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Autore: _World_    03/04/2013    0 recensioni
Scorpius x Nuovo personaggio. Questa FF non nasce come una Dramione, ma il loro rapporto iniziale è quello di complici perché entrambi si ritrovano nella stessa situazione.
Dal 2°capitolo:
"Ora fammi vedere la vera te stessa.Ho capito subito che quella li dentro non eri tu, ma un riflesso delle aspettative dei tuoi."
Evelin lo guardò stupida "Tu come?"
"Lo so? Beh, succede anche a me. Insomma, sii educato, non fare scemenze, porta alto il nome dei Malfoy. Non si rendono conto di quanto tutto questo possa essere stressante per noi"
"Finalmente ho trovato qualcuno simile a me"
[...]
"Forse con il tempo imparerai a conoscermi."
"Se ci vedremo ancora"
"Ti scriverò"
[...]
Si avvicinò a lei porgendole la mano. "Ti insegno a ballare"
"Impresa ardua" si concesse di dire
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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CAP 15


Il silenzio cadde tra i due come un muro per dividerli. Erano esattamente l’uno di fronte all’altra, ma parevano distanti anni luce, ormai troppo incompatibili per tornare come prima.
<< Quello che hai sentito da Rose…è vero. È vero… >> non sapeva che dire ancora. A stento era riuscita a parlare. Sentiva come un enorme nodo in gola e un tappo allo stomaco che le bloccavano i pensieri e la parola. Si sentiva come su un filo di un rasoio sospesa a metri da terra. Un solo passo falso e sarebbe precipitata. Anzi no, non era lei in bilico. Ma loro. La loro amicizia, la loro situazione, il suo affetto. Era tutto in bilico.
<< Se ciò che dici è vero, perché hai negato la prima volta che te lo chiesi? >>
<< Io non lo so…credo di averlo capito solo ora. >>
<< Credi? >> puntualizzò scettico.
<< Si. Credo. >> all’ennesimo silenzio del ragazzo, Evelin sbottò << Senti è tutto così diverso stando con te. Tutto quello che mi sembrava normale, non lo era affatto, al contrario. Anche solamente vederci al lago e leggerti qualche libro babbano mi sembrava speciale e >> si fermò riuscendo finalmente a capire cosa accadeva in lei. << E non riesco a capire perché mi tratti così se non sei interessato a me! >>
Scorpius sbuffò irritato battendo un colpo di mano sulla gamba. << A volte mi sembri così ingenua! >> l’accusò. << Come fai a non capire >> ma venne immediatamente fermato dalla voce dell’altra.
<< Vuoi forse dirmi che t’interessavo? >> incalzò infastidita << Oh si è visto davvero tanto. Specialmente quando ti baciavi con quella scialba Serpeverde! >>
Malfoy le si avvicinò minacciosamente. << Era di questo che volevi parlarmi? Di quello che faccio della mia vita? >>
<< No! Di quello che fai della nostra amicizia! >> sbottò forse a voce troppo alta che echeggiò a lungo.
Dei passi li misero in allerta. Il biondo non perse tempo, l’afferrò stretta per il braccio trascinandola con sé nascondendosi, appiattendosi quanto più possibile contro il muro. Fiamma per un attimo si sentì serena. Il corpo del ragazzo era così vicina a lei che riusciva a sentire i battiti del cuore, schiacciata tra lui e il muro chiuse gli occhi riconoscendo l’odore della sua pelle, quanto le era mancato. Avrebbe voluto così tanto abbracciarlo.
<< Scor.. >> sussurrò vedendolo concentrato verso la porta, l’altro le tappò immediatamente la bocca fissando intensamente l’entrata, sperando di non trovare nessun capo scuola.
Attesero minuti interminabili finché l’assordante silenzio li rassicurò. Uscirono dal loro nascondiglio tornato a una debita distanza. Evelin sentì subito la mancanza di quel calore.
<< È vero che… >> provò ma quelle parole le morirono in gola. Sgranò gli occhi incredula per quella reazione del suo corpo. << Che.. >> tentò ancora sforzandosi di pronunciarle. Inutile. Pareva che la mente elaborasse quando il cuore ciò che doveva dire, ma tutto in lei non le permetteva di esprimerlo. Si dice che a volte i gesti valgono più di mille parole, ma come poteva farsi capire se a malapena era riuscita a toccarlo?.
Scorpius inarcò un sopracciglio attendendo ancora, mentre Evelin si torturava le mani cercando qualcosa da dire. << Risparmia il fiato. >> proferì gelido andandosene.
<< Che sono innamorata di te! >> si sforzò di dire come fosse una roccia da scagliare. Avrebbe voluto colpirlo davvero. Avrebbe voluto fare qualunque cosa che comprendeva lui nei suoi progetti.
Malfoy si bloccò proprio sull’uscio, non si voltò. Rimase li, fermo a rielaborare l’accaduto. Strinse forte i pugni, Evelin lo notò.
Sapeva cosa significava. Un forte conflitto interno, avrebbe voluto fare qualcosa ma razionalmente sarebbe stato sconveniente, oppure una gran delusione. La ragazza non sapeva quale delle opzioni era peggiore, perché sapeva bene che in tutto questo, era lei la causa di quella reazione.
<< Quindi finisce davvero così? >> domandò con il cuore che palpitava.


