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Autore: Medy    02/04/2013    3 recensioni
"Roma, città eterna, città ove la storia si vive giorno per giorno, dove ogni strada parla , racconta, sussurra eventi , storie, giorni diversi da quello vissuto, giorni passati che hanno lasciato la loro traccia in ogni luogo e roccia , in ogni struttura, in ogni scultura e strada.
Roma , città dei mille colori, delle mille voci, dei sorrisi, delle bellezze, città della cultura stessa. Bellezza illuminata dal sole, bellezza sfiorata con raggi di luna. Meta, sogno, luogo di desideri e attimi da non perdere.
Roma , bellezza eterna, intramontabile......"
Roma farà da sfondo ai vari eventi che cambieranno la vita di ognuno di loro. Roma darà vita a sentimenti e scoperte di sè tenuto per lungo tempo nascoste o del tutto sconosciute.....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
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QUESTO VA A TE WHITESNOW..te lo dedico interamente perchè tu sei la musa che mi ispira e l'amica che mi sprona.. <3
 
Quei modi di fare 
A nobilitare
Ogni tuo comportamento
Che sono le sei di mattina
Ma è di mattina che soffia il vento
Io sono qui a scrivere ancora
A ridere ancora di me, mentre
Un raggio di sole ti sfiora 
Con le lenzuola poggiate sul ventre
 
Le sei di mattina 
E lei di mattina
Metti che mi sta a fianco
Non sono lo scemo di prima
E verso la china su un foglio bianco
Non faccio questioni di stato
Zero emissioni di fiato, mentre
Quelle altre che m'hanno lasciato
Pregano il fato che muoia per sempre
(Ye) Vorrei sapere a cosa stai pensando
Ora che hai gli occhi chiusi
E abusi del fatto che sbando
E quel sorriso messo come scudo
Bocca dipinta
Prendo e rifiuto
Scossa di quinta magnitudo
(Ye) E'la mia donna e non sai quanto vali
Non ha l'insonnia e non fa la mignotta nei locali
Lei non abbraccia tutti
Scaccia, tutti brutti
Tranne me
Mente a tutti 
Tranne a me
All I need is you
(Ye) E dimmi se ci sei anche tu
Se in questo mondo di puttane
Non hai un costo
(Ye) E dimmi se ci sei anche tu
Ma adesso guardami di più, di più, di più
 
 
 
 
(Rit.)
Dormi
E non pensarci più
Che non è facile restare in questo posto
Dormi 
Che sono pazzo di te
E non è strano che ti voglio ad ogni costo
Dormi
E non pensarci più
Che non è facile restare in questo posto
Dormi
Che sono pazzo di te
E non mi posso più fermare
Un limite non c'è
 
Il profumo che indossi
La pelle di seta
I capelli mossi
È un misto di come tu sei
O come, più o meno, vorrei che tu fossi
Tra i miei paradossi
T'invito nei miei desideri nascosti
Ti vedo nel buio nuda
In infradito
Ho gli infrarossi
E cerco te nel letto
E quando non ci sei
I miei problemi che fanno effetto
(Resta con me)
Se te ne vai t'aspetto
Ma non tornerai 
Prima che non te l'abbiano detto
(Resta con me)
Che tutto questo adesso parla di te
In questa stanza preso male
Dove Dio non c'è
E tutto questo adesso parla di te
Puoi darmi un attimo di più, di più, di più
"Sei Di Mattina - Briga "
 
                                    Vacanze Romane 
                                   -Quarto capitolo-
 
Hanne roteò per l’ennesima volta su se stessa, soffermandosi sulla propria figura che le ricambiò lo sguardo indeciso e scettico. Si lisciò ancora l’abito nero  in cotone che scendeva a campana, fin sopra il ginocchio.Si scosse i capelli, lasciandoli cadere sulle spalle rimaste nude. Si dondolò , facendo pressione sulle punte, guardando con aria estraniata e confusa le bamboline lucide e non riusciva a convincersi che quella tenuta fosse perfetta e ideale per quella serata. 
“Sono orribile"Borbottò piano tra le labbra, e Hanne dovette fare i conti con gli sguardi stanchi e ormai rassegnati di Renèè e Lyn, che sdraiate sul letto, silenziose osservavano le prove  bocciate a cui Hanne si stava sottoponendo.
“Tra qualche minuto il fustacchione di Blaise arriverà  e tu sei ancora indecisa se indossare l’abito alla Audrey o quello alla Marylin”  Renèè si spaparanzò nuovamente sul letto, abbandonando del tutto le speranze di convincere l’amica a prendere finalmente una decisione. Erano lì, a scartare abiti, senza riuscire a trovare quello che avrebbe dato alla serata la giusta atmosfera e il giusto avvio. 
“Si, tra qualche minuto…ed io? Sembro …cosa sembro?” Hanne si voltò  nuovamente verso le amiche chiedendo e implorando aiuto. Lyn addolcì il volto, intenerita dall’espressione ormai rassegnata che Hanne continuava a rivolgere alle amiche, che ormai avevano perso ogni carta d’aiuto. 
“ Sei perfetta Hanne… Non devi assolutamente cambiare nulla! “ Lyn la raggiunse e stringendole le mani cercò di trasmetterle sicurezza e convinzione, la stessa che aveva nel pronunciare quelle parole guardandola. 
“Nella lettera, chiedeva un abbigliamento elegante…Questo non mi sembra tanto elegante”  Hanne posò ancora una volta lo sguardo sull’abito nero, notando che di elegante forse, poteva vantarne solo il colore. Non possedeva nulla che si avvicinasse a tale connotazione, o almeno, in quel momento qualunque abito le sarebbe apparso come un vecchio straccio da tenere ben nascosto.
“Basta! sei perfetta! E inoltre anche se volessi cambiarti…IL tempo non te lo permetterebbe, quindi ormai sei gia in gioco…stai benissimo così! “ Lyn non voleva più ascoltare quelle lamentele noiose e prive di prove che Hanne ormai aveva imparato a memoria. La guardò ancora una volta e si convinse maggiormente che quell’abito le andava perfettamente e che Blaise avrebbe notato quella flebile perfezione tradotta in semplicità.
“Tra un po’ scocca l’ora X e tu sei ancora imbambolata e ferma qui… Muovitiii” Renèè alzò lo sguardo verso entrambe le amiche notando l’immobilità che le teneva inchiodate allo stesso punto. Hanne era ormai pronta ma avrebbe ritardato per un qualsiasi contrattamento che si sarebbe presentato qualche minuto prima del fatidico incontro, immaginato e programmato nei minimi dettagli per tre giorni consecutivi. Aveva accettato quell’appuntamento senza replicare o mettere in moto la testa. Aveva pronunciato quel “si” ancora prima di pensarlo e ponderarlo bene. Aveva visto negli occhi di Blaise un qualcosa che l’aveva condotta ad accettare, nonostante lui fosse un perfetto sconosciuto, uno dei tanti curiosi golosi, pronti ad assaggiare i gelati da lei serviti. Era stato un semplice legame di sguardi, di parole vuote ma colme di qualcosa che l’aveva indotta a voler conoscere qualcosa in piu e magari lasciarsi conoscere.
