Cara Hermione,

mi sento così stupido mentre ti scrivo questa lettera, sono passati tanti anni ormai.

Sono sempre stato uno di poche parole e quindi mi ci sono voluti venticinque anni per poter mettere insieme tutte le cose che avrei voluto dirti quella sera al ballo del ceppo.

Mi sono innamorato di te fin da subito. Non per la tua bellezza, per la tua intelligenza o per tutte le splendide qualità che ti caratterizzano, la cosa che più mi ha colpito di te è stata la tua semplicità. Tu non eri come le altre, non t’importava che io fossi una persona famosa, tu mi vedevi come un ragazzo qualunque, e questo mi faceva sentire amato e accettato. Mi piaceva vederti studiare, mentre chinavi la testa sui libri era come se stessi entrando in un mondo diverso, un mondo più magico di quello in cui vivevamo, un mondo di cui io non facevo parte.

Quando accettasti il mio invito al ballo del ceppo pensai di aver fatto qualcosa di buono ogni tanto, avevo ingenuamente creduto di averti conquistata, ma dentro si me sapevo che non era vero.

Secondo me sei sempre stata di Ron Weasley, ma lui era troppo stupido per rendersene conto. Litigavate sempre, ma ogni volta che discutevi con lui c’era una luce particolare nei tuoi occhi, come se ti piacesse litigare con lui, ricordo anche che alla fine del ballo lui ti fece piangere. Era strano, nonostante io ti avessi fatto passare una bellissima serata a lui erano bastate poche parole per travolgerti e per farti dimenticare tutto. Dopo il torneo non ci siamo visti per qualche anno ci siamo sempre scritti e tu eri nei miei pensieri ogni secondo, eri la mia anima gemella, la metà che mi completava, ma io non ero fatto per completare te.

Ricordo l’ultimo ballo con te, quello al matrimonio del tuo futuro cognato Bill, ricordo le risate, ricordo che eri bellissima con quel vestito rosso, i capelli sistemati dietro le orecchie, il trucco leggero, eri cresciuta ed eri più bella di prima.

Quando arrivarono i Mangiamorte avrei voluto salvarti ma tu dovevi salvare te stessa, Harry e tutto il mondo della magia e così è stato. Avrei voluto salutarti e dirti tutto, ma ormai era troppo tardi. Non ti vedo da allora Hermione.

Dopo la sconfitta del Signore Oscuro ho continuato a giocare a Quidditch e ho anche trovato lavoro, sono il direttore della banca di Mosca, è un lavoro che mi dà parecchie soddisfazioni. Un giorno stavo passeggiando per Mosca e ho visto una biblioteca e ho rivisto me e te nella biblioteca di Hogwarts, tu che studiavi tutta attenta e io che cercavo inutilmente di trovare qualcosa da dirti. Ho deciso di entrare e lì ho incontrato per la prima volta quella che ora è mia moglie. Si chiama Anja, ti somigli molto sai? Anche lei adora leggere ed è stata la prima che è riuscita a cavarmi di bocca più di tre parole. E’ imbranata e determinata al tempo stesso, pensa che è stata lei a fare il primo passo, per poco non mi faceva anche la proposta di matrimonio! La amo, ma credo che se non ti avessi conosciuta non mi sarei mai potuta innamorare di una come lei.

Abbiamo una bambina, Robin, lei è tutta la mia vita, non avrei mai creduto che da me potesse nascere una bambina così bella.

Ho ricevuto un incarico alla Gringott e quindi ci siamo trasferiti tutti a Londra e ora Robin è a Hogwarts, è una Corvonero. Sai, dice di aver trovato tanti buoni amici e sua madre mi ha detto che ha una cotta per un Grifondoro, un certo Hugo Weasley. Credo che sia un vizio di famiglia ormai.

Ho così tanta voglia di rivederti, vorrei abbracciarti e sentire quel tuo profumo di violette, mi manchi tanto Hermione. Non fraintendermi, amo mia moglie e la mia famiglia, ma tu avrai sempre un posto speciale nel mio cuore, sei stata la prima per me e non ti dimenticherò mai.

Per sempre tuo

Viktor Krum.