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Autore: mischief managed    02/04/2013    3 recensioni
SOSPESA FINO A DATA DA DESTINARSI (ovvero fin quando l'ispirazione non tornerà a bussare alla mia porta)
Sono oramai cinque anni che James, Sirius, Remus e Peter condividono la stessa camera, dormono sotto lo stesso tetto, e mangiano alla stessa tavola. Ma ciò che condividono, di ancora più grande, è una bellissima amicizia. Quello che i Marauders ancora però non sanno (hehe...), è che molte cose, quest'anno, cambieranno. Ci sarà chi, come al solito, sarà sempre impegnato a correre dietro alle ragazze, magari questa volta con qualche risultato, chi sa? Chi si troverà ad affrontare una profonda crisi, che lo aiuterà a trovare il proprio posto nel mondo. Chi, invece, scoprirà qualcosa di più su se stesso, e chi si troverà a provare un sentimento nuovo per qualcuno di impensabile.
Come finirà? Ce la faranno i nostri Marauders a restare uniti, nonostante tutto questo?
Come disse il saggio, leggete e vedrete.
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Quando Tutto Cambia

Sono desolata. Sono tremendamente desolata per i miei tempi di aggiornamento a dir poco indecenti, ma, purtroppo, non posso davvero fare altrimenti. Giugno si avvicina inesorabilmente, e il tempo per fare qualunque cosa mi sembra sempre meno. Comunque guardiamo al lato positivo: non è ancora passato un mese, no? ... No? *sorriso a trentadue denti*

Okok, lo so che non ho giustificazioni, perciò vi lascio al capitolo eh... beh, ci vediamo giù (se ci arrivate... o.o)

CAPITOLO IV

Knarl, Bubotuberi e Sorrisi

Remus si svegliò intontito, e la prima cosa che realizzò fu che aveva un gran mal di testa. Man mano che metteva a fuoco la stanza, si accorse anche di altri particolari; la luce del sole filtrava attraverso le tende della grande finestra, rischiarando ciò che la sbronza della sera prima aveva lasciato nella stanza dei Malandrini: cuscini e copriletti scarlatti erano a terra, insieme ad una bottiglia di Tequila, vuota, abbandonata sotto il letto di Sirius. La cosa di cui, per associazione, Remus si rese conto subito dopo, fu che era disteso per terra, prono, con la testa appoggiata a qualcosa di morbido. Qualcosa di morbido che si alzava e si abbassava ritmicamente...
Aprì gli occhi di scatto, trovandosi con la faccia sulla pancia di un Sirius profondamente addormentato. Istantaneamente si irrigidì, cercando di pesare il meno possibile sul corpo dell'amico, nel tentativo di non svegliarlo. Si alzò lentamente, e, facendo vagare lo sguardo per la stanza, si accorse che sia James che Peter stavano ancora dormendo. Tanto meglio. Ciò significava che avrebbe avuto il bagno tutto per lui. Di slancio prese una divisa pulita e si fiondò in bagno, deciso a non perdersi nemmeno un minuto della doccia che stava per fare di lì a poco. Dopo sarebbe stato sicuramente più sveglio e, forse, il mal di testa si sarebbe alleviato. In caso contrario, decise che sarebbe andato a chiedere qualcosa a Madama Chips. Prima di entrare in doccia controllò l'orologio: le otto.

Alle otto e un quarto Remus era uscito dal bagno, vestito, e si strofinava un asciugamano sui capelli umidi, osservando con un sorrisetto i compagni di stanza. Nulla era cambiato da quando, un quarto d'ora prima, era andato a farsi la doccia: Peter, James e Sirius dormivano ancora profondamente. Se non si fossero svegliati loro, decise, non senza una certa malignità, ci avrebbe pensato lui. Gli bastò agitare la bacchetta perchè le coperte si tirassero, facendo cadere Wormtail e Prongs dal letto. Il cuscino schizzò via da sotto la testa di Srius, che sbattè a terra con un sonoro "toc" accompagnato da un'imprecazione da parte del Malandrino, per tornare al suo posto sul letto di Remus. Tutta la stanza sembrava investita da un tornado che, al suo passaggio, lasciava ordine anzichè distruzione, e, al suo centro, vi era Moony, la bacchetta levata e un sorriso sornione sul volto. 
Il tutto durò meno di un minuto, e, quando la stanza ebbe raggiunto un livello di vivibilità discreto, Remus ripose la bacchetta nella tasca dei pantaloni e lanciò l'asciugamano bagnato addosso ad un Sirius alquanto sconcertato. 

