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Autore: neurodramaticfool    02/04/2013    5 recensioni
Cosa succederebbe se Thor, Loki & co vivessero nel nostro mondo, conducendo in tutto e per tutto un'esistenza come la nostra?
E cosa succederebbe se i due ragazzi scoprissero non solo di non essere fratelli ma di essere anche dei?
E se, oltretutto, ci fosse qualcosa di più oltre al legame che lega due fratelli?
Se Loki, scappando da casa, incontrasse un Chitauro poco ben intenzionato?
Non vi resta che leggere questa storia per saperlo.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Thor
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Ciao belle! Devo dire che l'ultima volta siete state particolarmente gentili (come se non lo foste sempre) e che mi avete dato un'idea pazza, pazzissima!, che credo vedrete presto pubblicata.

 

 

 

Capitolo 4- Memories of an unfighted war haunt me

 

Thanos si riteneva un grande stratega e un abilissimo comandante, per non parlare di quanto credesse grandi le sue doti di organizzatore di battaglie. Era per questo che l'invasione di Asgard gli era sembrata un'impresa troppo banale e aveva deciso di far seguire ad essa un'invasione della Terra, o, come preferivano chiamarla gli dei, Midgard. Per questa ragione, le sue priorità assolute andavano alla conquista della dimora degli dei.

 

Nella sua immensa vanagloria, Thanos non necessitava affatto di avere al suo fianco qualcuno che potesse esprimere senza peli sulla lingua i dubbi che le decisioni del capo dell'esercito creavano: non aveva bisogno del suo alleato principale, Loki. Infatti, tutto il suo piano si basava quasi unicamente sull'accesso che il figliastro di Odino gli averebbe consentito alla dimora degli dei, ma non voleva comunicare con lui per timore che desse pareri contrari alle sue decisioni.

 

**

 

Che l'invasione abbia inizio.

Quelle parole gli risuonavano nella mente, scandendo le ore che passavano con un ritmo inesorabilmente lento. Il senso di colpa che lo attanagliava da quando aveva interrotto la comunicazione con il Chitauro umanizzato, non gli dava pace e non gli permetteva di riflettere in maniera soddisfacente. Cosa ho fatto? Cosa? Non esiste folle più folle di me, né azione impulsiva peggiore di quelle che io stesso ho compiuto. Desidero solo morire. Il mio agire è stato troppo condizionato dal mio stato d'animo. Io non voglio che Asgard sia distrutta. Io non voglio che la mia famiglia, l'unica che abbia mai avuto, venga estirpata. L'unico che merita qualcosa di terribile, oltre a me, l'unico che dovrebbe avere un minimo di sofferenza, per le cose orrende che mi ha spinto a fare, partendo da quella prima notte trascorsa da lui, è Thanos stesso.

 

**

 

-Mio signore. Esclamò Loki, inginocchiandosi in segno di rispetto davanti a un Thanos interamente vestito con un'armatura elegantissima e palesemente tronfio. Il generale sorrise di sbieco, prima di replicare con aria insofferente:

-Vedo con piacere che ti sei degnato di presentarti.- poi, rivolgendosi alle schiere- Ecco a voi, il nostro Dio dell'Inganno, della Menzogna, del Caos e, pur non essendolo lo meriterebbe, della bellezza; lui sarà il nostro alleato più prezioso, lui ci aprirà la via, lui ci porterà alla vittoria. Tutto secondo i miei piani. Loki tentò di sorridere, mascherando l'irritazione che quell'atteggiamento strafottente faceva nascere in lui: -Siete troppo magnanimo, generale.

-Sei esageratamente gentile, mi stai persino disgustando con le tue lusinghe. Che cosa vuoi?

-Sostenere un dialogo gentile fa parte dei tuoi doveri, generale; per questa ragione devi sforzarti di mostrarti educato nei miei confronti, sopportare le mie parole, per quanto tediose possano apparirti, e rispondere alla mia domanda.

-Allora, Dio dell'Inganno, poni questo interrogativo che tanto necessita di risposta!

Loki sorrise di orgoglio e di soddisfazione: nessuno mai avrebbe sostenuto le sue parole senza cedergli. -Tra quanto sarete alle porte?

-Meno di quanto tu creda, dolce dio.

Loki sollevò un sopracciglio: -Vi attendo con ansia. Detto ciò sparì del tutto.

 

**

 

Loki corse come un disperato dalla sua stanza alla sala del trono, fino a raggiungerla, ormai senza fiato, e stramazzare in ginocchio davanti al trono di Odino. Si accorse a malapena della presenza di Thor. Odino stava dicendo qualcosa al figlio: -Devi riconoscere, che le vostre azioni non possono restare senza conseguenze, Loki è...

