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Autore: Bad Bionda Bana    04/04/2013    2 recensioni
[Altri]
Cosa ci fanno delle ragazze italiane e dei ragazzi coreani a New York per un'estate intera?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La giornata per le ragazze era cominciata altrettanto bene. Si erano svegliate presto, o almeno prima di me, e erano andate a svegliare i ragazzi per fare colazione tutti insieme. Bussarono alla porta.

-Chi è?- chiese una voce spenta a causa del sonno da dietro la porta -Oh mio, ragazzi! Svegli e pimpanti, e in fretta anche!-

Le ragazze sentirono qualsiasi cosa stava succedendo nell'appartamento e risero lievemente.

-Quanto casino che fanno. Probabilmente stanno sistemando tutto per non fare brutta figura con noi. Che dolci.- disse Yuui portandosi una mano davanti alla bocca per nascondere le risate.

Ad aprire la porta arrivarono Minho e L.Joe. La finestra si trovava perfettamente dall'altra parte dell'appartamento e faceva si che la luce si scontrasse contro le schiene dei due ragazzi, avvolgendoli in un'atmosfera quasi angelica. Sul collo di Minho si potevano notare alcune gocce, residui dell'acqua usata per lavarsi il viso, che percorrevano lentamente la sua pelle fino ad arrivare alla clavicola in vista grazie ad una scollatura abbastanza profonda. L.Joe si mordeva dolcemente le labbra ancora umide per togliersi quel poco di dentifricio che era rimasto, per poi passarci delicatamente la lingua. A quella visione Asja e Yuui si stavano letteralmente sciogliendo.

-Buon giorno ragazze. Siete venute perché volevate fare colazione insieme?- chiese Minho passandosi la mano per tutta la scia bagnata che l'acqua aveva lasciato sul suo collo.

-Giulia, Jiyong ha detto di mandarti da lui. Sembra non volersi muovere dal letto. Vuoi provare a svegliarlo tu?- chiese L.Joe mostrandole la camera del dormiglione.

-Ma certo! Sono una campionessa nello svegliare le persone.- e si addentrò in camera del ragazzo con un sorriso molto soddisfatto.

-Beh, visto che anche Hyunseung è uscito, è meglio lasciarli soli.- disse Minho chiudendo la porta dietro le sue spalle e quelle del compagno.

-Voi dove vorreste andare? Dite qualsiasi posto e noi vi ci porteremo.- chiese L.Joe facendo strada verso l'ascensore. L'apparecchio sembrava essersi fatto improvvisamente più stretto per le due ragazze. I due giovani le avevano prese sotto braccio e strette al loro fianco.

-Io vorrei andare allo Starbucks. Mi piacciono un sacco i dolci che hanno là.- disse Asja leggermente arrossita. Aveva lo sguardo basso a fissarsi le mani mentre continuava a stressarsi le dita dal nervosismo e dalla felicità. L.Joe le alzò il viso con la mano da sotto il mento e la guardò negli occhi.

-E Starbucks sia.- disse dolcemente accarezzandole la guancia con il polpastrello. Asja riprese a respirare dopo qualche secondo, nel momento in cui l'ascensore arrivò al piano terra.

-Anche tu vuoi andare da Starbucks Yuui?- chiese Minho togliendole una ciocca di capelli dal viso accarezzandole la fronte.

-Anio, mi porteresti in un Hi-Hop? Per favore.- rispose Yuui prendendogli le mani come se stesse pregando.

-Se è quello che vuoi, sarà un piacere.- rispose Minho baciandole la fronte.

L'ascensore si aprì e le due coppie si diressero verso la porta d'entrata del palazzo. Una volta usciti i ragazzi presero per mano le ragazze e si scambiarono uno sguardo di intesa.

-Bene, qui si dividono le nostre strade. Ci vediamo.- disse L.Joe, e si salutarono tutti.

 

Giulia entrò nella stanza un po' titubante, era completamente buia, non riusciva a vedere nemmeno i suoi piedi, figuriamoci dove li metteva. Poteva fare affidamento solo sul suo udito. Sentiva un muoversi lento di coperte, ma si fermò praticamente subito. La sua vista si stava abituando al buio pian piano, ma non servì perché fu improvvisamente scaraventata su una superficie morbida, il materasso probabilmente. Non fece in tempo ad alzarsi che una figura oscura le bloccò gambe e braccia.

