Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: mangakagirl    03/04/2013    5 recensioni
Raccolta di OS inspirate alle giornate di scuola mai mostrateci dal Sensei dei nostri due Tonni preferiti ^^
RanxShin
***
1. Un fuggevole attimo di riposo
2. America
3. Sleeping at school
4. Stanzino degli attrezzi alias Trappola dell'Oca
5. - 6. Are you jealous, Kudo? -Part One & two-
7. You have a little-love problem, Detective
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

6. Are you jealous, Kudo?
-Part Two-

 

Ran osservò il suo parfait di frutta enorme con entusiasmo e rise allo sguardo divertito di Tetsuo che non si aspettava che una ragazza come lei facesse un’ordinazione del genere.
-Però, ti tratti bene!- esclamò ridendo mentre lei indicava con il proprio cucchiaino la sua coppa gelato con panna e cioccolato fuso.
-Anche tu non scherzi! Guarda lì! Saranno milioni di Kilocalorie! Ahah!-
I due ragazzi finirono i propri dessert sereni parlando del più e del meno mentre i clienti del bar entravano e uscivano in continuazione, facendo suonare il tipico campanellino di vetro giapponese posto sopra la porta.
Il tempo passò e le scoperte che fecero l’una sull’altro furono sorprendenti.
Ad esempio, Ran scoprì che Tetsuo adorava il pianoforte come lei e che era davvero molto amico di Noto, il loro compagno di classe.
-Siamo vicini di casa, e da bambini giocavamo insieme tutti i giorni!- spiegò il ragazzo tintinnando il suo cucchiaio all’interno della coppa di vetro che aveva davanti -Solo che, passandoci un anno di differenza, non siamo mai stati in classe insieme…-
-Sì, ovvio- Ran sorrise -Anche io e Shinichi ci conosciamo sin da piccoli…-
-Shinichi?- domandò l’altro curioso -Chi è?-
-Oh, è il ragazzo che guardavo allenarsi prima- confessò lei sospirando un po’ delusa al ricordo di ciò che era successo -Shinichi Kudo, anche lui è amico di Noto-
-Kudo? Kudo il detective?!- domandò entusiasta lui illuminandosi al suo nome -Sì, so chi è… Chi non lo sa nel nostro liceo?- ridacchiò poi abbandonandosi allo schienale della sedia -Fantastico! Vi conoscete davvero sin da piccoli?-
Ran annuì sorridendogli un po’ imbarazzata. Prese a percorrere col dito indice il bordo della coppa ormai vuota del suo parfait un po’ in imbarazzo non sapendo bene cosa dire, quando il tintinnare del campanello non attirò la sua attenzione insieme ad un boato di schiamazzi maschili.
-Ragazzi, che goal!-
-Siamo grandissimi! Vinceremo la partita di sicuro!-
-Dai Kudo, su con la vita, che ti prende oggi? Hai litigato con tua moglie? Ahah!-
-A proposito, ma quella laggiù non è proprio Mouri?- un ragazzo della squadra di calcio di Shinichi indicò con lo sguardo Ran che, col busto voltato verso di loro, li fissava incredula.
Con tutti i posti possibili di Beika, proprio in quel bar dovevano andare?!
-Sì, è lei! E quello non è l’amico di Noto?-
-Uuuuhuuuu- la battutina cinica arrivò dritta nelle orecchie di Shinichi mentre il suo compagno gli piantava gomitate nello stomaco -Kudo, ma cos’è ‘sta storia? Ti sta tradendo? Ahahah!-
-Adesso ho capito perché è depresso!-
L’intera squadra scoppiò a ridere mentre Ran, voltatasi verso Tetsuo, si alzò in piedi poggiando i palmi sul tavolo.
-Scusa, ti spiace se mi allontano un attimo? Torno subito-
-No, fa’ pure- disse lui osservandola sorpreso districarsi tra i ragazzi della squadra e dirigersi verso Shinichi con aria un po’ imbarazzata, ma allo stesso tempo decisa.
Chiarire, chiarire assolutamente quella situazione di fraintendimento era l’obbiettivo di Ran che evitava di incrociare gli sguardi dei ragazzi che stavano schernendo lei e Shinichi senza pudore e contegno.
Il liceale, dopo aver intimato ai compagni di tacere, la osservò impassibile avvicinarsi e stette immobile a fissarla per alcuni secondi prima che lei si fermasse a poca distanza da lui.
Dobbiamo chiarire… Voglio sapere che gli succede e spiegargli di Tetsuo nel caso avesse frainteso…
-Shinichi- tentò di cominciare prima che una serie di sghignazzi non si alzassero nuovamente attorno a lei.
-Mouri, ti ha beccata! Uuuuu! E che scusa inventerai ora?- domandò uno ridendo come un fesso, seguito a catena dagli amici attorno mentre lei lo ignorava avvicinandosi di più al ragazzo che le interessava.
-Senti, io…-
Ma ogni suo tentativo di parlare veniva sovrastato dalle risate fragorose della squadra, che non le permetteva nemmeno di farla concentrare su ciò che voleva dire.
Decisa si voltò verso quei tizi fulminandoli uno ad uno e aprendo bocca per intimare loro di tacere, ma la voce del detective la interruppe.
-Stai dando spettacolo- disse Shinichi abbassando lo sguardo a terra un po’ rosso in viso, con gli occhi assottigliati e le mani infilate nelle tasche dei pantaloni con atteggiamento passivo.
Il cuore di Ran perse un battito.
“Stai dando spettacolo”
Quelle parole rimbombarono nella sua mente all’infinito, ferendola nel profondo del cuore.
“Stai dando spettacolo”
Davvero quindi per lui non contava nulla chiarirsi?
Davvero si vergognava di lei davanti ai suoi compagni?
Gelosia aveva detto Sonoko?
No, quella non era gelosia, la verità era solo una…
Lo diceva sempre anche lui.
Shinichi era un cretino, uguale a tutti gli altri insignificanti e superficiali ragazzi, e lei si era fidata troppo, si era illusa che fosse il ragazzo giusto, quello di cui non avrebbe potuto fare a meno e quello che ricambiava il suo stesso pensiero.
Ma si era sbagliata.
-Bene- sdegnata, annuì debolmente fissandolo negli occhi blu e facendo qualche passo all’indietro mentre la delusione la divorava dall’interno -Sei davvero un idiota- mormorò sprezzante prima di voltarsi e allontanarsi a passo spedito verso il suo tavolo, dove l’aspettava Tetsuo.
-Andiamo?- gli chiese con lo sguardo basso lanciando sul tavolo i soldi del parfait.
-Oh…- lui incrociò lo sguardo velenoso di Shinichi per qualche secondo, poi le annuì incerto -C-certo-
Si alzò e la seguì mentre apriva la porta del bar dirigendosi all’uscita.
Ran non incrociò nemmeno per un secondo lo sguardo di Shinichi mentre una serie di battutine si rialzavano nel locale indirizzate a lei.
-OOOOOOOOOO! Si è incazzata, Kudo! Qui l’hai fatta grossa!-
-Kudo, ma che combini?! Ahahah!-
Delusa.
Si sentiva Delusa.
Ma Delusa era dire poco.
Era Delusa del fatto di aver sempre creduto che Shinichi non fosse come gli altri, che fosse diverso, che ci tenesse davvero a lei, che non pensasse solo a quello che tutti i ragazzi della sua età avevano sempre in testa.
Mi sbagliavo su di lui, evidentemente.
Ma non mi importa: che lo voglia o no, chiariremo e se ci sarà da mettere fine a questa storia, si metterà fine…
Il solo pensiero fece male, tremendamente male, ma la rabbia in quel momento era troppa e lei, abituata a manifestarla con il pianto, stava lottando contro se stessa in modo atroce pur di non cedervi anche questa volta e fare una figuraccia davanti a Tetsuo.
Con Shinichi si era lasciata andare qualche volta, perché lui era il suo migliore amico…
Già, era, perché ora non ne era davvero più così sicura…