Lyn le strinse per un ultimo minuto le mani, per poi lasciarla , in modo da liberarla finalmente da quel peso che sembrava schiacciarla completamente. L’appuntamento avrebbe avuto inizio da li a qualche minuto e una piccola sensazione che la induceva a lasciar perdere invase Hanne per un flebile attimo, per poi sparire, non appena il rumore del legno cigolante della porta non la fece voltare.
“Hanne , stai benissimo… hai un incontro galante?” Hermione si intromise in quel piccolo gruppetto, dando  la sua considerazione sulla tenuta che stava mandando Hanne fuori dai gangheri.
 Le sue guance si colorarono appena e l’accenno del capo diede risposta.
“Chi sarà il fortunato?” La domanda retorica avrebbe formulato risposta già conosciuta ma Hermione finse di esserne totalmente all'oscuro . Aveva notato i movimenti sospetti di Blaise Zabini che senza timore , si era ripresentato più volte , dando chiari segni del suo interesse provato verso l’inconsapevole Hanne che non conosceva le vere origini, il vero volto di quella serpe che si nascondeva dietro una maschera bonaria e perfetta.
“Quel Blaise che ormai non fa altro che venire in gelateria ogni giorno! Ha una costanza ammirevole” Renèè comunicò l’identità risaputa del fortunato che quella sera avrebbe goduto della compagnia di Hanne che arrossendo nuovamente, si voltò verso lo specchio, ammirando per l’ennesima volta se stessa, questa volta persa in un’espressione di imbarazzo e timore. 
“Anche gli altri due comunque non sono niente male. Solo che..sono proprio strani….” Hermione si irrigidì a quel commento giunto da Lyn e trattenne con fatica la voglia di dir  loro la realtà delle cose, di mostrare la reale natura delle tre serpi. 
“Il biondino con il viso da stronzo è un amore” Renèè si mise a sedere, gettando fuori il suo commento poco delicato sul giovane Malfoy che avrebbe accettato con piacere quell’appellativo, per poi sputarci sopra senza ritegno. Babbane che lo adulavano: sarebbe stato un affronto per la sua natura da purosangue. 
“Magari, puoi convincere Blaise a portarli un po’ alla festa di Stefano..li facciamo integrare“ Lyn ammiccò in direzione di Renèè che assecondò quella proposta trovandola allettante. Hermione era rigida e immobile accanto a loro, sentendosi colpevole di quel silenzio che avrebbe potuto portare le tre ragazze ad affrontare una realtà pericolosa.Se solo avessero saputo come la fortuna le aveva girato le spalle  quel giorno in cui aveva deciso di fare entrare le tre serpi nella piccola gelateria e se solo lei avesse potuto dar chiarezza a tutto ciò. Guardava Hanne , trepidante  e allegra e si sentì sporca quanto loro nel doverle nascondere la malvagità di cui era imprignata la figura , aiutante e forte di Blaise Zabini.
"Le feste di Stefano non sono fatte per far integrare le persone… “Hermione intervenne, sperando di nascondere il tono di voce preoccupato. Blaise Zabini era il re delle feste e quelle di Stefano Seviero non avrebbero potuto reggere il confronto, ma gettare tre serpi in un ambiente di soli babbani sarebbe stato come offrire miele alle api, pronto e senza il minimo sforzo. Non poteva rischiare di vedere gli amici presi di mira dai tre che si sarebbero divertiti senza contegno.
 
“Non convincerò nessuno, anche perché non credo di esserlo io! Gli darò buca…sono a dir poco orribile” Hanne si portò le mani al viso, nascondendo il rossore che il solo pensiero di dover trascorrere una serata con Blaise le aveva procurato. 
“Assolutamente… Sei perfetta, smettila con queste bagianate” Renèè si alzò di scatto e mettendo fine a quel continuo osservarsi e criticarsi, la scaraventò fuori la stanza , dandole quel coraggio che le mancava, dandole l’imput necessario a dar inizio a quella serata che tardava ad iniziare.
Hanne si ritrovò all’ingresso del piccolo appartamento che quell’estate condivideva con loro e il suo sguardo trasmetteva la voglia maniacale  di ritornare in stanza e chiudersi al mondo. L’imbarazzo sembrava stesse prendendo il sopravvento e Lyn e Renèè sembravano non volergliela dar vinta, a differenza di Hermioone che continuava a fissarle, sperando in un cambio di programma.
“E se poi non gli piaccio? E se questo abito non va bene? E se …non gli piace il modo in cui rido? Ragazze non sono pronta..!!” Hanne cercò di scavalcarle ma fu inutile e fu rimessa al suo posto.
“Piacerai .. l’abito ti sta d’incanto, sei splendida e il modo in cui ridi è adorabile…quindi adesso… aspetta qui” Renèè la scrollò bene con le parole e la fece accomodare con forza a tavola ed  insieme a Lyn ed Hermione, attesero la venuta prossima di Blaise.
Il ticchettio dell’orologio a pendolo faceva da sfondo sonoro a quella attesa snervante e le quattro ragazze sembrarono del tutto perse il quel rumore che si spegneva ad intermittenza. Ogni tocco era paragonabile al colpo al cuore di Hanne, che attendeva , continuava ad attendere. Gli occhi di Renèè erano puntati su di lei come quelli di Hermione. Lyn era indaffarata a coccolarle i boccoli rossicci e a trasmetterle sicurezza.
Attesero ancora in quella atmosfera silenziosa, quasi soporifera. Si accoccolarono in quel silenzio, quasi perdendo la concezione del tempo e quasi dimenticando del perché attendevano. Fin quando il suono stridulo del vecchio campanello non suonò con forza, risvegliando i timori, le incertezze e le ansie che avevano governato fino a poco prima.
“E' lui”sibillò Hanne tra i denti, incerta sul da farsi. Lyn la fece alzare con forza, incitandola a rispondere. Hermione sentiva il cuore in gola e Renèè sorrideva raggiante a quella venuta che non aveva tardato di un minimo secondo. 
La mano di Hanne era tremante, mentre si avvicinava all’apparecchio che aveva smesso di chiamarla a se e che sembrava sul punto di scoppiare. Lo portò all’orecchio e poggiò le labbra al microfono, pronta a dar prova della sua presenza.
