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Autore: cattivamela    02/04/2013    2 recensioni
Avete presente il filo rosso del destino?
Si narra, che ogni persona abbia legato al proprio mignolo un filo rosso, e che questo filo, sia legato al mignolo della persona della tua vita.
In poche parole, l’uomo della mia vita potrebbe vivere anche in Alaska, ma non importerebbe, perché in pratica “dovremo essere legati” da questo filo immaginario. E se, in teoria questo filo esistesse veramente? E che solo la sottoscritta riesce a vederlo?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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“Signorina Morgan!” La Brook mi richiamò, con quella odiosa vocina da zitella acida. “Vedo che è molto interessata alla mia lezione, la prossima volta perché non viene interrogata dato che l’argomento l’affascina così tanto?” ghignò, ironica, mentre si segnava la mia prossima interrogazione sul suo taccuino.
Non risposi, aspettando che ricominciasse a parlare.
Discententi. Eros. Occhi di Ghiaccio. Silver. Matt e Jeremy. Eros. Filo rosso.
Mi stropicciai gli occhi, stanca. Mentre tutte le spiegazioni di Blaze vorticavano attorno al mio cervello.
Presi il mio libro, lisciando la pagina pulita con la mano, alzai lo sguardo reggendo la penna verso Blaze.
Mi guardò divertito “Realmente ti segni tutte quelle cose?”
Annuii, scrollando le spalle. “Mi aiuta a ricordare.”
Alzò le sopracciglia, prendendo fiato “I prescelti, sono i discendenti in linea diretta da Eros, o meglio ancora il famoso Cupido. Essi sono protetti dai loro protettori, un legame mentale e fisico li lega.”
“Aspetta, aspetta.. Fisico?” lo interruppi, alzando la penna dal foglio.
Annuì “Fisico. Se in caso dovessero pugnalarmi allo stomaco tu sentiresti dolore nello stesso punto. Funziona così anche per le emozioni forti come la rabbia, tristezza o eccitazione” spiegò.
“Ah” balbettai incerta “ok.. continua” ripresi a scrivere
“I discendenti possono ottenere l’immortalità sacrificando un altro discendente appartenente solo alla stessa linea. I prescelti hanno dei poteri, nel tuo caso o in quello di Cameron e Matt la capacità di far innamorare qualsiasi persona si voglia, la bellezza naturale e la capacità di attrarre più gente.”
Risi divertita “Sai, credo proprio che il mio potere riguardante l’attrazione non funzioni proprio!” Alzai lo sguardo, trovando un Blaze alquanto scettico.
“Perché ancora non hai provato a ‘stregare’ qualcuno” Virgolettò, con le dita.
“E come si fa?” domandai, curiosa.
Ghignò, avvicinando il viso al mio “Lo devi guardare negli occhi, sbattere le ciglia, e concentrarti”
Strizzai gli occhi, mentre lui si allontanava ridendo. “Non prendermi in giro!” mi lamentai.
Alzò le mani, senza smettere di ridere.
 Adoro il modo in cui i suoi occhi si curvano quando ride o sorride.
“Perché non provi?”
“E’ una sfida?” assottigliai lo sguardo, fingendomi offesa.
Rise “Prova!”
La campanella suonò, facendomi sobbalzare sul posto.
“Rain sembri veramente distrutta. Le vacanze di Natale non ti hanno aiutata per niente?” Mi domandò Denis raccogliendo i suoi libri. I suoi occhietti scuri mi fissavano, curiosi. Strinse i suoi libri al petto, e riuscii a vedere il suo filo svolazzare leggiadro, come per avvertirmi della sua presenza.
“Per niente” ripetei, trascinando i piedi fino al mio armadietto, storcendo la bocca.
Oggi sembra che tutti i fili rossi vogliano farsi vedere.
Una ragazza bionda salutò un’altra rossiccia, muovendo energicamente la mano mostrando il suo filo. Mani che salutavano, chiudevano gli armadietti, armeggiavano con il cellulare, che si stringevano tra di loro.
Ad un certo punto una piccola fitta mi immobilizzò, proprio di fronte a Occhi di Ghiaccio, poggiato all’armadietto. Rabbrividii istantaneamente, le sue minacce iniziarono a perforarmi il cervello, ricordandomi. Lo guardai con sguardo di sfida, per nulla intimorita. E poi quello sguardo penetrante mi entrò dentro, facendomi vacillare per un attimo. Sbatté le ciglia, e intorno a me tutto iniziò a muoversi a rallentatore.
“Lo devi guardare negli occhi, sbattere le ciglia, e concentrarti!”
Trattenni il respiro, stringendo i denti.
“Prova!”
