: mi fa piacere che il mio capitolo sia stato
un buon regalo per la riuscita del tuo esame, complimentissimi
per la vittoria!!! Mi auguro che anche questo ti porti altrettanta fortuna. Eh
già, la cura dei titoli è una cosa importante nella storia, spero che i
collegamenti che mi portano a metterli non siano così campati per aria…
Ecco
qui il capitolo n° 13. Spero che ti piaccia, un
bacio! Nyssa
Shavanna: eh già, Herm ha
fatto la sua follia e a qualcosa è servita visto che ha praticamente salvato
due vite: quella di Fin e quella di Draco (e non è poco). Anche Harry ha dato il suo contributo, credo
proprio che da questo momento in poi abbia capito davvero cosa sente Hermione
(finalmente).
Spero
che anche questo capitolo ti piaccia, ciao! Nyssa
potterina_88: sì, forse lasciare Draco mangiamorte solo in parte è stato migliore, probabilmente
non avrei retto neppure io un biondastro totalmente sottomesso a Tu-Sai-Chi… ed Herm, giustamente,
ha fatto la cosa giusta, come al solito, grandissima Herm!
Sono contenta di aver reso bene la scena della bruciatura, credo che diventare
un mangiamorte sia una cosa straziante sia nell’anima
che nel corpo. Eppoi hai detto bene, il cuore di una mamma non si smentisce
mai.
Ecco
qui che in questo capito si scopre qualcosa di più su Fin e la sua famiglia,
anche se ci vorrà ancora qualche cappy per rimettere
tutti i tasselli al loro posto.
Mi
auguro che ti sia piaciuto anche questo capitolo 13,
aspetto di sapere che cosa ne pensi, un bacio! Nyssa
AuraD:
Spero
che questo nuovo capito ti piaccia come i precedenti e aspetto di avere una tua
opinione! Ciao e a presto! Nyssa
MartyViper: addirittura capolavoro? Wow, non credevo di
aver scritto chissà che, ma la cosa mi riempie di gioia e ti ringrazio
tantissimo! Sono contenta anche che le mie idee sembrino originali, ho sempre
paura di scrivere qualcosa che magari hanno già scritto altri e io non lo
sapevo… a volte capita e così si arriverebbe a pensare che uno abbia plagiato
l’altro. Mi fa comunque piacere che questo non sia. Ehehe, in questa fic le parentele
sono tutto, hai avuto buon occhio, è proprio un Black, ma
tutta la sua storia arriverà tra qualche capitolo in una circostanza mooooolto particolare, ihih.
Spero
che anche questo nuovo capito ti piaccia e mi auguro che mi lascerai un
commento!! Grazie ancora e un bacio! Nyssa
Lisanna Baston: voi mi viziate sul serio! “Sublime talento
da scrittrice” forse è un po’ eccessivo… ^^’ anche se
la cosa mi fa mooolto, ma moooooolto
piacere, quindi Grazie Mille davvero!
Già,
Draco è un personaggio pieno di sorprese… sono contenta che il suo
comportamento abbia riscontrato la tua approvazione e anche per la scena di
addio tra i due.
Eh
sì, capita anche a me, adesso per esempio devo andare avanti con la storia e i
miei prof mi hanno riempita di verifiche, uffi,
quindi capisco perfettamente se non hai tempo per recensire, io trovo a stento
quello per pubblicare :P.
Beh,
spero che questo ultimo aggiornamento ti piaccia e mi auguro che mi lascerai un
nuovo commento. Ciao e a presto! Nyssa
LaTerrestreCrazyForVegeta: eh sì, la mia mente sta lavorando parecchio
per mettere assieme tutta la storia, ma con tutte le recensioni che mi lasciate
e i bellissimi commenti che mi scrivete, sono molto felice di continuare ^^
Già,
Fin e quella donna sono due personaggi molto particolari che presto
compariranno insistentemente nella vicenda, ma non mi lascio andare ad
ulteriori spoiler…
Aspetto
di sapere cosa pensi di questo aggiornamento numero 13, ciao e un bacio! Nyssa
piperina: sono molto contenta che il capito ti sia
piaciuto e prima che mi dimentichi, saluta Ilaria da parte mia, so cosa
significa studiare… sigh, quindi immagino quanto ci
sia da lavorare all’uni…
Ehehe, il momento che Draco viene marchiato
è qualcosa di sacro, mi si sono applicata parecchio perché doveva sembrare
qualcosa di terribile e a quanto pare ci sono andata abbastanza vicina, meno
male…
Fin
invece è uno dei nuovi misteri, la new entry di questo capitolo, per così dire
e Narcy è una maga, l’ha fatto uscire dal mantello,
ovvio no? Per Bellatrix, invece, spero anche io che
l’ammazzino, anche se io non ho mai fatto il suo nome
:P
Eh,
sì, effettivamente volevo mettere anche una scenetta di gelosia, ma poi il cappy si sarebbe allungato un pochino troppo e allora ho
lasciato solo qualche riferimento, vedo che tu te ne sei accorta, già, Draco ci
resta un po’ quando li trova lassù, chissà che pensa,
quello vede solo le cose o verde o argento, niente vie di mezzo… probabilmente
ha pensato davvero il peggio, ma Harry è il migliore amico di Herm, quindi no problem (a parte
per lui, chiaro ^^), Harry invece, come dicevano in una fic,
dà il meglio di sé dopo mezzanotte, mi sono ispirata a quello.
Sono
anche oltremodo felice che i pensieri di Draco ti piacciano e ti ringrazio per
tutte le cose splendide che dici della mia fic, anche
se, se dovessi stare a ringraziarti ad una per una,
probabilmente scriverei un papiro anche io… Vabbè,
aspetto il tuo prox commento, ciao e un bacio a te e
a Selene!!! Nyssa