“Si?” La sua voce le risuonò amplificata di mille suoni, stridula e tremante. Sentiva gli occhi delle tre premere sulla nuca e quando sentì la sua voce le gambe divennero molli, quasi sul punto di voler cedere e abbandonarla.
“Pochi minuti e scendo” Fu l’unica risposta che ascoltarono Renèè, Lyn ed Hermione e senza ricevere alcun sguardo, videro Hanne prendere le ultime cose e sgusciare via, come una colpevole scappata per caso dal luogo del reato.
Immediatamente la finestra fu invasa dalle tre figure che con aria curiosa, si affrettarono a riprendere ogni movimento della scena dall’alto, di nascosto, dove lei non avrebbe mai saputo che i loro occhi erano puntati solo su entrambi, dimenticando le bellezze che Roma come ogni notte aveva da offrire.
Hanne scese piano la lunga rampa di scale che la divideva da Blaise e ad ogni scalino rimuginava sull’idea di ritornare indietro , di aprire nuovamente la porta e lasciare che quella serata si concludesse tra il caldo delle lenzuola e i film in dvd che Hermione aveva portato con se. Ad ogni scalino pensava che quella di Blaise era solo un modo per trascorrere l’estate in quella città favolosa e magari dimenticare tutto una volta terminata la sua vacanza. Ad ogni rampa di scale Hanne pensava a quell’abito che aveva indossato e non aveva rivisto ancora, immaginandosi ridicola con i suoi ricci troppo ricci e le ballerine troppo basse. Ad ogni scalino immaginava come l’avrebbero presa Lyn , Hermione e Renèè, immagine che si formulò appena nella sua mente per poi sparire una volta giunta al cancello principale. Era giunta al punto del non ritorno e andar via non sarebbe stata una mossa giusta. 
Uscì , immergendosi nella frescura estiva, lasciando che il vento le accarezzasse la pelle e le donasse momentaneo sollievo, prima di ritrovarsi nuovamente con le guance in fiamme e il cuore a mille.
Blaise era a pochi metri da lei , mischiato alla caotica vita notturna. Appoggiato all’auto nera, con gli occhi puntati su di lei e un sorriso che illuminava il suo splendido volto. Hanne sentì le gambe divenire pesanti e il suo passo sembrava goffo e incerto. Sospirò pesantemente e armandosi di coraggio  si avvicinò a lui con le viscere in subbuglio e un sorriso tirato ed accennato. Aveva la mente occupata nel progettare parole e cose da dire da non notare ciò che lui stringeva tra le mani. Solo una volta raggiunto notò un piccolo fiore scarlatto. Sembrava delicato, come se ad un singolo tocco potesse frantumarsi e divenire polvere. I petali erano morbidi e piccole venature potevano essere intraviste. Era splendido nella sua fragilità, era sfarzoso nella sua semplicità. 
“Grazie…” Quelle parole le si fermarono in gola quando le fu porto con fare sicuro, senza timore di un suo ipotetico rifiuto.
“è un ibisco Rosso…” Hanne alzò di scatto la testa, fermando la sua ammirazione, assimilando le informazioni che Blaise le rivolse, spiegandole del perché di quella rarità.
“E' ovunque considerato testimonianza di una ‘bella estate’, altrimenti non fiorirebbe… Nella lingua giapponese, ‘hanakotoba’ significa ‘dolce’ di ‘bellezza delicata’ attribuito a questo fiore per la sua durata soltanto dal mattino e al tardo pomeriggio…è molto raro e quando l’ho visto ho pensato a te” La voce del giovane era delicata e calma, come se in quel momento stesse raccontando un aneddoto quotidiano . Era perfetto ad indossare quegli abiti, non era impacciato, non era nervoso. Si mostrava nella sua natura, bellissima e rara. Hanne sentì il cuore martellare con violenza al petto e sentì maggiore pressione . Aveva di fronte non un ragazzo qualunque ma forse quel ragazzo sognato per notti intere da innumerevoli ragazze, quel ragazzo che irrealmente faceva capolino nella vita sognante di tutte. Poteva bastare quel poco tempo a decidere se davvero ciò poteva accadere? Poteva bastare un ibisco rosso a dar ad Hanne un motivo per perdersi totalmente e abbandonare la ragione? Per un attimo pensò di no ma quando Blaise la prese per mano per farla accomodare in auto, il cuore volò via e  i pensieri furono cancellati in un soffio.
Entrambi si posizionarono al lato posteriore della bella auto e senza che Blaise proferisse parola, l’autista si incamminò per le strade trafficate e affollate, Illuminate da luci spettacolari, naturali e colme di emozioni. 
Hanne stringeva tra le mani il delicato Ibisco, e non riusciva ad alzare gli occhi. Temeva che nel farlo si sarebbe tradita, avrebbe mostrato quanto imbarazzo stesse provando in quel momento, quanta incertezza era visibile nel colore chiaro dei suoi occhi. Blaise invece, non le staccava gli occhi di dosso, nonostante lo splendore che si prestava al di fuori dell’auto.In quel momento l’unico splendore e capolavoro era a poca distanza da lui. La scrutava con attenzione, con ammirazione. Non cercava di nascondere nulla,lo mostrava con fierezza. Un piccolo sorriso era dipinto sul suo volto,non si sentiva fuori luogo, non sentiva di trovarsi in una situazione sbagliata. Per lui quel momento era quello giusto, era il suo momento giusto. Fregandosene delle critiche lanciate da Draco, dai silenzi offesi delle madre, dalle parole amorevoli che ancora Daphne gli mandava senza sosta. Si viveva la magica presenza di Hanne che con le sue guance rosse riusciva a fargli sentire il cuore nel petto.Con quegli occhi aveva scoperto una luce,una luce diversa, nuova di cui,era consapevole, non avrebbe potuto fare a meno. 
“Non conoscendo la città, mi sono fatto consigliare qualche ristorante carino… “La Pergola” mi hanno detto che è uno dei migliori” La voce di Blaise  ruppe quel ghiaccio che la stava paralizzando. Hanne alzò lo sguardo e riscontrò il suo volto, il suo bel sorriso, quegli occhi profondi e scuri che sembravano un tunnel di segreti ed annuì con il capo. Conosceva perfettamente “La Pergola” e conosceva la sua impossibilità di metterci piede. Si tradì ancora una volta  mostrando lo sguardo quasi incredulo,non riuscendo a trattenere un sorriso sorpreso. Quei suoi occhi erano privi di maschera, non volevano nascondersi. Erano limpidi e chiari, erano la sincerità manifestata su di un volto. Non c’era modo per nascondersi.
“Se non  è di tuo gradimento possiamo cambiare tranquillamente l’itinerario! “ Blaise si affrettò a precisare che qualunque luogo era imperfetto senza di lei, che qualunque luogo era l’ideale se avesse provocato un suo sorriso. 