<< E senza risposta se n’è andato. >> finì di raccontare Evelin a Rose sedute su una panchina di pietra in giardino.
<< Situazione alquanto complicata >> disse pensierosa l’amica.
<< Suggerimenti? >>
<< Uhmm, non vorrei essere opportuna ma.. >>
<< Ma? >>
<< Direi: Lascia che sia. >> allo sguardo interrogativo di Evelin proseguì << Non credo che Scorpius sia tanto sciocco da lasciar perdere il vostro rapporto. Il tuo passo l’hai fatto ora devi solo aspettare che lui lo riconosca. >>
<< Pensi che sia davvero così facile? >> chiese con una lieve vena d’ironia.
Rose parve rifletterci << Oh si certo >> rispose in tutta tranquillità facendo ridere l’altra.
Infine Evelin, decise di seguire il consiglio della sua migliore amica. Avrebbe lasciato che sia, nonostante una parte di lei sperava – o credeva – che sarebbe tornato, l’altra era ancora molto dubbiosa a riguardo. Comunque non si fece scoraggiare, aveva ragione la rossa Weasley. Il suo passo l’aveva fatto, doveva solo vivere bene ogni giorno tra lezioni e amici. E così avrebbe fatto.


Scorpius Hyperion Malfoy sedeva sulla poltroncina nella sua sala comune. Intento a osservare il fuoco mentre il tempo scorreva impazzito, ma per lui era come se si fosse fermato. Non sapeva bene cosa voleva o cosa cercava. Rifletteva solo su quell’insolita dichiarazione ricevuta nella torre d’astronomia.
Si morse il labbro chiedendosi se avesse fatto davvero bene ad andarsene quel giorno. I Malfoy non lasciano mai le questioni in sospeso, lo sapeva bene, ma la sua pareva essere vittima di un forte “Wingardium Leviosa”. Era sempre stato abituato ad affrontare ogni situazione di petto, schiettamente e senza troppi problemi. Ma era proprio qui il dilemma, aveva già provato ad andare dritto al punto, come lo aveva provato Evelin. Non sapeva bene che mossa doveva scegliere per non cadere in fallo, per non perdere il gioco. Come negli scacchi con cui aveva tanto giocato da piccolo.
Gli stessi scacchi che reputava come un gioco, ma successivamente si convinse che la vita fosse proprio allo stesso modo. Ciò che ancora non riusciva a capire era il suo ruolo nella scacchiera. Era un pedone sacrificabile, o il re?. A seconda della risposta doveva assolutamente comprendere i suoi desideri, che fino a qualche tempo fa erano sempre stati chiari.