-Hai osato profanare la tana del drago.- le sussurrò quell'ombra direttamente nell'orecchio -Meriti di essere punita.-

Giulia sperava con tutta se stessa che il ragazzo non potesse vedere la sua espressione decisamente compiaciuta. Fece finta di opporre resistenza dimenando i polsi e le gambe.

-No, ti prego, lasciami!- disse in modo teatrale.

Nella stanza c'era un caldo assurdo, Giulia riusciva a sentire delle piccole gocce di sudore scendere per il suo collo. Erano talmente vicini che potevano sentire l'uno il profumo dell'altra.

Jiyong cominciò ad avvicinarsi sempre di più al collo di Giulia, finché le sue labbra non entrarono in contatto con la sua pelle. Lei soffocò un piccolo gemito, non voleva sembrare così facile e desiderosa. Voleva essere lei a giocare con lui e non il contrario. Doveva trovare un modo per ribaltare la situazione, però Jiyong non sembrava voler mollare facilmente la presa sui suoi polsi. Pensò a qualsiasi modo per potersi liberare, ma purtroppo la sua mente si faceva sempre più annebbiata man mano che il ragazzo risaliva dal collo la linea della mandibola fino a trovare le labbra di Giulia. Le diede un bacio praticamente casto, un semplice contatto tra le labbra.

-Tu vuoi dirmi che mi stavi facendo soffrire le pene dell'inferno solamente per questo?- Jiyong stava per rispondere, ma Giulia si era accorta di essere più libera di movimento e rovesciò facilmente la situazione.

-Ora vedrai come si fa a punire seriamente una persona.- disse lei alzandogli la maglietta fino al petto, senza togliergliela.

 

Yuui e Minho erano finalmente arrivati all'Hi-Hop. Il tragitto era stato abbastanza silenzioso, nessuno dei due cominciò un discorso se non per chiedere informazioni su quale fosse la strada giusta.

Quando entrarono nel locale, un cameriere li accompagnò al tavolo. Il posto era molto grande, riempito da ogni tipo di tavolo, da due posti o più, ognuno con sopra i menù e le varie marmellate e sciroppi. Il loro tavolo si trovava vicino alla porta della cucina, e nel momento in cui i camerieri entravano o uscivano, una dolce fragranza di pancake e waffle li avvolgeva teneramente facendo aumentare il loro appetito.

-Prendi pure tutto ciò che vuoi, offro io.- disse Minho sorridendo beatamente alla ragazza.

-Sicuro? Non devi sentirti costretto a farlo, e poi dovrei avere abbastanza soldi.- rispose prendendo la borsa per controllare quanti dollari aveva portato con se. Minho le prese le mani e la guardò negli occhi. Si sporse in avanti e diede un bacio sul dorso di entrambe le mani.

-Non perché mi sento obbligato, ma perché voglio offrirti io la colazione. Pensala così, almeno avrai più soldi da spendere per shopping e vari souvenir.- ribatté Minho con un sorriso dolce passandole il listino.

Quando arrivò la loro colazione cominciarono a mangiare molto lentamente, come se volessero passare più tempo possibile loro due da soli.

-Raccontami, cosa ci fai qui a New York?- chiese Minho cercando di intavolare un discorso.

-Sono venuta in vacanza con le ragazze. Dopo un anno a studiare, ci voleva un po' di relax. E tu?- rispose Yuui prendendo un boccone senza interrompere il contatto visivo.

-Io ho semplicemente seguito Hyunseung. Anche da noi ci sono le vacanze estive e non avevo nessuna voglia di rimanere a casa a non far nulla dalla mattina alla sera. E poi ero molto curioso di vedere New York. È una città stupenda, non trovi?-

-Si, è veramente molto bella. Ma perché a casa da solo? Non hai una ragazza con cui uscire?- chiese la ragazza abbassando lo sguardo un po' imbarazzata dalla stessa domanda che aveva fatto. Solamente dopo averlo chiesto rifletté sulle parole che aveva appena detto. Voleva sotterrarsi. E se le avesse prese come una presa in giro? Oppure si sarebbe potuto offendere per aver anche solo pensato che un bel ragazzo come lui sia ancora single.

