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Autore: Akane    03/04/2013    2 recensioni
"Farò tutto ciò che serve e quando ci ritroveremo non sarò più nell’impossibilità di non riuscire a proteggerlo. Mai più. Per questo starò qua e farò tutto ciò che serve, ogni cosa e oltre. Per lui. Per Rufy."
Zoro chiede a Mihawk di diventare il suo maestro per rinforzarsi nell'arte della spada e questi dopo una prova di tutto rispetto da parte del ragazzo, accetta. Così Zoro e Mihawk restano due anni a contatto l'uno con l'altro. Come andrà la convivenza?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Monkey D. Rufy, Roronoa Zoro | Coppie: Rufy/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sopra ogni cosa'
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*Eccoci qua dopo la pausa pasquale. Allora. Siamo agli sgoccioli e Mihawk non ha molto tempo per capire ciò che vuole, perchè e per ottenerlo, ma anche Zoro non ha molto tempo per arrivare al livello che voleva. Riusciranno i due a raggiungere i rispettivi scopi? Spazio ad un po' di riflessioni ma anche alla spada. Il prossimo capitolo è uno di quelli importanti, è il penultimo. Lo metto domenica. Buona lettura. Baci Akane*

CAPITOLO XIV:

IL DESIDERIO PIU' NASCOSTO
 
Cos’è tutto questo parlare di qualcosa?
Io preferirei quasi bere dall’oceano
Cosa intendevi quando hai detto no?
Io voglio solo cosa è meglio per te.
Ma non ti farò affogare mai
No, non ti deluderò mai
Perché io sono il mio nemico
L’acqua è arrivata sopra il ginocchio
Non ho mai voluto niente da te
Si è così, si è così
Il mio motore s’è prosciugato
E la mia testa è così completamente confusa
Silenzio
Lo so
lo dico io
Non c’è alcun modo per recuperare
tu mi hai detto che non c’era nessun altro
la superficie si sta riscaldando
ti spingerò la testa sott’acqua”

- Water – Breaking Benjamin -
http://www.youtube.com/watch?v=Jwsjt7G8DzU

L'ennesimo esercizio era andato a buon fine. Imparava sempre più in fretta, cominciava a metterci meno tempo per arrivare alle cose ed ai concetti e presto ricominciò a padroneggiare la tecnica della pioggia.
Inizialmente era stato complicato, ovviamente, ma aveva scoperto che farlo ad occhi chiusi era meglio.
Aveva acuito tutti i sensi ed usare la vista interiore era mille volte più efficace.
Esattamente ciò che Mihawk aveva cercato di insegnargli.

Lo scroscio era assordante. Le altre volte non l'aveva quasi percepito ma ora gli appariva così intenso da essere quasi fastidioso.
Passò del tempo considerevole sotto di essa per abituarsi, si bagnò fino all'intimo, poi quando decise che non era più troppo forte, come rumore, estrasse la spada. I movimenti erano molto lenti, si stava concentrando.
La pelle percepiva mille volte di più l'acqua addosso, ogni goccia che lo colpiva lui riusciva a sentirla precisamente addosso e a capire la sua grossezza.
Respirò. Il profumo della pioggia era buono, evidenziava quello della natura.
Portò la testa all'indietro e lasciò che il viso gli si bagnasse a volontà, poi si piegò sulle gambe e raccolse il suo spirito.
Con la mente riuscì a visualizzare le gocce alte, ci mise un po' a figurarsele senza gli occhi ma ci riuscì. Provò a prenderne alcune ma conscio che non sarebbe riuscito a prenderle le lasciò andare.
Ci mise decisamente tanto prima di muoversi, poi abbassò il capo, allargò ulteriormente il braccio e con una serie di passi sicuri e decisi che sembravano quelli di una danza arcaica, vibrò la lama affilata nell'aria.
Una ad una colpì tutte le gocce destinate a ricoprirlo.