La lezione di pozioni era stata incredibilmente più pesante delle altre volte, non tanto per gli odori che appestavano l’aula, alquanto nauseabondi, quanto per il fatto che avevano provato la pozione: “Distillato di morte vivente”. Era stata una tra le più complicate mai fatte fin’ora. Ricordarsi i colori del liquido prima che diventassero limpido come l’acqua, i dosaggi, i giri in senso orario e antiorario. Sentiva il cervello scoppiare. Non poté essere più grata quando uscì da quella stanza.
Tecnicamente si sarebbero dovuti recare nella Sala Grande per pranzare, ma Evelin sentiva lo stomaco totalmente scombussolato, chiuso come la porta del terzo piano.
Uscì in giardino, – suo nuovo luogo d’incontro da quando non andava più al Lago Nero – si sedette nella solita panchina in pietra, socchiudendo gli occhi beandosi di quel calore. Il leggero vento le carezzava il volto, tirando indietro i capelli rosso fuoco.
Dei passi la distrassero e colui che meno si aspettava era proprio davanti a lei, con un sorriso appena accennato, occhi speranzosi e un piatto di pasta tra le mani.
<< Ti ho portato qualcosa da mangiare dato che non sei venuta a pranzo >> s’interruppe guardandosi attorno << E volevo scusarmi per come ti ho trattato. >>


Scorpius si era recato come di norma in Sala Grande per mangiare velocemente e tornare ai suoi studi. Aveva una ricerca di minimo due pergamene da consegnare entro domani e assolutamente poco tempo da perdere. Si guardò attorno, la stanza appariva persino più grande sotto la forte luce naturale. Scrutò ogni volto, a fondo quasi volesse accertarsi di tutti i suoi compagni di casa. Poi notò che Evelin non si era presentata. Così, ingurgitando frettolosamente ciò che aveva nel piatto uscì.


La trovò lì a conversare affabilmente con Nott, quasi avesse dimenticato i rozzi metodi per avvicinarla. Ridendo e scherzando di qualunque cosa. Comprese dunque ciò che doveva fare.
<< Ti giuro >> rise Evelin << Ero così presa da quel libro che mi ero scordata di pranzare e ho “fatto merenda” con della pasta >>
<< E gli elfi domestici? E i tuoi? >> domandò divertito non volendoci credere davvero.
<< I miei erano fuori per un convegno e gli elfi lo sanno che non voglio distrazioni quando leggo >>
S’interruppero notando la figura di Scorpius ora stagliarsi dinnanzi a loro.
<< Possiamo parlare? >> domandò neutro.


Erano nuovamente li, tra l’erba incolta e le scure sponde del Lago Nero ad assisterli. Con il sole che faceva bella mostra di sé e un cielo invidiabile.
Lì in assoluto silenzio mentre seduti l’uno di fianco all’altra attendeva qualcosa, una giusta parola per cominciare il discorso, o la giusta forza. La giusta misura, peccato che di giusto in quel modo c’è ben poco.
<< Cosa volevi dirmi? >> domandò non resistendo alla curiosità.
Scorpius la guardò comprendendo che ora non sapeva che dire, che le sue false credenze da purosangue Serpeverde l’avevano ingannato, che si trovava disarmato dinnanzi una situazione non programmata, non del tutto. Evelin ricambiò l’occhiata immergendosi in quegli occhi plumbei. Gli sorrise non resistendo alla strana atmosfera di quella situazione.
Il biondo si soffermò su quegli occhi che sembravano smeraldi, in perfetta contrapposizione ai capelli, al viso fino ma dai tratti delicati e alle labbra morbide, rosee e carnose.
Si avvicinò appena con il volto, lentamente, quasi avesse paura di spaventarla. Notando che la ragazza non si era mossa e continuava a fissarlo rapita si avvicinò ancora. Le scoccò un’ultima occhiata ormai troppo vicini per interrompere la successione dei fatti, un altro sorriso lo incoraggio. Azzerò le distanze, poggiando delicatamente le sue labbra a quelle della ragazza. Assaporandone il dolce profumo e le forti emozioni. Il cuore che scoppiava a causa delle incontenibili sensazioni, erano la prova che questa volta aveva preso la giusta decisione.
L’istante precedente all’inizio di un bacio è qualcosa di magico.
Dopotutto, una gesto vale più di mille parole, no?



FINE.

Note dell’autrice: Buonasera :) ecco l’ultimo capitolo, non l’ho preannunciato perché credevo di continuarla ma invece non è così. Spero sia piaciuta a tutti. Ringrazio le mie fedeli lettrici e recensitrici Purple Benny e Evelin94, e ringrazio tutti quelli che hanno seguito la storia.
Arrivederci ^^.
  
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