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Autore: bowaxel212    04/04/2013    2 recensioni
Questa storia è il seguito de "Il cacciatore".
Mason viene catturato da Gerard, intenzionato a sfruttare le sue nuove capacità.
Il branco verrà messo di fronte a scelte difficili e il rapporto tra Sharon e Mason sarà messo a dura prova da una nuova minaccia.
Genere: Azione, Horror, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allison Argent, Derek Hale, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Erano passati giorni?
Settimane?
Mesi?
Mason aveva perso conto del tempo passato in catene, chiuso in quella cantina umida e fredda.
Si sentiva indolenzito, le numerose ferite alle braccia e alle gambe erano in via di rimarginazione, mentre altre si erano infettate.
I suoi torturatori sapevano quello che facevano, non gli recavano ferite troppo gravi, ma abbastanza dolorose da piegarlo.
Era questa la loro tattica, credevano che recandogli dolore, sofferenza e umiliazione, potessero risvegliare il cacciatore.
Non sapevano che non avrebbe funzionato, Mason era a conoscenza di quello che serviva, un plenilunio o la presenza di un licantropo ostile.
Per nulla al mondo avrebbe detto loro la verità, voleva sfruttare il tempo che gli rimaneva prima del plenilunio per fuggire da quel posto.
Doveva assolutamente evitare che il cacciatore finisse in mano loro, anche per una sola notta.
Improvvisamente la porta di ferro si spalancò e Gerard seguito dai due gorilla entrò nella stanza, sembrava irritato, forse credeva che sarebbe stato facile risvegliare la creatura < siamo qui da due settimane > disse con aria contrariata < eppure ti ostini a rimanere… tu > pronunciò l’ultima parola quasi con aria disgustata.
Mason cercò di rimettersi in piedi, ma si rassegnò a rimanere steso sul pavimento di pietra, non aveva senso alzarsi per un individuo come Gerard, sarebbe rimasto li, nonostante il pavimento freddo non fosse il miglior posto dove stare < ti ho detto che non so controllarlo > gli disse il ragazzo con un tono stanco e rassegnato < non potrai mai sfruttarlo, rassegnati. >
Subito il giovane si pentì di aver parlato al vecchio in quel modo, sapeva quali sarebbero state le conseguenze eppure non gli importava, non riusciva a mascherare il disprezzo per quell’uomo.
Gerard andò verso di lui e gli afferrò il mento con una mano, stringendo con forza < vedrai se non riuscirò a farlo venire fuori… al costo di spezzarti ogni singolo osso > gli sibilò quelle parole colme di astio a pochi centimetri dal volto, il cacciatore non poté farsi sfuggire quell’occasione, se ne fregava delle conseguenze.
Prese un bel respiro e gli sputò dritto in faccia, quasi ad un occhio, quel gesto lasciò Gerard senza parole. L’anziano lo asciò andare e si pulì il volto con un fazzoletto bianco, tirato fuori da una tasca.
Mason lo guardava sorridendogli con aria di sfida, l’uomo non ci pensò due volte e lo colpì al volto con un manrovescio tanto forte da mandarlo al tappeto.
Boccheggiando per il dolore il ragazzo rimase fermo sul pavimento osservando il vecchio sussurrare qualcosa a uno dei suoi gorilla.
Qualche secondo dopo l’energumeno uscì per poi rientrare subito dopo, reggeva con una mano un tablet e con l’altra una sedia che mise a disposizione di Gerard, dopo di che una volta acceso l’apparecchio elettronico, lo porse al suo capo.
L’anziano lo osservò per qualche secondo, prima di sorridere compiaciuto < fenomenali questi apparecchi non è vero? > disse al giovane per poi rivolgere lo schermo nella sua direzione < scommetto che riconosci questa casa. >
 Mason si avvicinò di poco per osservare meglio, sulle prime non riconobbe l’edificio, poi ricordò, era casa Mc Call < ma cosa… >
< questo è il nostro piano B > disse l’anziano fiero delle sue parole < il dolore fisico non funziona, quindi proviamo con quello emotivo > concluse per poi inviargli un sorriso sadico.
Improvvisamente sullo schermo apparve un uomo che reggeva in mano una pistola, sventolò l’arma davanti alla telecamera che lo stava riprendendo, per poi recarsi verso l’ingresso della casa.
Mason scattò in piedi in un attimo < no, non potere farlo… vi prego fermatelo > urlò disperato verso Gerard < mi spiace, ma ormai il piano è partito > rispose l’altro sempre con quel sorrisetto sadico.
 