-Padre- proferì, ansimando, il moro- perdonami! Perdona le mie colpe, le mie azioni sventate, la mia incoscienza...

Odino parve sconvolto da tali affermazioni, ma sollevò un sopracciglio, ammiccando a Thor, che sbiancò di colpo. Loki se ne addolorò perché comprese di essere stato totalmente frainteso.

Io l'ho difeso, gli ho dato ogni cosa che potessi dargli, l'ho reso felice, almeno per quanto mi riuscisse...non credevo che arrivasse a tanto per accontentare nostro padre. Mio padre, in realtà. Tutto perché ci ha visti. Doveva sapere che sarebbe successo qualcosa, prima o poi, nemmeno la sua saggezza, il suo potere, le sue armi mentali sarebbero riusciti a impedire quanto è successo. Se per lui è stato un duro colpo sentirsi dire di essere malvagio, per me è stato altrettanto difficile sentirmi dire che sono stato un disastro di figlio. Che ho tradito la fiducia dei miei genitori, che ho fallito la mia missione di prendermi cura del mio adorato Loki poiché l'ho fatto cadere nella trappola in cui io stesso sono caduto: l'amore. Io non sarei più nulla senza di lui, ora. La sua stessa vita è più importante della mia. Preferirei morire piuttosto che vederlo in uno stato di sofferenza come quello che sto provando in questo momento.

-Padre degli dei, credo che abbiate interpretato in modo errato le mie parole.- Thor si rilassò, Loki divenne più ansioso- Ritengo che sia il momento meno opportuno per parlare di problemi di cuore, per così dire, poiché abbiamo un'invasione alle porte.

Odino lo guardò male, per poi alzarsi e scuoterlo per le spalle in modo piuttosto violento: -Che cosa hai fatto? Che cosa? Incosciente! Pazzo!

-P-p-padre! Smettila! I-io... ho sbagliato, è vero, ma è stato tutto causato dalle mie emozioni a loro volta suscitate dalle vostre, tue e di Thor, azioni...il suo rifiuto- alzò lo sguardo, supplice, ai biondi occhi, induriti, del dio del tuono- il tuo rimprovero.

Odino trattenne sé stesso dallo sbatacchiarlo per terra, poi si rese conto che c'era bisogno di un contrattacco. Chiamò il figlio maggiore a combattere e si limitò a non impedire al minore di prendere parte alla guerra. Thor, prima di seguire il padre, si fermò ad abbracciare il dio più giovane.

-Loki...

-Ti prego, perdonami.

-Io...Loki, ti amo così tanto...non potrei mai odiarti, sarebbe innaturale.

-Thor, sei troppo buono, sarò la tua rovina, un giorno o l'altro..

-Falla finita con questa storia! Tu sarai solo il mio bel fratellino col culetto troppo perfetto. Ribadì, strizzandogli l'occhio e facendolo arrossire leggermente, per l'imbarazzo dato dal sentire la stretta del biondo sul fondoschiena e le sue labbra appoggiarsi alle proprie, per un istante troppo breve.

 

**

 

Thanos avanzava, con un Loki trionfante al suo fianco, un'armata di mostri alle spalle e un desiderio di gloria inimmaginabile. -Bel dio, goditi l'ultima vista del palazzo di Asgard. Presto sarà nostro.

Mi godo l'ultima vista dell'arroganza sul tuo viso, mostro.

Il Chitauro si avventò sul palazzo, arrivando a pochissimi metri dalla costruzione, prima di essere rallentato da un altrettanto numeroso esercito di dei, che gli marciava contro, per niente deciso a lasciarsi sopraffare.

Thanos sbiancò, prima di vedere la soddisfazione sul volto del capo dell'esercito avversario e di scorgere tra le retrofile, una faccia familiare. Voltandosi, si accorse che il Loki che aveva di lato stava lentamente svanendo. -Lurido stregone! Me la pagherai! Gridò.

L'esercito di dei e quello di mostri collisero. Il clangore delle spade, delle armi, l'odore del sangue, la brama di vittoria, tutto concorre a rappresentare lo scenario del momento. Thor, in prima linea, combatteva con ardore, schivando colpi nemici e inferendone di ben più forti. Nella foga della battaglia, tuttavia, aveva perso di vista uno di quegli esserini schifosi, che tentò di colpirlo al fianco, rimasto scoperto, mentre egli sollevava il potente martello di cui gli era stato fatto dono. L'istante prima che Thor potesse essere ferito un raggio di luce di blu si sprigionò da un punto indefinito un centinaio di metri più indietro, andando a dividere i combattenti come le acque del Mar Rosso per volontà di Mosè, fino a colpire in pieno il Chitauro che stava attaccando il dio.