Erano tante e piccole, cadevano fitte con una furia quasi impressionante.
Zoro era bagnato di suo, ormai, ma non venne colpito più nemmeno da una sola goccia.
Non era la velocità dei suoi movimenti che creava un mulino di lame ed impediva alla pioggia di toccare terra. Era lui che le spezzava a metà deviando completamente il loro percorso.
Quando usò tutte e tre le spade fu anche più facile.
Mihawk soddisfatto si chiese se sarebbe stato capace di farlo anche con l'occhio aperto, ma decise di non punzecchiarlo per una volta.
Quel ragazzo aveva un controllo di sé che non aveva mai visto in nessuno. Sapeva di saperci fare, se voleva. E con lui aveva voluto.
Non aveva ceduto e non capiva come avesse fatto.
Sentiva che nonostante il suo addestramento non fosse per niente concluso, i tempi sembravano maturare.
Era come se sentisse dentro di sé che Zoro presto se ne sarebbe andato.
Erano in primavera ed i due anni sarebbero scaduti dopo l'estate.
Aveva una stagione per impadronirsi della tecnica dell'acqua e poi batterlo.
Sapeva che non l'avrebbe mai battuto ma doveva come minimo dimostrare di potergli tenere testa.

Zoro aprì l'occhio e lo puntò subito su di lui. Aveva saputo sin dall'inizio che era lì. Era molto scuro in viso ma era la sua naturale espressione.
- Cosa ti pare? - Sfrontato da un lato e rispettoso dall'altro. Avevano un rapporto particolare. Zoro si approcciava nei suoi confronti solo come un allievo al maestro, ma restava sempre un po' provocatorio. Era più forte di lui. Tuttavia riusciva a non passare mai dei segni.
Mihawk, sotto il portico del suo castello, nel retro dove solitamente si allenava all'aperto, fece un'aria di sufficienza, non voleva lodarlo, non l'aveva mai fatto.
- Dopo un anno e mezzo sei riuscito a farlo come si deve, era ora! - Zoro lo prese per un complimento e fece per avviarsi verso il mare.
- Ehi, non con questo tempo! - Zoro alzò le spalle, voltò la testa a metà e rispose.
- Non mi spaventa un po' di pioggia! - Aveva affrontato delle maree decisamente peggiori di quelle. Certamente il mare era agitato col temporale ma poteva farcela.
- Vieni dentro e asciugati, devi mangiare un po'. - Zoro si fermò perchè nonostante il tono superiore da comando, pareva si stesse preoccupando per lui. Era divertente come cosa...
- Vuoi dire che hai paura che mi ammali? - Lo schernì girandosi del tutto. Zoro sapeva essere provocante quanto Mihawk. A volte si somigliavano paurosamente ma solo dall'esterno uno poteva accorgersene. Perona, infatti, li vedeva odiosamente simili.
Ci fu così un consueto scambio di sguardi molto elettrico fra i due, ad entrambi piaceva gareggiare con gli occhi e nessuno dei due cedette per primo.
- No, è solo che se ti ammali è una rottura! Hai usato troppo spirito per questa tecnica. Il fatto che usi la vista interiore perchè è più facile ed efficace ti tira via molta energia, quindi non devi esagerare. È compito dello spadaccino anche saper fermarsi quando è giusto e recuperare le forze quando può. Ci sono momenti in battaglia in cui questo è possibile e momenti in cui invece non lo è. Devi coglierli. È importante recuperare. - era una cosa che mancava a Zoro, in effetti, perchè tendeva a non percepire i propri limiti.
La prese come una lezione da maestro e fu per questo che lo accontentò una volta per tutte.
Un miracolo.
Zoro cedette ed entrò in casa, erano in primavera e non faceva più molto freddo, ma era bagnato fradicio e certe zone del castello non erano riscaldate, anzi erano molto fredde.