Spalancai le palpebre, concentrandomi sulla differenza tra il nero intenso della pupilla e dell’occhio, memorizzai ogni suo singolo particolare come il piccolo neo che aveva appena sotto la bocca, le ciglia lunghe, la bocca chiusa e rigida, l’espressione costantemente seria e cupa. Mi domandai come una persona potesse vivere tutto il giorno senza mostrare un sorriso, o fare una piccola risata. Inclinai il capo senza rendermene conto.
Vidi la freddezza nei suoi occhi e mi chiesi se fosse stato sempre così, freddo come i suoi occhi, con nulla capace di scalfirlo. Vidi i suoi occhi socchiudersi lentamente, si spostò dall’armadietto e si voltò completamente verso di me, togliendomi la visuale del largo corridoio.
Aggrottò le sopracciglia, deciso, e sentii come una scossa partire dal contatto dei nostri occhi fino al cervello. Storsi leggermente il naso, infastidita.
Volevi la guerra? Eccola!
Tentennò per un secondo, prima di avvicinarsi ancora di più quasi fino a sfiorare i nostri nasi. La fitta si fece più intensa, e le orecchie iniziarono a fischiare leggermente. Strinsi i denti, immergendomi completamente in quel mare di ghiaccio. Sentii il cuore pulsare frenetico, le farfalle agitarsi dentro lo stomaco. Una parte di me brama disperatamente quelle labbra a pochi centimetri dalle mie, mi supplica, il suo sguardo mi attira.
Sbatto leggermente le ciglia, incurante del dolore alla testa, e aumento ancora di più l’intensità avvicinandomi ulteriormente. Arrivo a toccare il suo petto con le mani, a sfiorare i suoi avambracci. Mi accarezza leggermente la schiena, aprendo completamente il palmo.
Socchiudo la bocca, respirando leggermente. Improvvisamente la fitta scompare, i suoi occhi si chiudono davanti i miei, la sua bocca si posa sulla mia.
Vittoria! Vittoria!
Sento subito il sapore del fumo, la sua lingua cerca la mia che frenetica risponde immediatamente. Questo contatto tanto desiderato si interrompe subito, si allontana da me, guardandomi spaesato, subito dopo infuriato.
Si, ho vinto! Problemi?
Metto da parte la delusione, e sorrido, contenta.
“Non sarà facile nemmeno per te, discendente.” Sussurrai.
Sorpreso spalancò gli occhi, mentre un ghigno gli apriva le labbra che fino a pochi secondi fa erano sulle mie. Desiderai ancora di sentirne la morbidezza.
Si voltò, senza smettere di ghignare e svoltò l’angolo nello stesso momento in cui la campanella che annunciava la fine della ricreazione.
“Blaze!”lo chiamai mentalmente, urlando quasi. Corsi fuori da scuola, svoltando velocemente a destra. Vidi il mio autobus svoltare l’angolo, ma non me ne importò tanto, troppo presa dall’euforia.
“Cosa?”rispose, allarmato.
Ridacchiai, esaltata. “Ho vinto!”
“Che hai vinto?”domandò, non capendo.
“Ho stregato Cameron! Non ti immagini che faccia aveva!”
“Cosa?!” urlò, e dal tono della sua voce mi sembrava più arrabbiato che sorpreso.
“Si, ci sono riuscita!” esultai, coprendomi la bocca che non smetteva di sorridere con la sciarpa, una signora mi guardò aggrottando la fronte.
E si, ma adesso non ti esaltare troppo. Te la farà pagare.
Oh, stai zitta stupida voce! E’ il mio momento di gioia.
“Tu sei completamente pazza!” mi sgridò “sai che adesso saranno cazzi?!”
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo. Continuai a camminare dirigendomi verso casa.
“Anche tu?” domandai, scocciata.
“Anche io? Rain, è figlio di un altro discendente che non ha buone intenzioni!” gridò. Me lo immaginai nel fare avanti e indietro nel salone di casa sotto gli occhi curiosi di Tomas.
“Ma poi, di tutti i ragazzi in quella scuola proprio lui?”
“Era una vendetta” mi giustificai.
Lo sentii sospirare. “Comunque, torna a casa per favore!” mi supplicò “Tomas mi sta torturando!”
Risi, attraversando un incrocio. Una fitta mi prese in pieno.
Mi fermai, reggendomi la testa con le mani, chinandomi in avanti.
“Rain?” 
La vista iniziò ad annebbiarsi, l’udito iniziò a farsi sempre meno chiaro. Sentii la voce di una signora chiedermi cosa avevo, poi qualcuno gridare di chiamare l’ambulanza.
“Oh cazzo, cazzo! Rain!” Urlò Blaze, in preda al panico.