“Oh, no certo che no! Va molto bene. Solo che..sono sorpresa . Ho sentito molto parlare di questo ristorante ma non ho mai avuto il piacere di metterci piede… “ Hanne sorrise di sghembo pensando al poco denaro che la piccola pochette conteneva. Sapeva che non avrebbe pagato nulla,ma non osava approfittare della bontà e galanteria che Blaise mostrava con tutta la naturalezza possibile.
“ Mi sono fatto suggerire da mia madre..lei è molto più pratica di me . Viene ogni estate qui  a Roma quindi conosce ogni luogo, piazza e strada.” Blaise sembrò mutare di poco l’espressione  che sembrò indurirsi nel parlare della madre, anche se in termini molto superficiali. Hanne finse di non aver notato questo flebile particolare anche se in se sentì il desiderio di chiedergli di piu,di conoscerlo meglio, di sapere il perché di quello sguardo , del perché di tante cose. Ma non ebbe tempo o almeno per adesso non era tempo. L’auto si fermò ed entrambi compresero di essere giunti a destinazione. Non avevano avuto bisogno di guardare al di fuori dell’auto perché per entrambi il paesaggio che si presentava al di là non poteva essere comparato a ciò che si presentava a pochi centimetri da loro. Entrambi si ammiravano, anche se in silenzio.
Blaise fu il primo a scendere e senza che Hanne si scomodasse le aprì la portiera, dandole aiuto per poter uscire fuori dall’auto. Le porse la mano e la fece scivolare fuori con calma . Non aveva fretta,gustava ogni momento di quell’incontro come se avesse deciso di bloccare il tempo, di fermarlo completamente. Hanne era rapita completamente dagli oscuri occhi del giovane,oscuri e paradossalmente rassicuranti. 
“Qui c’è una vista splendida..ti va di vederla?” Blaise le stringeva la mano, come se avesse timore di vederla scappare via. Sembrava volersi ancorare a lei, cercare sostegno in quella giovane conosciuta da poco  che emanava un senso di familiarità inverosimile eppure esistente. Gli sembrava di conoscerla da una vita, sentiva di conoscerla da sempre. Hanne annuì, persa completamente nelle sue mani, fidatasi ciecamente di lui, senza pensieri che le dessero modo di ritrarre la mano e non seguirlo. L’immenso giardino in cui era  allestito l’elegante albergo era illuminato da piccole e flebili luci che donavano a quell’ambiente maggior raffinatezza e bellezza. Ma ciò che poteva essere goduto dall’alto di quel luogo le sottrasse il respiro: Roma si prostrava a loro nella sua totale bellezza ed immortalità. Luci che la ricoprivano, dandole vita. Dando vita ai monumenti silenziosi che parlavano da soli, raccontavano la storia senza l’aiuto di oratori.Era immersa in quelle luci ed era uno spettacolo senza eguali.
“E' splendido…” Hanne sentiva il fiato mancare, sentiva le parole morirle sulle labbra e aggettivi inesistenti per tutta quella bellezza.
“Si, è splendido” Blaise era del tutto perso nel viso di Hanne che gioiva  e si illuminava ancora di più. Nessuno spettacolo per Blaise poteva essere paragonato a lei, ai suoi occhi, alla sua pelle che alla luce della luna sembrava candida e delicata, esattamente come i petali del fuore che lei ancora stringeva tra le mani.
Sottolineava ogni centimetro di viso, percorreva ogni lineamento e soffermandosi sulle labbra, sentì un bisogno incontrollabile di prenderla tra le braccia e farle sue, completamente sue. Ma dovette astenersi,non poteva rischiare di rovinare ogni cosa.
“Andiamo?” Dovette mettere fine a quella bellezza e sottrarla dalla meraviglia che Roma le scaturiva.
Hanne annuì e non ritraendo la mano al suo tocco si lasciò guidare all’interno di quel luogo che solo al di fuori mostrava sfarzo ed eleganza. 
 
 
Hanne era rigida e immobile  accomodata e a disagio sulla morbida ed elegante sedia di quello splendido luogo che appariva del tutto estraneo al suo solito mondo. Blaise invece era rilassato, calmo e si notava la buona postura dovuta alla frequentazione assidua di quei luoghi .Erano cosi maledettamente diversi,erano incredibilmente diversi che Hanne ancora non riusciva a comprendere il perché avesse scelto lei. Ne avrebbe potuto avere molte di ragazze e forse ne aveva ma in quel momento aveva scelto lei, in quel momento aveva deciso di condividere quella sera con lei e nonostante i mille dubbi, Hanne si era fatta abbindolare ed ammaliare.
Guardava Blaise discutere con molta calma ed eleganza con il metre e comprese che il suo fascino non aveva ammaliato solo lei ma era un qualcosa che travolgeva chiunque si trovasse a pochi centimetri da lui. Ordinò una serie di cose di cui Hanne non comprese nemmeno il nome e una volta che il Metre andò via , soddisfatto di se, lui ritornò ad occuparsi della ragazza, distaccandosi completamente dall’intera sala, concentrandosi esclusivamente su di lei, donandole la sua completa attenzione.
“ Questo luogo è rinomato soprattutto per lo chef. I suoi piatti sono un esempio della buona cucina Italiana.” Hanne annuì, incerta sulla risposta che avrebbe potuto dargli. Lei conosceva alla perfezione la cucina Italiana. Ogni estate giungeva li ed era immersa totalmente in quel paese dai buoni sapori e ciò che avevano ordinato non richiamava affatto il buon gusto Italiano. 
“ Anche se non saprei valutare un buon cibo Italiano da uno di scarsa qualità. Non sono mai stato a Roma, non conosco nulla di questa città. Questo luogo mi è stato consigliato , anche perché non avrei saputo dove portarti..” Hanne sorrise appena e non riuscì a trattenere un espressione di disgusto quando il Metre , con aria fiera , portò le misere portate. Hanne osservava il poco cibo che sporcava appena il piatto  e prendendo le posate, ebbe incertezza su dove iniziare . In quel poco che c’era analizzò cosa avrebbe potuto ingurgitare oppure no. Blaise notò questo particolare e non si preoccupò di ignorarlo.
“ Qualcosa non va Hanne?” Hanne alzò lo sguardo dal piatto e incentrò i suoi occhi in quelli di Blaise , cercando di nascondere  il disagio che in quel momento provava di fronte a quel poco cibo costoso e forse privo di sapore. 
“No, nulla….” Hanne aveva parlato poco, accennato la sua voce, cosa mai successa fino ad allora e Blaise sembrò percepire che in quel silenzio ci fosse l’imbarazzo di commentare come quella serata stava prendendo inizio. 