- Perona, prepara da mangiare! - Ordinò senza assicurarsi che fosse nei paraggi, lei c'era sempre. Era una presenza a cui ormai erano abituati e l'accettavano di buon grado, ogni tanto si lamentava di qualcosa, altre semplicemente sbuffava e faceva.
Mihawk si sistemò in salotto, davanti al caminetto acceso, una delle poche fonti di calore dell'abitazione vasta.
Fu raggiunto poco dopo da Zoro. I due convivevano in modo abbastanza pacifico, per lo più stavano in silenzio, qualche volta Zoro se ne andava per non mancare di rispetto al suo maestro quando questi esagerava ma ormai riuscivano a sopportarsi.
Zoro si sedette nella poltrona accanto, passavano anche ore in silenzio senza bisogno di comunicare.
Era bello, non lo poteva negare.
Lo spadaccino più giovane pensò inevitabilmente alle abissali differenze che c'erano con Rufy. Con lui ora ci sarebbe stato un casino assordante e nessuno avrebbe potuto stare semplicemente seduto e buono a guardare il fuoco. Avrebbe rivoluzionato tutta la stanza e cominciato uno stupido gioco.
Gli mancava la confusione della ciurma ma soprattutto quella di Rufy.
Cercava di non pensarci costantemente e si occupava con gli esercizi del suo maestro, ma non era facile.
A volte, quando gli imponeva il riposo, la mente andava a lui.
Come stava?
Cosa stava facendo?
Era ancora vivo?
Zoro avrebbe dato anche l'altro occhio per poterlo rivedere prima del tempo, per sentirlo, per sapere come stava.
- Come fai a sapere che non ha messo su una ciurma più forte e non si è messo a conquistare i mari senza di voi? O che peggio non si è stufato della vita del pirata ed ha piantato tutto? - Disse Mihawk di punto in bianco.
Zoro sussultò e si girò a guardarlo, occhi di falco guardava il fuoco ma era seduto dritto e serio, non si muoveva di un millimetro, lo sguardo dorato gareggiava con le fiamme.
Era un bell'uomo, non lo aveva mai negati, ma gli mancava il suo mediocre ragazzo. Rufy non era certo bello ma nemmeno brutto. A lui piaceva. E poi ciò che per lui era Rufy non lo sapeva descrivere anche se l'aveva fatto molte volte in molti modi.
- Lo so perchè lo so. - Tagliò corto stufo di quelle solite insinuazioni che ogni tanto quello doveva fargli. Si innervosiva sempre ma questa volta si sentì stranamente calmo...
Tornò al fuoco anche lui e questa volta fu il turno dell'altro di guardarlo. Zoro si presentava con un occhio aperto ed uno chiuso ma molto tranquillo. Era strano.
- Sì, ma come fai ad esserne tanto sicuro. Potresti trovare una brutta sorpresa quando te ne tornerai da lui. - Zoro fece una specie di sorrisetto.
- Oh, la sorpresa la troverò di certo ma sarà positiva, credimi. - Mihawk insistette ostinato.
- Ma come puoi dirlo... non hai notizie di nessuno da un anno e mezzo, saresti un pazzo a credere che tutto possa tornare come prima. - Lui usava la testa, aveva ragione, ma Zoro usava l'istinto e senza rifletterci, ma comunque calmo, disse:
- Tu non puoi capire perchè non appartieni ad un gruppo e non hai un rapporto così stretto con nessuno. Io lo sento che siamo tutti vivi e proseguiamo per le nostre strade in attesa di rivederci. E so che quel giorno saremo tutti e saremo più forti di prima. Saremo pronti, questa volta. Davvero pronti. Per tutto. E Rufy sarà sempre lui, il nostro capitano. Il mio compagno. Sarà maturo, sarà cresciuto, avrà più segni addosso, ma sarà sempre nostro. Mio. - Specificava sempre sia la parte da pirata che da ragazzo, come se potesse essere messa in discussione una o l'altra.