- Vi conviene sbrigarvi, tra tre quarti d'ora iniziano le lezioni - disse, e, sempre sorridendo si avviò verso la porta.

- Ah, - disse poi fermandosi sull'uscio spalancato. - vi toccherà fare la doccia fredda... Temo di aver usato tutta l'acqua calda.

E, ridendo apertamente, uscì e scese giù per le scale del dormitorio, lasciando dietro di sè tre Malandrini scioccati. 

* * *

Quando Sirius, James e Peter scesero in Sala Grande per la colazione, trovarono un Remus alquanto allegro ad accoglierli. Una volta che si furono seduti ai posti loro riservati, Moony distribuì gli orari delle lezioni. 

- E' appena passata la McGrannitt a darmi il mio, qui ci sono i vostri. - disse porgendoglieli.

- Ah, cavolo, due ore di Storia della Magia con Rüf! - esclamò James srotolando il suo orario. 

- E non è finita... - disse Peter corrucciato, leggendo a sua volta. - Prongs, dopo ci toccano due ore con Lumacorno e, dopo pranzo,  ancora due ore di Incantesimi!

James si afflosciò sconsolato, emettendo un verso di disperazione. 

- Tu che cos'hai invece Sirius? - chiese alzando lo sguardo sull'amico. 

Sirius non aveva ancora aperto il suo rotolo di pergamena, e si stava ingozzando di porridge sotto gli occhi disgustati ma anche leggermente divertiti di Remus. 

- Uh... ehm... allora - disse poggiando di malavoglia il cucchiaio per controllare il suo orario. - Dunque... si: due ore di Cura delle Creature Magiche, due ore di Erbologia, e due di   Trasfigurazione. - abbassò il foglio per guardare James, che lo investì con un'occhiata assassina. 

Beh, non poteva certo dargli torto; l'orario dell'amico era senza dubbio molto più impegnativo del suo. 

- Ehi, oggi abbiamo lo stesso orario! - esclamò Remus, che nel frattempo aveva confrontato il suo con quello di Padfoot.

- Cosa?! - esclamò James. - Quindi, spiegatemi se ho capito bene: voi due non farete assolutamente niente tutto il giorno, mentre io e Peter dovremo sgobbare come due elfi       domestici?

- Beh, in teoria abbiamo due ore di Trasfigurazione al pomeriggio... - ribattè Moony aggrottando le sopracciglia. 

- Ma sì, Prongs, voi dovrete senza dubbio sgobbare come elfi domestici! - concluse Sirius con un sorriso da un orecchio all'altro. - Allora Moony, - disse poi rivolgendosi all'amico seduto al suo fianco, - perchè una giornata all'insegna del dolce far niente sia tale, la si deve cominciare con un'abbondante colazione... - e detto questo servì al biondino una generosa dose di praticamente tutto ciò che c'era in tavola, per poi fare lo stesso.
Confrontando i vari orari, i Malandrini si resero conto del fatto che non c'era nemmeno un'ora durante la quale fossero riuniti tutti e quattro insieme. Il Consiglio Docenti sembrava aver deciso di smembrarli due a due, evidentemente per assicurarsi una lezione relativamente tranquilla. 
Oltre al lunedì, Sirius vedeva Remus anche il mercoledì, durante le ore di Erbologia ed Astronomia, il giovedì, durante Trasfigurazione, e il venerdì durante Erbologia¹.
Per quanto riguardava James, invece, con lui seguiva i corsi di Pozioni, Incantesimi e Difesa Contro le Arti Oscure, dei quali ai primi due partecipava anche Peter
Aveva invece due ore buche, il martedì pomeriggio e il mercoledì mattina, che non guastavano mai. Dopo aver finito la colazione, i Malandrini si avviarono verso i loro destini (più o meno piacevoli) accompagnati dalle invettive di James verso la Professoressa McGrannitt che, secondo lui, stava cercando di stroncarlo in partenza.
Quando Remus e Sirius arrivarono a destinazione la classe di Cura delle Creature Magiche si stava piano piano radunando. Era una bella giornata: il sole splendeva alto nel cielo sereno, nel quale non si scorgeva nemmeno una nuvola. Sirius lasciò cadere di malagrazia la borsa dei libri a terra, per poi seguirla immediatamente. Stravaccato scompostamente sull'erba si crogiolava ai raggi del sole, che scendevano a lambirgli i lineamenti eleganti del viso. Stava così, beandosi di quel calore, quando cominciò a sentirsi osservato.
Socchiuse gli occhi, senza aprirli troppo per evitare che venissero feriti dalla luce del sole, e notò che Remus lo stava fissando. Era in piedi, una mano dietro la nuca, come a massaggiarsi il collo, l'altra che teneva la borsa, e sul viso un'espressione di dubbio.
Sexy. Questo aggettivo balenò nella mente di Sirius per un secondo, ma sufficiente a lasciarlo si stucco. Questa volta nel suo sangue non c'era traccia di alcool a cui potesse dare la colpa dei suoi pensieri. Ma, in fin dei conti cosa c'era di sbagliato? Stava solamente facendo degli apprezzamenti sul fisico di uno dei suoi migliori amici, che era, obbiettivamente, assai piacente. La sua era un'osservazione clinica, distaccata, niente di più. Remus non sembrava essersi accorto del fatto che Padfoot avesse aperto gli occhi, e perciò continuava ad osservarlo. Per spezzare quel momento di imbarazzo, almeno da parte sua, che si era andato a creare, Sirius decise di uscirsene con una delle sue solite battutine.