***

Tetsuo, arrivato sotto casa di Ran, notò benissimo come per tutto il tragitto la ragazza, nervosa, aveva parlato a raffica degli argomenti più disparati, andando da una casa a New York alle giostre di Haydo, dalla Biblioteca comunale al caffè coltivato nelle piantagioni del Centro-America.
Argomenti che sembravano non avere nessun collegamento gli occhi del karateka, e che effettivamente non lo avevano davvero!
-Ran- disse un po’ intimidito da quel suo lato tenuto nascosto sino a quel momento mentre lei improvvisava un discorso sugli spiritelli che abitavano i boschi alla periferia di Tokyo -Sicuro che sia tutto a posto?-
-Sì, certo- rispose con un po’ troppa determinazione, insospettendo ancora di più il ragazzo.
-Senti, io e te siamo solo amici, lo sai- disse guardandola negli occhi -Ma se questo ti crea problemi col tuo ragazzo…-
-Shinichi non è il mio ragazzo, noi non stiamo insieme e io non sono sua madre- lo interruppe decisa lei con un po’ troppa foga -Per cui sta’ tranquillo: io posso frequentare chi voglio- si affrettò ad aggiungere con un tono un po’ più dolce per rassicurare quel suo sguardo preoccupato che la scrutava attentamente negli occhi.
-Ok, ma… Sicura?- insisté lui mentre lei annuiva più volte.
-Certo!-
Murikawa, lanciato un’occhiata all’orologio a fondo via, sbarrò gli occhi mordendosi il labbro inferiore.
-Dimenticavo che devo andare a prendere mia sorella alle elementari! Scusami Ran, ma devo proprio scappare!-
-Non c’è problema!- la ragazza sorrise -Sbrigati o non arriverai in tempo-
Il ragazzo annuì e la salutò allontanandosi di corsa agitando una mano in sua direzione, per poi sparire oltre l’angolo della strada nel giro di pochi secondi.
Ran attese un paio di minuti appoggiata al portico di casa sua con la schiena, meditando accuratamente su cosa fare.
Parlare.
Sì, voleva e doveva parlargli assolutamente.
Voleva capire cosa stava accadendo tra loro e voleva sapere se veramente i suoi sospetti erano fondati, voleva sapere perché Shinichi la evitava e le lanciava quelle occhiate impassibili ogni momento.
Si staccò con gesto deciso dal muro e a grandi passi si diresse verso Villa Kudo con aria determinata, concentrandosi sul rumore che le sue Converse azzurre producevano strisciando la suola sull’asfalto appena rifatto della sua via.
Avrebbero chiarito quel giorno stesso, che lui l’avesse voluto o no.
Non voleva passare una nottata in bianco pensando a lui e alle sue paranoie, non voleva farlo per l’ennesima volta.