Alla fine Mihawk non gli dava mai soddisfazione per partito preso ma era contento di quelle risposte, le trovava perfette.
Sempre più perfette.
E la cosa gli bruciava.
Significava che se ne sarebbe andato davvero e in certi momenti la cosa lo turbava, lo seccava profondamente.
Riusciva a sopportare la presenza di qualcuno e questi poi se ne andava, era un po' una costante. Non che in vita sua si fosse legato a molti, ma con Shanks era così. Si vedevano ogni tanto e quando si abituava ad averlo accanto spariva come il bastardo che era. O a volte lo precedeva e se ne andava per primo per impedirgli di abbandonarlo.
Mihawk preferiva non interrogarsi seriamente su cosa provasse per Zoro, aveva a fatica ammesso nel corso di molti anni di provare qualcosa per Shanks.
Zoro ora esisteva, era entrato in qualche modo nella sua vita, era il suo unico allievo che gli dava un paio di soddisfazioni e spesso godeva nel maltrattarlo e nel punirlo, ma al di là di questo cominciava a sperare di trovare il modo per tenerlo lì per sempre.
Poteva imprigionarlo, dopotutto.
Si sentì idiota a pensarlo. Imprigionarlo pur di tenerlo lì.
Convincerlo che non era pronto come spadaccino non avrebbe dato frutti perchè sarebbe partito lo stesso anche in quel caso.
Sapeva bene che non esisteva forza al mondo in grado di tenerlo lontano dal suo capitano, per cui era consapevole che doveva imprigionarlo se voleva tenerlo lì.
E poi cosa faceva?
Lo incatenava al muro e lo obbligava a soddisfare le proprie esigenze?
Che esigenze erano?
Se aveva voglia di fare un po' di sesso poteva trovare Shanks oppure andare su un'altra isola e sedurne un altro di suo gradimento.
A quel punto le proprie preferenze erano chiare.
Però mise a confronto Shanks e Zoro.
Erano opposti. Shanks somigliava più a quell'inetto di Rufy che a Zoro... Zoro somigliava più a sé stesso, sotto certi aspetti. Certi... forse era per questo che gli piaceva la sua presenza lì e che voleva tenerlo.
Era una forma di auto celebrazione, di egoismo, di megalomania verso sé stesso.
Non voleva che se ne andasse ma sapeva che solo la forza avrebbe potuto tenerlo lì, ma una volta che l'avrebbe avuto cosa avrebbe fatto?
Mihawk si stava scontrando per la prima volta con una cosa a cui non aveva mai dovuto guardare.
La resa.
La resa verso un fatto che non poteva cambiare a suo piacere.
O meglio poteva ma con la costrizione il che avrebbe presupposto una mancanza di piacere futura.
Obbligare Zoro a restare glielo avrebbe dato, ma sarebbe stato come avere un involucro vuoto. Una volta gli sarebbe stato più che sufficiente, una volta pensava che dalle persone non si potesse avere altro che quello, il corpo. E lui stesso non aveva mai voluto niente altro che quello. Cosa se ne faceva del cuore? Erano cose per deboli sciocchi.
Ma ora Zoro in tutto quel tempo gli aveva fatto capire che avere un corpo e basta non era abbastanza divertente, poteva essere il passatempo di un po' ma poi si stufava. Sapeva che non gli sarebbe bastato.
Cioè non gli sarebbe PIU' bastato.
Eppure non esisteva una soluzione.
O si accontentava del suo corpo sotto costrizione senza poter mai avere altro, oppure lo lasciava andare. Il suo cuore non l'avrebbe mai avuto.
- Tu vuoi che lui rimanga di sua spontanea volontà e che ti dia ciò che non sei mai riuscito ad avere perchè sei un ritardato mentale! - La voce petulante di Perona lo colpì da dietro. Mihawk si scosse dai propri pensieri e la guardò rendendosi conto d'aver superato la cena e di essere tornato lì davanti al fuoco da solo. L'accendevano nelle giornate più fredde e di sera. La Primavera ormai agiva a pieno ritmo.