- Moony, per quanto io possa essere incredibilmente bello, non c'è bisogno di fissarmi a quel modo. 

Il ragazzo sussultò appena, e per un istante nei suoi occhi brillò una scintilla che il moro non riuscì ad identificare. Preoccupazione, forse? Tuttavia un sorriso malandrino tornò immediatamente ad illuminare il viso del biondo, che prontamente rispose alla frecciatina dell'Animagus. 

- Ah, frena splendore. Prima di tutto, tu non sei poi così bello, e secondo: alza il posteriore da terra che il Professor Kettleburn è in arrivo. - e detto questo gli allungò una mano, per aiutarlo a tirarsi su.
Una volta in piedi, Sirius si accorse effettivamente che la classe di Cura delle Creature Magiche era al completo, e che il professore stava avanzando nel parco verso di loro. 

- Per la cronaca Moony, - soffiò il moro ad un centimetro dall'orecchio di Remus. - io sono bellissimo, e nessuno può resistere al mio fascino. 

Si allontanò con una risata dall'amico, che aveva alzato gli occhi al cielo con uno sbuffo spazientito, prese il suo libro e si avvicinò al capannello di studenti che si stavano stringendo attorno al professore, intento a spiegare l'argomento del giorno. La lezione era iniziata.

* * *

Le due ore di Cura delle Creature Magiche passarono in fretta, non senza un certo dispiacere da parte di Sirius che, Remus lo sapeva bene, amava molto gli animali, di qualsiasi specie essi fossero. Così, quando a fine lezione (che era stata puramente teorica: ambiente, dieta e abitudini degli Knarl) il Professor Kettleburn diede loro i compiti, il moro si scoprì felice di riceverli, forse per la prima volta in tutta la sua vita.

- Voglio che studiate bene le pagine che abbiamo letto oggi, perchè saranno fondamentali per la riuscita dell' "esperimento", così lo possiamo chiamare, che ho intenzione di fare con voi quest'anno. La prossima lezione vi dividerò in coppie, ed affiderò a ciascuna un cucciolo di Knarl. Voi dovrete crescerlo, stando attenti a rispettare tutti quelli che sono i punti fondamentali perchè sia sano e felice. A fine anno, vincerà la coppia che è riuscita a portare meglio a termine il suo compito. Lunedì prossimo vi spiegherò nei dettagli. Ora potete andare.

Remus era leggermente preoccupato della responsabilità che il professore avrebbe dato loro. Insomma, a malapena sapeva badare a se stesso, e non era proprio sicuro che sarebbe riuscito a occuparsi di un animale. Sirius, evidentemente, era di un altro parere. 

- Ma ti rendi conto Moony?! Uno Knarl! - esclamò il moro mentre si avviavano verso le serre, pronti per la lezione di Erbologia. - Ho sempre sognato di avere un animale! Beh, ovviamente i miei non me lo hanno mai permesso. - aggiunse poi con un sorriso triste. - La cosa più simile ad un animale da compagnia che sia mai entrato in casa mia è il gufo di famiglia, Bernhard, che sinceramente non penso durerà ancora a lungo - disse con una risata amara. 

Dopo un attimo però, sul suo viso ricomparve un'espressione sognante.

- Cavoli... uno Knarl. - e via a cianciare del nome che gli avrebbe dato, di come avrebbe voluto che fosse², di come gli avrebbe fatto la cuccia... 