-Sinceramente no. È da un po' che non esco con nessuno se non i miei amici. Non per sembrarti superficiale, ma sembra che ogni ragazza a cui piaccio non sia quella giusta, come se le mancasse qualcosa.- rispose con uno sguardo un po' malinconico -E invece te? Scommetto che una ragazza dolce e attraente come te abbia già qualcuno che la aspetta a casa.-

-Purtroppo sono sulla tua stessa barca ma nella direzione inversa, sembra che per ogni ragazzo che mi piace io non sia abbastanza, come se mi mancasse qualcosa.- rivelò lei con una punta di serenità per la coincidenza e per lo spiraglio di opportunità che le si era aperto grazie alla confessione del ragazzo.

Si alzarono, Minho andò a pagare e poi uscirono riprendendo il discorso cominciato a tavola.

-Devo proprio dirtelo, mi hai lasciato di stucco.- disse lui fissando la strada con aria sorpresa.

-Perché? Per la storia dei ragazzi? Ormai ci sono abituata, è normale per me.- rispose un po' amareggiata strascicando i piedi sul marciapiede.

-Ma che razza di gusti hanno i ragazzi da voi in Italia per lasciarsi scappare una ragazza come te?- e lanciò un piccolo sasso come se quell'oggetto rappresentasse l'intera comunità di giovani ragazzi italiani.

-Non posso dire altrettanto di te. Probabilmente hai la sfilza di ragazze che ti corrono dietro in Corea. Ma perché nessuna ti sembra quella giusta?- chiese lei con mola curiosità di sapere ogni singolo particolare della vita del ragazzo.

-Perché quelle ragazze vogliono stare con me solo per fare invidia alle altre ragazze, non per affetto o amore. Non mi interessa stare con una ragazza che poi mi userebbe solo come accessorio. Questo tipo di ragazze riesco a riconoscerle a chilometri di distanza. Per esempio so che tu non faresti mai una cosa del genere ad un ragazzo, e questa è una cosa che mi piace di te. Beh, una delle tante.- rispose voltando il viso verso di lei e prendendola per mano.

Yuui non sapeva come rispondere a quelle parole non tanto perché non sapeva cosa dire, ma non riusciva più a parlare. Le parole le morivano in gola dall'emozione.

 

Mentre si dirigevano verso lo Starbucks, L.Joe e Asja sembravano due ragazzini delle elementari. Continuavano a ridere, scherzare, farsi i dispetti. Il mondo sarebbe potuto finire in quel momento che loro non se ne sarebbero accorti.

-Vado un secondo in bagno. Per me prendi pure qualsiasi cosa, basta che sia fredda. Con questo caldo rischio di evaporare. E anche un biscotto per favore.- disse Asja appena entrarono nel locale.

-Ok, spero solamente di prendere qualcosa che ti piaccia. Non vorrei che saltassi la colazione a causa mia.- rispose il ragazzo sorridendo e dirigendosi al bancone per ordinare.

-Bene Asja, mettiamo la carte in tavola.- si disse guardandosi allo specchio con tono convinto. Per fortuna non c'era nessuno in bagno.

-Non si può andare avanti così, insomma, bisogna smuovere la situazione o lui non si smuoverà dalla zona amicizia. Bisogna fargli capire che tu non sei una bambina, Asja, ma sei una ragazza. Forza e coraggio, ce la puoi fare. Fighting!- e uscì come se nulla fosse accaduto.

L.Joe stava ancora aspettando la loro colazione. Asja non riusciva a non pensare a quanto fosse bello. Il problema era che lui la vedeva come una bambina piccola con cui giocare, come se fosse sua cugina. Ma lei si sarebbe impegnata per far si che ciò cambiasse, e in quel momento le venne un'idea.

-Hey L.Joe, che ne dici di andare al cinema? La colazione la mangiamo durante il tragitto. Non ho voglia di sedermi ad un tavolo per poi dovermi alzare subito dopo aver finito di mangiare.- chiese lei appoggiandogli le mani sulle spalle e alzandosi in punta di piedi per arrivare più o meno alla sua altezza.

-Si dai! Ci sarebbe un bel film che vorrei vedere, ma mi vergogno ad andare con i ragazzi. Allora è deciso, si va al cinema!- rispose prendendo la colazione per poi andare fuori.