Perona ridacchiò.
- E' andato ad allenarsi sott'acqua... - Mihawk non registrò subito le sue ultime parole, si concentrò sulle prime.
- Cosa vuoi dire che voglio rimanga di sua volontà? Cos'è che voglio che non sono mai riuscito ad avere? - A quelle cose non ci era mai arrivato da solo, doveva ammetterlo, odiava analizzarsi. Per orgoglio era convinto di non avere niente che non andava...
- Voglio dire esattamente questo... tu vuoi una famiglia, vuoi l'amore, vuoi quelle cose che vogliono tutti. Solo che sei troppo stupido per ammetterlo. Avere lui qua per tanto tempo ti ha dato un piccolo assaggio di quello che potresti avere e di ciò che vuoi. Che lui resti spontaneamente per te e che ti si dia anima corpo e cuore... insomma, che ti ami. Che ami te al posto di Cappello di Paglia. Vivere qua con lui ed essere felici. Ma se vuoi saperlo non è esattamente lui che vuoi, lui ti sta dando l'assaggio di ciò che potresti avere, ti sta facendo capire che cosa ti stai perdendo e di cosa è capace per amore. Per me non è che ne sei innamorato, ma è lui che è qua. È per comodità che lo punti. Per non alzare il tuo bel sederino e andartelo a cercare, l'amore. Sempre ammesso che non esista e che lo rifiuti per orgoglio. - Mihawk si alzò di scatto fortemente innervosito da quell'analisi completa ed umiliante.
Aveva ragione sotto molti punti di vista, ma non le avrebbe mai dato la soddisfazione di sentirselo dire.
Si alzò e se ne andò con aria astiosa.
Verso la camera si rese conto di ciò che aveva detto.
Zoro era ad allenarsi sott'acqua.
Corrugò la fronte. Cosa diavolo significava?
Fuori diluviava ancora ed il mare era sicuramente in tempesta.
- Quello stupido. - Disse virando verso l'uscita, diretto al mare.


Zoro era andato ben oltre la riva del mare. L'acqua gli sarebbe arrivata alla vita se fosse stata calma. Il punto era che per come si agitava, spesso lo ricopriva del tutto.
Lui stava immobile, piantato sulla sabbia, in mezzo al mare che ululava furioso nella tempesta che si abbatteva sull'isola.
Aveva una sola spada in mano ed era stretta nel suo pugno, ma non sembrava intenzionato ad usarla. Come se potesse trovare una sincronia con quel mare posseduto dal demonio.
Si era detto che riuscirci con la marea tranquilla sarebbe stato inutile e che doveva farcela quando era in agitazione.
Quello sarebbe stato utile.
E non aveva tempo da perdere a riposare.
Aveva solo una stagione e mezza prima di tornare da Rufy, doveva avere quella tecnica e doveva battere Mihawk.
Doveva.
Rufy lo aspettava mentre faceva i suoi allenamenti, sicuramente era avanzato di livello.
Pensava che aveva affrontato la marina intera per Ace e che ne era uscito in qualche modo vivo. Aveva affrontato la morte di suo fratello, l'inferno, abbattuto persone fortissime, aveva espugnato Impel Down... aveva fatto chissà quante cose da solo. Lui non c'era stato per proteggerlo.
Se solo fosse stato più forte avrebbe potuto battere quei cloni di Orso nell'Arcipelago e non sarebbero stati separati, non sarebbe successo niente.
Perchè era così debole?
Sofferente e rabbioso verso sé stesso, con la tempesta nel cuore e nell'anima, trovò quella famosa comunione con il creato intorno.
Doveva sincronizzarsi col mare, come aveva fatto per la pioggia. Il principio era lo stesso.