Thor alzò gli occhi e vide svanire il raggio bluastro in corrispondenza della mano alzata di Loki che stava ora sorridendo di pura gioia. Il biondo sorrise in risposta, con un'espressione di pura venerazione. Quando, però, vide che sul volto del bel moro si era dipinto il più concreto terrore, si voltò in tempo per vedere Thanos che tentava di conficcargli una spada sotto le costole. Thanos sogghignò e affondò la lama nella carne del dio. Loki si materializzò accanto al malvagio generale e gli piantò un pugnale giusto sotto lo stomaco.

-Loki...-mormorò, prima di stramazzare, il Chitauro- credevo tu preferissi i tuoi giochetti alle armi...

-Come vedi, a volte devo ricorrere a metodi più brutali- infilò la lama ancora di più, facendolo gemere- quello che tu non hai mai capito di me è che io, alla fine, finisco per tornare al punto di partenza, la famiglia, in questo caso.

-Non ha più senso vivere, per te. Lui è morto.

Loki tremò, senza perdere il controllo sul suo corpo e sulle sue reazioni: -Anche tu lo sei. Dicendo questo, girò un'ultima volta il pugnale nel corpo dell'antico alleato, lasciandolo cadere a terra come un sacco vuoto.

 

-Thor, Thor... sussurrò, disperato, al volto spettrale del fratello.

-Sto bene, piccolo, sto bene. Ansimò il più grande, accarezzando la mano magra del più giovane, con dolcezza e la forza che gli restava, tentando di rassicurarlo.

-Dio! Perché ho fatto questo?! Loki era al parossismo della disperazione, stava perdendo quello per cui aveva lottato per gli ultimi due mesi.

-Loki, piccolo, sta' calmo... La voce di Thor era ridotta a un flebile mormorio, sinonimo delle forze che gli stavano venendo meno.

-Tu stai morendo e io devo stare calmo? Tu muori per colpa mia e io mantengo la calma? No, Thor, non è così che va la mia mente... Thor, non lasciarmi!

Devo mantenerlo in vita, è un mio dovere. Io, io...lo amo più di quanto mi fossi reso conto.

-Non ti lascerò mai...sei così tenero quando ti preoccupi per me...

-Thor, stai perdendo troppo sangue..- disse, mentre stava tentando di fermare l'emorragia usando la propria tunica come tampone.

-Loki! Amore, sta' tranquillo...sto bene.

-Non stai bene! Thor...non posso perderti, non posso...

-Loki...-il respiro si fece affannato, il viso pallido e Loki sgranò gli occhi, iniziando a piangere- non avere paura... io...

-Thor..no! No! No! Respira, con calma, posso fare qualcosa, posso...

-Ti amo, Loki. Io amo te.

 

Non respirava più. Il dio della Menzogna si sforzò di trattenere le lacrime, prima di crollare disteso sul petto dell'altro, singhiozzando.

-NOOOO! THOR! Il grido di Odino lo riscosse l'istante seguente e, sentendo il calore del corpo del fratello e del sangue che continuava a espandersi dalla ferita, decise di tentare l'unica arma che gli rimaneva. La magia.

Si concentrò e indirizzò un flusso di energia in direzione del cuore del biondo. Si sentì soddisfatto nel vedere che la ferita si stava rimarginando e la pelle del volto riprendeva colore, mentre la sua stanchezza aumentava e desiderava solo tornare nel suo letto nella villetta degli Stati Uniti, quando ancora credeva di essere un normale adolescente con una strana adorazione del sorriso del fratello maggiore. Odino si era avvicinato e se Loki avesse potuto vederlo, avrebbe visto un'espressione di gioia e di fierezza sui suoi tratti.

In fondo, lo ha salvato due volte in pochi minuti, ha distrutto il principale nemico: non male per uno che non ha mai combattuto e che disprezza la guerra e la violenza, preferendo la magia. E si sta dando da fare per guarire il fratello, pur sapendo che io stesso avrei potuto farlo in qualsiasi momento.

Loki si fermò, sentendo la propria testa girare vorticosamente. Un attimo prima di perdere conoscenza, sentì la mano forte di Thor stringergli le dita con gentilezza e riconoscenza. Il Gigante di Ghiaccio si sentì improvvisamente leggero e seppe di essere felice l'istante in cui la voce del ragazzo che aveva salvato gli diceva: -Ed è per questo che non ti lascerò, vero?

 

**

 

Bianco. Bianco e una luce negli occhi. Uno scalpiccio concitato, dei sussurri. “Il battito è regolare”. “Le analisi non lasciano trapelare usi di sostanze o di alcool”. “La ferita non sembra profonda, solo uno sgraffio”.

