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Autore: harley1958    02/04/2013    6 recensioni
Cosa succede se mettiamo insieme Edward, Bella, una bambina dolcissima e la cioccolata?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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LA FABBRICA DI CIOCCOLATA


Fare la maestra d'asilo era sempre stato il mio sogno e finalmente lo avevo realizzato.

Ero una ragazza madre, dovevo crescere da sola il frutto dei festeggiamenti un po' sconsiderati della notte del diploma, ma non rimpiangevo nulla e la mia piccola Cristina era la luce della mia vita.
Quel giorno avrei portato la mia classe, composta da dieci piccoli di cinque anni, mia figlia compresa, a visitare la grande fabbrica di cioccolata che aveva da poco aperto i battenti nella nostra monotona cittadina.
I bambini erano esaltati oltre ogni limite e stavo faticando a mantenere l'ordine.
Appena scesi dallo scuolabus, venimmo accolti da una giovane donna, bellissima ed elegantissima che si presentò come Tanya Denali assistente personale del CEO, Edward Cullen.
La signorina Denali ci disse che ci avrebbe accompagnato per la prima parte della nostra visita, quella ai piani dirigenziali (che io reputavo la più noiosa per i miei angioletti), mentre per la visita allo stabilimento, dove avremmo visto dal vero il lavoro di produzioni, ci avrebbe affidati ai vari capi reparto.
Come avevo previsto girare fra i vari uffici stava annoiando i bambini, che iniziarono a diventare lagnosi, rumorosi e con una gran voglia di andare al bagno, tutti allo stesso momento!
La testa mi stava scoppiando e benché amassi il mio lavoro in certi casi era davvero stressante.
Quando arrivammo allo stabilimento il capo reparto ci venne incontro con un sorriso gentile ed un grande cesto colmo di orsetti di cioccolata : «Benvenuti bambini, ora vi spiegherò come si fa la cioccolata che vi piace tanto», poi rivolgendosi a me disse: «Signorina Swan, il signor Cullen ci ha incaricato di stampare questi dolcetti da distribuire ai bambini, posso procedere?» gli diedi il via libera, contenta che per un po’ la classe sarebbe stata tranquilla a godersi quelle leccornie...le ultime parole famose!
Mike, il mio alunno più prepotente, leggermente obeso e molto goloso, strappò dalle mani di mia figlia il suo orsetto di cioccolata, facendola strillare come un'aquila e quando lei tentò di riprenderselo, le diede una spinta, facendola cadere cosa che le procurò una sbucciatura al ginocchio, alla vista del sangue urlò ancora più forte (aveva preso da me il sangue ci dava un tremendo fastidio), non contento, le si gettò sopra tirandole i capelli e rompendole il fermaglio del codino. Io provai ad intervenire ma venni respinta con foga, tanto che finii gambe all'aria, per fortuna quel giorno avevo optato per un paio di pratici pantaloni e non per una gonna perché proprio in quell'istante una voce profonda tuonò: «Cosa diavolo succede qui?»
All'istante tutto si fece silenzio ed ognuno di noi, adulto e bambino, si girò verso colui che aveva parlato...ora se non fossi già stata sedere a terra, sicuramente ci sarei finita in quel momento dato che di fronte a me avevo il più bel esemplare di sesso maschile che io avessi mai visto in vita mia! Avvampai e in qualche modo mi tirai in piedi, giusto in tempo per assistere ad una scena inverosimile: la mia piccola e timida Cristina, ancora singhiozzante, con tanto di lacrimoni, mocio al naso e mani imbrattate dal cioccolato dell'orsetto che nella contesa si era sciolto, si lanciò in una folle corsa saltando letteralmente in braccio al bellissimo sconosciuto. Notai con sommo orrore che le sue piccole mani si stamparono sulla camicia immacolata dell'uomo, camicia che ad occhio doveva costare tre dei miei stipendi messi assieme.
«Cristina!» provai a richiamarla, ma la piccola peste al suono della mia voce, si rannicchiò ancora di più sul petto dell'uomo senza dare l'impressione di avermi sentita o di voler scendere dalla sua posizione.
Inghiottendo a vuoto, mi feci coraggio e mi avvicinai: «Sono Isabella Swan la maestra dei bambini, nonchè madre del piccolo Koala che le si è avvinghiato al collo, sono mortificata, di solito è una bambina molto timida e non si comporta mai così, resta inteso che salderò io il conto della lavanderia per smacchiare la sua camicia.»
«Salve, io sono Edward Cullen, il capo della baracca, non si preoccupi per la camicia, ne ho tante e tutte uguali pure, ora la cosa più importante è capire perché questa bellissima signorina sta piangendo», rispose lui, sfoggiando un sorriso che avrebbe sciolto i ghiacci perenni.
Alzò una mano, grande e curata iniziando ad accarezzare i ricciolini della piccola e parlandole con dolcezza: «Allora stellina me lo dici perché piangi?»
La bimba tirò su col naso, si strofino gli occhi con la manina e disse: «piango pecchè Mike ha pleso il mio olsetto di cioccolata anche se aveva il suo e io non ho un papà come gli atri bimbi che mi difende, io ho solo la mamma, ma lei non fa paula a nessuno.»
In quel momento sarei voluta sprofondare, ma cercai di darmi un contegno: «Forza Cristina ora chiedi scusa al signor Cullen e scendi.» Provai il mio miglior tono autoritario, che però non doveva essere molto convincente dato che la bambina scosse la testa facendo segno di no (dentro di me la capivo chi avrebbe lasciato un posto simile?).
«E così ti chiami Cristina, ma è un nome davvero bellissimo tesoro, facciamo così, lasciamo perdere il signor Cullen che fa tanto nonno coi capelli bianchi, per te sono Edward ok? E ora chiediamo a Tom di preparare altri orsetti, d'accordo?»
La bimba fece un sorriso birichino e annuì solennemente.
«Cosa si deve dire in questi casi Cristina?» intervenni e lei furbetta, «Glazie Eddy!» e stampò un bacio cioccolatoso sulla guancia del pover'uomo.
Dopo questa breve parentesi tragi-comica, la visita riprese in modo tranquillo e fummo scortati dal boss in persona che si premurò di spiegare con calma ogni processo di lavorazione, illustrando ogni macchinario e rispondendo con infinita pazienza alle molteplici domande.
Evidentemente, a mia figlia la figura paterna mancava più di quanto avessi pensato, dato che rimase incollata ad Edward tutto il tempo,  con la sua piccola manina stretta in quella grande e forte di lui. La vista di quella scena provocò in me una forte commozione, tanto che una lacrima sfuggì al mio controllo. Forse il mio dedicarmi solo alla bambina ed al lavoro, non prendendo minimamente in considerazione l'idea di cercare un compagno e di conseguenza un padre per mia figlia, non era stata una scelta proprio perfetta...
Arrivò presto per noi il momento di rientrare, e mentre io mi occupavo di far salire tutti sullo scuolabus, vedevo Cristina ed Edward parlottare complici poco distanti, sorridenti e persi l'uno negli occhi dell'altra.
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Una settimana dopo...

