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Autore: Tatuata Bella    03/04/2013    3 recensioni
Qualcuno deve averlo avvertito. Qualche stronzetto ha detto a Billie Joe che ci sono e lui è scappato, piccolo topo vigliacco.
“Maggie sei ubriaca.”
“Graz…Grazie dell’informazione.” E non so neanche con chi sto parlando. Mi giro e vedo Trè. Il batterista quello nuovo.
“Ah. Sei tu. E quello stronzo dov’è ora?”
“Billie Joe?”
“Seh. Lui. Biiiiillie Joe. Lo stronzo universale.” Dico.
“Che ti ha fatto?” chiede.
La sua ignoranza in materia è assurda
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La mia situazione è assurda. Alterno momenti di gioia estrema, incontenibile, come se volessi gridare al mondo che Billie Joe ha scelto me, che sta con me, che è su di me che fa affidamento, ma poi mi rendo conto che non è esattamente così, che la ragazza che ama non sono io, che non mi amerà mai come io amo lui.
Però poi ci sono le notti come questa in cui ti sembra che il mondo stia per prendere tutta un’altra piega.
E non sono nottate epiche, sono solo momenti sereni, come adesso: non chiediamo chissà cosa, soltanto un po’ di musica, lasciata in diffusione a volume bassissimo, e Mary con la casa libera per una settimana.
“Non so te, ma io ho intenzione di spalmarmi qui a casa di Mary fino a domenica” dico a Billie, ma lui non mi caga per niente, continua a fumare, sdraiato a petto nudo sul tappeto.
Gli tiro un paio di calcetti su una gamba.
“Billie?”
“Shhh…senti, senti che figata, senti…è incredibile …” apre gli occhi e mi guarda: “Non ti accorgi di quanto è fottutamente perfetto questo momento?”
Sorrido: “Perché proprio questo momento?”
oh, oh, I love her soooo, oh, oh, I love her sooo, oh, oh, I love her soooo….
Canta, sovrastando la voce di Joey Ramone che esce dallo stereo.
E’ una domanda inutile e malsana ma non posso fare a meno di chiedermi a chi sta pensando mentre dice “her”, e sospiro pensando che probabilmente non lo saprò mai.
No, decisamente questo momento è tutto meno che perfetto.
“Volete una tortilla?” chiede Mike, affacciandosi in sala con una padella in mano.
Con una tortilla forse la non-perfezione di questo momento potrebbe migliorare.
“Certo!” rispondo.
“All Right. Billie Joe?” chiede Mike.
Billie non risponde, prende un’ultima profonda boccata di fumo e lancia il mozzicone in un bicchiere, centrandolo in pieno.
Mike lo guarda male e sospira: “Ma quanto cazzo ti prendi sul serio, eh…”
Billie lo fissa con i suoi occhioni verdi: “Che cos’è che mi hai chiesto?”
“Se vuoi una tortilla.”
“Ah. Sì. La voglio, grazie…”
Si alza dal tappeto e si siede sul divano, spostando le mie gambe; si avvicina e mi da un bacio.
Si stacca subito e comincia a fissare la tappezzeria.
“Va tutto bene?” chiedo, intrecciando le mie dita alle sue.
Si gira e mi guarda, come se si fosse ricordato solo in quel momento che c’ero anche io: “Certo...è solo che…”
“Allora giovani! Sono pronte le tortillas, domani sera però cucinate voi eh…” urla Al, sfoderando due tortillas fumanti.
Billie Joe non prende nemmeno il piatto che Al gli sta porgendo e si alza: “devo andare in bagno.”
Al lo guarda un po’ dubbioso, poi fa spallucce e si siede al suo posto, mentre io comincio a saccheggiare la mia tortilla.
“Aehm. Ho per caso interrotto qualcosa? Mi sembrava incazzato…” dice indicando col pollice la direzione in cui Billie se ne era andato.
Scuoto la testa: “Ma no, figurati. Lui è sempre così, lo sai…”
“Veramente…non è sempre così…è un po’…”
“lunatico.”
“Già. Più del solito, voglio dire.”
“Sì…ho notato.”
Scende un silenzio imbarazzante.