Per tutto il tragitto fino alle serre non stette un attimo zitto, e, Remus doveva ammetterlo, non gli dava affatto fastidio. Gli piaceva sentire Sirius parlare. Che fossero i suoi soliti discorsi senza senso o, raramente, delle osservazioni intelligenti e pespicaci, a Remus piaceva. Ed era bello vederlo, per una volta, appassionato. 
Gli piaceva vedere come si infervorava parlando di quella creatura, di come se ne sarebbe preso cura. Remus sapeva che le avrebbe dato tutto l'affeto e le attenzioni di cui sarebbe stato capace. Tutto l'affetto e le attenzioni che, d'altra parte, non aveva ricevuto lui. Il signore e le signora Black, così rigidi ed intransigenti, erano stati incapaci di dare al loro figlio maggiore l'amore di cui avrebbe avuto bisogno. 
Così il biondo rideva, godendosi fino all'ultimo quel Sirius spensierato che, sebbene sembrasse l'esatto contrario, era così raro vedere. La risata facile e contagiosa, il sorriso malandrino perennemente stampato in viso, erano solamente parte di una recita. Una recita molto ben organizzata.
Padfoot riusciva a essere se stesso solamente in compagnia dei suoi amici, da parte dei quali sapeva non sarebbero giunti giudizi.
Quando i due Malandrini giunsero davanti alle serre, la Professoressa Sprite condusse la classe nella serra numero quattro. 

- Bene signori, - esordì la donna. - oggi desidero che voi preleviate quanto più pus di Bubotubero possibile, entro la fine delle due ore. Disponetevi a gruppi, un massimo di cinque persone per ogni tavolo, mettete le protezioni, e bla bla bla, insomma lo sapete. Coraggio, potete cominciare! - dopo avere dato le istruzioni con fare sbrigativo indossò dei resistentissimi guanti in pelle di drago e degli spessi occhiali scuri (che assomigliavano incredibilmente a quelli che indossavano i piloti di aerei babbani) e, armatasi di un pugnale estremamente affilato, si mise al lavoro lei stessa. 
Remus e Sirius si avviarono verso il tavolo più vicino, dove erano già sistemati un ragazzo e una ragazza della Casa di Tassorosso, con la quale seguivano il corso di Erbologia. 
Remus li conosceva: erano Peter Macmillan, che sapeva essere lontanamente imparentato con Sirius, e Amelia Bones. Li salutarono cordialmente, prendendo posto ciascuno ad un lato diverso del grosso Bubotubero che si trovava al centro del tavolo. Sembrava una grossa, grassa lumaca scura e piena di pustole. Il pus di Bubotubero era altamente nocivo se veniva direttamente a contatto con la pelle, ma, se adeguatamente trattato, poteva essere molto utile in medicina. Per questo, prima di mettersi al lavoro si coprirono bene con le protezioni loro fornitegli dalla Professoressa Sprite. Per fare uscire in modo adeguato il pus (ovvero evitare che questo schizzasse in posti indesiderati) bisognava incidere delicatamente, con la lama del pugnale, lungo una parte della base delle grosse pustole. Bisognava poi raccogliere prontamente
il liquido in un'ampolla, in modo da evitarne la dispersione.
Una volta pronti, cominciarono. Sirius si fece avanti per primo, ed ebbe un primo approccio pressochè disastroso con la grossa radice. Non fece nemmeno in tempo ad avvicinare la lama ad una delle sue innumerevoli pustole che questa era già esplosa, schizzando di pus il petto del ragazzo. I vestiti non bastarono a bloccare il liquido che li trapassò, andando a bruciare il torace del giovane Grifondoro, il quale la prese in maniera molto poco diplomatica.

Remus riuscì a fermare Sirius prima che questi facesse letteralmente esplodere il Bubotubero con un incantesimo confrigo, e sotto indicazione di un'alquanto alterata Professoressa Sprite trascinò l'amico in infermeria.

- Ooh, ma insomma Black! Com'è possibile che tu sia già riuscito a farti del male? Non sono trascorse nemmeno tre ore di scuola! - esclamò Madama Chips spazientita, mentre armeggiava con una confezione contenente garze e cerotti.

Black, seduto su uno dei lettini dell'infermeria, storse il naso.

- Le mancavo? - chiese con un sorrisino sghembo. All'occhiataccia della donna non fece che allargarlo ancora di più.