“Hanne, davvero…Puoi parlare liberamente” Blaise allungò una mano verso di lei e la incitò a parlare, stringendole la sua. Hanne giocherellava con quel povero cibo che occupava un piccolo spazio di piatto, imbarazzata da quel caldo tocco, unica fonte di calore in quella sala fredda, elegante, sfarzosa ma priva del calore autentico Italiano.
“E' tutto perfetto davvero. Questo luogo, il paesaggio…tu. Ma questa non è la vera Roma…” Il silenzio non avrebbe aiutato Hanne , non avrebbe conferito a quella serata maggior bellezza, anche se la presenza di Blaise poteva piu che bastare. Ma quel luogo non era il vero volto della sua bella Roma. Quel cibo non era la vera anima dell’italia. Li non c’era il mondo che Blaise non aveva mai visto e restando in quel posto  non avrebbe mai scoperto. 
“Tu hai detto di non aver mai visto Roma…” Hanne alzò lo sguardo e nei suoi occhi Blaise percepì un desiderio di rivelazione.Lui annui silenziosamente e attese.
“Prima di tutto, dobbiamo andare via da qui…e poi… sai guidare una vespa?” 
 
                                                                            **
 
 
Il vento era fresco tra i capelli, sul viso, sugli abiti e sulle gambe scoperte di Hanne. Le strade erano pronte ad accoglierli e solo voci e rumori distorti facevano da sfondo a quella loro corsa. Hanne sentiva Blaise rigido mentre tentava di non cascare giu dalla sella della piccola vespa  recuperata all’ultimo momento presso casa di Hanne, quella vespa che aveva girovagato per Roma, che girovagava per la città ogni estate, riscaldata dai raggi caldi, testimone di notti brave.Hanne non poteva non frenare il sorriso che le colorava il viso. Finalmente era fuori da quel luogo di plastica, era ritornata al suo mondo, alla sua semplicità, alla sua vera Roma che l’accolse con gioia.
“Non posso credere che tu non sappia guidare una semplice vespa! “ la voce di Hanne lo raggiunse  e un lieve imbarazzo si colorò sul suo viso, imbarazzo che Hanne non avrebbe mai visto. Blaise si schiarì la voce e con aria boriosa si difese da quelle accuse.
“ Non ho mai avuto questo onore.. “ Si difese lui, sporgendosi verso di lei e appoggiando il viso sulla sua spalla, inebriandosi di quel buon profumo che il vento portava a lui. Sfrecciavano per Roma con il vento tra i capelli e con la sua voglia di stringerla a se  ed ascoltare ancora il suono della sua voce  distorto dalla velocità con la quale viaggiavano, di baciarla , di sentire quel dolce profumo impregnarsi sulla sua pelle. Hanne lo aveva colpito nel profondo in cosi poco tempo che Blaise temeva di essere sotto l’incanto di una piacevole maledizione. Di aver bevuto per sbaglio qualche filtro di AMORTENTIA. Con lei accanto, l’astio che racchiudeva in se, la rabbia che albergava nel suo cuore, sembravano svanire , sparire,e  venire cancellati con facilità e naturalezza.
“Ora ti mostro la VERA Roma… “ Hanne accelerò ancora di piu e sguizzò tra le auto che percorrevano la stessa strada con lo stesso entusiasmo e vitalità. Hanne era decisa a saziare lo sguardo di Blaise con le meraviglie della VERA E AUTENTICA Roma, in modo che anche lui potesse innamorarsi di quella monumentale e idilliaca città. 
Hanne lo condusse per le bellezze di Piazza di Spagna, nel luogo in cui il Colosseo abbracciava tutta Roma. Il ponte Milvio, dove innumerevoli innamorati si erano giurati amore eterno, gettando nel fiume le chiavi con cui avevano sigillato i loro nomi e il loro amore. Lo trascinò a Piazza Trilussa ,dove la vespa fu spenta nella notte e proseguirono a piedi, giungendo al di sotto della strada, dove pub e bar illuminavano quelle strade. La musica colorava l’aria, le risa dei giovani della movida Romana erano lo sfondo di quel luogo e Hanne finalmente si sentì davvero a suo agio, nonostante la tenuta di quella volta fosse davvero in contrasto con l'ambiente circostante. Blaise si sfilò la giacca e arrotolandosi la camicia su fino ai gomiti, si immerse nella semplicità di quel luogo che pullulava di gioia. Questa volta era Hanne a muoversi con naturalezza in quei luoghi, era lei a sentirsi a casa, a sorridere , a parlare come se quella tensione di poco prima non ci fosse mai stata. Era scivolato via tutto nel momento in cui avevano lasciato l’elegante e rinnomato ristorante, per immergersi in quel luogo vero, dove la vita reale si manifestava, non vergognandosi degli stenti e delle debolezze di cui viveva. 
Blaise guardava tutto con la stessa aria che aveva governato il volto di Hanne quando era giunta alla “Pergola”. Questa volta era lui a sentirsi a disagio, a non trovarsi nel suo ambiente, nel suo mondo. Era tutto così caotico e disordinato. Era tutto cosi semplice: dall’abbigliamento, al modo di porsi, al taglio di capelli fino al modo di bere liquore scadente in bicchieri monouso.
“Tutto bene?” Blaise si scrollò dal viso quell’espressione sconcertata e si  indirizzò verso Hanne che sorrideva sghemba e soddisfatta. Questa volta i ruoli erano capovolti, Blaise si sentiva stretto in quel luogo e mai prima di allora aveva sentito quella sensazione di disagio gravare sulla nuca.
“Certo, benissimo…”Mentì lui, gonfiando il petto per mostrare la sicurezza di non mentire. Hanne sorrise ancora, divertita da quel tentativo di non mostrare l’incertezza ben visibile sul bel viso bruno del ragazzo.  Gli tese la mano , gliela strinse, ricreando quello stesso contatto di poco prima, riprendendo così calore. Le loro mani si intrecciarono alla perfezione, non ci furono ostacoli che potessero impedire alle dita di unirsi, di creare un puzzle perfetto, di incastonarsi  e riempire gli spazi vuoti, come se quelle mani fossero fatte proprio per stare li, unite tra loro. 
“Vieni, voglio farti assaggiare una cosa…” Hanne strinse ancora di piu la mano d Blaise, facendo in modo che la loro pelle si unisse, quasi come per improntare il suo passaggio sui suoi palmi e senza attendere un assenso, tirò Blaise tra la folla, lasciando che entrambi si confondessero tra la gente ma non si perdessero mai di vista. Blaise la seguì senza fare domande, si lasciò convincere, si lasciò trascinare fino al punto cercato. Un piccolo e rozzo camioncino allestito a mò di paninoteca  che emanava un odore pungente e grassoso, maleodorante e fastidioso. Blaise storse il naso, non nascondendo il disgusto provato in quel momento. Hanne sorrise, fingendosi indignata.