“Al…” non so perché sto chiedendo consiglio a Al, è solo che in questo momento mi ispira una fiducia incredibile, come se avessi la certezza che qualsiasi cosa succeda lui starebbe dalla mia parte. “…secondo te è colpa mia? Dei suoi sbalzi di umore, dico…del fatto che fa lo strano, del fatto che non è felice…”
Che scema sono.
Al non ci ha mai capito un cazzo del rapporto tra me e Billie, era sempre l’ultimo ad accorgersi delle cose, e a un certo punto ha pure rinunciato a capirci, credo.
Non vedo perché ora dovrebbe sapere cosa dirmi.
“Sai meglio di me che quel caratterino di merda Billie Joe ce l’ha dalla nascita quindi posso dirti che, no, non è colpa tua se fa lo strano, fa sempre lo strano, per mille motivi diversi, e quando non ha motivi per fare lo strano se li inventa e fa lo strano lo stesso.”
“Effettivamente…”
“sul fatto che non è felice…se posso impicciarmi dei fatti vostri, ecco, secondo me è solo un cretino. Stai facendo tutto il possibile per farlo star meglio, stai dietro ai suoi capricci meglio di una santa, e lui sa benissimo che questa cosa che lui ti sta chiedendo, cioè intendo di stare insieme a lui conoscendo com’è la sua situazione con Adrienne, beh, questa cosa è una vera stronzata, che ti fa star male, ma continua a chiedertelo comunque. Voglio bene a Billie Joe, e vorrei che voi due foste felici, ma secondo me dovrebbe solo tirar fuori le palle e decidere cosa cavolo vuole fare una volta per tutte.”
Spalanco gli occhi e lo fisso.
Non era vero che non aveva capito un cazzo, anzi.
Ha capito molto più di me.
Impressionante.
“…quindi pensi che…”
“Allora, questa tortilla? Chi l’ha cucinata?” è tornato Billie Joe dal bagno.
“io.” Dice Al.
“Allora farà schifo.” Dice, addentandone un pezzo.
Mastica compiaciuto: “No, invece è buona”
Al gli alza il terzo dito e ridacchia.
Toh. Adesso Billie Joe è tornato felice, anche se sta fissando Al in un modo un po’ strano, come se volessero dirsi qualcosa tra loro.
“Potresti continuare a cucinare, o potresti andare a studiare un po’, così la prossima volta che ti chiamiamo per le prove non ne fai una tragedia.” Dice Billie Joe, con tono acido.
Alla faccia del lunatico. E’ un caso clinico, non ho mai visto una lunaticità così estrema.
“Che cazzo vuoi dire?”
“Sarebbero sempre cose più intelligenti da fare invece che farti i cazzi miei.” Dice Billie, sempre fissando Al con uno sguardo pieno di ostilità.
 Aspetta, aspetta, aspetta… Billie Joe ci stava ascoltando!
Al fa spallucce: “Ho pensato che magari sentirtelo dire ti avrebbe dato una svegliata.” Risponde, con noncuranza.
Non ce la faccio più: fisso Al incredula: “Sapevi che ci stava ascoltando e non mi hai detto un cazzo?”
Rimane dieci secondi senza sapere cosa dire.
“E hai continuato a parlare…” continuo io.
Dio, che mondo di stronzi.
“L’ha pure fatto apposta, oserei dire.” Interviene Billie Joe.
“Ah, Cristo, mi avete rotto tutti quanti.” Sbotto, mi alzo, mollo la tortilla per terra e esco dalla porta.
Appena fuori dalla casa di Mary mi pento della reazione che ho avuto, effettivamente sono stata un po’ esagerata.
E non capisco perché, poi, ho sopportato cose ben peggiori.
Però se ci penso le ho sopportate solo da Billie Joe, non sono abituata che anche gli altri si comportino così con me.
E’ come se mi sentissi usata, voleva solo fare incazzare Billie Joe, non certo aiutarmi.
Prendo una sigaretta e la accendo.
Prendo una boccata di fumo e faccio un piccolo colpo di tosse.
Mi ero dimenticata che non è una delle mie solite sigarette, ho cambiato marca e queste sono più pesanti.
Si apre la porta dietro di me, e non mi volto nemmeno a guardare chi è uscito.
“Non si può fumare nel portone.”
Billie Joe.
Continuo a non girarmi.
Si appoggia al parapetto vicino a me e mi prende la sigaretta dalle dita.