 

Bianco. La luce e il bianco. E le voci delle persone intorno. Le voci, ma non quella voce. L'ultima che ricordava. Loki aprì gli occhi, scoprendo di trovarsi su un materasso poco comodo, adagiato su una barella, in una stanza totalmente bianca e luminosa. Intorno al suo letto c'erano quattro persone vestite di bianco, che sorridevano incoraggianti.

-Buongiorno, principessa! Disse una donna di colore, con tono caldo e gentile.

-Come sono arrivato qui? Domandò, confuso, massaggiandosi le tempie con le mani e scoprendo di avere una flebo nel braccio sinistro.

-Beh, ti ci hanno portato, dopo averti trovato disteso e privo di sensi lungo la strada che porta al parco. Ora, potresti rispondere a qualche domanda?

-Credo di sì.

-Allora, il tuo nome?

-Loki Odinson.

L'infermiera, controllando su un blocco di fogli che aveva sottomano, annuì. Probabilmente dalle analisi che gli avevano fatto erano già riusciti a risalire all'identità.

-Bene, Loki. E dove abiti?

-North Avenue, 136.

-Perfetto. Data di nascita?

Loki rispose anche a questa domanda senza alcuna esitazione, poi l'infermiera proseguì: -Ricordi cosa ti è successo?

-Io..sì, ma non è una cosa molto normale.

La donna scoppiò a ridere, sincera: -Tesoro! Qui ne abbiamo sentite delle belle, e tu non mi sembri il tipo da esser finito svenuto perché una banda di trafficanti colombiani ti credeva il figlio del direttore della CIA.

-Qualcuno veramente ha raccontato una storia del genere?

-Oh, e non è la più strana. Una volta una ragazza che è arrivata con una gamba rotta ci ha detto di essere Raperonzolo e di essere caduta dalla torre perché il balcone le ha tagliato i capelli mentre scendeva e è caduta.

-Beh, allora la mia storia sarà solo un racconto di fantascienza.

-A mio figlio piace il genere, quindi, mal che vada, gliela racconto prima di addormentarsi.

-Sei una donna decisa! Io sono vissuto qui, sempre, tranne i due mesi passati, che ho trascorso su un altro pianeta, da cui la mia famiglia discende, come ho scoperto prima di lasciare la Terra. Tuttavia, poiché ero arrabbiato perché mi avevano mentito, ho scatenato un'invasione verso quel pianeta. Essendomene pentito, ho tentato di salvare mio...credo che dovrei definirlo fratello, tornando all'improvviso qua.

-Uhm, Loki. Dai controlli che abbiamo fatto prima che tu aprissi gli occhi, sei stato lontano da casa solo un paio di giorni.

-Vuol dire che a casa mia c'è qualcuno?

-No, no, per nulla. Abbiamo parlato con la figlia dei tuoi vicini. La conosci?

-Ci avrò parlato tre volte in diciotto anni! Comunque, sì. Emma White- due giorni? Ma, allora...cosa ho fatto in due giorni?

L'infermiera sospirò, sedendosi sul letto, accanto al ragazzo e mettendogli una mano sulla gamba, coperta dal lenzuolo: -Loki, è il motivo per cui stiamo parlando insieme. A volte, i ragazzi che vengono trovati nelle condizioni in cui sei stato trovato tu, hanno usato droghe o sono reduci di sbronze per cui non ricordano gli avvenimenti precedenti al ricovero. In tal caso, però, gli esami del sangue parlano chiaro. Tu non sei positivo a nessuna sostanza, non ti sei drogato, né hai bevuto. Può darsi che tu abbia avuto una qualche crisi epilettica?

-Non ne ho mai avute, per quanto ricordi. Ma, ora come ora, non mi fiderei molto dei miei ricordi.

-Loki, devi essere tranquillo. Hai risposto bene alle domande su di te, il tuo nome, il tuo indirizzo, la tua data di nascita: non hai un'amnesia che comprometta tutto. Hai solo il bianco per un periodo molto limitato. Vogliamo capire insieme a quanti giorni corrisponda il tuo “vuoto mentale”?

Loki annuì, poco convinto. Sentiva ancora la voce di Thor rimbombargli nelle orecchie e non credeva affatto che si trattasse di un sogno.

-Cos'è l'ultima cosa che ti ricordi, della Terra?

-Essere tornato a casa, dopo aver dormito da un semisconosciuto che si era offerto di ospitarmi. Era il 27 di Aprile. E poi, ho fatto qualcosa che mi ha... meglio lasciar perdere.