- Coraggio, - disse la strega in tono pratico, prendendo una garza e un flacone di quello che sembrava disinfettante arancione. - togli la camicia e stringi i denti. Potrebbe farti parecchio male.
Sirius obbedì, e Remus trasalì alla vista del torace del moro. Una bruciatura molto estesa e piuttosto profonda copriva il centro del petto e gran parte del pettorale destro del ragazzo, dove il pus di Bubotubero era penetrato sotto i vestiti. Sirius la osservò con una smorfia piuttosto critica, che si trasformò in un'espressione di dolore puro quando Madama Chips vi tamponò sopra la garza imbevuta del liquido arancione. Tuttavia, dalle labbra di Black non fuoriuscì che un gemito strozzato.
Remus non riusciva a sopportare la sofferenza dipinta sul volto dell'altro, così istintivamente gli si avvicinò e gli strinse una mano con la sua. Era un gesto che voleva infondere coraggio, dimostrare solidarietà, ma quando il moro ricambiò la stretta e aprì gli occhi grigi per fissarli in quelli castano dorato dell'amico, il suo sguardo significava una cosa sola: gratitudine. Fu solo un secondo, nel quale i loro occhi si incrociarono, e poi tutto finì. Sirius ridistese i lineamenti del viso in un'espressione di sollievo, e Madama Chips poggiò la garza sul comodino di fianco al letto, per poi tirare fuori da un cassettino una lunga benda. La avvolse stretta attorno al torace di Sirius, coprendo interamente la bruciatura.

- Ecco, ora dovrebbe essere a posto. - decretò la donna fissando il lavoro appena svolto con occhio critico. - Cerchi di evitare gli sforzi fisici per almeno una settimana, le bruciature da pus di Bubotubero sono lente a guarire. Ora può andare, ma credo sia meglio che lei si tenga lontano dalle serre di Erbologia per oggi... Faccia altro.

Sirius si alzò, ringraziò e lui e Remus stavano per uscire quando la voce di Madama Chips li richiamò all'attenzione.

- Oh, e... signor Black? - il moro si voltò. - Conto di non rivederla fino alla prossima partita di Quidditch. - disse la strega con sguardo eloquente.

Black sorrise.

- Farò del mio meglio - rispose ammiccando.

E detto questo lui e Remus uscirono dall'infermeria, diretti verso il parco.

* * *

James si lasciò cadere sulla panca di legno con uno sbuffo, e Peter gli si sedette accanto. Era ora di pranzo, finalmente, e lui non ci vedeva più dalla fame. Remus e Sirius erano seduti davanti a lui, e il primo stava leggendo un grosso libro rilegato in pelle.

- Allora, - esordì James riempiendosi il piatto di quanto più cibo poteva. - come è andata la vostra mattinata da nullafacenti?

- Padfoot è riuscito a farsi ustionare da un Bubotubero, così abbiamo saltato le due ore di Erbologia. - rispose il biondo distrattamente, senza staccare gli occhi dal libro.

- Co... Come? - il Grifondoro era incredulo. - Avete saltato Erbologia?!

- Ah, comunque io sto bene Prongs, grazie per l'interessamento. - ribattè Sirius a denti stretti.

- Oh, ehm... scusa fratello. Perciò stai bene? - era sinceramente dispiaciuto per l'amico, ma non riusciva a credere che mentre lui e Peter avevano dovuto affrontare una mattinata sfiancante, Sirius e Remus si fossero rilassati.

- Beh, in verità fa parecchio male. - rispose il moro.

- Mi dispiace... Remus scusami potresti smetterla di leggere? E' parecchio irritante. - esclamò James rivolto all'amico, che da quando lui e Peter erano arrivati non si era degnato nemmeno di salutare.

Allo - Mmh? - sorpreso del biondo, Sirius gli strappò il libro dalle mani, poggiandolo fuori dalla portata del licantropo.

- Ehi! - protestò questi.

Sirius, James e Peter lo fissarono torvi.

- Ciao anche a te, Moony - disse Peter con tono lievemente irritato. - Pensi di poterci degnare della tua presenza ora?

Remus arrossì lievemente.

- Scusate. - disse poi. - Allora, la vostra mattinata? - chiese in un tentativo di rimediare al suo comportamento.

- Uno schifo. - rispose James con una smorfia. - Paciock ha fatto esplodere la sua Pozione Restringente, e praticamente tutto nel raggio di tre metri ne è stato colpito. Abbiamo impiegato circa quaranta minuti cercando di riacciuffare un piccolo Marcus Smith³ che sgusciava in mezzo ai tavoli seminando distruzione, prima di riuscire a farlo tornare normale. 

All'ultima affermazione del Malandrino gli altri tre scoppiarono a ridere.
Il pranzo proseguì tranquillamente, finchè non arrivò il momento per i quattro amici di dividersi nuovamente.

- Ci vediamo dopo! - esclamò Peter, agitando una mano verso Remus e Sirius che si allontanavano alla volta dell'aula di trasfigurazione.

Ad un tratto James si ricordò di una cosa.

- Pete, oggi pomeriggio devi conoscere Odette!

Il volto di Peter si illuminò.