“Dio, che schifo, ma perché cavolo hai smesso di fumare le mie sigarette?” commenta.
Faccio spallucce, perché sembra che ormai sia un gesto che va molto di moda.
“Mi andava di cambiare.”
“Senti…non farti condizionare dalle cazzate che ti ha detto Al, voleva solo farmi incazzare perché ce l’abbiamo un po’ con lui perché non viene mai alle prove…”
“Lo so.” Rispondo, secca.
Mi passa un braccio attorno alla vita e mi dà un bacio tra i capelli.
“Torniamo dentro, amore, dai…”
Sorrido, un po’ sardonica: “Credi di convincermi più facilmente se mi chiami amore?”
“Tu pensi che Al abbia ragione.” Dice.
Abbasso lo sguardo: “Un po’…”
“Beh, non ha ragione.” Mi prende una mano “Non ha ragione per niente, te lo giuro.”
Ho così tanta voglia di essere felice che non me ne frega niente se è vero o no.
Gli butto le braccia al collo e mi stringo a lui, chiudendo gli occhi, facendo finta che questo momento debba durare per sempre.
Lui mi accarezza piano la testa.
“Dai, torniamo dentro…” dice, spegnendo la sigaretta sulla ringhiera del pianerottolo.
Annuisco, e mi lascio condurre dentro, lasciandomi trascinare dalla sua stretta sulla mia mano.
Sulla porta si volta a guardarmi e mi sorride.
Mi sento come pervasa da una forza nuova, come se in quel sorriso avesse detto “Va tutto bene”.
Sì, sarebbe andato tutto bene, alla fine.
 

Ancora Ramones.
Li adoro, ma Billie Joe ascolta i Ramones praticamente senza sosta.
A un certo punto comincia pure a criticarli tecnicamente.
Voglio dire, Billie Joe è un genio musicale e in confronto a lui io non me ne capisco un assoluto nulla di musica, ma Gesù, stiamo parlando dei Ramones, voglio dire, una persona come minimo deve pensarci due volte prima di dire qualsiasi cosa di negativo sui Ramones.
“Stasera Gilman?” se ne esce Mary, dal silenzio.
Ci giriamo tutti a guardarla, e Mike smette di accarezzarle i capelli.
Fisso Billie Joe.
Ci sarà Adie al Gilman, ci sarà sicuramente Adie al Gilman.
“Non credo ci sia niente di interessante…” butta lì Mike.
Lo guardo con la faccia da ‘bel tentativo’.
“Dici? BJ, tu che ne pensi?”
Sospiro.
Sono sicura che sta portando avanti non so quale strategia convinta di fare del bene al nostro rapporto ma ho come la sensazione che non sia una buona idea.
“Aehm. Io?” chiede.
“Quanti BJ ci sono in questa stanza?”
Billie Joe la guarda male. “Beh, io penso che…”
Suona il campanello.
La salvezza divina.
Chiunque ci sia alla porta spero che dopo si scordino tutti del Gilman e di tutto ciò che c’entra anche lontanamente.
Mary va ad aprire e sparisce nel buio dell’ingresso.
“Ehi Al! Vieni, entra…”
Billie Joe sbuffa: “Gli avevo detto di non venire…” borbotta.
“Eddai, ce l’hai ancora con lui?”
“E ha pure ragione.” Commento io, acida.
Mi ha fatto troppo incazzare per perdonarlo dopo una settimana scarsa.
“Hei.” Esordisce Al spuntando nel salotto, seguito da Mary.
Nessuno gli risponde.
Mary mi indica: “vuole parlare con te.”
Billie Joe si volta di scatto, e fissa alternativamente me e Al: “Con lei? Che senso ha?” chiede a voce alta.
“Voglio solo fare pace.” Dice.
“Bene. Viaggio inutile.” Dice Billie Joe.
“Non parlare al posto suo, BJ.” Dice Al, con tono estremamente calmo.
“Ok. Sentiamo che hai da dire.” Dico.
Mi alzo e vado in ingresso e Al mi segue.
“Allora?” chiedo.
“Mi dispiace.”
Silenzio.
“Tutto qui?”
“Sì, beh, ‘mi dispiace’ è un riassunto piuttosto efficace.” Dice.