“Non puoi reagire in questo modo! È blasfemo rinnegare la porchetta Romana. Non puoi dire di essere stato a Roma davvero , fin quando non hai degustato questa bontà. Altro che piattini dietetici…” Hanne ne ordinò due porzioni di quell’intruglio che avrebbe lasciato allo stomaco del Rampollo un segno distintivo. Fu porto il contenuto ad entrambi e mentre Hanne la gustava piacevolmente dando vista della gustosità che stava provando in quell’istante, Blaise non riusciva a capire da  dove dovesse iniziare  a mangiare. La guardava di soppiatto, disgustato e indeciso.
“Mangia, non fare lo schizzinoso” Blaise alzò lo sguardo dal piatto e sorrise divertito nel vedere Hanne con la bocca piena, intenta ad incitarlo a fare lo stesso, a riempirsi anche lui la bocca di porchetta e gustare quella pietanza. Bastò poco per lasciare che si convincesse e senza fare altre storie, ingurgitò il tutto. Sentì il palato pizzicare, ma non ebbe dubbi:era una delizia.
“Ammettilo che è migliore di quella pappina gialla che costa un occhio della testa” Blaise non riuscì a trattenere il sorriso e dovette acconsentire , annuire silenziosamente. Mangiarono con gusto quel piatto tradizionale e Blaise ammise che l’italia si stava mostrando nel suo vero sapore. 
Ciò che accadde dopo fu un susseguimento di risa, colori, bibite ghiacciate e particolarità di lei che ascoltò con piacere. Hanne era Londinese e Roma era la sua secondo città, la sua seconda famiglia. Hermione Granger era come sorella per lei e a quell’informazione sentì una colpevolezza schiacciargli lo stomaco. Se solo avesse saputo i rapporti che correvano tra loro, ciò che accadeva tra le mura di quella scuola di cui non conosceva nemmeno l’esistenza , sicuramente Hanne non sarebbe rimasta li con lui un solo minuto in più.
“E poi ci sono Lyn e Renèè. Ne ho passate tante con loro, le adoro. Anche se molte volte finiamo per litigare come non mai perché siamo cosi diverse..ma io credo che è proprio questa nostra diversità a tenerci cosi unite.” Hanne mostrò la foto di due ragazze , una l’opposto dell’altra, intente a fare linguacce all'obiettivo. Guardò gli occhi di Hanne e come si illuminavano nel parlare di quelle due ragazze. C’era quel legame di cui aveva parlato. Lo si percepiva chiaramente sul suo volto.
Lasciarono quel luogo poco dopo, perdendosi ancora in aneddoti di cui date erano quasi sbiadite e andate. Di cui memoria era chiara e vigile, senza il tralasciare di alcun particolare. Blaise ascoltava rapito ogni sua parola. Guardava ogni suo movimento ammaliato, del tutto ipnotizzato. Salirono un'altra volta sulla piccola vespa e ripartirono all’insegna delle bellezze di Roma, non dando peso alla notte scesa, al manto oscuro poggiatosi su di loro.
Hanne era a guidare, era lei a gestire il percorso e Blaise si lasciò trascinare lontano. 
“La bellezza della Fontana di Trevi non puoi non godertela…” Ormai Blaise lasciava che parlasse da sola, saziandosi della sua voce.dando a se stesso la piacevole sensazione di sentire quel suono e musicalità senza l’intervento di altro. L’enorme fontana, sguizzante, marmorea , perfetta padroneggiava il tutto, solitaria in quella notte. Sola ma pur sempre bella e imponente. Le luci illuminavano Nettuno rendendolo maestoso e prepotente.
“Ho sempre adorato questo posto! Di sera maggiormente” Hanne si avvicinò ai bordi ed immerse le mani nella fredda acqua. 
“E' davvero uno spettacolo” Aggiunse Blaise , ammaliato realmente da quella perfezione intagliata a mani nude. 
“Hai mai guardato la DOLCE VITA di Fellini?” Hanne amava quel film, adorava vedere come vedevano gli altri la sua magnifica Roma, vederla nell’obiettivo di qualcun altro e sapere che tutti ne sapevano cogliere le bellezze. Blaise scosse appena il capo e sorrise nel vedere il viso sbalordito di Hanne.
“Ma tu, dove sei stato fino ad adesso? NELL’ANTARTICO?” Blaise sorrise ancora, desiderando in cuor suo di raccontarle tutto, di dove era stato fino ad allora e dove sarebbe dovuto ritornare. Ma dovette astenersi e rimanere in silenzio. Guardarla e non fare altro che ammirarla. Hanne giocherellò ancora un po’ con l’acqua fresca e il movimento veloce non permise al rampollo di riprenderle in tempo.In un attimo Hanne scavalcò il piccolo ostacolo che la divideva dall’acqua e senza preoccupazioni si immerse nell’acqua, non preoccupandosi di rovinare l’abito e le bamboline.
“Hanne, cosa fai?” Blaise allungò le mani, sperando di fermarla ma ciò che acciuffò fu il vento e il nulla. Hanne era completamente immersa nell’acqua e si divertiva nel danzare al suo interno, lasciando che l’acqua la bagnasse, le appiattisse i riccioli rossicci al viso e alle spalle scoperte, lasciando che il bel volto si bagnasse completamente e l’abito aderisse al corpo lasciando le curve visibili. 
“Vieni Blaise! “Urlava alla notte come se fossero soli in quel luogo. Urlava allegramente, lasciando che la sentissero, lasciando che tutti sapessero di quella piccola follia. Blaise era indeciso, si guardava intorno, timoroso di suscitare rabbia in qualcuno, ma poi scelse di cogliere il momento, scelse di ignorare il buon costume. Lasciò la giacca ai piedi della fontana e si immerse con lei. I pantaloni divennero pesanti e la camicia bianca aderì alla perfezione al bel corpo bruno. Hanne era di spalle e lasciava all’acqua la possibilità di accarezzarle il volto, i capelli, di levarle via quel poco trucco che lo ricopriva. Blaise la guardava, ormai del tutto perso ed estraniato e quando lei si voltò non ebbero bisogno di parole. Erano vicini, troppo vicini. I loro corpi ormai erano entrati in contatto. Bagnati, con i cuori palpitanti e i sorrisi semplici. Le mani nuovamente ritrovarono il loro posto. Legate , unite, incatenate. E lo scroscio dell’acqua fu cancellato dalle loro menti. Erano solo loro in quel momento.Nient’altro che loro.