- Hai ragione! Devo assolutamente ricordare a Remus di presentarmela, dopo. - fece una piccola pausa. - Tu credi che io possa avere ancora qualche possibilità?

Il suo volto era leggermente preoccupato.

- Certo, Pete. - James sorrise.

Lo pensava davvero. Peter era un bravo ragazzo; gentile, simpatico, forse a volte un pò infantile, ma un bravo ragazzo. Si meritava davvero di essere felice.
Arrivarono davanti all'aula di Incantesimi, ed entrarono. Il piccolo Professor Vitious era in piedi su uno sgabello, dietro la cattedra, e stava aspettando di poter iniziare la lezione.
Peter e James si sedettero agli unici due banchi liberi in fondo all'aula, e i professore chiuse la porta.

* * *

Ok, era nervoso. Molto nervoso. Le lezioni erano finite, e, come primo giorno, Peter non poteva nemmeno dire fosse andato tanto male. Ma di lì a poco Remus gli avrebbe presentato Odette, e il Malandrino era attanagliato da mille dubbi. Innanzi tutto, non era sicuro di piacerle ancora. A dire la verità, non era nemmeno sicuro di esserle mai piaciuto; fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, soprattutto se è implicato James Potter. Comunque, c'era un'altra cosa che lo preoccupava. E se fosse stata lei, a non piacere a lui?
Dopotutto, non l'aveva mai incontrata. Fino alla sera prima nemmeno sapeva della sua esistenza.
Ma quando i quattro Malandrini varcarono la porta della Biblioteca, si decise a non pensarci.

- Remus, è qui? - sussurrò Sirius all'orecchio dell'amico, posandogli una mano sulla spalla. A Peter sembrò che il biondo rabbrividisse impercettibilmente, ma poi, visto che durò solo un attimo, si convinse che fosse stata solo la sua immaginazione.

Moony fece vagare lo sguardo, finchè non individuò ciò che stava cercando.

- Sì. Peter vieni anche tu, mentre voi due andate a sedervi a quel tavolo - una volta date queste dritte, il ragazzo si avviò verso un tavolo al quale erano sedute due Corvonero, e Peter si affrettò a seguirlo. - Reggimi il gioco - gli disse poi a mezza voce,.

Remus si avvicinò allo scaffale di fianco al tavolo delle ragazze, e prese a scorrere con l'indice i titoli dei grossi tomi. Poi si soffermò su uno, e lo estrasse.

- Ecco qua, Peter. - esclamò con un tono di voce abbastanza alto perchè una delle due Corvonero sollevasse la testa dalla pergamena su cui stava scrivendo, porgendo il libro all'amico. - Ora possiamo finire quel saggio per Lumacorno.

Ovviamente era tutta una messa in scena, e a quanto pareva aveva sortito l'effetto sperato. L'attenzione della Corvonero era tutta per loro. Remus si voltò, e, fingendo di averla notata solo in quel momento, esclamò:

- Hei, ciao! Odette, giusto? - le rivolse un sorriso che lei ricambiò. Ora anche l'altra ragazza aveva rivolto l'attenzione verso di loro, e fissava la sua amica con un sorrisetto divertito.

- Si, sono io - rispose Odette gentilmente. - Tu sei Remus vero?

- Esatto, - rispose questi senza smettere di sorridere. - e lui è Peter.

Sentendosi, finalmente, chiamato in causa, Peter si esibì in uno smagliante sorriso a trentadue denti.

- Molto piacere

- Sì, so bene chi sei - rispose lei sorridendo. - In verità, quasi tutta la scuola conosce gli amici dei celebri Black e Potter.

Peter potè scorgere un sorrisino ironico fare capolino sulle sue labbra. Ora che la osservava meglio, poteva constatare che era davvero molto carina.
I lunghi capelli erano neri, e le ricadevano a boccoli sulle spalle. Gli occhi, di un raro azzurro cielo, erano svegli e attenti, e lasciavano intuire la presenza, nella loro proprietaria, dell'intelligenza che contraddistingue gli appartenenti alla casa Corvonero. Il viso era ovale e gentile, forse con alcuni tratti ancora fanciulleschi e una spruzzata di lentiggini le macchiava le gote e il naso leggermente all'insù.

- Beh, che dici Pete, noi andiamo? James e Sirius ci stanno aspettando. - Remus gli rivolse un sorriso compiaciuto.

- Uh. Sì, sarà meglio... - distolse lo sguardo da Odette, che ancora gli sorrideva, e lo puntò sull'amico, facendo un cenno di assenso con il capo.