Scott era in salotto che studiava letteratura, la considerava una materia noiosa, eppure non poteva esonerarsi dallo studio, avrebbe avuto un teste quella settimana.
Non riusciva a concentrarsi, erano successe troppe cose, Mason che se ne andava, Sharon che non si dava pace, insomma quella situazione rendeva tutti giù di corda.
Vedere la giovane licantropa che non si rassegnava, era dura, così come perdere improvvisamente un amico, che non si meritava per niente quello che gli era successo.
Era quasi alla fine del capitolo quando sentì bussare alla porta, si alzò per recarsi all’ingresso, contento di poter staccare e sperando che fosse Stiles, quando Melissa lo precedette < vado io, tu torna sui libri. Forza > sospirando Scott restò in piedi dietro la madre, voleva almeno vedere chi fosse.
Melissa aprì la porta per trovarsi davanti un uomo che non conosceva, un tizio alto, dai capelli biondi e vestito completamente di nero < buona sera… posso aiutarla? > lo sconosciuto le sorrise < be… in effetti, potrebbe > disse con tono gentile, dopo di che tirò fuori una pistola e senza pensarci sparò a bruciapelo a Scott.
Il giovane licantropo cadde al tappeto con un proiettile all’aconito nello stomaco, la quantità della pianta presente nel piccolo pezzo di piombo non lo avrebbe ucciso, ma gli avrebbe impedito di rigenerarsi in fretta.
Melissa urlò per poi correre a soccorrere il figlio, intanto l’aggressore era entrato in casa < non si ribelli e vedrà che andrà tutto bene > le disse in tono quasi dolce < tu invece resta a terra o il prossimo proiettile sarà rivolto al tuo cervello > continuò rivolgendosi a Scott in tono quasi rabbioso.
Quando la donna si sentì afferrare per la vita, urlò con tutto il fiato che aveva, il biondo stava cercando di trascinarla all’esterno.
Cominciò a divincolarsi più che poteva, ma capendo che non sarebbe arrivata da nessuna parte in quel modo cercò di riprendere il controllo, buttò fuori tutta l’aria e fece scattare la testa all’indietro, assestando al suo aggressore una potente testata che gli mandò in frantumi il setto nasale.
Il gorilla la lasciò andare per poi portarsi le mani al volto, urlando per il dolore e la sorpresa.
La donna non perse un solo istante, appena toccò terra, corse verso la cucina, le vie di fuga erano bloccate, non poteva far altro che difendersi, inoltre per nulla al mondo avrebbe lasciato suo figlio li.
Una volta nella stanza afferrò una grossa padella e non appena vide il biondo fare capolino sulla porta la lanciò con tutte le sue forze prendendolo a una spalle, l’assalitore sibilò per la rabbia e il dolore per poi andarle in contro con uno sguardo omicida.
Melissa afferrò un mattarello e glielo tirò sperando di prenderlo alla testa, purtroppo aspettandosi un attacco, l’uomo schivò il colpo < stammi lontano > urlò lei, per poi afferrare un grosso coltello.
L’aggressore nel vederla con quella grossa lama in mano sorrise divertito < smettila di fare resistenza e vieni qui > disse per poi spingerla verso il bancone.
La donna andò a sbattere contro la superfice di marmo ma senza mollare l’arma, quando si sentì di nuovo afferrare per la vita, si aggrappò con tutte le sue forse per evitare di essere portata via < lasciami stare pazzo > l’uomo non accennava a mollarla così la donna decise di cambiare tattica.
Quando il suo assalitore fece per strattonarla di nuovo, con un piede si diede lo slancio in modo da far cadere entrambi a terra.
Un attimo dopo la donna era stesa sopra il biondo che aveva dipinta sul volto un’espressione di estrema sorpresa, Melissa fece per alzarsi e vide che dal suo stomaco spuntava il manico del coltello, affondato quasi per intero dentro di lui.
Sotto shock e sporca di sangue, la donna si ricordò del figlio e dimenticatasi completamente di quel tipo corse da lui.
Scotte era seduto sul pavimento, il proiettile era li accanto, il ragazzo lo aveva estratto una volta che l’effetto dell’aconito si era quasi esaurito < chi era quello? > gli chiese la madre sull’orlo delle lacrime.
Il giovane si rimise in piedi a fatica per poi affacciarsi sulla cucina, steso in una pozza di sangue, c’era l’uomo che gli aveva sparato.
Senza dire nulla il ragazzo strinse la madre tra le braccia < non lo so > disse stringendola di più a se < ma lo scoprirò, te lo giuro. >
Il giovane licantropo fu colto per un attimo dallo sconforto, una nuova minaccia stava per abbattersi sulle loro teste?
Si chiese quando sarebbe finita, quando avrebbero finalmente vissuto in pace.
 
Gerard sentì il telefono squillare, tolse il cellulare dalla tasca e rispose, dall’altro capo non arrivarono notizie confortanti, il suo piano non era andato come sperava.
I suoi scagnozzi all’esterno della casa gli avevano comunicato quello che era successo, si pentì di essersi fidato di Nikolai, quel tipo era troppo emotivo, si lasciava prendere dalla rabbia.
Con aria contrariata chiuse la conversazione per poi fissare il ragazzo in catene che aveva davanti a se < per questa volta alla famiglia Mc Call è andata bene > gli disse in tono rabbioso.
Subito dopo lo afferrò per il collo per poi sbatterlo contro una delle pareti in pietra < ma fidati, la prossima volta ci andrò giù pesante > sibilò aumentando per un secondo la pressione sul suo collo < vedi di farlo venire a galla. >
Detto ciò lo lasciò andare per poi uscire dalla stanza senza che Mason potesse dire nulla, il ragazzo si limitò a mettersi seduto con un grosso sorriso sulla faccia, sapeva che Scott se la sarebbe cavata.
 
 
EBBENE RIECCOMI…
DOPO TANTO TEMPO RITORNO CON UN NUOVO CAPITOLO.
LO SO, CI HO MESSO UNA VITA, MA TRA LAVORO E STUDIO IL TEMPO E’ POCO.
SPERO SOLO DI NON DELUDERVI E CHE IL SECONDO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO.
ALLA PROSSIMA, SPERO IL PRIMA POSSIBILE.
AXEL
P.S. SE CI SONO ERRORI SIATE COMPRENSIVI… E’ TARDI…. XD
 
  
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