***

Ran aspettò appoggiata al muretto del cancello di casa Kudo per un’ora.
Le braccia dietro la schiena, i capelli che svolazzavano per via del fastidioso vento caldo che soffiava, gli occhi stanchi e all’erta in cerca della figura di quel ragazzo che sembrava non arrivare più e le labbra serrate in una espressione di sdegno.
Sbuffò, dando un calcetto all’indietro con le Converse contro il calcestruzzo del muretto, e si guardò attorno con aria stizzita, pensando per la millesima volta a cosa dirgli e a come dirglielo non appena lo avrebbe visto. Per sgranchirsi un po’ le gambe, cominciò a muovere qualche passo avanti e indietro davanti all’inferriata blu scuro di casa Kudo, ripetendo poi quell’andatura monotona molte volte.
Dove sarà? Possibile che impieghi tutto questo tempo?!
Dando le spalle all’entrata del cancello continuando a camminare, Ran non si accorse che Shinichi era finalmente arrivato strisciando i piedi sul marciapiedi.
Il ragazzo, con la tracolla blu del calcio sulla spalla, la fissò qualche secondo fermo sul posto, poi tirò fuori le chiavi e fingendo di non averla vista aprì il cancello e vi entrò dentro come se nulla fosse.
Il cigolio fece voltare Ran che, notato Shinichi che la stava chiudendo fuori senza degnarla di uno sguardo, subito si precipitò verso la porta del cancello e la fermò con una mano, battendola con forza.
-Aspetta, fammi entrare!- sbraitò sdegnata mentre lui le rivolgeva un’occhiata impassibile e spenta.
-Nessuno ti ha invitata ad entrare mi sembra-
-E allora mi autoinvito!- sbuffò Ran spalancando la porta dopo aver lottato un po’ con lui che voleva chiuderla ed entrando nel giardino di Villa Kudo con aria determinata.
Il ragazzo, di nuovo come se nulla fosse, sbuffò, poi si diresse verso la porta di ingresso seguito da lei, la aprì con flemma stanca ed entrò senza badare all’amica che lo seguiva passo passo come se fosse un poliziotto in fase di arresto di un colpevole.
Gettò il borsone in un angolo e si diresse in cucina dopo aver abbandonato le Converse rosse all’ingresso, mentre Ran, stizzita da tanta svogliatezza, si sfilò a sua volta le sue scarpe per poi raggiungerlo a grandi passi in cucina, poggiando decisa una mano sul tavolo di marmo bianco lucido e piegando il busto in avanti mentre lui sorseggiava un succo di frutta.
-Guardami- scandì bene lei non ottenendo nessun risultato -Hey, parlo con te, Detective-
-Senti, ti sei autoinvitata: ora non rompere però- disse annoiato lui provocando l’impeto di ira della ragazza che subito divenne rossa in viso dalla rabbia e strinse forte le labbra per non mandarlo a stendere in malo modo.
-Ma che ti prende?! Dannazione, non sei più tu, Shinichi! Si può sapere che hai? Che ti succede? Perché stiamo continuando a litigare da giorni?-
-Guarda che io non sto facendo niente, in questa storia stai facendo tutto tu!- si scaldò a sua volta Shinichi posando con forza il bicchiere di vetro sul tavolo, quasi facendolo rompere, e provocando un rumore sinistro che si propagò in tutta la cucina.
-Io?!- Ran sbarrò gli occhi sorpresa -Guarda che quello che si è offeso per il cinema sei Tu!-
-Per il cinema?- il ragazzo scoppiò a ridere, ma era una risata sarcastica e priva di gioia -Tutto questo credi che sia solo per il cinema?-
-Non posso sapere che cosa ti passa per l’anticamera del cervello bakato che ti ritrovi se non me lo dici, Detective- si difese subito Ran, sentendosi un po’ sciocca non capendo gli altri motivi di quella situazione.
Lui annuì sorridendo, poi abbassò lo sguardo a terra scuotendo la testa e confondendo sempre di più la ragazza.
-Ma davvero non ci arrivi?- domandò dopo qualche secondo fissandola negli occhi azzurro-lilla mentre lei, sentendosi guardare nell’anima, si ritrovava in imbarazzo ad annaspare nel suo stesso respiro mentre il martellare del sue cuore rimbombava come un tamburo nelle orecchie.
-Ma a cosa, Shinichi?- domandò esasperata riprendendosi dal momentaneo silenzio che si era formato.
-Ah, ma per favore!- il ragazzo sembrò sul punto di perdere le staffe -Credi di essere tanto più in gamba degli altri ad uscire con quello del terzo anno?-
Ran, dischiudendo le labbra dalla sorpresa, sbarrò gli occhi riportando alla mente le parole di Sonoko.
Insomma, è palese che è geloso di quel tipo! Me l’hai detto tu che quando lo hai chiamato lui ti ha detto “Eri occupata a fare qualcosa di molto più importante”, ricordi?
Che avesse davvero ragione lei?
Non era possibile, Shinichi geloso di… lei?
Ma perché?! Loro erano solo…
Solo amici?
-Ma che stai dicendo?- domandò stupita facendo un passo avanti mentre lui sbuffava stizzito da quel suo comportamento innocente.
-Uscire con uno di terza non ti renderà più importante delle altre, chiaro? E poi sappiamo benissimo come sono quei tipi lì!-
Shinichi stava dando di matto, Ran ne era certa.
Mai nella sua vita l’aveva visto così: non era mai stato così possessivo nei suoi confronti.
E se in altre occasioni le avrebbe fatto piacere sentirsi protetta da lui, in quel momento non riusciva proprio a sopportarlo.
-Smettila di dire così, ok? Tetsuo è un semplice amico, nulla di più-
-Anche i semplici amici di terza sono uguali a tutti gli altri. Si fanno un giro per divertirsi, poi ne vedono un’altra e ti piantano in asso come se nulla fosse. Così tu ti innamori, ma loro se ne sbattono altamente e cambiano ragazza ogni tre per due! E sto usando degli eufemismi nel caso non te ne sia accorta- aggiunse infine sarcastico infastidendola come non mai.
-Piantala, ok?- sbottò Ran furiosa -Tetsuo non è così, non so che gente frequenti tu, ma ti consiglio di cambiare compagnia! È la mia vita e tu non sei nessuno per impedirmi di fare quello che voglio, chiaro? E poi sono grande abbastanza per decidere con chi passare il mio tempo!-
-Oh, sì, si vede proprio- commentò sarcastico lui col sangue che ribolliva nelle vene.
Nemmeno lui sapeva il perché di quella sensazione, il perché di quella rabbia che lo aveva assalito sin da quando aveva visto quel tipo del terzo anno e Ran davanti all’agenzia, ma sapeva che quello che stava dicendo ormai usciva dalla sua bocca senza essere controllato. Non avrebbe voluto farlo, non avrebbe voluto attaccare Ran e parlarle in quel modo, quasi come se dubitasse delle sue capacità di fare buone amicizie, ma in quel momento era totalmente fuori di sé.
Forse anche per il fatto di averla vista andare in quel bar con lui come se fossero stati più che semplici amici come si definiva lei…
Ran, sentito il suo commento sarcastico, piantò una manata sul tavolo e furiosa gli urlò:
-HAI PROPRIO RAGIONE! DOVREI COMINCIARE Già DA ADESSO A LIBERARMI DELLE CATTIVE COMPAGNIE! PERCIò ADDIO SHINICHI!-
Si avviò a grandi passi verso la porta e la sbatté uscendo fuori in giardino e avviandosi a casa mentre il vento di prima soffiava ancora più forte, scuotendole i capelli da una parte all’altra.
Sembrava quasi che quell’aria calda e fastidiosa di giugno la spingesse all’indietro contro la porta di Villa Kudo, come se le dicesse: “Torna indietro”.
Ma non poteva più farlo ora.
Sì era pentita esattamente il secondo dopo aver detto quella cattiveria di avergliela urlata contro e desiderò di tornare dal ragazzo a chiedergli scusa.
Sì fermava per strada più volte decisa a tornare indietro, ma ripensando alle parole che lui le aveva rivolto, a quella scarsa fiducia che aveva avuto in lei, cambiava idea e aumentava il passo per arrivare a casa più in fretta, lottando contro le sue due Io interiori che si contendevano la sua razionalità e il suo cuore ferito.
La Ran dolce, comprensiva e disponibile lottava contro la Ran ferita, arrabbiata e testarda.
E alla fine vinse la seconda.