 La vista mi si annebbiò totalmente, e prima che la mia guancia toccò terra una voce familiare disse “Non si preoccupi, la conosco.”
 
Mi svegliai di soprassalto, affondando le unghia nei cuscini candidi ai miei lati. Mi guardai attorno spaesata. Il mio zaino era proprio accanto ad una grande portafinestra, le tende bianche ordinatamente legate ai lati. La stanza era color avorio molto chiaro, arredata con mobili di legno bianco raffinati e moderni allo stesso tempo. Scesi dal lettone matrimoniale, facendo cadere qualche cuscino, misi le converse e di fretta e furia frugai nelle tasche del mio zaino cercando il cellulare.
Uno scatto mi immobilizzò. “Cerchi questo?” mi voltai, fulminando Occhi di Ghiaccio che reggeva tra il pollice e l’indice il mio telefonino.
“Sai che questo è rapimento?!” urlai, isterica. Senza aspettare risposta mi avventai sopra di lui.
Cameron ridacchiò divertito, mentre senza sforzi con una mano afferrò il mio fianco alzandomi leggermente, e con l’altra – con la quale teneva anche il mio telefono – chiuse la porta a chiave.
“Lasciami!” iniziai a calciare, dare pugni, ma sembrava che nulla gli facesse effetto. Mi guardava con quella faccia da ebete – meravigliosa faccia da ebete – con un sorrisetto divertito. Gli occhi freddi sembrava che brillassero, un’espressione dolce gli accarezzava il volto.
“Ma sei bipolare, per caso?! Mi porti qui per farmi uccidere e mi fissi con questa faccia da cane bastonato!” sputai fra i denti.
Cameron in tutta risposta avvicinò il suo viso al mio, facendo scontrare i nostri nasi. Mi irrigidii, mentre un formicolio mi attraversava lo stomaco.
“Sei proprio strana.” Sbottò, improvvisamente. “dovresti essere spaventata, pregarmi di non ucciderti. Dovresti aver paura di me. Invece no..” finì con un sussurro, aggrottando la fronte.
“Non lo so nemmeno io.” Risposi, assorta. “non sei cattivo..” mormorai, osservando il suo viso cambiare d’espressione. Sorpreso, divertito, poi cupo.
Finalmente, fece poggiare i miei piedi sulla moquette. “Andiamo.” Afferrò il mio polso, e mi guidò fuori dalla camera, percorremmo un lungo corridoio percorso da metri e metri di tappeto con figure di fiori e piante. Poi svoltammo a destra, e bussò alla terza porta a sinistra.
“Avanti.” una voce maschile ci invitò ad entrare, e Cameron prima di stringermi il polso sbarrò la porta, per poi chiuderla alle mie spalle.
Un uomo sulla cinquantina quasi, mi fissava con le mani giunte davanti la bocca, gli occhi grigi simili a quelli di Cameron emanavano una luce strana, quasi inquietante, i capelli corti erano leggermente lucidi. Un uomo bello quanto inquietante.
“Ciao Rain.” Si alzò dalla poltrona, mostrando un sorriso amichevole. Cameron rigido più di me mi trascinò davanti la sua scrivania, e da vicino sembrò ancora più bello, quasi un Dio greco.
“Io sono Booker De Franchi, desolato di conoscerci in questa maniera” Mi porse la mano, senza esitazioni l’afferrai, trovandola gelida. Lo stesso sguardo divertito del figlio gli illuminò gli occhi.
“Sei una ragazza sveglia e coraggiosa, notevole da parte tua.” Mormorò, risedendosi.
“Cosa vuole da me?” domandai, sapendo già la risposta.
“Blaze!”
“Evita di chiamarlo, riesco a sentire sai?” Sobbalzai, sentendo la voce di Silver al mio fianco.
Mi guardò con quel faccino angelico. Rabbrividii.
Sono nella merda.



Buondì ragazze/i! Eccovi l'altro capitolo, e come al solito spero che vi piaccia! 
Non ho altro da dirvi, a parte che ho creato una pagina su facebook Il regno delle mele (nome stupido, lo so.) https://www.facebook.com/IlRegnoDelleMele?ref=hl
Non è granchè, è solo per avvertirvi e aggiornarvi su quando usciranno i nuovi capitoli (o quando usciranno nuove storie se vi interessa) dato che non seguo un vero e proprio schema, ma pubblico quando riesco a terminare i capitoli e come avete visto alcune volte o ritardo troppo, o pubblico troppo velocemente. Vi avverto che la pagina non rimarrà se non ci dovesse essere nessun intervento o altro, perché a quel punto sarebbe inutile. XD comunque, vi auguro un buon rientro dalle vacanza ç_ç 
bacioni!
 
   
 
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