Appena l'avrebbe avuta in sé, l'anima del mare, avrebbe potuto modellarlo a piacimento.
Ci doveva riuscire, stava tutto in quello.
La rabbia ingigantiva mano a mano che pensava alle proprie frustrazioni e alle proprie debolezze.
Doveva farcela, doveva riuscirci, doveva diventare più forte.
Ed intanto il mare si alzava sempre più, i cavalloni che lo investivano erano sempre più numerosi ma lui riusciva a mantenersi saldo sul fondo marino. Un respiro.
L'acqua salì oltre la sua testa.
Sarebbe scesa prima o poi.
Chiuse gli occhi.
Il rumore dell'acqua tutt'intorno, le bolle che si formavano per l'increspatura e l'impatto dell'onda che si infrangeva.
L'acqua che penetrava le narici finendo nei polmoni.
Ogni parte di sé completamente immersa nel mare.
Strinse l'impugnatura.
Rufy aveva sofferto molto per colpa sua, come poteva sopportarlo?
Non era degno di risalire se non l'avesse sentito.
Doveva sentirlo, doveva sentire il cuore del mare. Doveva trovarlo e sintonizzarsi.
Il mare furioso quanto lui stesso.
Una furia tale da non farlo respirare più.
Ormai l'aria gli mancava da troppo, aveva resistenza ma se continuava così avrebbe dovuto mollare il terreno e nuotare fino alla superficie e mollare.
Imperdonabile da parte sua.
Non poteva risalire.
Non sarebbe risalito fino a che non ce l'avesse fatta.
Doveva sentire il cuore del mare.
Il cuore. L'anima. La mente. La sua voce.
Rufy lo aspettava. Non poteva deluderlo ancora. Non poteva.
Si rese conto all'ennesimo appello disperato che non stava infuriandosi come il mare, per questo non riusciva a sentirlo.
Zoro stava piangendo, il sentimento che lo padroneggiava era completamente diverso da quello che avrebbe dovuto essere.
Era lontano anni luce dal mare e dalla sua anima.
Ma come poteva fare?
Non ce l'avrebbe mai fatta.
“Rufy perdonami, non riesco a raggiungerti anche se ci provo con tutto me stesso...”
Non era una resa ma era onesto con sé stesso. Gli ci voleva più tempo.
Le lacrime si persero nel mare mentre ormai l'ossigeno che mancava gli tirò via le ultime forze.
Allentò la tensione, i piedi lasciarono il fondale ed i sensi si ovattarono mentre si perdevano e si confondevano in quell'oceano dove navigava a piede libero.
E fu allora che lo percepì, quando abbandonò tutto dopo aver accettato il proprio livello.
Fu allora che sentì la voce.
Una voce che non era di nessuno fra quelli che conosceva.
Era una voce soave e dolce, quasi inudibile.
“Non cercare di combattermi e nemmeno di capirmi. Amami e basta.”
Quando la sentì Zoro aprì le braccia mentre le correnti tempestose marine lo trasportavano in una culla.
Non controllò nulla e la propria energia si ricaricò, si sentì come entrare in risonanza con qualcosa. Qualcosa di molto potente.
Mentre i sensi ormai viaggiavano sempre più lontano, Zoro capì il sistema che voleva insegnargli Mihawk.
Non era per abbattere ma per prendere da ciò che lo circondava la sua potenza, lo poteva fare solo se si sincronizzava con esso e tanto era potente ciò che voleva spezzare, tanta forza assorbiva da esso nel mettersi in comunione con lui.
Ora si sentiva di una potenza tale che avrebbe potuto dividere il mare stesso in due. Se solo avesse avuto un po' di forza. Se solo i sensi non l'avessero già abbandonato.
Se solo...


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Aperto la mia pagina autore su FaceBook. Lì metto gli aggiornamenti alle mie fic, le varie news che la riguardano e cose così...
Akane
   
 
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