***

-Io non sono sua madre, con chi pensa di avere a che fare?!- sussurrò concitatamente Ran, seduta al fondo della classe accanto a Sonoko durante l’ora studio*.
L’ereditiera, sospirando con sguardo arrendevole, alzò gli occhi al cielo e poi annuì per assecondarla.
-Si, hai ragione, non sei sua madre- ripeté per almeno la decima volta nella stessa ora mentre le due ragazze davanti a loro, prese dallo studio, le fulminavano disturbate dai loro bisbigli fitti e rumorosi.
L’ereditiera ridacchiò imbarazzata e agitò una mano davanti al viso in segno di scusa, poi si voltò verso la migliore amica che, bollendo di rabbia, scarabocchiava con foga un angolo di quaderno.
-Mi dice chi devo o non devo frequentare! Come se lui fosse l’esperto, vero!? Ma se ha pochissimi amici perché è un lupo solitario da quattro soldi, stacanovista e maniaco di gialli!-
-Shhh, Ran- tentò di calmarla Sonoko imbarazzata da un’altra secca occhiata delle due tipe davanti a loro -Cerca di stare calma ora, dai- le passò una mano sui capelli con gesto affettuoso sperando che lei si calmasse almeno un po’, o che capisse che se non l’avesse fatto le due secchione davanti a loro le avrebbero linciate.
-Stare calma?!- esclamò infrangendo il silenzio della classe e attirando l’attenzione di tutti gli studenti, compresa quella di Shinichi, che aveva l’aria più depressa dei giorni precedenti e se ne stava seduto accanto al suo banco vuoto.
-Ah- Ran, con gli occhi a puntini e tutti gli sguardi dei presenti puntati addosso arrossì fino al midollo, cominciando a balbettare -S-scusate- mentre Sonoko, senza parole, abbassava lo sguardo a terra e si picchiava una mano sulla fronte scuotendo la testa, a mo’ di dire “Senza speranza”.
-Ran, stammi a sentire- disse poi determinata mentre la ragazza, con le orecchie scarlatte, fissava in super imbarazzo il quaderno di storia maledicendosi sottovoce per la figuraccia appena fatta -Kudo è geloso di te e tu sei arrabbiata perché non vuoi accettare l’idea di piacergli, ok? È questo il succo della situazione!-
-Lui non è innamorato di me… Lui è solo un idiota- mormorò Ran a denti stretti, anche se con molta meno sicurezza di prima, anzi, sembrava davvero molto confusa.
L’ereditiera alzò gli occhi al cielo, poi la afferrò per un braccio e la costrinse a guardarla negli occhi con determinazione.
-Consideralo Idiota, consideralo Geloso, consideralo l’Imperatore del Giappone, fa un po’ come ti pare insomma! Fatto sta che le cose sono così… E poi io non ho mai detto che è innamorato di te, mageloso di te- aggiunse con una risatina divertita e maliziosa mentre Ran diventava fucsia dalla vergogna: si era tradita!
Che scema che sono!
-N-no! Cioè… Io….- si incartò nelle sue stesse parole tentando si giustificarsi, ma con l’amica non funzionò. Quella scoppiò a ridere, per poi abbandonarsi allo schienale della sedia battendole una mano sulla spalla per conforto.
-Ran, Ran, sbrigati a fare pace con lui, intesi? Non è bello vedervi separati… Anche perché così non ho la scusa per andare a rompergli le palle quando voglio! E questo è irritante…- aggiunse malinconica delle belle giornate passate a punzecchiarsi col detective, quando poteva sfotterlo per tutti i corridoi attirando l’attenzione di ogni studente nell’arco di chiilometri.
La karateka, riducendo gli occhi a trattini, fissò l’amica negli occhi.
-Sonoko, tu rompi le palle alla gente anche se non ha la scusa di attaccarci bottone-
-Vero- le diede ragione l’ereditiera sorridendo divertita e strappando un pezzetto di carta dall’angolo del foglio su cui avrebbe dovuto svolgere i compiti di storia. Lo appallottolò e prese la mira, beccando poi in pieno la testa di Shinichi, tre banchi davanti a loro, che fingeva di svolgere i compiti come gli altri. Il ragazzo si voltò e incrociò il suo sguardo divertito, così la fulminò e la mandò a stendere con il labiale mentre Ran, evitando di incrociare il suo sguardo di proposito, si alzò dal suo momentaneo posto per andare al bagno.
Sonoko scoppi a ridere facendo un gestaccio a Shinichi, poi disse a Ran di fare in fretta o si sarebbe annoiata da sola.
La karateka, uscendo dall’aula, ringraziò il cielo che nell’ora studio si potessero cambiare i posti perché stare vicino a Shinichi tutto il giorno dopo quello che era successo si stava rivelando da quella mattina un’impresa impossibile.
Uff… e ora che faccio? Do retta a Sonoko?
Si chiese attraversando i corridoi silenziosi, sentendo solo di tanto in tanto la voce di qualche prof intento a richiamare il silenzio in aula.
Le parole rivolte a Shinichi il giorno prima le risuonarono dure nella mente, facendole sentire una morsa allo stomaco molto fastidiosa.
Chiudere con le cattive compagnie?
Ma, soprattutto, chiudere con Shinichi?
Era un’utopia quella, e lei lo sapeva bene, perché quel ragazzo era troppo importante e presente nella sua vita.
Come aveva fatto a dirgli una cosa del genere?!
Erano inseparabili, loro, proprio come se fossero stati già destinati dalla nascita a stare insieme.
Le loro vite scorrevano coincidenti: dove c’era Shinichi ecco che, per un motivo o per un altro, c’era Ran, e lo stesso valeva per il contrario.
Pensare di liberarsi di lui sarebbe stato come liberarsi di parte della propria vita: una parte troppo importante.