Blaise non poteva mancar quelle labbra, doveva renderle sue. Come quel candido corpo che stretto nelle sue braccia avrebbe trovato un giusto luogo.Ebbe il bisogno di avvicinarsi e azzardare, provare. Ebbe il bisogno di sentire nuovamente il suo profumo a poca distanza da se e accarezzare quella pelle con la punta delle labbra. Hanne aveva il fiato corto, il cuore a mille. Aveva i nervi tesi eppure non si ritrasse. Lo lasciò fare, lasciò che le gocce d’acqua che ricoprivano i loro corpi si unissero e lasciò che si avvicinasse ancora e ancora….
“Ehi voi..!!” Entrambi sobbalzarono, allontanandosi, desideriosi ancora di concludere ciò che era appena stato interrotto. Un uomo in divisa puntava contro di loro una luce e li incitava ad uscire da quel monumento storico e secolare. Hanne non ebbe tempo di pensare, prese Blaise per mano e con fatica  lo trascinò via da li.Scavalcando il piccolo muretto e non ascoltando le incitazioni a fermarsi da parte del poliziotto Italiano, scapparono via, con ancora i corpi bagnati, il sorriso sul volto e la piccola speranza di unirsi in un primo bacio agli occhi della bella Roma.
Hanne correva, ignorando la gente che li osservava , correva stringendo ancora la mano di Blaise. 
“Lo abbiamo seminato” Blaise la incitò a fermarsi, rassicurandola di essere scampati al pericolo. Hanne si appoggiò sulle proprie gambe e riprese a respirare normalmente. Non riuscendoci però per il troppo ridere che non voleva lasciarla andare. 
“ Non speravo in una serata all’insegna della fuga” Anche Blaise non la smetteva di ridere, non avendo mai provato tanto in una sola sera. Sentiva le gambi molli e il cuore ormai era perso in una palpitazione senza freni . Batteva per la corsa e per la presenza di Hanne che continuava a ridere a crepapelle.
“Hermione mi ammazzerebbe se solo lo sapesse” Esclamò poi pensando al volto di di sua cugina una volta che le avrebbe raccontato quella vicenda.
“Draco e Theodore volevano ammazzarmi ancora prima di venire da te.” Confessò a malincuore Blaise, zittendo le risa di Hanne che ritornò seria e interessata a saperne di più.
“Perché mai?” Il tono di voce nascondeva una flebile traccia di offesa. Nei giorni precedenti aveva percepito dell’astio che Draco, l’amico di Blaise, provava per lei ma non riusciva a comprenderne il motivo e in quel momento, Blaise, le stava dando la conferma.
“Lascia stare…Draco è un carattere particolare, molte volte è meglio non averci a che fare…” nonostante la forte amicizia che li univa, Blaise non poteva mentire sulla personalità del giovane Malfoy che presentava piu difetti che pregi, forse del tutto inesistenti.
“Siete amici da tanto. Come hai fatto in tutto questo tempo?” anche lei aveva riscontrato problemi con le amiche, problemi di fliebile natura, risolvibili davanti ad un buon gelato ma quelli di Blaise sembravano più gravi, meno risolvibili.
“io e Draco siamo agli antipodi,LITIGHIAMO sempre , costantemente. Non c’è attimo in cui non ci gettiamo frecciatine dolorose e irritanti.Theodore è il collante del gruppo. Eppure non riuscirei ad immaginarmi senza Draco.Quel Biondastro Malefico è sempre con me… lo è sempre stato…” Il sorriso che si dipinse sul volto del giovane fece presagire ad Hanne che la loro non era una semplice amicizia. Era un qualcosa di inspiegabile che non avrebbe mai trovato risposta. 
“ Vi conoscete da molto voi tre?” Inziarono a camminare ed il leggero vento accompagnava la loro passeggiata indiscreta e spensierata. Camminavano l'uno accanto all’altro, pronti ad ascoltarsi.
“Da generazioni , azzarderei” Hanne annui con il capo, affascinata e curiosa di sapere altro. 
“Le nostre famiglie si conoscono da generazioni e anche noi..Sono cresciuto con entrambi. Ho sempre ricordato la loro presenza e i mille litigi che ancora adesso ci caratterizzano” Camminavano senza una meta, lasciando che lo scorrere delle parole fosse la loro strada.
“ Frequentiamo le stesse amicizie, la stessa scuola…viviamo in simbiosi.. Anche se molte volte sarebbe giusto distaccarsi e prendere ognuno le proprie decisioni,anche se non ci è dovuto….” Hanne ascoltava tutto e comprendeva molto piu di ciò che stava comunicando Blaise in quel momento.
“Molte volte desidero scindermi da loro e da altri…cambiare magari la mia vita, darle una piega diversa. Ma il mio destino è stato scritto a chiare lettere. Saprò gia cosa farò, dove andrò e chi avrò al mio fianco. Essere sicuri della propria vita a molti dà sicurezza…a me spaventa….” Hanne ascoltava silenziosamente, senza interrompere. Guardava il mutamento avvenuto nel volto e nella voce di Blaise. Era divenuto tutto piu serio, piu rigido e lei rispettava quel momento con il suo silenzio.
“ Sapere chi avrò accanto, sapere chi sarò…non porta ad alcuna frenesia nelle cose. È tutto cosi tremendamente monotono, standardizzato. La bellezza di prendere in pugno la vita l’ho persa nel momento in cui sono nato perché la mia vita era già tutta scritta…” Camminavano con quel silenzio che circodava le sue parole, ignorando la gente, ignorando gli abiti zuppi. 
“Noi siamo padroni del nostro destino Blaise…quindi, se tu non vuoi… puoi sfuggire via da questa standardizzazione.. Puoi scappare da questi schemi e creartene dei tuoi…” Hanne si intromise, cercando di rassicurarlo, cercando un ponte tra loro che potesse portarli in sintonia e comunicare ancora. Il sorriso di Blaise le fece comprendere che ciò che aveva detto a lui erano risuonate solo come simpatiche parole ma nulla più. Non significavano nulla perché Blaise sapeva che non sarebbe stato cosi.
Hanne allungò una mano e spense quelle inquetudine stringendogli la sua.
Passeggiarono a lungo, non accorgendosi di aver lasciato che gli abiti si asciugassero con il venticello della sera, non dando peso alle gambe che dolevano. Le loro parole avevano zittito ogni cosa. Le loro risa avevano acquietato tutto.
“Qui c’è la bocca della verità..!!” Hanne saltellò via, raggiungendo un enorme viso intagliato nella pietra che spalancava la bocca verso i passanti. Il viso era adirato e con minaccia invitava i coraggiosi ad avventurarsi nella sfida che proponeva loro silenziosamente.
“Cosa?” Blaise era distante di pochi metri da quella mostruosità in pietra che lo fissava con aria di sfida e rabbia. 