-Oggi è il 30, di Aprile, e sono le 9 di mattina. Sei arrivato qua alle due di stanotte. Senza contare oggi, ti sei interamente scordato due giorni della tua vita.

-Io non ho vissuto quei due giorni! Non so cosa sia successo. Io ho vissuto altre storie. Altri luoghi, altri sentimenti. Io ho...

-Loki, cosa hai fatto in questa versione alternativa?

-Mi sono innamorato, ho quasi fatto uccidere Thor, salvandolo sul finale, almeno credo.

-Thor sarebbe?

-Abbiamo un rapporto molto complesso. Siamo cresciuti convinti di essere fratelli, poi abbiamo scoperto che sono stato adottato e ci siamo resi conto che...

-Vi odiate? Vi volete morti? No, hai detto lo hai salvato. Allora...ci sono! Ti sei sbattuto il fratellino!

Loki scoppiò a ridere, annuendo: -Non proprio, insomma. Se quello che ricordo non è vero, no. Ma, anche nella versione che tu ritieni vera, gli eventi stavano prendendo questa piega.

-Contentissima per te! Comunque. Tra un po' passa lo psicologo, è routine, non preoccuparti. Poi ti dimettiamo.

 

Il colloquio con lo psicologo portò a far etichettare il ragazzo come “delirante”, “colpito da amnesie”, “autolesionista” e “borderline”. L'ultima parola era, agli occhi del ragazzo un modo più delicato di dirgli “pazzo”.

Cosa è successo per davvero? Io so che non sono rimasto sempre sulla Terra. Non si spiega l'assenza della mia famiglia. È inutile che mi dicano che sono in California, perché è la scusa che ho inventato io stesso per quella pettegola irritante della signora White. E ora sua figlia si mette pure a farsi gli affari miei: ma che hanno tutti quanti con me? Io voglio solo capire se quello che ricordo è vero o è frutto della mia immaginazione. Certo che avrei un'immaginazione piuttosto fervida, per autoproclamarmi dio della Menzogna e inventarmi tutta questa storia in cui mi alleo con un esercito di mostri per vendicare una semplice adozione. Se riuscirò a capire la verità, diventerò ricco pubblicando questa storia sotto forma di romanzo. No, sto ricominciando a delirare.

-Loki? La ragazza, con i capelli corti e violacei sulle punte, fece un passo all'interno della stanza, portando con sé una borsa penzoloni sulla spalla.

Emma White. Questa ragazza è una stalker. -Emma.

La giovane sorrise, con un'aria molto imbarazzata. Si tirò su la spalla della camicia a quadri rossi e neri che le stava cadendo, lasciando vedere il laccio della canotta nera che indossava sotto.

-Come stai?

-Sono stato meglio, ma mi riprenderò, grazie.

Di nuovo il silenzio. Emma guardava intorno a sé, spaesata. Non erano mai stati amici. Thor era suo amico, Thor era amico di tutti. C'era stato il momento in cui Loki aveva creduto che Emma sarebbe diventata la ragazza di Thor, ma, per fortuna, non era andata così. La signora White per parente sarebbe stata una disgrazia.

-Lo so che non sono la tua migliore amica, la tua ragazza o qualcuno di cui ti importi qualcosa; per me, puoi anche odiarmi, non mi cambia assolutamente niente. Solo che, insomma, è successa questa cosa e la tua famiglia non c'è, quindi ho pensato che saresti rimasto solo tutto il giorno e non mi andava. E allora ho detto “Emma, perché non vai e fai compagnia a Loki?”. Oddio, scusa, ti sto inondando di parole-

-Tranquilla. Va tutto bene. Hai avuto un pensiero gentile. Ti ringrazio.

Emma sorrise vagamente, assumendo l'aria di una persona completamente persa nei suoi ragionamenti. Improvvisamente si riscosse e si sedette su una sedia di plastica trasparente. -Non ricordi proprio nulla di chi ti ha portato qua? Sarebbe fondamentale!

-Senti, Sherlock, io non ricordo nulla di cosa è successo dal 28 di aprile in poi. Quindi, per piacere, non tocchiamo l'argomento “ultimi due giorni di Loki Odinson” se vogliamo almeno provare ad andare lontanamente d'accordo. Possiamo parlare di politica, scienze, letteratura, cinema, mitologia, cibo, architettura e quello che vuoi. Basta che non parliamo del perché io sia qui o di ieri: resterei senza sapere cosa dire. E non è una cosa che mi piace.

La ragazza scosse la testa, ridendo con serenità.

-Proprio come tuo fratello mi diceva...”odia essere contraddetto, fallo e diventerà la più adorabile belva che tu abbia mai visto”.

-Thor...- la voce di Loki tremò all'improvviso- diceva questo di me? Lui non è mio fratello, comunque.