***

-Allora- cominciò Tetsuo seduto al fianco di Ran su una panchina verniciata di verde da poco nel parco di Beika -Che mi racconti?- domandò sereno mangiucchiando la sua crepes ripiena di marmellata.
-Bah- rispose annoiata Ran tentando di non macchiarsi la gonna della divisa con la cioccolata che colava dal suo dolce -Nulla di che… A proposito, grazie per avermi invitata a prendere una crepes qui- sorrise fissando il chioschetto che aveva appena aperto all’interno del parco, a pochi metri da loro -Io le adoro!-
-Già, anche io! È un peccato che Sonoko non sia venuta, però…- aggiunse un po’ dispiaciuto lui mentre l’altra ridacchiava.
-Non prendertela, Sonoko è a dieta in questo periodo, in vista dell’estate- spiegò alzando le spalle al suo sguardo sorpreso.
-Ahaaah!- esclamò lui scoppiando a ridere -Adesso capisco il perché del suo sguardo impanicato!-
-Già!- rispose Ran addentando il dolce con gusto mentre lui la fissava divertito.
-Tu invece non sei a dieta, vedo-
Lei arrossì e mise su uno sguardo un po’ sdegnato, ridacchiando.
-Sarebbe un modo carino per dirmi di limitarmi nei dolci perché sono grassa?- domandò mentre lui scoppiava a ridere.
-Assolutamente no!- si affrettò a spiegare -Intendevo dire che tra l’altro giorno col parfait e oggi con la crepes noto che tu non ti fai troppo problemi, ma d’altronde non ne hai bisogno: stai bene così come sei-
-Mmmm- Ran si finse sospettosa, ma poi sorrise muovendo le gambe avanti e indietro -Ok, per questa volta ti credo… Ma solo perché sei tu!-
-Grazie del perdono- rispose lui facendo un piccolo inchino teatrale.
Risero entrambi, ma poi il sorriso di lei scemò mentre uno strano ricordo le attraversava la mente.
 Shinichi era sempre solito dirle quella frase:
-Vabbè, solo perché sei tu...-
Quella frase era la Loro frase, quella che usavano sempre per stemprare la tensione o le situazioni disparate.
E quella frase le mancava da morire.
Il ragazzo, notando subito il cambiamento di lei, aggrottò le sopracciglia e la fissò qualche secondo, passandole poi una mano davanti agli occhi per richiamarla all’attenzione.
-Tutto bene?- domandò un po’ preoccupato mentre lei batteva gli occhi sorpresa, sorridendo poi per tranquillizzarlo.
-Sì, perché?-
-Beh, sembravi assorta nei tuoi pensieri e allora…- il ragazzo la fissò inquisitorio mentre lei tentava di mascherare ciò che davvero provava dentro al cuore.
-Ma dai, sto bene!-
-No, non è vero- mormorò lui lasciandola un po’ sorpresa mentre tentava di convincerlo -Coraggio, spara- aggiunse poi appoggiandosi alla spalliera della panchina col gomito e guardandola pronto ad ascoltare ogni dettaglio con attenzione.
Parlare o non parlare?
Ran vi rifletté sopra qualche secondo, poi sospirò alzando le spalle e inghiottendo anche l’ultimo pezzo di crepes che le era rimasta.
Tanto valeva…
-Si tratta di Shinichi…-
-Il tuo ragazzo?- domandò Tetsuo appellandolo di nuovo in quel modo mentre lei arrossiva torcendosi le mani in grembo.
-Lui non è…. Non stiamo insieme, te l’ho detto-
-Oh, beh, sembrerebbe di sì dal vostro affiatamento: siete la coppia leggendaria del Teitan-
Quest’ultimo nomignolo era, come i tanti altri, opera della Sonoko Suzuki & Co.
Ran tacque arrossendo sempre più mentre lui si accorgeva di aver parlato troppo. Dopo attimi di silenzio uno dei due si decise a parlare.
-Se non te la senti di parlare…-
-No no, me la sento- si affrettò a dire lei -Sai è che ieri… insomma… abbiamo litigato di brutto. Io gli ho detto delle cose che non pensavo e…-
-Ran- il ragazzo si insospettì un po’ -Non è che la causa di tutto siamo noi e le nostre uscite?-
La karateka, sbarrando gli occhi, alzò lo sguardo sino ad incontrare i suoi nocciola.
-Cosa?!-
-Beh, dico solo che, magari, pur non essendo il tuo ragazzo ma sapendo che sono più grande, possa essere preoccupato per te e non vuole che ci frequentiamo…-
-Io non sono sua madre…!- ripeté sdegnata Ran come aveva fatto con Sonoko poche ore prima, ma lui scosse la testa.
-Non c’entra: se ti vuole bene è normale che si preoccupi per te anche se ancora non state insieme…-
Ancora?
Quell’ancora lasciò Ran perplessa: possibile che anche lui si fosse accorto che loro erano…
Insomma…
Più che amici in un certo senso?
Legati da qualcosa di più profondo?
-Io…- mormorò lei confusa, abbassando lo sguardo a terra.
Oddio, ma davvero siamo… innamorati?
Ma che vado a pensare!
-Gli hai detto delle cose che non volevi, giusto?- domandò Tetsuo mentre lei annuiva tentando di scacciare dalla sua mente quegli strani pensieri -Beh, allora non vedrai l’ora di potergli dire che non le pensi veramente, giusto?- lei annuì ancora lasciandosi trasportare da quel discorso che sembrava avere un certo criterio logico -E che stai aspettando ancora?- il ragazzo sorrise alzandosi in piedi e stringendo le mani a pugno davanti al petto con grinta -Vai da lui e chiarisci tutto! Siete migliori amici, vi conoscete da tanto… Non rovinate quello che avete costruito finora!-
Ran osservò il ragazzo e i suoi occhi nocciola, che brillavano con ardore e entusiasmo fissandola a lungo. Era incredibile quanto il suo sguardo, così diverso da uno blu che ben conosceva, la esortasse in un modo simile all’altro a raggiungere i propri obiettivi.
Tetsuo aveva ragione: doveva andare subito da lui.
Si alzò dalla panchina e annuì sorridendogli determinata mentre un venticello caldo le muoveva la gonna blu della divisa.
-Hai ragione: devo andare da lui e chiarire subito-
-Bene- annuì il karateka, poi lanciando un’occhiata all’ora sobbalzò -Devo andare a prendere mia sorella alle elementari… Sono sempre in ritardo!- si batté una mano sulla fronte provocando un sorriso da parte di lei -Scusami-
-Fa nulla!-
-Mandami un messaggio per dirmi come va, ok?- le raccomandò allontanandosi di corsa e agitando in aria una mano.
-Ok!- urlò Ran prima di vederlo sparire oltre l’angolo. Si voltò verso l’altra uscita del parco e vi si avviò a grandi passi sentendo il cuore martellare nel petto determinato.
Le cose stavano per riappacificarsi, lo sentiva… o almeno, lo sperava.