“Non puoi non conoscere la bocca della verità. Blaise mi chiedo davvero da che mondo tu provienga” Hanne era sbalordita dalla poca conosceva che Blaise avesse di Roma. Nonostante si fosse presentato come un ragazzo colto, brillante e attento, sembrava davvero provenire da un altro mondo, dove Roma era un luogo inesplorato e sconosciuto.
“Non mi interesso di arte…” Si giustificò lui avanzando piano e con cautela. Hanne era appoggiata alla roccia e attendeva , divertita, che la raggiungesse. Si ritrovarono uno di fronte all’altro, esattamente come prima alla fontana. Questa volta con maggior tensione per ciò che non era accaduto.
“Quindi non conosci la storia che la caratterizza…” Hanne non aveva intenzione di lasciare che un silenzio imbarazzante  si contrapponesse tra loro. Distolse lo sguardo per indirizzarlo alla fredda e immobile pietra , meta di turisti e curiosi.
“No, se ti va di raccontarmela…” Sussurrò lui piano, riducendo nuovamente la distanza tra i loro corpi e avvicinandosi ancora.
“Nel periodo della Roma Antica, la Bocca della Verità era un Tombino. I tombini, all'epoca, riportavano spesso l'effigie di una divinità fluviale che "inghiotte" l'acqua piovana. Il mascherone gode di fama antica e leggendaria perché si presume  che sia questo l'oggetto menzionato nell'XI Secolo nelle prime guide medievali per pellegrini, dove alla Bocca viene attribuito il potere di pronunciare oracoli.Un mito racconta dell’ imperatore che fu ritenuto restauratore del paganesimo, anche se ne fu solo seguace e assertore: descrive dettagliatamente come, da dietro quella bocca, il diavolo - qualificatosi come Mercurio,  protettore dei commerci e anche degli imbrogli,trattenesse lungamente la mano di Giuliano che aveva truffato una donna e su quell'idolo doveva giurare la propria buona fede, promettendogli infine riscatto dall'umiliazione e grandi fortune se avesse rimesso in auge le divinità pagane. Ecco perché prende il nome della Bocca della verità. Se menti, se sei un bugiardo, un truffatore e metti la mano all’interno della bocca, questa te la trattiene come pegno del tuo inganno…Vuoi provare?” Blaise aveva ascoltato dettagliatamente la breve storia e guardava con sguardo preoccupato quell’enorme mascherone che ricambiava lo sguardo con aria inferocita e rabbiosa. Sentì la colpevolezza farsi strada in lui e la paura di perdere del tutto la mano se avesse solo provato a metterla all’interno della bocca. Lui era un bugiardo, stava mentendo ad Hanne su ogni cosa. Sulla sua vera identità, sul perché era li e su altro ancora. Non poteva rischiare di venir smascherato e per di più perdere un arto.
“No, no, prova tu..” Blaise fece un lieve passo indietro, proponendo ad Hanne di fare ciò che lui non avrebbe mai fatto. Aveva troppe bugie da tenere segrete,non poteva rischiare che venissero smascherate.
“Hai qualcosa da nascondere, Blaise?” Hanne sfoderò un ghigno malandrino e accusatorio e questa volta fu lei a diminuire la distanza tra loro, avvicinandosi con fare di sfida. Blaise sorrise con gusto.
“No, ma sono un galant’uomo. Quindi prego, prima le signore” Accennò un inchino regale e le fece spazio, invitandola ad agire prima di lui. Hanne assottigliò lo sguardo in un’espressione di finta rabbia e con sfida allungò la mano verso la bocca, pronta a mostrargli gli effetti della pietra .Notò lo sguardo di Blaise e azzardò nel pensarlo preoccupato realmente. Non poteva aver bevuto la storia appena racconata, ma se cosi fosse stato , poteva giocare a suo favore. Inserì la mano nell’incavatura umida e non appena ebbe toccato di poco la pietra all’interno, gettò un urlo che si protrasse nel cielo. Un urlo di paura accompgnato da un espressione di terrore puro. Blaise fu scattante, ebbe l’impulso di agguantare prima la mano di Hanne e poi la bacchetta posta nella cintura, pronto a difendere la ragazza ma non appena ebbe agguantato la sua mano Hanne la ritrasse ridendo a crepapelle. Non riuscendo a smettere, lacrimando e prendendosi gioco del ragazzo ,che a sua insaputa, stringeva ancora la bacchetta tra le mani, che fu immediatamente riposta.
“Non posso crederci che tu ti sia bevuto questa storia” Tra i singhiozzi di ilarità Hanne trovò spazio per le parole. Era piegata sulle ginocchia e non la smetteva di  ridere , mentre Blaise ancora non si capacitava di essere stato appena preso in giroda una semplice babbana. Eppure non sentì rabbia in lui ma solo gioia. Una gioia che solleticava lo stomaco che gli fece sollevare le labbra  e lo fece unire a quell’attimo di pura ilarità. Scoppio a ridere con lei e le loro risa si mischiarono, creando un atmosfera spensierata e cristallina. Non rideva cosi da molto o forse  non lo aveva mai fatto sul serio. La guardava ridere e non poteva non pensare a quanto fosse bello il semplice suono di quelle risa cosi schiette e vere. La guardava ridere e non poteva non adorare il luccichio dei suoi splendidi occhi inumiditi dalle lacrime. Il modo con cui stendeva le labbra in un largo e vero sorriso. Il socchiudere gli occhi. Il modo in cui cercava di coprirsi e non mostrarsi. Era tutto cosi splendido, cosi reale e vero. Blaise la vedeva ridere e non riuscì a non immaginarsi con lei ancora, in quell’attimo, ripetuto forse per sempre. Lo colse, quell’attimo. Lo colse senza pensieri e in un attimo spense le loro risa, spense i loro pensieri, racchiudendo tutto tra le loro labbra, che finalmente si toccarono, ancora umide, tremanti e incerte ma desideriose di quel bacio e di quel contatto. Desideriose di quell’unione, vera , desiderata  e voluta. Che non sarebbe stata accusata dall’enorme mascherone che assistette al tutto in silenzio, senza proferire parola, senza accusare o interrompere. Forse prima di allora non aveva assistito a tanta sincerità . 
Rieccomi con l'ennesimo capitolo..ho trascorso notti intere a produrre questo poco e non posso che ringraziare la mia fedelissima Whitesnow che con la sua caparbietà mi ha indotto a scrivere e non lasciarmi andare...Grazie sei sempre la migliore..<3 Ringrazio comunque tutti coloro che mi seguono,che leggono o che semplicemente incuriositi,decidono di imbattersi nella mia storia..Grazie a chi lascia anche una piccola recensione..è bello sapere che anche in minima parte riesco a suscitare in voi qualcosa.Un bacio alla prossima..Medy (ex Sfiammella who is dead..) <3
  
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