- Allora alla prossima - le salutò Moony. - Se avrete bisogno di altro aiuto con i compiti, non esitate a chiedere. Peter specialmente è davvero molto bravo in Incantesimi, e se mai vi servisse sono sicuro che vi aiuterebbe volentieri. No Pete? - gli chiese.

- Sicuro. Al vostro servizio. - e rivolto un ultimo, enorme, sorriso ad Odette, girarono i tacchi e tornarono da James e Sirius, che li avevano osservati attentamente per tutto il tempo. Peter arrivò al loro tavolo con un sorriso ebete stampato in faccia, e con sotto il braccio un enorme libro ("Aconito e Altri Veleni") del quale, francamente, non sapeva che farsene.

* * *

La prima giornata di scuola era stata senza dubbio stancante, ma aveva anche portato non poche novità nella vita dei Malandrini, e, in particolare, di Sirius Black.
La prima, meravigliosa novità era che finalmente avrebbe avuto una Creatura di cui prendersi cura, e avrebbe dimostrato (forse più a se stesso che agli altri) che era una persona responsabile. Soprattutto però, le avrebbe dato amore. Come seconda, meno gradita, novità, ora aveva sul petto una grossa bruciatura, che probabilmente gli avrebbe dato non poche noie nelle settimane a venire. Peter aveva finalmente conosciuto Odette, e quindi ora entrava in gioco lui: doveva capire se alla ragazza Wormtail piaceva davvero, e, in tal caso, adoperarsi perchè i due riuscissero a mettersi insieme. Per riuscire a parlare con Odette avrebbe sfruttato il suo fascino; sicuramente le Corvonero sarebbero state ben felici di avere Sirius Black in mezzo a loro, e in questo modo lui avrebbe potuto ottenere la fiducia della ragazza. E poi c'era l'ultima, complicata novità: sentiva come un groppo, in fondo alla gola. Aveva cominciato ad avvertirlo il giorno prima. Era una sensazione parecchio spiacevole; gli sembrava di avere come... "Come una bolla di lacrime in fondo al petto", pensò. C'erano dei momenti nei quali quasi non la sentiva, e altri invece nei quali sembrava che questa bolla volesse scoppiare. In quei momenti, non riusciva quasi a deglutire. Che cosa diavolo gli stava succedendo? Sirius Black non piangeva, mai. Aveva smesso di piangere a tredici anni, dopo un feroce litigio con sua madre; vederlo piangere le dava soddisfazione, aveva capito. Così, si ripromise che mai più, mai più le avrebbe permesso di umiliarlo. Mai più si sarebbe mostrato debole. E poco importava che ora sua madre non fosse lì, con lui. Sapeva che se mai avesse pianto, sarebbe stato come arrendersi a lei.
E per questo, tutta quella situazione lo spaventava. Non la comprendeva.
Sperava solo che passasse. Aveva sentito parlare di "crisi adolescenziale", ma mai le aveva dato molto peso. Se era questo che si provava, pensò, era una bella seccatura.
Scostò le coperte del suo letto a baldacchino e ci si infilò sotto, ancora pensieroso.
Purtroppo, causa la bruciatura, sarebbe stato costretto a dormire in posizione supina, anzichè prono, come era abituato fare.
Fissava il soffitto, ma senza vederlo davvero. La sua mente era vuota, in quel momento. Completamente. Sentì gli altri infilarsi ciascuno nel proprio letto, e si riscosse.
Non aveva senso preoccuparsi per una sensazione che, ne era sicuro, sarebbe stata momentanea. Così si impresse a forza un sorriso sulle labbra (che poi per altri non era che per se stesso) e, dopo poco, si addormentò.

* * *

Remus J. Lupin era confuso. L'oggetto della sua confusione? Sirius Black.
Nella sua mente era vivido il ricordo di quella mattina, in infermeria, quando Madama Chips stava medicando le ferite di Padfoot. Ricordava di come, davanti alla sofferenza dell'amico, avesse istantaneamente voluto essergli vicino. Non che non si preoccupasse e non soffrisse per i suoi amici solitamente, anzi, ma quella volta era stato... diverso.
E poi, quando in Biblioteca Sirius gli si era avvicinato e gli aveva soffiato sul collo quel "Remus, è qui?", aveva sentito una scarica elettrica percorrergli la colonna vertebrale.
Cosa diamine gli stava succedendo? Perchè aveva quelle reazioni, quando Sirius gli si avvicinava, quando gli parlava, quando puntava quegli occhi grigio tempesta nei suoi?
Magari era solo un momento passeggero, si disse. Sì, sicuramente era così. In quel periodo aveva bisogno dell'amicizia di Sirius, evidentemente. Perciò era tutto normale,
Non doveva pensarci troppo.
Per tutti nella vita arriva un momento in cui abbiamo maggior necessità della compagnia di una certa persona, a seconda di ciò che lei è capace di offrirci.
E con questi pensieri rassicuranti in testa, Remus si addormentò.