-Ah no? Ora lo so. Comunque lui parla sempre in modo adorante di te! Credo che ti ritenga la creatura più bella del mondo, no, dell'universo. Non ho mai visto nessuno che venerasse il proprio fratell...astro così. Se non avessi saputo che siete più o meno fratelli... oddio sto di nuovo sproloquiando.

-No, continua. Mi interessa. Io ho saputo solo offenderlo e abbandonarlo...

-Oh, ma non è vero. Comunque, dicevo, se non avessi saputo che parlava del fratello, avrei detto che stava parlando con me del suo ragazzo.

-Stai scherzando?

-Per nulla! Credo che una volta mi abbia detto “Loki è l'unico che riesce a farmi impazzire e a farmi tornare sano il momento dopo”, se non è amore questo!

-Sta' zitta! Non sai nulla! Non capisci...

La ragazza sbiancò, spaventata. Restarono ancora per molto in silenzio, dopo un po' la vicina di casa del paziente lo salutò, promettendogli che sarebbe tornata, e se ne andò.

Loki scoppiò a piangere. L'infermiera gli disse che sarebbe rimasto in osservazione anche la notte. Loki si addormentò.

 

Una mano intreccia le sue calde dita con quelle più magre del moro dio dell'Inganno. Due labbra vive e accese si posano sulle altre. Loki sa che non è qualcosa da cui può tornare indietro, ma vuole andare a diritto, senza fermarsi a pensare. Per la prima volta nella vita, si affida del tutto all'istinto. Sente delle gambe intrecciarsi alle proprie. Come se non controllasse il proprio corpo, si accorge di star gemendo di piacere contro una guancia ispida, contro Thor. Il biondo sussurra cose dolcissime nell'orecchio del moro che ridacchia prima di baciargli il collo e pretendere un bacio, un altro. E il contatto tra le loro pelli è energia pura. Non sono del tutto nudi, sono svestiti solo per sopportare il caldo di quella posizione sotto le coperte e avvinghiati in silenzio per non farsi scoprire a notte fonda. Loki si preme di più al corpo muscoloso del più grande, mugugnando. Thor lo circonda con le braccia, affettuoso. -Sei l'unico che riesce a farmi impazzire e a farmi tornare sano il momento dopo. Loki si stringe all'altro ancora di più. Forse la sua natura di Gigante di Ghiaccio ha bisogno del calore del corpo del dio. Forse la sua mente ha bisogno delle parole che l'altro gli dice, conscio che non ne avrà indietro di altrettanto dolci. Sospira, lasciando che Thor lo coccoli come un cucciolo. Si sente a casa, si sente a posto, si sente felice. -Thor- alza gli occhi verdi verso di lui- sai che non riuscirò mai a dirtelo?

-Lo so, e mi va bene lo stesso perché riesco a sentire che mi a..

-No, non dirlo...se lo capisci da solo è meglio. Io non so esprimere questo... e si lascia avvolgere dal corpo del maggiore, senza opporre resistenza, facendosi completare del tutto.

-Lo sai esprimere benissimo. Solo che, per una volta, lo fai con i fatti e non con le parole!

-Ehi! Guarda che mi offendo. Loki si imbroncia, assumendo un'aria adorabile e quasi tenera.

-Uh, allora farò di tutto per farti tornare sorridente... Thor ridacchia e Loki scuote la testa, sapendo che quella storia non andrà a finire bene per loro.

 

**

-Padre, mi ha salvato!

-Non ha importanza! Ha messo a repentaglio la sicurezza dell'intero regno. L'aver salvato qualcuno, per un fine esclusivamente egoistico, oltretutto, non conta affatto come atto di redenzione.

-Renderete la mia vita un incubo!

-Thor!- scoppiò Odino- la vostra relazione sarebbe stata troncata comunque, qualunque cosa fosse successa. È un rapporto incestuoso.

-Padre... fatelo tornare, vi supplico. Non avrò più alcuna relazione con lui, di nessun tipo, eviterò persino di parlargli.

-Resterà sulla Terra! È stato il suo volere tornarvi, quello che ha pensato mentre le sue forze mancavano.

-Padre... non avrebbe mai osato...

-Thor! Basta! Ho deciso. Starà sulla Terra, senza la gran parte del suo potere.

Thor si prese la testa tra le mani, soffrendo atrocemente. Si toccò il punto del suo costato dove la lama lo aveva trafitto. Quella ferita avrebbe potuto condurlo alla morte, lo aveva già fatto, anzi. E non sarebbe mai riuscito a ringraziare colui che lo aveva salvato.

-Per sempre?

-Fino a quando lui stesso non saprà di essere meritevole di tornare!