***

Le porte di casa Kudo erano tutte aperte, compreso il cancello.
Shinichi, finiti tutti i compiti e tutte le cose possibili e immaginabili che si potevano fare in un pomeriggio caldo e splendente di giugno che volgeva al termine, trovò come unica soluzione per non andare in catalessi cominciare a pulire casa.
Non che non lo facesse di solito, ma quasi sempre doveva essere esortato da qualcuno.
Qualcuno che però negli ultimi giorni non gli rivolgeva la parola se non per urlargli addosso…
DOVREI COMINCIARE Già DA ADESSO A LIBERARMI DELLE CATTIVE COMPAGNIE! PERCIò ADDIO SHINICHI!
Si passò frenetico una mano nei capelli spettinandosi tutto, per poi passare lo straccio zuppo per lavare il pavimento con svogliatezza sul palquet di legno chiaro del salone di casa Kudo.
Aveva lasciato il cancello aperto per andare a sbattere i tappeti in strada, mentre le porte servivano a fare asciugare i pavimenti ridotti a laghi artificiali: doveva ammetterlo, per quanto fosse un genio in tutto, pulire come una casalinga non era certo il suo forte.
Certo, perché di solito è lei che si occupa del pavimento…
Pensò mentre passava lo straccio ovunque con molta attenzione, come se fosse di vitale importanza specchiarsi in ogni centimetro quadrato di pavimento della casa.
Fu nel bel mezzo dello svolgimento di questo arduo compito che udì uno strano rumore provenire dall’entrata, che lo fece sobbalzare e incuriosire non poco.
-AAAAAH!-
SBAM!
-Ahi, ahi ahi…-
Il ragazzo, sorpreso, corse verso la fonte del rumore rimanendo col bastone a mezz’aria e l’aria perplessa davanti alla vista di una ragazza in divisa scolastica, a terra, che si massaggiava dolorante il fondo schiena sul pavimento ridotto a pozza d’acqua.
-Che ci fai qui?- domandò sorpreso puntando il bastone a terra e appoggiandovisi con le braccia incrociate sopra, curioso, mentre lei lo continuava a lamentarsi e a battere un pugno chiuso sul pavimento notando come schizzava l’acqua ovunque.
-Ma dico, ti sembra modo?- sbraitò guardandolo -Lasciare porte e cancello aperti e non avvisare che hai il pavimento bagnato?! Quante volte ti ho detto di strizzare lo straccio anziché passarlo zuppo? Guarda qui! Manca solo il mostro del Lago di Loch Ness! Ahi! Ahi!- mugugnò poi muovendosi appena per mettersi in piedi.
-Sai com’è, non aspettavo nessuno, non è certo colpa mia se qualcuno ha preso il brutto vizio di autoinvitarsi…- disse sarcastico sorridendo un po’ divertito mentre lei in imbarazzo sbuffava ancora, coprendosi in fretta le cosce con la gonna per evitare che lui sbirciasse, come era solito fare sempre, da quella posizione ambigua.
-Ma senti te cos… AHIA!- non riuscì a finire la frase perché, tentando di mettersi in piedi, riscivolò sul pavimento battendo ancora una volta l’osso sacro a terra. Shinichi, alzati gli occhi al cielo, si avvicinò alla ragazza, la prese per il braccio senza troppe mezze misure, e la alzò di peso, guidandola poi nel salotto bagnato per evitare altri incidenti.
-E da quando hai deciso di fare il Bel Lavandaio?- domandò Ran ironica fissando il pavimento lucido come uno specchio e la casa totalmente in ordine mentre ovunque aleggiavano odori di disinfettanti e detersivi. Il ragazzo, un po’ stizzito, la mollò senza preavviso sul divano raggiungendo poi come se nulla fosse la cucina, lasciandola dolorante a lamentarsi.
-Avevo appena battuto, perché mi hai mollata così?!- esclamò Ran cercando di trovare una posizione comoda sul sofà blu mentre l’osso pulsava dolorante.
-Volevo vedere se la finivi di sparare cavolate- rispose lui tornando dalla cucina e lanciandole accanto un sacchetto di piselli surgelati, che la ragazza fissò interrogativa.
-Ah, avrei già mangiato, grazie- disse scettica con gli occhi a trattini mentre lui, con uno sbuffo, si sedeva accanto a lei prendendo il sacchetto e costringendola a staccare la schiena dalla spalliera afferrandola per un braccio. Piazzò la confezione ghiacciata al fondo della sua schiena e la fece riappoggiare confusa contro lo schienale mentre le sue braccia venivano percorse da brividi.
-Brrrr! Sei impazzito!?- esclamò tentando di staccarsi dallo schienale per levare la confezione, ma lui le appoggiò una mano sulla spalla costringendola a mantenere la posizione.
-Non ho ghiaccio e se non metti qualcosa di freddo sopra, col cavolo che riuscirai ad alzarti di qui tra un po’- spiegò lui provocando la sua espressione sconvolta.
Si stava preoccupando per lei?
Ma se fino al giorno prima si erano scannati in quella stessa casa!
Ran, tra il confuso e l’incredulo, batté più volte le palpebre senza sapere cosa dire, poi si rilassò premendo più forte la schiena contro la confezione ghiacciata e assottigliando gli occhi per il freddo, in cerca delle parole più adatte.
Il silenzio assordante che si era venuto a creare la infastidiva non poco, tanto che tentò di rilassarsi pensando intensamente al motivetto di quella canzone che la assillava da giorni.**
Shinichi sembrava a sua volta a disagio mentre giocherellava col laccio del cappuccio della felpa grigia che indossava sopra i pantaloni della tuta blu scuro.
Non sapeva cosa ci facesse lì la ragazza, ma sperava di venirlo a sapere presto.
Era stufo della situazione che stavano vivendo anche più di lei e non desiderava altro che le cosa tornassero com’erano. Così, per rompere la tensione formatasi, parlò per primo facendola sobbalzare e infrangendo la barriera di silenzio che si era eretta fragile ma impenetrabile tra loro.
-Emmm… Avevi bisogno di qualcosa?- le domandò vago, distogliendo lo sguardo da lei, che arrossì abbassando il capo e fissandosi le calze bianche della divisa lunghe sino al ginocchio.
Cosa le aveva detto Tetsuo?
Perché in quel momento il suo cervello era in panne: voleva parlare con Shinichi, ma allo stesso tempo temeva di litigarci ancora.
-Gli hai detto delle cose che non volevi, giusto? E che stai aspettando ancora? Vai da lui e chiarisci tutto! Siete migliori amici, vi conoscete da tanto… Non rovinate tutto quello che avete costruito finora-
Ha ragione lui.
Ran prese coraggio e, dopo aver sospirato, si decise a parlare.
-Ieri ti ho detto delle cose che non penso affatto- mormorò mentre il cuore prendeva a tamburellare nel petto come un pazzo, quasi come se mirasse a sfondare lo sterno. Shinichi tacque, continuando a giocherellare col laccio, ma era palese che la sua attenzione era del tutto rivolta a lei e solo perché era maledettamente orgoglioso non la incitò a proseguire nel discorso, avido di sapere.
Lei sospirò lanciandogli un’occhiata, poi annuì capendo da quel silenzio che doveva andare avanti.
-Sono stata una sciocca… Io… avrei dovuto mettere subito in chiaro che tra me e Tetsuo non c’è e non ci sarà mai nulla… E mi dispiace non averlo fatto. Tu sei arrivato proprio nel momento in cui eravamo insieme e invece io e te quel giorno dovevamo essere al cinema… Ti ho fatto perdere quel film che volevi vedere da tanto e mi dispiace davvero- disse tutto d’un fiato sovrapponendo le varie le cose senza logica e voltandosi verso di lui per poi ritrovarsi a fissare il suo profilo perfetto.