¹ La Rowling non ha mai specificato come fosse strutturato l'orario scolastico a Hogwarts, perciò io me lo sono immaginata così: ogni materia obbligatoria (Trasfigurazione, Incantesimi, Pozioni, Difesa Contro le Arti
  Oscure, Storia della Magia, Erbologia e Astronomia) ha quettro ore settimanali. Ogni materia facoltativa invece, ne ha solo due. Per questo i Malandrini si trovano a ripetere una stessa materia più giorni a        
  settimana.
² Uno Knarl è una specie di grosso porcospino, come spiega la Rowling, ma io lo ho "riadattato". Per me, è un grosso porcospino colorato. Insomma, generalmente i porcospini sono marroni-bianchi, ma a me piace
  pensare alla possibilità di uno Knarl blu ^-^ Insomma, siamo o non siamo in una fiction? ^_-
³ Marcus Smith sarebbe il padre di Zacharias Smith. Il nome l'ho dato io perchè non mi sembra la Rowling vi abbia mai accennato, ma vi posso dire che ha un carattere tanto odioso quanto quello del figlio. Invece     Peter Macmillan e Amelia Bones sono due personaggi interamente appartenenti alla Zia Raw, che sarebbero rispettivamente il padre di Ernie Macmillan e la zia di Susan Bones.

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Allora signori: eccoci qui! Come vi è sembrato?
Ad essere sinceri, a me non fa impazzire. Lo ho scritto in un tempo infinito, e io detesto scivere i capitoli spezzettati. In più, Erica e Virginia non hanno collaborato affatto (per chi non sa di cosa io stia parlando, può andare a leggere le mie "note autore").
Come avrete notato, l'ultima parte era forse eccessivamente zuccherosa. Io non volevo affatto renderla così, ma Virginia è riuscita, chissà come, a convincermi ._. 
Altra cosa da notare: lo schema dei punti di vista dei personaggi è molto più irregolare, e questo per il semplice fatto che, ora che ho introdotto il modo di pensare di ognuno dei quattro ragazzi, cambierò la narrazione a seconda delle mie necessità (u.u)
Ora, qui di seguito alcune cose che mi sono sentita in dovere di specificare:
La prima: per me, Sirius ha rigorosamente i capelli corti. O, quantomeno, nulla che si possa trasformare in una coda :-/ Idem per Remus.
La seconda cosa: visto che ne sentivo la necessità, ho fatto dei disegni di ciascuno dei personaggi. Nel prossimo capitolo li allegherò, in modo che chiunque voglia vedere come me li immagino possa :)
La terza cosa: per me, Peter è un ragazzo meraviglioso. Il come e il perchè si sia poi unito a Lord Voldemort li affronterò in una One Shot a lui dedicata, una volta finito questo lavoro. Per questo, non dovete trovare strano che lui possa piacere ad una ragazza come Odette (che tra parentesi è un personaggio che io adoro ^-^)
(Peter mi ringrazia dalla cucina: non so davvero dove lo metta tutto il cibo che ingerisce. Per quanto mangia dovrebbe come minimo essere trasportato in giro con una gru, invece è appena sovrappeso... O.O)
Comunque, dopo queste innumerevoli note di fondo, ho come sempre da ringraziare alcune persone:
Ringrazio caldamente LILY1D99 e Lady_Erato per le recensioni: mi fa sempre un piacere enorme sapere cosa ne pensate. Orsù gente, fatevi sentire!
Poi, ringrazio tutti coloro che hanno inserito la mia storia tra le seguite, tra le ricordate e tra le preferite: mi si scalda il cuore tutte le volte che apro EFP e vedo il segno del vostro passaggio :')
Infine, ringrazio tutti i lettori silenziosi, che passano lasciando lumini accesi come segno della loro presenza.
Ma è per me importantissimo ringraziare anche tutti coloro che collaborano con me, sopportano (e sono la causa) delle mie sfuriate, ma soprattutto, sono coloro che hanno dato vita a questa storia, che senza di loro non esisterebbe: James, Lily, Peter, Odette, Remus, Sirius, e ovviamente Erica e Virginia, senza i quali consigli non potrei mai andare avanti (... O.o)
Ringrazio anche separatamente LILY1D99, che mi sostiene e consiglia immancabilmente.
Un bacione, e un grazie a tutti.
Audrey
















  
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