-Non si crederà mai tanto adatto!

-E' più arrogante, odioso e desideroso di pura vanagloria di quanto i tuoi occhi innamorati vedano.

-Stai parlando ancora di quello che continui a chiamare tuo figlio?

-Thor le tue idee su di lui sono sbagliate, offuscate dall'amore, dalla rabbia e dal risentimento.

Thor se ne andò rumorosamente, sbattendo una porta e correndo via, determinato a non sentire più una parola di ciò che gli veniva detto. Non avrebbe sopportato la lontananza di Loki, gliel'avevano strappato nel peggiore dei modi. Essere morto sarebbe stato preferibile a questa sofferenza. Non riusciva ad ammetterlo, ma la cosa che più lo tormentava del non sapere cosa sarebbe successo di Loki, era la speranza, la consapevolezza che, un giorno o l'altro, si sarebbe rifatto una vita, avrebbe accantonato Asgard, avrebbe conosciuto un ragazzo, una ragazza con cui passare la vita, e non sarebbe mai tornato là. Finché erano insieme, lui sapeva di poterlo controllare, in qualche modo. Sapeva che, fintanto che c'era lui, l'altro non avrebbe avuto bisogno di niente e nessuno. Ma, nel momento in cui loro si separavano, cosa succedeva? Chi avrebbe asciugato le lacrime di Loki nel cuore della notte, quando si svegliava dai suoi incubi di soprassalto? Chi lo avrebbe visto reprimere le frasi più sentimentali per uscirsene con un sorrisetto ironico? Chi avrebbe capito che dietro alle derisioni più aperte si celavano altrettante prove di amore? Thor temeva la risposta. Thor voleva essere la risposta. E suo padre gli aveva appena tolto la cosa che, nella sua intera vita, aveva amato di più.

 

Le mani sono senza più controllo, la pelle del dio dell'Inganni è troppo perfetta per non scivolarci su con foga e dolcezza assieme. Oh, se solo avessero l'approvazione degli altri, non sarebbero costretti ai sotterfugi cui ricorrono sempre. Come mascherare con barriere magiche la stanza, creare proiezioni del dio che non vi è nella propria stanza, rendersi invisibili nei momenti in cui si spostano. Thor sopporterebbe tutto ciò per sempre, pur di poter avere con sé il bel fratellastro, ma Loki? Il moro si accoccola, arrotolandosi su di sé come un gatto, tra le braccia e il busto del biondo, mugolando frasi senza senso. Thor gli bacia delicatamente una guancia. -Mh, smettila, dai! Geme, fintamente irritato, il minore.

-Smetterla? Perché mai? Replica il più grosso, baciandolo ovunque e, constatando, con la labbra che il più giovane sta sorridendo suo malgrado, convinto di essere nascosto dal buio. Loki si gira, faccia a faccia col dio del Tuono. -Perché volevo stare fermo per qualche momento, imbecille. Thor ridacchia, piano, per non farsi sentire, e lo bacia di nuovo.

-Sei incapace di fingere, con me.

-Oh, lo dici tu...

-Certo! Anche se dici il contrario di quello che pensi, il tuo corpo farà esattamente ciò che vuole fare. E prova a baciarlo ancora. Loki si scansa, dicendo: -Non voglio assolutamente avere altri contatti con te. Thor si volta per un momento, facendo abbassare la guardia al minore, per poi avventarsi nuovamente su di lui e sentire con soddisfazione che viene ricambiato con grande ardore. -Dio, Loki, se ti amo! Proferisce infine. Loki sorride inquieto, si morde un labbro, si volta dalla parte opposta: -Forse.

-Forse cosa? Ride Thor, sapendo in realtà benissimo cosa.

-Andiamo, non sei stupido, lo sai.

-Sì, sono stupido, invece, me lo dici ogni giorno almeno un milione di volte. Forse cosa?

-Niente.

-Niente non è una risposta accettabile. Avanti, dillo.

-Hai capito!

-Voglio sentirtelo dire, almeno una volta.

-Sei più testardo di un mulo!- si arrende il moro, alle carezze del bel dio- Forse, con grande probabilità, ma con nessuna certezza, forse, ripeto, forse può darsi che ti ami anche io.

-Ancora, senza i tuoi soliti orrendi giri di parole.

-No! Thor, al rifiuto, porta avanti una mano, appoggiandola sull'inguine dell'altro, che sente un immenso calore ed è consapevole di essere improvvisamente arrossito. Loki sorride, arrossendo di più al pensiero di cosa sta per dire: -Vuoi ricambiare il servizio precedente? Solo per due paroline misere? Umilieresti le tue principesche mani per due parole? Sporcheresti la tua anima di una simile corruzione corporale, a cui solo io, infinitamente inferiore per razza, mi sono abbassato? Tu, erede di Asgard, ti renderesti tanto simile a me? Per tutta risposta, Thor inizia a spostare gli abiti del più piccolo, che resta senza fiato: mai si sarebbe aspettato che Thor...