“Sono stanca delle persone che si impicciano dei fatti nostri.” Dico parlando a voce bassa. L’ultima cosa che voglio è che Billie Joe ci senta. “Ok, non saremo una coppia nel senso più tradizionale del mondo, ma…”
“Meg, non è questione di tradizionale o non tradizionale è che…”
“Ma a te che te ne frega?” lo interrompo.
Si zittisce.
“Appunto. Niente.” Dice, poi allunga una mano verso di me: “Pace?”
“Non lo so.”
“Eddai. Io mi faccio i cazzi miei e tu i tuoi. Promesso.”
Annuisco e gli stringo la mano: “Pace.”
“Ti chiamo Billie? Vuoi chiarire anche con lui?”
Scuote la testa: “Non servirebbe a niente, e lo sai benissimo.”
“Dai, è ridicolo, suonate insieme…” dico.
“Appunto. Suoniamo insieme, dobbiamo andare d’accordo per forza.”
“come sarebbe ‘per forza’, è…”
“Senti, io mi faccio i cazzi miei, ma tu fatti i cazzi tuoi va bene? Sembra che entrambi abbiamo un problemino nel gestire i rapporti con Billie Joe. Ora. O apriamo un gruppo di sostegno stile alcolisti anonimi e parliamo dei nostri problemi o torniamo in salotto, che ne dici?”
“Torniamo in salotto.” Rispondo, secca. Ma sono comunque convinta che evitare di parlarne sia la cosa migliore.
Dopotutto tra me e Billie le cose non vanno mica così male, non so per quale cazzo di motivo tutti pensino che mi stia trattando da schifo.
E soprattutto, anche se fosse è un problema mio.
Cioè nostro, mio e di Billie.
Ok, no. E’ un problema mio e basta.
“Allora? Avete deciso di sposarvi?” chiede Billie Joe, con tono provocatorio.
“Oh, no, non potrei mai tradirti così, amore mio…” risponde Al, prendendolo in giro.
Mike ridacchia, Billie Joe inarca le sopracciglia.
Mi metto a gambe acciambellate tra le sue gambe e lui mi dà un bacio su una guancia, prolungando al massimo il contatto delle sue labbra con la mia pelle.
Chiudo gli occhi.
‘Fanculo tutto.
Io voglio vivere di momenti come questo.
“E te che ne dici di venire al Gilman stasera?” chiede di nuovo Mary, rivolta ad Al.
“Credevo che non andaste più al Gilman.” Dice Al.
“Mi è venuta nostalgia…” butta lì Mary.
Al annuisce: “Se ci andate vengo anche io..”
“Hai rinunciato alla laurea, per caso?” chiede Billie Joe, tagliente.
Gli prendo una mano: “Eddai..” gli bisbiglio, a voce bassissima.
Al si alza: “Ok. Meglio se me ne vado. Se andate al Gilman telefonatemi…” dice Al facendo un cenno di saluto a Mike.
Che atmosfera rilassata.
E ora cala di nuovo il silenzio.
“D’accordo allora. Stasera andiamo al Gilman.” Dice Billie Joe.
Spalanco gli occhi e mi giro per fissarlo.
Crede veramente che me ne stia a casa buona buona e che lo lasci andare al Gilman da Adrienne?
“Ma…” comincio io, ma Billie Joe mi interrompe stringendomi una mano.
“Ti vengo a prendere a casa alle dieci. Poi dopo ti fermi a dormire da me, ti va?”
Rimango senza parole, e anche Mike mi sembra piuttosto stupito, dato che fissa Billie Joe come se avesse appena visto il suo cane mettersi a ballare il tip tap.
Andiamo al Gilman insieme.
Davanti a Adrienne, davanti a tutti.
Ma proprio a tutti.
Sembra proprio un appuntamento vero.
“Sarebbe perfetto.” Dico.
Sorrido e gli do un bacio sulle labbra.
Perfetto. Sarebbe perfetto.



ANGOLO DELL'AUTORE:
Salve! Scusate per il ritardo nel postare il capitolo, sono stati giorni un pò complicati xD spero che mi perdonerete **
Buona lettura del capitolo, un bacio a tutti 
Recensite vi preeeeeeeeegooooooo, anche per insultarmi, basta che mi mandiate recensioni :D xD
Ire
  
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