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Autore: Despicable Meggs    02/04/2013    2 recensioni
Un nuovo caso. Una missione sotto copertura che li porterà lontani da casa. Ma non tutto andrà secondo i piani, nel bene e nel male.
Una nuova avventura con risvolti TIVA.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6

 

La mattina seguente quando Tony si svegliò era ancora abbracciato a Ziva. Avevano passato una notte meravigliosa. Lui la guardò e notò quanto fosse bella mentre dormiva. Avrebbe voluto fermare quel momento per gustarselo a lungo.

Quando anche lei aprì gli occhi si rese conto che lui la stava fissando e sorrideva. La prima cosa che fece fu dargli un bacio.

"Devo dire che svegliarsi in questo modo è fantastico" disse Ziva continuando a fissare i bellissimi occhi di Tony.

"Si hai proprio ragione... Non capisco perché ci abbiamo messo così tanto. Questa notte è stata indimenticabile Ziva" disse lui baciandola di nuovo.

Rimasero ancora un po' nel letto abbracciati poi lei disse "Adesso cosa raccontiamo a Gibbs? Si era anche raccomandato di non infrangere la regola numero 12...". Tony ridacchiò e Ziva con lui. Sapevano bene cosa diceva Gibbs dei rapporti tra i colleghi e pensavano di conoscere la reazione che avrebbe avuto una volta scoperto cosa avevano combinato. Tuttavia né Tony né Ziva avevano intenzione di interrompere la loro storia per una stupida regola che neanche era stata scritta. Insomma avrebbero cercato una soluzione che non contemplasse la possibilità di lasciarsi.

"Dovrà farsene una ragione. Godiamoci il nostro amore senza paura di quello che succederà" rispose Tony sorridente "Comunque ritengo che Gibbs si aspettasse qualcosa del genere. Quando ci ha lasciato in aeroporto ci ha ricordato della regola... Ma penso che per il momento potremmo anche evitare di dirglielo".

"Hai ragione. E poi non trovi che fare tutto di nascosto sia molto più... avventuroso?" disse lei accarezzandogli i capelli.

"Hai capito la mia piccola Ninja... Mi piace questo tuo lato da ragazzaccia!" le rispose Tony divertito dalla sua affermazione.

Si alzarono, fecero colazione e iniziarono a prepararsi per uscire. Avevano già smaltito tutta la droga e avevano deciso di fare un bel giro per Monaco. Poi nel pomeriggio si sarebbero preparati per l'incontro previsto per quella sera con gli spacciatori. Ormai erano vicini alla soluzione del caso. Erano contenti del lavoro che avevano fatto e pensavano di meritarsi un po' di relax anche se quello non era un viaggio di piacere. Dopo una giornata in giro per la città tornarono in hotel, contattarono Gibbs per spiegargli esattamente come pensavano di agire e infine chiamarono la polizia per accordarsi sul luogo e sul l'orario dell'incontro. Sarebbero andati nel parcheggio in cui gli spacciatori gli avevano consegnato la cocaina la settimana prima e avrebbero finto di volerne altra. Poi al momento della consegna avrebbero fatto irruzione i poliziotti arrestando i coniugi Schmidt. Sembrava semplice. Fin troppo.

Erano quasi pronti per uscire quando Tony si accorse che c'era qualcosa di strano nella stanza.

"C'è qualcosa che non va qui" disse Ziva.

"Anche tu te ne sei accorta? C'è uno strano odore..." Disse Tony. Poi vide Ziva mettersi una mano sulla testa e barcollare. La prese appena in tempo evitando di farla cadere.

"Che hai?" le chiese.

"Mi gira la testa..." disse lei confusa. Lui la fece sedere e poi cercò di aprire le finestre.

"Sono bloccate... Non capisco fino a ieri sera si aprivano!". Poi corse alla porta ma anche quella era bloccata. Cercò di sfondarla ma si sentiva piuttosto debole. Tornò da Ziva e mentre camminava si accorse che anche a lui girava la testa. Fece appena in tempo ad arrivare vicino a lei e vedere che era svenuta che anche lui perse i sensi.

 

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Intanto, non molto lontano dall'hotel, i coniugi Schmidt aspettavano che il gas che avevano fatto entrare nella stanza attraverso il sistema di aerazione facesse effetto.

"Che ingenui sono stati quei due" disse la donna "Credevano che non avremmo indagato su di loro?".

"Evidentemente non hanno preso sul serio il discorso che gli abbiamo fatto il giorno dell'incontro" affermò l'uomo "Pensavano che ci saremmo accontentati di quelle poche informazioni che ci avevano dato. Ma si sbagliavano. E adesso pagheranno per la loro imprudenza".

"Certo, dobbiamo riconoscere che sono stati bravi a nascondere la loro vera identità. Agenti dell'NCIS... I loro informatici sono stati davvero in gamba a creare la loro copertura. Hanno persino inserito un finto atto di matrimonio tra i documenti. Ma la nostra esperienza non si batte" disse la donna guardando il marito con un ghigno maligno sulla faccia.