-Non sarebbe un'umiliazione infliggerti piacere.

Loki chiude gli occhi, assecondando il volere del più grande: -Thor, oddio, mi sa che è il caso di dirtelo...-Thor sorride non visto, dal fratello ha imparato come raggiungere questi scopi- ti amo! Ti amo! Ti amo più di ogni cosa su questo mondo e sulla Terra!

Thor lascia andare il più piccino, solo per poterlo baciare meglio. Loki, stremato, si lascia coccolare e, solo troppo tardi, si accorge del fatto che il biondo si stia soffermando da troppo sul suo collo. Si alza di scatto e, guardandosi allo specchio, vede un grande segno rosso giusto sopra la clavicola. -Thor, cosa sarebbe questo coso rosso e immenso? Come lo spiego a padre?

Thor ride: -Primo, si chiama “succhiotto”, non “coso”. Secondo, se padre non lo vede, padre non chiede e Loki non spiega.

Loki si sente sollevato, ma non vuole dare soddisfazione al fratello e, rivestendosi, si limita a guardare fuori dalla finestra, spostando di tanto in tanto il colletto a coprire il segno rosso.

 

**

 

Loki si svegliò di soprassalto, di nuovo nella sua camera in North Avenue. Quei sogni, quasi erotici, di lui insieme a Thor lo facevano sempre svegliare madido di sudore. Sapeva che c'era qualcosa di vero. Doveva esserci. Non poteva sognarsi quelle frasi, quei gesti, se non erano veri! Si alzò di scatto, pensando qualcosa. Corse in bagno, accese la luce a tentoni e si tolse la maglietta.

 

Sulla sua pelle bianca, priva di segni derivanti da qualsiasi battaglia o gioco pericoloso, proprio alla base del collo, stava un segno rosso come il fuoco e ben delineato. Loki sgranò gli occhi. Dunque era vero? Sospirò, sedendosi per terra per riordinare almeno un po' i pensieri. Nessun altro avrebbe potuto avvicinarglisi tanto da fargli qualcosa del genere, solo Thor. E, sulla Terra, lui e Thor non si vedevano da tre giorni, oltre al fatto che non era successo niente che potesse spiegare un simile gesto. Quindi, la conclusione era che lui e Thor erano stati insieme circa due giorni prima e, quindi, che i suoi ricordi erano veri. Loki esultò. Aveva solo bisogno dell'ultima conferma.

 

Vestito di scuro, con i capelli pettinati e un'aria determinata, il giovane dio dell'Inganno, si presentò di nuovo in biblioteca. Il solito bibliotecario vecchio e poco affabile lo salutò, stavolta quasi con riverenza, spaventato dall'aura di rispetto che gli occhi del ragazzo irradiavano.

-Buongiorno, signore, che cosa le serve?

-Si ricorda “Gli Dei Del Nord?”

-Sì, sì. Glielo prendo subito.- sparì e tornò dopo poco- Eri poi riuscito a trovare qualcuno che ti somigliasse?

-Oh sì, non sa quanto.- il vecchio lo guardò incuriosito- Si tratta anche di uno dei più importanti. Ha persino il mio stesso nome. Direi che potrei essere proprio io... concluse, sfogliando le pagine, alla ricerca dell'illustrazione che cercava: una specie di giullare vestito di verde. Girò il libro e lo fece vedere all'uomo. Questi sbiancò.

-Loki? Il Gigante di Ghiaccio? Lo stregone?

Loki sorrise, in modo un po' inquietante. -Lui.

 

 

Waaaaaa-taaH!

Rieccoci.

 

Okei, perdonate la lunghezza infinita? Io ero convinta che fosse corto, ma è venuto fuori il sequel dei Promessi Sposi. Pietà, perdono, pietà.

 

La battaglia non ho saputo scriverla, sono incapace nel settore, invoco venia e spero che non debba più combattere nessuno, così non scrivo più 'sti schifi. Il mio obiettivo era quello di lasciarvi a secco di scenette fluff per questo capitolo e, invece, ho dovuto alzare il rating! Ahahhahahahhahahhahahhah!

 

Insomma, grazie a tutte: MusicAddicted, MariaGraziaKilljoy, Sbì, Gaia, PiccolaRumple. Insomma, bimbe, siete TROPPO gentili!

 

Ora vado a fare colazione. Ciao ciao.

 

Chiara. 

  
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