Il cinema si trovava abbastanza vicino, quindi non ci misero molto per arrivarci, quel tanto che gli serviva per poter finire di mangiare e bere senza strafogarsi. Dopo essere andato a prendere i biglietti, L.Joe andò a comprare un po' di caramelle gommose in caso di attacchi di fame durante il film.

Quando entrarono nella sala, Asja notò che non c'era molta gente, infatti della loro fila erano gli unici, il resto delle persone si trovava nelle file davanti a loro. La pubblicità era appena cominciata, e dovendo riempire quel tempo morto, L.Joe cominciò a fare il solletico ad Asja. La ragazza si dimenava senza emettere una singola risata per non essere rimproverata dalle altre persone, anche se il film non era ancora iniziato. Però, dopo qualche minuto fu il suo turno di divertimento e fu lei a torturarlo con il solletico, anche se si fermò praticamente subito risedendosi composta al suo posto. Il suo sguardo si perse nel nulla. Cominciò a parlare tra sé e sé nella sua testa.

-Ma allora non hai capito nulla! Il tuo obbiettivo, il nostro obbiettivo non è questo, ma è qualcosa di più subdolo. Devi fargli capire quali sono le tue intenzioni! Pensa pensa pensa, come si potrebbe fare? Bisogna trovare qualcosa per la quale vorrebbe ribellarsi ma non può a causa del film. Uhm. Oh, guarda. Sui suoi pantaloni ci sono delle cerniere sulle cosce. Perfetto! Ora lascio a te il resto. D'altronde io sono la mente e tu il braccio.-

Quando uscì dal suo stato di trance, Asja si accorse che il film era già iniziato da un po'. Si girò verso L.Joe e notò dal suo sguardo che aveva perso interesse verso la storia.

-A te piace questo film? A me piace sempre meno. Speravo fosse diverso, sembrava molto più bello e coinvolgente dalla pubblicità, invece è una noia mortale. Se non piace nemmeno a te possiamo anche andare a vedere un altro film oppure andarcene da qualche altra parte.- disse lui fissando deluso il sacchetto con dentro le caramelle gommose.

-Nemmeno a me piace, però avrei un'idea migliore in mente.- rispose lei avvicinandosi pericolosamente a lui e cominciando a baciarlo dolcemente sul collo. Preso da quelle attenzioni, L.Joe non si accorse nemmeno che Asja gli aveva già tirato giù una delle due zip, ma se ne accorse nel momento in cui lei infilò una mano nella falsa tasca accarezzandogli la gamba lentamente. Il ragazzo stava già odiando quella situazione, non potendo esprimere il suo piacere per non disturbare ed essere cacciato fuori. La mano di Asja passava leggera su e giù per la coscia, sfiorando appena la pelle con le unghie. Nel frattempo con l'altra mano aveva afferrato L.Joe da dietro il collo per avvicinare le loro labbra. La ragazza, avendo sentito il ragazzo soffocare un piccolo gemito in gola, decise di approfondire la questione, e quindi di portare la mano un po' più in alto e di massaggiare con un po' più di forza , ogni tanto avvicinandosi pericolosamente all'inguine. L.Joe non riusciva più a resistere, stava per scoppiare, ma non poteva farsi beccare dalle persone attorno.

 

Dopo aver passeggiato un po' per Time Square, Minho e Yuui tornarono a casa. Una volta fuori dal palazzo, Minho bloccò Yuui per i polsi.

-Io devo fare delle cose ora, quindi non vengo su. Tu vai, ci vediamo più tardi, magari anche con gli altri.- disse lui con un sorriso quasi imbarazzato.

Avevano entrambi lo sguardo basso. A fare il primo passo fu il ragazzo, il quale si avvicinò e prendendo la ragazza da sotto il mento le diede un bacio sulle labbra. Yuui cercò di far durare quel momento il più possibile, ma il ragazzo sciolse il bacio e scomparì tra la folla, lasciandola con un senso di felicità incompiuta. Ma la ragazza sapeva che il momento giusto sarebbe arrivata, e non molto tardi. 





Buon salve a tutti!!! ecco qui un nuovo capitolo, e devo ammetterlo, mi sono particalarmente divertita a scriverlo XD spero vi piaccia quanto piace a me ^^ ringrazio ancora tutti quelli che stanno seguendo questa storia, e vi prego di scrivere qualche recensione, così posso capire in cosa sbaglio ^^ alla prossima!!! CIAO!

  
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