"Si... Ci hanno preso in giro alla grande ed è per questo che per loro abbiamo preparato la migliore delle vendette. Giusto amore?!" asserì l'uomo avvicinandosi alla moglie.

"Impareranno cosa vuol dire pagare per i proprio errori" aggiunse. I due si baciarono e risero della propria perfidia.

Poi la donna disse " Ora provo a chiamare la loro stanza. Se non risponde nessuno vuol dire che sono già nel mondo dei sogni e possiamo entrare". Ma mentre estraeva il telefono dalla tasca si accorse del localizzatore che Ziva le aveva messo la sera dell'incontro.

Andò su tutte le furie e lo distrusse dicendo "È stata sicuramente quella sgualdrina a metterlo nella mia tasca... Quando mi ha raccolto il cappotto. Voglio occuparmi io di lei". Fece la telefonata e nessuno rispose.

"Andiamo a prenderli" ordinò furibonda al marito "Voglio occuparmi di loro il prima possibile".

 

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Quando Tony si risvegliò capì che non erano più in camera. Era confuso e aveva un forte mal di testa. Il suo primo pensiero fu Ziva. Si guardò intorno e vide che era sdraiata sul pavimento poco lontano da lui. Si avvicinò velocemente e si rese conto che era ancora priva di sensi. Si sedette, la prese fa le braccia e la chiamò cercando di farla riprendere "Ziva... Ziva, tesoro svegliati..." le diceva scuotendola leggermente. Lentamente aprì gli occhi.

"Che è successo? Dove siamo?" Chiese lei agitata.

"Hey tranquilla... Non lo so dove siamo ma credo che i nostri due spacciatori abbiano scoperto che non siamo chi diciamo di essere. Avevamo ragione a credere che stesse andando tutto troppo bene. Come ti senti?".

Le chiese facendola mettere seduta con la schiena appoggiata al muro.

"Ho mal di testa e ho un po' di nausea..." rispose tenendo gli occhi chiusi. Si sentiva davvero male ma cercava di non darlo a vedere.

"Anche io, deve essere l'effetto della sostanza che hanno usato per stordirci" rispose Tony "Resta seduta... Io cerco di capire dove siamo e come uscire...".

Poi si alzò e fece il giro della stanza. Era buio lì dentro ma da una finestra filtrava abbastanza luce per fargli capire che erano in uno scantinato. Prese una cassa di legno che trovò in un angolo e ci salì sopra per cercare di guardare fuori dalla finestra. Non riconobbe nulla del luogo che vedeva al di là del vetro, ma capì che non erano più in centro città. Continuò a studiare la stanza. Dalla finestra non si poteva uscire perché aveva le inferriate. Così cercò di sfondare la porta. Ma era in metallo e probabilmente era sprangata.

"Mi ricorda la volta che siamo rimasti chiusi in quel container" disse cercando di sdrammatizzare la situazione. Quella era una delle sue doti migliori, riusciva sempre a alleggerire la tensione facendo una semplice battuta. E Ziva amava questo suo lato.

"Hai ragione" rispose lei "Anche la temperatura è la stessa!". E aveva ragione. Era già calata la notte e faceva veramente freddo.

Tony la guardò. Stava tremando, così si sedette di fianco a lei e l'abbracciò cercando di scaldarla.

Ziva si strinse al lui per scaldarsi.

"Grazie ora va molto meglio. Non sento più freddo" disse lei cercando di convincersi di stare bene. Dopo poco Tony la sentì staccarsi. Lei si voltò dall'altra parte e vomitò. Appena Tony si rese conto le tirò indietro i capelli. Aspettò che finisse poi le chiese "Va meglio? Vieni appoggiati a me...".

"Scusa è che ho ancora la nausea..." disse mentre tornava ad abbracciarlo.

"Anche io ancora non mi sento bene. Chissà che schifo ci hanno dato per farci perdere i sensi. Tranquilla... Non è successo niente. E poi per una volta non sono io quello che rimette. Deve essere una sorta di punizione divina per tutte le volte che mi hai fatto star male" le disse cercando di calmarla e di farla ridere. E ci riuscì, come al solito, con una semplice battuta.

Ziva sorrise e poi gli chiese "Non si riesce ad uscire da qui eh?".

"Direi di no... A meno che tu non abbia una fiamma ossidrica nascosta da qualche parte per tirare giù le inferriate. Non è che ne tieni una nel reggiseno?".

"Molto simpatico, Tony" disse lei dandogli un leggero pugno sulla spalla. Entrambi fecero una risata e rilassarono, per quanto fosse possibile in quella situazione.

Rimasero lì seduti pensando a qualche modo per scappare e salvare la pelle. Sapevano di che cosa erano capaci i coniugi Schmidt.

Poi all'improvviso la porta si aprì.

 

 



Angolo dell'autrice:

Buon pomeriggio a tutti! :)

Allora cosa ne pensate di questo capitolo?

Sono proprio perfidi questi spacciatori eh? Chissà cosa avranno intenzione di fare ai nostri eroi... Siete curiosi?

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento! :)

A presto! Baci! :)

Meggie

 

 

 

 
  
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