Lo sguardo di Shinichi era concentrato e le mani si muovevano attorno a quel semplice laccetto di stoffa in modo preciso e meccanico, con movimenti lenti che sembravano avere uno scopo preciso per un fine importante.
Il silenzio si aprì nuovamente tra loro, lasciando Ran in balia del terrore che lui non accettasse le sue scuse, che non le credesse, facendola sentire come ad una interrogazione, quando si spera solo che finisca presto e invece il professore della materia in cui si ha più difficoltà pensa in silenzio alla domanda più mirata da fare che sicuramente ti fregherà.
Quel silenzio che di solito agita gli studenti presi dal panico davanti alla cattedra aveva fatto vittima di sé la ragazza, che quasi sperava che un evento improvviso, un qualsiasi rumore potesse porre fine a quel supplizio.
Ma fu finalmente la voce pacata e bassa di Shinichi a mettere fine alle sue sofferenze e a farle ringraziare tutti i Kami che conosceva.
-Sai cosa mi ha fatto più male? Non è tanto averti vista con quel tipo, e tantomeno non essere andato al cinema a vedere quel film…- il ragazzo si voltò piano verso di lei che quasi non riuscì a reggere quel suo sguardo così puro, blu e profondo che la scrutava all’interno -… Ciò che davvero mi ha fatto più male è che tu non mi abbia parlato di lui-
Le parole arrivarono dritte dritte al cuore di Ran, che dischiuse le labbra sorpresa e sbarrò un po’ gli occhi.
Aveva sentito bene?!
Shinichi, arrossendo sulle gote, consone di quello che aveva appena detto e del suo doppio significato, distolse in imbarazzo lo sguardo riducendo gli occhi a trattini.
-Credevo che noi sapessimo ogni cosa dell’altro… E il fatto che tu non mi abbia detto che uscivi con un altro, beh…- il suo livello di imbarazzo era esorbitante, ma Ran pendeva dalle sue labbra, e si mosse un po’ in avanti verso di lui provocando rumore col sacchetto di surgelati che ancora aveva dietro la schiena quasi a volerlo esortare ad andare avanti. Lui deglutì rivolgendole una rapida occhiata in super imbarazzo, poi distolse nuovamente lo sguardo finendo il discorso -Beh… Mi ha fatto male-
Il cuore della ragazza si addolcì all’istante e subito provò un modo di tenerezza verso il ragazzo, tanto da trattenersi a stento dallo stringerlo forte e urlargli “Kawaii!” nelle orecchie.
Si limitò così a portare un pugno davanti alla bocca e a chiudere gli occhi ridacchiando serena, con le guance visibilmente colorate.
Il liceale, raggiunta la più alta sfumatura di viola esistente, si indispettì un po’ al suono di quella risata e fece per alzarsi sbuffando, ma lei lo trattenne per una manica della felpa grigia rivolgendogli un dolcissimo sorriso, che lo stregò all’istante facendolo risedere lentamente sul divano.
-Baro, lo sapevo che avevi frainteso tutto- disse Ran mentre lui metteva su un’espressione interrogativa e tenerissima allo stesso tempo che fecero ridere ancora di più la ragazza -Io ho conosciuto Tetsuo lo stesso giorno che dovevamo andare al cinema, e per il semplice motivo che stavo cadendo giù dalla finestra e lui mi ha salvata per un pelo!-
Shinichi sbarrò gli occhi sorpreso e incredulo, tentando di metabolizzare le informazioni che aveva appena ricevuto.
Frainteso, giorno stesso, cinema, finestra, salvata…
-Stavi cadendo giù dalla finestra?!- esclamò sconvolto alzandosi in piedi dal divano e abbassando il busto verso di lei sbarrando gli occhi. Lei annuì arrossendo un po’ e torcendosi le mani in grembo visibilmente in imbarazzo non solo perché era stata un’imbranata a rischiare in quel modo, ma anche per la vicinanza con Shinichi che aveva in quel momento.
-Eh sì- ammise -Tu eri già andato agli allenamenti di calcio, io ero in classe con pochi altri a finire il mio turno di pulizie… Mi sono sporta troppo e lui mi ha presa al volo evitando di farmi ammazzare. Così per sdebitarmi gli ho offerto da bere al bar, poi però ho perso la cognizione del tempo e ci siamo messi a chiacchierare perché anche lui aveva partecipato alla finale di arti marziale come me… Poi siamo tornati a casa e tu ci hai beccati insieme a quanto deduco da quello che mi hai detto ieri…-
-Ma lo stavi abbracciando!- le ricordò Shinichi risedendosi sul divano senza staccarle gli occhi di dosso, determinato a conoscere tutti i particolari della storia mentre lei batteva le palpebre perplessa.
-Eh?-
-Vi ho visti mentre lui ti metteva le mani sulle spalle… E tu ti stringevi al suo petto!- ammise in imbarazzo prima che lei scoppiasse a ridere forte e scuotesse il capo.
-Ma che?! Mi aveva chiesto se gli mostravo la mossa di karate che ho usato per stendere il mio avversario alla finale, e così gli occhi detto di mettermi le mani sulle spalle per mostrargliela! Quale abbraccio e abbraccio!- storse il naso ridacchiando.
Shinichi si morse la lingua col cuore che martellava nel petto, poi trovò cosa dire per smorzare la situazione imbarazzante.
-Come hai fatto a cadere quasi giù, Baro?! Non ti posso lasciare sola nemmeno un secondo, guarda te cosa mi combini…-
-Baro, se fossi caduta non sarei qui ora, no?!- rispose lei smettendo di ridere e riducendo gli occhi a trattini in imbarazzo -Mi sono sporta perché stavo asciugando il vetro della finestra…-
-Baro! Ma quante volte ci dicono di fare solo fino a dove arriviamo?-
-Baro tu! Lo sai che ci tengo a farle bene le cose…-
-Uff…- il liceale scosse il capo abbandonandosi contro lo schienale del divano e chiudendo gli occhi poggiando il capo all’indietro. Ran fece lo stesso e un nuovo silenzio si riformò tra i due, lasciandoli liberi di pensare.
-Non farlo più, ok?- disse qualche minuto dopo Shinichi aprendo gli occhi fissando il soffitto, senza specificare bene a cosa si riferisse. Ran si voltò a fissare il suo profilo perfetto e il suo cuore sospirò per l’ennesima volta.
Detesto ammetterlo, ma aveva ragione proprio Sonoko…
Sorrise fissando le lunghe ciglia di lui abbassarsi mentre chiudeva i suoi fantastici occhi e li riapriva naturalmente.
E la cosa mi rende anche maledettamente felice.
-Ok- sussurrò dopo qualche secondo rispondendo al sorriso che lui le rivolse voltandosi a guardarla, prima di arruffarle i capelli con una mano.
-Naaa, dai!- rise lei tentando di fermarlo afferrandogli il polso mentre lui continuava divertito.
-Dai, fammi divertire un po’!- rispose lui staccando la schiena dalla spalliera e avvicinando minacciosamente le mani alla sua pancia.
-No, Shinichi, non provare a farmi il solletico che… AHAHAHAHAHAH, NO DAI!!-
Ma ogni tentavo di persuasione fu inutile: Shinichi attaccò col la sua tortura preferita, che non aveva attuato per troppi giorni e che gli era mancata terribilmente, mentre lei, impossibilitata dalla schiena che faceva male, si contorceva sul divano in preda alle risate, senza riuscire a rispondere all’attacco.
Il ragazzo si fermò qualche secondo ad osservarla e sorrise: i suoi occhi azzurro-lilla, così dannatamente dolci e brillanti, lo facevano sentire bene tutte le volte che li incrociava e, anche se forse non l’avrebbe mai ammesso, era felice di sapere che tra Ran e quel tizio non c’era assolutamente nulla.