Stavo correndo dalle 7 di quella domenica mattina: era il compleanno di Cristina e avevo organizzato una piccola festicciola per lei ed i suoi amichetti, proprio mentre stavo portando in tavola i succhi di frutta, suonarono alla porta, certa fosse qualche piccolo ospite ritardatario corsi ad aprire e...per poco non mi venne un colpo!
Sulla soglia della mia modesta casetta, bello come il sole, con un sorriso da pubblicità, stava Edward Cullen, dietro di lui un altro uomo vestito da autista che reggeva un cesto colmo di cioccolata di ogni forma e tipo. Mr Cullen invece aveva fra le mani un'enorme pacco bianco legato da un lucente nastro rosa.
«Buongiorno miss Swan, non mi invita ad entrare?»
«Oh mi scusi, ma certo si accomodi, posso sapere però come mai è qui?»
«Vede la sua incantevole bimba mi ha confessato che oggi sarebbe stato il suo compleanno e che avrebbe fatto una festa con i suoi amici. Io le ho chiesto che regalo le sarebbe piaciuto e lei mi ha risposto, che voleva almeno una volta festeggiare avendo vicino...diciamo una specie di papà e così eccomi qui, ovviamente era impensabile che mi presentassi a mani vuote, per cui cioccolata per tutti gli ospiti e la casa delle bambole più grande che sono riuscito a trovare» spiegò continuando a sorridere.
Ero completamente spiazzata: Mr.Cullen mi piaceva molto, ma non capivo come un uomo simile potesse darsi tanta pena per una bambina sconosciuta...e glielo chiesi senza mezzi termini. La sua risposta mi lasciò di stucco.
«Vede miss Swan, sua figlia mi ha letteralmente conquistato e non solo lei, anche sua madre mi interessa molto e mi piacerebbe avere l'opportunità di conoscervi meglio e di farmi conoscere...miss Swan, Isabella, se posso, quello che sto cercando di dirti è che ho tutta l'intenzione di corteggiarti e di corteggiare anche la piccola principessa.»
Quelle parole mi resero enormemente felice. Al termine della festa per i bambini, Edward rimase con me, mi aiutò a rimettere in ordine e si occupò anche di mettere a letto Cristina, raccontandole una favola, fino a quando non si addormentò.
Da quella sera cominciammo a frequentarci assiduamente, a volte coinvolgendo anche la bambina, con gite allo zoo, pic-nic, parco dei divertimenti e tante altre cose, a volte ritagliandoci del tempo solo per noi due e quando mi baciò la prima volta, seppi di aver trovato la mia metà perfetta.
A distanza di un anno ci sposammo e fu bellissimo vedere la mia piccola vestita di bianco raggiungerci all'altare reggendo il cuscino con le fedi.
Credo non sia nemmeno il caso di precisarlo, ma la nostra torta di nozze, alta tre piani era interamente di cioccolato bianco.

   
 
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