***

Shinichi, al fianco di Ran, camminava con uno strano sorriso sulla faccia che, anche se avesse voluto, non sarebbe riuscito a levarsi facilmente.
Forse era dovuto al fatto che finalmente aveva fatto pace con la ragazza, o al fatto che dopo giorni erano tornati ad andare a scuola insieme, o forse alla semplice certezza che il cuore dellasua Ran non apparteneva a nessun che non fosse lui.
Ma questo, pensò arrossendo un po’ di soppiatto, non lo avrebbe confessato nemmeno sotto tortura.
La ragazza, entrata nel cortile della scuola, gli rivolse un’occhiata divertita e sorrise serena portando mani e cartella dietro la schiena e camminando al lunghi passi osservando il cielo sopra le loro teste con aria felice.
-Oggi il cielo è davvero magnifico!- esclamò mentre anche lui alzava la testa in alto con lo stesso entusiasmo.
-Già-
In realtà, quella mattina, in cielo non era un granché, ma nessuno dei due ci fece caso: l’entusiasmo di essersi riappacificati faceva vedere loro tutto sotto una prospettiva positiva e ottimistica, persino quel cielo grigio che sembrava promettere pioggia in serata.
I ragazzi si trovarono presto davanti alla porta d’ingresso dell’edificio scolastico, e incrociarono con gran sorpresa Tetsuo, affiancato da una ragazza.
-Ran!- esclamò vedendola.
La sera prima la ragazza lo aveva aggiornato sul suo riappacificamento con Shinichi, e lui le era sembrato davvero entusiasta e felice di saperlo.
-Com’è?- domandò vago, sapendo che la ragazza avrebbe capito l’allusione a lei e all’amico d’infanzia.
-Bene, grazie- rispose con un sorriso mentre la tipa accanto al karateka si avvicinava sorridendo.
-Ah, Ran, lei è Kimiko, mia sorella. Kimiko, lei è Mouri Ran…-
-La karateka che ha vinto le finali?!- domandò ad occhi sbarrati collegando il viso familiare al nome della ragazza, che annuì arrossendo un po’ mentre l’altra la tempestava di complimenti tutta entusiasta e presa.
-Oddio, io sono una tua grandissima fan! Ti ho vista alle finali… Sei stata grandissima!-
-G-grazie- mormorò in imbarazzo Ran mentre Shinichi passava lo sguardo interrogativo dall’una all’altra confuso. Notata la sua espressione interrogativa, la karateka si affrettò a chiamarlo in causa.
-Ah, Tetsuo, lui è…-
-Shinichi Kudo?!-  Kimiko sbarrò gli occhi collegando anche questa volta in ritardo il nome col viso del ragazzo, che annuì battendo le palpebre sempre più sorpreso e confuso.
-ODDIO TETSUO, LUI è SHINICHI KUDO!- urlò attirando l’attenzione di molti mentre l’interpellato, tirandosela un po’, metteva le mani nelle tasche tutto montato.
-Beh, sì…-
-Oddio! Mi fai un autografo, ti supplico!- disse lei aprendo la cartella e tirando fuori un quaderno e una penna e porgendoglieli con aria supplichevole mentre Tetsuo ridacchiava divertito e un po’ in imbarazzo mentre attorno a loro gli studenti ridevano.
Ran invece, mentre Shinichi viveva il suo momento di gloria con la sua fan scatenata, che adesso gli chiedeva anche di mettersi in posa per una foto, sentì una strana sensazione crescere dentro, che le attanagliava giusto un po’ le viscere e lo stomaco.
Ma tu guarda questa brutta…!
Strinse forte i pugni fulminando la ragazza mentre Shinichi, sorridendo tutto goduto come un ebete, la sua solita faccia quando era attorniato dalle ragazze, si metteva in posa accanto a Kimiko mentre lei si inquadrava con il cellulare per una foto.
-Niiiiii***!- dissero in coro mentre la karateka, fumante di rabbia, sembrava sull’orlo di scoppiare da un momento all’altro. Non appena quella abbassò il telefono per vedere com’era venuta la foto, lei afferrò Shinichi per un braccio e si voltò verso Tetsuo in fretta.
-Noi dobbiamo andare! Ci vediamo- disse sbrigativa trascinando via il ragazzo mentre lui, sorpreso, tentava di sottrarsi alla presa.
-Hey, ma che ti prende?!-
-Te lo dico io, Kudo!- la voce di Sonoko arrivò dritta dritta alle orecchie dei ragazzi che ancora correvano verso l’entrata, mentre l’ereditiera, sorridendo goduta e divertita, si staccava da una colonna di cemento da cui aveva osservato tutta la scena ben bene con le braccia incrociate al petto. Si avvicinò a Ran e scoppiando a ridere la indicò con un dito mentre lei, arrossendo consona che l’amica avrebbe dedotto bene il perché di quella reazione, tentava di sottrarsi al suo sguardo concentrandosi sull’enorme orologio a muro della scuola.
-Sei gelosa, Ran, o sbaglio?- domandò sghignazzando mentre Shinichi guardava la ragazza che si colorava delle più alte sfumature di viola annaspando nel suo stesso respiro.
-Eh?!- esclamò confuso lui passando lo sguardo dall’una all’altra, mentre l’ereditiera puntellava la karateka con un gomito nelle costole divertita più che mai.
-Ahaahha! Ora vi date anche il cambio! È proprio vero che siete come marito e moglie voi due!-
-B-BARO!- urlarono entrambi i ragazzi arrossendo e aggredendola stizziti da quelle battutine, che non facevano altro che divertire Sonoko ancora più.
-Aahahah! Ora siete tutte e due rossi!-
-Uff… andiamocene Shinichi!- sbottò Ran avviandosi rossa e sdegnata verso la classe ad grandi passi, seguita dal ragazzo, che provava i suoi stessi sentimenti in quel momento.
-Insomma ragazzi, a quando il matrimonio?- domandò l’Oca urlando per il corridoio con le mani a megafono attorno alla bocca, attirando l’attenzione di tutti, che scoppiarono a ridere all’udire quelle familiari parole.
-Piantala Sonoko!- sbottarono i due all’unisono, voltandosi simultaneamente verso di lei rosso fuoco sulle guance.
-Eeeeeeh- sospirò Sonoko vedendoli allontanarsi insieme e confabulare tra loro -Non c’è dubbio: sono cotti l’uno dell’altra!-
 

*In Giappone esiste l’Ora Studio, durante la quale gli studenti studiano in classe senza Professore.
** Sempre quella del capitolo precedente: Koi ni Koishite
***Ho scoperto da poco che in Giappone non si dice Cheeeeese x fare venire i sorrisi nelle foto, ma Niiiiiii (ovvero Dueeeeeee xD) perché la posizione che assumono le labbra è come quella di un sorriso ^^ 



Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwaaaaa!
Ok gente, ecco qui la seconda parte *^*
oddio, sono agitata... come è venuta? D:
Vi piace?
FATEMI SAPEREEE ><
Eheheheh ripeto: scrivere di uno Shin così è uno spasso,
ma si teme sempre di sfondare nell'OOC...
Voi che dite? :S
Sono rimasta IC???
Bene bene... al contrario di cm pensava qualcuno,
Tetsuo non aveva intenzione di fare nulla con Ran: solo amici ^^
Eppure Shin non era della stessa opinione, neh Shin-chan? xD
Beh, il finale...
Ho ribaltato i ruoli, sì xD
Ora è Ran ad essere gelosa, e non poco xDD
Per il prossimo aggiornamento non so dirmi... :S
ho messo tutti i capitoli che ho scritto finora, quindi 
ora devo farmi venire in mente nuove idee ^^
Ma non temete, torno presto, questione di giorni ^^
Grazie a chi mi sta seguendo, a chi ha recensito lo scorso capitolo e a chi legge soltanto v.v
Un bacio!
Mangakagirl!
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: mangakagirl